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25 MARZO FESTA DI MARIA

25 MARZO FESTA DI MARIA

4annunciazione1Questa data che ricorda l’Annunciazione della Vergine è una data molto cara alla Madonna che con favorendoci di grandi grazie l’ha utilizzata per apparire più volte in diverse parti del mondo. Molte sono anche le reliquie relative a questa ricorrenza che hanno fatto nascere imponenti chiese e cattedrali una delle quali particolarmente misteriosa.

LA SUPPLICA DA RECITARE IL 25 MARZO A NOSTRA SIGNORA DI BONARIA

In questa importante ricorrenza una nave, proveniente bonaria lightprobabilmente dalla Spagna, si dirigeva verso l’Italia quando, all’improvviso, fu colta da una terribile tempesta. Il capitano, in un ultimo tentativo di salvare almeno gli uomini, ordinò di gettare in mare tutto il carico della nave. C’era anche una grande cassa, di cui s’ignorava il padrone e il contenuto. Fu gettata per ultima. All’improvviso, quasi per incanto, la tempesta cessò. Si cercò di riprendere la rotta prestabilita ma la nave, quasi costretta da forze misteriose, seguì la cassa che, dopo qualche tempo, si arenò sulla spiaggia, ai piedi di una collina. I prodigioso simulacro fu trovato nel 1370 e divenne Nostra Signora di Bonaria,  proclamata da S. Pio X, il 13 settembre 1907, Patrona Massima della Sardegna, dei naviganti e degli internauti. La piccola Chiesa dedicata alla Santissima Trinità e alla Vergine Maria da quel giorno è diventato il Santuario di Nostra Signora di Bonaria.

LA SIGNORA DI TUTTI I POPOLI

La Signora di Tutti i Popoli preghieraAmsterdam – inizio apparizioni 1917

Il 25 marzo 1945 all’età di 40 anni, Ida Peerdeman, alla presenza del suo confessore, il Padre domenicano Joseph Frehe e della sorella, ricevette per la prima volta un messaggio dalla Madonna; parlava lentamente mostrando il rosario e invitando a recitarlo fino alla fine. Indicò anche delle date, tra cui il 5 maggio (la data della fine della guerra in Olanda). Nelle apparizioni successive la Vergine spiegò alla donna che il suo compito sarebbe consistito nel portare all’umanità, che testardamente si ostina a non adeguarsi al progetto di salvezza di Dio, il messaggio della Croce.

APPARIZIONI DI FINCA BETANIA

VENEZUELA (1976-1990)

APPARIZIONI DI FINCA BETANIAIniziarono il 25 marzo 1976 e la prima a goderne fu una delle personalità mistiche più importanti dei nostri giorni:Maria Esperanza. Le apparizioni sono state dichiarate autentiche e i fenomeni mistici di origine soprannaturale. Un segno speciale le contraddistingue:una farfalla blu…

Domenica 25 marzo 1984 dopo la celebrazione della funzione alcuni giovani e bambinisi divertivano nella spianata vicino alla cascata, con loro grande sorpresa videro apparire sopra di essa la Madonna. Fu un’apparizione molto breve. Accorsero per chiamare i genitori i quali si recarono sul luogo indicato e di nuovo apparve a tutti i presenti. Quel pomeriggio ebbero luogo ben sette apparizioni che durarono tutte tra cinque e dieci minuti, tranne l’ultima, verificatasi all’imbrunire, che durò approssimativamente una mezz’ora. Più di cento persone videro le apparizioni: almeno 108 quello stesso giorno ne diedero testimonianza firmata.

Secondo queste testimonianze, la Madonna “compare dal nulla…si materializza…” dicevano alcuni, somigliando alcune volte alla Madonna di Lourdes, ma a volte anche alla Medaglia Miracolosa, a Maria Ausiliatrice, alla Vergine del Pilar, ecc. Da allora una moltitudine di pellegrini si sono recati sul posto e le apparizioni continuarono senza una cronologia prevedibile anche se più frequentemente il sabato.

MADONNA DI SCHIO

Vicenza – 1985

Questo è il 30° anniversario delle apparizioni di colei che si definì La Regina dell’Amore. Il 25 marzo 1985, Renato Baron si era recato nella chiesetta di San Martino (VC) per alcune incombenze, poi si era fermato a pregare inginocchiato in un banco davanti alla statua della Madonna del Rosario, quando all’improvviso..

IL VIDEO-RACCONTO DI RENATO BARON

madonnaschio«..mi sono sentito il corpo morire (è Renato Baron che racconta) e svanire l’anima… Non vedevo più niente intorno a me, non sentivo più niente… La statua della Madonna si mise a parlare, a muoversi, per me era viva. Le vesti parevano muoversi ed Ella sorrideva con occhi bellissimi. 

“Io sono la Regina dell’Amore. Se vi amerete sarete vicini al Padre. Amore e carità. Preghiera senza fine. Camminate per le vie del mondo annunziando il Regno del Padre senza stancarvi. Chi salverà un fratello salverà se stesso. Amate e sarete amati. Io non vi abbandonerò. Vi benedico”.

Uno dei messaggi mariani, del 25 marzo 1986, più che un desiderio, costituisce un ordine di Maria:

“Ora vorrei il vostro impegno anche per gli anziani. Unite le forze, insieme costruirete una grande casa, accoglierete in essa gli abbandonati, i soli, accoglierete i sacerdoti. Incominciate, Io vi manderò operatori e mezzi per sostenerla. La chiamerete Opera dell’Amore. Donate tutto il vostro amore. Anche voi ne godrete i frutti”.

MADONNA NERA DI CHARTRES

FRANCIA 

La storia della Madonna nera di Chartres, ‘Virgini pariturae‘, ossia la Vergine che partorirà un bambino, nasce tra Druidi e Templari. madonna_nera_chartres_eure_et_loire_francia_05La sua cattedrale è una delle più venerate e misteriose del mondo, anche per il luogo ove è situata, poichè secondo studiosi e ricercatori,sembra elevare lo spirito… ma anche il corpo. 

VIDEO VOYAGER 

1a parte – 2a parte3a parte

In questa Cattedrale oltre alle tante meraviglie e misteri troviamo il velo della Madonna Nera, una reliquia molto importante che fu offerta nell’876 alla cattedrale da Carlo il Calvo, imperatore del Sacro Romano Impero. Secondo la tradizione, questo velo è la camicia che portava Maria al momento dell’Annunciazione, quando concepì il Verbo. Questa importante reliquia fu meta di numerosi pellegrinaggi.

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ANNUNCIAZIONE DI MARIA

NOSTRA SIGNORA DI ALTAGRACIA

NOSTRA SIGNORA DI ALTAGRACIA

Repubblica Domenicana 21 gennaio

Nuestra_Serñora_de_La_AltagraciaLa basilica della Madonna di Higuey è forse la struttura mariana più importante di tutta la Repubblica Domenicana e anche la più visitata non solo dai turisti, ma anche dai domenicani stessi. E’ sorta nel luogo dove si ritiene vi sia apparsa la Vergine Maria.   

Nostra Signora di Altagracia è considerata la madre protettiva e spirituale del popolo dominicano, la patrona di tutto ciò che è l’America Latina. Le è stato dato il nome Altagracia in quanto nessuno più di Lei che è la Madre Dio può donare a noi suoi figli un numero più alto di grazie.

Situato nella strada principale e al centro della città di Higüey, l’attuale basilica fu innaugurata dal Dr. Joaquín Balaguer (1974-1978). La porta d’ingresso è fatta di bronzo placcato oro a 24 carati. In cima al massiccio edificio c’è il campanile con 45 campane di bronzo, stesso materiale usato anche per la porta. Entrando si nota subito la pianta a croce latina, ma la cosa più importante della Basilica è l’immagine di Nostra Signora di Altagracia sull’altare dedicato alla Patrona della Repubblica Domenicana.

Il quadro di Nostra Signora di Altagracia è largo 33 cm e alto 45 e secondo l’opinione di esperti è un’opera primitiva della scuola spagnola dipinta alla fine del XV secolo o agli inizi del XVI. Il dipinto della Vergine di Altagracia è un’icona. Non vi è un elemento, un colore, una relazione che non abbia un significato ben preciso. Ed è anche uno dei pochi quadri al mondo stampato in oro puro. Mostra una scena della Natività dove la Vergine adora in una culla il Bambino Gesù. Venne restaurato in Spagna nel 1978, dato che il tempo, il fumo delle candele e le carezze delle mani basilica della Madonna di Higuey - Altagraciadei devoti, lo avevano alterato notevolmente rendendolo quasi irriconoscibile. La cornice che lo sostiene è l’espressione più raffinata dell’oreficeria domenicana. Un artista sconosciuto del XVIII secolo costruì questa meraviglia d’oro, pietre preziose e smalti, probabilmente utilizzando qualcuno dei gioielli che i devoti avevano offerto alla Madonna in segno di gratitudine.

La tradizione vuole che vi ci si rechi a piedi in pellegrinaggio. La notte della vigilia sfilano le famiglie, coppie e pellegrini, gruppi d’amici e della chiesa; i più notevoli sono coloro che compiono una penitenza. La costruzione della Basilica che durò dal 1954 al 1971 sembra sia avvenuta nello stesso luogo di un’apparizione mariana, ma esistono diverse versioni, una delle quali riconducibile addirittura a Cristoforo Colombo.

Monsignor Juan Pepen nel suo libro “Dónde floreció el naranjo” (Dove sbocciò l’arancia) cita la testimonianza di Juan Elías Moscoso nel 1907 che racconta di un colonizzatore spagnolo che ha vissuto più di tre secoli fa, nella città di Higuey e vendeva bestiame, così sempre in viaggio verso la città di Santo Domingo. Secondo John Pepen nel suo libro ” El Padrein uno dei suoi viaggi a Santo Domingo, le sue due figlie hanno chiesto una commissione: la figlia maggiore gli ha chiesto di acquistare abiti, nastri, pizzi e altri accessori delle donne; invece la figlia più giovane solo gli ha chiesto di portare l’immagine della Vergine di Altagracia, da quando l’aveva vista in sogno.

Per tutti era strano, dal momento che nessuno aveva sentito parlare di una tale Vergine. Il padre delle ragazze nonostante avesse chiesto a tutti, compreso l’arcivescovo in persona, non riuscì a trovare l’immagine. Passando attraverso la città di Los Dos Rios, trascorse la notte a casa di un vecchio amico. Mentre si trovava a cena da lui viene ospitato anche un vecchio viandante che ascolta la storia dell’immagine misteriosa e del dispiacere del padre nel non essere riuscito a trovarla. Il vecchio dunque srotolata una Pergamena mostra l’Immagine della Vergine di Altagracia e la lascia al venditore di basilica della Madonna di Higuey - Altagracia1bestiame per la figlia, scomparendo misteriosamente il giorno seguente. Il padre potè dunque consegnare i doni alle figlie e alla più piccola donò la famosa immagine proprio ai piedi di un arancio che si conserva ancora, nonostante i secoli e che si trova ora sul luogo dove sorge l’antico santuario di Higuey.

Si racconta anche che la Vergine stessa apparve sull’arancio; e così la troviamo nel mosaico creato da un artista di San Pedro de Macoris, Said Musa. Alcuni storici e pastori della Chiesa cattolica affermarono che, tutto ebbe inizio il 12 maggio 1502 quando per ordine del vescovo di Santo Domingo García Padilla, di formare una nuova parrocchia nella città di Higuey, i fratelli Trejo Alonso e Antonio, portarono la sacra immagine della Vergine di Altagracia nel paese, da Plasencia, città della comunità autonoma dell’Estremadura, in Spagna. Infatti proprio nella città di Siruela in Estremadura la Vergine era apparsa ad un contadino su un albero, da cui il nome della Alta Gracia venuta del cielo.

La sua festa è 21 gennaio, ed essendo non lavorativo molti fedeli devoti alla loro Madonna si recano, in questo giorno alla sua Basilica per venerarla, giungendo da tutte le parti del territorio dominicano, isole comprese. A dimostrazione della fama di questo santuario possiamo dire che almeno 3 donne su 10 nella Repubblica Domenicana portano il nome di Altagracia e anticamente veniva messo anche agli uomini se nascevano di sabato o semplicemente nel mese di gennaio.

Nuestra_Serñora_de_La_AltagraciaAlcuni storici dicono che la festa ufficiale di Nostra Signora di Altagracia è il 21 gennaio, perché da quel momento si tenne la battaglia del Reale Sabana nella parte orientale dell’isola di Santo Domingo, dove l’esercito spagnolo, guidato da Miniel Antonio sconfisse l’esercito francese proprio il 21 gennaio del  1691. E questa vittoria sarebbe da attribuire alle preghiere rivolte dagli spagnoli alla Vergine di Altagracia che in seguito decisero di celebrarla proprio in questo particolare giorno dell’anno.  

Ma lo storico Alejandro Paulino Ramos, afferma che il culto alla Vergine di Altagracia iniziò a metà del XVI secolo, nella zona di Santo Domingo intorno alla città di Higuey e il giorno di culto era il 15 agosto, perché in quella data fu portata l’immagine per la prima volta sull’isola, in realtà essendo la festa dell’assunta non si volevano sovrapporre le due date e così si decise per il 21 gennaio.

Nostra Signora di Altagracia avuto il privilegio speciale di essere incoronato due volte dalle più alte autorità della Chiesa cattolica, Papa Pio XI e Giovanni Paolo II . La sua prima incoronazione avvenne il 15 agosto 1922, quando Papa Pio XI si trovava nella Repubblica Dominicana. Durante la prima visita di Papa Giovanni Paolo II il 25 gennaio 1979 benedisse il Santuario di Altagracia (oggi Basilica di Higuey ) e il 12 ottobre, 1992 alla sua seconda visita nel Paese, incoronò personalmente l’immagine della Vergine di Altagracia con un diadema d’argento dorato.

Fonti: http://www.minube.it/posto-preferito/la-basilica-di-higuey-a4457; http://it.wikipedia.org/wiki/Diocesi_di_Nuestra_Se%C3%B1ora_de_la_Altagracia_en_Hig%C3%BCey; www.douyon.com/montagne_033.htmlhttp://es.wikipedia.org/wiki/Nuestra_Se%C3%B1ora_de_la_Altagracia

 

Nostra Signora del Buon Successo

NOSTRA SIGNORA DEL BUON SUCCESSO

N_S_Buon_Consiglio

La mattina del 16 gennaio 1611, mentre le suore si avviavano in chiesa per recitare il Piccolo Officio della Madonna, udirono risuonare armoniose melodie: nell’entrare nella cappella, videro il coro illuminato di luce soprannaturale, mentre alcuni Angeli, cantando il “Salve sancta Parens” al suono di musiche celestiali, ponevano al suo posto la statua appena terminata.

La chiesa del Convento dell’Immacolata Concezione della città di Quito compie 438 anni e da 24 è stato dichiarato santuario mariano arcidiocesano. Qui si venera, da più di 400 anni la sacra Statua di Maria del Buon Successo apparsa a Madre Mariana de Jesus Torres la notte del 02 febbraio 1594.

All’una di notte del 2 febbraio 1594, la giovane badessa del convento dell’Immacolata Concezione della città di Quito (Equador), madre Mariana Torres Berriochoa, scese a pregare nel coro della cappella, come soleva fare da tempo con grande fervore, raccomandando a Dio le sorti della sua piccola comunità monastica. Ad un certo momento ebbe la netta impressione che qualcuno fosse presente, ed infatti si sentì chiamare per nome. Improvvisamente vide una bellissima Signora circondata di gloria e di splendore, vestita da monaca, che con la mano sinistra sosteneva un Bambino di celestiale bellezza, mentre con la mano destra stringeva un pastorale abbaziale di oro brunito e costellato di pietre Nuestra_Senora_de_Quito_piccpreziose. Nel contemplarla attonita, la badessa fu inondata di una gioia inesprimibile e provò per Dio un amore così intenso che, se non avesse avuto una speciale protezione, ne sarebbe morta all’istante. Non appena riuscì a parlare, madre Mariana chiese alla Signora chi fosse, ed ella rispose: “Sono Maria del Buon Successo, regina dei Cieli e della terra“.

Con questa scena semplice e mirabile iniziava la prodigiosa serie di apparizioni della Madonna avvenuta a Quito, tra la fine del secolo XVI e l’inizio del secolo XVII, alla sua privilegiata figlia madre Mariana, nata da una nobile famiglia di origine spagnola, uno dei primi fiori di santità sbocciati in terra americana. In una recente biografia di questa sconosciuta figura (“Madera para esculpir l’imagen de una santa”, Quito-Bedford, 1987), l’attuale cappellano del monastero dell’Immacolata e direttore degli Archivi diocesani di Quito, mons. Luis Cadena y Almeida, ne ha messo in luce le virtù rilevando la straordinaria importanza del messaggio lasciatole dalla Madonna per l’umanità. Questo messaggio infatti, pur se lanciato quattro secoli fa, raggiunge direttamente il nostro tempo perché descrive la situazione del mondo e della Chiesa di oggi, esprimendo ammonizioni e sollevando speranze che gettano luce sull’epoca di grave crisi che stiamo vivendo.

Nelle sue apparizioni alla madre Mariana, la Madonna del Buon Successo non si è limitata ad incoraggiare la badessa sulle sorti della comunità di suore che guidava ed a garantire la sua protezione sul monastero, ma ha anche profetizzato il destino della nazione equadoregna, della Cristianità occidentale e della stessa Chiesa universale.

Per quanto riguarda l’Equador, la Beatissima Vergine ha preannunciato, con due secoli e mezzo di anticipo, la consacrazione pubblica di questa nazione al sacro Cuore di Gesù:

Madre Mariana de Jesus Torres_1Nel secolo XIX verrà un Presidente veramente cristiano, un uomo di carattere, al quale il Signore concederà la palma del martirio sulla piazza antistante a questo mio convento; egli consacrerà la Repubblica al Divino Cuore del mio amatissimo Figlio e questa consacrazione sosterrà la Religione cattolica negli anni successivi, che saranno funesti per la Chiesa. In quel tempo una setta maledetta, la Massoneria, si impadronirà del governo civile e vi sarà una crudele persecuzione di tutte le comunità religiose che colpirà anche questa mia comunità: per colpa di uomini sciagurati, il monastero verrà soppresso. Ma Dio vive, e vivo anch’io, per suscitare fra loro stessi dei potenti difensori; porremo contro di loro degli ostacoli impossibili da superare, e il trionfo sarà nostro” (Seconda apparizione, 16 gennaio 1599).

Alla fine del secolo scorso [XIX], tutto ciò si è puntualmente realizzato. Nel 1873, infatti il valoroso Presidente dell’Equador, Gabriel Garcia Moreno, fece consacrare solennemente la sua nazione al Sacro Cuore di Gesù, dopo aver combattuto energicamente l’influenza della Massoneria nella vita pubblica del suo Paese con il suo santo esempio, col governo e con le leggi. Pochi anni dopo la setta anticristiana si vendicò facendo assassinare il Presidente mentre usciva da una chiesa, proprio di fronte al monastero dell’Immacolata Concezione, come la Madonna aveva profetizzato. Più tardi si scatenò ferocemente la persecuzione delle congregazioni religiose.

Ma la parte più impressionante, e più interessante per noi, del messaggio profetico, è quella che riguarda la situazione del mondo e della Chiesa. La notte del 2 febbraio 1634, mentre madre Mariana pregava nel coro della cappella, notò che la lampada del Tabernacolo si era spenta, lasciandola al buio quasi completo. Stava per andare a riaccenderla, quando si sentì come bloccata da una forza sconosciuta e restò quindi in attesa. Improvvisamente apparve per la terza volta la Madonna, vincendo le tenebre col suo splendore e illuminando la chiesa come se fosse giorno pieno. Confidando alla veggente un suo segreto, la Beatissima Vergine le spiegò il significato di questa apparizione.

luce - candelaLo spegnersi della lampada che arde davanti all’Amore prigioniero ha molti significati. Il primo è questo: alla fine del XIX secolo e per grande parte del XX, si diffonderanno varie eresie, e, sotto il loro potere, la luce preziosa della Fede si spegnerà nelle anime per opera della quasi totale corruzione dei costumi. In quel tempo vi saranno grandi calamità fisiche e morali, pubbliche e private. Le poche anime rimaste fedeli alla grazia soffriranno un martirio tanto crudele e indicibile quanto prolungato; molte di esse scenderanno nella tomba per la violenza delle loro sofferenze e verranno considerate come martiri sacrificatisi per la Chiesa e per la Patria. (…)

Il terzo significato dello spegnimento della lampada è dovuto allo spirito avvelenato di impurità che in quel tempo dominerà, percorrendo le strade, le piazze e i luoghi pubblici come un mare immondo e godendo di una libertà talmente sorprendente che quasi non resteranno più nel mondo anime vergini.

Il quarto significato è il riconoscimento del potere delle sette, che abilmente si introdurrà nelle famiglie estinguendo l’innocenza nei cuori dei piccoli, soffocando in tal modo anche le vocazioni sacerdotali. (…) Disgraziatamente, la Chiesa passerà allora attraverso una notte oscura in cui mancherà un prelato e un padre che vegli con amore, con dolcezza e forza, perspicacia e prudenza, e molte anime si perderanno mettendo in pericolo la loro stessa salvezza eterna.

Il quinto motivo dell’estinzione della lampada sta nell’insensibilità e nel disinteresse di quella gente che, pur possedendo abbondanti ricchezze, resterà indifferente all’oppressione della Chiesa, alla persecuzione della virtù e al trionfo dei malvagi, trascurando di impiegare santamente le loro ricchezze per ottenere la distruzione del male e la restaurazione della Fede“.Nostra Signora del buon succeso di Quinto

Questa epoca di tenebre culminerà con “una guerra terribile e spaventosa, in cui scorrerà sangue di ogni nazione. Questa sarà la più orribile delle notti perché, secondo umane apparenze, la malvagità sarà trionfante. Eppure sarà giunta la mia ora, in cui io, in maniera meravigliosa, detronizzerò il superbo e maledetto Satana, ponendolo sotto il mio piede e incatenandolo nell’abisso infernale, liberando infine la Chiesa e la Patria dalla sua crudele tirannia“.

Molti saranno i fattori che cooperano alla rivincita di Maria e alla restaurazione della Chiesa e della Cristianità, ma uno solo, determinante, viene enunciato dalla Madonna: il ruolo che avrà un uomo privilegiato, un “gran prelato”:

“Prega con insistenza, reclama senza stancarti e piangi con lacrime amare nel segreto del tuo cuore, chiedendo al nostro Padre celeste che, per amore del Cuore Eucaristico del mio santissimo Figlio, ponga fine quanto prima a questi tempi funesti inviando alla Chiesa quel prelato che dovrà restaurare lo spirito dei suoi sacerdoti. Questo mio amatissimo figlio verrà dotato di una capacità rara, di umiltà di cuore, di docilità alle divine ispirazioni, di fortezza per difendere i diritti della Chiesa e di un animo tenero e compassionevole, affinché, come un altro Cristo, provveda al grande e al piccolo, senza disprezzare i più infelici. (…) In sua mano verrà posta la bilancia del Santuario, affinché tutto venga fatto con peso e misura e affinché Dio venga glorificato. Alla rapida venuta di questo padre e prelato, però, sarà di ostacolo quella timidezza di tutte le anime consacrate a Dio, che è anche causa del dominio di Satana su queste terre“.

Nostra Signora del buon succeso di Quinto1Racconta il biografo che la madre Mariana, terribilmente impressionata dallo scenario di tenebre e di apostasia che la Madonna le aveva dipinto, si prostrò a terra tremante e le chiese arditamente di concederle il miracolo di mantenerla in vita fino al XX secolo, affinché potesse combattere sulla terra contro quell’ondata di empietà. La Beatissima Vergine non le concesse questa grazia, ma la rassicurò ripetendole che avrebbe Ella stessa assunto il comando della battaglia decisiva, confermando di essere “Regina delle vittorie”.

Volendo lasciare alla veggente e alle suore del monastero un segno tangibile della sua visita e della sua protezione, la Madonna comandò a madre Mariana di far scolpire una statua che la rappresentasse il più fedelmente possibile. L’immagine doveva avere nella mano destra un bastone apostolico e le chiavi della clausura, in segno della autorità e della proprietà della Vergine sulla congregazione, sorreggendo invece nella mano sinistra il Bambino Gesù benedicente. Tutto fu fatto com’era stato comandato, e, al momento dell’intronizzazione della statua nella cappella, la mattina del 16 gennaio 1611, mentre le suore si avviavano in chiesa per recitare il Piccolo Officio della Madonna, udirono risuonare armoniose melodie: nell’entrare nella cappella, videro il coro illuminato di luce soprannaturale, mentre alcuni Angeli, cantando il “Salve sancta Parens” al suono di musiche celestiali, ponevano al suo posto la statua appena terminata. Questa immagine può ancor oggi essere venerata nella stessa cappella del monastero, sopravvissuto a molte persecuzioni e rovine.

La Chiesa ha sempre considerato queste apparizioni come attendibili, e quanto al messaggio che annunciano, il fatto stesso che in parte si sia già realizzato da Maria Regian degli Angelitempo e in parte si stia ormai realizzando sotto i nostri occhi, è da solo una garanzia della sua veridicità. E’ facile inoltre mettere in evidenza la piena armonia che esiste tra questa profezia e quella di Fatima: entrambe descrivono il nostro secolo come l’epoca della grande apostasia, della persecuzione dei fedeli e del terribile castigo divino, ma entrambe aprono anche uno spiraglio per farci intravedere l’alba dell’immenso trionfo della Vergine sull’antico Serpente, della restaurazione della Chiesa e della Cristianità sulle rovine della Rivoluzione anticristiana: annunciano insomma il Regno di Maria e del suo Cuore Immacolato. Se la Madonna ha voluto turbare il cuore della sua veggente e di noi tutti facendoci vedere lo spegnersi della lampada che ardeva davanti al Tabernacolo, ossia l’estinzione quasi totale della vera Fede ad opera delle potenze delle tenebre, lo ha fatto non solo per mettere in guardia i fedeli da facili ma fallaci certezze e per spronarli alla vigilanza più rigorosa, ma anche per rassicurarli preavvisandoli dei tempi oscuri che dovranno attraversare e per dare loro in anticipo la certezza dell’imminente trionfo sulle avversità che dovranno affrontare.

Anche se per un certo tempo la lampada del Santuario resterà spenta, sappiamo già che la Madonna stessa avrà cura di riaccenderla, più splendente di prima. Resta allo zelo dei cattolici rimasti fedeli il compito di pregare e di agire per affrettare quel benedetto giorno del trionfo che madre Mariana agognò di vedere. Con una delle sue frasi folgoranti, sant’Agostino ci consola affermando che, se avremo l’animo di sperare in ciò che non possiamo ancora vedere, otterremo forse da Dio la grazia di vedere con i nostri occhi ciò che abbiamo eroicamente sperato.

Fonte: http://profezie3m.altervista.org/archivio/MadonnaBuonSuccesso.htm

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MADONNA BRUNA DEL TINDARI

MADONNA BRUNA DEL TINDARI

tindari1Il Santuario di Tindari si trova su di un promontorio a strapiombo sul mare, in corrispondenza dell’antica acropoli, dove una piccola chiesa era stata costruita sui resti di una città abbandonata, in una zona ricca di leggende straordinarie.

L’origine della devozione alla Madonna Bruna del Tindari sembra risalire al periodo della persecuzione iconoclasta.

VIDEO DEL SANTUARIO

La tradizione che fa arrivare la statua della Madonna a Tindari all’epoca degli iconoclasti, probabilmente verso la fine del secolo VIII o nei primi decenni del secolo IX, trova motivo di credibilità nel fatto che Tindari fu sotto la dominazione dei Bizantini per circa tre secoli (535-836); che la Sicilia si oppose con energia all’eresia degli iconoclasti; che a Tindari, essendo stata sede di diocesi per circa cinque secoli, fosse fiorente la professione della fede cristiana, e quindi facile l’accoglienza della sacra immagine.

LA TRADIZIONE

Secondo la tradizione, una nave di ritorno dall’Oriente, tra le altre cose, portava nascosta nella stiva un’Immagine della Madonna perché fosse sottratta alla persecuzione iconoclasta. Mentre la nave solcava le acque del Tirreno, improvvisamente si levò una tempesta e perciò essa fu costretta ad interrompere il viaggio ed a rifugiarsi nella baia del Tindari, oggi Marinello.

volto_Madonna_del_TindariQuando si calmò la tempesta, i marinai decisero di riprendere il viaggio: levarono l’ancora, inalberarono le vele, cominciarono a remare, ma non riuscirono a spostare la nave. Tentarono, ritentarono, ma essa restava ferma lì, come se fosse incagliata nel porto.

Essi allora pensarono di alleggerire il carico, ma , solo quando, tra le altre cose, scaricarono la cassa contenente il venerato Simulacro della Vergine, la nave poté muoversi e riprendere la rotta sulle onde placide del mare rabbonito. Sono sconosciuti i luoghi di provenienza e di destinazione dell’Immagine sacra.

Partita la nave che aveva lasciato il carico, i marinai della baia di Tindari si diedero subito da fare per tirare in secco la cassa galleggiante sulla distesa del mare. Fu aperta la cassa e, con grande stupore e soddisfazione di tutti, in essa fu trovata la preziosa Immagine della Vergine.

Sorse il problema ove collocare quell’Immagine. Si decise di trasportare il Simulacro della Vergine nel luogo più alto, il più bello, alTindari, dove già da tempo esisteva una fiorente comunità cristiana. Il colle del Tindari, così suggestivo, santificato dalla presenza della Madonna, divenne così il sacro, mistico colle di Maria.

IL CANTO

S’ignora l’autore dell’Immagine, né è possibile definire l’epoca in cui fu scolpita. Considerando lo stile e tenendo conto che la Madonna tienetra le braccia il divin Bambino, si potrebbe concludere che essa rimonti ad un’epoca posteriore al Concilio di Efeso in cui fu definita la divina maternità di Maria; quindi probabilmente la statua è stata scolpita in Oriente tra il quinto e il sesto secolo.

LEGGENDEtindari veduta del sanutario

Alla base del promontorio si trova una zona sabbiosa con una serie di piccoli specchi d’acqua, la cui conformazione si modifica in seguito ai movimenti della sabbia, spinta dalle mareggiate. La spiaggia è conosciuta con il nome di Marinello o il mare secco e vi sono legate diverse leggende.

Secondo una di esse la spiaggia si sarebbe formata miracolosamente in seguito alla caduta di una bimba dalla terrazza del santuario.

Una signora, avendo la bambina gravemente ammalata si rivolge alla Madonna del Tindari, facendo voto per la guarigione della figlia. Ottenuta la grazia si reca al Tindari, per ringraziare la Madonna,  ma vistala bruna in faccia resta delusa ed esclama: “Sono partita da lontano per vedere una più brutta di me“.

E parte in cerca della sua bella Madonna Miracolosa. Nel frattempo la bambina incustodita precipita dalla cima del colle. La madre torna a pregare: “Se siete voi la miracolosa Vergine che per la prima volta mi avete salvata la figlia, salvatela una seconda volta“. Santuario-di-Tindari-la-madonna-nera-Per miracolo della Madonna la bambina precipitata, si trova tranquilla che gioca su un piccolo arenile formatosi improvvisamente nel mare sottostante. Un marinaio che era corso a prendere la bambina la restituisce sana e salva alla madre. Essa commossa ringrazia la Madonna esclamando: “Veramente voi siete la gran Vergine miracolosa”.

Un’altra leggenda narra della morte, avvenuta proprio su questa spiaggia di papa Eusebio, il 17 agosto del 310, pochi mesi dopo la sua elezione, avvenuta il 18 aprile, che sarebbe stato esiliato in Sicilia da Massenzio.

Sopra la spiaggia, sul costone, si apre inoltre una grotta, che secondo una leggenda locale era abitata da una maga, che si dedicava ad attrarre i naviganti con il suo canto per poi divorarli. Quando qualcuno degli adescati rinunciava per la difficoltà di raggiungere l’ingresso dell’antro, la maga sfogava la rabbia affondando le dita nella parete: a questo sarebbero dovuti i piccoli fori che si aprono numerosi nella roccia.

IL SANTUARIOtindari1 (1)

Il Santuario di Tindari si trova all’estremità orientale del promontorio, a strapiombo sul mare, in corrispondenza dell’antica acropoli, dove una piccola chiesa era stata costruita sui resti della città abbandonata. La chiesa venne distrutta nel 1544 dai pirati algerini e successivamente ricostruita.

Nel 1953, il Santuario esistente era diventato incapace di accogliere i pellegrini. Si erano anche fatti diversi progetti che, oltre a prevedere  la distruzione della vecchia chiesa, non avrebbero offerto una soluzione adeguata.

Mons. Pullano individuò come soluzione più idonea la costruzione della nuova chiesa nella villa del Santuario, che previde lo sbancamento della roccia e la demolizione di alcuni locali, ma lasciò intatta l’antica chiesetta.

Il giorno 8 dicembre 1957 viene posta la prima pietra, proveniente dalle antichità greco-romane, già benedetta da Papa Pio XII il 30 dicembre 1956.

Nel pomeriggio del 6 settembre 1975, Mons. Pullano benedice l’interno del nuovo santuario_madonna_tindariSantuario e il trono della Madonna. L’Icona della Madonna viene così portata nel nuovo Tempio e collocata dal Vescovo  sull’artistico, prezioso trono, posto sotto l’arco centrale del nuovo Tempio. Subito dopo celebra la prima S. Messa sul nuovo altare del Santuario e rivolge la sua calda e appassionata parola ai numerosi devoti convenuti per l’occasione. Il giorno dopo ha luogo la solenne concelebrazione presieduta da S. Em.za il Cardinale Salvatore Pappalardo, Arcivescovo di Palermo, il quale nella omelia definisce il Santuario “maestosa Basilica e anticamera del Paradiso”.

Il 1° maggio 1979 viene solennemente consacrato il nuovo Santuario tindarida S. Em.za il Cardinale Salvatore Pappalardo, assistito dal nuovo Vescovo di Patti S. E. Mons. Carmelo Ferraro e da tutti i  Vescovi di Sicilia.

Dopo alcuni restauri ne è uscita questa immagine che si attiene il più fedelmente possibile all’originale 

La festa del santuario si svolge ogni anno tra il 7 e l’8 settembre.

Visita il sito uff. del santuario della Madonna del Tindari

Fontihttp://it.wikipedia.org/wiki/Tindarihttp://www.santuariotindari.it/

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Nostra Signora di Peñafrancia

Nostra Signora di Peñafrancia

Francia – Spagna -Filippine 1429

Nelle Filippine ricorre ogni anno il terzo Sabato del mese di Settembre.

PeñafranciaDalla Spagna alle Filippine, grande è la devozione per la Madonna di Peñafrancia, che proprio attraverso l’apparizione ad un semplice frate francese nel XV secolo, si farà amare da un confine all’altro della terra.

Il Santuario della Madonna di Peñafrancia [o “de la Peña de Francia”], costruito a Naga City originariamente nel 1876-1877, è uno dei più importanti Centri di devozione mariana delle Filippine. Secondo la tradizione, la storia di questo Santuario mariano ha inizio nel XV secolo, e in un posto molto lontano dalle Isole asiatiche, in Francia, dove un umile fraticello francescanodi nome Simon Vela, fu un giorno favorito di un’Apparizione della Madonna.

https://www.youtube.com/watch?v=PNo_iBeFZKs

La ‘Bella Signora’ gli chiese di andare in un luogo chiamato “Peñafrancia”. Il buon frate si recò immediatamente dal suo Superiore e gli confidò la rivelazione ricevuta. Il Superiore gli disse che quel luogo si trovava in Spagna; ma gli diede ugualmente il permesso di recarvisi. Per tre anni fra Simon peregrinò per la Spagna cercando questa località chiamata “Peñafrancia”, ma inutilmenteSe ne tornò allora sconsolato in Francia, al suo Convento; ma dopo poco tempo ecco di nuovo la Madonna che gli appare e lo invita nuovamente a cercare
Nostra Signora di Peñafrancia“Peñafrancia”
. Di nuovo il fraticello si reca dal suo Superiore, il quale si fida ancora di lui e per la seconda volta gli concede il permesso di cercare questa misteriosa località.

Dopo oltre un mese di faticose ricerche, finalmente fra Simon incontrò alcune persone che lo condussero fino nelle vicinanze di una grande montagna rocciosa. Gliela indicarono, dicendo:

Quella si chiama Peñafrancia. Il suo nomeche significa ‘Montagna di Francia’ – risale al tempo dell’invasione della Spagna da parte dei Musulmani. Molti fuggirono dai paesi e dalle città, e si rifugiarono sulla montagna, portando con sé le più venerate statue ed immagini sacre delle loro chiese. Poiché i Francesi vennero in aiuto degli Spagnoli e, proprio nei pressi della grande montagna, sconfissero l’esercito musulmanoquella stessa montagna venne chiamata ‘Peñafrancia’, in onore dei Francesi che combatterono al fianco degli Spagnoli per respingere l’invasore”.

Il buon fraticello si incamminò subito verso la montagna. Giunto in prossimità della vetta, fu sorpreso dal buio e, vinto dalla stanchezza, si pose a dormire in una piccola grotta. Mentre era immerso nel sonno si scatenò una violenta tempesta, con tuoni e lampi. A un certo punto una pietra, della grandezza di un pugno, si staccò dalla cima della grotta e andò a colpire fra Simon proprio sulla fronte. Svegliandosi di soprassalto, egli si ritrovò con la faccia tutta coperta di sangue. Noncurante del dolore, si fasciò allora la fronte alla meno peggio e riprese il cammino verso la cima del monte. Poco prima della vetta, ecco che all’improvviso venne abbagliato da una fulgidissima luce e poi, avvolta in questa luce splendida, gli apparve nuovamente la Madonna con il Bambino, proprio quella stessa che per due volte l’aveva invitato a cercare la località chiamata “Peñafrancia”.

Nostra Signora di Peñafrancia3La Madonna gli disse allora di scavare in quel luogo, fino a che non avesse trovato un tesoro; poi scomparve. Pieno di indescrivibile gioia, il frate tornò subito al villaggio ai piedi della montagna e lì si mise a cercare delle persone di buona volontà che lo aiutassero a scavare, come la Madonna gli aveva chiesto. Gli unici “aiutanti” che riuscì però a trovare furono due malati. Saliti insieme sulla montagna, fino al luogo dell’Apparizione, cominciarono a scavare e, tolto il grande masso che ostruiva una grotta, rimasero sbalorditi al vedere che dentro vi era una bellissima statua della Madonna con il Bambino, esattamente come fra Simon aveva visto nelle precedenti Apparizioni. Immediatamente i due aiutanti furono guariti dalle loro malattie ed anche fra Simon fu guarito dalla ferita sulla fronte. Da quel momento, le grazie ed i miracoli, avvenuti in quel luogo per intercessione della Madonna, si moltiplicarono in un modo veramente sbalorditivo. Era il 19 maggio 1434.

Il francescano si mise allora al lavoro e, con l’aiuto del popolo, edificò in quel luogo una Cappella ponendovi dentro la statua miracolosa, affinché i pellegrini potessero venerarla. La devozione popolare crebbe fino al punto che il Papa affidò quel luogo ai Domenicani, che ancora oggi sono lì, ed officiano il Santuario della “Madonna di Peñafrancia”, divenuta nel 1966 la Patrona della provincia di Salamanca.

Nostra Signora di Peñafrancia delle Isole Filippine

Mentre la fama dei miracoli della Madonna di Peñafrancia si diffondeva in tutta la Spagna e oltre, nel XVI secolo Magellano scopriva le Isole Filippine. Dopo di lui giunsero in loco molti Missionari, tra cui gli Agostiniani, i Francescani e i Domenicani. Questi ultimi aprirono ben presto una Università dedicata a San Tommaso.

Peñafrancia2In questa Università, nei primi anni del 1700, studiava per diventare Sacerdote il giovane Miguel Robles de Covarrubias. Era un giovane molto dedito allo studio e, un bel giorno, come premio per il suo profitto scolastico, ricevette dal professore un regalo: un libro dove era narrata la prodigiosa storia del Santuario spagnolo di Peñafrancia. Subito nacque nel suo cuore una tenerissima devozione verso la Madonna venerata con quel titolo, la cui immagine era fedelmente riprodotta nel libro stesso. Egli la pregò affinché gli ottenesse la guarigione fisica, poiché era ammalato e assai debole. Avendo quindi ottenuto dalla Madonna il miracolo della guarigione voleva costruire a Manila una Chiesa in suo onore, come ringraziamento per la grazia ottenuta. Ma il Vescovo gli fece sapere che, essendoci a Naga urgente bisogno di Sacerdoti, la sua Ordinazione sacerdotale sarebbe stata anticipata, dopo di che egli avrebbe dovuto trasferirsi in quel posto.

Arrivato dunque nel luogo della sua missione, il primo progetto che il Sacerdote novello cercò di realizzare fu naturalmente quello della Chiesa dedicata a Nostra Signora di “Peñafrancia”. Quando però si trattò di riprodurre l’immagine della statua miracolosa, così come era raffigurata nel suo libro, lo scultore incaricato dell’opera si trovò in grande difficoltà perché non riusciva in nessun modo a riprodurre lo stesso colore dell’originale. Allora gli venne in mente di provare con il sangue: e non trovò niente di meglio che prendere un cane e, dopo averlo ucciso, prelevargli il sangue per colorare la statua.

Ma accadde un fatto veramente straordinario: dopo aver buttato nel fiume la carcassa del cane morto, lo videro nuotare verso la riva e tornare vivo e vegeto alla casa del padrone. Tutti rimasero sbalorditi, inclusi i due Padri domenicani che assistettero alla scena; don Miguel considerò quel fatto straordinario come un Our-Lady-of-Peñafranciasegno di origine divina e subito ne stese una relazione scritta che inviò al Santuario di ‘Nostra Signora di Peñafrancia’, in Spagna. Questo prodigio fu il primo di una serie  ininterrotta  di grazie e miracoli che avvennero in quel luogo, per intercessione della Madonna venerata con il titolo di “Nostra Signora di Peñafrancia”.

Una devozione profonda

La festa della Madonna di Peñafrancia nelle Filippine ricorre ogni anno il terzo Sabato del mese di Settembre. In quella occasione, una copia della statua viene portata in processione per le strade di Naga City.

La festa è preceduta da una novena, nove giorni di preghiera, in onore della Madonna. Il primo giorno, l’immagine della Vergine, una replica della Madonna in Penafrancia, Spagna, viene portato dal suo santuario alla Cattedrale Naga dove si tiene la novena. L’ultimo giorno, l’immagine viene restituita al suo Santuario seguendo il percorso del fiume Naga.

Peñafrancia1Prima di ritornare nella sua Basilica, la statua  si ferma per qualche giorno nella Cattedrale di Naga, mentre una folla di fedeli, giorno e notte, rimane in continua preghiera. La statua della Madonna viene infine riportata in Basilica con una solenne processione lungo il fiume: in quel giorno il concorso di popolo raggiunge il suo apice, segno di una devozione straordinariamente profonda e sincera dei Filippini per la Madre di Gesù.

Il corteo serale è illuminato da migliaia di candele dei devoti barcaioli che scortano l’immagine. Quando la chiatta raggiunge la sua destinazione, i devoti gridano “Viva la Virgen” Viva la Vergine! La famosa Madonna è tenuta in grande considerazione dai suoi devoti che le attribuiscono poteri miracolosi. Durante la processione oltre a quelli che desiderano chiedere una grazia alla Vergine, vi sono anche coloro che ringraziano per quelle ricevute.

Nei primi Anni Ottanta fu costruita la nuova Chiesa, assai più grande della prima, dove ancora oggi si può venerare la miracolosa statua della “Madonna di Peñafrancia”.
Ma nel 1983 accadde un episodio piuttosto increscioso: la statua della Vergine fu trafugata nottetempo, con grande sgomento di tutti i fedeli. Poiché tutte le ricerche FILIPPINE_-_0913_-_Penafranciadella Polizia locale risultarono inutili, il Vescovo indisse una veglia di preghiera a cui partecipò moltissima gente. Si implorò l’aiuto divino per ritrovare la venerata statua della Madonna e, dopo qualche settimana, effettivamente, la si ritrovò nel Palazzo Arcivescovile di Manila, restituita da mani ignote.

La statua fu collocata nella nuova Chiesa costruita proprio in suo onore, che adesso è Basilica Minore. Il Papa Giovanni Paolo II si è recato a venerare l’immagine di ‘Nostra Signora di Peñafrancia’ durante la sua Visita pastorale alle Isole Filippine, avvenuta fra il 17 e il 22 Febbraio 1981, apprezzando molto la fede semplice e profonda del popolo filippino ed il loro sincero affetto per la Madre di Dio venerata nel Santuario di Naga, luogo privilegiato di spiritualità mariana.

Fonti: varie e http://www.mariadinazareth.it/www2005/Apparizioni/Apparizione%20Penafrancia.htm

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NOSTRA SIGNORA DEL LAUS

NOSTRA SIGNORA DEL LAUS

lausBenedetta Rencurel era nata a Saint-Étienne-le-Laus il 17 settembre 1647; precocemente orfana, amava recitare il rosario quando portava a pascolare il gregge della famiglia Jullien nel Vallone dei Forni (Vallon des Fours), nei dintorni del suo villaggio. Proprio a lei apparirà la Vergine con un bellissimo bambino in braccio.

Nostra Signora del Lago in lingua occitana o Notre-Dame du Laus, è l’appellativo con cui i cattolici venerano Maria, in seguito alle apparizioni che avrebbe avuto, dal 1664 al 1718, la pastorella francese Benedetta (Benoîte) Rencurel, prima presso Saint-Étienne-le-Laus, suo paese natale, poi presso Laus, dove ora sorge un santuario, vicinissimo alla frontiera con il Piemonte, sulle Alpi Marittime del Delfinato. Le apparizioni sono state riconosciute ufficialmente dal vescovo di Gap Jean-Michel di Falco il 4 maggio 2008.

VIDEO-STORIA

Le prime apparizioni sono silenziose, poi la Signora svela la sua identità e, dopo un mese di preannunciato silenzio, chiede infine che venga costruito in onore del Figlio un santuario, al posto di una cappella quasi abbandonata, dedicata a “Notre Dame de Bon Rencontre”, in un luogo chiamato Laus.

Un po’ alla volta, la bella Signora prende confidenza con Benedetta e la coinvolge in domande e risposte, la guida, la conforta, la rassicura, le chiede di fare qualcosa per lei, l’aiuta a capire meglio gli altri e ad amare di più Dio.

notre dame du lausPur esortata dalla bella Signora a farsi ancora più umile, la giovane veggente non può nascondere ancora per molto quanto le sta accadendo. Presto anche le autorità ne vengono coinvolte ed esigono delle spiegazioni. La Madonna, perché ormai è chiaro che è della Vergine Maria si tratta, al Vallon des Fours domanda una processione di tutto il popolo e al punto di arrivo rivela finalmente il suo nome: “Mi chiamo Maria!”, per poi aggiungere: “Non riapparirò più per un certo tempo!”.

Difatti, trascorrerà circa un mese perché riappaia nuovamente, questa volta al Pindreau. Ha un messaggio per Benedetta: “Figlia mia, salite la costa del Laus. Là troverete una cappella dove sentirete profumo di violetta.”

L’indomani Benedetta parte alla ricerca di questo luogo e scopre, dai profumi promessi, la piccola cappella dedicata a Notre Dame de la Bonne Rencontre.
Benedetta apre con trepidazione il portale e trova la Madre del Signore ad attenderla sopra l’altare polveroso. La cappella infatti è deserta e piuttosto abbandonata. “Desidero far costruire qui una chiesa più grande in onore del mio adorato Figlio”, le annuncia Maria. “Esso sarà il luogo di conversione per numerosi peccatori. E sarà il luogo dove io vi apparirò molto spesso.”

Le apparizioni durano cinquantaquattro anni, con frequenza prima quotidiana poi mensile intervallate da periodi in cui la Vergine Maria non si presenta più alla veggente. Una devozione che non si interruppe mai e sopravvisse a molte alterne vicende, come la furia della Rivoluzione francese e la soppressione della diocesi di Embrun. Nel 1672 la veggente si trasferisce al Laus, per ricevere i pellegrini laus (1)che cominciano ad affluire numerosi, e offre accoglienza e preghiera ma subisce anche vessazioni di origine diabolica. L’anno successivo le sarebbe apparso Gesù in Croce, e da quel momento Benedetta dice di aver vissuto in prima persona i dolori della Passione.

Inizia poi un periodo di gravi difficoltà: dopo aver dovuto abbandonare Laus per un certo periodo, trasferendosi a Marsiglia, a causa dell’occupazione militare del duca di Savoia, i preti giansenisti cui è affidato il santuario cercano invano di farlaentrare in convento, ma la sua scelta fu quella di rimanere in contatto con i pellegrini per esortarli alla conversione.

Il 28 dicembre 1718 Benedetta muore e viene sepolta prima nel cimitero del suo paese natale e poi, successivamente, nel santuario del Laus, davanti all’altare maggiore.

Il santuario di Notre Dame de Laus conserva tuttora al suo interno la cappella primitiva, detta de La Bonne Rencontre, dove la Vergine apparve a Benoîte Rencurel. Nell’abside della cappella, davanti al tabernacolo dell’altare maggiore, arde la lampada nel cui olio i pellegrini usano intingere le dita della mano destra per farsi devotamente il segno della croce.

Notre-Dame_du_Laus_(La_chapelle_de_Bon-Rencontre)In piccole fiale questo stesso olio viene poi spedito in tutti i paesi della Francia e dovunque nel mondo è diffuso il culto di Nostra Signora del Lago. È un olio dalle capacità portentose. Come la Madonna stessa aveva promesso alla sua veggente, se fosse stato utilizzato con un profondo atteggiamento di fede verso l’onnipotenza del suo Figlio, esso avrebbe provocato prodigiose guarigioni non solo fisiche ma anche spirituali, come in effetti puntualmente avviene da oltre due secoli.

Una lunga serie di vescovi hanno riconosciuto la soprannaturalità dell’apparizione incoraggiando i pellegrinaggi verso il santuario. La Madonna apparsa in quel lembo di Francia volle anche lasciare un segno tangibile della sua amorosa presenza in quel luogo benedetto: un soavissimo profumo.

Chiunque infatti sale al Laus può sentire con il proprio naso questi misteriosi effluvii, che danno a tutti consolazione spirituale e una profonda serenità interiore. I profumi del Laus sono un fenomeno inspiegabile, che la scienza ha provato a spiegare ma senza effettivamente venire a capo di nulla. È un po’ il mistero ed il fascino di questa cittadella mariana incastonata su un solitario altopiano delle Alpi francesi, che attira ogni anno un gran numero di pellegrini da ogni parte del mondo.

Fonti:http://it.wikipedia.org/wiki/Nostra_Signora_del_Laus;  http://www.santiebeati.it/dettaglio/92052

SANTA MARIA DEL PONTE

SANTA MARIA DEL PONTE

Caltagirone (CT) 15 Agosto 1572

santa maria del ponteIl riflesso della Vergine con in braccio il bambino Gesù ad  una bimba sordomuta cambieranno le sorti di un’intero paese che diventa meta di pellegrinaggio soprattutto dopo una seconda apparizione. Nel santuario troviamo anche un pezzo della Santa Croce di Cristo. 

La Festa del Santuario di Santa Maria del Ponte nella diocesi di Caltagirone in Largo della Fontana si celebra con una festa solenne il 15 agosto, anniversario dell’apparizione e anche il giorno dell’Ascensione in ricordo dell’apparizione della Stella, con Quarantore.

Il 15 agosto 1572, alla fonte del rione Ponte, una bambina sordomuta, attingendo acqua, vide riflessa la Vergine con in braccio il Bambino Gesù. La notizia si sparse per l’intero paese, ma l’immagine della Madonna era visibile soltanto a chi era in grazia di Dio. Una di queste persone che poté vedere la Santa Vergine, un pittore, la ritrasse (il dipinto è conservato nel santuario) e un anno dopo, nel 1573, in occasione dell’edificazione del Santuario, il quadro si trovava sul luogo dell’apparizione.

santa maria del ponte1Alla fine del XVI secolo si avverò un altro straordinario evento: la domenica dopo il giorno dell’Ascensione si udirono le campane suonare spontaneamente e nella fonte, ormai divenuta celebre, si vide una Stella luminosa con sei candele intorno.

Luminaria in onore di Santa Maria del Ponte a Caltagirone

Dal 1777 Santa Maria del Ponte è patrona della città e nel 1942 il santuario fu eretto a parrocchia. Nella metà degli anni Sessanta del Novecento fu costruita la nuova chiesa parrocchiale, dove fu posta l’immagine della Vergine e nel 1987 divenne santuario mariano diocesano. L’anno successivo l’immagine di Santa Maria del Ponte fu incoronata da monsignor Vittorio Mondello, vescovo di Caltagirone. L’antica fonte dell’apparizione è oggi inglobata all’interno del santuario, in una cappelletta marmorea, a cui i pellegrini attingono l’acqua miracolosa. Nel nuovo tempio troviamo anche due bassorilievi all’ingresso, mosaici, una via Crucis in terracotta, una vetrata istoriata che rappresenta l’apparizione, una statua della Pietà e del Sacro Cuore, abside in ceramica e presepio in terracotta.

Nel santuario di Santa Maria del Ponte è conservato anche un reliquiario in legno, dove si riconoscono le reliquie di vari santi, fra cui un frammento della Croce di Cristo.

Fonte: rivista “Maria Ausiliatrice”, giugno 2000  (www.donbosco-torino.ithttp://www.mariadinazareth.it/www2005/Apparizioni/Apparizione%20Caltagirone.htm

MADONNA DELL’ORDINE DEI SERVITI

MADONNA DELL’ORDINE DEI SERVITI

Nascita dell’ordine dei servi di Maria15 agosto 1233

servi di Maria3Il 15 agosto 1233 la Vergine apparve a sette nobili fiorentini: «Come già amicizia li univa e avevano gioia l’uno dell’altro nelle cose di Dio e nelle cose umane, così furono ispirati ad abbandonare tutto per fare vita insieme … ed aver ancor più gioia nell’aiutarsi l’un l’altro con buoni gesti e parole». …Tratto dalla più antica storia dell’Ordine.

Il 15 agosto 1233 la Vergine apparve a sette nobili fiorentini, che si erano associati nella fratellanza della “Laude”, invitandoli a ritirarsi dal mondo e a scegliere la vita contemplativa.

Il venerdì Santo del 1240 la vergine, vestita a lutto e attorniata da uno stuolo di spiriti celesti, riapparve loro per mostrare un abito talare nero, che avrebbero dovuto indossare, spingendoli con ciò a fondare un nuovo ordine religioso: l’Ordine SS.-Fondatoridei Servi di Maria. Infatti, uno degli spiriti angelici avrebbe retto uno scritto a lettere d’oro che diceva:Servi di Maria“, mentre un altro aveva tra le mani la regola di sant’Agostino, ed un terzo agitava la palma, simbolo della vittoria.

Maria avrebbe detto loro: “Prendete quest’abito di duolo e portatelo in memoria dei miei dolori. Ricevete la regola di sant’Agostino. Continuate ad essermi fedeli servi coll’esercizio delle virtù; propagate ovunque la devozione ai miei dolori ed otterrete un giorno questa palma di vita sempiterna“.

Il Santuario-cenobio di Monte Senario, è situato a 815 metri, in posizione panoramica, ed è raggiungibile attraverso un tratto tortuoso di strada e proprio qui fu istituito l’ordine dei Servi di Maria. Divennero tutti sacerdoti e l’11 febbraio 1304 l’ordine fu approvato.

Nel 1250 i frati fecero costruire una nuova cappella dedicata all’Annunciazione. Il pittore che stava dipingendo il quadro della Vergine era in difficoltà a terminarlo: non sapeva dipingerne il volto. Una notte, svegliatosi dal sonno, lo trovò miracolosamente dipinto. 

Nel 1594 venne rifatto il monastero. Nel 1649, durante i lavori di ricostruzione servi di mariadell’altare maggiore vennero trovati i resti di sette corpi: le teste, poste in un’urna dorata, furono trasferite il 10 gennaio 1700 sotto l’altare della cappella detta
dell’Apparizione, la quale divenne Santuario dei Sette fondatori. Nel 1789, in seguito ad una nuova ricognizione, ossa e ceneri furono collocate in un’urna di marmo sul retro dell’altare della cappella e le teste poste sotto la mensa dello stesso altare. I sette serviti, o frati dell’Ave Maria (Bonfiglio Monaldi, Giovanni di Buonagiunta, Amedeo degli Amedei, Manetto dell’Antella, Sostegno dei Sostegni, Ugo degli Ugaccione, Alessio Falconieri) furono dichiarati santi insieme il 15 gennaio 1888 da Leone XIII, come insieme erano vissuti in fraterno amore.  Il 15 agosto 1933, le ossa e le teste, vennero raccolte in un unico reliquiario e  trasferite nella cappella dei Sette Santi, in occasione del settimo centenario dell’ordine. Essi diffusero, in special modo, la venerazione per i dolori che Maria sopportò ai piedi della Croce.

Santuario Santa Maria di Monte Senario Servi di Maria

Diocesi: Firenze – Tel. 055.40.64.41 / Calendario: La festa dei Sette Fondatori cade il 17 febbraio.

Fonti: Cristina Siccardi, rivista “Maria Ausiliatrice”, giugno 2004 – http://www.mariadinazareth.it/apparizione%20firenze.htm

MADONNA DI STRUGNANO

MADONNA DI STRUGNANO

Istria – Slovenia – Notte tra il 14 ed il 15 Agosto 1512

MADONNA DI STRUGNANO1A Strugnano Maria Vergine espresse il suo dispiacere per l’abbandono di una chiesa e lasciò in un cespuglio le sue preziose lacrime. Difficile trovare in natura delle gocce tanto splendenti..

L’erta salita lastricata in cubetti di porfido conduce al santuario della Madonna di Strugnano, il più importante santuario mariano dell’Istria, sulle pendici occidentali del monte Ronco. Dal santuario un sentiero conduce alla Croce, che sullo strapiombo è simbolo di buon auspicio per tutti i naviganti.

Il paese di Strugnano è l’abitato che si estende lungo la costa slovena tra Isola e Pirano, a 25 KM da Trieste, sorto sulle sponde del torrente Roja, che scorre dai colli retrostanti, ed ai bordi delle saline e della peschiera. Questo comprensorio è stato proclamato nel 1990 riserva naturale e ricopre un’area di 160 ettari. Oltre ai quattro chilometri di costa, che rappresentano con le loro scogliere marnose una specificità in tutto l’Adriatico, vivono nella riserva numerose e caratteristiche specie animali e vegetali. Il settore della foce del torrente Roja fu trasformato già nel medioevo in saline, oggi tutelate come patrimonio storico. Nelle immediate vicinanze si trova una laguna, detta Chiusa, un tempo peschiera.

santuario della MADONNA DI STRUGNANOLa pubblicazione della storia dell’apparizione è stata stampata in più lingue a Lubiana (Ed. Povše, 1992)

Dagli Antichi racconti di Pirano, riassunto dall’autrice del libro Tatjana Ploj:

Accadde proprio in questo periodo, su un lembo di terra dimenticato, ma sempre vivo, laddove la magica mano della natura disegno un colle, una baia e il mare e, come in un canto, le onde dell’azzurro mare amoreggiano con il verde colle abbracciando la terra che resta senza fiato. In quest’immagine paradisiaca vivono persone belle e altrettanto brave che, con le proprie mani, continuano il capolavoro iniziato dalla natura. Sui pendii a terrazzo del colle si trovano i più bei boschetti di olivi e, di sotto, profumati vigneti. Continuando più in basso, dal mare s’innalza una ragnatela di campi di sale; e l’oro bianco che, col caldo penetra nell’arida pelle e dona forza a chi lo consuma. Accadde li, nella baia di Strugnano …

Quella scura notte estiva tra il 14 e il 15, nell’aria era percepibile una strana inquietudine. Nel vigneto esteso sulla vetta del colle, i coloni stavano affannosamente concludendo il lavoro. Tornarono alle loro dimore e si accovacciarono. Piero Zagabria e Giovanni Grandi, due coraggiosi guardiani dei vigneti, vegliavano gli acini che stavano maturando. Erano assorti nei propri pensieri e preoccupazioni; il denaro guadagnato sarebbe bastato appena per l’autunno e l’inverno.

MADONNA DI STRUGNANOAll’improvviso, vicino alla porta della vecchia chiesetta qualcosa brillò – ad entrambi si presentò la miracolosa apparizione della bellissima Maria, vestita di bianco in una luce accecante con ai suoi piedi un venerabile vecchio. Era seduta sui resti di una meravigliosa colonna; tristemente, disse:

Nonostante vegli su di voi, mi avete dimenticato. Non ardono più le candele sotto la Mia Immagine, la chiesetta è trascurata e dalle pareti cadono le pietre”.

Lasciò scendere una lacrima che, cadendo, si trasformò in migliaia di piccole gocce perlate. La triste Maria di Strugnano spari …

I guardiani incantati corsero dal sacerdote di Pirano per raccontargli l’accaduto. Raggiunse la chiesetta di Strugnano all’epoca intitolata a Santa Maria della Barcaccia, distrutta dal terremoto e dimenticata. Laddove sarebbe caduta la lacrima di Maria, notò un piccolo cespuglio dagli esili e nudi rametti, sui quali splendevano le goccioline. lacrime

Da allora, il piccolo cespuglio venne denominato Lacrime di Maria. E difficile trovarlo in natura; secondo le voci, appare sul luogo dell’apparizione di Maria. Rinnovarono la chiesetta, la gente iniziò ad arrivare da vicino e lontano per pregare e cercare conforto. Tutti trovarono pace. In un certo senso, sapevano di non essere mai soli…

FONTE: http://www.mariadinazareth.it/www2008/Apparizioni2008/Apparizione%20Strugnano/Strugnano.htm

LA ROTONDA DELLA MADONNA DEL MONTE

LA ROTONDA DELLA MADONNA DEL MONTE

Bologna 14 agosto 1443

La Rotonda della Madonna del Monte a Villa Aldini 

colombaUna storia curiosa, in un momento storico in cui ancora ci si prendeva il tempo di guardare i segni del cielo ed ecco che grazie al minuzioso lavoro di una colomba sorge la Rotonda della Madonna del Monte.  

La Rotonda della Madonna del Monte, stando a una leggendaria narrazione tramandata da una cronaca, avrebbe un’origine quasi divina, legata alla nobildonna Bolognese Picciola Galluzzi. Ritiratasi a vita eremitica sull’odierno colle dell’Osservanza, la Galluzzi venne a sapere da alcuni operai, impegnati nella costruzione di un oratorio, che una colomba portava ripetutamente sul colle vicino dei pezzetti di legno e li disponeva in forma di grande cerchio. Picciola quindi, interpretando l’evento come un segno divino, fece costruire una chiesa sul perimetro disegnato dalla colomba, edificando in tal modo la Rotonda della Madonna del Monte.

“La Rotonda della Madonna del Monte” Da una foto di Guido Barbi

03-Bologna-la-Rotonda-della-Madonna-del-MonteSi tratta quasi sicuramente di una leggenda, simile a quelle utilizzate già nel XII – XIII secolo per spiegare l’origine di vari santuari, ma è storicamente plausibile che nel 1116 sul colle sia stata costruita una chiesa circolare, affidata poi al convento benedettino di San Felice e successivamente divenuta, insieme a quest’ultimo, proprietà del monastero di San Pròcolo .

Il 14 agosto 1443 i Bolognesi riportarono a San Giorgio di Piano un’importante vittoria contro le truppe dei Visconti, in seguito alla quale si decise di tenere annualmente una processione commemorativa alla vigilia della festa dell’ Assunta. Iniziò così un periodo fervido di lavori che portarono all’ampliamento e abbellimento della chiesa con la costruzione di due cappelle contigue alla Rotonda, una ad est dedicata alla Vergine, l’altra a sud intitolata a San Benedetto e voluta dal cardinale Bessarione. Fu soprattutto l’Accarisi a valorizzare la Madonna del Monte partecipando attivamente ai nuovi lavori e descrivendo in una Cronaca gli eventi che portarono alla sua miracolosa fondazione.12-Bologna-la-Rotonda-della-Madonna-del-Monte-600x521

“Il volto della Madonna del Monte” dalla foto di Guido Barbi

Dopo la morte dell’Accarisi nel 1469, e per buona parte del XVI secolo, non furono effettuati grossi lavori di sistemazione e il complesso non subì sostanziali cambiamenti, fino al XVII secolo quando si decise di rimodernare l’edificio e le sue decorazioni pittoriche, affidando al Cremonini la realizzazione di un nuovo ciclo di affreschi. Le nicchie con gli affreschi romanici originali raffiguranti gli Apostoli, la Vergine ed il Cristo benedicente vennero fortunatamente murate, motivo per cui oggi li possediamo. Nel 1796 venne soppresso il monastero di San Procolo, e la Madonna del Monte, che faceva parte delle sue proprietà, fu affidata ai vicini frati dell’Osservanza i quali vi officiarono fino al 1802.

In tale anno infatti fu comprata da Antonio Aldini il quale, sollecitato da Napoleone I a costruirvi una Villa, nel 1806 fece radere al suolo l’intero complesso ad eccezione della Rotonda che fu inglobata nel nuovo edificio in stile neoclassico e trasformata in sala da pranzo. Nel 1831 l’edificio passò in proprietà di privati rischiando di essere demolito, ma fortunatamente la cittadinanza si adoperò in svariati modi per salvarlo. Nel 1888 l’intera Villa passò all’amministrazione comunale che poi affidò nel 1938 “incarico di restaurarla a Guido Zucchini.

Grande fu la sua soddisfazione quando, dopo aver rimosso la carta da parati dalla sala da pranzo circolare di Villa Aldini e aver staccato i sottostanti affreschi seicenteschi del Cremonini, rinvenne le nicchie affrescate della romanica chiesetta della Madonna del Monte della quale si erano perdute le tracce, pur conservandosene la memoria.

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“Il ritrovamento degli apostoli” foto di Guido Barbi

L’intervento restituì, seppure con notevoli integrazioni, l’aspetto originario della Rotonda e soprattutto consentì il recupero quasi miracoloso degli splendidi affreschi.

E’ così che oggi possiamo ammirare all’interno le figure degli Apostoli, alcuni a figura quasi intera (si riconoscono Bartolomeo, Filippo, Giovani, Mattia), mentre di altri rimangono solo parti della figura. Anche della Madonna si conserva solo il volto, dopo il distacco della parete del frammento di affresco. Il Cristo benedicente è opera più tarda XV secolo.

La Rotonda del Monte, con la sua semplice architettura e i suggestivi affreschi, costituisce un’importante testimonianza dell’arte romanica del XII secolo.

FONTI: http://www.guidobarbi.it/newblog/

http://www.ricettebolognagrasse.it/Storia%20di%20Bologna/Storia%20di%20Bologna/larotondadellamadonnadelmonteavillaaldini.html/

 

FESTA DI DIO PADRE

FESTA DI DIO PADRE  

1° domenica  o il 7 di agosto

dio padreIl mese di agosto è tutto dedicato a Dio Padre, ma secondo quanto rivelò  a Madre Eugenia Elisabetta Ravasio, anch’Egli desiderava avere un giorno tutto per Lui in cui essere festeggiato. “…onorarMi in modo del tutto particolare sotto il nome di Padre dell’umanità tutta intera….” Il messaggio dato a madre Eugenia è stato riconosciuto valido dalla chiesa, vi sono state richieste dirette di Dio Padre al papa e alle autorità ecclesiastiche, tra queste la richiesta di un’immagine.

Madre Eugenia nacque a San Gervasio d’Adda (ora Capriate San Gervasio), piccolo centro in provincia di Bergamo, il 4 settembre 1907, da famiglia di origini contadine. Frequentò solo la scuola elementare e dopo alcuni anni di lavoro in fabbrica entrò a vent’anni nella Congregazione di Nostra Signora degli Apostoli, ove si sviluppò la sua grande personalità carismatica che la fece eleggere, a soli 25 anni, Madre Generale della Congregazione stessa. Ma, prescindendo dalla sua dimensione di spirito, per farla entrare nella Storia basterebbe la sua azione in campo sociale: in dodici anni di attività missionaria ella aprì oltre settanta centri – con infermeria, scuola, chiesa – nei luoghi più abbandonati dell’Africa, dell’Asia e dell’Europa.

Madre Eugenia

Scoprì la prima medicina per curare la lebbra, ricavandola dal seme di una pianta tropicale, medicina poi studiata ed elaborata dall’Istituto Pasteur di Parigi. Lanciò nell’apostolato Raoul Follereau, che sulla scia e sulle basi da lei poste viene considerato l’apostolo dei lebbrosi. Progettò e realizzò ad Azoptè (in Costa d’Avorio), negli anni 1939-41, la “Città dei Lebbrosi”: un immenso centro di raccolta per questi malati, articolato su una superficie di 200.000 metri quadri e che tuttora resta un centro d’avanguardia in Africa e nel mondo. Per questa realizzazione la Francia concesse alla Congregazione delle Suore Missionarie di Nostra Signora degli Apostoli – di cui Madre Eugenia era stata Superiora generale dal 1935 al 1947 – la massima onoreficenza nazionale per opere a carattere sociale. Madre Eugenia è tornata al Padre il 10 agosto 1990.

Madre Eugenia però non si limitò a queste che già sono opere straordinarie, ma ebbe un filo diretto con Dio Padre, il quale le fece dono di visite frequenti e messaggi mirati o per l’umanità. Si tratta dell’unica rivelazione fatta personalmente da Dio Padre e riconosciuta autentica dalla Chiesa dopo dieci anni di rigorosissimi esami.

Per essere conosciuto, amato ed onorato con culto speciale non chiedo niente di straordinario. Desidero soltanto questo:

1. che un giorno, o almeno una domenica, sia consacrato ad onorarMi in modo del tutto particolare sotto il nome di Padre dell’umanità tutta intera. Vorrei per questa festa una messa ed un ufficio proprio. Non è difficile trovare i testi nella Sacra Scrittura. Se preferite renderMi questo culto speciale una domenica, Io scelgo la prima domenica di agosto, se prendete un giorno della settimana, preferisco che sia sempre il 7 di questo stesso mese.

2. Che tutto il clero si impegni a sviluppare questo culto e soprattutto che Mi faccia conoscere agli uomini come sono e come sarò sempre presso di loro, cioè il Padre più tenero e più amabile di tutti i padri.

3. dioDesidero che il clero Mi faccia entrare in tutte le famiglie, negli ospedali, anche nei laboratori ed officine, nelle caserme, nelle sale ove i ministri delle nazioni prendono decisioni, infine ovunque si trovino le Mie creature, anche se ce ne fosse soltanto una! Che il segno tangibile della mia invisibile presenza sia una immagine che mostri che Io sono realmente là, presente. Così tutti gli uomini farannotutte le loro azioni sotto lo sguardo del loro Padre e Io stesso avrò sotto i miei occhi la creatura che ho adottata dopo averla creata, così tutti i miei figli saranno come sotto lo sguardo del loro tenero padre. Indubbiamente anche adesso sono dovunque, ma vorrei essere rappresentato in una maniera sensibile!

Madre Eugenia incaricò un valido pittore di dipingere il Padre così come lei lo aveva visto: capelli neri e lunghi, occhi scuri, senza barba, con lo scettro e la corona ai piedi. Il fatto che non avesse la barba trovò irriducibile opposizione negli ambienti ecclesiastici e fu motivo di grandi amarezze per la Madre Eugenia che dovette infine ordinare al pittore di ritoccare il volto aggiungendo una folta barba nera. Solo allora fu permessa la divulgazione dell’immagine.

Dio padre34. Che durante l’anno il clero e i fedeli adottino alcuni esercizi di pietà in mio onore, senza nuocere alle loro abituali occupazioni. Che senza timore i miei sacerdoti vadano ovunque, in tutte le nazioni, a portare agli uomini la fiamma del mio Paterno Amore. Allora le Anime saranno illuminate, conquistate, non solo tra gli infedeli, ma in tutte le sette che non sono della vera Chiesa. Sì, che anche questi uomini, che sono figli miei, vedano brillare questa fiamma davanti a loro, che conoscano la verità, che l’abbraccino e pratichino tutte le virtù cristiane.

La sacra immagine fatta realizzare da Madre Eugenia 

5.Vorrei essere onorato in modo tutto particolare nei seminari, nei noviziati, nelle scuole e nei pensionati. Che tutti, dal più piccolo al più grande, possano conoscerMi ed amarMi come loro Padre, loro Creatore e loro Salvatore.

6. Che i sacerdoti si impegnino a cercare nelle Sacre Scritture ciò che ho detto in altri tempi e che è rimasto finora ignorato, relativamente al culto che desidero ricevere dagli uomini. Che lavorino anche per far giungere i miei desideri e la mia volontà a tutti i fedeli e a tutti gli uomini, specificando ciò che dirò per tutti gli uomini in generale e – in particolare – per i sacerdoti, religiosi e religiose. Quelle sono le anime che scelgo per renderMi grandi omaggi, più che gli uomini del mondo.

 Durante l’inchiesta, Suor Eugenia dette prova di grande pazienza e di perfetta docilità, sottomettendosi a tutti gli esami medici senza lamentarsi, rispondendo agli interrogatori, spesso lunghi e penosi, delle Commissioni teologiche e mediche, accettando le contraddizioni e le prove.

dio padre1Dal 1980 l’Amore del Padre viene testimoniato in molte città italiane e straniere con delle veglie di preghiera notturna dalle ore 21 del giorno 6 alle ore 6 del giorno 7 di ogni mese, dinanzi al Santissimo solennemente esposto. Dove possibile si inizia e si conclude con la Santa Messa. Durante la veglia si recita l’intero Rosario di Maria e il Rosario del Padre. L’intenzione è che il Padre sia conosciuto, onorato ed amato da tutti gli uomini e che venga presto il Suo Regno d’Amore.

Ecco il vero scopo della mia venuta:

1. Vengo per bandire il timore eccessivo che le mie creature hanno di me e per far loro capire che la mia gioia consiste nell’essere conosciuto ed amato dai miei figli, cioè da tutta l’umanità presente e futura.

2. Vengo a portare la speranza agli uomini e alle nazioni. Quanti l’hanno già perduta da molto tempo! Questa speranza li farà vivere nella pace e nella sicurezza lavorando per la loro salvezza.

3. Vengo per farMi conoscere così come sono. Perché la fiducia degli uomini aumenti contemporaneamente al loro amore per Me, loro Padre, che non ho che una sola preoccupazione: quella di vegliare su tutti gli uomini e di amarli come miei figli.”

Dio (3)L’Armata Bianca un’Associazione ecclesiale fondata nel 1973 dal cappuccino Padre Andrea D’Ascanio per volontà del San Pio da Pietrelcina dei frati minori di San Francesco d’Assisi e del Servo di Dio Padre Pio Dellepiane, dei frati minimi di San Francesco di Paola, suoi padri spirituali sta cercando di diffondere i messaggi di Madre Eugenia per far conoscere a tutti l’amore del Padre per i Suoi figli.

Per saperne di più   http://www.armatabianca.org/it-IT/dio-padre/41-il-messaggio-del-padre-a-madre-eugenia-elisabetta-ravasio

LA PREGHIERA DI MADRE EUGENIA A DIO PADRE

Le stelle, il firmamento; ogni uomo presente e futuro; il mondo, l’universo; tutto il creato adopero ogni momento, tutti i giorni fino alla fine dei tempi, per chiamarti PADRE in ognuno.

E, per ognuno: PADRE, Ti amo! PADRE, Ti lodo! PADRE, Ti canto! PADRE, Ti adoro! PADRE, magnifico la Tua immensa Paternità, perché non lasci mai nessuno solo!

Sei il PADRE vicino! Che ci chiami col Tuo Spirito di fuoco che arde e ci solleva, ci infiamma per Gesù, Tuo Figlio primogenito!

PADRE! In Te vivo! In Te credo! In Te spero! In Te mi riposo! Per Te e in Te mi addormento e vengo a Te per sempre con amore nel Tuo Amore! Amen.

(da il libro delle novene ed. Ancilla)

NOVENA DI MADRE EUGENIA

(Per Ipsum, cum Ipso et in Ipso)Dio padre1

DIO E’ MIO PADRE

Padre mio che sei nei cieli, com’è dolce e soave il saper che Tu sei mio Padre e che io sono figlio Tuo. E’ soprattutto quando è cupo il cielo dell’anima mia e più pesante la mia croce, che sento il bisogno di ripeterTi: Padre credo al Tuo Amore per me! Sì, credo che Tu mi sei Padre ogni momento della vita e che io sono Tuo figlio! Credo, che mi ami con Amore infinito! Credo, che vegli giorno e notte su di me e neppure un capello cade dalla mia testa senza il Tuo permesso! Credo che, infinitamente Sapiente, sai meglio di me ciò che mi è utile. Credo che, infinitamente Potente, puoi trarre il bene anche dal male. Credo che, infinitamente Buono, far servir tutto a vantaggio di quelli che Ti amano; ed anche sotto le mani che percuotono, io bacio la Tua mano che guarisce!

Credo …., ma aumenta in me la fede, la Speranza e la Carità! 

Insegnami ad aver sempre il Tuo Amore come guida in ogni evento della mia vita. Insegnami ad abbandonarmi a Te a guisa di un bimbo nelle braccia della mamma. Padre, Tu sai tutto, Tu vedi tutto, Tu mi conosci meglio di quanto io mi conosca: Tu puoi tutto e Tu mi ami! Padre mio, poichè Tu vuoi che ricorriamo sempre a Te, eccomi con fiducia a chiederTi, con Gesù e Maria ……. (chiedere la grazia desiderata). Per questa intenzione, unendomi ai loro Sacratissimi Cuori Ti offro tutte le mie preghiere, i miei sacrifici e le mortificazioni, tutte le mie azioni ed una maggiore fedeltà al mio dovere.

Dio

Dammi la Luce, la Grazia e la Forza dello Spirito Santo. Confermami in questo Spirito in modo ch’io non abbia mai a perderLo, nè a contristarLo nè ad affievolirLo in me. Padre mio, è in nome di Gesù, Tuo Figlio, che Te lo domando! E Tu, o Gesù, apri il Tuo cuore e mettivi il mio, e con quello di Maria offrilo al nostro Divin Padre! …….. Ottienimi la grazia di cui ho bisogno! Padre Divino, chiama a Te gli uomini tutti. Il mondo intero proclami la Tua Paterna Bontà e la Tua Divina Misericordia! Siimi tenero Padre, e proteggimi ovunque come  la pupilla del Tuo occhio.

Fa’ che io sia sempre degno figlio Tuo: abbi pietà di me! Padre Divino, dolce speranza delle anime nostre, Sii conosciuto, onorato ed amato da tutti gli uomini! Padre Divino, bontà infinita, che s’effonde su tutti i popoli. Sii conosciuto, onorato ed amato da tutti gli uomini! Padre Divino, rugiada benefica dell’umanità. Sii conosciuto, onorato ed amato da tutti gli uomini!

Se si recita questa preghiera come Novena per nove giorni consecutivi aggiungere: “Ti prometto di essere più generoso, specialmente in questi nove giorni, in tale circostanza ……. con quella persona …….” 

Padre mio, Padre buono, a Te mi offro a Te mi dono per la Tua Gloria!

Indulgenza parziale

Mons. Girard – Vicario Apostolico – Cairo (Egitto) 9 Ottobre 1935 – Jean Card. Verdier – Arcivescovo di Parigi – 8 Maggio 1936.

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NOVENA ALLE DIVINE TENEREZZE
ROSARIO A DIO PADRE

 

Fonti:  http://digilander.libero.it/divinocuore/milleret2.htmhttp://www.armatabianca.org/it-IT/dio-padre/41-il-messaggio-del-padre-a-madre-eugenia-elisabetta-ravasiohttp://blog.studenti.it/stelladelcieloit/archives/7314 http://www.preghiereagesuemaria.it/messaggiodelpadre/messaggio%20del%20padre.htm

MADONNA DELL’OLMO DI THIENE

MADONNA DELL’OLMO DI THIENE

Provincia di Vicenza e Diocesi di Padova (I) 1530

11-Thiene_Madonna_Olmo-Un’antica tradizione vuole che, nel 1530, la B. Vergine sia apparsa a tre pastorelle tra i rami di un olmo in un luogo solitario alla periferia di Thiene. Sul luogo dell’apparizione venne eretta una cappellina con l’immagine della “Madonna dell’Olmo”, che divenne subito oggetto di venerazione popolare.

La devozione aumentò molto, un’ottantina di anni dopo, con l’arrivo dei Cappuccini che provvidero ad erigere un conventino e una chiesa, nella quale fu inglobata anche la primitiva cappella della Madonna. La chiesa – consacrata il 22 settembre 1613 – misurava appena 32 x 21 metri, era a travature scoperte e aveva un coro per la preghiera comunitaria dei religiosi. Dietro il coro si apriva un umile chiostro (la parte più antica dell’odierno convento), cinto da un porticato quadrangolare, i cui spioventi erano sostenuti da architravi in legno poggianti su nudi pilastrini di mattone. Sopra la tettoia correvano le celle dei frati, con finestrelle tanto piccole da sembrare feritoie.

VIDEO-STORIA 

11-Thiene_Madonna_OlmoCon il passare del tempo, la devozione alla B. Vergine dell’Olmo andò diffondendosi in tutto il circondario, malgrado per le varie soppressioni i frati Cappuccini furono forzatamente assenti: dal 1769 al 1798, dal 1810 al 1843, e infine dal 1866 al 1900.

Dopo il loro ultimo ritorno, i Cappuccini continuarono a impegnarsi nel servizio del santuario. Nel biennio 1909-1910, in ricordo del III centenario del loro arrivo a Thiene, eressero l’attuale facciata (su disegno dell’arch. Pasinati). Nel 1922, per il VII della fondazione dell’Ordine francescano secolare (O.F.S.), costruirono una cappella in onore di S. Francesco. Infine, in coincidenza con il IV centenario delle apparizioni della Madonna dell’Olmo, nel 1930 innalzarono un elegante e slanciato campanile.

Tuttavia, l’aspetto attuale del santuario è dovuto ai radicali restauri resisi necessari dopo la II guerra mondiale. Fra il 1945 e il 1960, tra l’altro, venne abbattuta l’antica cappella dell’apparizione – ormai fatiscente – per ricostruirla più ampia e accogliente.

madonna dell'olmoAnche la chiesa e la cappella di S. Francesco furono in parte demolite e ampliate. L’altare maggiore, lavorato a bassorilievo dall’artista Danilo Andreose, fu provvisto di un tabernacolo marmoreo a forma di tempietto circolare. È opera di Angelo Gatto il grande mosaico di 165 metri quadrati che splende nel catino dell’abside e celebra il trionfo della B. Vergine.

Per finire ricordiamo che il convento dei Cappuccini di Thiene – il cui restauro si chiuse nel 1974 – fu a più riprese, nel corso degli anni, sede di studi filosofici e umanistici; e che nelle sue adiacenze fu inaugurato il 29 novembre 1957 il nuovo seminario minore.

Nel 2003, in seguito alla chiusura del seminario e della Scuola Media interna, sono state avviate diverse iniziative di animazione e accoglienza vocazionale, rivolte in particolare ad adolescenti e giovani. La parrocchia ha una casa estiva per campiscuola a Villaggio Fiorentini (Lastebasse, VI). (C)

Orario SS. Messe: festivo 7, 8.30, 10, 11.30, 17, 18.30 – festivo (sabato e vigilia di feste) 18.30 – feriale 7, 9, 17

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San Leopoldo Mandić 

 

Fonte: http://www.cappuccinivenezia.org/thiene.htm

Letture di martedì 01 luglio 2014

LETTURE DI MARTEDÌprocesion de madonna della foppa

01 luglio 2014

XIII Settimana del Tempo Ordinario – Anno II

MADONNA DELLA FOPPA

Gerosa -(BG – Italia) 1 luglio 1558 – Dalla tradizione orale e da alcuni documenti conservati nella parrocchia di Santa Croce e nel comune di Gerosa è possibile ricostruire la vicenda, che vede come protagoniste due pastorelle e una premurosa Madonnina. La storia dell’apparizione e le preghiere. 

S. Oliviero PlunkettSAN OLIVIERO PLUNKETT

vescovo e martire [1625-1681] Irlandese di origine finisce per amare l’Italia grazie ad un sacerdote italiano. In luinascerà il desiderio di guidare il suo paese in un periodo piuttosto duro per il cristianesimo, fino a dare la propria vita per esso. La storia raccontata da Alban Butler.

INIZIO NOVENA A SANTA VERONICA GIULIANI 
Popoli tutti, battete le mani, acclamate a
Dio con voci di gioia.

PREGHIERA DEL MATTINO

O Dio, che ci hai reso figli della luce con il tuo Spirito di adozione, fà che non ricadiamo nelle tenebre dell’errore, ma restiamo sempre luminosi nello splendore della verità. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo…

PRIMA LETTURA

Am 3,1-8; 4,11-12 –  Dal libro del profeta Amos.

Ascoltate questa parola che il Signore ha detto riguardo a voi, Israeliti, e riguardo a tutta la stirpe che ho fatto uscire dall’Egitto:
«Soltanto voi ho eletto tra tutte le stirpi della terra; perciò io vi farò scontare tutte le vostre iniquità». Amos-prophet
Camminano forse due uomini insieme senza essersi messi d’accordo? Ruggisce forse il leone nella foresta, se non ha qualche preda? Il leoncello manda un grido dalla sua tana se non ha preso nulla? Cade forse l’uccello a terra, se non gli è stata tesa un’insidia? Scatta forse la tagliola dal suolo, se non ha preso qualche cosa? Risuona forse la tromba nella città, senza che il popolo si metta in allarme? Avviene forse nella città una sventura, che non sia causata dal Signore?
In verità, il Signore non fa cosa alcuna senza aver rivelato il suo consiglio ai suoi servitori, i profeti. Ruggisce il leone: chi mai non trema? Il Signore Dio ha parlato: chi può non profetare?
Vi ho travolti come Dio aveva travolto Sòdoma e Gomorra; eravate come un tizzone strappato da un incendio: e non siete ritornati a me dice il Signore. Perciò ti tratterò così, Israele! Poichè questo devo fare di te, prepàrati all’incontro con il tuo Dio, o Israele!
C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.

SALMO RESPONSORIALE

Sal 5

RIT:Guidami, Signore, sulla via della giustizia.

Leviamo il capo: è vicina la nostra salvezzaTu non sei un Dio che si compiace del male; presso di te il malvagio non trova dimora; gli stolti non sostengono il tuo sguardo. RIT

Tu detesti chi fa il male, fai perire i bugiardi. Il Signore detesta sanguinari e ingannatori. RIT

Io per la tua grande misericordia entrerò nella tua casa; mi prostrerò con timore nel tuo santo tempio.RIT

CANTO AL VANGELO

Alleluia, Alleluia.

Il Signore è il tuo custode, veglia su di te; egli sta alla tua destra: non lascerà vacillare il tuo piede.

Alleluia.

VANGELO

Mt 8, 23-27 – Dal Vangelo secondo Matteo

tempesta‡ In quel tempo, essendo Gesù salito su una barca, i suoi discepoli lo seguirono.
Ed ecco scatenarsi nel mare una tempesta così violenta che la barca era ricoperta dalle onde; ed egli dormiva. Allora, accostatisi a lui, lo svegliarono dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!». Ed egli disse loro: «Perché avete paura, uomini di poca fede?» Quindi levatosi, sgridò i venti e il mare e si fece una grande bonaccia.
I presenti furono presi da stupore e dicevano: «Chi è mai costui al quale i venti e il mare obbediscono?».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

COMMENTO

La poca fede e la paura.

È sorprendente leggere nel vangelo di oggi che Gesù dorme mentre si sta scatenando una violenta tempesta che scaglia onde minacciose sulla barca dei suoi discepoli. È ancora più sorprendente costatare nella storia e nella vita che lo stesso Signore appaia talvolta disinteressato e assente mentre vicende minacciose si abbattono sul mondo, sulla sua Chiesa e sulle singole persone. Quel sonno e quel distacco ha scandalizzato e scandalizza molti, ha generato e genera spesso crisi di fede, ha indotto molti a parlare del silenzio di Dio, dell’assenza di Dio dal nostro mondo. Qualcuno è giunto a parlare tempesta sedatadella “morte di Dio” e, sulla stessa scia ha fortemente dubitato del suo amore per noi. Forse ci siamo dimenticati della causa della primordiale paura già percepita in modo intenso dai nostri progenitori, quando si sono ritrovati fuori del paradiso terrestre: «Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». È stato prima l’uomo a nascondersi a Dio, egli si è accecato nella presunzione di diventare come lui. Il rapporto uomo – Dio era basato sull’amore, dopo il peccato lo vediamo contrassegnato dalla paura e dalla nudità; il recupero avviene ora mediante la fede, che ci consente di vedere solo attraverso un velo. Quando manca la fede le burrasche assumono dimensioni distruttive. È quasi sempre l’uomo a scatenarle, ma non è capace di riconoscere le proprie responsabilità, apportare i necessari rimedi, anzi le attribuisce a Dio e osa incolparlo; emana condanne contro quel Dio che egli volutamente ignora. Non è quindi il silenzio o il disinteresse o ancor meno l’assenza o la morte di Dio la causa delle nostre disfatte, ma l’oscuramento dell’anima, il buio della fede che genera tempeste, violenze, sopraffazioni ed è ancora la stessa mancanza a scatenare la paura in coloro che le subiscono. Conosciamo bene il brano in cui l’ammonimento del Signore che ci ricordava di non aver paura di coloro che possono uccidere il corpo, ma piuttosto di coloro che possono distruggerci dentro creando l’inferno nella nostra vita. Ai nostri giorni malessere profondo e decantato progresso convivono assurdamente insieme e sono pochi coloro che con intelligenza e sapienza ne sanno scrutare difetti e valori. Il salmista così ci ammonisce: «Non vantatevi». E agli empi: «Non alzate la testa!». Non alzate la testa contro il cielo, non dite insulti a Dio». Lo stesso Signore, dopo la sua passione e risurrezione così ci rassicura: «Vi ho detto queste cose perché abbiate pace in me. Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!». (Preparato dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire)

gesù nella tempestaPREGHIERA DELLA SERA

O Padre Santo conduci la storia degli uomini alla salvezza eterna, ascolta le nostre preghiere e donaci la pace. In cambio Ti affidiamo, le gioie e le fatiche, le rinunce e gli atti di carità che siamo riusciti a fare in questo giorno e Ti ringraziamo con tutto il cuore per tutto quello che fai per noi e ci dai ogni giorno. Dio della nostra vita, accogli la preghiera della Chiesa che professa fiducia solo in Te che sei Dio e vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.

MADONNA DEL TROMPONE

 

MADONNA DEL TROMPONE

Moncrivello (VC) – Italia   26 Giugno 1562

b. vergine del tromponeLa Madonna del Trompone, chiamata anche Vergine Potente del Trompone ha voluto qui realizzare attraverso il suo primo progetto, manifestato con il miracolo della guarigione di una donna piemontese, la cura, la guarigione, la riabilitazione dei malati, valorizzandone la sofferenza umana.

Storia dell’Apparizione

Domenica di Miglianotto, da tutti conosciuta e chiamata Miglianotta, di Cigliano è una povera donna afflitta da gravi infermità. Gibbosa ed assai ricurva, da sei anni soggetta ogni giorno al mal caduco, è quasi incapace di parlare. Vive la sua vita di dolore e di tristezza, consolandosi unicamente con la preghiera. E’ solita passare, nei suoi brevi spostamenti, nella località chiamata Trompone, da un grosso ceppo di castagno scapezzato (in dialetto trumpa). Un giorno, mentre sta pregando, vede comparire proprio su quel tronco, in una luce vivissima, La Vergine Santissima, con in braccio il Bambino Gesù, che le sorride amabilmente. Nel medesimo tempo sente rifluire nel suo povero corpo la vita: la schiena le si drizza, la sua lingua si scioglie e tutti i mali se ne vanno. Si sente completamente guarita. La Madonna le avrebbe anche parlato dicendole che desiderava che si edificasse al Trompone una Chiesa, perché potesse diventare proprio lì distributrice di grazie ai sofferenti. La notizia del miracolo, come è naturale, si diffonde subito nei paesi vicini. La donna è molto conosciuta, per cui la guarigione è evidente. La gente accorre al Trompone per pregare la Madonna e per portare i propri malati sul luogo dell’apparizione. Si verificano subito nuovi miracoli: guarigioni di ciechi, di zoppi e di persone colpite da vari mali. Qualche mese dopo, il 19 agosto, Clero e popolo di Moncrivello convengono in processione al Trompone e, su di un altare mobile, il sacerdote Giovanni Battista Ferraris celebra una Messa solenne “in onore di Dio e della Vergine Santissima”,terminata la quale viene posta la prima pietra di una piccola chiesa.

VIDEO DEL SANTUARIO

Il Santuario

chiesaIl Marchese di Moncrivello, Cesare Majo, in occasione di un’udienza a Roma, informa il Papa dell’apparizione della Madonna del Trompone e del miracolo. Il Papa Pio IV, che da cardinale era stato Commendatario dell’ospedale Sant’Andrea di Vercelli, risponde con una Bolla, datata 31 agosto 1562, nella quale riconosce la guarigione della donna di Cigliano all’apparire “di una grande luce”, prende atto della devozione suscitata dall’avvenimento e delle numerose grazie ottenute, ed autorizza la costruzione di una Chiesa “senza obbligo di chiedere la licenza dell’Ordinario del luogo”. Concede inoltre l’indulgenza plenaria a tutti i fedeli che ogni anno visitano la Chiesa della Madonna del Trompone, in occasione della festa della Domenica in Albis. A spingere il Marchese ad interessarsi dell’apparizione fu la sua consorte, Gabriella di Valperga. Dopo alterne vicende, nel 1568 è completata la costruzione della Rotonda, alta 22 metri con un diametro di 10 metri che, in seguito sarà collegata con l’attuale Santuario, solenne e raccolto, in tre navate, consacrato il 13 ottobre 1783, dedicato alla Madonna con il titolo “Beata Vergine degli Angeli”.

La visita di San Carlo Borromeo ed il Seminariosantuario trompone

Nell’ottobre del 1584, durante il suo terzo viaggio a Torino, invitato dal duca Carlo Emanuele I, per venerare la Sacra Sindone, San Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano e nipote del Papa Pio IV, visita il Santuario della Madonna del Trompone e dispone che nelle vicinanze della Chiesa venga costruito un piccolo Seminario, collegato con quello di Vercelli, per attuare le disposizioni del Concilio di Trento appena concluso. Nel corso della storia, si alternano nell’animazione del Santuario i francescani, i Camaldolesi, ed infine nel 1881 ritorna il Seminario minore di Vercelli. In questa nuova fase il Seminario vede fiorire la vocazione di don Secondo Pollo, prima alunno, poi professore di Filosofia e Teologia e quindi cappellano militare coraggioso durante la seconda guerra mondiale. Il 26 dicembre 1941, colpito da un proiettile mentre assiste un alpino ferito, Don Pollo muore in Montenegro con sulle labbra le ultime parole “Vado con Dio che è tanto buono!”. Giovanni Paolo II lo beatifica a Vercelli il 23 maggio 1998.

xxIl Centro di recupero e rieducazione funzionale

Dopo la chiusura definitiva del Seminario minore, nel 1970, la Madonna fa incontrare il Servo di Dio Mons. Luigi Novarese, fondatore dei Silenziosi Operai della Croce, con l’arcivescovo Mons. Albino Mensa, e nasce al Trompone una struttura sanitaria riabilitativa, denominata Centro di recupero e rieducazione funzionale “Mons. Luigi Novarese”. La Madonna del Trompone, chiamata anche Vergine Potente del Trompone ha voluto così realizzare il suo primo progetto, manifestato con il miracolo della guarigione di Domenica Miglianotto: curare, guarire, riabilitare i malati e valorizzare la sofferenza umana.

Fonti: rivista “Maria Ausiliatrice” – aprile 2009, don Mario Morra salesiano www.trompone.it http://www.mariadinazareth.it/www2009/Apparizioni/Apparizione%20Moncrivello.htm

MADONNA DEL BAGNO

Madonna del Bagno

(Castiglion Fiorentino – Arezzo) – 1a domenica di giugno

madonna del bagnoA Noceta, a pochi chilometri da Castiglion Fiorentino in Val di Chio sorge il Santuario di Maria Ausiliatrice detta del Bagno, tra due colline, in un terreno aspro e sassoso. Anche qui a seguito di un’apparizione della madonna a due pastorelle sgorgò una sorgente miracolosa. 

La prima notizia storica sicura, riguardante il Santuario, è documentata nel “Libro dei Partiti” del Comune di Castiglion Fiorentino nell’anno 1527, che ci permette di ricostruire l’avvenimento. Si narra di un’apparizione della Madonna a due pastorelle. La Signora chiede loro di costruire una cappella. In quell’occasione sarebbero scaturite delle acque che divennero subito strumento di innumerevoli prodigi per gli infermi, che accorrevano da ogni parte.

Nell’anno 1200 circa, due giovani pastorelle, mentre sorvegliano il loro gregge, sono solite cantare semplici ed ingenue lodi attorno ad una edicola sulla quale è dipinta l’immagine della Madonna. Improvvisamente uno splendore le scuote, e tra la luce abbagliante appare loro una Signora maestosa e regale. Le due fanciulle, spaventate, stanno per darsi a precipitosa fuga, quando una voce amorevole le rassicura e dice loro:

madonna-del-bagno-castiglion-fiorentino«Figlie mie, non temete! Io sono Maria, la Madre di Dio, che volendo estendere a questi luoghi la mia speciale protezione, desidero aver qui eretto un tempio, modesto, ma che attesti la mia presenza ed il soggiorno della mia Virtù. Andate e dite ai vostri genitori che palesino il mio desiderio ai Reggitori del vicino Paese». 

Le fortunate ragazze narrano quanto hanno visto ed udito ai propri genitori i quali ne riferiscono immediatamente alle Autorità di Castiglion Fiorentino, che però, come è naturale, non prestano fede alcuna alla pia narrazione. L’Apparizione si ripete una seconda ed una terza volta. Questa ultima volta, quasi a conferma della richiesta, si aggiunge l’improvviso scaturire di una fonte d’acqua limpidissima.

La notizia delle diverse Apparizioni e più ancora della comparsa della sorgente, si diffonde in un baleno. La gente accorre in massa, constata la verità di quanto è stato riferito ed i Reggitori del Comune devono riconoscere per vero quanto accaduto. Quasi a riparare la primitiva incredulità, pongono subito mano alla costruzione di una modesta Cappella, nella quale racchiudono l’edicola davanti alla quale le ragazze hanno pregato. Viene pure costruita una piccola vasca per raccogliere le acque della prodigiosa sorgente, che subito si manifestano miracolose. I numerosi ex-voto di cui la Cappella è ripiena, ne danno testimonianza.

madonna-del-bagno-fNon è possibile sapere quale fosse l’Immagine riportata nella edicola. Quella attuale, in terracotta, rappresenta la Madonna seduta, con sulle ginocchia il Bambino benedicente, circondata da Angeli. Secondo un’antica tradizione, sarebbe opera del celebre pittore Andrea Sansovino, che nel 1513 fu a Castiglion Fiorentino al seguito del Papa Leone X. Di lui sarebbero anche le due statue, genuflesse in atto di devota venerazione, rappresentanti le due pastorelle, che si ammirano ai lati dell’altare.

Nel 1523, essendo ormai la modesta Cappella incapace di contenere i fedeli che accorrono da ogni parte, le Autorità del Comune ed il popolo tutto di Castiglion Fiorentino decidono di erigere, ad una distanza di circa venticinque braccia, una nuova chiesa più ampia e maestosa. Prima ancora che essa sia ultimata, vi è trasferita l’Immagine della Madonna, ma il giorno dopo, l’Immagine è ritrovata al suo solito posto. Questo fatto si verifica per ben tre volte, per cui si ritiene essere volontà della Madonna rimanere dove era apparsa e dove aveva fatto scaturire la sorgente prodigiosa.

Madonna del Bagno1Pertanto l’anno seguente, il Vescovo di Arezzo, Monsignor Francesco Minerbetti, con grande solennità e concorso di popolo, incorona di propria mano la venerata Immagine. Da allora, ogni anno, la prima domenica di giugno, le Autorità, il Clero ed il Popolo di Castiglion Fiorentino si recano processionalmente ad assistere alla Festa della Madonna del Bagno. La devozione verso la Madonna del Bagno cresce per le tante grazie che ricevono quanti vi accorrono, bevendo o bagnandosi con viva fede in quelle acque prodigiose.

Inoltre, un nuovo e più sorprendente prodigio, attestato dagli scrittori del tempo, inizia a manifestarsi. Nella notte del sabato, per vari anni, gli abitanti del villaggio della Noceta, vedono dalla sommità della Cappella della Madonna, sprigionarsi raggi luminosi, che si diffondono all’intorno rischiarando a lungo il Santuario e le sue adiacenze. Inizia subito un’altra devota usanza: molti, da vicino e da lontano, accorrono, in giorno di sabato, con grande devozione ed umiltà a visitare la Madonna del Bagno, ricevendone grandi grazie.

Ma resta sempre il problema dell’eccessiva ristrettezza della Cappella primitiva! Dopo un primo ingrandimento ad iniziativa di due sacerdoti, cugini fra loro, Tommaso e Ridolfo Schiani, la devozione dei fedeli e l’ardore del Rettore di quel tempo, si accingono alla difficile impresa di costruire una nuova Chiesa;Santuario_della_Madonna_del_Bagno di essa è posta la prima pietra il 1° aprile 1875, ed è aperta al culto pubblico il 14 agosto 1887. La nuova Chiesa dunque, è frutto della pietà dei fedeli delle diverse parrocchie della nobile terra di Castiglion Fiorentino, e più specialmente delle offerte e della mano d’opera dei fedeli di Noceta, animati dalla generosità del loro parroco, che impiegò nella santa iniziativa ogni suo avere.

L’usanza di bere o fare il bagno nelle sue acque è certamente antica. Questo santuario rappresenta quindi la piccola Lourdes della Val di Chio. Sorge in un luogo incantevole. La rupe, circondata da un mare di verde, custodisce da sette secoli l’eco dell’amoroso invito a onorarla, rivolto dalla Vergine alle pastorelle.

Fonti: Rivista “Maria Ausiliatrice“, gennaio 2007 – www.donbosco-torino.ithttp://www.mariadinazareth.it/apparizione%20castiglion%20fiorentino.htm

MADONNA NERA DI CHARTRES

MADONNA NERA DI CHARTRES

madonna_nera_chartres_eure_et_loire_francia_05La storia della Madonna nera di Chartres, ‘Virgini pariturae‘, ossia la Vergine che partorirà un bambino, nasce tra Druidi e Templari. La sua cattedrale è una delle più venerate e misteriose del mondo, anche per il luogo ove è situata, poichè secondo studiosi e ricercatori, sembra elevare lo spirito… ma anche il corpo. 

La città di Chartres sorge sulle rive del fiume Eure, in una fertile pianura, a una novantina di km a sudovest di Parigi. La sua cattedrale è una delle più venerate e misteriose del mondo, anche per il luogo ove è situata. Galli e Celti consideravano questa terra come sacra per l’energia che ne scaturiva, un’energia misteriosa che cambiava da stagione a stagione, qualcosa di così forte ed inspiegabile da creare un vero e proprio centro di insegnamento druidico. Furono proprio i Druidi (ossia i sacerdoti celtici della Gallia e Bretagna) che ebbero una visione profetica: una vergine che avrebbe dato alla luce un bambino!

cattedrale_Chartres_annonciationVIDEO VOYAGER 

1a parte – 2a parte3a parte

Fecero dunque intagliare nel tronco di un pero l’immagine di una fanciulla con l’infante sulle ginocchia e collocarono la statua accanto ad un pozzo e ad una fonte sacra battezzandola: ‘Vergine Sotterranea’. L’iscrizione fu modificata più tardi in ‘Virgini pariturae‘, ossia la Vergine che partorirà un bambino.

Quando i primi cristiani giunsero a Chartres, nel III secolo, videro la scultura della Vergine, ormai annerita dal tempo e situata in una grotta, e la adorarono come la Vergine Nera. La chiesa che costruirono sul luogo fu consacrata alla Madonna, come tutte le altre chiese e cattedrali erette successivamente. La nicchia fu detta ‘Grotta dei Druidi’ e fu inglobata nella cripta della chiesa, e, per ragioni che ignoriamo, il pozzo accanto ad essa fu denominato ‘Pozzo dei Forti’.

Il velo della Madonna Nera è una reliquia molto importante che fu offerta nell’876 alla cattedrale da Carlo il Calvo, imperatore del Sacro Romano Impero. Secondo la tradizione, questo velo è la camicia che portava Maria al momento dell’Annunciazione, quando concepì il Verbo. Questa importante reliquia fu meta di numerosi pellegrinaggi.

 

Sul luogo, sorsero successivamente sei chiese; le prime cinque furono distrutte da incendi, ma ogni volta ne era eretta una nuova a testimonianza della fede e della sconfinata energia dei pellegrini, cittadini, costruttori ed 2875164090_7d7dc5d70earchitetti. Durante l’incendio della vecchia chiesa, nel 1194, si credette che il Velo della Madonna Nera fosse andato perduto, ma venne ritrovato intatto. La reliquia era custodita in una cassa di grande valore, ma i gioielli furono venduti durante la rivoluzione. Anche il Velo della Madonna Nera fu tagliato in diverse porzioni, che furono vendute. Il Velo è sempre esposto nel deambulatorio, al lato nord, in una delle cappelle absidali.

Anche la costruzione della sesta e ultima chiesa, la cattedrale gotica odierna, è avvolta nel mistero. Non esiste, infatti, alcun resoconto esauriente della progettazione o dell’edificazione di uno dei massimi capolavori architettonici del mondo.

Da varie informazioni frammentarie si delinea una vicenda assai singolare. La storia ha inizio con Bernardo di Chiaravalle, fondatore dell’ordine monacale dei cistercensi, che ispirò nove cavalieri di Francia ad abbandonare i loro possedimenti mondani e ad andare in cerca dei segreti che si riteneva giacessero sepolti nel “Sancta Sanctorum”, sotto le rovine del Tempio di Salomone a Gerusalemme.

I nove, che passarono alla storia come i Templari, trascorsero quasi dieci anni in Terrasanta, facendo ritorno in Francia nel 1128 altrettanto misteriosamente di come ne erano partiti. L’architettura gotica cominciò a fiorire proprio in quell’epoca ma nessuno sa dove e come fu gettato il primo seme di questo stile e quando un incendio distrusse nel 1194 gran parte della prima cattedrale di Chartres (ma non la tunica della Vergine), i cistercensi ne sapevano abbastanza 20050921CathChartresBda applicare in pratica i principi d’ingegneria sacra. In soli trent’anni, riuscirono a creare un santuario così straordinario che solo pochi entrando non ne restano commossi: le proporzioni, l’orientamento, la posizione e il simbolismo, tutto è stato concepito per risvegliare la psiche e ritemprare lo spirito.

La venerata cattedrale è un centro di azione spirituale. Si dice che abbia il potere di trasformare gli uomini, di farli assurgere a uno stato spirituale più elevato, proprio come gli alchimisti trasmuterebbero il vile metallo in oro. Giunti alla Grande Porta Ovest, ossia alla soglia della cattedrale, alcuni pellegrini scoprono di aver assunto una positura più eretta, con il capo sollevato. Pare, infatti, che la struttura interna della chiesa produca sul corpo un tangibile effetto d’innalzamento, quasi a prepararlo a ricevere le emanazioni telluriche dal basso e l’ispirazione divina dall’alto. Louis Charpentier, il ricercatore francese che indaga sui misteri di Chartres, afferma:

…dal punto di vista fisiologico, le correnti, telluriche o di altro genere, possono penetrare nell’uomo solo attraverso una colonna vertebrale diritta e verticale. L’uomo può innalzarsi di stato solo mantenendosi ben ritto“.

La cattedrale di Chartres cela molti piccoli misteri, come il lastrone disposto rettangolarmente rispetto alle altre pietre nell’ala ovest del transetto sud, che viene illuminato a mezzogiorno del solstizio d’estate, e ovviamente era stato progettato proprio perchè ciò avvenisse proprio lì. 

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Il Labirinto della Cattedrale di Chatres

Il labirinto di Chartres, opera del XII secolo, è una figura geometrica circolare inscritta in larghezza sul pavimento della navata centrale. Rappresenta un percorso continuo lungo 261,5 m che va dall’esterno all’interno del cerchio, con una successione di curve e archi di cerchio concentrici. Una delle sue particolarità è che i percorsi, sia dal centro che dal perimetro, presentano la stessa successione di curve e archi.

Alcuni pensano che il labirinto rappresenti un cammino simbolico che porta l’uomo dalla terra a Dio e il centro della figura rappresenta appunto la città di Dio, altri pensano (seguendo la corrente catara) che sia un Sancta Sanctorum, un percorso che ti permette il cammino interiore per giungere a Dio attraverso la preghiera che culmina proprio nella rosa a sei petali che alcuni credono essere l’emblema della preghiera del Padre nostro. Il percorso del labirinto non consiste solo nell’andare verso il centro, ma anche a ripartire da lì. Il pellegrino è invitato a seguire la linea tracciata davanti a lui, in modo da salire verso il coro della cattedrale, verso oriente, cioè la luce.

La pianta di Chartres fu probabilmente concepita secondo proporzioni che ubbidiscono alla legge del Numero Aureo, il 1618. Le distanze tra le colonne, e le lunghezze della navata, dei transetti e del coro, sono tutte multiple del Numero Aureo.

Fonti: http://www.tanogabo.it/Chartres.htmhttp://it.wikipedia.org/wiki/Cattedrale_di_Chartres

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Novena dell’Annunciazione di Nostro Signore

Novena dell’Annunciazione di Nostro Signore 

(dal 17 al 25 Marzo) 

annunciazione4La novena dell’Annunciazione è molto simile alla preghiera dell’Angelus e molto gradita alla Vergine Maria, per la tenerezza che le procura il ricordo della visita del messaggero divino. E’ strutturata in nove piccole parti, ma da ripetere ogni giorno immergendoci come Maria stessa nel mistero di Cristo!

DA RIPETERE PER 9 GIORNI CONSECUTIVI PRIMI DELLA FESTA

«Entrando da lei  (l’angelo) disse: “Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te”» (Lc 1,28). Sia benedetto, o Maria, il saluto celeste che l’Angelo di Dio Ti rivolse nell’Annunciazione.  Ave Maria

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«…Ti saluto, o piena di grazia» (Lc 1,28). Sia benedetta, o Maria, la grazia sublime di cui l’Angelo di Dio Ti dichiarò piena. Ave Maria

«L’Angelo le disse: “ Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù”» (Lc 1,30-31). Sia benedetto, o Maria, il lieto annuncio che l’Angelo di Dio Ti recò dal cielo. Ave Maria

annunciazione

 

«Allora Maria disse: “Eccomi, sono la serva del Signore”» (Lc 1,38). Sia benedetto, o Maria, il saluto celeste che l’Angelo di Dio Ti rivolse nell’Annunciazione. Ave Maria

 

«Avvenga di me quello che hai detto» (Lc 1,38). Sia benedetta, o Maria, la perfetta adesione con cui rispondesti alla Volontà di Dio. – Ave Maria

 

«La vergine concepirà e partorirà un figlio» (Is 7,14). Sia benedetta, o Maria, l’angelica purezza con cui accogliesti nel tuo seno il Verbo di Dio. – Ave Maria

Annunciazione 2

«In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini» (Gv 1,4). Sia benedetto, o Maria, il beato momento in cui il Figlio di Dio si vestì della tua carne. – Ave Maria

 

«A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?» (Lc 1,43). Sia benedetto, o Maria, l’attimo sublime in cui divenisti Madre del Figlio di Dio. Ave Maria

 

«Il Signore è mia luce e mia salvezza» (Sal 27,1). Sia benedetto, o Maria, il tanto atteso momento in cui iniziò la salvezza umana con l’Incarnazione del Figlio di Dio. – Ave Maria

Ave Maria, piena di grazia.

Il Signore è con Te!

The Annunciation by Henry Ossawa Tanner 1896Preghiamo

O Dio che tramite l’annuncio dell’Angelo ci hai fatto conoscere l’incarnazione del tuo Verbo nel grembo verginale di Maria, Ti preghiamo di guidarci fino a Te per i meriti della Passione e della Croce di tuo Figlio e nostro Signore Gesù Cristo e per l’intercessione dell’Immacolata sempre Vergine Maria, sua e nostra tenera Madre.

FonteIl libro delle novene ed. Ancilla

Nostra Signora di Garaison

Nostra Signora di Garaison

(Monlèon – Tarbes – Alti Pirenei) – 1515

garaison_statua2La protagonista di questa apparizione è una pastorella dodicenne cui la Madonna trasforma il povero pane nero in profumato e soffice pane bianco chiedendo in cambio vicino ad una fonte che rende miracolosa una cappella.

Nel 1515 la vergine apparve presso una fonte ad una pastorella dodicenne, Anglèse de Sagazan, dicendole che era la Madre del Redentore Gesù Cristo e che aveva scelto quel luogo per colmarlo di benedizioni; che le si costruisse perciò una cappella e a tal fine avvertisse suo padre affinché ne desse notizia agli abitanti del luogo. La ragazza corse ad avvertire il genitore, che prontamente eseguì la commissione.

Anglèse a dodici anni, come al solito fa pascolare le sue pecore vicino alla casa familiare, quando ad un tratto decide di sedersi in mezzo ai fiori vicino ad una sorgente sotto un biancospino. Iniziò a mangiarsi un pezzo di pane duro e nero, il suo cibo quotidiano. Improvvisamente appare davanti a lei una signora luminosa vestita di un abito bianco che gli sorride teneramente:

garaisonNon temete niente, sono la Vergine Maria, la Madre di Dio. Andate a dire al Rettore di Monléon che deve costruire qui una cappella, perché ho scelto questo luogo e spargerò i miei doni“.

E la Vergine svanisce nell’aria. Anglèse va ad avvertire suo padre Guilhem di Sagazan che va subito a Monléon dal Rettore. Questo ascoltò tutto ma rimase un poco scettico. Il messaggio non fu creduto.

L’indomani, nello stesso luogo, la Vergine riappare ad Anglèse. Questa gli rende conto del suo insuccesso. La Vergine rinnova la sua domanda, Anglèse ritorna da suo padre che incontra il Rettore. Questo è più attento ma pretende delle prove.

La ragazza il giorno successivo si recò ancora alla fonte alla stessa ora, ma questa volta Anglèse è accompagnata da alcuni membri della sua famiglia e da alcuni vicini. La Vergine sarà più concreta, più prosaica, più realistica. Se i testimoni non vedranno niente, sentiranno la Vergine:

“Cercate nel vostro armadietto del pane e nel vostro cestino del pane”.

garaison_cappella
Cappella di Garaison

Il piccolo pane nero che la veggente portava in un cesto si era trasformato in un pane bianco. Si affrettano tutti verso la casa di Anglèse per andare a vedere il baule dove conservavano il pane: anche quello è diventato bianco e vi sono anche altre provviste per le necessità della famiglia. La promessa fu confermata ed i due miracoli riconosciuti e gli abitanti di Monlèon si recarono in processione alla fonte, piantandovi una croce. Grazie ai miracoli che vi si verificarono, si costruì una cappelletta e più tardi una chiesa. 

L’acqua della sorgente è miracolosa: guarisce!

Nel 1540 solamente una cappella degna di questo nome sarà costruita. 

Esiste un documento del 1625 che riporta la descrizione di quest’apparizione. Da notare che Garaison è la deformazione dialettale di “guérison” che significa guarigione. A Monléon, alcuni eretici buttarono la statua in un braciere ma non sì consumò.

La pastorella si ritirerà nel convento cistercense di Fabas a quaranta chilometri di là: rimane novizia durante sei anni per la sola ragione che gli statuti dell’abbazia prevedono che siano ammesse unicamente le ragazze che portano una dote ai voti solenni. Si comprende l’imbarazzo della badessa perché questa situazione è difficilmente accettabile per una protetta della Vergine. Ma si finirà per trovare un compromesso: i Consoli di Monléon, in accordo con la Madre Badessa, decidono che Anglèse sarebbe divenuta professa e tenuta a spese della Cappella di cui hanno il carico, situazione che si concretizzerà solamente nel 1543. Ma Anglèse non soffrì per niente di questa situazione frustrante; diventa l’ammirazione della comunità ed un favore gli viene concesso: quello di andare in certi particolari giorni alla cappella di Garaison dove trascorre la sera e la notte in preghiera. Ma la cosa si sa, il suo arrivo è spiato, si bacia il suo abito o se ne taglia un pezzo per farne una reliquia; ciò diventa insopportabile all’umiltà di Anglèse che limiterà le
sue uscite ad una sola per anno.
Finirà i suoi giorni nel 1582 a Fabas. I suoi resti saranno rimpatriati a Garaison nel 1958.

Il miracolo della statua
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La statua caduta nel fuoco e rimasta intatta

Un altro evento straordinario accadde a Garaison: all’epoca delle guerre di religione, nel 1590, un calvinista accanito che non trova niente da saccheggiare a Garaison accanisce la sua rabbia su una piccola statua della Vergine, detta “Vergine della Pietà” scolpita nel legno. Fa’ accendere un grande fuoco e vi getta la statua. Resta due ore nel braciere e la statua recuperata è intatta!

SANTUARIO DI NOTRE-DAME DE GARAISON – (70 KM DA LOURDES)

65670 Monléon-Magnoac

Tel/Fax 33 (0)5 62 99 49 41

Prendere la direzione Bagnères-de-Bigorre, Tournay, Lannemezan, poi Castelnau Magnoac (D929)

Fonte: http://www.mariadinazareth.it/apparizione%20garaison.htm

NATALE DEL SIGNORE

NATALE DEL SIGNORE

25 dicembre 

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Dopo tante teorie sul Natale del Signore, la scoperta archeologica del Calendario di Qumran e il ritrovamento del Libro dei Giubilei, dimostrano l’autenticità della data di nascita di Nostro Signore Gesù Cristo.    

Da molto tempo si ritiene che il 25 dicembre sia una data convenzionale, scelta dai cristiani come nascita di Gesù Cristo per contrastare la festa pagana del Sol Invictus.

Una seconda tesi, si rifà alla tradizione dei patriarchi ebrei e all'”ipotesi del calcolo”. Una terza tesi, sostenuta da ben più validi e decisivi argomenti, si basa invece sull’archeologia e sostiene che il 25 dicembre sia effettivamente la data storica della nascita di Gesù Cristo. A sostegno di questa tesi un ben ampio articolo dell’UCCR, (Unione Cristiani Cattolici Razionali).

sacra famiglia con gioacchino ed annaL’unica data certa che abbiamo avuto fin ora relativamente alla figura di Cristo è la data della sua morte. La Pasqua è infatti astronomicamente fissata al 14 del mese ebraico di Nisan, poco prima dell’inizio della festa ebraica, ovvero all’alba della domenica 9 aprile dell’anno 30 d. C , così come la data della sua morte: circa alle 15 pomeridiane del venerdì 7 aprile del medesimo anno 30.

Ma perchè nei vangeli non viene specificata la data di nascita del redentore? Gli antichi ebrei non celebravano un santo se non nel giorno della sua morte, ecco spiegato perchè non si era data la giusta importanza a questo evento.

“Soltanto nel II e III secolo i cristiani cominciarono a prendere in considerazione anche la data di nascita di Gesù, anche se con una certa diffidenzaOrigene di Alessandria (185-254 d.C.) dichiara infatti che «nelle Scritture sono i peccatori, e non i santi, che celebrano la loro nascita», facendo riferimento alle “feste di compleanno” (natalia) degli imperatori. Nel 200 d.C. Clemente d’Alessandria affermò lamentandosi: «C’è poi chi, con più minuziosa pedanteria, cerca di assegnare alla nascita del Salvatore non solo l’anno, ma il giorno: e sarebbe il 25 del mese di Pachon [ossia il 20 maggio] del ventottesimo anno di Augusto» (Stromati, I,21,145.6).”

Nel momento in cui si è cercato di dare una data alla nascita del Cristo non vi fu concordanza se non nel IV secolo in Occidente, fissando in tal modo l’attenzione sulla realtà umana di Cristo. Ma rimane il dubbio di chi abbia usato per primo la data del 25 dicembre.

Ia teoria

Natalis Solis InvictiSecondo la prima teoria la data del 25 dicembre venne fissata per sostituire la festa del Natalis Solis Invicti, con la celebrazione della nascita di Cristo, indicato nel Libro di Malachia come nuovo “sole di Giustizia” (cfr. Malachia III, 20)

[…] diversi autori cristiani contemporanei ai fatti, come Ambrogio (c. 339-397) hanno avanzato una connessione tra il solstizio d’inverno e la nascita di Gesù, descrivendo Cristo come il vero sole che ha eclissato gli dei caduti del vecchio ordine, ma mai alludendo a una “operazione politica” della Chiesa, piuttosto osservando la coincidenza come un segno provvidenziale, come prova naturale che Dio aveva scelto Gesù nel corso dei falsi dei pagani.

II teoria

Diversi studiosi hanno avanzato un’altra ipotesi rispetto a quella precedentemente esposta: hanno anch’essi appoggiato l’idea che la scelta del 25 dicembre sia stata convenzionale/simbolica da parte della chiesa primitiva, ma affermano che natale3essa sia stata identificata usando criteri indipendenti e non necessariamente legati alle feste pagane, anche se sovrapponibili.

Si parla di “ipotesi del calcolo ovvero ci si rifà alla tradizione dei patriarchi ebrei che per la loro santità dovevano essere morti nella data del loro compleanno. Attraverso questo calcolo e facendo riferimento al giorno in cui fu concepito Gesù Cristo (25 marzo), il Natale del Signore doveva essere posizionato esattamente 9 mesi dopo e lo stesso giorno della sua morte: il 25 dicembre (solstizio d’inverno).

Secondo le idee del tempo si riteneva che la creazione del mondo fosse avvenuta all’equinozio di primavera, assegnato allora al 25 di marzo (non al 21). Ragionando secondo questa idea, si riteneva che anche la seconda creazione, ossia la concezione di Cristo nel seno di Maria, doveva essere avvenuta il 25 di marzo. Ne derivava di conseguenza che la nascita del Salvatore andava assegnata al 25 dicembre, nove mesi dopo la sua concezione.

[…] il 25 dicembre il sole riprende la sua ascesa dopo il solstizio invernale. Era questo un particolare che induceva gli antichi a collegarvi il sorgere del Sole di giustizia, che è Cristo Signore.

III teoria

Calendario di QumranAltri studiosi si discostano dalle due tesi precedenti e affermano che il 25 dicembre non è affatto una data simbolica-convenzionale, ma è la vera data storicamente esatta della nascita di Cristo.

“Questa teoria è basata sulle importanti scoperte archeologiche di Qumran, grazie al Calendario di Qumran e al ritrovamento sopratutto del Libro dei Giubilei (II secolo a.C.). L’evangelista Luca riferisce che l’arcangelo Gabriele annunciò a Zaccaria la nascita del figlio Giovanni Battista, mentre egli stava svolgendo le sue funzioni sacerdotali davanti a Dio nel tempio, nel turno di Abia (Lc 1,62). Nel 1953 la grande specialista francese Annie Jaubert ha studiato il calendario del Libro dei Giubilei, scoprendo che numerosi frammenti di tale testo dimostrano non solo che esso era stato fatto proprio dagli esseni, ma che essi lo avevano usato almeno fino al I secolo d.C.[…] Una volta accertata l’autenticità di tale testo il calcolo della distanza tra la nascita di Giovanni Battista e il Natale del Signore nostro Gesù Cristo, porta proprio alla data del 25 dicembre, possiamo dunque affermare che è storicamente fondata.

IV teoria
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Shemaryahu Talmon

In un articolo sul Corriere della Sera Vittorio Messori ha svelato l’arcano, citando uno studio del professore israeliano Shemaryahu Talmon che è riuscito a verificare le date in cui Zaccaria, padre di Giovanni il Battista, era di servizio al tempio di Gerusalemme.

Dato che sappiamo dal Vangelo che il concepimento di Giovanni avviene in quel periodo, e che precede di sei mesi l’annuncio a Maria, e considerati altri riferimenti incrociati, possiamo affermare con una certa sicurezza che Gesù nacque proprio il 25 dicembre. Il suo studio risale addirittura al 1958, anche se la sua portata è stata presa in seria considerazione solo recentemente.

In particolare, la vera “disvelazione” di questa storia del 25 dicembre avvenne alla vigilia di Natale del 1998, quando sull’Osservatore Romano apparve l’articolo “24 giugno, 23 settembre, 25 dicembre: date storiche” del professor Tommaso Federici.

shemaryahu-talmonQuello che viene fuori da tutto questo, però, è anche un’altra cosa: la conferma che, prendendo a prestito le parole di Federici, “il 23 settembre e il 24 giugno per l’annuncio e la nascita di Giovanni il Battista, e il 25 marzo e il 25 dicembre per l’annunciazione del Signore e per la sua nascita, non furono arbitrarie, e non provengono da ideologie di riporto. Le Chiese avevano conservato memorie ininterrotte, e quando decisero di renderle celebrazioni “liturgiche” non fecero che sanzionare un uso immemoriale della devozione popolare.

In altre parole, il fatto che attraverso studi lunghi e accurati finiamo per confermare che la Chiesa ha tramandato per migliaia di anni, quello che il Papa non fa altro che riconoscere e avallare nel momento in cui rischiano di essere dimenticate o confuse. Vedi il caso dell’Immacolata Concezione, o di tutti quei dogmi che, tutt’altro che essere imposti dall’alto, erano verità conosciute da sempre ai fedeli e a cui mancava semplicemente la “carta da bollo”.

L’articolo dell’UCCR

Fonti: http://www.uccronline.it/2012/12/23/la-festa-del-25-dicembre-e-storicamente-accertata-non-e-pagana/; http://it.wikipedia.org/wiki/Natale

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MADONNA DELLA MADIA

Madonna della Madia

patrona e protettrice della città di Monopoli (14-16 dicembre)

Madonna_della_Madia,_santinoUn’icona che compare su di una zattera che porta le travi necessarie alla costruzione del tetto della Basilica. Questa la storia della Madonna della Madia, diventata parte integrante del centro storico di Monopoli.

Le prime due testimonianze dell’approdo della venerata Icona fanno riferimento a due testi, entrambi del 1643 e sostanzialmente convergenti sulla versione dei fatti: il primo è una Historia et Miracoli della divota e miracolosa Imagine della Madonna della Madia di Francesco Antonio Glianes, arcidiacono della Cattedrale di Monopoli. L’altro, in latino, è nel primo volume della Italia Sacra di Ferdinando Ughelli, e scritto dal teologo della Cattedrale, Giovanni Francesco Cimino. Probabilmente entrambe le fonti attingevano a materiale ancora più antico, non solo orale ma soprattutto scritto (per esempio documenti pubblici dell’archivio della Cattedrale stessa).

La dottoressa Fabiola Locoselli, presidente dell’associazione culturale PIETRE VIVE di Monopoli, racconta le fasi del tradizionale approdo della madonna della Madia nel porto di Monopoli attraverso il ciclo pittorico di Michelangelo Signorile conservato nella cattedrale. Inoltre tutti i “segreti” dell’Icona vengono svelati.

Secondo le fonti prima citate, l’evento miracoloso accadde nella notte tra il 15 e il 16 dicembre 1117. La Madonna, in quella notte, andò in sogno al sacrestano della cattedrale di nome Mercurio dicendogli che le travi, tanto agognate dal prelato locale, il Vescovo Romualdo, per la costruzione del tetto Sognodella Basilica, erano al porto. Mercurio si recò allora dal vescovo per riferirgli ciò aveva sognato ma venne tacciato di ubriachezza: tornato a casa ebbe di nuovo la visione di Maria che, sdegnata, gli ripeteva le stesse parole. Ma di nuovo il vescovo lo accusò di aver esagerato con il vino la sera prima.

La terza volta, dopo aver di nuovo sognato la Beata Vergine, Mercurio si recò personalmente al porto per verificare la veridicità di ciò che aveva sognato: tornato dal Vescovo riferì di nuovo il tutto, e questa volta Romualdo, dopo essersi accertato anch’egli del miracoloso approdo, vestito di abiti pontificali si recò al porto insieme al popolo, svegliato dal suono delle campane che si muovevano per mano degli angeli, e lì, sempre secondo la tradizione, l’Icona di Maria, aleggiante sulla zattera di trentuno travi, non si lasciò prendere ai primi due tentativi, come “rimprovero” per l’incredulità del Vescovo.

Solo dopo che per la terza volta la zattera andò verso il largo per poi riavvicinarsi, l’Icona fu presa e portata in processione fino in chiesa, mentre le campane suonavano senza che mano umana le toccasse. Il porto che accolse nel 1117 la zattera con il quadro è adesso parte integrante del centro storico cittadino; sabbiato dai Normanni, all’epoca della loro dominazione, dista ora circa 100 metri dalla più vicina banchina del porto commerciale cittadino.

Analisi del quadro e valutazione artistica

la protettrice di monopoli foto 1 webL’opera è una tempera su tavola, una sorta di “preghiera figurata” in cui anche i colori rispettano le rigide regole del rivolgersi a Dio. Si tratta di una Madonna Odegitria (Colei che indica la Via): la Madonna ci indica, con la mano destra ed il capo leggermente inclinato, il Cristo.

La Vergine indossa un tradizionale maphorion greco, abito di solito utilizzato dalle suore ma di colore violaceo, qui invece nero. Sul manto presente un’unica stella, sul capo: probabilmente un grossolano restauro antico ha cancellato le altre due stelle che dovevano essere raffigurate sulla parte alta della spalla della Madonna, ad indicare la Verginità prima durante e dopo il parto. Lo stesso restauro ha cancellato forse le scritte MHP OU e IC XC, anagrammi in greco di Madre di Dio e Gesù Cristo, presenza necessaria per l’ammissione al culto delle icone.

La mano del Bimbo, raffigurato come un adulto ad indicare la sua responsabilità e divinità, è perfettamente al centro del quadro e benedice alla maniera greca unendo pollice e anulare, simbolo dell’unione dell’umano e del divino. Le lumeggiature e i fili d’oro del vestito del Cristo sono espressione della sua regalità solare. Nella mano sinistra un cartiglio, riferimento al capitolo IV del vangelo di San Luca, con la profezia della venuta del Cristo stesso. Le gambe incrociate annunciano i momenti della passione. Completano la scena due piccole figure umane: a destra un abate dell’Ordine di San Basilio (l’attribuzione è certa poiché il religioso indossa un saio nero) e a sinistra un diacono con un cero acceso.

Ipotesi sull’arrivo dell’icona 

madonna-madia-monopoliOgni tratto ci parla dell’Oriente. Le aureole a racemi rilevati in pastiglia rimandano alle produzioni cipriote o crociate. Diversi elementi inducono a pensare che si tratti di un’icona tratta in salvo dalla sponda adriatica orientale o dalle coste del Mediterraneo orientale nel periodo di diffusione della lotta iconoclastica: lo stile bizantino, l’arrivo dal mare ed il periodo dell’arrivo a Monopoli. Nel sito ufficiale della Cattedrale di Monopoli vengono riportate due ipotesi aggiuntive sull’arrivo dell’icona:

– Il trasporto da Costantinopoli da parte di un certo Euprasio.

– La produzione dell’icona in Italia, pur nel rispetto dei canoni bizantini, attorno al 1280.

Entrambe le ipotesi possono affiancarsi ma non oscurare la versione tradizionale in quanto non esistono prove precise che la escludono. In tutti i casi l’icona viene comunque dall’oriente, se non fisicamente, almeno in forma di cultura artistica applicata al Sacro.

Le celebrazioni in città 

I festeggiamenti si svolgono la sera del 14 agosto: cittadini e turisti accorrono in gran numero presso Cala Batteria, zona del porto in cui avviene la madonna_madia-9449rievocazione del miracoloso approdo, accompagnato dai tradizionali fuochi pirotecnici. Nella stessa zona si svolge la festa civile. La festa patronale vera e propria è però quella che si svolge il 16 Dicembre, giorno proprio dell’evento: alle cinque del mattino i fedeli si appressano alla stessa cala, questa volta senza il contorno della festa civile, per accogliere la Protettrice che viene poi portata in processione fino alla Basilica Cattedrale, dove viene celebrata la Santa Messa: la Beata Vergine della Madia gode infatti di un Proprio, cioè di uno rito della Messa con speciali formule (ad esempio al Prefazio o nella preghiera eucaristica) che si può svolgere nei giorni della Festa.

Le celebrazioni in altri paesi  

madonna della madiaL’icona della Madonna della Madia viene venerata anche in una rettoria costruita nel 1997 nella città di Alberobello, consacrata il 31 maggio nello stesso anno dal vescovo Domenico Padovano. Il culto nasce nel 1885 quando Cesare Indiveri portò da Monopoli il culto, dopo essersi ivi trasferito per motivi commerciali. La Madonna della Madia è venerata inoltre nella città di Deliceto, di Castellana Grotte, di Triggiano.

I miracoli 

Le travi che hanno trasportato il quadro sono visibili nella prima cappella nella navata destra della Cattedrale, contenute intatte in una teca di vetro; solo un frammento delle travi, delle dimensioni di 50cmx15cmx50cm, è posto all’ingresso della sacrestia della Cattedrale. Dopo novecento anni risulta essere ancora al tatto fresco e vivo. Molte le attestazioni di ex voto per le grazie ricevute. È altresì provato da testimonianze scritte, presenti nella cappella dell’ex voto, che durante il secondo conflitto mondiale, laddove vi fosse un’immagine del quadro, non sarebbe avvenuto alcuno scoppio a seguito dei bombardamenti alleati. Si ricordano tra i miracoli più famosi quello del fanciullo caduto in un pozzo e miracolosamente tenuto da una misteriosa Arrivodonna vestita di bianco sull’acqua e il miracolo della peste che, attraverso un potente folgore caduto in Cattedrale, sarebbe stata sconfitta. Durante un bombardamento della II Guerra Mondiale furono lanciate cento bombe: ne scoppiò soltanto una ed uccise una persona estranea al paese. Il fatto fu ritenuto miracoloso ed attribuito alla protezione della Madonna.

Le diverse versioni dell’immagine 

Oltre alla classica raffigurazione dell’Odegitria, sopra descritta, vi sono altre artistiche e popolari rielaborazioni della venerata immagine della Madonna della Madia. Alcune si riferiscono ai miracoli della stessa, come quella in cui la
Madonna è posizionata davanti a due vele e con due angeli che reggono delle candele, riferimento al miracolo del salvataggio di Monopoli all’epoca dell’assedio del marchese Del Vasto, nel 1500, quando Maria apparve sul campanile respingendo le palle di cannone contro gli invasori. Altre raffigurazioni sono quelle dell’approdo, quelle del sogno di Mercurio, quelle della processione del quadro. In diverse chiese cittadine e dell’agro sono venerate le immagini della Madonna della Madia: nella cappella di San Gerardo Maiella, nel santuario di Maria Regina in contrada Antonelli, nella chiesetta di contrada Tormento e in moltissime altre chiese nel territorio.

PREGHIERA

Madonna_della_Madia,_chiesa_di_TormentoQuanto è bello e soave, o Maria, davanti a questa Vostra Immagine che Voi stessa ci mandaste pel ministero degli Angeli, ricordare il Vostro materno affetto, la Vostra inesauribile misericordia!

O pietosissima Vergine, l’anima mia come tortorella gemebonda si posa ai piedi del Vostro Tabernacolo, e piena di fiducia, riposa nel Vostro dolcissimo cuore materno le sue ansie, le sue trepidazioni, i suoi tanti bisogni, le sue vive speranze.

Liberate, o Maria, da ogni angustia e da ogni pericolo, e salvate quest’anima, che si gloria di essere nel numero dei figli Vostri. E non me sola, o Madre Santissima, ma vegliando premurosa su questo popolo che è Vostro, salvate tutti i Vostri figliuoli presenti e lontani.

Dite, oh! sì dite al Vostro Gesù che scriva i nostri nomi nel Suo libro della vita: diteGli, come Egli stesso un giorno disse all’eterno Suo Padre, che nessuno perirà dei figli affidati a Voi.

E nell’ora della suprema lotta fate, o Maria, che ardenti di amore, col nome di Gesù e col Vostro Santissimo nome sulle labbra, trionfanti, veniamo a benedirVi e ringraziarVi nell’eterna gloria del Paradiso.

Sancta Maria de Madia advocata nostra, ora pro nobis.

Fonti: http://it.wikipedia.org/wiki/Madonna_della_Madiahttp://www.cattedralemonopoli.net/preghiera.asp

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