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LA MEDICINA ALTERNATIVA

LA MEDICINA ALTERNATIVA 

medician-alternativaQuali medicinali non convenzionali sono ingannevoli? E perchè? Come riconoscere una malattia dovuta a forza malefica e come curarla? 

 

[…]Ogni disposizione che la Chiesa dà è fondata sulla Sacra Scrittura, sulla parola dei padri della Chiesa. Come la Sacra Scrittura è la fonte dei Sacramenti, così la Scrittura è la fonte di tutte le disposizioni della Chiesa.

San Paolo dice: “io voglio che voi siate nella verità perché non siate ingannati, perché quello che noi vi stiamo dicendo possa essere impresso nel vostro cuore e voi vi assumiate le vostre responsabilità”.

Che cos’è la medicina alternativa? Non è altro che una forma di cura alternativa alla medicina tradizionale, alla medicina scientifica, solo che non sempre è in comunione con la Scrittura, con il Cristianesimo, con Gesù Cristo. Dunque se noi siamo dei medici cattolici, se noi vogliamo stare nel cristianesimo occorre che ci chiariamo le idee: quali sono gli inganni di una determinata medicina alternativa? Dove si nascondono i tranelli? Perché spesso e volentieri il maligno si serve di questa Hahenemannmedicina. Cominciamo a parlare dell’OMEOPATIA, che ha origine da un certo signor Hahenemann, che ha utilizzato il principio della similia similibus curantur, una medicina frequentissima.

Vi faccio un esempio: la febbre va curata con i farmaci che producono la febbre, così l’insonnia va curata con un farmaco che produce l’insonnia. Il suo principio fondamentale era che il simile cura il simile. Adesso c’è da dire una cosa, che questo signor Hahenemann era un occultista, non tutti lo sanno, cioè faceva pratiche occulte e quando ha iniziato a sperimentare questa medicina, neanche lui aveva molto chiaro come mai questo farmaco riuscisse veramente ad essere efficace, perché in molti casi è efficace, ma non in tutti. Però c’è un inganno. Neanche lui aveva chiaro questo. Perché voi sapete benissimo, e chi ha studiato l’omeopatia lo sa meglio di me, che l’omeopatia si basa nel diluire il farmaco chimico in quantità infinitesimali, cioè in poche parole è una goccia diluita in un oceano d’acqua.

Ora a livello scientifico, se proprio vogliamo essere precisi, come potrebbe questo farmaco, produrre effetti benefici a livello fisico, fisiologico in una persona, se questo farmaco è diluito in maniera infinitesimale? Inoltre, non a tutti può essere dato lo stesso farmaco omeopatico per la stessa malattia, perché il medico omeopatico quando un paziente gli chiede di essere curato con quel tipo di medicina, gli fa determinate domande per conoscere un pò le malattie che ha avuto nel passato. In poche parole, è una forma di disintossicazione da quello che il fisico ha incamerato durante quegli anni a livello chimico.Taoismo2

La Chiesa ha preso una posizione ufficiale su questo farmaco, sul farmaco omeopatico e poi anche sulle altre medicine alternative. Io elencherò solo quelle principali (perché alcune stanno nascendo adesso e non sono state ancora studiate bene) davanti alla quale la Chiesa ha preso una posizione ufficiale, più precisamente la Conferenza Episcopale Italiana, vedi Documento della CEI: “Le Istituzioni sanitarie in Italia”. Vorrei spiegare perché la Chiesa ha preso una posizione su questi tipi di farmaci e perché la Chiesa dice che non è conveniente usare questi tipi di farmaci. Innanzitutto perché tutti questi tipi di medicine, quindi la pranoterapia, l’agopuntura.. si basano su un principio orientale della filosofia taoista.

Voi sapete che secondo la filosofia taoista all’interno del corpo umano esistono due poli, ovviamente tenendo conto del rapporto energia corpo umano – energia cosmica, lo ying e lo yang, e lo squilibrio tra questi due poli, che dovrebbero essere in equilibrio, nel corpo umano causa la malattia. Questa filosofia orientale ha individuato dei punti particolari: ciacra, chiamati anche in un altromodo, che con una pressione del dito oppure dell’ago dovrebbero riequilibrare queste energie e il corpo dovrebbe guarire. Va bene, e questo finisce qui. Ora c’è da dire una cosa importante.

Ripeto, TUTTE LE MEDICINE ALTERNATIVE HANNO UN FONDAMENTO SUL TAOISMO, anche quelle che riguardano l’anima hanno un fondamento sul taoismo, e si basano appunto sull’energia cosmica, che non si capisce bene che cosa sia. L’energia cosmica dovrebbe essere la fonte del prana, quindi della pranoterapia e agopunturadell’agopuntura, e viene prodotta in molti farmaci omeopatici, e poi vi spiegherò in che modo. La Chiesa ha fatto uno studio su cosa sia realmente questa energia cosmica, e si è visto come l’energia cosmica è in netto contrasto con il cristianesimo.

Chiaramente, la filosofia taoista è in netto contrasto con il cristianesimo, ma c’è una parola della lettera di San Paolo apostolo agli Efesini 2,1-2, che dice:

anche voi eravate morti per le vostre colpe e i vostri peccati, nei quali un tempo viveste alla maniera di questo mondo, seguendo il principe delle potenze dell’aria”.

Questa contrasto è presente anche in Gal 4 e Col 2, quando S. Paolo definisce il cristiano come “morto agli elementi del mondo”, dove per elementi del mondo si intendono le potenze maligne. L’energia cosmica che viene definita come potenza dell’aria o elemento del mondo, ha un principe, che non è certamente Gesù Cristo, ma è il demonio. Ecco perché la Chiesa ha preso una posizione ufficiale, perché qui c’è un inganno terribile, e dove c’è un inganno c’è il maligno. Io, fratelli, vi invito innanzitutto ad entrare nell’umiltà e ad aprire gli occhi su questa verità, perché è vero che questa medicina omeopatia, come le altre medicine alternative, stanno facendo un successone, ma dietro c’è un inganno terribile. Tra l’altro, si è scoperto che

dollaro piramide 3La gran parte di farmaci omeopatici, prima di essere messi in commercio, vengono caricati a livello occulto con il metodo della piramide.

La piramide è uno strumento che utilizzano gli occultisti per caricare di energia; veniva usata nell’antico oriente, sopratutto dagli Egiziani, per invocare energia, forza, potenza, ma da parte di chi? Da parte degli antenati, quindi da parte di coloro che stavano dentro la piramide. Dunque questa medicina si è rivelata devastante, oltre che ingannevole e menzognera a livello scientifico, perché da molte testimonianze raccolte dalla Commissione ecclesiastica riguardo a questo punto, dove ci hanno lavorato non solo medici cattolici, ma anche sacerdoti, esorcisti, il gris (gruppi delle ricerche internazionali sulle religioni delle sette) si è giunti ad un principio comune: questi tipi di farmaci, queste cure, inizialmente danno sollievo per un determinato male, ma successivamente producono effetti devastanti.

Ad esempio: ammettiamo che uno abbia l’emicrania e con questo farmaco gli passa il mal di testa; dopo un certo periodo di tempo questo male si ripercuoteva da qualche altra parte, oppure nelle relazioni affettive. Ci sono state tante testimonianze, esperienze comuni. Uno, ad esempio, ha avuto un sollievo, questa cura ha fatto effetto su un organo del suo corpo e poi dopo un pò di tempo la sua famiglia si è sfasciata. Invece una persona che aveva preso questa cura ed era stata guarita emicrania 7alle ossa, questo male si è risvegliato sotto forma di cancro. Quello che vi ho detto fino ad ora è la posizione ufficiale della Chiesa, quindi non è un’invenzione di Don Massimiliano, ma ora vi dico una mia riflessione personale: come mai questo pseudo-farmaco cura determinate malattie e altre no?

Come mai potrebbe essere un farmaco che si usa per esempio per chi ha problemi di depressione, di insonnia, di ansia, per chi ha dolori, e non si può impiegare per chi ha il diabete o come rimedio al cancro o per chi fa la dialisi? Quando ho fatto queste obiezione, una volta uno mi ha detto: “Don Massimiliano ma l’omeopatia fa parte della medicina”. Non tutto ciò che è scientifico o medico può essere in comunione con Gesù Cristo. Se uno mi viene a dire che tutto ciò che c’è nella medicina, tutte le scoperte mediche, è buono perché è per l’uomo, questo non è un principio vero, perché io vi chiedo: e la procreazione artificiale? Certamente è una grande trovata scientifica, ma non è in comunione con la Chiesa. E l’eutanasia? L’aborto? Sono tutte cure apparenti per poter andare incontro ad un ammalato?! Ma sono principi devastanti! Non tutto quello che è scientifico e medico può essere in comunione con la Chiesa, con Gesù Cristo.

La Chiesa riporta solo quello che è il principio di Gesù Cristo. Così è anche per la pranoterapia. La Chiesa si è pronunciata ufficialmente anche per la pranoterapia, mentre per l’omeopatia c’è anche una percentuale in cui il farmaco è innocuo, non caricato con la piramide, è come se bevessi acqua. La Chiesa, nel documento della pranoterapiaConferenza Episcopale Italiana, CEI, (“Le istituzioni sanitarie in Italia”) paragona la pranoterapia alla magia, perché il pranoterapista dice di avere il dono delle guarigioni di cui parla San Paolo e di cui parla Gesù Cristo, ed è sbagliato perché non ha quel dono.

Anche il principio della pranoterapia è legato all’energia cosmica, la quale viene tramutata in prana e poi filtrata nelle mani del terapista in energia benefica verso il sofferente. Il punto in cui manca la comunione con la Chiesa è nel fatto che il dono delle guarigioni proviene solo dallo Spirito Santo, non è un’energia che uno ha in sè, ma è un dono che Gesù fa a tutti i credenti, a tutti, come dicevamo ieri con la parola di Gesù (Vangelo di Marco, capitolo 16: “questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono nel mio nome, guariranno i malati, scacceranno i demoni, questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono”).

Cioè il dono delle guarigioni non è un privilegio di qualcuno, ma è un segno che accompagna chiunque crede, perché è uno dei doni che viene dallo Spirito Santo, che privilegia solo chi crede. Mentre il pranoterapista dice che è lui a guarire in virtù di questa energia, il Vangelo dice che le guarigioni avvengono per opera dello Spirito Santo. Ora se questa energia non è lo Spirito Santo, può essere solo un’energia negativa. Anche qui ci sono delle testimonianze tremende, su gente che si è affidata alle cure di un pranoterapista e che anziché migliorare ha peggiorato, oppure ha migliorato per un periodo e poi è stato malissimo. Poi, comunque sia, chi pratica la pranoterapia dice che l’artefice della guarigione è lui, l’energia che lui ha pranoterapia1dentro. Questo è un inganno terribile, perché secondo la parola di Dio noi sappiamo che uno guarisce per opera dello Spirito Santo, per la potenza dello Spirito Santo.

Lo stesso principio del taoismo viene utilizzato per la cura con l’agopuntura, dove sempre questa fonte di energia, come vi spiegavo prima, deve essere riequilibrata attraverso degli aghi, dei punti di pressione. Perciò anche l’agopuntura non è assolutamente in comunione con la Chiesa, sempre per questo principio dell’energia cosmica, che non è di sicuro lo Spirito Santo. Ora, molto probabilmente, siete più aggiornati di me in questo senso! Tuttavia, io ho letto in alcuni comma del documento ufficiale della Chiesa che, per un certo periodo, anche il reiki è stato inserito come un corso che dava dei crediti all’interno dell’ordine dei medici. Questi corsi di reiki, per un dato periodo, davano dei crediti formativi di aggiornamento. Poi il Ministero della Sanità ha tolto questi corsi o per lo meno ha tolto i crediti a questi corsi formativi di aggiornamento, appoggiandosi al documento della Conferenza Episcopale Italiana, dato che il reiki fondamentalmente è un corso di magia.

Dunque anche il Ministero della Sanità ha preso una posizione ufficiale sul corso di reiki. Ci sono malattie che hanno conseguenze fisiche e radici fisiche fisiologiche, però ci sono certi tipi di malattie che hanno principi diabolici. Cerchiamo di parlare di questo, cioè non voglio dire che determinate malattie dipendono solo dal demonio, ma il demonio cerca di scimmiottare determinate malattie attraverso dei disturbi, per nascondersi. Come si arriva a questo tipo di malattia? Innanzitutto dobbiamo vedere come il demonio sta ingannando gli uomini oggi e cerca di ingannarli anche bene!

Anche persone che frequentano la Chiesa e che vanno a messa. Vi faccio un esempio: provate a pensare tutto quello che é l’orizzonte dell’astrologia, gli oroscopi.. quelli che vanno a farsi fare l’oroscopo personale, attraverso la lettura delle stelle (che molti definiscono una scienza!). Noi abbiamo un brano, dal libro del profeta Isaia, nel quale la parola di Isaia condanna apertamente l’astrologia. Isaia, capitolo 47, versetti 13,15.

oroscopo 5Qui è il Signore che parla, rivolto al popolo di Israele: ” ti sei stancata dei tuoi molti consiglieri, si presentino e ti salvino gli astrologi che osservano le stelle, il quale ogni mese ti pronosticano che cosa ti capiterà, ecco essi sono come stoppia il fuoco li consuma non salveranno se stessi dal potere delle fiamme”.

Qui c’è una condanna aperta verso l’astrologia “non ci sarà brace per riscaldarsi nel fuoco dinanzi al quale sedersi, così sono diventati per te i tuoi maghi, con i quali ti sei affaticata fin dalla giovinezza, ognuno se ne va per suo conto, nessuno ti viene in aiuto” .

 L’astrologia oggi è un inganno terribile! Quante persone oggi leggono l’oroscopo? C’è in tutti i giornali, in tutte le riviste, in tutte le trasmissioni c’è il mago che sa leggere gli astri, c’è perfino nella pubblicità. Nel nostro tempo l’inganno dell’astrologia è diffusissimo, ma la Scrittura dice che questi “sono come stoppia, il fuoco li consuma, non salveranno se stessi dal potere delle fiamme”.

Fratelli, dietro tutti questi inganni si nasconde il demonio e molta gente arriva ad avere influssi diabolici, malefici, disturbi malefici proprio in virtù del fatto che hanno frequentato per tanto tempo astrologi, maghi, cartomanti, o hanno fatto sedute spiritiche per interrogare i morti. Quante persone sono rimaste nella rete del maligno perchè hanno frequentato per tanto tempo questa gente qui? Occorre aprire gli occhi su questi maghi, fratelli! Dall’ultima statistica, fatta proprio recentemente, risulta che venti milioni di italiani si rivolgono comunemente ai maghi, o per via telefonica o ci vanno fisicamente o hanno un gruppo dove si riuniscono per fare sedute spiritiche o la scrittura automaticaVenti milioni di italiani! É chiaro che dopo le conseguenze sono devastanti, perché solo una minima parte di maghi sono dei ciarlatani, purtroppo pochissimi, mentre gli altri sono veramente dei professionisti, sono satanisti, cioè hanno venduto l’anima al demonio.

Chi fa il mago per professione ha venduto l’anima al diavolo, prega e invoca il maligno, lo spirito del male sui talismani e tutte le altre cose che dà.

Ecco perché, fratelli, poi le conseguenze sono devastanti. Vi spiego. La depressione, in alcuni casi è una malattia che può essere dovuta a dei fatti normali, accaduti, relativi al passato di una persona, come il fatto che non ha accettato determinate ferite della sua vita; ma molte volte il demonio si nasconde dietro la depressione. Spesso viene curato quel male come depressione e non è depressione, non è assolutamente competenza del medico, ma dell’esorcista o del sacerdote.

Mi sono capitati tantissimi casi del genere, uno proprio all’inizio del mio ministero. Queste cose possono sembrare cose assurde, però sono delle realtà che fanno parte dell’uomo di oggi, e sopratutto delle realtà davanti alle quali, molto probabilmente, vi siete scontrati tante volte anche voi e non avete trovato nessun tipo di soluzione, forse perché certe volte anche voi avete avuto la tentazione di essere al disopra di
sonnolenza-apatiaquella persona e quindi di sottovalutare il disturbo, o magari molte volte non siamo tanto umili da dire: “forse questa non è di mia competenza, non ci riesco”. Ci sono state delle persone che sono venute con questo problema spirituale, dovuto chiaramente ad un fatto maligno, ad una vessazione diabolica, che prima avevano girato tutti gli specialisti di psicologia e psichiatria di Cagliari, a cui avevano dato tutti i tipi di farmaci, tutti i tipi di cure, addormentate per mesi senza avere il minimo risultato. Quella cura non andava bene e non gli è venuto in mente: “ma forse non è di mia competenza questo disturbo?”. No! Quella cura non andava bene, perciò subito un’altra; quell’altra non andava bene, via un’altra.

Questa signora aveva una farmacia nello stomaco! Questo perché succede? Perché tante volte ciascuno di noi, fratelli, si scontra davanti al suo limite, e lì si vede se sei umile, se sei capace di riconoscere che sei arrivato al tuo limite, che più di quello non riesci a dargli e sei umile da dirgli: “guarda io non ce la faccio, non è di mia competenza, non ho capito che cosa hai”. Lì si vede se veramente compi la tua professione come una missione e non come un mestiere, o se a tutti i costi vuoi cercare di risolvergli il problema, di levargli quel disturbo, e gli dai una marea di cure, pur sapendo che alla fine non risolvi nulla e che tanto, dopo un po’ di tempo te la ritrovi lì, con lo stesso identico disturbo.

Una volta mi è capitato anche un caso in cui ad una persona le era stata diagnosticato un tumore ad una gamba. E guardate che di questi casi ce ne sono tantissimi! E’ uno specialista l’esorcista Don Gabriele DON AMORTH che ha scritto dei libri importanti: il primo è “Racconti di un esorcista”, il secondo “Nuovi racconti di un esorcista”, e il terzo “Esorcisti e psichiatri”, poi ne ha scritto tanti altri, ma i più importanti che parlano di questo tema sono questi tre, dove fa vedere veramente come il demonio, spesso e volentieri, si nasconde dietro disturbi fisici. Se voi leggete il Vangelo, questo è dimostrato anche dal Vangelo. In molti casi Gesù quando fa una liberazione dice: “ti ordino spirito di infermità esci da quell’uomo”. Che cosa vuol dire “spirito di infermità”?

Esiste uno spirito che si camuffa nelle infermità, che si maschera dietro un’apparente malattia, ma fondamentalmente quella non è una malattia, è un disturbo malefico!

Ora quando è che voi medici potete rendervi conto che quello è un disturbo malefico? Se voi gli avete provato tutti i tipi di cure, gli avete fatto tutti i tipi di analisi e non si riesce a trovare la causa di quel male ed a fare in modo che quel male possa essere alleviato o risanato, potrebbe esserci una causa misteriosa. Allora può venirvi in mente un punto interrogativo, e da lì incominciate a dire: “è possibile che qua ci sia qualcosa che va oltre il male fisico”.

A questa ragazza di cui vi ho parlato, le avevano diagnosticato un tumore ad una gamba, faceva le visite a settimane alterne e accadeva che una settimana glielo trovavano, ma in quella seguente no. Potrei portarvi la documentazione, le radiografie e i referti del medico dell’ospedale oncologico di Cagliari, dirvi nome e cognome di questa donna, dove abita, ecc. Ebbene, dopo che questa persona si è riavvicinata al Signore, poiché era lontana, il maligno si è manifestato chiaramente a livello visibile di possessione. Ha ricevuto la benedizione e si è accostata ai sacramenti, alla preghiera; ha ricevuto la liberazione e nella visita successiva alla liberazione il MALEmale non si è ripresentato più. Dunque, qui c’è da capire veramente che questo è un campo immenso, dove la medicina ha il suo limite e dove può intervenire solo Gesù, solo lo Spirito Santo. Ci sono diversi tipi di influssi diabolici. Adesso vi spiego un pochino queste cose tecniche, perché per me è importante che voi conosciate questo aspetto o per lo meno ne abbiate un’infarinatura. Purtroppo questo aspetto del maligno, dell’esorcismo, non viene ancora insegnato bene neppure in Teologia e richiede studi specifici che vanno oltre la Teologia, che un sacerdote fa in virtù di questo ministero. Io ritengo che sia opportuno che voi abbiate un’infarinatura di questo tema, perché possiate per lo meno avere le armi per poter fare un discernimento su un caso, su una malattia, e magari poter dire: “questo è di mia competenza” oppure dire: “questa non è di mia competenza”.

Ci sono quattro tipi di influssi malefici diabolici. Il primo, la vessazione, è quello più comune. La vessazione di solito si manifesta con dei dolori alla testa, legati ad un male allo stomaco. Sono molto frequenti: mal di testa, mal di stomaco e spesso anche mal di schiena, in determinati punti della colonna vertebrale. Si manifesta anche con delle piccole avvisaglie, come lievi avversioni al sacro (in certi momenti). Ad esempio una persona che prima andava a messa ed era contenta di andarci, comincia a non andarci più; una persona che prima faceva le sue preghiere, anche se non pregava tantissimo, inizia a non pregare più, ad utilizzare un determinato linguaggio, che non corrisponde più a quello che aveva prima.

Quali possono essere le cause? Possono essere diverse, di solito le più frequenti sono: il fatto che le persone hanno avuto contatto con l’occultooppure il maleficio, ma questo è un tema specifico per i sacerdoti e a noi interessa soltanto saper discernere un po’ se quello è un male diabolico oppure è di nostra competenza. Quindi le vessazioni sono un attacco esterno Michele e Satanadel maligno. Ci sono dei casi in cui anche alcuni santi sono stati vessati dal demonio: Padre Pio, Santa Gemma Galgani ed anche una monaca carmelitana della Terra Santa, Beata Maria di Gesù Crocifisso originaria di Israele, nata in Gerusalemme. Il Signore ha permesso che questa monaca avesse delle vessazioni diaboliche. E’ stata liberata da un sacerdote che l’aveva seguita con alcune benedizioni.

Poi c’è l’altro punto, l’ossessione diabolica. L’ossessione è una forma che colpisce la mente con le ossessioni. Se in molti casi questo tipo di problema è competenza del psicologo o del psichiatra, tante volte è provocato dal demonio. Ho incontrato tantissimi giovani, e guardate che oggi è una cosa molto frequente, che soffrono e che soffrivano dell’ossessione del suicidio, che in mente avevano continuamente l’ossessione del suicidio. Sicuramente non lo dico solo io e se c’è qualche psicoterapeuta può sicuramente confermare. Anche voi incontrate spesso questi giovani ossessionati dal suicidio. Questo ragazzo mi diceva: “Don Massimiliano, io sento nella mia testa una voce che mi dice continuamente: “buttati dalla finestra”.

Se davanti a queste ossessioni il farmaco del psichiatra non funziona deve intervenire il Signore, e in questo caso lo psichiatra deve anche avere l’umiltà di dire: “non è mia competenza. Voglio vederti insieme ad un sacerdote”. Nessuno è onnipotente o onnisciente, a parte Gesù Cristo. Di conseguenza molte volte, proprio per questi comportamenti qui, siamo capaci di provocare gravi danni alle persone, perché lasciando passare il tempo la presenza malefica si radica maggiormente. Più passa il tempo e più si radica, e più si espande anche il disturboche alla fine non colpirà solo la testa, ma anche altre parti del corpo.

Un sacerdote, fondatore di una comunità di suore, Sardo, Padre Manzella, venne a Cagliari a fare visita i malati del manicomio. Padre Manzella era un santo, la causa di beatificazione è in corso, e sapete qual’è la motivazione per cui non è stato fatto ancora santo? Perché aveva fatto troppe penitenze! Quindi immaginatevi la santità Gesù scaccia i demoniinteriore di quest’uomo! Quando entrò nel manicomio disse: “qui ci sono più diavoli che matti!”. Tante volte quando una persona aveva un disturbo si metteva in manicomio e lì rimaneva tutta la vita. Magari quello non aveva un disturbo psichiatrico o patologico, ma aveva un disturbo spirituale di poca importanza, tuttavia se incominciava a dare segni di squilibrio finiva in manicomio. Quindi ecco perché vi dico che se questi mali sono trascurati possono diventare devastanti e estendersi in tutto il corpo, oltre che creare traumi familiari.

Poi c’è un altro disturbo, il più grave in assoluto, la possessione diabolica. Uno dei casi più seri che sto seguendo ora, di cui sono testimoni le due dottoresse psicoterapeute Maria Dolores e Rita, è una possessione gravissima, ventiquattro ore su ventiquattro (io l’ho conosciuto attraverso un sacerdote). All’inizio sono andato da lui con queste due sorelle. Non so se voi vi ricordiate il brano dell’indemoniato Geraseno, quello che era tutto nudo, trascurato, sporco, che legavano in catene, ma riusciva a spaccare tutto? Ecco, queste erano le condizioni di questo ragazzo quando lo vidi la prima volta. Era due anni che non si lavava, era sempre in casa sua nudo, in mutande,con i cappelli lunghi fino alle spalle, la barba lunghissima. Pian piano, attraverso le preghiere che gli abbiamo fatto e le benedizioni, siamo riusciti a lavarlo, a tagliarli i capelli, a fargli la barba. Adesso questo giovane sta cominciando a uscire di casa. Lo portiamo a pranzo, a fare una passeggiata.. Insomma attraverso le benedizioni il Signore lo sta liberando e si sta riabilitando. Se questo ragazzo fosse andato in mano a un psichiatra che cosa ne avrebbe fatto? Lo avrebbe strappato alla famiglia e portato in un manicomio, perché l’apparenza è quella di un malato mentale. Questa testimonianza che vi ho portato può essere forte, un pò benedizione 8drammatica, ma è una testimonianza reale (di tre persone, per chi fosse scettico!).

Quindi la possessione è proprio la presa di possesso del corpo da parte del demonio, certamente non dell’anima, e della volontà per un determinato periodo. Di conseguenza la persona comincia a cambiare voce (questo ragazzo parlava addirittura un sacco di lingue e non aveva neanche la terza media, chiaramente era il demonio che parlava), a rivelare cose occulte, a bestemmiare terribilmente (persone che magari non si sono mai sognate di bestemmiare in vita loro), ad acquistare una forza sovrumana che si blocca solo al comando “nel nome di Gesù”. Un altro disturbo che il demonio può compiere è la cosiddetta infestazione diabolica, cioè l’infestazione di determinati appartamenti o ambienti. Forse vi è capitato che qualcuno vi abbia detto: “in casa mia sento dei rumori, sento delle porte aprirsi e chiudersi”. Una persona che non crede in niente, di sicuro pensa che abbia un disturbo mentale, mentre è il maligno, che molte volte si impossessa anche di un luogo, non solo di una persona. Quindi l’infestazione è la possessione di un luogo da parte del demonio. Questi sono i modi con cui il maligno agisce, e guardate che il demonio davanti al comando “nel nome di Gesù” scappa, non può persistere alla presenza del Signore.

E’ chiaro poi che, chi è toccato da questi problemi deve iniziare un cammino di fede. Per questa ragione ieri vi parlavo di quanto è importante l’incontro con Gesù, incontrare realmente Gesù, iniziare un cammino di fede. Le cause oggi sono numerosissime. Oggi anche nelle scuole medie e superiori, durate i momenti di ricreazione, i ragazzi si ritrovano per fare sedute spiritiche, per parlare con i morti. C’è molta gente che pensa di parlare con il nonno, con il padre o con il figlio defunto attraverso la scrittura automatica, ma non sta parlando con nessuno; sta parlando con il demonio.

Come dice San Paolo:il demonio si nasconde e si presenta come un angelo di luce”, perfino in questi messaggi di scrittura automatica. Guardate che il demonio si presenta sempre come un angelo di luce. Dice di essere nella luce, lui si chiama Lucifero; invita anche alla preghiera, ma poi pian piano si svela. Se voi comprate per curiosità quei libri sui collegamenti con l’aldilà, alcuni intitolati ad esempio: “ora parlo con mio figlio”, notate una cosa: in tutti i messaggi di queste pseudo persone (è sempre il diavolo, che in questo caso può essere un medium, la mamma stessa che si mette in collegamento) non si nomina mai il nome di Gesù. Voi prendetevi la briga di leggere questi libri. In questi messaggi non si nomina mai il nome di Gesù, perché il demonio non può nominare il nome di Gesù. Dice: “sono nella luce, sto bene, sono contento, prega”, ma non nomina mai il nome di Gesù. Questo è un punto importante.  Sono sopratutto i giovani la preda di queste trappole, di queste reti che poi ti ingarbugliano e creano veramente problemi..

Oggi ci sono dei ragazzini di quindici – sedici anni che fanno già il patto con satana. Sono realtà che abbiamo davanti agli occhi e che molte volte apparentemente ci sfuggono, perché le riteniamo fesserie. Mi ricordo che una volta avevo fatto un ritiro ai boyscout ed era saltato fuori questo problema. Un capo scout aveva detto: “sì.. lasciagliele fare le sedute spiritiche, tanto anche se le fanno non succede niente, tanto lo fanno per gioco!”. Sono conseguenze devastanti, guardate che al diavolo piace molto giocare, dunque questo era per spiegarvi in linee generali, quali sono poi i pericoli di chi si accosta a queste pratiche occulte, e dunque fratelli carissimi, questo perché anche possiate avere un’infarinatura, che possiate avere i criteri di discernimento, per poter dire forse magari questo è un caso dove io non posso farci niente, dove ho provato le cure, ed è giusto provare la cura senza fare un accanimento di farmaci, senza imbottirli e intossicarli, ma certamente è giusto provare le cure, perché è chiaro che non sempre può essere il demonio, è logico! Però avere anche l’umiltà di dire: forse questo non è di mia competenza, e qui veramente fratelli si vede come dicevo prima, se davvero svolgete il lavoro di medico come missione o come mestiere.

Il sito di don Massimilianohttp://www.apostolidimaria.it/2_capitolo.html

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SANT’EDOARDO RE E IL SUO ANELLO

SANT’EDOARDO RE E IL SUO ANELLO

23 ottobre

sant'Edoardo reLa leggenda incredibile di un re e del suo prezioso anello, offerto ad un povero in onore di san Giovanni. Ma il poverello doveva essere molto di più di uno straccione qualunque portando con se una terribile profezia

Un giorno, sant’ Edoardo detto il Confessore(1005-1066), re d’Inghilterra, ormai anziano partecipò alla cerimonia di consacrazione di una chiesa costruita in onore di San Giovanni Evangelista. A quel tempo, un uomo molto povero gli si avvicinò e gli chiese l’elemosina “per amore di San Giovanni.” Il grande monarca si passò una mano nella borsa, ma non vi trovò né oro né argento. S. Edoardo, dette l’ordine di chiamare il suo tesoriere, ma a causa della folla non fu possibile trovarlo, poichè impegnato nella questua. San Edward si sentiva molto a disagio e notando il grande e prezioso anello che portava al dito l’offrì in onore di San Giovanni al povero, che lo ringraziò gentilmente e scomparve. Ma cosa era successo all’anello?

Quella stessa notte, lontano in Palestinadue pellegrini inglesi usciti dal percorso abituale stavano camminando nel deserto. Il sole era scomparso dietro le montagne e i due uomini erano soli in un luogo desolato. Sapevano che non c’era modo di tornare e dovevano trovare un rifugio dai ladri e dagli animali selvatici. Mentre si chiedeva cosa fare, un gruppo di giovani con abiti luminosi apparve davanti a loro. Tra i giovani vi era un anziano, con i capelli grigi e meraviglioso da guardare. –

vecchioCari fratelli“, disse ai pellegrini. “Da dove venite? Qual è la vostra fede? Quale il vostro regno e quale il vostro re? Cosa cercate qui? ” –

Siamo cristiani d’ Inghilterra. Siamo venuti ad espiare i nostri peccati, abbiamo cercato i luoghi santi dove Gesù visse e morì. Il nostro re si chiama Edward, e abbiamo perso la strada. ” –

Venite dietro a me, e io vi porterò ad un buon padrone di casa per amore di re Edoardo.”

Così li portò in una città dove trovarono rifugio vitto e alloggio. Dopo cena, andarono a dormire. Il mattino seguente il vecchio venne a loro e disse:

Sono Giovanni EvangelistaPer amore di Edward vi ho protetto e portato al sicuro in modo che giungiate sani e salvi in Inghilterra.   Quando vedrete Eduardo, gli darete l’anello che mi dette il giorno della consacrazione della mia chiesa, quando lo pregai in abiti poveri. Gli direte anche, che entro sei mesi sarà con me in Paradiso “.

I pellegrini ritornarono in Inghilterra e senza intoppi consegnarono l’anello di Re Edoardo con il messaggio di San GiovanniQuando il re seppe che sarebbe morto presto, donò tutti i suoi soldi ai bisognosi e trascorse il tempo che gli rimaneva in adorazione. Nella Cattedrale di St. Alban, in Inghilterra, si può venerare la sua immagine che mostra il suo simbolo: l’anello. E la sua festa si celebra il 23 ottobre.

Fontehttp://oracoesemilagresmedievais.blogspot.com/2011/02/sao-joao-evangelista-o-rei-santo.html

 

Santo Padre Giovanni Paolo II

SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II

PAPA (1920-2005) 22 OTTOBRE

Beatificato il 1 maggio 2011, dopo sei anni dalla sua morte (2 aprile 2005), Beato Papa Giovanni Paolo IILa festa coincide con l’inizio del suo ministero  quindi il 22 ottobre 1978, sei giorni dopo la sua elezione a Papa avvenuta il 16 ottobre. È stato proclamato santo da Papa Francesco il 27 aprile 2014 festa della Divina Misericordia insieme a Giovanni XXIII. 

Giovanni Paolo II è stato il 264° Papa (263° Successore di Pietro). Karol Józef Wojtyła, eletto Papa il 16 ottobre 1978, nacque a Wadowice, città a 50 km da Cracovia, il 18 maggio 1920. Era il secondo dei due figli di Karol Wojtyła e di Emilia Kaczorowska, che morì nel 1929. Suo fratello maggiore Edmund, medico, morì nel 1932 e suo padre, sottufficiale dell’esercito, nel 1941.

A nove anni ricevette la Prima Comunione e a diciotto anni il sacramento della Cresima. Terminati gli studi nella scuola superiore Marcin Wadowita di Wadowice, nel 1938 si iscrisse all’UniversitàJ agellónica di Cracovia.

Quando le forze di occupazione naziste chiusero l’Università nel 1939, il giovane Karol lavorò (1940-1944) in una cava ed, in Beato Papa Giovanni Paolo IIseguito, nella fabbrica chimica Solvay per potersi guadagnare da vivere ed evitare la deportazione in Germania. A partire dal 1942, sentendosi chiamato al sacerdozio, frequentò i corsi di formazione del seminario maggiore clandestino di Cracovia, diretto dall’Arcivescovo di Cracovia, il Cardinale Adam Stefan Sapieha. Nel contempo, fu uno dei promotori del “Teatro Rapsodico”, anch’esso clandestino.

Dopo la guerra, continuò i suoi studi nel seminario maggiore di Cracovia, nuovamente aperto, e nella Facoltà di Teologia dell’Università Jagellónica, fino alla sua ordinazione sacerdotale a Cracovia il 1 novembre 1946. Successivamente, fu inviato dal Cardinale Sapieha a Roma, dove conseguì il dottorato in teologia (1948), con una tesi sul tema della fede nelle opere di San Giovanni della Croce. In quel periodo, durante le sue vacanze, esercitò il ministero pastorale tra gli emigranti polacchi in Francia, Belgio e Olanda.

http://www.youtube.com/watch?v=OL1w7QTtS_E

Nel 1948 ritornò in Polonia e fu coadiutore dapprima nella parrocchia di Niegowić, vicino a Cracovia, e poi in quella di San Floriano, in città. Fu cappellano degli universitari fino al 1951, quando riprese i suoi studi filosofici e teologici. Nel 1953 presentò all’Università cattolica di Lublino una tesi sulla possibilità di fondare un’etica cristiana a partire dal sistema etico di Max Scheler. Più tardi, divenne professore di Teologia Morale ed Etica nel seminario maggiore di Cracovia e nella Facoltà di Teologia di Lublino.Beato Papa Giovanni Paolo II-

Il 4 luglio 1958, il Papa Pio XII lo nominò Vescovo titolare di Ombi e Ausiliare di Cracovia. Ricevette l’ordinazione episcopale il 28 settembre 1958 nella cattedrale del Wawel (Cracovia), dalle mani dell’Arcivescovo Eugeniusz Baziak. Il 13 gennaio 1964 fu nominato Arcivescovo di Cracovia da Paolo VI che lo creò Cardinale il 26 giugno 1967. Partecipò al Concilio Vaticano II (1962-65) con un contributo importante nell’elaborazione della costituzione Gaudium et spes. Il Cardinale Wojtyła prese parte anche alle 5 assemblee del Sinodo dei Vescovi anteriori al suo Pontificato. Viene eletto Papa il 16 ottobre 1978 e il 22 ottobre segue l’inizio solenne del Suo ministero di Pastore Universale della Chiesa.

Dall’inizio del suo Pontificato, Papa Giovanni Paolo II ha compiuto 146 visite pastorali in Italia e, come Vescovo di Roma, ha visitato 317 delle attuali 332 parrocchie romane. I viaggi apostolici nel mondo – espressione della costante sollecitudine pastorale del Successore di Pietro per tutte le Chiese – sono stati 104. Tra i suoi documenti principali si annoverano 14 Encicliche, 15 Esorta-zioni apostoliche, 11 Costituzioni apostoliche e 45 Lettere apostoliche. A Papa Giovanni Paolo II si ascrivono Beato Papa Giovanni Paolo II--anche 5 libri: “Varcare la soglia della speranza” (ottobre 1994); “Dono e mistero: nel cinquantesimo anniversario del mio sacerdozio” (novembre 1996); “Trittico romano”, meditazioni in forma di poesia (marzo 2003); “Alzatevi, andiamo!” (maggio 2004) e “Memoria e Identità” (febbraio 2005). Papa Giovanni Paolo II ha celebrato 147 cerimonie di beatificazione – nelle quali ha proclamato 1338 beati – e 51 canonizzazioni, per un totale di 482 santi. Ha tenuto 9 concistori, in cui ha creato 231 (+ 1 in pectore) Cardinali. Ha presieduto anche 6 riunioni plenarie del Collegio Cardinalizio. Dal 1978 ha convocato 15 assemblee del Sinodo dei Vescovi: 6 generali ordinarie (1980, 1983, 1987, 1990; 1994 e 2001), 1 assemblea generale straordinaria (1985) e 8 assemblee speciali (1980, 1991, 1994, 1995, 1997, 1998 [2] e 1999).

Nessun Papa ha incontrato tante persone come Giovanni Paolo II: alle Udienze Generali del mercoledì (oltre 1160) hanno partecipato più di 17 milioni e 600 mila pellegrini, senza contare tutte le altre udienze speciali e le cerimonie religiose (più di 8 milioni di pellegrini solo nel corso del Grande Giubileo dell’anno 2000), nonché i milioni di fedeli incontrati nel corso delle visite pastorali in Italia e nel mondo; numerose anche le personalità governative ricevute in udienza: basti ricordare le 38 visite ufficiali e le altre 738 udienze o incontri con Capi di Stato, come pure le 246 udienze e incontri con Primi Ministri. Muore a Roma, nel suo alloggio nella Città del Vaticano, alle ore 21.37 di sabato 2 aprile 2005. I solenni funerali in Piazza San Pietro e la sepoltura nelle Grotte Vaticane seguono l’8 aprile.

Beatificato il 1 maggio 2011, dopo sei anni dalla sua morte (2 aprile 2005), ma la data scelta come ricorrenza, è il 22 ottobre, secondo quanto stabilito dalla Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti. Il giorno coincide con l’inizio del  ministero petrino di Giovanni Paolo II (22 ottobre 1978), sei giorni dopo la sua elezione a Papa avvenuta il 16 ottobre. È stato proclamato santo da Papa Francesco il 27 aprile 2014 festa della Divina Misericordia insieme a Giovanni XXIII. 

Fontehttp://www.karol-wojtyla.org/It/Giovanni%20Paolo%20II/Biografia.aspx

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02 APRILE 2005 MUORE GIOVANNI PAOLO II

 

NEW AGE E MAGIA PARODIA DEL DIVINO

NEW AGE E MAGIA PARODIA DEL DIVINO

Manifesto_New_AgeIl Cardinale Danneels e l’attuale papa emerito Joseph Ratzinger  hanno cercato di spiegarci i segreti della New Age e della magia attraverso le loro testimonianze per riconoscere e combattare uno dei più azzeccati trucchi della Massoneria.

Il cardinale Danneels, nel 1990, in una lettera pastorale ha cercato di dare una definizione alla New Age, mettendo in evidenza la difficoltà di definirlo. Precisamente disse che:

Non è una religione, ma è tuttavia religioso; non è una filosofia, ma è comunque una visione dell’uomo e del mondo, oltre che una chiave di interpretazione; non è una scienza, ma si basa su leggi scientifiche, anche se sono da ricercare nelle stelle. New Age è una nebulosa che contiene esoterismo, occultismo, pensiero mitico e magico sui segreti della vita e un briciolo di Cristianesimo, il tutto mescolato ad idee provenienti dall’astro-fisica“.


Il New Age cerca di sostituirsi al Cristianesimo, attaccandolo
: Dio non sarebbe il creatore del mondo, nega che Gesù di Nazaret è il figlio di Dio fatto uomo e che la redenzione dell’uomo avviene con la sua morte e resurrezione, inoltre sostiene che la salvezza dell’uomo non avviene mediante la fede e lo stato di grazia e che Dio è semplicemente una parte del cosmo. Tutto questo crea confusione nelle persone che non approfondiscono la natura e il fine di questo movimento, ancor di più in chi non ha la preparazione adatta per porsi nel giusto atteggiamento critico.

Cardinale Danneels 

Gli adepti di questa “filosofia” divengono schiavi di una spiritualità evanescente, basata semplicemente sulla ricerca del benessere personale, il tutto con l’aiuto di tecniche prese in prestito da religioni orientali: dalla psicologia del profondo di Jung a quella umanistica di Maslow, al nuovo spiritismo moderno (channeling) che presume di ricevere rivelazioni da entità superiori quali: Dio, Cristo, Spiriti della Natura, Angeli, Fate. Ma questo benessere si otterrebbe anche con stimolazioni elettriche del cervello (biofeedback) o con droghe che provocano sensazioni di pacatezza oppure con certi tipi di danze, arti marziali, e infine con musiche che come sostengono i “maestri” del new age recepiscono e trasmettono le vibrazioni e i movimenti ondulatori del cosmo.

Ecco cosa disse in proposito l’allora Cardinal Ratzinger ex papa emerito Benedetto XVII in un intervista a cura di Ignazio Artizzu tratta dalla rivista “Una voce grida…” n°9 – marzo 1999:

[…] Ma nello yoga i movimenti del corpo hanno una diversa implicazione di rapporto con Dio, che non è quella della liturgia cristiana. Occorre la massima prudenza perché dietro questi elementi corporali si nasconde una concezione dell’essere come tale, della relazione tra corpo e anima, tra uomo, mondo e Dio. 

Ritiene legittimo l’insegnamento della meditazione trascendentale e dello yoga nelle Chiese Cattoliche e nelle comunità religiose da parte di sacerdoti?

Mi sembra molto pericoloso perché in questo contesto queste pratiche sono già offerte come un qualcosa, appunto, di religioso. 

E’ possibile coniugare il mantra con la preghiera cristiana?

Il mantra è una preghiera rivolta non a Dio, ma ad altre divinità che sono idoli. 

Perché questo deprezzamento di Cristo e della Chiesa?

Urs Von Balthasar

Questa è una questione profonda legata alla situazione attuale del mondo. Le radici di questo comportamento che oggi noi vediamo sono tante e si sono sviluppate nel corso di un’epoca, anche se solo oggi emergono in tutta la loro forza. Mi sembra che l’elemento ultimo sia quello, ancora una volta, del capitolo 3 della Genesi: la superbia dell’uomo che intende fare di sé stesso Dio e non accetta di sottomettersi a Lui. C’è dietro la volontà di prendere nelle proprie mani Dio e non di mettersi nelle sue mani.

Urs Von Balthasar

Urs Von Balthasar (premio Paolo VI per la teologia, Papa Giovanni Paolo II lo creò cardinale, ma due giorni prima della cerimoniadefinisce la meditazione trascendentale un tradimento nei confronti della fede cristiana. E’ d’accordo con questa affermazione? 

Si. Perché il Dio Trascendente, la persona che mi ha chiamato e mi ama, viene deformato in una dimensione trascendentale dell’essere. Credo che sia necessario distinguere bene tra il Dio Trascendente e la trascendentalità. Mentre il Trascendente è una Persona che mi ha creato, il trascendentale è una meditazionedimensione dell’essere e quindi implica una filosofia di identità. Il cammino della Meditazione Trascendentale, preso nelle sue intenzioni ultime, ha questa tendenza di guidare ad immergersi nella identità, e quindi è esattamente opposto alla visione cristiana, che conosce anche una unione di identità. Cristo si è identificato con noi e così ci inserisce nel suo Corpo, ma è una identificazione diversa, operata nell’amore, nella quale rimane sempre una identità personale distinta, mentre la Meditazione Trascendentale comporta l’immergersi, il lasciarsi “sciogliere” nella identità dell’essere supremo.   

Quale è, in termini spirituali, il prezzo di queste pratiche?

La perdita della fede e la perversione della relazione uomo – Dio, e un disorientamento profondo dell’essere umano, cosicché alla fine l’uomo si sposa con la menzogna.

Fonti:http://www.angeli.netsons.org/combattiamo_il_new_age.htmhttp://www.ratzinger.us/modules.php?name=News&file=article&sid=154

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TATUAGGI E PIERCING

TATUAGGI  E PIERCING

… no grazie!

3. tatuaggiUn avvertimento per quanto riguarda TATUAGGI  E PIERCING: attraverso la modifica del corpo, i giovani aderiscono consapevolmente o inconsapevolmente alla nuova era pagana. Un’introduzione su come operano i satanisti.

I tatuaggi e il “piercing” non sono altro che riti di iniziazione per invitare i ragazzi a far parte di un culto tribale e primitivo. Attraverso la modifica del corpo, i giovani aderiscono consapevolmente o inconsapevolmente alla nuova era pagana. Nel libro Modern Primitives (Moderni Primitivi), che è considerato un libro importante nella cultura dei tatuaggi, c’è un’intervista ad Anton La-Vey, fondatore della Chiesa di Satana americana, che espone la sua opinione sui tatuaggi e sul piercing. Egli afferma:

I tatuaggi e il piercing sono vietati dalla Bibbia nel libro del levitico, e buona parte del mondo è governata dalle credenze religiose bibliche. Io voglio incoraggiare qualsiasi cosa sia un  pronunciamento contro il Cristianesimo, perché negli ultimi cinquecento anni i missionari cristiani hanno distrutto  quasi tutte le culture diversificate del mondo, facendone un posto molto meno interessante. Neanche gli alieni venuti  dallo spazio potrebbero inventare un’arma più sconvolgente della …… religione cristiana da usare contro i popoli del pianeta Terra”.

I tatuaggi, a volte, riproducono immagini sataniche, esoteriche e blasfeme. Ci sono delle riviste che i giovani possono sfogliare per scegliere l’immagine che desiderano tatuarsi. In una rivista Tatoo Gallery si trova una sezione, denominata Sacro e Profano, che porta una spiegazione:

3. don Marcello StanzionePresso quasi tutti i popoli primitivi il tatuaggio era associato al culto degli dèi demoni e veniva praticato durante riti a loro dedicati da santoni o maghi. In questo tipo di tatuaggio aveva molta importanza il flusso del sangue che usciva dalle ferite, il quale porta con sé fuori dal corpo gli spiriti maligni che vi sono entrati”.

Il noto teologo salernitano, don Marcello Stanzione, parroco di Santa Maria la Nova a Campagna (SA) assistente ecclesiastico dell’associazione Milizia di San Michele e condirettore con il giornalista Bruno Volpe del quotidiano cattolico online PONTIFEX così informa:

Satanismo adolescenziale: i segnali del coinvolgimento

L’adolescente (ma questo non vale solo per lui o lei, cosa che approfondiremo con lavori successivi) è attratto dalla fantasia di ribellione (fattore di crescita strutturale) dal contesto familiare: il Satanismo, modello preconfezionato, viene utilizzato per “andare contro” (andare verso: tentativo di comunicazione di un disagio riferito al sistema d’appartenenza) i genitori con un modello culturale prettamente cattolico, predicato ma falsamente praticato. La pressione dei pari è un altro fattore da tenere in considerazione: nessuno si inventa nulla, c’è uno scambio di  informazioni da innumerevoli fonti, la più vicina agli adolescenti sono gli adolescenti stessi, gli amici, i compagni di avventure e di sventure, coloro per i quali si darebbe l’Anima (!), sentiti a quest’età come la vera famiglia, quelli che capiscono, il vero Modello da prendere come riferimento. Spesso gli amici degli amici degli amici (gli adolescenti sono più omertosi di un calabrese ottantenne della bassa 3. graffitiSila) incoraggiano, seducono, ostentano questo tipo di pratiche fintamente rituali e sataniste, con promesse di paradisi orgiastici (il sesso, la pulsione libidica lungamente anestetizzata dall’attesa della maturazione biologica) e drogastici (questa è l’età in cui si inizia a fumare o ad assumere sostanze psicotrope o a bere alcol in maniera smodata, introiettando col meccanismo che ricorda la suzione al seno materno, un qualcosa ritenuto miracoloso, la pozione magica, che estrania dando un senso di libertà, ma che invece rappresenta ineludibilmente la resa alle difficoltà e alle pressioni vitali).

Questa è l’età in cui si formano le “comitive”, le  aggregazioni da muretto, dove il luogo dell’appuntamento pomeridiano rappresenta un mondo intero: il senso di appartenenza, tramite la pratica satanica, equivale al far parte della setta, della confraternita, dell’elite con lo stesso meccanismo per cui a questa età l’etichettamento (dalla “firma” sul vestito all’appartenenza politica o calcistica, quindi religiosa) cerca di dare ordine all’iperstimolazione afferente dall’interno e dall’esterno che tartassa un individuo di 15 anni alla ricerca di quello che è, della propria identità, del riconoscimento in senso stretto. Quando un giovane si associa ad un gruppo del genere, gli è richiesto di frequentare alcune attività e di tener fede ad alcuni impegni (sappiamo quanto ci tengano i ragazzi a mantener fede alla parola data, a non passare per traditori o spie).

Nello stadio di iniziazione, gli si dice che Satana è forte e Dio è debole e non si 3. violenzaprende cura dell’umanità (il simbolismo con gli impegni lavorativi o extraconiugali paterni è forte).  Per questo motivo c’è al mondo tanta miseria (che non è altro che la sofferenza interiore, il disagio psicologico). Si parla riguardo la capacità di ottenere ricchezza materiale e spirituale in questo mondo e della possibilità, tramite la reincarnazione, di tornare più forti di prima. Lo stadio iniziale lo porta fin qui; se lui decide di continuare con il gruppo, dovrà superare prove di forza. Gli sarà chiesto di vendere l’anima al Diavolo in cambio di ricchezze e potere (anche i “grandi” lo fanno: vedi i crimini dei white collar, gli appartenenti alla classe media che  rubano e truffano il fisco per avere di più, per raggiungere uno status socioeconomico più elevato). Per dimostrare la sua lealtà e sincerità al gruppo e a Satana, gli sarà richiesto di coinvolgersi in atti sessuali e/o di commettere un crimine vero. Quest’ultima è una tattica per impedirgli di tradire o lasciare il gruppo.

Gli verrà richiesto di giurare fedeltà a Satana e di rinnegare Dio. Promette di combattere e di distruggere la Cristianità. Questo avviene o con un patto verbale, o con un patto di sangue, bevendo una mistura di sangue, urina, alcol e sperma. Gli verrà assegnato un demone che lo sorveglierà per conto di Satana, distruggerà quello che ha di più caro o lo ucciderà se disobbedirà o tradirà il gruppo. Un interessante filone di ricerca su questo argomento è senz’altro andare a vedere in che percentuale i leader di questi gruppi di adolescenti satanisti siano molto più che maggiorenni, facenti parte di vere e proprie organizzazioni criminali, locali e non, che reclutano manovalanza dalla setta per la commissione di reati legati allo spaccio di droga, prostituzione, pedofilia.

Segni e sintomi di coinvolgimento in pratiche occulte e sataniche 

Segni fisici 3. adolescenti

Simbologia satanica su vestiti o pelle: 666, croce rovesciata, tatuaggi di simboli e gruppi demoniaci, luna crescente con cinque stelle, “pentagramma” con il simbolo del caprone.

Vestiti di colore prevalentemente nero, rosso e viola.

Segni fisici di violenza, incluso automutilazione e smembramenti. Uso di droghe. Segni emotivi

Isolamento dalla famiglia e dai pari; trascorre ore da solo.

– A volte sente una paura estrema; altre volte un senso di onnipotenza.

Depressione con ideazione suicidaria.

Fissato con la religiosità.

– Atteggiamento estremamente ribelle accoppiato con un bisogno di gratificazione immediata.

Divertimento per comportamenti violenti e crudeli. 

Segni comportamentali 

– Desiderio di estrema privacy.

3. adolescenti 1Canti e salmi in differenti lingue. A volte la scrittura è al contrario.

– Porta simboli dell’Anticristo, come croci rovesciate e Bibbia Satanica.

– Legge materiale riguardo le pratiche occulte, stregoneria, fenomeno New Age.

– Estremo coinvolgimento nell’ascolto di musica black metal, con l’esclusione di qualunque altro genere e intrattenimento.

– Coinvolgimento con pari che usano droghe o praticano rituali satanici.

Lauren Stratford ha identificato i seguenti step verso il coinvolgimento satanico nei teenager:

Caratteristiche del target giovanile

Bassa stima di sé: bisogno di accettazione; probabilità di violenza fisica e sessuale.

Ricerca di potere: bisogno anormale di potere e/o riconoscimento.

Ricerca di eccitazione: sempre alla ricerca di qualcosa oltre.

Esperienza religiosa: frustranti o deludenti esperienze passate. Come vengono adescati nel coinvolgimento

Heavy Metal Music: Venom Slayer, Satan, Megadeath, Possessed, Black Sabbath, Iron Maiden, Ozzy Osbourne, AC/DC, etc.

3. adolescenti 2

Infiltrati: localizzano i bersagli da reclutare, utilizzando strategie simili a quelle degli agenti della narcotici.

Manie occulte e sataniche: ostenta simboli satanici; “pentagramma”; Ouija boards; tarocchi; insegnamenti New Age (sii il tuo Dio, ecc.); Dungeons and Drangons.

Video e film: “slasher” (che taglia) film (torture, mutilazioni, horror); “snuff” movies. Il primo aggancio:  l’intrappolamento

Indulgenza: se pensi che sia giusto, fallo.

Soprannaturale elementare: levitazione di oggetti mossi senza l’aiuto fisico.

Droga e alcool: si desidera l’effetto di abbassare o eliminare le inibizioni. Il secondo aggancio: la vittimizzazione

Associazione e partecipazione: minacce, colpa, peccato.

Soprannaturale più profondo: maledizioni, vede spiriti e apparizioni di demoni, sente voci sataniche, vende l’anima al Diavolo, riceve lo spirito guida satanico.

Obiettivo

3. adolescenti 3Rovesciare il controllo genitoriale, allontanando i valori genitoriali e religiosi, sottomettendosi al controllo di Satana.

Obiettivo finale Adorazione di Satana

I livelli di coinvolgimento 

Il primo livello di coinvolgimento Il “Fringe Level” (Livello Marginale) è il livello iniziale della maggior parte degli individui che sono attirati dall’occulto. La maggior parte delle attività associate al “Fringe Level” sembrano all’apparenza innocenti.

Le attività marginali che attirano gli individui nell’occulto sono:

L’Ouija Board è utilizzato per cercare risposte al futuro e anche per comunicare con la morte. Il dott. Carl Wickland, direttore dello “Psychopathic Institute of Chicago” ha scoperto che la sua esperienza all’apparenza innocua porta alla pazzia per molti individui. L’Ouija Board è una trappola marginale che porta più lontano nel regno più scuro dell’occulto.

Secondo il dott. Gary North, “Dungeons and Dragonsè l’introduzione all’occulto meglio confezionata che esista. D&D è un gioco di ruolo di fantasia che insegna demonologia, stregoneria, voodoo, assassinio, stupro, blasfemia, suicidio, omicidio, pazzia, sesso, perversione, omosessualità (???), prostituzione, adorazione di Satana, gioco d’azzardo, psicologia junghiana (???), barbarie, cannibalismo, sadismo, dissacrazione, invocazioni di demoni, negromanzia, divinazione, etc.3 gioco da tavolo

La chiromanzia predice la fortuna. I tarocchi leggono il futuro.

Guardare video e film di horror che riguardano vari aspetti dell’occulto.

Ascoltare musica heavy-metal o black metal che insegna il lato oscuro dell’occulto.

Leggere libri d’orrore o “misteriosi“.

Mantenere i rapporti con l’oroscopo di qualcuno, farsi fare le carte dagli astrologi aprono ad un livello più profondo di coinvolgimento.

Studiare molti tipi di arti marziali, dipinti o tatuaggi con simboli occulti, vestire di nero per aumentare l’attenzione.

Il secondo livello di coinvolgimento 

Il “Dabbler Level” (Livello da dilettanti) è una conseguenza del fatto che il Fringe Level è divenuto meno eccitante. I dilettanti iniziano a credere nel sistema di valori del Satanismo, o del sentiero sinistro. E’ il principio di un sistema di credenze riguardo il raggiungere il potere nelle proprie vite, il potere di raggiungere ricchezza, di controllare gli altri, una sensazione di energia interiore mai esperita prima. Questo è lo stadio iniziale dell’utilizzo di questo nuovo potere di utilizzare la paura per controllare gli altri che sono intimiditi dall’attività del dilettante. Essi si convincono che questo regno del soprannaturale sia veramente reale. Il dilettante inizia con pochi rituali, seppellendo libri e ciondoli, sperimentando pochi incantesimi e malocchi. Il dilettante partecipa a graffiti satanici che sono comunemente esposti su palazzi e in luoghi pubblici. A questo stadio il dilettante cerca un gruppo per associarsi e rafforzare seriamente le sue conoscenze in materia.

Gli indicatori del Dabble Level 

Il dott. William S. Logan della Menninger Foundation: Pete Roland era una  “lavagna vuota, che aspettava qualcuno che ci scrivesse sopra”. Roland ha ucciso il suo amico 3. adolescenti 4Steve Newberry in un rito satanico. I giovani convinceranno i  genitori che le loro stanze sono off-limits. Comincia spesso con un’ossessione per la black metal music. I poster adornano i muri; i nastri sono ascoltati con le cuffie per evitare che i genitori contestino i testi dei brani. Presenza di libri come “The Satanic Bible” o “The Satanic Rituals”. Gli effetti personali come vesti e amuleti, teschi e ossi. Vestiti neri, capelli tinti di nero, trucco pesantemente bianco, unghie nere (quelle della mano sinistra sono più lunghe), gioielli (indossa solo quelli in argento, non in oro, considerato un metallo cristiano) che includono il “pentagramma” (stella a cinque punte) invertito (Fig. 1), la croce rovesciata, la testa di caprone e il numero 666. Magliette con immagini di demoni e gruppi black metal diventano vestiti di routine. (Molti gruppi indossano i loro vestiti il terzo giovedì di ogni mese, un giorno che i satanisti dedicano al Diavolo). Un altare alto 3 o 4 piedi, lungo 5 o 6. Preferibilmente di forma trapezoidale. Molti ragazzi usano cassetti, scrivanie, etc. Candele col simbolo di Baphomet. I colori variano a seconda dei significati. Di solito vengono utilizzati il bianco, il rosso e il nero. Una campana viene utilizzata all’inizio e alla fine di ogni rituale. Un calice viene utilizzato per bere quello che il rito prevede. Una spada, il fallo, coltelli inusuali,  pugnali. Un “Book of Shadows” che è un diario dei loro eventi e incontri di gruppo. A volte coperto da una copertina qualsiasi per nascondere il suo vero contenuto. Molti dilettanti usano un semplice quaderno a spirale. Può includere testi di musica black metal, brani dalla Satanic Bible, linguaggio al contrario, slogan, simboli satanici, disegni grotteschi, appunti di suicidio e patti elaborati con demoni o con Satana. Saluta con la mano sinistra, col segno delle corna. Lo cercano al telefono con un altro nome. Il “chiamante” può chiedere del ragazzo utilizzando un nome satanico.

di Francesco Gentile c.p. 24 – 55041 Lido di Camaiore (Lu) – sito: aristoscana.com – email: aristoscana@virgilio.it Tel. 3476626817 – 3332809614

TRATTO DA :http://www.miliziadisanmichelearcangelo.org/content/view/1360/92/lang,it/

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San Sergio di Radonez

San Sergio di Radonez

abate russo (ca.1315-1392) 25 settembre

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E’ il santo russo più popolare, ed è menzionato durante la preparazione degli oggetti sacri nella liturgia ortodossa russa. Il popolo era attratto da lui e lo cercava per la presenza in lui dello Spirito Santo, che ardeva con un calore speciale, come modo di fissare tutta la sua attenzione sul suo interlocutore.

Nel 1940 la Santa Sede autorizzò un calendario liturgico per i cristiani cattolici in comunione con Roma, che includeva le feste di circa trenta santi russi, ventuno dei quali mai comparsi in un calendario latino, uomini di solitudine, che contribuirono a far respirare una nuova aria in Russia dopo le invasioni dei tartari nel XIII secolo, che avevano distrutto la cultura urbana nel meridione, indebolito i monasteri e lasciato il popolo demoralizzato e in disgrazia.

San Sergio di RadonezSan Sergio di Radonez, battezzato con il nome Bartolomeo, nacque nel 1315 circa, in una ricca famiglia vicino a Rostov, sotto l’ultimo governante indipendente, di cui suo padre era segretario personale. Non sembra sia stato dotato intellettualmente: il fatto d’essere meno brillante dei due fratelli lo preoccupò per un periodo ma, anche se non aveva un vero entusiasmo per lo studio, riuscì a raggiungere la sua sola ambizione, apprendendo quel tanto che era necessario per studiare la Bibbia.

La leggenda narra che che Bartolomeo pregò Dio di aprire la sua mente, e di consentirgli l’accesso al sapere. Un giorno, vagando alla ricerca di alcuni cavalli fuggiti nei campi, al giovane apparve un vecchio monaco, raccolto in preghiera sotto un alto albero. Il ragazzo si avvicinò al monaco e parlò a lui del suo voto e della sua visionesperanza. Dopo avere ascoltato con partecipazione, il monaco recitò una preghiera per il giovane, affinché la sua mente fosse illuminata. Trasse poi una particola di Pane Eucaristico e con esso benedì il ragazzo, dicendo:Prendi, e mangiane, questo ti è dato come segno della grazia di Dio, e come aiuto nella comprensione delle Scritture“. E Bartolomeo ricevette la grazia dell’apprendimento e fu in grado di imparare, leggere e memorizzare con facilità.

I genitori, Kiril e Marya, furono vittime della politica espansionistica del principato di mosca che includeva la distribuzione del potere e l’influenza di Rostov. Quando Bartolomeo aveva quindici anni circa, l’intera famiglia fu costretta a fuggire dalla zona, e a sistemarsi alla fine in un piccolo paese chiamato Radonez, a circa ottanta chilometri a nord est di Mosca, dove vissero lavorando la terra. nel 1335, alla morte dei genitori e all’età di vent’anni, Bartolomeo partì insieme a suo fratello vedovo Istvan, che era già monaco a Khotkhovo, per diventare eremita e realizzare l’ambizione che aveva da tempo.

nesterov_yunost_sergiya_radonezhskogoScelsero come ermo un luogo chiamato Makovka, attualmente noto come Troike-Sergievskaya Lavra, un tratto di terra collinare in una foresta, a diversi chilometri dal più vicino insediamento umano, dove predisposero il terreno e si accinsero subito alla costruzione di una capanna di legno e di una cappella. Al termine dei lavori, il vescovo metropolitano di Kiev, soddisfacendo la loro richiesta, inviò un sacerdote che dedicasse la cappella alla SS. Trinità (Svetaya Troika) una dedicazione insolita in Russia in quegli anni.

Un giorno l’anacoreta nutrì un grande orso ponendo un pezzo di pane sul ceppo di un albero. L’orso ne mangiò, e da quel momento si affezionò al venerabile Sergio, e visse nei pressi del suo rifugio.

Dopo non molto tempo, Istvan, dopo essersi accorto che probabilmente la vita d’eremita non era ciò che desiderava, entrò in un monastero a Mosca, mentre Bartolomeo restò a vivere nell’eremo, e per un breve periodo, non si seppe più nulla di lui. Il suo biografo parla di tentazioni demoniache, di s.sergio.di.radoneznotti trascorse in preghiera, della minaccia delle bestie feroci, e di altri fenomeni che ricordano i Padri del Deserto, con un’ovvia differenza: Sergio, che aveva ricevuto l’abito e il nome religioso da Metrofano di Khotkhovo, probabilmente nell’ottobre 1337, non dovette affrontare le condizioni del deserto egiziano, ma quelle di un ambiente difficile caratterizzato principalmente da vento, pioggia e freddo.

Inevitabilmente, quando si diffuse la fama di Sergio, cominciarono a raccogliersi intorno a lui dei discepoli, che si costruivano ognuno la sua capanna, dando così origine al monastero della SS. Trinità: quando vi furono dodici membri, Sergio accettò di essere il loro abate e ricevette l’ordinazione sacerdotale a Pereyaslav Zalesky.

Pregate per me,” disse loro “Sono talmente ignorante, e ho ricevuto un talento dall’alto di cui dover rendere conto, oltre al gregge che mi è stato affidato“. Con l’aumento del numero dei monaci, si cominciò a discutere che forma di vita monastica avrebbe condotto il monastero della SS. Trinità. In oriente esistevano due correnti: quella eremitica e “idioritmica“, in base a cui ogni monaco possedeva la sua cella distinta sul suo lotto di terra ed era interamente responsabile della propria vita spirituale, e quella cenobitica, che prevedeva che la vita dei monaci fosse comunitaria.

Sergio preferì seguire la seconda, per motivi pratici oltre che religiosi. Il monastero aveva attratto molti contadini, e poiché presto si sviluppò una città, le provviste alimentari erano diventate scarse. Nel 1354, incoraggiato dal patriarca ecumenico di Costantinopoli, Sergio indirizzò il monastero definitivamente in quest’ultima direzione, scegliendo di osservare la Regola di S. Teodoro Studita (11 nov).

SaintSergeRaisesSfortunatamente ciò causò dei problemi, come spesso avviene in seguito ai cambiamenti, poiché alcuni monaci, risentiti di ciò che stava accadendo, desideravano che la direzione del convento passasse al fratello Istvan, che aveva fatto ritorno portando con sé l’altro fratello. La questione terminò nel 1358, con un incidente che coinvolse i due gruppi, un sabato dopo i Vespri. Sergio, preferendo non litigare con i suoi fratelli, si allontanò tacitamente, e si stabilì da solo lungo il fiume Kerzhach, vicino al monastero di Makrish. Alcuni suoi seguaci della SS. Trinità lo raggiunsero presto, causando il conseguente declino del monastero, perciò il vescovo metropolitano Alessio di Mosca, temendo la chiusura totale, inviò un messaggio a Sergio, assente già da quattro anni, chiedendogli di ritornare. Sergio accettò immediatamente, nominò un nuovo abate per il convento di Kerzhach e ritornò alla SS. Trinità, dove i monaci furonocosì felici che alcuni baciarono le mani del padre, altri i piedi, altri ancora i lembi del suo abito“.

San Sergio di Radonez era consultato da autorità ecclesiastiche e politiche. Fu fatto più di un tentativo di convincerlo a diventare patriarca di Mosca, ma rifiutò, preferendo svolgere il suo compito di mediatore e riconciliatore alla SS. Trinità. […] I tartari furono cacciati l’8 settembre 1380 nella battaglia di Kulikovo Polye, e Sergio che in quel momento stava pregando, si dice abbia comunicato alla congregazione la vittoria un’ora dopo che era stata conseguita (“poiché era un veggente”). Il suo incarico di mediatore lo costrinse ad allontanarsi frequentemente dal monastero, e si afferma che abbia sempre viaggiato a piedi nonostante dovesse percorrere lunghe distanze, senza curarsi della fatica.st-sergius-of-radonezh-e1286491452831

I biografi di San Sergio di Radonez parlano dei suoi “diversi miracoli incomprensibili” e di una visione della Madre di Dio, la prima annotata dall’agiografia russa, ma danno poche informazioni sui fenomeni estatici e altri stati soprannaturali insoliti. Sotto alcuni aspetti, deve essere sembrato una persona piuttosto normale: era appassionato e abile nel campo della carpenteria e del giardinaggio e, anche se non si opponeva per niente all’attività intellettuale, pensava che il lavoro manuale fosse necessario a creare l’equilibrio dell’individuo.   Non era certamente erudito e la sua predicazione non era particolarmente eloquente, e sebbene qualcuno sostenesse di essere stato guarito dalle sue preghiere, non era un “guaritore”. Il popolo era attratto da lui e lo cercava per qualcos’altro: per la presenza in lui dello Spirito Santo, che ardeva con un calore speciale, come modo di fissare tutta la sua attenzione sul suo interlocutore.

Nell’aprile del 1392, sentendo prossima la fine, Sergio rinunciò la carica d’Abate e nominò un successore, poi si ammalò per la prima volta nella sua vita. Circondato dai confratelli, ricevette gli ultimi sacramenti e morì in pace il 25 settembre. Fu seppellito nella chiesa principale del monastero ( ora attrazione caratteristica della città Sergievo Posad, precedentemente chiamata Zagorsk), che divenne importante nella storia della Russia, poiché vi fu battezzato l’erede dello zar, e che, subito dopo la morte di Sergio, diventò meta di pellegrinaggio popolare fino ai giorni nostri.

urna di san Sergio Radonez nel monastero della Trinità a ZagorskAlla chiusura forzata del monastero durante la rivoluzione del 1917, le reliquie furono collocate nel “museo” antireligioso locale, ma riportate nel 1945, quando al monastero fu concessa la riapertura. Sergio, canonizzato prima del 13449, resta il santo russo più popolare, ed è menzionato durante la preparazione degli oggetti sacri nella liturgia ortodossa russa.

Fonti: Il primo grande dizionario dei santi di Alban Butler; http://www.ortodossia-russa.net/testi/Sergio/San_Sergio.htm

 

 

 

Il Santo Chiodo

Il Santo Chiodo

(di Alessio Varisco)

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La reliquia del Santo Chiodo di Milano è accennata per la prima volta durante un’orazione funebre pronunziata il 25 febbraio 395 da Sant’Ambrogio, allora vescovo di Milano.

[…]Sant’Ambrogio nella cattedrale milanese fa accenno per la prima volta della Reliquia del Santo Chiodo della Croce di Cristo e ne fa memoria all’imperatore Teodosio. Entrambi i Santi Chiodi vennero mandati a Costantino che li trasmise ai successori, fino ai tempi di Ambrogio. Diversi storici dell’epoca attestano le reliquie della Santa Croce e ne riferiscono -più o meno- con quasi le stesse parole impiegate da Ambrogio. […]

Secondo San Gregorio di Tours i Santi Chiodi furono in origine quattro, dei quali uno fu fissato al diadema imperiale, due vennero annessi al freno di Costantino, l’altro immerso nel mare per calmare una tempesta.

Delle vicende del Santo Chiodo dopo Sant’Ambrogio non ci è dato seguire, per la totale assenza di documenti. Il Morigia raccoglie la tradizione al riguardo -su documenti e relazioni andati completamente purtroppo perdute- ed afferma che uno dei santi santo chiodo MilanoChiodi è a Milano dai tempi di Ambrogio, il quale lo ebbe in dono da Teodosio e lo collocò nella cattedrale di Santa Tecla (dedicata in origine al Santissimo Salvatore). Certamente i primi elementi della tradizione -riportata dallo storico- non sarebbero supportati da documenti, la presenza “ab antiquo” del Santo Chiodo nella Basilica di Santa Tecla è invece massicciamente comprovata.

La più antica testimonianza del Santo Chiodo è risalente all’anno 1389, ed è contenuta nel Registro di previsione che raccoglie gli atti degli anni che vanno dall’anno 1389 al 1397. In tale registro si annota di una richiesta fatta dal vicario episcopale Paolo degli Azzoni e dai XII di previsione a Giangaleazzo Visconti perchè provveda a dichiarare le festività della Madonna della Neve -festa che si celebra il 5 agosto(n.d.r. data in cui si celebra anche la nascita di Maria SS secondo quanto ha rivelato ai veggenti di Medjugorje) e doverosa in quanto era dedicato un altare in Santa Tecla– e San Gallo, titolare di un altare in Santa Maria Maggiore di cui si rende onore il 16 ottobre. Inoltre si stabilisce che in tali feste le oblazioni fossero distinte da parte del comune –e destinate soprattutto in Santa Tecla, meritevole di uno speciale al riguardo in quanto cattedrale metropolitana- e perchè vi è riposto “ab antiquo” uno dei chiodi con cui fu crocifisso il Salvatore. […] Dallo stesso documento si evince che il reliquiario in cui era custodito il Santo Chiodo aveva forma di Croce. […]

S. croce5Nei secoli parve quasi spegnersi la devozione verso la Sacra Reliquia finché San Carlo Borromeodurante la peste del 1576- fece ripristinare sull’esempio di altri santi vescovi, in particolare in segno di ossequio verso il Santo patrono, iniziatore della Liturgia Ambrosiana. L’arcivescovo Borromeo istituì pubbliche processioni con le reliquie ed altre pubbliche preghiere.

Il SANTO CHIODO esposto alle preghiere dei fedeli nella basilica di San Vittore a Varese insieme alla croce astile portata in processione da San Carlo a Milano durante la peste del 1576 (questa reliquia normalmente è custodita nella volta della navata centrale del Duomo di Milano dove viene mostrata inserita in una croce dorata nella festa del crocifisso ogni prima settimana di settembre)

Il video del rito a Milano

http://www.youtube.com/watch?v=-zSTcRXmtmU

Sabato 6 ottobre 1576, nella terza delle processioni da lui personalmente celebrate, portò appunto il Santo Chiodo, recandolo a San Celso e da qui ritornando in Duomo, ove espose sull’altare la preziosa reliquia, ordinando una “stazione” di quaranta ore, con predica ad ogni ora sui misteri della passione, e disponendo dei turni di adorazione con avvicendamento di fedeli in modo che la preghiera fosse ininterrotta. San Carlo aveva fatto appositamente costruire una croce di legno per portare il Santo Chiodo in processione, che oggi si trova nella chiesa parrocchiale di Trezzo d’Adda. San Carlo attribuì l’attenuazione dell’epidemia alla processione del Santo Chiodo -che si ebbe in seguito-. […]

Nel 1969 venne sospeso il rito del Santo Chiodo in seguito al manifestarsi dell’instabilità S. croce6della situazione statica dei piloni del tiburio e ai conseguenti interventi di restauro. Dopo aver provveduto al recupero del Santo Chiodo nel 1982 con mezzi di fortuna, se ne ricominciò l’ostensione in Duomo durante la Settimana Santa. Inoltre il culto della Santa Reliquia si scelse di venerarlo anche nella festività dell’Esaltazione della Santa Croce. […]

Il Cardinal Martini volle ripristinare l’esemplare devozione del Santo Chiodo imitando il gesto del suo predecessore San Carlo che portò l’alimento per il suo prolifico ed infaticabile apostolato. […]

Nel corso dei Vespri dell’Esaltazione della Santa Croce si colloca il rito della Nivola col quale si preleva la reliquia del Santo Chiodo dal culmine dell’ abside del Duomo di Milano. La cerimonia, normalmente presieduta dall’Arcivescovo, quest’anno invece lo è stata dall’Arciprete del Duomo mons. Manganini perchè il nuovo Arcivescovo, card. Scola, non ha ancora fatto l’ingresso ufficiale in Diocesi.

Fontehttp://www.duepassinelmistero.com/Chiodo.htm

 

Beato Antonio Franco

Beato Antonio Franco

Monsignore (1585-1626) 2 settembre

Mons, Antonio FrancoCi sono voluti quasi 400 anni, ma finalmente il 2 settembre 2013 Monsignor Antonio Franco avrà la sua cerimonia di beatificazione nella Cattedrale di Messina. Noto per i suoi miracoli non solo da morto, ma anche da vivo, Mons. Antonio Franco è visibile ai suoi devoti attraverso una teca che ne permette la venerazione del suo corpo incorrotto.

Antonio Franco nacque a Napoli dai coniugi aristocratici e benestanti Orlando Franco e Anna pisano il 26 settembre 1585 e fu battezzato tre giorni dopo nella chiesa della sua parrocchia di S. Angelo e Segno, seggio di Montagna. Fu il terzogenito, e da lui seguirono altri fratelli e sorelle, verso i quali si comportò come maestro nell’insegnamento nelle pratiche di pietà e guida nella vita cristiana, precedendoli con l’esempio personale. Notizie raccolte nell’ambiente di famiglia informano che già nell’infanzia e nell’adolescenza dimostrò una particolare sensibilità verso i poveri.

Ricevette i primi rudimenti di cultura, di educazione e formazione umana e religiosa da suo padre, avvocato e letterato, che lo avviò precocemente agli studi superiori ed universitari. Si laureò brillantemente, con dispensa dall’età, in Utroque Jure nell’Università di Napoli a soli diciassette anni nell’ottobre 1602, e fu ammesso all’Almo Collegio dei Dottori.

Antoniofranco1Già mentre attendeva agli studi, sentì la vocazione ecclesiastica, vestì l’abito clericale menando una condotta ritirata e pia, come attestano persone che lo avevano conosciuto ed apprezzato. Non seguì pertanto la carriera dell’avvocatura, che pure gli sarebbe stato agevole abbracciare e seguire con profitto e vantaggiose prospettive, sulla scia e protezione di suo padre Orlando, e di suo nonno materno, Giovanni Antonio Pisano, una delle personalità più colte e più in vista del Foro di Napoli, che era anche barone di Pescarola di Caivano in Diocesi di Aversa.

Sui vent’anni, su suggerimento di suo padre, dimorò per circa un anno a Roma, ospitato non si sa se in qualche collegio o convitto ecclesiastico o presso qualche famiglia privata. Nella città eterna <era da tutti tenuto per gran huomo buono>, come informa suo fratello Cesare.

Nella primavera del 1607, in età di ventidue anni, in rispondenza al desiderio del padre, si trasferì in Spagna a Madrid per chiedere al Re Filippo III un posto tra i suoi cappellani di Corte. Il 31 marzo dell’anno 1608 fu nominato Cappellano della cappella di S. Giovanni Battista di Pescarola di Caivano nella Diocesi di Aversa.

Fu nominato cappellano reale il 14 gennaio 1611, quando contava venticinque anni e Venerabile Antonio Franco1quattro mesi. Da documenti risulta che egli fosse molto fedele ai suoi doveri di cappellano, e che fosse di esempio ai colleghi, mentre lo stesso Re pare ne avesse grande stima. Lo dimostra il fatto che, dopo circa sette anni di lodevole servizio in Corte, il Re in data 12 novembre 1616, lo designò e presentò, in forza del Giuspatronato, a Papa Paolo V come Cappellano Maggiore del Regno di Sicilia. L’11 febbraio 1917 seguì la nomina effettiva a Prelato ordinario da parte del Papa Paolo V.

Venne così a Roma per sostenere gli esami previsti dalla Congregazione romana a ciò preposta per Vescovi e Prelati, e per privilegi episcopali, come l’uso dell’anello, della mitra e del pastorale, che gli furono concessi. Il 18 maggio 1617, dopo aver preso possesso per procura della Prelatura di S. Lucia, vi fece l’ingresso solenne, dando così inizio al suo ministero prelatizio, che sarebbe durato circa nove anni, fino al due settembre dell’anno 1626, quando santamente morì. Il suo corpo è rimasto incorrotto.

Il segreto della fruttuosa, nonché penetrante attività pastorale di Mons. Antonio Franco sta tutto e solo nella sua santità. Così fanno ritenere la documentazione storica e le biografie. Conviene perciò accennare ad alcune delle sue virtù più caratteristiche.

Il Servo di Dio fu anzitutto uomo di grande preghiera sia orale sia mentale o contemplativa. Ore ed ore era impegnato nel colloquio con Dio, soprattutto il mattino e la sera. Trascorreva lungo tempo in adorazione davanti all’Eucaristia, e nel celebrare la Venerabile Antonio FrancoS. Messa pare che talvolta andasse in estasi. Frequentemente si recava a piedi a visitare ora l’una ora l’altra chiesa della Prelatura, soprattutto quella dove era conservata la bellissima statua della Madonna della neve  di Antonello Gagini (1529) che contemplava lungamente estatico in una chiesetta, ora trasferita nella chiesa del Castello.

Fu anche un grande penitente. Oltre i prolungati digiuni in tempo di Avvento e di Quaresima, usava molte altre mortificazioni, compreso il cilizio, che è stato conservato con grande devozione e che oggi ancora, racchiuso in una cassetta con cristallo, i fedeli chiedono nelle malattie per ottenere guarigione o serenità nella sofferenza. Né si dispensò dalle penitenze, sebbene debole di costituzione ed afflitto anche da malattie, limitandosi soltanto ad attenuarle in obbedienza ai medici. Fu assai parco nell’alimentazione. Era solito riposare su un semplice pagliericcio sul nudo pavimento. Usava un abbigliamento prelatizio personale molto semplice, e donò volentieri la biancheria del palazzo abbaziale ai tanti poveri che vi accorrevano e, talvolta, si spogliò perfino dei suoi indumenti personali. Ancora oggi viene ricordato con ammirazione il fatto che un giorno, percorrendo una strada quasi deserta nei pressi di Gualtieri, si tolse i pantaloni e li donò ad un povero. Altra volta, visitando i ricoverati di un ospedale cittadino, si piegò verso un malato cancrenoso e gli baciò o leccò una piaga purulenta.

Queste sue virtù ebbero modo di essere particolarmente ammirate nell’ultima sua malattia e all’occasione della morte, che lo corse assai ben disposto e bramoso di ven-antonio-francoricongiungersi col Signore. Non fece, infatti, che ripetere con frequenza e con grande trasporto la frase dell’Apostolo Paolo: <<cupio dissolvi et esse cum Cristo>> (Fil 1, 23). Ricevette con grande pietà l’Olio degli infermi ed il Santo Viatico. Spirò placidamente il 2 settembre 1626 in età di quarantuno anni incompleti in grande odore di santità.

Da quasi quattrocento anni il nome di Monsignor Antonio Franco è legato ad una serie innumerevole di asseriti miracoli di guarigione, di protezione, di aiuti di ogni genere, alcuni dei quali operati in vita.

A distanza di quattro secoli il suo corpo incorrotto resta meta di pellegrinaggio per ottenere l’intercessione presso Dio e il suo nome, associato al cognome, ritenuto nome anch’esso, viene dato ai bimbi al fonte battesimale come segno di affetto a lui e di buona speranza per loro. Scrisse agli abitanti di Gualtieri sulla “venerazione che dobbiamo a Dio nei suoi santi” e sull’obbedienza salvifica di Cristo, esortandoli alla retta venerazione di quelli a alla obbedienza filiale ai Pastori della Chiesa.

Ovviamente, da subito dopo la morte è stata caldamente auspicata e fattivamente desiderata la beatificazione di Mons. Antonio Franco, e i tentativi di raggiungerla si sono intestazione mons francoripetuti più volte, ma ragioni di vario genere: pestilenze, avvicendarsi di Prelati, mancanza di mezzi economici, non conoscenza delle leggi canoniche, imperizia, ecc., sono all’origine dell’eccessivo rallentamento e ritardo.

Finalmente, Papa Benedetto XVI il 20 Dicembre 2012 ne ha riconosciuto un miracolo ed ora il 2 settembre 2013 ore 18 nella Basilica Cattedrale di Messina Lipari Santa Lucia del Mela, presieduta da sua Eminenza Reverendissima Mons. Angelo Amato, prefetto della congregazione per le cause dei santi, lo dichiarerà Beato. Dal 3 al 13 settembre il corpo incorrotto del beato rimarrà esposto in Cattedrale per la venerazione dei fedeli.

Fonti: http://concristopietrevive.forumfree.it/?t=64540409http://concristopietrevive.forumfree.it/?t=64370634

 

 

Santa Monica descritta dal figlio

Santa Monica descritta dal figlio

(Libro nono, da Le Confessioni di Sant’Agostino)

confessioni«Seppellite questo corpo dove volete, non preoccupatevi per questo. Ho solo una preghiera: che vi ricordiate di me presso l’altare del Signore, dovunque siate»

Il suo amore coniugale

IX. 19 – Educata dunque pudicamente e sobriamente, e sottoposta da te ai genitori piuttosto che dai genitori a te, quando fu giunta all’età del matrimonio, venne maritata a un uomo a cui servì come fosse il suo padrone. Si sforzò di guadagnarlo a te, parlando a lui di te mediante le sue virtù, con cui tu la rendevi bella e rispettosa per suo marito, amabile e ammirevole.

Sopportò la sua infedeltà coniugale così da non aver mai con lui un contrasto sull’argomento. Aspettava, infatti, la tua misericordia su di lui nella speranza che un giorno, diventando credente, diventasse anche casto. Era del resto un uomo singolarmente affettuoso, ma anche non meno iracondo. Tuttavia ella aveva imparato a non reagire quando era in preda all’ira né con atti ma seppure con parole.

Ritornato di nuovo calmo e accessibile, lo richiamava riguardo al suo comportamento, qualora si fosse irritato oltre misura. Siccome però molte signore, i cui mariti erano addirittura più mansueti, portavano i segni delle botte ricevute con deformazioni perfino sul volto, e conversando amichevolmente con lei si lamentavano santa-monica-madre-di-agostinodel comportamento dei loro mariti, lei accusava invece la loro lingua e pur con l’aria scherzosa ricordava loro seriamente che dal giorno in cui era stato pronunciato davanti a loro il contratto matrimoniale, dovevano pensare di essere diventate delle serve; in questa condizione non conveniva loro insuperbire contro i loro padroni.

Sapendo quale uomo feroce ella dovesse sopportare, esse si meravigliavano che non si fosse mai sentito o visto un segno inflitto da Patrizio a sua moglie o che non ci fosse mai stato un litigio in casa tra di loro neanche per un giorno. Alla domanda in confidenza sul motivo, ella spiegava il suo metodo, che ho descritto sopra. Quelle che la imitavano, fattane la prova, gliene erano grate; quelle che non la imitavano, tornavano ad essere maltrattate.

Il suo spirito conciliativo

Persino la suocera, che al principio ce l’aveva con lei per le chiacchiere maligne delle serve, riuscì a conquistare con il rispetto, con la costante pazienza e con la mitezza, a tal punto che la stessa suocera denunciò al figlio le male lingue che turbavano la pace tra lei e la nuora e ne esigeva la punizione. Il figlio, in obbedienza alla madre e sentendosi responsabile della disciplina domestica e della concordia tra i suoi, castigò tali serve con le verghe, come volle la madre. E questa promise lo stesso castigo a qualunque altra avesse parlato male di sua nuora per assicurarsi il suo favore. Nessuna osò più farlo, e le due donne vissero sempre tra loro in affettuoso e memorabile accordo. […]

Serva di tutti


guido-reni-monica-madre-di-santagostino-madridAlla fine le riuscì anche di guadagnare a te suo marito
, che già si avvicinava alla fine della sua vita temporale. E non ebbe così da lamentare da parte sua ormai credente gli oltraggi che aveva tollerato quando non era ancora credente. Ella era in realtà la serva dei tuoi servi. Chiunque la conosceva trovava grande motivo di lodare, onorare ed amare te, perché sentiva la tua presenza nel suo cuore. Lo testimoniavano i frutti del suo santo comportamento. Era stata la moglie di un solo maritoaveva ricambiato fedelmente i suoi genitori, aveva governato piamente la sua casapossedeva la sua testimonianza nelle opere buone. Aveva nutrito i suoi figli, partorendoli nel dolore tante volte quante li vedeva deviare da te.

Mia madre disse: «Figlio, per quanto mi riguarda, niente più mi attrae in questa vita. Non so più cosa debba fare qui e perché sia ancora qui. La mia speranza in questo mondo si è esaurita. C’era ancora una cosa per cui desideravo rimanere ancora un po’ in questa vita: quello di vederti suo servo al di sopra di ogni felicità terrena. Che cosa faccio ancora qui?»

Ultime parole e la morte

S. MONICA 4XI. 27 – Non ricordo bene cosa le ho risposto, tanto più che dopo cinque giorni o non molto più,  la febbre la obbligò a coricarsi. Durante la malattia un certo giorno subì uno svenimento e perse per un po’ la conoscenza. Corremmo da lei ma subito riprese i sensi, guardò me e mio fratello e disse come uno che cercava qualcosa: «Dov’ero?». Poi vedendoci sconcertati per il dolore disse: «seppellite qui vostra madre».

Io tacevo trattenendo il pianto. Mio fratello disse qualcosa per esprimere il desiderio che sarebbe stato meglio morire in patria e non in terra straniera. Lei udì, si agitò, rimproverò con gli occhi mio fratello per le sue parole poi guardandomi disse: «Vedi cosa dice». Poi subito ad entrambi: «Seppellite questo corpo dove volete, non preoccupatevi per questo. Ho solo una preghiera: che vi ricordiate di me presso l’altare del Signore, dovunque siate». Dopo aver rivelato questo pensiero nel modo che poteva, tacque. Il male peggiorò, la sua sofferenza cresceva.

Il lungo lutto del figlio

monica e agostinoXII. 29 – Le chiudevo gli occhi e nel mio cuore si raccoglieva un immenso dolore, pronto a traboccare in lacrime. Ma riassorbivano la loro sorgente fino ad asciugarla. Questa lotta era per me molto penosa. Quando lei diede l’estremo respiro, il giovane Adeodato aveva gridato forte nel pianto, ma per l’intervento di tutti noi si era calmato. Allo stesso modo quanto c’era ancora puerile in me e voleva esplodere in pianto, veniva represso dalla voce virile del cuore e ridotto al silenzio.

Non ci sembrava infatti decente celebrare questo lutto con lacrime, gemiti e lamenti, perché in tal modo si suole piangere nei morenti un misero destino e quasi il loro annientamento totale. Ma mia madre non moriva miseramente, ne moriva del tutto. Di questo eravamo certi per la testimonianza della sua vita e della sua fede non finta e per ragione sicure. […] Non c’era nulla che potesse togliermi dal cuore l’amaro lutto. Poi andai a dormire e mi svegliai e trovai che il mio dolore si era non poco attenuato. Ed essendo solo nel letto mi ricordai quanto fossero veri i versi del tuo Ambrogio: tu sei infatti,

Dio, creatore di ogni essere, tu giudichi il cielo e adorni il giorno  di decorosa e bella luce, e la grazia del sonno dai alla notte, perché il riposo sciolga le membra e le renda al solito lavoro e sollevi le menti stanche e disperda ansie e dolori.

Tratto da “Le Confessioni” di Sant’Agostino

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Beato Angelo da Acquapagana

Beato Angelo da Acquapagana

Converso camaldolese (1261-1313) 19 agosto

Beato Angelo da AcquapaganaAlla sua morte le campane dell’abbazia suonarono mosse da mano invisibile. Il suo corpo è rimasto incorrotto.

Il B. Angelo nacque ad Acquapagana, volgarmente detta Cupana, nel 1261 e si ritirò ben presto, in abito laicale, a far vita solitaria nei boschi. Conobbe ben presto la fallacia del mondo, e guidato dalla luce della grazia,superò ogni difficoltà, ruppe ogni legame affettivo, sprezzò i pochi agi e comodità, che gli offrivano la vita familiare e la piccola comunità montana, e si ridusse, povero e solo, a vivere nel silenzio della solitudine, in intima unione col Signore.

Nel 1285, al compimento del suo 24° anno d’età, ricevette – per la sua provata santità di vita – l’abito camaldolese, come laico, nell’Abbazia di Acquapagana, allora monastero di S.Salvatore. Però nel 1290, cinque anni dopo, lo troviamo per breve tempo nel Monastero di Valdicastro, come frate laico converso, addetto “nelli più umili e vili servizi del Monastero, e nelle orazioni, in servire le messe, et in molte penitenze”, come scrive il suo biografo Lodovico Jacobelli da Foligno.

Ritorna però ben presto a S.Salvatore di Acquapagana, e col permesso dell’Abbate, va a far vita eremitica in una spelonca, non lontana dalla selva del monastero. S’era finalmente avverato il suo sogno di solitudine, che gli consentiva di stare unito a Dio in continua preghiera, nella meditazione del mistero pasquale e nella assoluta mortificazione dei sensi, tanto che la sua vita non era più umana ma angelica.

AcquapaganaPerò non dobbiamo credere che, in questa volontaria segregazione, Angelo non sperimentasse le dure prove del nemico di ogni bene. Infatti, pur tra lacrime e preghiere, fra digiuni e asprezze, il fantasma torvo del mondo e la ributtante figura del demonio gli si pararono dinnanzi con i pensieri importuni delle pur poche comodità che aveva lasciato, con le immaginazioni fallaci della grande fatica, che s’incontra, per vivere e progredire nella virtù; con la turpe fiamma del senso, che incitava a gettare il rozzo saio di penitente, a troncare la serie delle eroiche abnegazioni, a spegnere ogni ardore di preghiera, a dissipare ogni attrattiva di contemplazione, per correre di nuovo tra gli uomini, seguirne le vie, inebriarsi con loro, coronarsi di fiori e godere il fugace istante che passa, voluttuosamente.  Ad ore fisse poi, continuava sempre a recarsi al monastero, per assistere ai divini uffici con pia devozione ed accostarsi ai sacramenti con angelica pietà.

Ma le suggestioni diaboliche non vinsero, poiché il Signore aiutava il suo fedele seguace con la sua grazia, soffiando via ogni fantasma mondano. Angelo allora in ringraziamento a Dio per la vittoria, riportata dalla sua grazia, si prosternava nella polvere, raddoppiando il fervore, ripetendo le flagellazioni davanti a Gesù Crocifisso, ch’era il suo più grande amore, emergendone, tutto bello, nella luce del trionfo, per riprendere con maggior lena e con più tenace costanza, la sua austera vita di meriti al cospetto di Dio.Monastero di Valdicastro

Intanto la fama delle sue virtù e delle sue austerità andava sempre più divulgandosi, cosicché molti lo andavano a visitare per chiedergli consigli ed avere incoraggiamenti. Era fraternamente soave con tutti, su tutti effondeva il suo animo pieno di amore divino, parlando di cose celesti e tutti animando a virtù.

Il suo parlaredice un suo biografoera molto discreto e temperato e virtuoso; consolava i tribolati, insegnava agli ignoranti, pacificava i discordi e quelli che erano irati; fortificava ciascuno d’amare Cristo sopra ogni cosa, riducendo loro a memoria divina clemenza e l’eterna retribuzione e il beneficio della passione di Dio. Di modo che, avveniva che alcuni, attratti dall’efficacia del suo conversare, lasciassero il mondo per darsi, come Lui, a servire Gesù in santità di vita.”

Fu colto da lunga e gravissima malattia, che sopportava con mirabile pazienza e rassegnazione, non solo non lamentandosi mai, ma emettendo spesso grida di gioia, perché il Signore lo aveva fatto degno di soffrire ad imitazione del Suo Divin Figliolo. Aggravandosi il male, mentre un giorno pregava genuflesso davanti al Crocifisso, Abbazia di Acquapaganadi cui era devotissimo, rese l’anima a Dio. Era il 19 Agosto 1313. Il Beato Angelo aveva solo 52 anni. Eppure si può dire di lui che “brevi tempore explevit tempora multa”. Non appena spirato, le campane del monastero dettero spontaneamente il lieto annunzio, suonando a festa. I Monaci, stupiti, di quel prodigioso segno, corsero tutti, a gara, nella spelonca e trovarono il Servo di Dio già esanime. Per rendere visibile la tomba del Beato, fu poi collocata nel pavimento della Chiesa una grata di ferro.

Trasportate dall’eremo alla Chiesa, le Sacre Reliquie furono subito circondate da una grande venerazione sempre cresciuta nei secoli. La figura di quest’umile santo, che visse in mortificazione in semplicità, in amore, a contatto continuo con la natura, in umiltà sino al punto di non osare di ricevere il Sacerdozio, è ancora viva e presente nell’anima di tutto il popolo, che nel B. Angelo vede un esempio e un aiuto potente. Il S. Corpo riposa nella bella Chiesa romanica della Parrocchia, nella Cappella dedicata al Beato. L’altare è ornato di un’epigrafe a caratteri goticolapidario in uso in Italia e in Europa nei secoli XIII e XIV. Fu dichiarata autentica nel 1845 dal Prefetto degli Archivi segreti della S. Sede Marino Marini, come risulta anche dagli atti esistenti in Curia a firma dell’Arcidiacono Maurizi e del Vice Cancelliere Michele Loreti.

La prima ricognizione delle reliquie fu fatta nel 1630 da Emilio Altieri Vescovo di Beato Angelo da Acquapagana1Camerino, poi Papa Clemente X, che constatò come il corpo fosse solo mancante di una tibia che nel 1626 era stata trasportata a Matelica dall’agostiniano Giacomo Jaiani, che poi fece erigere una Cappella nella Chiesa di S. Agostino in onore del B. Angelo. La seconda fu fatta dall’Arcidiacono Calcalara nel 1713, per mandato del Vescovo di Camerino, Bellucci, in rappresentanza del Capitolo Cattedrale a cui la Chiesa del SS. Salvatore di Acquapagana apparteneva, cessata la commenda dei Monasteri di Val Di Castro e di Sassovivo alla presenza di un presunto discendente del Beato, Domenico Cafanelli. La terza è stata fatta dall’Arcidiacono Ferruccio Loreti, per ordine dell’Arcivescovo Mons. Giuseppe D’Avak, il 30 maggio 1961. Il 3 agosto successivo le monache di Villa Isolina di Cesi rivestirono il corpo delle bianche lane camaldolesi e il 25 agosto l’urna fu sigillata definitivamente dallo stesso Arcidiacono con il sigillo arcivescovile.

La comunità della Rocchetta, che comprende gli attuali abitati di Cesi Costa, Cogneto e Acquapagana ha sempre riconosciuto il B. Angelo come Patrono in Cielo e sin dal 1595 ha fatto una pubblica offerta di cera in’ suo onore, della quale c’è un attestato pubblico del 6 giugno 1806, firmato da sacerdoti e laici di Acquapagana, come i Sacerdoti Lorenzo Maggi, Alessio Baccanari, Francesco Fedeli e i laici Michele Fedeli, Pietro Parrucci e Mariano Tafanelli. Il Capitolo di Camerino ogni anno off riva scudi tre per la celebrazione della festa del 19 agosto e mandava sempre due canonici per rendere maggiore la solennità, mentre anche i Vescovi di Camerino vi intervenivano qualche volta ” prestandovi ” nelle S. Funzioni, la pontificale assistenza.

Fonti: http://regio18.blogspot.it/2012/09/beato-angelo-da-acquapagana.html; http://tafanelli.xoom.it/interest.htm

San Charbel Makhlouf uomo dei miracoli

San Charbel Makhlouf uomo dei miracoli

 l’Eremita del Libano 

San CharbelNel 1992 alcuni dei “miracoli” di Charbel raggiunsero la stampa occidentale. I giornali svedesi e il quotidiano britannico, The Guardian, stamparono la storia di Samira Hannoch, 15 anni, che riferì di aver avuto una visione di Charbel nella sua casa vicino a Stoccolma. Da allora un’olio fuoriusciva da un ritratto di Charbel ed a questo fenomeno furono associate numerose guarigioni.

Un paio di mesi più tardi, nel gennaio  del 1993, un altro incidente si verificò, questa volta in Libano, con Nouhad El-Chami, 59 anni, nel ruolo principale. Nouhad, una madre di 12 figli, rimane improvvisamente paralizzata a causa di un restringimento delle arterie in una fase molto avanzata. Il 21 gennaio 1993 Nouhad fa un sogno.

La storia di San Charbel Makhlouf

“Due monaci venivano verso il mio letto. Uno di loro, San Charbel, si avvicina, mi scopre il collo, vi mette sopra la mano e dice: “Sono venuto ad operarti.” Io girai la testa per vedere la sua faccia, ma non potei, perché la luce che proveniva dal suo corpo e dagli occhi era troppo accecante e potente. Io ero così confusa, e gli chiesi: “Padre, perché mi vuole operare? I medici dicono che non ho bisogno di un’operazione.” Ma San Charbel mi risponde: “E’ necessario un intervento chirurgico, ed io, Padre Charbel, sono venuto a farlo per te.” Io ho guardato verso la statua della Vergine, posta vicino a me e ho detto: Madonnina mia, per favore, aiutami: come possono questi monaci operarmi senza anestesia o punti di sutura? Poi mi sono resa conto che la statua della Vergine era in piedi tra i monaci. All’improvviso, ho sentito un dolore terribile sotto il collo, erano le dita di Charbel, lo stavano strofinando.

Quando san Charbel ebbe terminata l’operazione, l’altro Nouhad El-Chamimonaco si avvicinò, mi mise in posizione seduta, e mi pose un cuscino dietro la schiena. Prese un bicchiere di acqua, mise la mano dietro la testa e disse: bevi quest’acqua.

Nouhad El-Chami, 59 anni

E io risposi che non potevo bere senza una cannuccia, ed egli mi rispose: Ti abbiamo operato ed ora berrai l’acqua, poi ti alzerai e camminerai.” Mi sono svegliata e mi sentivo l’acqua corrente in gola, e mi sono ritrovata seduta nella stessa posizione come il Padre mi aveva messo. Improvvisamente ho sentito un bruciore al collo, e inconsciamente ci ho messo la mano, per scoprire cosa stava accadendo. Poi ho capito che la mia mano paralizzata era diventato di nuovo normale, ho sentito il mio piede [paralizzato] muoversi normalmente sotto la coperta. Scesi dal letto in stato di semi-incoscienza e mi inginocchiai davanti all’immagine di San Charbel e alla statua della Vergine, per ringraziarli.

Sono andata al bagno e mi sono guardata allo specchio, ho visto due ferite di dodici centimetri ciascuna, su entrambi i lati del mio collo. “Sono andato da mio marito in camera da letto e ho acceso la luce. Mio marito mi guardò e gridò: Donna! Come sei arrivata qui da sola? Potevi inciampare e cadere e poteva diventare un’altra charbelcatastrofe..! Alzai la mano paralizzata e gli dissi: Caro, nessuna paura, San Charbel mi ha operato, e ora posso camminare!

Questa storia, descritta in un opuscolo pubblicato dal secondo monastero in cui viveva Charbel, ha un seguito: dopo un altro sogno, in cui Charbel apparve, Nouhad scoprì che c’era olio che scorreva da un ritratto del Santo. Questo è proseguito fino al momento presente, come il nostro collega in Libano, Nabil Matraji, ha potuto verificare di persona: “E ‘una vista stupefacente,” ha detto. Tuttavia, non è solo questo ritratto di Charbel in casa di  Nouhad che trasuda olio con poteri di guarigione. Lo stesso fenomeno sta accadendo da 59 anni, ad un ritratto di un santo del IV secolo il fondatore dell’Ordine Maronita, san Marone (data di riferimento nei libri inglesi e americani come San Maro), da cui prende il nome l’ordine. Da questo fenomeno Nouhad capì che il secondo monaco che aveva aiutato nell’operazione in cui lei era sta curata era appunto San Marone. Un altro fatto ci ha riferito Nabil Maitraji, e ciòè che S. Charbel sembra abbia benedetto una quercia nel suo giardino e che i malati possono essere guariti usando le sue foglie.

In un articolo di Al-Anwar il 10 settembre 1996 Nadia Sader descrive ciò che le è accaduto quando bevve l’infuso di foglie di quercia benedette da San CharbelLa  malattia degenerativa di Nadia era progredita in modo rapido ed aggressivo e in poco tempo era totalmente paralizzata, soffriva dolori tremendi e si aspettava di morire da un momento all’altro. Sua madre le suggerì di provare le foglie di quercia che erano state benedette da San Charbel, cosa che fece solo dopo molte insistenze.

Come ho bevuto il liquido caldo, ho sentito un bruciore dentro“, ha detto Al-Anwar. “E ‘stato orribile, indescrivibile stavo soffrendo dal mento verso il basso fino al mio piede destro tutto dentro di me urlava, urlava, dal dolore e dalla paura. Improvvisamente ho visto la scena più bella della mia vita:… Ho visto il sacro cuorecuore di Gesù, rosso come il sangue, che batteva.

Il cuore era tutto circondato da luce e i miei figli erano in piedi intorno ad esso. Poi ho perso conoscenza …. La gente intorno a me vide il mio piede destro fare movimenti violenti, saliva e ricadeva con una forza incredibile. Io non ricordo nulla di tutto questo. [Più tardi] Mi raccontarono che anche il mio piede sinistro faceva gli
stessi movimenti violenti come quello di destra aveva fatto prima. E ‘stato così violento che sono caduta a terra. Il mio piede ha continuato i suoi movimenti improvvisi con una tale potenza che nemmeno tre uomini sono stati capaci di frenare.

Io ero ancora incosciente e sono rimasta a letto, indebolita, fino al mattino del terzo giorno, quando il mio bambino mi ha svegliato;.. solo allora capii che ero stata guarita, ed ero in grado di camminare normalmente e servire la mia famiglia.”

Nadia Sader ancora non sapeva cosa pensare di tutto quello che le era capitato, in bilico tra credenza e non credenza, anche dopo diverse apparizioni di Gesù e di S. Charbel.Ti ho strappato dal letto di morte, e ancora non credi?” Gesù le chiese. La casa di Nadia divenne un luogo di pellegrinaggio dove le icone di Gesù, la Vergine Maria e di San Charbel trasudano olio, ma lei ha continuato ad oscillare tra fede e paura, soprattutto dopo che un medium le disse che l’olio aveva origini malefiche ed era opera del demonio. Solo dopo ripetute apparizioni di Gesù ai suoi, Nadia ha finalmente ammesso di essersi convinta. Successivamente ha iniziato a Raymond Naderricevere messaggi da Charbel. Eccovi alcune citazioni da questi messaggi: “Sempre chiedere la guarigione dell’anima e non abbiate paura della malattia del corpo“. “Pregate per i vivi, perché la maggior parte dei vivi sono morti, e i morti sono vivi.”

Raymond Nader, un ingegnere libanese elettro-meccanico, porta con sé la prova spettacolare dell’ attività di S. Charbel: su un braccio ha cinque impronte digitali che gli hanno letteralmente bruciato la pelle. Le impronte digitali si sono già bruciate  e rinnovate sei volte. Raymond Nader racconta la sua storia davanti alle telecamere.

Il 9 novembre 1994 ha trascorso una notte nell’eremo dove Charbel aveva vissuto per 23 anni. Voleva meditare e aveva acceso cinque candele. Ma la notte era comunque fredda. “Improvvisamente”, ha detto alla televisione Murr, “Ho sentito il calore intorno a me nonostante fosse freddo, e un fuoco, un vento caldo cominciò a soffiare. Tuttavia, con mia grande sorpresa le fiamme delle candele rimanevano ferme. Ho cercato di ragionare scientificamente, ma ho pensato che avrei potuto essere in un sogno o un’allucinazione. All’improvviso ho perso i miei cinque
Raymond Nader1sensi. Non c’era più il calore o il vento o le fiamme. Ero in un mondo diverso, un mondo immerso nella luce. Non la solita luce che conosciamo, non bianco, ma trasparente come l’acqua cristallina. Nessuna luce proviene da una direzione specifica, ma da tutto il mondo. Era un miliardo di volte più luminosa della luce del sole ….  ”In quella luce percepii una presenza.

Non potevo vederla, ma ero consapevole che vi fosse. Non stavo sognando, ero più vivo che mai. La voce non proveniva da una punto in particolare, eppure la sentivo arrivare tutta intorno a me. L’ho sentito in me, e non con le mie orecchie fisiche. E si è espressa a me senza parole, senza suoni. La Presenza si è presentata a me come una sensazione di pace profonda, di gioia e di amore. Ad un certo momento ho sentito che questa esperienza era giunta al termine, avrei voluto che questa sensazione di gioia e di pace durasse per sempre, e sentendo in mio dispiacere mi ha fatto capire che Lui era sempre presente. “ Gradualmente Nader ritornò alla coscienza normale. “Ho guardato le candele con stupore:… Erano totalmente consumate. Il mio orologio mi dimostrava che erano passate quattro ore.

In un batter d’occhio ho lasciato l’eremo, e sulla strada per la mia auto ho sentito un calore sul braccio. Ho pensato si trattasse di un graffio o della puntura di un animale. Ma il calore aumentava sempre di più. Mi tolsi la maglia, e alla luce della mia auto ho visto cinque impronte digitali sul mio braccio, che mostravano dettagliatamente il segno di cinque dita umane, comprese le rughe e le unghie . Faceva molto caldo, ma non c’era alcun dolore, solo prurito. Per cinque giorni questa impronta ha trasudato sangue ed acqua “. Dr Nabil Hokayem, un chirurgo plastico, uno dei chirurghi più famosi in Libano, ha confermato che si trattava di una ustione di secondo grado.

In occasione della festa di Charbel il 15 luglio del 1995, Raymond Nader ha avuto un’esperienza nuova e straordinaria durante la visita al Monastero di san Marone. “Similmente a quello che mi era capitato all’eremo di S. Charbel,  ho visto un corteo davanti a me. Ho riconosciuto i monaci del monastero, ma alla fine della processione era un sacerdote molto vecchio. Mi sono avvicinato a lui per fare alcune domande. Mentre mi avvicinavo a lui, tutto intorno a me è cambiato. Tutti i suoni scomparsi, ma la voce vecchia persisteva e risuonava nella mia testa. ” Fu allora che Nader ha sentito uno dei sei messaggi che egli attribuisce a Charbel. Con ogni messaggio le impronte digitali sul suo braccio si sono ripresentate. Le seguenti sono citazioni da questi messaggi:

san charbel.2

Il Signore ha creato ogni essere umano per brillare, per illuminare il mondo, voi siete la luce del mondo Ogni uomo è una lanterna destinata a brillare. Il Signore ci ha fornito un vetro chiaro e trasparente per la lanterna, per consentire che la luce splenda e illumini il mondo, ma essi si prendono cura del vetro e dimenticano la luce, sono preoccupati della forma in vetro, colorazione e decorazione, fino a quando diventa spessa, opaca, impedendo alla luce di risplendere, e quindi è il mondo sommerso nelle tenebre. Il Signore insiste per illuminare il mondo. Il vetro deve diventare di nuovo trasparenteDovreste realizzare l’obbiettivo per cui siete nati in questo mondo. “

Cristo sa cosa c’è nei vostri cuori, ed è il cuore che vuole non che cerchiate la verità al di fuori del Cristo. Quando si conoscerete il Cristo, conoscerete la verità e sarete liberi. Il Cristo vuole che tu sia libero. Non temere, e sii certo, perchè il Cristo ha sconfitto il mondo “.

La Chiesa del Cristo è una roccia sulla quale si frantumano le onde del male. Cristo è la via. Croci di luce inonderanno la Terra. “

Fontemiracles.mcn.org/charbel.html

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Beato Pietro To Rot

BEATO PIETRO TO ROT

martire (1912-1945) 07 Luglio

Sacerdote mancato per opposizione paterna fu condannato con iniezione letaleB. Pietro ToRot per essersi opposto alla poligamia. Beatificato da Giovanni Paolo II durante la Messa a Port Moresby, in Nuova Guinea. Di lui quest’anno si celebra il centenario della nascita.

Pietro To Rot, nacque nel 1912 a Rakunai, un villaggio sull’isola della Melanesia della Nuova Bretagna, oggi provincia orientale della Papuasia Nuova Guinea. I suoi genitori, Angelo ToPuia, il capo del villaggio, e Maria IaTumul, erano stati battezzati da adulti e appartenevano alla prima generazione di cristiani in quella zona. Un sacerdote locale pensò che Pietro avesse una vocazione per il sacerdozio, ma il padre rifiutò di dare il permesso, pensando che nessuno nel suo popolo fosse ancora tanto devoto da essere ordinato; gli concesse di diventare catechista laico, perciò, nel 1930, Pietro s’iscrisse a una scuola della missione.

Si tratta del primo beato di quella terra. Un racconto contemporaneo ha parlato della sua mancanza di vanità rispetto alle sue capacità; sembra che sia diventato maestro non ufficiale dei catechisti, quando era ancora relativamente giovane. Era un abile insegnante, che basava il suo metodo sulla Scrittura, ed era sensibile ai problemi degli altri.

Si sposa a 24 anni con una ragazza di 16 anni, per condurre una vita da fervente cristiano, sembra infatti che secondo le parole del Sommo Pontefice, Giovanni Paolo II durante la sua beatificazione Paolo fosse un marito ed un padre attento e responsabile nei confronti della moglie e dei figli, pur senza tralasciare il suo impegno cristiano portato avanti con cordialità, gentilezza e compassione. Non tralasciavano di pregare insieme mattino e sera.

Nel 1942 durante la II guerra mondiale, i giapponesi imprigionarono tutti i missionari, ma permisero a Pietro di continuare il suo lavoro; egli organizzò funzioni in cui si pregava, amministrò la comunione, battezzò adulti e bambini, e si occupò dei poveri. I giapponesi avevano distrutto la chiesa a Rakunai, e Pietro allestì un edificio improvvisato per sostituirla. Sembrava fosse in buoni rapporti con i capi degli invasori, finché la polizia militare acquisì un potere maggiore e impose un regime molto più rigoroso: proibì ogni tipo di culto cristiano, pubblico e privato, fino a legalizzare la poligamia.

Davanti a questo ulteriore atto di forza, Pietro non intende piegarsi ne cedere a compromessi. Avrebbe semplicemente potuto evitare di prendere posizioni pubbliche ma la sua coscienza gli gridava che non sarebbe stato onesto davanti a Dio, tanto da non temere ne la prigione, ne la morte.    e mette denunciò fermamente tale pratica. Commenta Giovanni Paolo II: «Egli proclamò coraggiosamente la verità circa la santità del matrimonio. Rifiutò di prendere la “via più facile” del compromesso morale. “Devo compiere il mio dovere come testimone nella Chiesa di Gesù Cristo”, spiegò. Non lo fermò il timore della sofferenza e della morte».

Infine, nell’aprile o maggio del 1945, arrestarono Pietro e lo condannarono a due mesi di reclusione, e il 17 luglio 1945, fu giustiziato con un’iniezione letale. Il culto è continuato anche dopo la fine della guerra, e Pietro è stato beatificato nel gennaio del 1995 da papa Giovanni Paolo II durante la Messa a Port Moresby, in Nuova Guinea. 

Fonte: Il primo grande dizionario dei santi di Alban Butler

NOVENA AL SACRO CAPO DI GESU’ CRISTO

NOVENA AL SACRO CAPO DI GESU’ CRISTO

(inizio il 17 giugno per la festa del 26 giugno 2020)

volto 14La festa del Sacro Capo di Gesù è posta il venerdì seguente la festa del Sacro Cuore. Il Signore Gesù Cristo ha rivelato alla stigmatizzata Teresa Elena Higginson (1844-1905) di voler essere onorato nel suo Sacro Capo, quale Tempio della Divina Sapienza.

Questa devozione riassume tutti gli omaggi dovuti alla Santa Umanità di Gesù, ed è il rimedio potentissimo contro l’orgoglio intellettuale che nega in ogni modo la dottrina evangelica. La devozione al Sacro Capo corona, infine, la devozione al Sacro Cuore. Il Signore chiede che il primo venerdì seguente la festa del Sacro Cuore sia riservata come giorno di festa in onore al suo Sacro Capo, per offrire una pubblica adorazione per riparare a tutti gli oltraggi e peccati che vengono commessi.

Chiunque venererà il suo Sacro Capo, non solamente come parte del corpo ma soprattutto come Tempio della Divina Sapienza, come sede delle potenze dell’anima e delle facoltà dello Spirito, ed in queste la Sapienza che ha guidato ogni affetto del Teresa_Higginson_1Sacro Cuore e tutti i movimenti dell’intero Essere di Gesù, il Signore ha promesso che il devoto attirerà su di sé i migliori doni del cielo. Chi diffonderà questa devozione riceverà grandi benedizioni e abbondanti grazie dal Cielo e il Signore metterà il suo Segno sulle loro fronti e il suo Sigillo, cioè la Sapienza, sulle loro labbra. Lo Spirito Santo, inoltre, si rivelerà all’intelligenza del devoto che riuscirà ad amare meglio il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, seppure nella Trinità delle persone divine. Ed alla fine della vita del devoto il Signore lo rivestirà di gloria davanti agli Angeli e gli uomini nella Corte Celeste e lo coronerà di eterna abitudine.

NOVENA AL SACRO CAPO

(Da recitare per nove giorni consecutivi fino al venerdì dopo la festa del S.Cuore)


O Dio, vieni a salvarmi.
(Ass.) Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre

Preghiera:
“O Maria, vi imploro per tutto l’amore e gli omaggi da voi offerti a questo Tempio della gesu_crocifisso_2Divina Sapienza, davanti al quale i Cherubini ed i Serafini si profondono in adorazione tremanti di timore e di amore, per questo Sacro Capo che sì sovente stringeste al vostro Cuore Immacolato e faceste riposare sul vostro Seno!
O Maria, o Giuseppe, o Cori degli Angeli e Gloriosa Assemblea dei Santi, levate in alto, ora, i vostri spiriti, i vostri cuori e le vostre mani verso l’Adorabile Trinità e supplicate il Santo dei Santi di rivolgere i sui occhi su queste calde gocce vermiglie di valore infinito del Sangue Prezioso di Nostro Signore, che obbedirono agli ordini della Sua Divina Sapienza; chiedetegli, per la sua obbedienza sino alla morte, per la Sapienza e l’Amore da Lui testimoniati alle Sue creature, di levarsi e spandere questa Luce su tutta la terra.
Ove saremmo senza la sua Sapienza ed il suo Amore infiniti? Nel nulla, dal quale Egli trasse tutte le cose. Che tutte le creature, dunque, riconoscano, lodino, benedicano ed amino questa Sapienza ed adorino il Sacro Capo di Gesù come Suo Tempio!”.

3 Padre Nostro. 1 Ave Maria 1 Gloria.

Preghiera miracolosa al Sacro Capo di Gesù

“Sacro Capo”1O Sacro Capo di Gesù, Tempio della Divina Sapienza, che guidate tutti i moti del Sacro Cuore, ispirate e dirigete tutti i pensieri, le mie parole, le mie azioni. Come voi avete promesso, siate rimedio contro i grandi flagelli del nostro tempo: l’orgoglio intellettuale e l’infedeltà. Per le Vostre sofferenze o Gesù, per la Vostra passione dal Getsemani al Calvario, per la corona di spine che straziò la Vostra fronte, per il Vostro Sangue prezioso, per la Vostra Croce, per l’amore e il dolore della Vostra Madre, fate trionfare il Vostro desiderio per la Gloria di Dio, la salvezza delle anime e la gioia del Vostro Sacro Cuore. Amen

3 Padre nostro, 3 Ave Maria, 3 Gloria

LITANIE DEL SACRO CAPO DI GESU’

(Con Imprimatur, 26 agosto 1937 – C.Puyo V.G. )

Signore, abbiate pietà di noi.
Gesù Cristo, abbiate pietà di noi.
Signore, abbiate pietà di noi.
Gesù Cristo, ascoltateci.
Gesù Cristo, esauditeci.
Padre Celeste che siete Dio, abbiate pietà di noi.
Figlio Redentore del mondo, abbiate pietà di noi.
Spirito Santo, che siete Dio, abbiate pietà di noi.
Trinità Santa, che siete un solo Dio, abbiate pietà di noi. SACRO CAPO DI CRISTO
Sacro Capo di Gesù, formato dallo Spirito Santo nel seno della Vergine Maria, abbiate pietà di noi.
Unito sostanzialmente al Verbo di Dio, abbiate pietà di noi.
Tempio della Divina Sapienza, …
Focolare di eterni chiarori, …
Santuario dell’Intelligenza infinita, …
Provvidenza contro l’errore, …
Sole della terra e del Cielo, …
Tesoro di Scienza e pegno di Fede, …
Raggiante di bellezza, di giustizia e di amore, …
Pieno di grazia e di verità, …
Lezione vivente di umiltà, …
Riflesso dell’infinita Maestà di Dio, …
Centro dell’Universo, …
Oggetto delle compiacenze del Padre Celeste, …
Che avete ricevuto le carezze della Vergine Maria, …
Sul quale si è riposato lo Spirito Santo, …
Che avete lasciato risplendere un riflesso della Vostra gloria sul Tabor, …
Che non avete avuto sulla terra ove riposarvi, …
Che avete gradito l’unzione profumata della Maddalena, …
Che nell’entrare in casa di Simone, vi siete degnato dirgli che non aveva unto il Vostro Capo, …
Inondato di sudore di sangue nel Getsemani, …
Che avete pianto sui nostri peccati, …
Coronato di spine, …
Indegnamente oltraggiato durante la Passione, …
Consolato dal gesto amoroso della Veronica, …1267262-4562375
Che vi siete chinato verso la terra, nel momento in cui la salvavate con la separazione della Vostra Anima dal Vostro Corpo, sulla Croce, …
Luce di ogni uomo venente a questo mondo, …
Nostra Guida e nostra Speranza, …
Che conoscete tutti i nostri bisogni, …
Che dispensate tutte le grazie, …
Che dirigete i moti del Cuore Divino, …
Che governate il mondo, …
Che giudicherete tutte le nostre azioni, …
Che conoscete il segreto dei nostri cuori, …
Che vogliamo far conoscere ed adorare in tutta la terra, …
Che rapite gli Angeli ed i Santi, …
Che speriamo un giorno di contemplare svelato, …

Adoriamo, Gesù, il vostro Sacro Capo.
E ci sottomettiamo a tutti i decreti della Sua Infinita Sapienza.

sacrocapoPreghiamo:
O Gesù, che vi siete degnato rivelare alla vostra Serva Teresa Higginson, il Vostro immenso desiderio di vedere adorato il Vostro Sacro Capo, concedeteci la gioia di farLo conoscere ed onorare. Lasciate scendere sulle nostre anime un raggio della Vostra Luce per poter progredire, di lume in lume, condotti dalla Vostra Adorabile Sapienza, fino alla ricompensa promessa ai Vostri eletti. Amen

Sia benedetto il Sacro Capo di Gesù.
Ora e sempre.

PROMESSE DI GESÙ PER LA DEVOZIONE AL S. CAPO 

1)Chiunque vi aiuterà a propagare questa devozione sarà mille volte benedetto, ma guai a coloro che la rifiuteranno od agiranno contro il Mio desiderio al riguardo, perché li disperderò nella Mia collera e non vorrò più sapere ove siano”. ( 2 Giugno 1880 )

2) “Egli mi ha fatto intendere che coronerà e rivestirà di gloria particolare tutti coloro che avranno lavorato per far progredire questa devozione. Egli rivestirà di gloria davanti agli angeli e gli uomini, nella Corte Celeste, coloro che Lo avranno glorificato sulla terra e li coronerà nella eterna beatitudine. Ho visto la gloria preparata per tre o quattro di questi e sono rimasta stupefatta della grandezza della loro ricompensa”. ( 10 Settembre 1880 )SACRO CAPO1

3) “Rendiamo dunque un grande omaggio alla Santissima Trinità adorando il Sacro Capo di Nostro Signore come ‘Tempio della Divina Sapienza’”. ( Festa dell’Annunciazione, 1881 )

4) “Nostro Signore rinnovò tutte le promesse che fece di benedire tutti coloro che praticheranno e propagheranno questa devozione in qualche maniera”. ( 16 Luglio 1881 )

5)Benedizioni senza numero vengono promesse a coloro che proveranno a rispondere ai desideri di Nostro Signore propagando la devozione”. ( 2 Giugno 1880 )

6) “Comprendo anche che per la devozione al Tempio della Divina Sapienza lo Spirito Santo si rivelerà alla nostra intelligenza o che i Suoi attributi risplenderanno nella persona di Dio Figlio: più praticheremo la devozione al Sacro Capo, più comprenderemo l’azione dello Spirito Santo nell’animo umano e meglio conosceremo ed ameremo il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo..” ( 2 Giugno 1880 )

7) “Nostro Signore ha detto che tutte le Sue promesse relative a coloro che ameranno ed onoreranno degnamente il Suo Sacro Cuore, varranno anche per coloro che onoreranno il Suo Sacro Capo e lo faranno onorare da altri”. ( 2 Giugno 1880 )

8) “E di nuovo Nostro Signore ha impresso in me che spanderà al centuplo, su quelli che praticheranno la devozione al Tempio della Divina Sapienza, tutte le grazie promesse a coloro che onoreranno il Suo Sacro Cuore“. ( Giugno 1882 )

9)A quelli che Mi onoreranno darò dalla Mia potenza. Io sarò loro Dio e loro Miei figli. Metterò il Mio Segno sulle loro fronti ed il Mio Sigillo sulle loro labbra” (Sigillo=Sapienza). ( 2 Giugno 1880 )

10) “Egli mi ha fatto intendere che questa Sapienza e Luce è il sigillo che marca il numero dei Suoi eletti ed essi vedranno il Suo Volto ed il Suo Nome sarà sulle loro fronti”. ( 23 Maggio 1880 )
Nostro Signore le fece intendere che San Giovanni parlò del Suo Sacro Capo come Tempio della Divina Sapienza “negli ultimi due capitoli dell’Apocalisse ed è con questo segno che è stato rivelato il numero dei Suoi eletti”.( 23 Maggio 1880 )

11) “Nostro Signore non mi ha fatto chiaramente conoscere il tempo in cui questa devozione diverrà pubblica, ma capire che, chiunque volto spine2venererà il Suo Sacro Capo in questo senso, attirerà su di sé i migliori doni del Cielo. In quanto a coloro che tenteranno con parole od opere di impedire questa devozione, saranno come vetro gettato a terra od un uovo lanciato contro un muro; cioè saranno vinti ed annientati, seccheranno ed appassiranno come l’erba sui tetti”.

12) “Ogni volta Egli mi mostra le grandi benedizioni e le abbondanti grazie che riserba per tutti coloro che lavoreranno per il compimento della Sua Divina Volontà su questo punto”. ( 9 Maggio 1880 )

Imprimatur: 2 settembre 1926 Edm. Can. Surmont V.G. – Inghilterra

Fonti varie

 

 

Santa Urszula Ledóchowska (Suor Orsola)

Santa Urszula Ledóchowska

Suor Orsola del Sacro Cuore di Gesù agonizzante

29 maggio

Urszula Ledóchowska, al secolo Julia Maria, fu una religiosa Ursula_Leduhovskaya_in_1907polacca, fondatrice della congregazione delle Suore Orsoline del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante, dove si proponeva un nuovo tipo di apostolato, quello del sorriso; nel 2003 è stata proclamata santa da papa San Giovanni Paolo II.

Giulia Maria Ledòchowski nacque a Loosdorf, in Austria, seconda di sette figli, da una nobile famiglia di origini polacche di illustri tradizioni religiose: lo zio Mieczysław era cardinale, il fratello Włodzimierz fu preposito generale della Compagnia di Gesù e la sorella Maria Teresa fu fondatrice delle Suore Missionarie di San Pietro Claver e fu beatificata da papa Paolo VI nel 1975. Il padre Antonio era un ufficiale dell’esercito austriaco, la madre Giuseppina era discendente di un’antica stirpe cavalleresca svizzera. Ben presto la sua famiglia si trasferì in Polonia nella tenuta di Lipnica Murowana, nei pressi di Cracovia.

Giulia era una ragazza brillante nella vita e negli studi, andava disinvoltamente a cavallo, conosceva le lingue e amava conversare con ospiti di rango che quasi ogni urszula5giorno facevano visita alla sua famiglia. A 21 anni ella disse ai genitori: “Madre, padre, ho deciso di restituire tutto l’amore che mi avete inculcato sin da quando ero bambina. Voglio consacrare la mia vita al Signore e possibilmente diventare Santa secondo i principi religiosi che mi avete insegnato“.

Giulia decise di entrare nel convento delle Orsoline di Cracovia, e prese i voti nell’aprile 1889, decidendo di chiamarsi suor Orsola Maria, in omaggio alla Santa fondatrice dell’Ordine. Ella trascorreva molte ore in adorazione davanti all’ostia consacrata, ma aveva anche grandi doti di educatrice: “Soltanto sulle ginocchia di una Santa madre si crescono i politici, i sacerdoti, gli uomini di domani” ripeteva sempre nelle conferenze che teneva a Cracovia. Alle mamme che le chiedevano consigli su come educare i propri figli, suor Orsola rispondeva. ” Come i fiori hanno bisogno del sole, così i bambini hanno bisogno di serenità, di quella gioia che scaturisce dalla Fede e dall’amore di Dio“. E ancora: “La famiglia è l’ambiente primo, il più importante e insostituibile, in cui l’uomo viene al mondo e si sviluppa. Il futuro dell’umanità, il futuro delle persone, sta tutto nell’educazione all’amore che hanno ricevuto dai loro genitori“.

Quando nel 1903 in Polonia le donne acquisirono il diritto allo studio universitario, suor Orsola aprì all’interno del convento di cui divenne madre superiora, il primo pensionato per studentesse dove le ragazze potevano trovare non solo un posto sicuro per la vita e per lo studio, ma anche una solida formazione religiosa.

urszula6

La sua intraprendenza si diffuse in tutta Europa: il parroco della chiesa di Santa Caterina, a San Pietroburgo, le affidò la direzione di un collegio femminile, e lei, nonostante l’ambiente ostile al cattolicesimo, che la costringeva a vivere clandestinamente e a uscire in abiti borghesi per eludere la sorveglianza della polizia segreta, ne approfittò per fondare un istituto delle Orsoline. Lo stesso fece a Sortavale, in Finlandia, dove sperimentò un pensionato e una scuola all’aria aperta per ragazze cagionevoli di salute.

Alle soglie della Prima guerra mondiale, Orsola, con cittadinanza polacca, di origine austriaca e di religione cattolica, divenne oggetto di persecuzione da parte della polizia russa, schierata nel conflitto sul fronte politico opposto. Orsola obbedì all’ordine giunto dal Vaticano di abbandonare la Russia, rifugiandosi prima in Svezia, a Stoccolma, dove fondò un’altra scuola, un pensionato e un giornale per i cattolici svedesi, che è pubblicato ancora, poi tre anni dopo in Danimarca, ad Aalborg, dove si occupò dei profughi polacchi finché, nel 1919 poté rientrare nel suo convento di origine.

Nel 1920 suor Orsola scrisse una lettera a papa Benedetto XV chiedendogli di potersi staccare dalla sua congregazione e fondarne un’altra. Ella scrisse :”Sua Santità, obbedendo al mio anelito interiore vi chiedo di trasformare il mio convento di cui sono superiora in un’autonoma congregazione. Pur mantenendo intatto lo spirito originario delle suore Orsoline, vorremmo che il nostro compito fosse soprattutto quello di assistere le giovani non abbienti e di prenderci cura dei poveri.” Il papa approvò, scrivendole: “Vi chiamerete Suore Orsoline del Sacro
Urszula Ledóchowska1Cuore di Gesù agonizzante
“. Nasceva così uno dei grandi rami dell’Ordine religioso fondato nel Sedicesimo secolo da sant’Angela Merici, al quale appartengono le monache chiamate Orsoline grigie in Polonia, e Suore Polacche in Italia.

Suor Orsola propose un nuovo tipo di apostolato alle consorelle, e cioè l’apostolato del sorriso.Il sorriso dissipa le nuvole raccolte nell’animo, può infondere nuova speranza e dice che abbiamo un Padre che è sempre pronto a venire in nostro aiuto“, spiegava.

La congregazione si allargò ben presto, fino a contare mille suore suddivise in cento istituti presenti ancora oggi in dodici paesi. Polonia, Italia, Francia, Finlandia, Germania, Ucraina, Bielorussia, Canada, Argentina, Brasile, Tanzania e Filippine. Nel 1928 aprì la casa madre di Roma e suor Orsola cominciò a girare per i poveri sobborghi della capitale, a distribuire sorrisi e aiuti materiali e spirituali, a infondere la speranza per un futuro migliore. Morì improvvisamente proprio a Roma, il 29 maggio 1939, a 64 anni. “Mi raccolgo in preghiera nella mia camera“, aveva detto alle consorelle, con il fisico debilitato dai frequenti viaggi. Le suore, non vedendola scendere per i Vespri, bussarono alla sua porta e la trovarono morta, con la corona del Rosario in mano.

Dopo la sua morte, molte persone dichiararono di avere ricevuto grazie attraverso Urszula Ledóchowskal’intercesione di madre Orsola. Ma a farle raggiungere la santità fu la guarigione miracolosa di Daniel Gajewski, un ragazzo di 13 anni che, nel 1996, mentre stava tagliando l’erba con una falciatrice elettrica in un convento delle Orsoline vicino a Varsavia, fu colpito da un fulmine. Prima di perdere i sensi vide una figura femminile, vestita da suora, strappare un cavo elettrico. Ma a farlo non era stata nessuna delle suore del convento: era stato l’intervento miracoloso di madre Orsola, che gli era apparsa in tutto il suo splendore. Questo miracolo fece sì che il 18 maggio 2003 venisse proclamata santa da Giovanni Paolo II, che di lei disse:Santa Orsola è un’anima eucaristica che ha fatto diventare straordinario l’ordinario, perenne il quotidiano, santo il banale. Da lei possiamo imparare come mettere in pratica ogni giorno il comandamento nuovo dell’amore“.

Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Urszula_Led%C3%B3chowska

Novena al Sacro Cuore di Gesù

NOVENA AL SACRO CUORE DI GESÙ

10 – 18 GIUGNO PER LA FESTA DEL 19 GIUGNO 2020 

Gesù fa sgorgare dal suo Cuore abbondanti grazie: Sacro Cuore di Gesùbuone ispirazioni, soluzione di problemi, vigore insolito nella pratica del bene. Dona anche aiuti esterni: utili amicizie, affari provvidenziali, pericoli scampati, salute riacquistata.

PREGHIERA INIZIALE DA RECITARE PER I NOVE GIORNI

O Gesù, il cui Cuore divino è simbolo vivente di amore infinito, attira le nostre anime alla tua dolce intimità. Tu che ti sei consumato per la gloria del Padre e per la salvezza degli uomini, rendi anche la nostra vita una continua testimonianza di amore per te. Ti offriamo i nostri sensi, così pronti alla dissipazione; il nostro cuore, così incostante; la nostra carne, così fragile. Tutto ciò che …abbiamo e siamo, l’offriamo a te perché diveniamo un gradito olocausto d’amore. Gloria al Padre.

Dolce cuor del mio Gesù, fa ch’io t’ami sempre più.

O Gesù, il cui Cuore divino ha sentito fino all’agonia il peso e la gravità del peccato, rendi il nostro cuore sensibile alla tragedia dell’umanità che resiste al tuo amore. Per i peccati nostri e per tutti i peccati che si commettono nel mondo, noi vogliamo offrirti la nostra generosa riparazione, unendola al tuo sacrificio redentore. Accettala dalle mani della Vergine riparatrice come un atto di fede e di amore. Gloria al Padre.

Sacro cuore di Gesù

Dolce cuor del mio Gesù, fa ch’io t’ami sempre più.

O Gesù, il cui Cuore divino arde dal desiderio di portare tutti gli uomini all’amore del Padre, accendi anche in noi la fiamma dell’apostolato. La nostra vita diventi una testimonianza del Vangelo, con l’ardore della parola e l’efficacia dell’esempio. La tua grazia ci aiuti ad attirare le anime nel regno del tuo amore, dove l’umanità, unificata nel tuo nome formerà una sola famiglia nell’amplesso eterno del Padre. Gloria al Padre.

Dolce cuor del mio Gesù, fa ch’io t’ami sempre più.

ATTO DI OFFERTA

Cuore di Gesù, vittima di carità, fa’ di me un’Anima Ostia vivente, santa, gradita a Dio. Distaccato da me stesso e dalle creature, in spirito di penitenza e di riparazione, voglio con te, che ogni giorno t’immoli sul santo altare, abbandonarmi interamente al tuo beneplacito, per essere immolato dalla preghiera, dalla sofferenza, secondo le intenzioni che ti sono più care: la gloria del Padre e la salvezza di tutte le anime peccatrici. Amen!

LE MEDITAZIONI GIORNALIERE

PRIMO GIORNO: IL SACRO CUORE CI CONOSCEbambino Gesù (3)

L’AMORE INFINITO
Ti ho amato di amore eterno, ha detto il Signore per bocca del profeta Geremia. Per questo Dio ci ha predestinati, ci ha donato la vita, ci chiama per nome.

CI HA PREDESTINATI
Fin dall’eternità, Dio ci ha collocati nel suo Cuore e ci ha contemplati riflessi nel Cuore del suo Figlio divino, perché noi lo riproducessimo nella nostra vita, come attesta san Paolo.

CI HA DONATO LA VITA
Tutto è opera di amore. La creazione e l’elevazione all’ordine soprannaturale; la vita dell’anima e del corpo; il tempo e l’eternità. Ogni buon regalo e ogni dono perfetto è dall’alto, scende dal Padre degli astri. E Dio ci ha creati a sua immagine e somiglianza. Ci ha fatti per amore perché noi fossimo al servizio del suo amore. Adoriamolo e ringraziamolo.

CI CHIAMA PER NOME
Gesù è buon pastore e noi siamo le sue pecorelle: le pecore ascoltano la sua voce ed egli le chiama per nome.

SECONDO GIORNO: IL SACRO CUORE CI GIUSTIFICA

BAMBINI1IL DONO DEL BATTESIMO
La Chiesa è nata dal Cuore trafitto del Redentore. E dal Cuore aperto sono sgorgati i sacramenti del battesimo (acqua) e della eucarestia (sangue).

I FIGLI DI DIO
Prima del battesimo, eravamo figli di ira infestati dal peccato originale. L’acqua del battesimo ci ha purificati: in quel momento anche sul nostro capo si è aperto il cielo e il Padre ha esclamato: ecco il mio figlio prediletto. Guardate quale immenso amore ci ha donato il Padre così che siamo chiamati figli di Dio e tali realmente siamo.

MEMBRI DELLA CHIESA
Il battesimo ci ha generati alla vita dello spirito: Nessuno se non nasce da acqua e spirito, può entrare nel regno di Dio. La Chiesa ci ha accolto tra le sue braccia. Figli di Dio e figli della Chiesa. Anzi ogni cristiano è parte vitale e integrante della Chiesa, corpo mistico di Cristo.

EREDI DEL CIELO
Con il battesimo, il paradiso non è più un sogno o una illusione, ma una dolce certezza. Rinati nel sangue sgorgato dal Cuore di Cristo, uniti a lui nella grazia, siamo partecipi della sua eredità.

TERZO GIORNO: IL SACRO CUORE CI INSEGNA

LA PATERNITÀ DIVINA ED UNIVERSALE
Gesù è venuto a rivelarci il Padre celeste: Nessuno conosce il Figlio se non il Padre né il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio voglia rivelarlo. benedizione
La dottrina della divina paternità è l’essenza del suo grande messaggio al mondo, la novità di un fatto destinato a cambiare la vita umana, a rivoluzionare i rapporti sociali e a collocarli su un piano di libertà, di uguaglianza e di fraternità. Nel pensiero di Gesù, i nostri rapporti verso il Padre hanno una triplice manifestazione: fede, speranza, carità.

FEDE DI DIO PADRE
Dio esiste, ha creato tutte le cose e tutte le governa e dirige. Egli solo è padrone della vita e della morte. Nulla sfugge al suo occhio e al suo braccio.
Nostro dovere è quindi credere a lui, adorarlo, ringraziarlo, amarlo, servirlo. Questa è la vita eterna, che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che hai mandato Gesù Cristo.

VIVERE NELLA SPERANZA
Gesù rimprovera le nostre troppe preoccupazioni e ci invita ad avere maggior fiducia nel Padre suo: Il Padre vostro celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose. La preghiera sarà la sorgente e l’esercizio della cristiana speranza.

CRESCERE NELLA CARITA’
Il cristianesimo è una religione eminentemente interiore e consiste nell’AMORE: amore verso Dio e verso il prossimo. Sono i due precetti che compendiano la legge e i profeti.

QUARTO GIORNO: IL SACRO CUORE CI PRECEDE

GESU’ MODELLO NEL VANGELO
cuore-di-gesuImparate da me che sono mite e umile di cuore. Con il suo Cuore in mano, pieno di bontà e amore, abisso d’ogni virtù, fonte di vita e santità Gesù si presenta a noi come modello da imitare

PIENO DI BONTA’ E DI AMORE
Perché mi chiami buono? aveva osservato Gesù a un notabile che l’aveva interrogato. Soltanto uno è buono: Dio. E,Gesù è l’immagine perfetta della bontà del Padre di cui è l’inviato, anzi il Figlio unigenito.

ABISSO DI OGNI VIRTÙ
Chi di voi mi convincerà di peccato? Chiedeva un giorno il Maestro ai suoi accusatori. La sua vita è un modello di perfezione. Tutte le virtù brillano in lui: basta pensare all’amore ai nemici e alla sua sublime preghiera in croce: Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno.

FONTE DI VITA E DI SANTITA’
Ma se copiare un modello così alto potrebbe spaventarci e scoraggiare la nostra debolezza, accostiamoci all’umanità di Cristo, attingiamo dal suo Cuore quanto ci occorre di grazia e di virtù per supplire alla nostra deficienza. Egli non è solo esemplare perfetto, ma la sorgente.

QUINTO GIORNO: IL SACRO CUORE CI PERDONA. 

L’OCEANO DELLA MISERICORDIA
I peccatori troveranno nel mio Cuore la sorgente e l’oceano infinito della misericordia. È la promessa di Gesù, venuto a salvare ciò che era perduto, eco della lezione data ai farisei: Andate a imparare che cosa significhi: misericordia voglio e non sacrificio. Non son venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori.

SIAMO PECCATORICUORE2
Tutti abbiamo peccato in Adamo e siamo stati giustificati gratuitamente in virtù della redenzione compiuta in Cristo Gesù. E oltre al peccato originale, quanti altri peccati attuali. Non ci rima¬ne che batterci sinceramente il petto ed esclamare con il pubblicano della parabola: Dio, sii clemente al peccatore che io sono.

SIAMO BISOGNOSI DELLA DIVINA MISERICORDIA
Il peccato ci ha fatto perdere ogni diritto alla grazia e alla gloria. Ma lasciandosi aprire il costato da un colpo di lancia, Gesù vuole indicarci che è sempre pronto ad accogliere il nostro pentimento e a riscattarci nel suo sangue redentore»

SIAMO IMPEGNATI A STRAPPARE ANIME A SATANA
Troppi anche oggi gridano contro Cristo: Non vogliamo che costui regni sopra di noi. Gesù ci chiama a questa santa battaglia: la conquista delle anime al suo Cuore dolcissimo. Sapremo farlo in noi stessi, nella nostra famiglia e nella nostra parrocchia?

SESTO GIORNO: IL SACRO CUORE CI SALVA

LA PERSEVERANZA FINALE
Tutti conosciamo il testo della grande promessa, ma è bene rileggerla per meglio ricordarla e gustarla. Io ti prometto, nell’eccessiva misericordia del mio Cuore, che il suo amore onnipotente accorderà a tutti coloro che si comunicheranno per nove primi 4 Tvenerdì del mese, di seguito, la grazia della penitenza finale, non morendo in mia disgrazia, né senza ricevere i santi sacramenti, perché il mio Cuore diventerà il loro asilo sicuro in quell’ultimo momento. Possibile che sia così facile salvarsi? Non è forse pretesa o temerarietà? I fatti smentiscono l’accusa. Ed è precisamente attraverso la grande promessa che la devozione al Sacro Cuore ha saputo far brillare in tutto il suo splendore la potenza, sapienza e bontà di Dio.

SAPIENZA DI DIO
È vero, Gesù ha promesso che chi mangia la sua carne e beve il suo sangue ha la vita eterna. Ma come convincere tante anime riottose o pigre ad accostarsi al banchetto celeste? come trascinarle ai piedi del confessore?
Ecco una trovata ingegnosa: la pratica della comunione, e quindi della confessione, per nove primi venerdì consecutivi. Gesù sa quanto ci costi questo primo sforzo iniziale: al resto ci pensa lui.

BONTA’ DI DIO
Largheggiando nel promettere il paradiso, Dio non va contro nessuna legge di giustizia. Egli non si lega a nessuno: è sempre pienamente libero nella distribuzione della grazia.

SETTIMO GIORNO: IL SACRO CUORE CI DOMANDA

IL DOVERE DELLA RIPARAZIONE
cuore1Le belle consolanti promesse del Cuore di Gesù hanno uno scopo: avvicinarci a lui per sentire i suoi palpiti, i suoi desideri, le sue richieste. Gesù si lamenta di tanti peccati che si commettono e ci chiede in ricambio amore e riparazione. Come Saulo sulla via di Damasco, anche noi abbiamo incontrato il Cuore di Gesù che ci ha detto: Sono Gesù che tu perseguiti. Ma tu alzati, entra in città e io ti farò dire quello che devi fare. Una vita di riparazione consacrata al Sacro Cuore, ecco la risposta.

CE LA CHIEDE GESÙ
Come il profeta, Gesù ci mostra le sue ferite: Che sono quelle piaghe tra le tue mani?. La nostra riparazione è una risposta d’amore al Cuore di Gesù ferito per le nostre ingratitudini: un amore che lo consola e che cerca di fargli dimenticare le spine di tanti peccati: Almeno tu, amami.

È UN DOVERE PERSONALE
Avevano già in mano i sassi da scagliare contro l’adultera, Chi di voi è senza peccato le scagli per primo una pietra. Nessuno ha osato farlo.

NE HA BISOGNO LA SOCIETA’
Se Abramo avesse trovato almeno dieci giusti, Dio avrebbe risparmiato le città della pentapoli. Anche oggi la bilancia della divina giustizia traboccherebbe verso il castigo, se non ci fossero anime riparatrici che offrono preghiere e sacrifici per la salvezza del mondo.

OTTAVO GIORNO: IL SACRO CUORE CI AIUTA

VITA DI UNIONE E DI ABBANDONO
L’anima riparatrice ha scelto il Cuore di Gesù come compagno di viaggio nel suo cammino verso la santità. Teme solo di stancarlo e lo prega: Resta con noi perché si fa cuore_di_gesu_1-2011sera e il giorno è già alla fine. Un magnifico programma l’attende dopo la sua consacrazione: vivere nell’amore, con l’amore, per amore. Sarà possibile attuarlo?

VIVERE NELL’AMORE
Significa semplicemente possedere la grazia santificante e corrispondere ai richiami e alle ispirazioni della grazia attuale, secondo la norma dell’Apostolo.

VIVERE CON L’AMORE
È un passo più avanti: significa una vita di intimità con il Maestro divino da attuare nella preghiera e nel corso della giornata. Pensare al Cuore di Gesù, invocarlo durante il giorno, offrirgli le nostre azioni, modellarci sul suo esempio di pazienza, dolcezza, carità…

VIVERE PER AMORE
È il terzo grado della vita di unione, a cui vuole sollevarci il Sacro Cuore: l’abbandono di noi stessi al beneplacito divino. Nell’abbandono l’amore diventa principio e fine dell’esistenza, il fuoco che brucia e consuma il nostro piccolo sacrificio, l’attuazione piena e completa dei disegni di Dio su di noi.

NONO GIORNO: IL SACRO CUORE CI SPINGE

IL NOSTRO APOSTOLATO
Il fuoco ha da ardere, soleva dire santa Caterina da Siena. San Paolo che ardeva d’amore per il Cristo si sentiva spinto da una forza irresistibile: L’amore di Cristo ci incalza. croce14

APOSTOLATO DELLA PREGHIERA
Ricordando l’avvertimento di Gesù: Bisogna sempre pregare senza stancarsi, e di san Paolo: «Pregate incessantemente, l’anima riparatrice si sforza di attuare ogni giorno questo primo suo dovere nella preghiera privata e liturgica, specialmente nella partecipazione attiva alla santa Messa.

APOSTOLATO DELL’AZIONE
Oggi la Chiesa chiama i laici a lavorare nei diversi campi per lievitare le attività del pensiero e della fatica con il fermento del vangelo. È per tutti i fedeli un dovere inerente al battesimo e alla cresima, ma per l’anima consacrata al Sacro Cuore è una conseguenza del dono di se stessa al trionfo del suo regno nel mondo.

APOSTOLATO DEL SACRIFICIO
Sulla croce Gesù ha salvato il mondo. Sulla croce le anime riparatrici devono saper salire con animo forte e generoso. Con la preghiera e il sacrificio infatti renderemo gloria a Dio, consolazione al Cuore di Gesù, pace alla Chiesa, salvezza al mondo.

DA RECITARE TUTTI I GIORNI DEL MESE DI GIUGNO.

LE PROMESSE DI NOSTRO SIGNORE PER I DEVOTI DEL SUO SACRO CUORE

Gesù benedetto, apparendo a S. Margherita Maria Alacoque e mostrandole il suo Cuore, fece le seguenti Promesse per i suoi devoti:CUORE1

1. IO DARÒ LORO TUTTE LE GRAZIE NECESSARIE AL LORO STATO

2. METTERÒ E CONSERVERÒ LA PACE NELLE LORO FAMIGLIE

3. LI CONSOLERÒ IN TUTTE LE LORO PENE

4. SARÒ LORO SICURO RIFUGIO IN VITA E SPECIALMENTE IN PUNTO DI MORTE

5. SPANDERÒ COPIOSE BENEDIZIONI SU OGNI LORO IMPRESA

6. I PECCATORI TROVERANNO NEL MIO CUORE LA SORGENTE E L’OCEANO INFINITO DELLA MISERICORDIA

7. LE ANIME TIEPIDE DIVENTERANNO FERVOROSE

8. LE ANIME FERVOROSE GIUNGERANNO IN BREVE TEMPO GRAN PERFEZIONE

9. LA MIA BENEDIZIONE POSERÀ ANCHE SULLE CASE DOVE SARÀ ESPOSTA ED ONORATA L’IMMAGINE DEL MIO CUORE

10. AI SACERDOTI IO DARÒ LA GRAZIA DI COMMUOVERE I CUORI PIÙ INDURITI

11. LE PERSONE CHE PROPAGHERANNO QUESTA DEVOZIONE, AVRANNO IL LORO NOME SCRITTO NEL MIO CUORE E NON NE SARÀ CANCELLATO MAI.

cuore412. A TUTTI QUELLI CHE, PER NOVE MESI CONSECUTIVI, SI COMUNICHERANNO AL PRIMO VENERDÌ D’OGNI MESE, IO PROMETTO LA GRAZIA DELLA PERSEVERANZA FINALE: ESSI NON MORRANNO IN MIA DISGRAZIA, MA RICEVERANNO I SANTI SACRAMENTI ED IL MIO CUORE SARÀ LORO SICURO ASILO IN QUEL MOMENTO ESTREMO.

Per rendersi degni della Grande Promessa è necessario:

1. Accostarsi alla Comunione. La Comunione va fatta bene, cioè in grazia di Dio; quindi, se si è in peccato mortale, bisogna premettere la confessione. In tutti i casi e la Confessione va fatta entro 8 giorni prima o dopo ogni 1° venerdì del mese.
2. Per nove mesi consecutivi. Quindi chi avesse incominciato le Comunioni e poi per dimenticanza, malattia,ecc. n’avesse tralasciata anche una sola, deve incominciare da capo.
3. Ogni primo venerdì del mese. La pia pratica si può iniziare in qualsiasi mese dell’anno.
4. La S. Comunione è riparatrice: deve quindi essere ricevuta con l’intenzione di offrire conveniente riparazione per le troppe offese arrecate al Sacro Cuore di Gesù.

AGLI APOSTOLI DEL SUO DIVIN CUORE:

Tra le molte Promesse fatte da Gesù agli apostoli del suo Divino Cuore, come si può rilevare dagli scritti di S. Margherita Maria Alacoque, enumeriamo le seguenti:

1. Saranno loro aperti tutti i tesori divini.

2. Gli Apostoli del Sacratissimo Cuore hanno assicurata con l’amicizia di questo divino Cuore e la protezione della SS. Vergine e dei santi.SACRO CUORE1

3. Faranno rapidi progressi nella via della perfezione. Il Cuore di Gesù li santificherà e li glorificherà.

4. Riceveranno la grazia di un puro amor di Dio.

5. Attireranno benedizioni speciali sopra la loro famiglia.

6. Alle opere di zelo impresse dagli operai apostolici che propagano questa devozione sono riservate copiose benedizioni e faranno grandi conversioni.

7. Le persone che propagheranno questa devozione, avranno il loro nome scritto nel mio Cuore e non ne sarà cancellato mai.

8. Conosceranno i misteri della Croce e comprenderanno il suo merito e valore; e nelle prove del loro apostolato riceveranno forza e consolazione.

9. Otterranno la grazia della perseveranza e quella di una buona morte.

10. Lo stesso Sacratissimo mio Cuore sarà loro premio e la loro ricompensa.

Novena alla Santissima Trinità

Novena alla Santissima Trinità 

da sab 30 maggio a dom 7 giugno 2020

trinitàIn preparazione alla festa della Santissima Trinità , centro e cuore della nostra fede Cristiana insieme all’inno di lode alla SS. Trinità.

“Il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto” (Gv 14,26)

Eterno Padre, Ti ringrazio di avermi creato con il tuo amore e Ti prego di salvarmi con la tua misericordia infinita per i meriti di Gesù Cristo.

Gloria al Padre…

Eterno Figlio, Ti ringrazio di avermi redento con il tuo Sangue Preziosissimo e Ti prego di santificarmi con i tuoi meriti infiniti.

Gloria al Padre…

Eterno Spirito Santo, Ti ringrazio di avermi adottato con la tua grazia divina e Ti prego di perfezionarmi con la tua carità infinita.

Gloria al Padre…

prima-apparizione-madonna-di-fatima-stampa

” Mio Dio, io credo, adoro, spero e ti amo. Domando perdono per tutti coloro che non credono, non adorano, non sperano e non ti amano “.

(L’Angelo della pace ai tre bambini di Fatima, nel 1917)

“Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, io Vi adoro profondamente e Vi offro il Preziosissimo Corpo, Sangue, Anima e Divinità di Gesù Cristo, presente in tutti i tabernacoli del mondo, in riparazione degli oltraggi, dei sacrifici, delle indifferenze con le quali Egli è offeso; e per i meriti infiniti del Cuore Sacratissimo di Gesù e per l’intercessione del Cuore Immacolato di Maria Vi chiedo la conversione dei poveri peccatori”.

(L’Angelo della pace ai tre bambini di Fatima, nel 1917)

Inno alla SS Trinità

trinità2Ave o eterno sovrano, Dio vivente, che esisti dall’eternità! Giudice tremendo e giusto, Padre sempre buono e misericordioso! A te sia resa nuova ed eterna supplica, lode, onore e gloria, per mezzo della tua Figlia vestita di sole, nostra ammirabile Madre! Amen. “Tu grande Mediatrice di grazie, – “Prega per noi”!

Ave, o Uomo – Dio immolato Agnello sanguinante, Re della pace, Albero della vita, tu nostro Capo, porta di ingresso al Cuore del Padre, Figlio eterno del Dio vivente, che con Colui che è, regni in eterno! A te sia data potenza, ora e nei secoli, e gloria e grandezza, e adorazione e riparazione e lode, Per mezzo della tua immacolata Genitrice, nostra ammirabile Madre! Amen. “Tu, fedele Mediatrice di grazie, – “Prega per noi!”

Ave, o Spirito dell’Eterno, sorgente inesauribile di santità, operante in Dio dall’eternità! Torrente del fuoco dal Padre al Figlio, Uragano impetuoso, che spiri forza, luce e fuoco nelle membra del Corpo mistico! Tu eterno incendio d’amore, Spirito di Dio che operi nei viventi, tu rosso torrente di fuoco che scorri eternamente vivo nei mortali, a te sia data gloria, potenza e bellezza ora e in tutta l’eternità per mezzo della Tua Sposa coronata di stelle, nostra ammirabile Madre! Amen. “Tu, Mediatrice di tutte le grazie: “Prega per noi

Fonte: http://www.reginamundi.info/preghiere/trinita.asp

ARTICOLI COLLEGATI

FESTA DELLA SS. TRINITÀ
TRATTATO SULLA TRINITÀ

Supplica alla Madonna di Bonaria

SUPPLICA ALLA MADONNA DI BONARIA

(da recitarsi il 25 marzo, il 24 aprile e la prima domenica di luglio)

Eccoci nuovamente innanzi a Te, o Vergine Santissima di Bonaria, certi che nellamadonna-di-bonaria-banner tua bontà vorrai ancora chinarti verso di noi e ascoltarci.

Salve, Regina madre di misericordia, vita dolcezza speranza nostra salve. A Te ricorriamo, noi esuli figli di Eva a Te sospiriamo gementi e piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra, rivolgi a noi quegli occhi tuoi misericordiosi e mostraci dopo questo esilio, Gesù, il frutto benedetto del Tuo seno, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.  

Sono seicento anni che la Sardegna vanta un titolo speciale alla tua protezione, da quando, con un delicato e prodigioso gesto di predilezione, Tu volesti che il tuo bel simulacro approdasse alle nostre sponde e così diventasti la conquistatrice più benigna e l’ospite più insigne di quanti sbarcarono su quest’ isola nei travagliati millenni della sua storia.

Da quel giorno benedetto le vicende cristiane della nostra terra sono legate al tuo nome; al tuo colle sono saliti incessantemente i nostri padri con una preghiera sul labbro dettata via via dall’angoscia, dalla confidenza, dalla speranza, dalla fiducia. A Te sono ricorsi quando la guerra infuriava, quando infierivano la pestilenza e la carestia, quando la tempesta flagellava i fragili legni cui si affidavano al nostro mare meraviglioso e infido, quando malizia di uomini, furia di elementi o avversità di tempi li facevano sentire abbandonati, indifesi, miseri, oppressi; ai tuoi piedi trovarono sempre conforto e soccorso. Verso di Te sono, poi, risaliti cantando a celebrare le mille grazie da Te impetrate, la liberazione dal male e dalla paura, gli eventi felici della loro esistenza di persone e di popolo.

Salve, Regina..

Nostra-signora-di-bonaria (1)

Con la stessa fede e lo stesso slancio dei nostri antenati noi oggi torniamo da Te.

Vedi, Madre premurosa, quante difficoltà di ordine morale e materiale ancora ci angustiano: i frutti della terra e del lavoro non bastano al nostro sostento e a quello delle nostre famiglie; a tanti di noi il lavoro ancora manca o la casa o la sicurezza del domani; molti dei nostri cari per procurarsi un pane meno stentato meno incerto sono costretti ad emigrare; l’ardore e il bisogno di affermarsi dei nostri giovani si vedono spesso frustrati, o fuorviati. Non sempre la verità, la giustizia, il rispetto, la mitezza ispirano i nostri rapporti reciproci e non di rado lo stesso progresso che crediamo di aver raggiunto minaccia di sviarci da Te e dal tuo Figlio divino, nostra salvezza e nostra vita. Abbiamo perciò bisogno, oggi come un tempo, della tua compiacente materna assistenza. Conservaci nell’antica fede, nella lealtà e nella sobrietà, che sono i tratti caratteristici del volto spirituale di queste tue genti. Aiutaci anche nell’ardua impresa di promuovere in questa nostra e tua isola quello sviluppo sociale ed economico che è condizione di tranquillità e di pace.

Salve, Regina…

Fa che accanto a Te, Madre della Chiesa, ci sentiamo uniti in una feconda comunione di carità con tutto il popolo di Dio e coi suoi pastori, il Papa e i nostri Vescovi, nell’impegno di dar vita ad un mondo più umano e più cristiano, nella consapevolezza delle responsabilità di ciascuno e nella volonterosa e ordinata convergenza di queste al servizio della comunità. Fa che possiamo crescere nell’unità e nell’amore. Fa che per Te ci riconosciamo sempre più sinceramente famiglia di Dio; fa che possiamo camminare generosamente insieme verso la casa del Padre.

Salve, Regina…

Cagliari, Aprile 1970. – Sebastiano Card. Baggio Arcivescovo

La storia della Madonna di Bonaria 

Richiesta di protezione per tutti i naviganti del Web

alla Madonna di Bonaria

Nostra Signora di Bonaria, Tu che conosci i pericoli che incombono sul mondo di navigantioggi, sii guida ai naviganti del mare digitale e sicuro rifugio nelle tempeste mediatiche.

Stella del Mare, Sostienici perchè possiamo promuovere la dignità dell’uomo e della donna condividendo i valori della giustizia, dell’amore, della libertà e della verità, salde fondamenta per la Civiltà dell’Amore.

Luce nelle tenebre, Aiutaci a essere sempre al servizio della verità e, animati dalla carità di Cristo, ad avere l’attenzione alle persone e ai loro bisogni spirituali. Suscita dei cuori ardenti di apostolato, perché la Buona Novella proclamata dai tetti, si diffonda attraverso l’etere, e sia accolta da tutti, toccando il cuore di quanti cercano il Signore con cuore sincero.

Madre di Dio e Madre nostra, Fa che il Web non sia per nessuno segno di divisione ma occasione di incontro tra le persone, in vista del bene comune. Raccoglici sotto il tuo manto materno come tuoi figli e conduci noi tutti al porto sicuro della Patria celeste. Amen

Fontihttp://www.reginamundi.info/volto-di-maria/Nostra-signora-di-bonaria.asp http://www.reginamundi.info/finestra/navigatoriweb.asp

ESSERE SUORA DI CLAUSURA OGGI

ESSERE SUORA DI CLAUSURA OGGI

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Intervista di Alex Castelli ad una suora Carmelitana e quella di una madre che ha visto la figlia non ancora maggiorenne entrare in convento.

Se pensiamo alla vita contemplativa di certo ci rifacciamo ai vecchi canoni tramandatici dai  film e dalla vita dei santi, ma quanto ha inciso l’era moderna sull’organizzazione e la riorganizzazione di un monastero? E cosa spinge una ragazza a rifiutare anche solo l’idea di una “famiglia”, per donarsi completamente e totalmente a Dio?

Suor Anna, quando nasce il vostro Ordine?
L’Ordine dei “Fratelli della Beata Vergine Maria del monte Carmelo” è un Ordine mendicante che nasce in Terra Santa, sul Monte Carmelo, al tempo dei crociati, nei primi anni del 1200. La regola carmelitana fu redatta a seguito della richiesta degli stessi eremiti che vivevano sul monte e fu approvata dalla Santa Sede nel 1226. Le caratteristiche del nostro Ordine sono l’osservanza della solitudine, la meditazione, la comunione dei beni, la povertà, la preghiera, la correzione fraterna.

LA CLAUSURA IN PASSATO

LA CLAUSURA OGGI

Quando ha scelto di diventare suora di clausura?
Oggi ho 34 anni. A 22 ho deciso di rispondere alla chiamata del Signore. Ma come dice Giovanni, “non siamo stati noi a scegliere Cristo, ma è Lui che ci ha amati per primo e ci ha scelti“. Fino ad allora avevo sempre creduto che avrei trasmesso amore attraverso il sacramento del matrimonio.

suoraCosa vuol dire essere monaca di clausura?
Quando ho deciso di entrare nel convento questa domanda, ovviamente, me la sono posta più volte. Quando si compiono passi di questo significato si sa ciò che si lascia, ma nessuno esattamente conoscere quello che sarà una volta entrata. Con questo non voglio dire che sia stata una scelta alla cieca, anzi, ma che le cose si conoscono fino in fondo solo vivendole. Adesso posso affermare che essere monaca di clausura vuol dire essere una fiaccola che brilla, un segno evidente della grandezza di Dio, la testimonianza del suo Regno. La nostra è una vita di preghiera, più sulla linea dell’”essere” che del “fare”.

Perché la scelta della clausura piuttosto che dell’impegno tra la gente o missionario?
Certamente la clausura implica una separazione materiale con il mondo. Ciò non vuole dire che non siamo solidali con esso, che non condividiamo le sue speranze e dolori, che non prestiamo un servizio agli altri perché ritirate su un eremo. In realtà serviamo tutti gli uomini e partecipiamo alla costruzione del Regno dei cieli con la nostra vita contemplativa nell’ardore della preghiera. Per noi la preghiera è una forma di servizio fraterno che offriamo universalmente a tutto il mondo. La nostra scelta di stare nel convento è una scelta d’amore, non l’egoismo, che ci trasmette la forza e il coraggio di donare la nostra esistenza agli altri, a tutti, senza distinzione alcuna. La nostra condizione ci impedisce di vedere i “frutti” della nostra preghiera, ma sappiamo che Cristo si serve di noi nel modo migliore, e questa consapevolezza ci basta.

Voi altre persone comunque le incontrate?
Certamente. Sono tanti i singoli, gruppi e associazioni che si rivolgono a noi per trascorrere giorni di ritiro, di meditazione, di preghiera. Devo dire ci chiedono ospitalità tanti giovani. Oltre a ciò scriviamo lettere, leggiamo libri e giornali.

E la televisione?
Anche quella.suora3

Com’è la vostra “giornata tipo”?
La nostra, come dicevo, è una giornata di preghiera, personale (in cella) e comunitariaCi svegliamo piuttosto presto, intorno alle 5 per la preghiera delle Lodi, a cui segue circa un’ora di meditazione. Alle 8 celebriamo la Santa Messa che è per noi il momento centrale della giornata, vincolo di unità, di amore, di comunione in Cristo Eucaristia. Verso le 8.30 scendiamo in refettorio per la colazione. Fino alle 9.30 si riordinano i vari “angoli” del monastero e la propria stanza da letto che noi chiamiamo “cella”. Seguono altri momenti di preghiera fino al pranzo della 12. Di solito mentre mangiamo rimaniamo in silenzio in ascolto di una monaca che a rotazione legge un testo di carattere spirituale.

SULL’ISOLA DI SAN GIULIO I PASSI DEL SILENZIO

Quali?
Un articolo di giornale a carattere religioso, la biografia di un santo, un’omelia del Papa o di altri.

Dopo il pranzo?
Ci troviamo in una sala comune per vivere un momento di “ricreazione” durante il quale parliamo tra di noi e spesso ci dedichiamo al cucito o al ricamo. Chi vuole può leggere la propria corrispondenza, informarsi su ciò che accade nel mondo… a alle nostre famiglie.

Poi?
suora4Durante la giornata ci sono altri quattro momenti di preghiera tra cui la recita del rosario e alle 18 il Vespro intervallati da momenti di lavoro manuale. Verso le 22 ci ritiriamo nelle celle. Chi vuole può leggere, scrivere, aggiornarsi e, naturalmente, pregare. Il giorno si chiude nella pace della notte, che pure appartiene a Dio. La domenica e nei giorni di festa gli orari della preghiera corale e personale rimangono invariati, ma cresce l’aspetto meditativo.

Il silenzio appare come il collante delle vostre vite.
Come dice la “Regola carmelitana”, il silenzio può essere inteso come un dono o una penitenza. E’ un dono quando è lo spazio per incontrare Dio, per comunicare con Lui e in Lui. La contemplazione non è altro che l’incontro di due silenzi: quello di Dio e quello dell’uomo.
Ci sono, però, anche occasioni nelle quali il silenzio può essere vissuto come una penitenza. E’ difficile rimanere zitti quando non si è capiti, quando si è stati offesi, quando l’altro vuole avere sempre ragione, quando notiamo comportamenti sbagliati, quando soffriamo, quando l’altro ci giudica in modo sbagliato. Quando si riesce a vincere il bisogno di parlare e si sa tacere, il silenzio diventa una “penitenza” che ciinsegna a dominare le nostre passioni e a ritrovare Monache-Carmelitane-porta-grandel’equilibrio interiore. Con molta facilità si sbaglia quando si parla, e si diventa vittima delle proprie parole.
Il pericolo del silenzio è l’isolamento. Chi tace, non si confronta con gli altri, rimane fermo sulle proprie idee, non si apre all’altro. Chi tace, non dona se stesso e, pertanto, diventa più povero.

Come vi sostenete?
Lavoriamo circa quattro ore al giorno: non solo nei servizi della casa, ma nei lavori previsti per il sostentamento della Comunità (realizzazione di corone del Rosario, traduzioni, lavori di filatelia, pittura, icone, cucito, ricamo, uncinetto). Non disponiamo di entrate fisse e confidiamo nelle mani della Provvidenza, che si manifesta della generosità di tanti fratelli e sorelle che hanno a cuore la vita del Carmelo.

Alex Castelli

Tra le tue braccia – Intervista a una monaca di clausura

“Intervista” alla mamma di una suora di clausura

In famiglia come avete saputo che tua figlia voleva diventare suora?
Anni fa nella cittadina dove noi abitavamo, avemmo la grazia dal Signore di conoscere i Frati Francescani dell’Immacolata attraverso la mamma di uno di questi frati, dalla conoscenza alla frequentazione e al relativo innamoramento di questo santo ordine di p. Stefano Manelli, il passo fu breve, noi ci trovammo presi e felicissimi di camminare con loro. Nostra figlia allora poco più che 14enne, ci seguiva con gioia e ascoltava con curiosità le catechesi e gli insegnamenti dei frati e delle suore. Ma la svolta d’amore verso Gesù, nostra figlia l’ebbe a Fatima, lì la Madonna beatissima la chiamò e nostra figlia rispose nel più bello dei modi. Disse sì al Signore, e dopo un certo periodo di discernimento sotto la guida del padre spirituale e delle suore, nostra figlia prese il volo come una colomba verso il cielo, e il nostro cuore di papà e mamma canta ancora le lodi al Signore pieni di gratitudine e di riconoscenza.
Prima che tua figlia ti confidasse di avere la vocazione, avevi intuito che era attratta dalla vita religiosa?
Suore-di-clausura-000Certamente e pregavamo in tal senso.
Come avete accolto la notizia della sua vocazione?
Eravamo felicissimi e lo siamo tuttora. Preghiamo sempre che ella sia fedele al suo SS. Sposo per tutto il tempo che il Signore le darà di vivere su questa terra.
Eravate preoccupati delle critiche delle persone pettegole?
Abbiamo avuto certamente delle critiche perché nostra figlia non aveva ancora 18 anni, perché non finì la scuola, perché doveva ancora “conoscere la vita”, perché “se cambia idea”, perché, perché, perché… Comunque non ci siamo mai preoccupati delle chiacchiere.
È consolante sapere che una figlia è divenuta sposa di Gesù Cristo, anziché di un povero uomo della terra?
È molto più che consolante, è una gioia immensa, Gesù Santissimo ha scelto nostra figlia come sua sposa, cosa potremmo desiderare di più per il suo bene?SONY DSC
Che cosa ti senti di consigliare a una madre che ha appena saputo che una figlia vuole abbracciare la vita religiosa?
A chi ha una figlia che Dio chiama come sua sposa, direi: piangete di gioia e di gratitudine per l’onore che Egli fa alla vostra figliolina, non l’ostacolate mai, anzi accompagnatela con le vostre preghiere e siate felici che non avete perso una figlia, ma siete diventati genitori e parenti di tante figlie e figli. Quando mia figlia entrò in convento io aprii la Bibbia e trovai questo scritto: “Il Signore la protesse e ne ebbe cura, la tenne cara come la pupilla dei suoi occhi; come un’aquila la prese e la portò sulle sue ali. Solo il Signore fu la sua guida” (Dt. 32, 10-12). Fidatevi del Signore, Egli sa.

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Altre testimonianze di conversioni avvenute grazie a Medjguorje pubblicate su biscobreak alla pagina DOLCE-AMARO

 

FONTE: (Alice n.56 del 25/05/2005); http://vocazione-religiosa.blogspot.it/2012/10/intervista-alla-mamma-di-una-suora-di.html

 

Storia della comunione sulla mano

STORIA DELLA COMUNIONE SULLA MANO

C’è chi l’ha definito un abuso liturgico filo-protestante ecco 5comunionedunque come il nuovo modo della Comunione sulla mano si è fatta largo nella Chiesa.

Città del Vaticano – Nel XVI secolo, i riformatori protestanti, nel loro nuovo culto cristiano, ristabilirono la Comunione sulla mano per affermare due loro eresie fondamentali: non esisteva affatto la cosiddetta ‘transustanziazione’ e il pane usato era pane comune.

In altre parole, sostenevano che la reale presenza di Cristo nell’Eucarestia fosse solo una superstizione papista ed il pane fosse solo semplice pane e chiunque lo potesse maneggiare. Inoltre, affermarono che il ministro della Comunione non fosse affatto Diverso, nella sua natura, dai laici. É invece insegnamento cattolico che il Sacramento dell’Ordine Sacro dona all’uomo un potere spirituale, sacramentale, imprime cioè un segno indelebile nella sua anima e lo rende sostanzialmente diverso dai laici.

Al contrario, il ministro protestante è un uomo comune che guida gli inni, fa sermoni per sostenere le convinzioni dei credenti. Egli non può trasformare il pane ed il vino nel Corpo e nel Sangue di Nostro Signore, non può benedire, non può perdonare i peccati, non può, in una parola, fare niente che non possa fare un qualsiasi semplice laico.

5comunione1Egli, dunque, non è veicolo di grazia soprannaturale. Il ristabilimento protestante della Comunione nella mano fu un ‘semplice’ modo per manifestare il rifiuto di credere nella reale presenza di Cristo nell’Eucarestia, rifiuto del Sacerdozio Sacramentale, in breve il negare l’intero Cattolicesimo. Da quel momento in avanti, la Comunione sulla mano acquistò un significato chiaramente anticattolico. Era una pratica palesemente anticattolica, fondata sulla negazione della reale presenza di Cristo nell’Eucarestia e del Sacerdozio. Dopo il Concilio Vaticano II, in Olanda, alcuni preti cattolici di mentalità protestante cominciarono a dare la Comunione sulla mano, scimmiottando la pratica protestante.

Ma alcuni Vescovi olandesi, anziché fare il loro dovere e condannare l’abuso, lo tollerarono e in tal modo permisero che l’abuso continuasse incontrollato. La pratica si diffuse dunque alla Germania, al Belgio, alla Francia. Ma se alcuni Vescovi parvero indifferenti a questo scandalo, gran parte del laicato di allora rimase oltraggiato. Fu l’indignazione di un grande numero di fedeli che spinse Papa Paolo VI a prendere l’iniziativa di sondare l’opinione dei Vescovi del mondo su questa questione ed essi votarono unicamente per MANTENERE la pratica tradizionale di ricevere la Santa Comunione sulla lingua.

É anche doveroso notare che, a quell’epoca, l’abuso era limitato a pochi Paesi Europei, tanto che non era ancora iniziato negli Stati Uniti e in America Latina. Papa 5comunione2Paolo VI promulgò allora, il 28 maggio 1969, il documento Memoriale Domini in cui affermava testualmente: ‘I Vescovi del mondo sono unanimemente contrari alla Comunione sulla mano. Deve essere osservato questo modo di distribuire la Comunione, ossia il sacerdote deve porre l’Ostia sulla lingua dei comunicandi. La Comunione sulla lingua non toglie dignità in nessun modo a chi si comunicaOgni innovazione può portare all’irriverenza ed alla profanazione dell’Eucarestia, così come può intaccare gradualmente la dottrina corretta’. Il documento, inoltre, affermava: ‘Il Supremo Pontefice giudica che il modo tradizionale ed antico di amministrare la Comunione ai fedeli non deve essere cambiato. La Sede Apostolica invita perciò fortemente i Vescovi, i preti ed il popolo ad osservare con zelo questa legge’.

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Ma poiché questa era l’epoca del compromesso, il documento pontificio conteneva il germe della sua stessa distruzione, poiché l’Istruzione continuò dicendo che, dove l’abuso si era già fortemente consolidato, poteva essere legalizzato con la maggioranza dei due terzi in un ballottaggio segreto della Conferenza Episcopale Nazionale (a patto che la Santa Sede confermasse la decisione).

Ciò finì a vantaggio dei sostenitori della Comunione nella mano. E si deve sottolineare che l’Istruzione diceva dove l’abuso si è già consolidato. Naturalmente, il clero di mentalità protestante (compreso il nostro) concluse che, se questa ribellione poteva essere legalizzata in Olanda, poteva essere legalizzata ovunque. Si pensò che, ignorando il ‘Memoriale Domini’ e sfidando la legge liturgica della Chiesa, questa ribellione non solo sarebbe stata tollerata, ma alla fine legalizzata.

5comunione3Questo fu esattamente ciò che accadde, ed ecco perché abbiamo oggi la pratica della Comunione sulla mano. La Comunione sulla mano, quindi, non solo fu avviata nella disobbedienza, ma fu perpetuata con l’inganno. La propaganda, negli anni ’70, fu usata per proporre la Comunione sulla mano ad un popolo ingenuo, con una campagna di mezze verità che dava ai cattolici la falsa impressione che il Vaticano II avesse fornito una disposizione per l’abuso, quando, di fatto, non vi è accenno in proposito in nessuno dei documenti del Concilio.

Inoltre, non venne detto ai fedeli che la pratica fu avviata da un clero di mentalità filoprotestante e filomassone, in spregio alla Legge liturgica stabilita, ma la fecero suonare come una richiesta da parte del laicato; non chiarirono, gli assertori della Comunione nelle mani, che i Vescovi del mondo, quando fu sondata la loro opinione, votarono unanimemente contro questa pratica; non fecero riferimento al fatto che il permesso doveva essere solo una tolleranza dell’abuso, laddove si fosse già instaurato nel 1969, e che non vi era stato alcun una via libera perché la Comunione nelle mani si diffondesse ad altri Paesi come l’Italia e gli Stati Uniti d’America. Siamo ora arrivati al punto in cui la pratica dell’Ostia sulla mano è addirittura presentata come il modo migliore di ricevere l’Eucarestia, e anche la maggior parte dei nostri fanciulli cattolici è stata male istruita a ricevere la Prima Comunione. Ai fedeli si dice che è una pratica facoltativa e se a loro non piace, possono ricevere la Comunione sulla lingua.

5comunione4La tragedia è che se questo è facoltativo per il laicato, non lo è per il clero. I preti sono chiaramente istruiti ad amministrare la Comunione sulla mano, che a loro piaccia o no, a chiunque lo richieda, gettando così moltissimi preti in una agonizzante crisi di coscienza.

Anche Mons. Annibale Bugnini, nel suo libro di memorie circa La Riforma liturgica 1948-1975 afferma che l’uso fu introdotto senza autorizzazione in certe regioni d’Europa verso la metà degli anni Sessanta. Nonostante Papa Paolo VI avesse già nel ‘65 determinato fermamente che in quei luoghi si doveva ritornare alla Comunione in bocca, questo e altri richiami posteriori dell’autorità suprema non ebbero alcun effetto. Davanti a una resistenza che si dimostrava irremovibile, il Papa iniziò finalmente a prendere in considerazione (nel 1968) la possibilità di trovare una soluzione ritenendo pure che un cambio in questa materia rischiava di affievolire la fede del popolo nella presenza eucaristica.

Infine il Papa, che, secondo le sue stesse parole, non poteva «esimersi dal considerare l’eventuale innovazione con ovvia apprensione», fece fare una consulta sub secreto all’episcopato mondiale.

Il risultato fu che la stragrande maggioranza si dichiarò contraria a qualsiasi concessione. Di conseguenza, Paolo VI diede ordine alla Congregazione per il Culto Divino perché preparasse «un progetto di documento Pontificio, nel quale:

1°) Si dia sommaria notizia dei risultati della consultazione dei Vescovi;

5catechesi_comunione_20062°) la quale conferma il pensiero della S. Sede circa la inopportunità della distribuzione della S. Comunione sulla mano dei fedeli, indicandone le ragioni (liturgiche, pastorali, religiose, ecc.). Rimane pertanto confermata la norma vigente.

3°) Se alcune Conferenze episcopali, ciò nonostante, crederanno di dover permettere questa innovazione, vogliano ricorrere alla S. Sede, ed attenersi poi, se accordata l’implorata licenza, alle norme e istruzioni che la accompagneranno».

VIDEO-DOCUMENTARIO

É dunque evidente che nessun prete può essere legittimamente forzato ad amministrare la Comunione sulla mano; dobbiamo pregare affinché il maggior numero di sacerdoti abbia il coraggio di salvaguardare la riverenza dovuta a questo Sacramento e non venga intrappolato in una falsa ubbidienza che fa sì che essi collaborino alla perdita di sacralità di Cristo nell’Eucarestia.

I preti devono trovare il coraggio di combattere questa nuova pratica che fa parte dell’occulta strategia di protestantizzazione del Cattolicesimo, ricordando che Papa Paolo VI, giustamente, predisse che la Comunione sulla mano avrebbe portato all’irriverenza e alla profanazione dell’Eucarestia e ad una graduale erosione della dottrina ortodossa.5Papa celebrando a eucaristia

Questo abuso illegittimo si è così ben radicato come una tradizione locale, che anche Papa Giovanni Paolo II non ebbe successo a denunciare, nonostante un suo tentativo per frenare l’abuso.

Nella sua Lettera ‘Dominae Cenae’ del 24 febbraio 1980, il Pontefice polacco riaffermò gli insegnamenti della Chiesa secondo cui toccare le Sacre Specie e amministrarle con le proprie mani è un privilegio dei consacrati. Ma, per un qualsivoglia motivo, questo documento di 28 anni fa non conteneva nessuna minaccia di sanzioni contro laici, sacerdoti o Vescovi che avessero ignorato la difesa dell’uso della Comunione sulla lingua come voleva il Papa. Una legge senza una pena non è una legge, bensì un suggerimento.

Cosicché, il documento di Giovanni Paolo II fu accolto da diversi membri del clero dei Paesi dell’Occidente come un suggerimento non apprezzato e purtroppo trascurato.

Mons. Laise richiama l’attenzione sul fatto che la nuova prassi non sarebbe davvero una «riscoperta» di una «antica tradizione», consistente «nel tornare a ricevere la Comunione come nella Chiesa delle origini e dei padri » come si sente dire spesso.  (vedi http://biscobreak.altervista.org/2013/04/leucarestia-nella-chiesa-primitiva/) Infatti nei 5comunione5testi antichi non si menziona che i Padri della Chiesa abbiano trovato alcun vantaggio nel comunicarsi ricevendo l’Eucaristia sulla mano, né che loro abbiano fatto elogi di questa prassi come tale.

Semplicemente non conoscevano altro. Anzi, nell’allertare ripetutamente sui pericoli ad essa collegati, i Padri evidenziano una imperfezione inerente a questa modalità di comunicarsi. Perciò, Mons. Laise afferma che anche se la Comunione sulla mano fu, senza dubbio, il modo di comunicarsi dei santi Padri, la Comunione in bocca sembra il modo di riceverla che avrebbero desiderato avere. Così fu che col passar del tempo, a un determinato momento, un uso finì per sostituire l’altro, al punto che quello di prima non fu soltanto abbandonato ma addirittura esplicitamente proibito.

Il Vescovo A. Schneider sulla comunione in mano

I parte http://www.youtube.com/watch?v=3frGfRgXDoA

II parte http://www.youtube.com/watch?v=NzqEoMfJBvc

III parte http://www.youtube.com/watch?v=RYi7Nbt88M4

Secondo Martino Bucero, assessore della riforma anglicana, il distribuire la Comunione nella bocca si doveva a due “superstizioni”: il “falso onore” che si pretende attribuire a questo Sacramento e la “perversa credenza” che le mani dei ministri, a causa dell’unzione ricevuta nella ordinazione, siano più sante delle mani dei laici.

Non è un caso, del resto, che proprio in uno dei primi luoghi dove la Comunione sulla mano s’introdusse abusivamente fosse stato pubblicato poco tempo prima un “Nuovo Catechismo” (il noto “Catechismo Olandese”) al quale la Santa Sede dovette imporre numerose modifiche (14 principali e 45 minori).5comunione6

In questo testo, commissionato dall’episcopato olandese e presentato mediante una “lettera pastorale collettiva”, si metteva in dubbio la presenza reale e sostanziale di Cristo nell’Eucaristia, si dava una spiegazione inammissibile della transustanziazione e si negava qualsiasi forma di presenza di Gesù Cristo nelle particelle o frammenti staccatisi dall’Ostia dopo la Consacrazione. D’altra parte si faceva confusione fra il sacerdozio comune dei fedeli e il sacerdozio gerarchico.

La posizione della Santa Sede riguardo alla maniera di comunicarsi non è indifferente: la Comunione in bocca è stato il modo chiaramente raccomandato mentre l’altro modo è soltanto tollerato. 

Come ricordava Paolo VI nella Mysterium Fidei, Origene racconta che «i fedeli si credevano in colpa, “e giustamente”, se, ricevuto il corpo del Signore, pur conservandolo con ogni cautela e venerazione, ne cadesse per negligenza qualche frammento».

Mons. Guido Marini (Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie) ha affermato in un intervista:

” […] Comunione sulla mano rimane tuttora, dal punto di vista giuridico, un indulto alla legge universale concessa dalla Santa Sede a quelle conferenze episcopali che ne abbiano fatto richiesta. […]

Miracolo-eucaristico Buenos AiresVi è un diritto del fedele a ricevere la comunione in bocca. Vi è un permesso di riceverla in mano.   A voi ora la scelta.

 

 

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CORPUS DOMINI
L’EUCARESTIA NELLA CHIESA PRIMITIVA
IL MIRACOLO EUCARISTICO NEL MONDO

 

Fonti: Don Marcello Stanzione, Presidente dell’Associazione ‘Milizia di San Michele Arcangelo’; Petrus 29 marzo 2008; don Gabriel Diaz Patri articolo pubblicato su Radici Cristiane – Ottobre 2008; intervista al Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, mons. Guido Marini, curata da Gianluigi Biccini per le pagine dell’Osservatore Romano (26 giugno 2008). http://www.rinascimentosacro.org/ http://immaculatameaetomniamea.blogspot.it/2013/01/comunione-sulla-mano-un-diritto-del.html

 

L’EUCARESTIA NELLA CHIESA PRIMITIVA

L’EUCARESTIA NELLA CHIESA PRIMITIVA

cenaDa un’intervista a Padre Angelo, dell’ordine dei domenicani
ecco svelati alcuni misteri e curiosità sulla celebrazione eucaristica nella Chiesa primitiva.

Le Domande di Pasquale T. e le risposte di Padre Angelo:

1) E’ vero che si usavano Patene, Ostie ,Calicigrandie che la comunione si faceva sempre sotto le due specie? Anche i laici bevevano ad un calice grande?

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Nei primi secoli la forma e la grandezza delle ostie non erano prescritte, ma erano lasciate alla discrezione del clero o del popolo che le offriva. Sull’esempio del Salvatore si consacrava un pane intero e molto presto si preferì la forma rotonda, che del resto era riguardata come il simbolo della perfezione.
Nel secolo XI le ostie erano ancora di dimensioni abbastanza grandi così che si potevano dividere per la Comunione dei fedeli. In seguito si confezionarono ostie sottili, piccole e distinte per ogni comunicante. Come mai si è passati a questa prassi? Evidentemente c’erano dei motivi, riconducibili soprattutto ai molti frammenti, anche vistosi, che potevano saltare qua e là nella frazione dell’ostia con evidente timore di profanare il corpo di Cristo. Se nel corso dei secoli ci si è evoluti in una determinata direzione non è stato affatto per mutare il senso dell’Eucaristia, ma per celebrarla in maniera sempre più degna.
Il criterio attuale della celebrazione non può essere semplicemente quello di tornare alla prassi antica, ma di verificare se esprime meglio il suo significato e se l’amore per Cristo viene meglio stimolato. Se fosse solo per la prassi primitiva, Plinio riferisce all’imperatore Traiano (siamo all’inizio del II secolo) che i cristiani si radunavano in riunioni prima del sorgere della luce (ante lucem). Questo non significa che noi oggi dobbiamo celebrare l’Eucaristia a quell’ora.

CENA2) E’ vero che la comunione avveniva sulle mani, cioè il Corpo di Cristo non veniva messo sulla lingua ma sulle mani?

È vero che all’inizio il Corpo di Cristo veniva deposto sulla mano. Verosimilmente anche Cristo si è comportato così nell’ultima Cena.
Ma se la Chiesa ha sentito la necessità di passare ad un’altra disciplina non è stato evidentemente per sovvertire quanto ha fatto il Signore, ma per la ferma volontà di impedire la profanazione del Corpo di Cristo. Oggi la Chiesa lascia la facoltà ai fedeli di ricevere la S. Comunione nell’uno o nell’altro modo.

3) E’ vero che l’uso di inginocchiarsi alla consacrazione deriva dall’ordine che anticamente si chiamava dei “penitenti” ma che non ci si inginocchiava perchè l’Eucarestia era nuova veglia pasquale quindi il sentimento predominante era la gioia?

La preghiera in ginocchio non era una forma di preghiera tipica dei penitenti. Per S. Paolo è anzitutto una forma di adorazione. Scrive ad esempio: “Nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nel cielo, sulla terra e sotto terra” (Fil 2,19). E ancora: “Per questo io piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ogni paternità nei cieli e sulla terra prende nome” (Ef 3,14).

discepoli5La preghiera in ginocchio veniva fatta anche per supplicare Dio, come si evince dalla testimonianza di S. Pietro e di S. Paolo: “Pietro fece uscire tutti e si inginocchiò a pregare; poi rivolto alla salma disse: Tabita, alzati” (At 9,40); “(Paolo) detto questo si inginocchiò con tutti loro e pregò” (At 20,36).; “Per questo io piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ogni paternità nei cieli e sulla terra prende nome” (Ef 3,14).
E’ vero che nei primi secoli a volte si chiedeva ai penitenti di stare in ginocchio o anche di stare prostrati per terra. Ma questo non significa che la preghiera in ginocchio fosse intesa solo come la preghiera dei penitenti. Le testimonianze bibliche che ti ho riferito dicono diversamente.
Se pertanto la Chiesa chiede, se è possibile, di mettersi in ginocchio alla consacrazione e alla comunione, desidera che i credenti esprimano in quei momenti così sacri e preziosi la loro adorazione e la loro supplica.

4) Quale relazione c’è tra Eucarestia e Pasqua?croce (6)

L’Eucaristia perpetua sui nostri altari la Pasqua del Signore. Nell’Eucaristia noi ci incontriamo con Cristo risorto che ci rende contemporanei al sacrificio che ha compiuto sulla croce e che ha anticipato nell’ultima cena. S. Paolo dice chiaramente: “Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga” (1 Cor 11,26). Per questo la Messa è essenzialmente la perpetuazione del sacrifico della croce. Ma questa perpetuazione viene fatta incontrandoci col Cristo risorto, che ci fa vivere da protagonisti, da contemporanei, la sua immolazione sulla croce.

5) E’ vero che i primi cristiani celebravano solo l’Eucarestia domenicale e non feriale? E che la celebrazione domenicale avveniva nella notte tra sabato e domenica?

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I testi più antichi ricordano che l’Eucaristia veniva celebrata nel giorno del Signore, cioè la domenica. Questo però non significa che si celebrasse solo la domenica. Gli Atti degli Apostoli riferiscono che tutti i discepoli erano assidui nella frazione del pane (At 2,42). Frazione del pane è il primo nome con cui si è stata chiamata l’Eucaristia. In At 2,46 si legge che “ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore”.
L’ora della celebrazione domenicale era ante lucem, e cioè di notte prima del sorgere del sole (così scrive Plinio a Traiano), così anche Tertulliano (II secolo) il quale parla di coetus antelucani (riunioni prima del sorgere della luce). Va ricordato che a quei tempi la domenica, detta giorno del sole, era un giorno feriale. La gente in tutto l’impero romano riposava il sabato.

6) E’ vero che nella Chiesa primitiva non si celebrava il Credo nè il Gloria come nella Messa feriale? Perchè si decise di inseririrli?

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Per il Gloria: inizialmente era un inno che i cristiani recitavano al mattino. Poi si sentì l’esigenza di metterlo a disposizione di tutti nella celebrazione dell’Eucarestia. Per il Credo: nelle prime comunità cristiane non lo si recitava quando si celebrava l’Eucaristia. Ma poiché la domenica perpetua anche quanto Cristo ha fatto nel giorno ottavo della sua risurrezione, in cui ha stimolato Tommaso ad emettere la proclamazione della sua fede dicendo “Mio Signore e mio Dio”, la Chiesa poco per volta ha introdotto l’uso di recitare durante l’Eucaristia una professione di fede. Il primo a farlo è stato Pietro Fullone, vescovo di Antiochia, nel 471.

7) E’ un male, durante l’Eucarestia, dimostrare gioia anche attraverso il corpo? Dimostrando gioia si commette un sacrilegio verso il SS Sacramento?

Mi chiedi se sia un male, durante l’Eucaristia, dimostrare gioia anche attraverso il corpo? Per me la preoccupazione più grande, quando si è a Messa, non dev’essere quella di mostrare col proprio corpo la gioia, ma di viverla.
S. Tommaso dice “per la potenza di questo sacramento, l’anima spiritualmente si ristora, rimane gaia (deliziata) e in un certo modo inebriata dalla dolcezza della bontà divina, secondo quanto è detto nel Cantico (5,1): Mangiate, miei amici; io vi inebrierò miei prediletti” (Somma teologica, III, 79,1, ad 2).

EUCARESTIAQuesta gioia spirituale è bene che rimanga dentro l’anima e si mostri attraverso la serenità del volto. Esprimere con atti del corpo la propria gioia trasformerebbe la celebrazione in un “cinema”, dove ognuno mostrerebbe i numeri che vuole. Gli Atti degli apostoli parlano di semplicità di cuore (At 2,46).

8) Una Messa può essere privata? Cioè se un singolo Sacerdote o gruppo di fedeli decidono di celebrare una Messa in un luogo che non è quello canonico questa Messa può dirsi minore o privata nel senso che riguarda solo quel gruppo?

La Messa in quanto tale non è mai privata. Insieme al sacrificio di Cristo viene unito sempre il sacrificio di tutta la Chiesa, anche se per caso nessun fedele fosse presente, come succede quando il sacerdote per mancanza di fedeli celebra da solo. È lecito invece celebrare la Messa per un gruppo particolare. In certi casi è lecito celebrare anche nelle abitazioni dei malati. Anche il Papa talvolta celebra la Messa fuori della Chiesa, in piazza S. Pietro o in altre piazze del mondo, quando lo richiede la moltitudine dei fedeli.

Non ha senso però parlare di una Messa “minore”. In ogni caso, la Messa, come qualsiasi altro atto liturgico, esprime il culto pubblico della Chiesa. Solo la forma della celebrazione talvolta è “privata” perché senza presenza di fedeli o perché viene celebrata per un particolare gruppo.
Padre Angelo – Amici Domenicani

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Fonte: http://libellulasilenziosa.wordpress.com/2009/06/13/domande-sulla-celebrazione-dell%E2%80%99eucaristia-nella-chiesa-primitiva/