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DOMENICA DELLE PALME 2017

DOMENICA DELLE PALME 2017

9 aprile 2017

Papa_palmeLa domenica prima della Pasqua da inizio alla Settimana Santa, sembra però essere una ricorrenza tanto famosa quanto ricca di curiosità, come i “parmureli”. Come verrà celebrata quest’anno da Papa Francesco?

E’ detta anche domenica De Passione Domini (della Passione del Signore). O seconda Domenica di Passione. Questa festività è osservata non solo dai Cattolici, ma anche dagli Ortodossi e dai Protestanti. In questo giorno la Chiesa ricorda il trionfale ingresso di Gesù a Gerusalemme in sella ad un asino, osannato dalla folla che lo salutava agitando rami di palma (cfr. Gv 12,12-15).

Per questo motivo si cominciano le funzioni con una processione che parte all’esterno parmureli1della chiesa, ricordando proprio la folla, radunata dalle voci dell’arrivo di Gesù, stese a terra i mantelli, mentre altri tagliavano rami dagli alberi di ulivo e di palma, abbondanti nella regione, e agitandoli festosamente gli rendevano onore.

Alcune donne intrecciano i rami di palma per creare i “parmureli”

A Roma, per l’occasione Papa Francesco, non solo benedirà gli ulivi che provengono da Terlizzi (Puglia), ma anche le palme bianche, che arrivano dalle città di Sanremo e Bordighera (Liguria). Le stesse palme vengono intrecciate e regalate per l’occasione al Santo Padre, ai cardinali e vescovi, oltre che ai fedeli presenti sul sagrato di San Pietro, fino a formare quelli che vengono chiamati i “Parmureli”. Si tratta di tre palme che simboleggiano la SS Trinità e vogliono essere un ringraziamento per il privilegio ottenuto il 10 settembre 1586 dal Capitano Benedetto Bresca.

Il Bresca si trovava a Roma al momento in cui veniva innalzato l’obelisco egizio, alto 26 metri e pesante 350 tonnellate. Papa Sisto V aveva dato ordine di non parlare, minacciando pene severe, per evitare problemi durante la delicata parmurelioperazione, ma il coraggioso capitano, che conosceva bene le problematiche delle corde sotto sforzo, urlò il suo suggerimento: bagnare le corde. Questo salvò l’esito dell’operazione e per riconoscenza, ottenne, secondo quanto da lui stesso desiderato, il privilegio di essere il fornitore ufficiale delle palme pasquali al Pontefice.

Il Capitano consegnava di persona con la propria nave le palme al santo Padre e la tradizione continuò fino agli anni ’70. Dopo una breve pausa venne ripristinata l’usanza, con la differenza che erano le monache camaldolesi ad intrecciare le palme mentre oggi il compito è riservato ad una cooperativa che ne confeziona più di 3000 ogni anno.

I parmureli liguri, vengono scambiati anche in molte regioni d’Italia tra i fedeli, in segno di pace.

In Occidente la domenica delle palme era riservata a cerimonie prebattesimali, infatti, il battesimo era amministrato a Pasqua; e all’inizio solenne della Settimana Santa, quindi benedizione e processione delle palme entrarono in uso molto più tardi: dapprima in Gallia (secolo VII-VIII) dove Teodulfo d’Orléans compose l’inno “Gloria, laus et honor” e poi a Roma dalla fine dell’XI secolo.

ulivo

Generalmente i fedeli portano a casa i rametti di ulivo e di palma benedetti, per conservarli quali simbolo di pace, scambiandone parte con parenti ed amici. In alcune regioni, si usa che il capofamiglia utilizzi un rametto, intinto nell’acqua benedetta durante la veglia pasquale, per benedire la tavola imbandita nel giorno di Pasqua.

Nel vangelo di Giovanni: 12,12-15, si narra che la popolazione abbia usato solo rami di palma che, a detta di molti commentari, sono simbolo di trionfo, acclamazione e regalità. Sembra che i rami di ulivo siano stati introdotti nella tradizione popolare, a causa della scarsità di piante di palma presenti, specialmente in Italia. Ad ogni modo un’antica antifona gregoriana canta: «Pueri Hebraeorum portantes ramos olivarum obviaverunt Domino» (“Giovani ebrei andarono incontro al Signore portando rami d’ulivo”).

Nelle zone in cui non cresce l’ulivo, come l’Europa settentrionale, i rametti sono sostituiti da fiori e foglie intrecciate.

domenica-delle-palmeDomenica 9 aprile 2017

– Domenica delle Palme e della Passione del Signore

Nella processione con i rami d’ulivo ricordiamo il solenne ingresso di Gesù in Gerusalemme accolto dalla folla con il grido: Osanna!

Piazza San Pietro alle ore 10.00 – CAPPELLA PAPALE- Benedizione delle Palme, Processione e Santa Messa.

Fonti: VARIE

SETTIMANA PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI

SETTIMANA PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI

INDULGENZA PLENARIA 18-25 gennaio 2019

papa-francesco-bartolomeI-patriarcato-costantinopoliVerrà concessa l’indulgenza plenaria al fedele che partecipa a qualche funzione di preghiera per l’unità dei Cristiani e interviene alla conclusione di tale settimana.

L’indulgenza è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa, che il fedele, debitamente disposto e a determinate condizioni, acquista per intervento della Chiesa, la quale, come ministra della redenzione, autoritariamente dispensa ed applica il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei Santi.

Ma non dimentichiamoci che un’ indulgenza plenaria al giorno, non giubilare ma ordinaria, applicabile anche ai defunti, può essere acquisita sempre da tutti i fedeli, in tutti i giorni dell’anno alle solite tre condizioni:

patriarca-e-papa_2942867_706293Confessione;

Comunione;

Preghiera secondo le intenzioni del Papa.

Aggiungendo, a scelta, una delle seguenti opere di carità:

1. Recita comunitaria del Santo Rosario, anche in casa.

2. Il pio esercizio della Via Crucis davanti alle quattordici stazioni, in chiesa.

3. Visita al Santissimo Sacramento e Adorazione per almeno mezz’ora, in chiesa.

4. Lettura della Sacra Scrittura a modo di lettura spirituale, per almeno mezz’ora, in casa.

L’acquisizione della indulgenza plenaria ordinaria, può essere anche offerta per indulgenziare un’anima del Purgatorio a scelta.

Come è tradizione della Società Biblica in Italia, anche quest‘anno 2016 sono offerti alla meditazione dei Cristiani alcuni testi biblici appositamente scelti da un gruppo internazionale ecumenico composto da rappresentanti del Consiglio Ecumenico delle Chiese e del Pontificio Consiglio per la Promozione dell‘Unità dei Cristiani.

I testi per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani del 2019.

Fonti: http://www.valme.net/p/indulgenza-plenaria.htmlhttp://www.chiesacattolica.it/pls/cci_new_v3/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=53282&rifi=guest&rifp=guesthttp://www.prounione.it/it/ecumenismo/spuc/2017-settimana-preghiera-unita-cristiani/#fb0=3

 

 

GIUBILEO DEI SACERDOTI

GIUBILEO DEI SACERDOTI

papa sacerdotiPapa Francesco ha accolto nelle tre principali chiese romane San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore e San Paolo Fuori le Mura, numerosi sacerdoti che dopo alcune giornate di ritiro spirituale si sono sentiti guidati dalle parole del Santo Padre con fermezza e giusta serietà. Come ci si poteva aspettare il fulcro dei suoi discorsi è stata la Misericordia.

La catechesi di Papa Francesco è stata all’insegna del bastone e della carota. Se da un lato ha ricordato la necessità di usare misericordia anche nei confronti di coloro che arrivano sui barconi della speranza, dall’altro ha ammonito coloro che a causa del denaro rischiano di trasformarsi in mercenari, screditando tutta la chiesa. Attenzione perciò, perché come ha detto: “La misericordia appartiene più a un ospedale da campo che a una clinica di lusso“. Più volte ha sacerdoti1ricordato questa grande tentazione alla Vanità che esiste oggi all’interno della Chiesa. Elogiando poi la intuitiva sensibilità delle religiose che  “sono madri, icone della Chiesa e della Madre di Cristo”. Papa Francesco ha sottolineato come vi sia chi opera nel bene e chi opera nel male, ma l’esempio e la misericordia possono ridare fiducia al popolo di Dio.

Il suo attaccamento a Maria lo ha espresso chiaramente quando ha portato l’esempio della Santa Vergine di Guadalupe e il miracolo del mantello sul quale venne impressa l’immagine della Madre di Dio.
Mi piace pensare che il miracolo non sia stato solo quello di stampare o dipingere l’immagine con un pennello, ma che si è ricreato l’intero manto, trasfigurato da capo a piedi, e ciascun filo – quelli che le donne fin da piccole imparano a tessere, e per i capi di vestiario più fini si servono delle fibre del cuore del maguey (dalle cui foglie si estraggono i fili), ogni filo che occupava il suo posto venne trasfigurato, assumendo quelle sfumature che risaltano al loro posto stabilito e, intessuto con gli altri fili, in ugual modo trasfigurati, fanno apparire il volto della Madonna e tutta la sua persona e ciò che le sta attorno. La misericordia fa la stessa cosa“.

26/02/2014 Citta' del Vaticano, piazza san Pietro, udienza generale del mercoledì presieduta da papa Francesco  che posa per una foto con un gruppo di preti

Come non ricordare che il compito principale di un sacerdote deve continuare ad essere quello della confessione, portata avanti con i valori della pazienza, chiedendo di non essere troppo severi con i penitenti e nemmeno troppo incalzanti, bastano poche parole per capire tutto, “senza farsi dei film…

Non mancano le battute durante i suoi discorsi, orami ci siamo abituati al suo simpatico umorismo e citando il più grande peccato di Pietro, il rinnegamento di Gesù Cristo sorride dicendo che comunque è stato fatto Papa. Il Signore rimprovera chi più ama, lo ha sempre dimostrato nel Vangelo, ma per elevarlo poi una volta corretto.
Le immagini sono di repertorio e tratte dal web

TRIDUO PASQUALE 2016

Triduo Pasquale 2016

Papa_Francesco_mitra_2Lo svolgimento delle funzioni in questo triduo pasquale con Papa Francesco e la spiegazione dei vari riti liturgici tra i quali in via del tutto eccezionale, quest’anno il “Giorno del gran Perdono”. 

GIOVEDÌ 24 BASILICA VATICANA e REBIBBIA

Il Giovedì Santo è l’inizio del”triduo pasquale”. È prevista in San Pietro alle 09.30 del mattino, la cosiddetta Santa Messa Crismale, dove verranno rinnovate le promesse sacerdotali e benedetti gli olii santi per le celebrazioni dell’anno liturgico. Il Santo Padre presiederà la concelebrazione con i Cardinali, i Patriarchi, gli Arcivescovi, i Vescovi e i Presbiteri (diocesani e religiosi) presenti a Roma.Papa-Francesco

Si recherà poi nella casa Circondariale di Rebibbia per un saluto ai detenuti. Alle 17.30 nella Chiesa del “Padre Nostro” si svolgerà la “Coena Domini” dove il Santo Padre quest’anno laverà i piedi ad alcuni detenuti e detenute. Anche Giovanni Paolo II si era recato a Rebibbia il 27 dicembre 1983 ma per parlare con il suo attentatore, mentre Benedetto XVI nel dicembre del 2011 subito dopo la sua elezione a pontefice. Anche lo scorso anno aveva scelto di lavare i piedi a dei detenuti, ma del carcere minorile di Casal del Marmo.

VENERDÌ 25 VIA CRUCIS AL COLOSSEO

Cappella Papale – Basilica Vaticana: ore 17 – Il Venerdì Santo Papa Francesco presiederà la Liturgia della Parola, l’Adorazione della Croce e il Rito della Comunione. Ascolterà in San Pietro, nel papa-francesco-venerdi-santo-via-crucispomeriggio, la lettura della Passione di GesùTale evento sarà trasmesso in televisione su TV 2000.

La sera ci sarà il rito della via Crucis al Colosseo, che ricorda la passione e morte di Gesù. Inizierà alle ore 21.15 e verrà trasmesso in mondovisione su Rai 1. I testi delle meditazioni sulle stazioni sono preparati quest’anno – per incarico del Santo Padre Francesco – S. Em. Rev.ma. Card. Gualtiero Bassetti
Arcivescovo di Perugia – Città della Pieve. Lo schema seguito è quello classico tradizionale con XIV stazioni. Per chi volesse scaricare il libretto ufficiale, potrà farlo sul portale del Vaticano in formato PDF.

Al termine vi sarà la benedizione apostolica.

In questo giorno, chiamato già dall’antichità “Giorno del Gran Perdono” poichè coincidono il giorno della Crocifissione del Signore con la sua l’Incarnazione. In questo caso il giorno dell’Incarnazione viene spostato, ma è possibile ottenere un’indulgenza plenaria partecipando alla liturgia, partecipando all’adorazione della Santa Croce aggiungendo le preghiere al Santo Padre..

SABATO VEGLIA PASQUALE IN BASILICA

La veglia pasquale in Basilica si  svolgerà a partire dalle 20,30 con l’ingresso processionale con il cero pasquale e il canto dell`Exsultet, e poi liturgia della parola, liturgia battesimale e liturgia eucaristica la tradizionale benedizione del fuoco nell’atrio della basilica di San Pietro.

BENEDIZIONE DEL FUOCOLa benedizione del fuoco è il trionfo della luce sulle tenebre, del calore sul freddo, della vita sulla morte (mistero poi solennemente proclamato da letture e azioni sacramentali della più solenne tra le notti) è già sinteticamente espresso in questo concreto linguaggio del fuoco nuovo, intorno al quale si riunisce la comunità. Seguirà la processione con il grido gioioso: “La luce di Cristo”, e la luce si comunicherà progressivamente ad ogni partecipante. La preghiera del Messale Romano che accompagna la benedizione del fuoco, ci appare piuttosto espressiva:

“O Padre, che per mezzo del tuo Figlio ci hai comunicato la fiamma viva della tua gloria, benedici questo fuoco nuovo, fa che le feste pasquali accendano in noi il desiderio del cielo, e ci guidino, rinnovati nello spirito, alla festa dello splendore eterno”.

DOMENICA MESSA DI PASQUA

Sul sagrato di San Pietro alle 10.15 della domenica di Pasqua, in piazza San Pietro Papa Francesco celebrerà la Santa Messa e, al termine, dalla loggia centrale della basilica, impartirà la benedizione ”Urbi et Orbi”.

Papa-Francesco-la-benedizione-Urbi-et-orbiRicordo che si concede l’indulgenza plenaria (remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati),al fedele che devotamente riceve, sia pur soltanto per mezzo della radio o della televisione, la Benedizione impartita dal Sommo Pontefice “Urbi et Orbi“. (A mezzogiorno nei giorni di Natale e Pasqua e nell’elezione del Sommo Pontefice) Nonostante ci fosse chi non considerava valida questa indulgenza se non vissuta in prima persona, ci ha rassicurato direttamente il Sommo Pontefice confermando che già il giorno della sua elezione era rivolta a tutti gli uomini di buona volontà anche tramite i mezzi di comunicazione.

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20 marzo 2016

Papa_palmeLa domenica prima della Pasqua da inizio alla Settimana Santa, sembra però essere una ricorrenza tanto famosa quanto ricca di curiosità, come i “parmureli”. Come verrà celebrata quest’anno da Papa Francesco? Quali gli appuntamenti del santo Padre in questi sette giorni che precedono la Pasqua?

E’ detta anche domenica De Passione Domini (della Passione del Signore). O seconda Domenica di Passione. Questa festività è osservata non solo dai Cattolici, ma anche dagli Ortodossi e dai Protestanti. In questo giorno la Chiesa ricorda il trionfale ingresso di Gesù a Gerusalemme in sella ad un asino, osannato dalla folla che lo salutava agitando rami di palma (cfr. Gv 12,12-15).

Per questo motivo si cominciano le funzioni con una processione che parte all’esterno parmureli1della chiesa, ricordando proprio la folla, radunata dalle voci dell’arrivo di Gesù, stese a terra i mantelli, mentre altri tagliavano rami dagli alberi di ulivo e di palma, abbondanti nella regione, e agitandoli festosamente gli rendevano onore.

Alcune donne intrecciano i rami di palma per creare i “parmureli”

A Roma, per l’occasione Papa Francesco, non solo benedirà gli ulivi che provengono da Terlizzi (Puglia), ma anche le palme bianche, che arrivano dalle città di Sanremo e Bordighera (Liguria). Le stesse palme vengono intrecciate e regalate per l’occasione al Santo Padre, ai cardinali e vescovi, oltre che ai fedeli presenti sul sagrato di San Pietro, fino a formare quelli che vengono chiamati i “Parmureli”. Si tratta di tre palme che simboleggiano la SS Trinità e vogliono essere un ringraziamento per il privilegio ottenuto il 10 settembre 1586 dal Capitano Benedetto Bresca.

Il Bresca si trovava a Roma al momento in cui veniva innalzato l’obelisco egizio, alto 26 metri e pesante 350 tonnellate. Papa Sisto V aveva dato ordine di non parlare, minacciando pene severe, per evitare problemi durante la delicata parmurelioperazione, ma il coraggioso capitano, che conosceva bene le problematiche delle corde sotto sforzo, urlò il suo suggerimento: bagnare le corde. Questo salvò l’esito dell’operazione e per riconoscenza, ottenne, secondo quanto da lui stesso desiderato, il privilegio di essere il fornitore ufficiale delle palme pasquali al Pontefice.

Il Capitano consegnava di persona con la propria nave le palme al santo Padre e la tradizione continuò fino agli anni ’70. Dopo una breve pausa venne ripristinata l’usanza, con la differenza che erano le monache camaldolesi ad intrecciare le palme mentre oggi il compito è riservato ad una cooperativa che ne confeziona più di 3000 ogni anno.

I parmureli liguri, vengono scambiati anche in molte regioni d’Italia tra i fedeli, in segno di pace.

In Occidente la domenica delle palme era riservata a cerimonie prebattesimali, infatti, il battesimo era amministrato a Pasqua; e all’inizio solenne della Settimana Santa, quindi benedizione e processione delle palme entrarono in uso molto più tardi: dapprima in Gallia (secolo VII-VIII) dove Teodulfo d’Orléans compose l’inno “Gloria, laus et honor” e poi a Roma dalla fine dell’XI secolo.

ulivo

Generalmente i fedeli portano a casa i rametti di ulivo e di palma benedetti, per conservarli quali simbolo di pace, scambiandone parte con parenti ed amici. In alcune regioni, si usa che il capofamiglia utilizzi un rametto, intinto nell’acqua benedetta durante la veglia pasquale, per benedire la tavola imbandita nel giorno di Pasqua.

Nel vangelo di Giovanni: 12,12-15, si narra che la popolazione abbia usato solo rami di palma che, a detta di molti commentari, sono simbolo di trionfo, acclamazione e regalità. Sembra che i rami di ulivo siano stati introdotti nella tradizione popolare, a causa della scarsità di piante di palma presenti, specialmente in Italia. Ad ogni modo un’antica antifona gregoriana canta: «Pueri Hebraeorum portantes ramos olivarum obviaverunt Domino» (“Giovani ebrei andarono incontro al Signore portando rami d’ulivo”).

Nelle zone in cui non cresce l’ulivo, come l’Europa settentrionale, i rametti sono sostituiti da fiori e foglie intrecciate.domenica-delle-palme

Ecco gli appuntamenti più importanti dei prossimi giorni:

Domenica 20 marzo 2016  – Domenica delle Palme e della Passione del Signore – Piazza San Pietro, ore 9.30 – CAPPELLA PAPALE- Benedizione delle Palme, Processione e Santa Messa.

Giovedì 24 marzo 2016 –Giovedì Santo – Basilica Vaticana, ore 9.30 – Santa Messa del Crisma – *

Venerdì 25 marzo 2016 – Venerdì Santo – Basilica Vaticana, ore 17.00 – CAPPELLA PAPALE –Celebrazione della Passione del Signore – Colosseo, ore 21.15 – Via Crucis in Colosseo a Roma

Sabato 26 marzo 2016 –  – Basilica Vaticana, ore 20.30 – Veglia Pasquale nella Notte Santa

Domenica 27 marzo 2016 – Domenica di Pasqua – Risurrezione del Signore – Piazza San Pietro, ore 10.00 – CAPPELLA PAPALE – Santa Messa del giorno – Loggia centrale della Basilica Vaticana, ore 12.00 – Benedizione «Urbi et Orbi»

Sabato 2 aprile 2016 – Piazza San Pietro, ore 18 Veglia di preghiera Giubileo per quanti aderiscono alla spiritualità della Divina Misericordia

Domenica 3 aprile 2016 – II Domenica di Pasqua (o della Divina Misericordia) – Piazza San Pietro, ore 09.00 CAPPELLA PAPALE Santa Messa per i fedeli di Rito Armeno

 

*Il Papa celebrerà la Messa in Cœna Domini nel pomeriggio del Giovedì Santo ma – come negli anni scorsi – sceglierà una situazione particolare dal punto di vista pastorale, che verrà comunicata a tempo opportuno.

Fonti:https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2016/02/29/0158/00338.html

 

GIUBILEO DELLA MISERICORDIA 2015-2016

GIUBILEO DELLA MISERICORDIA 2015-2016

8 dicembre 201520 novembre 2016

Porta Santa di BanguiTutto quello che c’è da sapere sul giubileo ormai alle porte.. Benedetto XVI sarà presente l’8 dicembre a San Pietro con Francesco. È la sesta volta in cui li vedremo compresenti. Tutti gli eventi saranno trasmessi in diretta tv sulla Rai, Tivùsat e TV2000.

L’apertura ufficiale del Giubileo della Misericordia sta per iniziare e ancora ci sono tanti dubbi, ebbene vediamo di fare chiarezza. Il Giubileo della Misericordia inizia l’8 dicembre, anche se formalmente è partito dal 29 novembre, nel momento dell’apertura della porta santa a Bangui, durante il suo viaggio in Africa. A segnare ufficialmente l’inizio dell’anno santo sarà l’apertura della porta santa in San Pietro. Molti credono che l’Anno Santo termini esattamente un anno dopo ma in realtà terminerà prima, esattamente il 20 novembre 2016.

papa-porta-santa-africa BANGUI
29 novembre 2015, Papa Francesco apre la porta santa a Bangui, in Africa

Il Giubileo trova origini nel mondo ebraico, dove era definito come anno santo e cadeva ogni 50 anni e prevedeva il riscatto della terra, la liberazione dei prigioni, un anno di riposo per la terra… Un anno di misericordia non solo per gli uomini (gli schiavi venivano liberati o comunque potevano decidere liberamente di stare presso la famiglia o andarsene), ma anche la terra che doveva lasciar riposare mentre tutti potevano goderne i frutti spontanei tornando in mano ai loro rispettivi proprietari. L’inizio del giubileo veniva annunciato con una serie di riti ufficiali, tra cui il suono del corno di montone, in ebraico jobel, da cui la parola giubileo.

Per la Chiesa invece, che lo fa cadere uno ogni 25 annisebbene il Papa – così come ha fatto Bergogliopossa sempre decidere di benedettoindire un Giubileo straordinario, rappresenta l’occasione per ogni fedele di ricevere la cancellazione totale delle pene previste per i peccati commessi.

Benedetto XVI sarà presente l’8 dicembre a San Pietro con Francesco. È la sesta volta in cui li vedremo compresenti dopo i Concistori del febbraio 2013 e del febbraio 2015, quando Francesco fece santi i Papi Roncalli e Wojtyla (aprile 2014), quando fece beato Papa Montini (ottobre 2014), nonché in un’occasione minore: per la festa dei nonni, nel settembre del 2014. Ma quella della Porta Santa è davvero un’occasione speciale, sia per la rarità (non ci furono Giubilei sotto Benedetto), sia per il tema della Misericordia che dà il titolo a questa Porta.

Benedetto aveva pronunciato il 30 marzo 2008: «La misericordia è in realtà il nucleo centrale del messaggio evangelico, è il nome stesso di Dio». E su questa linea è anche Papa Francesco che ha sottolineato in più di una occasione l’importanza della Misericordia di Dio tanto da decidersi per un giubileo straordinario da dedicarle.

Foto LaPressecronaca02 05 2013 Rientro del Papa Emerito Benedetto XVI in VaticanoNella Foto Ratzinger e Papa FrancescoRETRANSMISSION OF OSS101 TO PROVIDE DIFFERENT CROP -- In this photo provided by the Vatican newspaper L'Osservatore Romano, Pope emeritus Benedict XVI, left, is welcomed by Pope Francis as he returns at the Vatican from the pontifical summer residence of Castel Gandolfo, 35 km South-Est from Rome, Thursday, May 2, 2013. Emeritus Pope Benedict XVI came home on Thursday to a new house and a new pope, as an unprecedented era begins of a retired pontiff living side-by-side with a reigning one inside the Vatican gardens. In background is archbishop George Gaenswein, prefect of the papal household.
Foto LaPressecronaca 02 05 2013 Rientro del Papa Emerito Benedetto XVI in Vaticano Nella Foto Ratzinger e Papa Francesco

Tutte le celebrazioni liturgiche più importanti a partire dal giorno dell’Immacolata fino a tutte le festività di Natale, ad iniziare dalla Santa Messa che darà il via all’Anno Santo saranno trasmessi in televisione nel nostro Paese, oltre che in mondovisione tramite il satellite, con una grande novità, ovvero sarà il primo Giubileo della storia ad essere trasmesso via satellite in Ultra HD.

Le trasmissioni inizieranno sulla Rai alle ore 9.25 con la Santa Messa, dalle ore 11.45, avremo uno speciale su Raiuno intitolato ‘Il Giubileo di Francesco’ che proseguirà fino alle ore 13.30 circa. Al pomeriggio sarà possibile vedere sul piccolo schermo anche l’omaggio del Santo Padre alla statua della Madonna Immacolata in Piazza di Spagna a partire dalle ore 15.55. Tutto questo sarà accessibile anche in streaming su Rai.tv.

Domenica 13 dicembre ci saranno le aperture di altre due Porte Sante a Roma, quelle situate in San Giovanni in Laterano e San Paolo Fuori le Mura, mentre venerdì 1 gennaio toccherà alla Basilica romana e Santa Maria Maggiore. Oltre alla Rai, si potrà seguire la cerimonia anche su TV2000, la rete che ogni giorno dedica lunghi approfondimenti sul Papa.

Fonti: http://roma.corriere.it/giubileo-2015/notizie/giubileo-due-papi-ancora-uniti-anche-ratzinger-porta-santa-6138861a-9be8-11e5-9b09-66958594e7c5.shtml, http://it.blastingnews.com/roma/2015/12/giubileo-apertura-porta-santa-a-roma-in-diretta-tv-e-in-mondovisione-data-e-orario-00683423.html

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Porta Santa in San Pietro a Roma La Porta santa è quella porta di una basilica che viene murata per essere aperta solo in occasione di un Giubileo. Bangui si è così trasformata nella capitale spirituale del mondo da quando Papa Francesco domenica 29 novembre ha anticipato questo rito proprio davanti alla cattedrale della capitale della Repubblica Centraficana.

Si tratta della prima porta aperta in vista del Giubileo della Misericordia indetto da Papa Francesco la cui apertura ufficiale sarà l’8 dicembre, dando così il via all’anno giubilare per il mondo intero. Questa piccola e povera chiesa africana è stata costruita alla fine degli anni Trenta. Il rito della porta santa esprime simbolicamente il concetto che, durante il Giubileo, è offerto ai fedeli un “percorso straordinario” verso la salvezza.

Porta Santa di Bangui
Apertura della Porta Santa di Bangui nella Repubblica Centraficana

La maggior parte della popolazione della Repubblica Centrafricana vive nella parte occidentale del paese, a Bangui e nell’area circostante. Questa città è stata teatro di intense attività ribelli durante i decenni di sconvolgimenti politici, compresa la ribellione in corso, per i quali è stata nominata nel 1996 una delle città più pericolose al mondo.

Ha detto Bergoglio: «Bangui è la capitale della preghiera della misericordia. Tutti noi chiediamo pace e riconciliazione» […]«Anche quando le forze del male si scatenano, i cristiani devono rispondere all’appello, a testa alta, pronti a resistere in questa battaglia in cui Dio avrà l’ultima parola. E questa parola sarà d’amore! A tutti quelli che usano ingiustamente le armi di questo mondo, io lancio un appello: deponete questi strumenti di morte; armatevi piuttosto della giustizia, dell’amore e della misericordia, autentiche garanzie di pace» e ha detto di sfuggire alla tentazione della vendetta e alla spirale «delle rappresaglie senza fine».

Papa Francesco nella Repubblica CentraficanaIl rito più conosciuto del Giubileo è proprio l’apertura della porta. Hanno una porta santa le quattro basiliche papali di Roma, San Pietro, San Giovanni in Laterano, San Paolo fuori le mura e Santa Maria Maggiore. La Basilica di Santa Maria di Collemaggio (L’Aquila) Contiene la prima Porta Santa del mondo.

L’inizio ufficiale del Giubileo avviene con l’apertura della porta santa della basilica di San Pietro. Le porte sante delle altre basiliche vengono aperte nei giorni successivi. In passato la porta veniva smurata parzialmente prima della celebrazione, lasciando un diaframma che il Papa rompeva con un martelletto; quindi gli operai completavano la demolizione.

Porta Santa e Giovanni Paolo IIIn occasione del Giubileo del 2000, invece, il papa Giovanni Paolo II ha introdotto un rito più semplice e immediato: il muro è stato rimosso in anticipo lasciando solo la porta chiusa, che il papa ha aperto spingendo i battenti. Le porte sante rimangono aperte (a parte la normale chiusura notturna) fino al termine dell’Anno santo, quindi vengono murate di nuovo.

Anche varie chiese tradizionalmente meta di pellegrinaggi hanno porte sante concesse dal papa attraverso cui è possibile ricevere l’indulgenza plenaria: ad esempio la Cattedrale di Santiago di Compostela o anche la basilica di Santa Maria di Collemaggio a L’Aquila la Cattedrale di Atri e la Basilica-cattedrale di Notre-Dame de Québec, in cui annualmente avvengono celebrazioni simili a quelle del Giubileo papale.

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Porta_santa;   Carlo Marroni con il commento di Bruno Forte – Il Sole 24 Ore – leggi su http://24o.it/ugICuthttps://it.wikipedia.org/wiki/Bangui

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CATTOLICI, ORTODOSSI E PROTESTANTI

CATTOLICI, ORTODOSSI  E PROTESTANTI

Bartolomeo I e Papa FrancescoCattolici, ortodossi e protestanti sono tutti cristiani, vale a dire che tutti e tre riconoscono Cristo come il Messia, il salvatore, eppure vi sono delle differenze sostanziali.

Appurato dunque che tutti crediamo in Cristo Signore, Messia e Salvatore del Mondo, i cristiani sono ancora la prima religione nel mondo con 2.3 miliardi di persone, seguita dall’Islam con 1.5 miliardi e dall’Induismo con circa un miliardo. I cristiani però si suddividono a loro volta in cattolici (1.2 miliardi), in protestanti (550 milioni) e in ortodossi (225 milioni). Ovviamente si tratta sempre di calcoli approssimativi e statistici.

ORTODOSSI
La solenne concelebrazione dei Gerarchi della Chiesa sancisce , attorno al Calice eucaristico, l’unità della Chiesa dei Veri Cristiani Ortodossi

La prima grande divisione (denominata scisma) all’interno della Chiesa Cattolica avvenne nel 1054 a Costantinopoli, tra i Cristiani d’Occidente e i Cristiani d’Oriente (l’attuale Medio Oriente) culla del Cristianesimo, lì infatti è nata la Chiesa.

I motivi che hanno portato allo scisma sono vari, motivi storici e politici, motivi culturali (usanze e lingue differenti tra i due popoli), motivi dottrinali (diverse interpretazioni su alcuni aspetti della religione cristiana).

Già nel 451, dopo il Concilio di Calcedonia ci fu la prima separazione, perché alcune Chiese d’Oriente non accettarono le conclusioni di questo concilio ecumenico. Nacquero le Antiche Chiese orientali (sono: la Chiesa siro-ortodossa in Siria, la Chiesa assiro o caldea in Persia, attuale Iran; la Chiesa siro-ortodossa in India, la Chiesa armena in Armenia, la Chiesa copta in Egitto, la Chiesa etiopica in Etiopia).

costantino e la madre
Icona ortodossa bulgara con l’imperatore Costantino e la madre Elena

Nel 330 d.C. l’imperatore Costantino fonda la città che portava il suo nome, Costantinopoli, la dichiarò la seconda capitale dell’Impero, dandole il titolo di Nuova Roma. Nel 395, alla morte dell’imperatore Teodosio, l’Impero romano si divide in due: Oriente e Occidente. Quando poi nel 476 d.C. crolla l’Impero Romano d’Occidente (dove si parlava il latino),e l’Oriente (e Costantinopoli in particolare) assumerà sempre più potere (in Oriente, si parlava il greco). Tutti questi fattori causarono ben 8 scismi in otto secoli tra Roma e Costantinopoli, ma la pace fu poi sempre ricomposta. Tra Oriente e Occidente iniziano grandi discussioni, anche su temi religiosi. Si discuterà di tutto: di argomenti secondari (come ‘obbligo  per i preti di portare la barba!) e di argomenti importanti (primato del Papa, il credo).

carlo magno
Imperatore Carlo Magno

Quando in Occidente, nell’800 Carlo Magno fu incoronato imperatore del Sacro Romano Impero, nella  Basilica di San Pietro, l’Oriente perse il suo primato di difensore della cristianità e dovette anche “cedere” il posto al Sacro Romano Impero come nuovo erede del vecchio impero romano; finora l’Oriente si era ritenuto l’erede dell’impero romano! Con questa incoronazione, l’Occidente sembra voltare le spalle all’Oriente!

Intorno all’anno 1000 d.C. le incomprensioni erano diventate sempre più profonde. L’incontro tra i legati di papa Leone IX e il patriarca di Costantinopoli fu disastro tanto che si scomunicarono a vicenda, era il 16 luglio 1054 segna l’atto ufficiale della prima divisione dei Cristiani: da questo momento i Cristiani d’Occidente diventarono Cristiani Cattolici (cioè universali) e i Cristiani d’Occidente divennero Cristiani Ortodossi (che significa fedeli alla vera dottrina.

CRISTIANI ORTODOSSI

I principali motivi della divisione sono soprattutto due:

– il problema del “Primato del PapaIl Papa è il capo della Chiesa perché è il successore dell’apostolo Pietro. Per gli Orientali, il Dimissioni-Papa-Benedetto-XVI-e-adesso_h_partbcapo della Chiesa, se proprio doveva essercene uno, doveva essere il patriarca della città più importante, della città in cui risiedeva l’imperatore: il patriarca di Costantinopoli. Non ritenevano quindi giusto che il Papa reclamasse la sua autorità anche sugli altri quattro patriarcati.

– l’aggiunta del “Filioque al Credo. Per combattere l’arianesimo e chiarire che anche il Figlio è Dio, aggiunsero al Credo la parola “Filioque” proprio per indicare che lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio.

Credo nello Spirito Santo che è Signore e dà la vita e procede del Padre e del Figlio in latino: qui ex Patre Filioque procedit)e con il Padre e il Figlio è adorato e glorificatoe ha parlato per mezzo dei profeti…

EVA1Peccato Originale. Gli Ortodossi, al contrario dei Cattolici, ritengono che il Peccato Originale non abbia conseguenze morali sull’uomo ma solo fisiche. In seguito al peccato di Adamo, infatti, l’uomo è mortale (conseguenza fisica) ma in seguito alla sconfitta della morte da parte di Gesù l’uomo non eredita più la morte spirituale derivante dal Peccato Originale. Quindi se per la Chiesa Cattolica l’uomo nasce nel peccato per la Chiesa Ortodossa l’uomo nasce puro.

Differenze minori. Nel rito ortodosso l’eucarestia viene sempre servita nelle due specie e non viene utilizzato pane azzimo. La celebrazione eucaristica è generalmente più lunga di quella cattolica. I sacramenti del Battesimo, Cresima e Comunione vengono somministrati tutti in una volta sola poco dopo la nascita. Nella tradizione ortodossa il celibato nel sacerdozio non è necessario: dopo essersi sposati si può essere ordinati.

Le Crociate, la IV in particolare (1204), ha sicuramente aumentato il divario tra occidente ed oriente; tra chiesa cattolica e chiesa crociati_bestieortodossa, perché i crociati (cristiani cattolici) invasero Costantinopoli (cristiani ortodossi) e la saccheggiarono. Infine, la caduta di Costantinopoli (1453) in mani ai turchi, che erano musulmani, non permise contatti regolari fra Roma e Costantinopoli, cioè fra cattolici e ortodossi; per cui, a partire dal XV secolo, le due Chiese si allontanarono sempre di più.

Il comunismo, fin dal 1917 ha scosso fortemente le chiese ortodosse della russia e dell’europa occidentale in generale (dal 1944). Ciò ha fatto sembrare che l’oriente fosse diventato ateo ed ha spinto la chiesa cattolica a considerare “terra di missione” l’oriente. Questo ha notevolmente “infastidito” la chiesa orientale, tanto che nel 1992 i primati ortodossi, riuniti a Costantinopoli, hanno protestato contro tale attività missionaria che va a scapito del cammino di riconciliazione dei cristiani d’oriente e d’occidente.

Il patriarca ortodosso di Mosca e di tutte le Russie
Il patriarca ortodosso di Mosca e di tutte le Russie Cirillo

La Chiesa occidentale e la Chiesa orientale sono separate, e ognuna si autodefinisce “Chiesa Una Santa Cattolica ed Apostolica”, ciò che suggerisce che, con lo Scisma, è l’altra parte ad aver lasciato la vera chiesa: i cattolici infatti chiamano lo Scisma “Grande Scisma d’Oriente” e gli ortodossi “Scisma dei Latini”.

Se per i cattolici la chiesa ortodossa è considerata sostanzialmente solo scismatica al contrario la chiesa protestante è definita eretica.

CHIESA PROTESTANTE

Salvati per grazia.  Secondo la dottrina protestante l’uomo non può, con le sue opere, contribuire alla propria salvezza. L’unico che può salvare è Dio attraverso la sua grazia.

Sola scriptura. I protestanti ritengono che l’unica fonte di Verità sia la Bibbia e che non debbano esserci ulteriori strumenti per decodificare la volontà di Dio. La dottrina cattolica invece cammina su due binari: la Sacra Scrittura e la tradizione, composta dai contributi dei Santi, dei Padri della Chiesa, delle encicliche papali.

eucarestiaTransustanziazione. I cattolici credono nella transustanziazione, cioè che durante la consacrazione del pane e del vino essi diventino nella sostanza il corpo e il sangue di Cristo. Nella chiesa protestante rimane invece divisione su quest’argomento: Lutero riteneva esistesse la consustanziazione: Dio c’è in presenza ma non trasforma la sostanza. Calvino, invece, credeva in una presenza di Dio solo spirituale negando, di fatto, il carattere sacrificale della messa.

Sacramenti. Nella Chiesa protestante vengono riconosciuti come sacramenti solo il Battesimo e l’Eucarestia e, parzialmente, il sacramento della penitenza (confessione).

confessione1Confessione. Nella Chiesa Protestante, in generale, non viene somministrato il sacramento della confessione in forma privata ma si recita, generalmente, un rito penitenziale interno alla celebrazione eucaristica. Eccezione viene fatta dai Luterani che la praticano più raramente dei cattolici. Usualmente, prima del rito della Prima Comunione, i Luterani prevedono una confessione privata.

Celibato per i sacerdoti. I preti Protestanti non fanno voto di celibato. Nella tradizione cattolica, invece, tale vincolo esiste anche se può essere disatteso nel caso di ordinazioni con rito Greco e nelle altre Chiese Cattoliche Orientali.

Si ricorda che questo voto, anche se si rifà al pensiero espresso dallo stesso S. Paolo alla nascita del cristianesimo, non viene codificato fino al Concilio romano del 386 d.C. Inoltre la norma fu più volte rimessa in discussione e ribadita dalla Chiesa di Roma fino al Concilio di Trento, che ne sancì definitivamente l’obbligo per tutti i vescovo di spallesacerdoti. Tale voto rimane tuttavia essenziale in tutti i riti per essere ordinati vescovi. Il celibato dei sacerdoti è da molti anche oggi criticato. Si ricorda che dev’essere in ogni modo visto come una sofferta decisione della Chiesa Latina conseguita dopo secoli di discernimento e non come un antico dogma ormai superato che debba essere ad ogni costo rispettato.

Fontihttp://www.romagiornale.it/cristiani-differenze-tra-cattolici-ortodossi-e-protestanti/http://it.cathopedia.org/wiki/Filioquehttp://www.claudiopenna.it/seconde/ortodossi.html

LA CHIESA E I SUOI SACERDOTI

LA CHIESA E I SUOI SACERDOTI

rivelazioni di Gesù a Mons. Michelini

ks_don_ottavio_michelini_1Un anno prima della sua morte Mons. Michelini ricevette un messaggio profetico relativo alla Chiesa e alla Massoneria, definendola la “Chiesa dei Demoni” 

Attraverso il libro “Confidenze di Gesù ad un Sacerdote” di Mons. Michelini, Gesù stesso confiderà l’esistenza di tre tipi di sacerdoti, parlerà della figura dei vescovi e degli errori fatali della Chiesa Cattolica

Figlio mio quante volte ti ho detto e ricordato che Lucifero e il suo stato maggiore fondano la loro attività ed il loro modo di essere scimmiottando Dio…. Io Gesù vero Dio e vero Uomo, ho fondato la mia Chiesa gerarchica… e gerarchica è la chiesa di Satana sulla terra, la Massoneria; Io Gesù bene e male - diavoloavevo disseminato fortezze spirituali in tutta la mia Chiesa… La Massoneria, la chiesa dei Demoni, ha disseminato nel mondo le sue Logge con capi e gregari al solo scopo di contrapporsi e combattere la mia Chiesa, ed essendo i demoni tali appunto perché ribelli a Dio, tutta la loro attività è ispirata e imperniata sulla ribellione e quindi sul contrario di quanto si compie nella Mia Chiesa.

La Massoneria voluta, sorretta e guidata dalle potenze oscure del male, sta raggiungendo il massimo livello della sua opera di demolizione della mia Chiesa operando all’interno e all’esterno; all’interno ha molti gregari al vertice e alla base, all’esterno come sempre mascherata dall’ipocrisia ma colpendo e iniettando col suo Massoneriapungiglione velenoso tutti coloro con cui viene a contatto; oggi poi, presentendo prossimo il grande scontro minutamente preparato da tanto tempo con subdola arte, non esita a manifestare ciò che ha sempre tenuto gelosamente nascosto, occultato.

Tacciano di pazzia coloro che sono rimasti e rimangono fermi nella Fede e nella fedeltà a Dio e alla Chiesa, che, anche se quasi interamente prigioniera di queste forze tenebrose infernali e terrestri. Resisterà e non sarà distrutta anzi, dalle sofferenze dell’ora attuale uscirà più bella e più luminosa come mai non fu.(Messaggio di Gesù del 6 novembre 1978)

Il 20 ottobre 1975 Gesù aveva lasciato un messaggio particolareggiato sulla figura dei sacerdoti suddividendoli in tre categorie.

Sacerdoti Santi

Figlio mio, scrivi. Vi sono tre categorie di sacerdoti. Vi sono bacio crocesacerdoti santi. Sacerdoti buoni, veramente buoni che vivono, in unione con Me, la Vita mia divina. Sono illuminati dalla Sapienza, guidati nelle loro pastorali fatiche dallo Spirito Santo. Seguono i miei insegnamenti comunicati a loro dal mio Vicario sulla terra, il Papa. Sono animati, vivificati dall’amore che è fuoco che purifica, che illumina e riscalda, che li trasforma e li unisce a Me come Io sono unito a Padre. Adempiono con diligenza il loro ministero sacerdotale, portando le anime a Me con la preghiera, con l’offerta, con la sofferenza. Sono cari al mio Cuore misericordioso e cari sono alla mia e vostra Mamma; sono oggetto della mia predilezione. L’umiltà che li anima ha attirato su di loro lo sguardo misericordioso mio, Verbo di Dio, del Padre e dello Spirito Santo. Per loro, per la loro pietà, molte pene sono state risparmiate agli uomini; hanno assicurato la mia protezione. Un posto e una corona li attendono in Paradiso.

Sacerdoti sbandati

La seconda categoria è quella degli sbandati, dei disorientati. Sono coloro che hanno molto di più a cuore gli affari del mondo, che Sacerdote.version-finalnon quelli di Dio. E sono tanti, figlio mio. Hanno tempo per tutto, per i loro umani affetti;  hanno tempo per gli svaghi, per letture nocive all’anima loro e che accrescono le ombre. Nessun tempo per pregare, per meditare. La loro vita non è vita di unione con Dio. Mancano del dono della Sapienza. Non vedono, non capiscono; insomma hanno orecchi ma non odono, hanno occhi ma non vedono. Il loro formalismo mimetizza una pratica di vita cristiana, svuotata dell’anima vera, senza vita di Grazia. Fra costoro le evasioni sono state molte. Moltissime saranno le fughe, le apostasie vere e proprie nell’ora non lontana della Giustizia. Molti in quell’ora riveleranno dinanzi al mondo la loro identità di Giuda. Ho detto davanti al mondo perché Io li conosco da sempre.

Il Padre li aspetta

abbraccio - eccomiMa li amo ugualmente, voglio la loro conversione. Il Padre li aspetta. Non ha che un desiderio, dire ad ognuno: “Vieni, o figlio, tutto è dimenticato, tutte le scorie del tuo animo sono bruciate dal mio Amore! Ma, proprio perché ti amo, non ti posso nascondere quale tremenda responsabilità sia resistere a Dio che ti aspetta, a Dio che ti ama, sino al punto di effondere in continuazione il suo Sangue prezioso per te. […] Ve lo ripeto, l’ora della misericordia sta per cedere all’ora della giustizia. […] E’ astuzia del vostro nemico, Satana, farvi credere morta la Giustizia divina, Misericordia e Giustizia in Me sono una cosa sola. Possibile tanta cecità?

Il Veleno di Satana

La terza categoria è formata da quei sacerdoti che si autoritengono intimamente buoni. Vivono come se fossero buoni, ma un velo li avvolge, il velo della loro presunzione per cui non vedono quella realtà interiore che spesso può fuggire agli uomini, ma non a Me, Dio. In altre parole: mancano della vera e sincera umiltà, quella umiltà che deve fare di voi altrettanti 89020_sacerdotefanciulli; manca la semplicità dell’umiltà. Ad essi il Padre mio nulla rivela. E’ difficile la loro conversione; la loro superbia è raffinata, rivestita di umiltà. Ma sotto quella pseudoumiltà, vi è il veleno di Satana, proprio come certi gioielli all’apparenza preziosi, ma sotto la velatura d’oro sta il metallo vile. Non credono che a se stessi, disdegnano e mal soffrono che qualcuno veda un poco più lontano di loro. Satana in molti modi tende i suoi lacci ai miei sacerdoti. Anche per questi bisogna pregare e soffrire, perché ardua è la loro conversione. Ora basta, figlio mio, vedo che sei stanco. Ti benedico e con Me ti benedicono la Madre mia e San Giuseppe.

Ma Gesù non si limitò a parlare a Mons. Michelini dei sacerdoti, tre giorni dopo, esattamente il  23 ottobre 1975, gli parlò anche dei vescovi e dei loro fatali errori.

CHI SONO I VESCOVI

I Vescovi sono coloro che Io, Sacerdote Eterno, ho chiamato per farli Vescovi_adn-400x300partecipi del mio Eterno Sacerdozio. I Vescovi sono i successori dei miei Apostoli . I Vescovi sono i capi delle chiese locali. I Vescovi, con a capo il Papa mio Vicario sulla terra, formano il collegio apostolico. I Vescovi, uniti al Papa, sono i depositari e i custodi, i diffusori e i difensori della mia Divina Parola.Andate e predicate il mio Vangelo a tutte le genti!” I Vescovi, con il Papa, sono gli amministratori dei frutti della Redenzione; perché partecipi della pienezza del mio Sacerdozio, dovrebbero tutti possedere il dono della sapienza. Ho detto: tutti dovrebbero possederlo. Purtroppo non è  così e quelli che lo possiedono, lo possiedono in gradazioni diverse, come la luce che non ha sempre la stessa intensità. Altra è la luce del sole in pieno meriggio, altro è il chiarore che proviene dalla luna, altra è la luce della lucerna e altra è la luce della lucciola.

vescovi_sin9Forse lo Spirito Santo è stato imparziale? No, figlio mio. Il grado della sapienza è in rapporto al grado della corrispondenza agli impulsi della grazia. Coloro che, con sensibilità attenta e vigilante, hanno risposto generosamente e coraggiosamente, a volte eroicamente e con perseveranza agli impulsi della grazia, non lasciandoli cadere nel vuoto, sono ripieni di sapienza. Chi meno ha corrisposto, meno ha ricevuto. Quelli che non la possiedono affatto vuol dire che hanno precluso la strada, allo Spirito Santo con la loro presunzione e, superbia. Radici di tutti i mali.

Semplicismo pesuntuoso

Figlio, i miei Apostoli, durante i tre anni vissuti accanto a Me, non fecero grandi progressi sulla via della perfezione. La ragione? Il semplicismo presuntuoso di cui era permeato il loro animo. risurrezione-chiamataLo confermano le stolte domande a Me rivolte in varie occasioni, eccezion fatta dell’apostolo prediletto, perché il suo animo puro, semplice, umile lo rese a Me sommamente caro e caro allo Spirito Santo che lo arricchì del dono della sapienza prima ancora della Pentecoste. Dopo la mia Risurrezione sono apparso alla Madre mia, alla Maddalena, a Lazzaro, ai discepoli di Emmaus e ad altri; non subito invece ai miei Apostoli i quali ne furono umiliati, pentiti ed anche un tantino risentiti. Questa lezione servì a farli rientrare in se stessi; servì ad indurli a riflettere sulla gravità della loro fuga, sul comportamento poco onorevole nel tempo della mia Passione. Il semplicismo prsuntuoso, di cui era permeato il loro animo, fu causa del pesante sonno da cui furono presi. Non stettero vigilanti, porgendo così il fianco all’agguato del Nemico che li vinse. Durante i quaranta giorni che precedettero la mia Ascensione, Io svuotai il loro orgoglio, li preparai al distacco dell’Ascensione, li preparai soprattutto a rendere disponibile il loro animo alla azione dello Spirito della sapienza. Conferii a loro il potere sacerdotale culminato con la pienezza del mio sacerdozio della Pentecoste.

Una crociata incessante.

crociatiLa presunzione è come un muro invalicabile che si erge tra Dio e l’anima. […]Nel Medio Evo si indissero crociate fra i cristiani per liberare il mio Sepolcro. Certo il mio Sepolcro è sacro perché ospitò il Corpo mio santissimo. Il Sepolcro mio però rimane un loculo, che non vale quanto vale un’anima il cui prezzo è infinito, il cui prezzo è il Mistero della mia Redenzione. Le crociate entrano nel piano del Mistero della salvezza in atto. Hanno la loro ragione di simbolo, una ragione fiugurativa; stanno ad indicare la necessità di condurre una crociata incessante contro il Principe delle tenebre e le sue tenebrose schiere. Satana è omicida nel senso più vero della parola.

Unico fine

La mia Incarnazione, la mia Passione e Morte, hanno come solo fine la liberazione delle anime dalla micidiale schiavitù di Satana. La partecipazione del mio Sacerdozio ai vescovi e ai sacerdoti san michele arcangelo1ha il solo scopo di farli corredentori nella lotta contro il potere delle Tenebre, in una crociata senza soste, condotta con sapienza, intelligenza e costanza, usando le armi da Me indicate con le parole ma soprattutto con l’esempio. Non vi sono alternative. Se nella mia Chiesa si fosse fatto buon uso di queste armi, ben altra sarebbe oggi la situazione nel mondo. Satana spadroneggia perché non è stato contrastato nella sua avanzata. Essere corredentori, vuol dire (se lo capissero bene vescovi e sacerdoti!) seguire Me sulla strada sicura della umiltà e della povertà della sofferenza e dell’amore, dell’obbedienza e della paternità ferma e stabile in difesa della verità, di cui essi sono con il mio Vicario depositari e custodi, in difesa della giustizia così conculcata e vilipesa.

Non possono i vescovi ignorare neppure per un istante che si nasce per morire, che si muore per iniziare la vera vita, la vita eterna. E’ a questa che bisogna indirizzare mente, cuore, energie; a questa vita eterna, che il Padre ha preparato e pagato con l’umiliazione della Incarnazione mia e della mia Immolazione sulla Croce. Non possono i vescovi e i miei sacerdoti ignorare, o dimenticare che il Nemico dell’uomo non si dà tregua e, giorno e notte, sferra i suoi attacchi per travolgere le anime nella perdizione. Non con le opere esteriori, non con l’eresia dell’azione o con altri mezzi inadeguati croce31all’asprezza della lotta contro un Nemico molto più forte e potente di loro. Io ho tracciato il piano di difesa che essi non hanno saputo attuare; guardando e seguendo Me sulla Croce, potrebbero attingere forza per fronteggiare e anche vincere il loro Avversario che non va sottovalutato.

Figlio, le contraddizioni in atto nella mia Chiesa, l’anarchia imperante, il capovolgimento e il pervertimento della dottrina e della morale, il disorientamento nel quale brancolano sacerdoti e fedeli, non sono senza causa. Ne vuoi qualche esempio? Osserva le sale cinematografiche. In chiesa si parla un linguaggio; nei cinema, ritenuti strutture essenziali, se ne parla un altro opposto. In chiesa si parla di Dio: nelle sale parrocchiali si divulgano spesse volte il materialismo, la sensualità, la violenza.

Nel precedente messaggio ho detto meglio senza preti anziché trasforare il seminario in vivai di eretici. Di chi la responsabilità di tanto male? Di questo caos? Una parte riguardevole cade su coloro che, disponendo dei poteri necessari, non hanno agito. Questa insipienza è tremenda. Sono inattivi, disarmati di fronte all’avanzata sacerdotetravolgente delle forze del Male. Eppure Io ho vinto il mondo. La Madre mia ha schiacciato la testa al Serpente per la sua umiltà. Solo uniti a me nell’umiltà, povertà, obbedienza e sofferenza, si può vincere il Nemico delle vostre anime. Ma quieto vivere, rispetto umano, interessi, timore di perder i favori della gente, hanno reso ciechi coloro che delle anime debbono essere guida e luce.

Quello che si dice del cinema, lo si può purtroppo dire di altre dolorosissime situazioni, per esempio per l’insegnamento religioso nelle scuole affidato a preti eretici. Sì! Quante sementi sono state gettate nell’animo di ragazzi e giovinette nell’età più critica e non sempre da sacerdoti di vita esemplare. Meglio sarebbe stato affidare questa delicatissima mansione a buoni laici (e molto bene ne sarebbe venuto) anziché a preti tramutati in demoni, in lupi rapaci.

La rigidità che tanti pastori hanno usato nel soffocare nel silenzio tanti interventi miei e della Madre mia in questa ora di tenebre, in quest’ora di Barabba, poteva essere usata con ragione in ben altre circostanze, con risultati migliori.

Cristo-SacerdoteErrori e immoralità sono propagandate direttamente ed indirettamente nelle strutture parrocchiali. I vescovi non hanno capito questo problema centrale della Chiesa? Non si rendono conto che hanno essi stessi spalancato le porte all’Avvessario di cui ancora dimostrano di non conoscere le astuzie, le insidie, la potenza e le seduzioni? Non si rendono conto delle tremende contraddizioni di cui è permeata la loro pastorale’ Il Nemico ha sferrato una grande battaglia con il materialismo, che è come la sua incarnazione; è riuscito nei suoi attacchi senza incontrare se non deboli contrattacchi.

Correre ai ripari

Figlio mio, è con grande amarezza che debbo fare questo richiamo, perché urge correre ai ripari per preparare gli animi con la preghiera e la penitenza. L’ora della Misericordia sta per cedere all’ora della Giustizia. E’ necessario correre ai ripari, almeno preparando le anime col renderle consapevoli, chè non al Padre mio deve misericordia6essere imputata l’ora grave che sta per scoccare, ma al loro peccato e al loro disarmo contro le forze del Male. E’ necessario agire senza indugi perché molte anime non siano travolte dalla oscurità della notte che sta per scendere. Non temere! Gridalo forte, chè gli uomini hanno orecchi per udire e non odono, hanno occhi per vedere e non vedono. La luce è spenta nei loro cuori. Ma non prevarranno le forze del Male! La mia Chiesa sarà purificata dalle follie della superbia umana e, alla fine, l’amore della Madre mia e vostra trionferanno.

Ti benedico, figlio. Prega, prega e offrimi le tue sofferenze.        

Fonte: “Confidenze di Gesù ad un Sacerdote”, di Mons. Ottavio Michelini a cura di “Profezie per il Terzo Millennio” – Maggio 2004

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PAPA FRANCESCO E LA SACRA ROTA

PAPA FRANCESCO E LA SACRA ROTA

sacra-rota-2Sentenze in mano ai vescovi: « se il vescovo stabilisce che si faccia un processo ordinario, dovrà celebrarsi entro un anno al massimo, e la sentenza sarà esecutiva se non ci sarà appello o le motivazioni dell’appello saranno manifestamente infondate»

Papa Francesco riforma della Sacra Rota

Da tempo memorabile era richiesta una misura che modernizzasse l’esercizio della Sacra Rota, l’ente cattolico conosciuto da tutti come quello che annulla i matrimoni ma solo “se si paga”, lasciando lo scontento su chi non aveva voglia di iniziare un processo o pagare per sentirsi realmente libero dal proprio coniuge.

 

D’ora in avanti basterà una dispensa vescovile, e se il matrimonio non è stato consumato non ci sarà nemmeno la necessità di ricorrere ad un processo. Di certo si accorceranno comunque i tempi di attesa e anche i costi. Fondamentale però che la richiesta arrivi da entrambi i coniugi… e se uno è stato abbandonato?

PapaSacraRotaLe cause che determinano la nullità dell’unione: «La mancanza di fede che può generare la simulazione del consenso o l’errore che determina la volontà, la brevità della convivenza coniugale, l’aborto procurato per impedire la procreazione, l’ostinata permanenza in una relazione extraconiugale al tempo stesso delle nozze o in un tempo immediatamente successivo, l’occultamento doloso della sterilità o di una grave malattia contagiosa o di figli nati da una precedente relazione o di una carcerazione».

Tra gli altri motivi si annovera anche «la violenza fisica inferta per estorcere il consenso, la mancanza di uso di ragione comprovata da documenti medici». Spiega il cardinale Francesco Coccopalmerio, presidente del Pontificio consiglio per i testi legislativi : «L’appello è comunque previsto, ma la sentenza sarà valida ed esecutiva già dal primo grado di giudizio».

Si tratta di una riforma importantissima, perché  darà l’opportunità a molte persone di tornare ai sacramenti. A quanto pare tutti contenti quindi,… speriamo solo che a fare la differenzia sia davvero lo Spirito Santo

Per approfondire:  articolo http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/15_settembre_08/papa-riforma-sacra-rota-sara-vescovo-ad-annullare-matrimoni-8c4b9d5c-5614-11e5-b0d4-d84dfde2e290.shtml

Triduo pasquale 2017

Triduo Pasquale 2017

PASQUALo svolgimento delle funzioni in questo triduo pasquale con  Papa Francesco e la spiegazione dei vari riti liturgici

GIOVEDÌ BASILICA VATICANA e CASA DI RECLUSIONE DI PALIANO

Il Giovedì Santo è l’inizio del”triduo pasquale”. È prevista in San Pietro alle 09.30 del mattino, la cosiddetta Santa Messa Crismale, dove verranno rinnovate le promesse sacerdotali e benedetti gli olii santi per le celebrazioni dell’anno liturgico. Il Santo Padre presiederà la concelebrazione con i Cardinali, i Patriarchi, gli Arcivescovi, i Vescovi e i Presbiteri (diocesani e religiosi) presenti a Roma.Papa-Francesco

Si recherà poi nella Casa di Reclusione di Paliano
Alle 16.30  si svolgerà la “Coena Domini” dove il Santo Padre anche quest’anno laverà i piedi ad alcuni detenuti e detenute. Anche Giovanni Paolo II si era recato a Rebibbia il 27 dicembre 1983 ma per parlare con il suo attentatore, mentre Benedetto XVI nel dicembre del 2011 subito dopo la sua elezione a pontefice. Anche lo scorso anno aveva scelto di lavare i piedi a dei detenuti, ma del carcere minorile di Casal del Marmo.

VENERDÌ VIA CRUCIS AL COLOSSEO

Cappella Papale – Basilica Vaticana: ore 17 – Il Venerdì Santo Papa Francesco presiederà la Liturgia della Parola, l’Adorazione della Croce e il Rito della Comunione. Ascolterà in San Pietro, nel papa-francesco-venerdi-santo-via-crucispomeriggio, la lettura della Passione di Gesù. Tale evento sarà trasmesso in televisione su TV 2000.

La sera ci sarà il rito della via Crucis al Colosseo, che ricorda la passione e morte di Gesù. Inizierà alle ore 21.15 e verrà trasmesso in mondovisione su Rai 1. I testi delle meditazioni sulle stazioni della Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo saranno preparati quest’anno – per incarico di Papa Francesco – dalla prof.ssa Anne-Marie Pellettier, vincitrice del Premio Ratzinger 2014. Nata a Parigi 71 anni fa, la Pelletier è un’insigne studiosa di ermeneutica e di esegesi biblica. Tra i suoi studi, la donna nel cristianesimo e nella Chiesa, il rapporto tra Giudaismo e Cristianesimo e il mondo monastico. Nel 2001, ha inoltre partecipato come uditrice al Sinodo dei vescovi..

Al termine vi sarà la benedizione apostolica.

SABATO VEGLIA PASQUALE IN BASILICA

La veglia pasquale in Basilica si  svolgerà a partire dalle 20,30 con l’ingresso processionale con il cero pasquale e il canto dell`Exsultet, e poi liturgia della parola, liturgia battesimale e liturgia eucaristica la tradizionale benedizione del fuoco nell’atrio della basilica di San Pietro.

BENEDIZIONE DEL FUOCOLa benedizione del fuoco è il trionfo della luce sulle tenebre, del calore sul freddo, della vita sulla morte (mistero poi solennemente proclamato da letture e azioni sacramentali della più solenne tra le notti) è già sinteticamente espresso in questo concreto linguaggio del fuoco nuovo, intorno al quale si riunisce la comunità. Seguirà la processione con il grido gioioso: “La luce di Cristo”, e la luce si comunicherà progressivamente ad ogni partecipante. La preghiera del Messale Romano che accompagna la benedizione del fuoco, ci appare piuttosto espressiva:

“O Padre, che per mezzo del tuo Figlio ci hai comunicato la fiamma viva della tua gloria, benedici questo fuoco nuovo, fa che le feste pasquali accendano in noi il desiderio del cielo, e ci guidino, rinnovati nello spirito, alla festa dello splendore eterno”.

DOMENICA MESSA DI PASQUA

Sul sagrato di San Pietro alle 10.00 della domenica di Pasqua, in piazza San Pietro Papa Francesco celebrerà la Santa Messa e, al termine, dalla loggia centrale della basilica, impartirà la benedizione ”Urbi et Orbi”.

Papa-Francesco-la-benedizione-Urbi-et-orbiRicordo che si concede l’indulgenza plenaria  (remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati),al fedele che devotamente riceve, sia pur soltanto per mezzo della radio o della televisione, la Benedizione impartita dal Sommo Pontefice “Urbi et Orbi“. (A mezzogiorno nei giorni di Natale e Pasqua e nell’elezione del Sommo Pontefice) Nonostante ci fosse chi non considerava valida questa indulgenza se non vissuta in prima persona, ci ha rassicurato direttamente il Sommo Pontefice confermando che già il giorno della sua elezione era rivolta a tutti gli uomini di buona volontà anche tramite i mezzi di comunicazione.

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Fonti: varie

TOUR NAPOLETANO DI PAPA FRANCESCO

TOUR NAPOLETANO DI PAPA FRANCESCO

papa_francesco_caserta-1728x800_cIl papa ama i napoletani, per la gioia di vivere che trasmettono anche nelle difficoltà e più di una volta lo ripete rimproverando e incoraggiando. E i “fuori programma”  rimangono la sua peculiarità… 

Il tour napoletano di Bergoglio, iniziato il 21 marzo scorso, ha posto un forte accento sulla “gioia del popolo napoletano e la sua la grande capacità di amare“. Sta appassionando tutti o forse quasi tutti, il nostro papa, se pensiamo alle lavate di capo che ha fatto: “convertitevi alla giustizia”; “… reagite alla camorra…”; “… la Pope Francis in Naplescorruzione puzza…”.  Ma a Napoli c’è soprattutto un popolo forte che non si è mai fatto sopraffare dalle avversità e questo Papa Francesco lo ha capito benissimo, infatti sottolinea con entusiasmo: “Cari napoletani, non lasciatevi rubare la speranza. Non cedete alle lusinghe di facili guadagni o di redditi disonesti. Reagite con fermezza alle organizzazioni che sfruttano e corrompono i giovani, i poveri e i deboli, con il cinico commercio della droga e altri crimini […]La vita a Napoli non è mai stata facile ma non è mai stata triste. E’ questa la vostra grande risorsa” E con queste frasi che danno tanta speranza, incoraggia ad andare avanti con la stessa energia che fino ad ora questo popolo ha sempre dimostrato. “Il futuro di Napoli è aprirsi al mondo,[…] Dio vive a Napoli (e ci tiene a dirlo ben 2 volte) […] sperare è scommettere sulla Misericordia di Dio” È davvero coinvolgente l’omelia di Papa Francesco in Piazza del Plebiscito dove la folla esulta e si commuove e con lei anche coloro che da casa seguivano l’evento.

OMELIA IN PIAZZA DEL PLEBISCITO

papa-bacia-san-gennaroMemorabile anche la visita del papa alle reliquie di San Gennaro, poichè il miracolo del sangue del santo si è in parte ripetuto. Con palese entusiasmo del cardinale e di tutti gli astanti con la reliquia tra le mani, Papa Bergoglio, ha benedetto tutti gli astanti. 

VIDEO DELLA BENEDIZIONE CON LA RELIQUIA

Non era mai avvenuto né con Giovanni Paolo II  che tra Pompei e Napoli-Papa-Francesco-diventa-statuetta-da-PresepeCapodichino è stato ben 3 volte a Napoli (1979-1980-1990), né con Benedetto XVI che nel 2007 ha visitato la città per un Meeting internazionale sul tema: “Per un mondo senza violenza. Religioni e culture in dialogo”. Vi è però una leggenda popolare, che vede questo miracolo nelle mani di Papa Pio IX, che è stato nel suo breve esilio  dal 1848-1849, anche ai piedi del Vesuvio. La risposta del pontefice non si è comunque fatta attendere: “…si vede che il santo ci vuole a metà, dobbiamo convertirci un po’ tutti perchè ci vuole più bene…” Sicuramente, anche se un po’ stentate le parole di Papa Francesco ci vogliono suggerire un maggior impegno affinchè il miracolo possa compiersi pienamente, con una liquefazione completa.

pizzaIl maestro pizzaiolo Enzo Cacialli, figlio di Ernesto (che realizzò la pizza al presidente Clinton nel ’94 in occasione del G7) è riuscito nonostante la folla e la sicurezza, a consegnare al Papa una pizza speciale sul lungomare. I colori utilizzati ovviamente quelli del Vaticano: bianco e giallo (pomodorini gialli, ricotta e mozzarella entrambe di bufala) Il suo desiderio era quello di ricreare un sole poiché a quanto ha detto il pizzaiolo, Papa Francesco è stato un raggio di sole che ha saputo donare speranza a tutti i napoletani . 

VISITA ALLA MADONNA DI POMPEI

religioseMa i fuori programma sono una consuetudine con questo papa amico di tutti e anche le suore di clausura, uscite dal monastero solo in occasione di questa visita speciale, sono salite sull’altare maggiore circondandolo per offrirgli doni e scambiare con lui qualche parola. L’entusiasmo era tale che anche il cardinale Sepe le ha bonariamente riprese.

DISCORSO DEL PAPA AL CLERO

(Nel Duomo di Napoli per incontrare i sacerdoti, i religiosi, i diaconi permanenti e i seminaristi)

A conti fatti, nessuno più di questo papa ha saputo avvicinarsi all’ideale di Cristo in terra, amato o odiato, apprezzato o contestato, proprio come accadeva a Nostro Signore; rimane un punto di riferimento che ogni giorno stupisce napoli con bambinifavorevolmente. Che San Gennaro abbia voluto dimostrarci la sua benevolenza nei confronti di un’altro santo in terra? Questo ormai sono tanti i napoletani che lo credono, e non solo loro, la speranza è che altrettanti siano coloro che accogliendo il suo messaggio, si decidano per un cambio di vita veramente cristiano. Dunque per utilizzare il suo stesso incoraggiamento: “sempre avanti” seguiamo la strada che Cristo ci sta aprendo.

Fonti varie

L’ANNO DELLA MISERICORDIA

L’ANNO DELLA MISERICORDIA

ANNO SANTO 2015-2016

Papa-Francesco-icona-Don-LinoPapa Francesco nel secondo anniversario della sua elezione in concomitanza con il 50° del Concilio Vaticano II ha stupito tutti proclamando un giubileo straordinario per esaltare la Divina Misericordia.

Papa Francesco nell’anniversario del suo secondo anno di papato, durante l’omelia della celebrazione penitenziale con la quale ha aperto l’iniziativa 24 ore per il Signore, ha stupito tutti annunciando nella Basilica di San Pietro la celebrazione di un Anno Santo Straordinario che inizierà con l’apertura della Porta Santa in San Pietro l’8 dicembre 2015, giorno in cui ricordiamo l’Immacolata Concezione  e terminerà il giorno 20 novembre 2016 con la solennità di Cristo Re.

https://www.youtube.com/watch?v=Xs6rWapgsrk

Per facilitare il sacramento della riconciliazione molte chiese saranno tenute aperte 24 ore su 24 in tutto il mondo. L’apertura del prossimo Giubileo avverrà nel cinquantesimo anniversario della chiusura del concilio Ecumenico Vaticano II, nel 1965.

misericordia3L’annuncio ufficiale verrà dato la prima domenica dopo Pasqua, festa della Divina Misericordia. Gesù stesso chiese a Santa Faustina Kowalska l’istituzione di questa festa: “Le anime periscono, nonostante la Mia dolorosa Passione (…). Se non adoreranno la Mia misericordia, periranno per sempre” (Q. II, p. 345).

Papa Francesco è sempre stato particolarmente sensibile a questo sacramento, ricordiamo che fu proprio lui ad inventare il famoso farmaco della Misericordina... Anche Gesù è ritornato a chiedere l’istituzione della festa della Divina Misericordia addirittura in 14 apparizioni definendo con precisione il giorno della festa nel calendario liturgico della Chiesa, la causa e lo scopo della sua istituzione, il modo di prepararla e di celebrarla come pure le grazie ad essa legate.misericordia

Durante il tempo ordinario le domeniche avranno le letture dell’Evangelista Luca, soprannominato proprio l’evangelista della Misericordia e molte sono le parabole che la sottolineano, lo stesso Dante Alighieri lo descrisse come lo “scriba mansuetudinis Christi”.

Anche presso il popolo ebraico il giubileo era un anno dichiarato santo che si ripeteva ogni 50 anni. Un anno di misericordia non solo per gli uomini (gli schiavi venivano liberati o comunque potevano decidere liberamente di stare presso la famiglia o andarsene), ma anche la terra che doveva lasciar riposare mentre tutti potevano goderne i frutti spontanei tornando in mano ai loro rispettivi proprietari. L’inizio del giubileo veniva annunciato con una serie di riti ufficiali, tra cui il suono del corno di montone, in ebraico jobel, da cui la parola giubileo.

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Papa Bonifacio VIII

Per i cristiani il giubileo, detto anche “anno santo” è iniziato con Papa Bonifacio VIII nel 1300 per recuperare una tradizione che vedeva ormai perduta, e successivamente riproposto ogni 25 anni salvo casi straordinari come avvenne proprio nel 2000 in occasione della nascita di Gesù. Ad oggi ne sono stati celebrati 26 e il prossimo sarà nel 2025.

L’Anno Santo è l’anno della remissione dei peccati, della riconciliazione, della conversione e della penitenza sacramentale, è santo perché si svolge e si conclude con solenni riti sacri, ma anche perché è destinato a promuovere la santità di vita. Le condizioni per lucrare l’indulgenza sono variate nel tempo. Ad esempio, per il Grande Giubileo del 2000 era possibile lucrarla anche con il pellegrinaggio in un santuario della propria Diocesi (indicato dal Vescovo), oppure offrendo assistenza ad ammalati o carcerati.

Dante riferisce nella Divina Commedia che l’afflusso di pellegrini a Roma nel giubileo del 1300 fu tale che divenne necessario regolamentare il senso di marcia dei pedoni sul ponte di fronte a Castel Sant’Angelo, speriamo solo che l’afflusso si possa ripetere se non addirittura moltiplicare anche durante questo giubileo.

INDULGENZA PLENARIA
PER LA RECITA DELLA “CORONCINA ALLA DIVINA MISERICORDIA

Atto della Penitenzieria Apostolica del 12 gennaio 2002
L’indulgenza plenaria, a condizioni ordinarie (quindi confessione sacramentale, Comunione Eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre) viene concessa nei confini della Polonia ai fedeli che, con l’animo totalmente distaccato dall’affetto versogesù misericordioso qualunque peccato, recitino devotamente la “Coroncina alla Divina Misericordia” in chiesa o in una cappella dinnanzi al Santissimo Sacramento, pubblicamente esposto oppure custodito nel tabernacolo.
Se i fedeli, a causa di una malattia (o un’altra giusta causa), non potendo uscire di casa, reciteranno la Coroncina alla Divina Misericordia, con fiducia e con il desiderio di misericordia per se stessi e con la disponibilità di dimostrarla nei confronti degli altri, alle condizioni consuete ottengono l’indulgenza plenaria, con l’osservanza delle prescrizioni che riguardano “coloro che sono ostacolati”, contenute nelle norme 24 e 25 dell’indice delle indulgenze (Enchiridion Indulgentiarum). Nelle altre circostanze l’indulgenza sarà parziale. Il presente decreto ha vigore perpetuo, nonostante qualunque altra contraria disposizione.

Fonti varie

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CORONCINA DELLA DIVINA MISERICORDIA
RIPARAZIONE PER IL DELITTO D’ABORTO

 

 

QUARESIMA 2015

QUARESIMA 2015

IL MESSAGGIO DI PAPA FRANCESCO

ceneri“Rendi il nostro cuore simile al tuo” è una supplica presa direttamente dalle litanie del Sacro Cuore di Gesù la giaculatoria che il Santo Padre ci suggerisce di ripetere regolarmente e costantemente durante questo tempo di rinnovamento spirituale.

Rinfrancate i vostri cuori (Gc 5,8)

 

Cari fratelli e sorelle,

la Quaresima è un tempo di rinnovamento per la Chiesa, le comunità e i singoli fedeli. Soprattutto però è un “tempo di grazia” (2 Cor 6,2). Dio non ci chiede nulla che prima non ci abbia donato:Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo” (1 Gv 4,19). Lui non è indifferente a noi. Ognuno di noi gli sta a cuore, ci conosce per nome, ci cura e ci cerca quando lo lasciamo. Ciascuno di noi gli interessa; il suo amore gli impedisce di essere indifferente a quello che ci accade. Però succede che quando noi stiamo bene e ci sentiamo comodi, certamente ci dimentichiamo degli altri (cosa che Dio Padre non fa quaresimamai), non ci interessano i loro problemi, le loro sofferenze e le ingiustizie che subiscono… allora il nostro cuore cade nell’indifferenza: mentre io sto relativamente bene e comodo, mi dimentico di quelli che non stanno bene. Questa attitudine egoistica, di indifferenza, ha preso oggi una dimensione mondiale, a tal punto che possiamo parlare di una globalizzazione dell’indifferenza. Si tratta di un disagio che, come cristiani, dobbiamo affrontare. Quando il popolo di Dio si converte al suo amore, trova le risposte a quelle domande che continuamente la storia gli pone. Una delle sfide più urgenti sulla quale voglio soffermarmi in questo Messaggio è quella della globalizzazione dell’indifferenza.

L’indifferenza verso il prossimo e verso Dio è una reale tentazione anche per noi cristiani. Abbiamo perciò bisogno di sentire in ogni Quaresima il grido dei profeti che alzano la voce e ci svegliano. Dio non è indifferente al mondo, ma lo ama fino a dare il suo Figlio per la salvezza di ogni uomo. Nell’incarnazione, nella vita terrena, nella morte e risurrezione del Figlio di Dio, si apre definitivamente la porta tra Dio e uomo, tra cielo e terra. E la Chiesa è come la mano che tiene aperta questa porta mediante la proclamazione della Parola, la celebrazione dei Sacramenti, la testimonianza della fede che si rende efficace nella carità (cfr Gal 5,6). Tuttavia, il mondo tende a chiudersi in se stesso e a chiudere quella porta attraverso la quale Dio entra nel mondo e il mondo in Lui. Così la mano, che è la Chiesa, non deve mai sorprendersi se viene respinta, schiacciata e ferita.

quaresima-2015Il popolo di Dio ha perciò bisogno di rinnovamento, per non diventare indifferente e per non chiudersi in se stesso. Vorrei proporvi tre passi da meditare per questo rinnovamento.

1. “Se un membro soffre, tutte le membra soffrono” (1 Cor 12,26) – La Chiesa

La carità di Dio che rompe quella mortale chiusura in se stessi che è l’indifferenza, ci viene offerta dalla Chiesa con il suo insegnamento e, soprattutto, con la sua testimonianza. Si può però testimoniare solo qualcosa che prima abbiamo sperimentato. Il cristiano è colui che permette a Dio di rivestirlo della sua bontà e misericordia, di rivestirlo di Cristo, per diventare come Lui, servo di Dio e degli uomini. Ce lo ricorda bene la liturgia del Giovedì Santo con il rito della lavanda dei piedi. Pietro non voleva che Gesù gli lavasse i piedi, ma poi ha capito che Gesù non vuole essere solo un esempio per come dobbiamo lavarci i piedi gli uni gli altri. Questo servizio può farlo solo chi prima si è lasciato lavare i piedi da Cristo. Solo questi ha “parte” con lui (Gv 13,8) e così può servire l’uomo.

La Quaresima è un tempo propizio per lasciarci servire da Cristo e così diventare come Lui. Ciò avviene quando ascoltiamo la Parola di Dio e quando riceviamo i sacramenti, in particolare l’Eucaristia. In essa diventiamo ciò che riceviamo: il corpo di Cristo. In questo corpo quell’indifferenza che sembra prendere così spesso il potere sui nostri cuori, non trova posto. Poiché chi è di Cristo appartiene ad un eucarestiasolo corpo e in Lui non si è indifferenti l’uno all’altro. “Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui” (1 Cor 12,26).

La Chiesa è communio sanctorum perché vi partecipano i santi, ma anche perché è comunione di cose sante: l’amore di Dio rivelatoci in Cristo e tutti i suoi doni. Tra essi c’è anche la risposta di quanti si lasciano raggiungere da tale amore. In questa comunione dei santi e in questa partecipazione alle cose sante nessuno possiede solo per sé, ma quanto ha è per tutti. E poiché siamo legati in Dio, possiamo fare qualcosa anche per i lontani, per coloro che con le nostre sole forze non potremmo mai raggiungere, perché con loro e per loro preghiamo Dio affinché ci apriamo tutti alla sua opera di salvezza.

2. “Dov’è tuo fratello? (Gen 4,9) – Le parrocchie e le comunità

Quanto detto per la Chiesa universale è necessario tradurlo nella vita delle parrocchie e comunità. Si riesce in tali realtà ecclesiali a sperimentare di far parte di un solo corpo? Un corpo che insieme riceve e condivide quanto Dio vuole donare? Un corpo, che conosce e si prende cura dei suoi membri più deboli, poveri e piccoli? O ci rifugiamo in un amore universale che si impegna lontano nel mondo, ma dimentica il Lazzaro seduto davanti alla propria porta chiusa ? (cfr Lc 16,19-31). Per ricevere e far fruttificare pienamente quanto Dio ci quaresimavanno superati i confini della Chiesa visibile in due direzioni.

In primo luogo, unendoci alla Chiesa del cielo nella preghiera. Quando la Chiesa terrena prega, si instaura una comunione di reciproco servizio e di bene che giunge fino al cospetto di Dio. Con i santi che hanno trovato la loro pienezza in Dio, formiamo parte di quella comunione nella quale l’indifferenza è vinta dall’amore. La Chiesa del cielo non è trionfante perché ha voltato le spalle alle sofferenze del mondo e gode da sola. Piuttosto, i santi possono già contemplare e gioire del fatto che, con la morte e la resurrezione di Gesù, hanno vinto definitivamente l’indifferenza, la durezza di cuore e l’odio. Finché questa vittoria dell’amore non compenetra tutto il mondo, i santi camminano con noi ancora pellegrini. Santa Teresa di Lisieux, dottore della Chiesa, scriveva convinta che la gioia nel cielo per la vittoria dell’amore crocifisso non è piena finché anche un solo uomo sulla terra soffre e geme: “Conto molto di non restare inattiva in cielo, il mio desiderio è di lavorare ancora per la Chiesa e per le anime” (Lettera 254 del 14 luglio 1897).

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Santa Teresa di Lisieux

Anche noi partecipiamo dei meriti e della gioia dei santi ed essi partecipano alla nostra lotta e al nostro desiderio di pace e di riconciliazione. La loro gioia per la vittoria di Cristo risorto è per noi motivo di forza per superare tante forme d’indifferenza e di durezza di cuore.

D’altra parte, ogni comunità cristiana è chiamata a varcare la soglia che la pone in relazione con la società che la circonda, con i poveri e i lontani. La Chiesa per sua natura è missionaria, non ripiegata su se stessa, ma mandata a tutti gli uomini.

Questa missione è la paziente testimonianza di Colui che vuole portare al Padre tutta la realtà ed ogni uomo. La missione è ciò che l’amore non può tacere. La Chiesa segue Gesù Cristo sulla strada che la conduce ad ogni uomo, fino ai confini della terra (cfr At1,8). Così possiamo vedere nel nostro prossimo il fratello e la sorella per i quali Cristo è morto ed è risorto. Quanto abbiamo ricevuto, lo abbiamo ricevuto anche per loro. E parimenti, quanto questi fratelli possiedono è un dono per la Chiesa e per l’umanità intera.

Cari fratelli e sorelle, quanto desidero che i luoghi in cui si manifesta la Chiesa, le nostre parrocchie e le nostre comunità in particolare, diventino delle isole di misericordia in mezzo al mare dell’indifferenza!

3. “Rinfrancate i vostri cuori !” (Gc 5,8) – Il singolo fedele

Papa-Francesco-pregaAnche come singoli abbiamo la tentazione dell’indifferenza. Siamo saturi di notizie e immagini sconvolgenti che ci narrano la sofferenza umana e sentiamo nel medesimo tempo tutta la nostra incapacità ad intervenire. Che cosa fare per non lasciarci assorbire da questa spirale di spavento e di impotenza?

In primo luogo, possiamo pregare nella comunione della Chiesa terrena e celeste. Non trascuriamo la forza della preghiera di tanti! L’iniziativa 24 ore per il Signore, che auspico si celebri in tutta la Chiesa, anche a livello diocesano, nei giorni 13 e 14 marzo, vuole dare espressione a questa necessità della preghiera.

In secondo luogo, possiamo aiutare con gesti di carità, raggiungendo sia i vicini che i lontani, grazie ai tanti organismi di carità della Chiesa. La Quaresima è un tempo propizio per mostrare questo interesse all’altro con un segno, anche piccolo, ma concreto, della nostra partecipazione alla comune umanità.

E in terzo luogo, la sofferenza dell’altro costituisce un richiamo alla conversione, perché il bisogno del fratello mi ricorda la fragilità della mia vita, la mia dipendenza da Dio e dai fratelli. Se umilmente chiediamo la grazia di Dio e accettiamo i limiti delle nostre possibilità, allora confideremo nelle infinite possibilità che ha in serbo l’amore di Dio. E potremo resistere alla tentazione diabolica che ci fa credere di poter salvarci e salvare il mondo da soli.

benedetto-xvi-586x439Per superare l’indifferenza e le nostre pretese di onnipotenza, vorrei chiedere a tutti di vivere questo tempo di Quaresima come un percorso di formazione del cuore, come ebbe a dire Benedetto XVI (Lett. enc. Deus caritas est, 31). Avere un cuore misericordioso non significa avere un cuore debole. Chi vuole essere misericordioso ha bisogno di un cuore forte, saldo, chiuso al tentatore, ma aperto a Dio. Un cuore che si lasci compenetrare dallo Spirito e portare sulle strade dell’amore che conducono ai fratelli e alle sorelle. In fondo, un cuore povero, che conosce cioè le proprie povertà e si spende per l’altro.

Per questo, cari fratelli e sorelle, desidero pregare con voi Cristo in questa Quaresima: “Fac cor nostrum secundum cor tuum”: “Rendi il nostro cuore simile al tuo” (Supplica dalle Litanie al Sacro Cuore di Gesù). Allora avremo un cuore forte e misericordioso, vigile e generoso, che non si lascia chiudere in se stesso e non cade nella vertigine della globalizzazione dell’indifferenza.quaresima 2015.1

Con questo auspicio, assicuro la mia preghiera affinché ogni credente e ogni comunità ecclesiale percorra con frutto l’itinerario quaresimale, e vi chiedo di pregare per me. Che il Signore vi benedica e la Madonna vi custodisca.

Dal Vaticano, 4 ottobre 2014

Festa di San Francesco d’Assisi

Francesco

Il sito uff. 

http://w2.vatican.va/content/francesco/it/messages/lent/documents/papa-francesco_20141004_messaggio-quaresima2015.html

PATTI LATERANENSI

PATTI LATERANENSI

11 febbraio 1929

1929 patti lateranensiNella Giornata del malato ricordiamo i Patti Lateranensi ossia il patto stipulato tra Mussolini e il Cardinale Gasparri per regolare i rapporti tra lo stato e la Chiesa in Italia fino ad oggi. E’ attraverso questo trattato che è stato riconosciuto il cattolicesimo come religione dello Stato Italiano. Ma vediamo più precisamente di cosa si tratta.

I Patti Lateranensi sono stati sottoscritti l’11 febbraio 1929, grazie a questi per la prima volta dall’Unità d’Italia furono stabilite regolari relazioni bilaterali tra Italia e Santa Sede. Presero il nome del palazzo di San Giovanni in Laterano in cui avvenne la firma degli accordi, che furono negoziati tra il cardinale Segretario di Stato Pietro Gasparri per conto della Santa Sede e Benito Mussolini, capo del Fascismo, come primo ministro italiano.

PATTI LATERANENSIIl rapporto tra Stato e Chiesa era precedentemente disciplinato dalla cosiddetta «legge delle Guarentigie», approvata dal Parlamento italiano il 13 maggio 1871 dopo la presa di Roma. La legge delle Guarentigie non venne mai riconosciuta dai Pontefici, da Pio IX in poi; la somma stanziata anno per anno dal governo italiano venne conservata in un apposito conto, in attesa di concludere un accordo con la Santa Sede.

I Patti Lateranensi constavano di tre distinti documenti:

– il Trattato che riconosceva l’indipendenza e la sovranità della Santa Sede e fondava lo Stato della Città del Vaticano di cui il Sommo Pontefice è sovrano;

– la Convenzione Finanziaria che prevedeva un risarcimento di 750 milioni di lire a beneficio della chiesa  e l’esenzione  al nuovo Stato denominato «Città del Vaticano», dalle tasse e dai dazi sulle merci importate, oltre ad ulteriori titoli di stato per i danni finanziari subiti per le spoliazioni degli enti ecclesiastici a causa delle leggi eversive e la fine del potere temporale.Patti-Lateranensi-12

–  il Concordato che definiva le relazioni civili e religiose in Italia tra la Chiesa e il Governo (prima d’allora, cioè dalla nascita del Regno d’Italia, sintetizzate nel motto: «libera Chiesa in libero Stato»).

Secondo il precedente concordato il Papa era l’unico che non doveva prestare giuramento di fedeltà all’Italia, in quanto vescovo effettivo della città di Roma. Al contempo il governo italiano acconsentì di rendere le sue leggi sul matrimonio e il divorzio conformi a quelle della Chiesa cattolica di Roma e di rendere il clero esente dal servizio militare. I Patti garantirono alla Chiesa il riconoscimento di religione di Stato in Italia, con importanti conseguenze sul sistema scolastico pubblico, come l’istituzione dell’insegnamento della religione cattolica, già presente dal 1923 e tuttora esistente seppure con modalità diverse.

I Patti Lateranensi non furono gli unici accordi stipulati negli anni successivi alla Prima guerra mondiale tra il Vaticano e stati esteri, nell’ottica di rendere libera la professione della religione cattolica e di ridare un ruolo diplomatico di primo piano al papato. Tra gli altri vi patti_lateranensifurono accordi con la Lettonia (stipulato nel 1922), con la Baviera (1924), con la Polonia (1925) con la Lituania e con la Romania (entrambi stipulati nel 1927), con la Prussia (stipulato nel 1929), con il Baden (1932) e con la Germania nazista (nel 1933).

I Patti Lateranensi (la «Conciliazione») tra Stato e Chiesa nel 1929 per la risoluzione della “Questione romana” si conclusero in maniera soddisfacente per le parti in causa. L’inizio di trattative segrete avvenne grazie all’iniziativa di tre zelanti sacerdoti: padre Giovanni Genocchi dei Missionari del Sacro Cuore di Gesù, di don Giovanni Minozzi fondatore con padre Giovanni Semeria dell’O.N.M.I.. Quest’ultimo riferì che proprio in casa di suoi parenti i tre si riunirono per discutere e studiare la possibilità di trovare una via di uscita per riallacciare le relazioni tra Stato e Chiesa. Le discussioni e i lavori durarono tre giorni al termine dei quali padre Genocchi si incaricò di portare all’allora segretario di Stato Vaticano, il cardinale Pietro Gasparri, il risultato del loro lavoro. L’alto prelato della Curia romana rimase “trasecolato” per tale iniziativa personale dei tre sacerdoti.

Patti-Lateranensi-1Finalmente il 26 agosto 1926 furono designati ufficiosamente e informalmente due incaricati: uno dal governo Mussolini e l’altro da parte di papa Pio XI. Per la prima volta figura l’avvocato concistoriale Francesco Pacelli quale plenipotenziario per il Vaticano, fratello di Eugenio Pacelli, futuro segretario di Stato prima e papa Pio XII poi. Da parte italiana fu scelto Domenico Barone.

L’11 febbraio ricorreva l’anniversario dell’apparizione di Nostra Signora di Lourdes; la scelta di firmare il concordato in quell’occasione intendeva rimarcare la soddisfazione da parte vaticana per i nuovi patti e poteva avere altri significati politici. Il 13 febbraio 1929 Pio XI tenne un discorso a un’udienza concessa a professori e studenti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, che passò alla storia per un passaggio in cui Benito Mussolini è indicato come «l’uomo che la Provvidenza Ci ha fatto incontrare»:

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PAPA PIO XI

« Le condizioni dunque della religione in Italia non si potevano regolare senza un previo accordo dei due poteri, previo accordo a cui si opponeva la condizione della Chiesa in Italia. Dunque per far luogo al Trattato dovevano risanarsi le condizioni, mentre per risanare le condizioni stesse occorreva il Concordato. E allora? La soluzione non era facile, ma dobbiamo ringraziare il Signore di averCela fatta vedere e di aver potuto farla vedere anche agli altri. La soluzione era di far camminare le due cose di pari passo. […] E con la grazia di Dio, con molta pazienza, con molto lavoro, con l’incontro di molti e nobili assecondamenti, siamo riusciti « tamquam per medium profundam eundo » a conchiudere un Concordato che, se non è il migliore di quanti se ne possono fare, è certo tra i migliori che si sono fin qua fatti; ed è con profonda compiacenza che crediamo di avere con esso ridato Dio all’Italia e l’Italia a Dio. »(Pio XI)

Qualsiasi modifica dei Patti deve inoltre avvenire di mutuo accordo tra lo Stato e la Santa Sede, a patto che l’una o l’altra parte non agiscano in modo contrario ai mutui accordi. In effetti vi sono stati alcuni episodi che hanno visto l’ingerenza di una parte sull’altra, ma fino ad oggi si è riusciti a mantenere un mutuo accordo. Auguriamoci che ciò possa ancora continuare e magari migliorare con l’aiuto e l’intercessione della Beata Vergine di Lourdes.

Fonti: La nuova Enciclopedia Universale Garzanti; http://it.wikipedia.org/wiki/Patti_Lateranensi

 

PAPA FRANCESCO E LE MAMME

PAPA FRANCESCO E LE MAMME

papa francesco udienzaPapa Francesco ha tenuto nell’Aula Paolo VI in Vaticano la sua prima udienza generale del 2015 il 7 gennaio scorso formulando una catechesi sulla famiglia. alla base delle sue riflessioni la figura della madre: “…una società senza madri è disumana!…

Il servizio di Sergio Centofanti:

Madre esaltata ma poco aiutata

Nella famiglia – ha subito detto il Papa – c’è la madre. Ogni persona umana deve la vita a una madre, e quasi sempre deve a lei molto della propria esistenza successiva, della formazione umana e spirituale”:

La madre, però, pur essendo molto esaltata dal punto di vista simbolico – tante poesie, tante cose belle che si dicono poeticamente della madre – viene poco ascoltata e poco aiutata nella vita quotidiana, poco considerata nel suo ruolo centrale nella società. Anzi, spesso si approfitta della disponibilità delle madri a sacrificarsi per i figli per ‘risparmiare’ sulle spese sociali”.

Ascoltare di più le madri

mamma-figlie-abbraccio.400Anche nella comunità cristiana – ha proseguito il Papa – accade che “la madre non sia sempre tenuta nel giusto conto, che sia poco ascoltata. Eppure al centro della vita della Chiesa c’è la Madre di Gesù. Forse le madri, pronte a tanti sacrifici per i propri figli, e non di rado anche per quelli altrui, dovrebbero trovare più ascolto. Bisognerebbe comprendere di più la loro lotta quotidiana per essere efficienti al lavoro e attente e affettuose in famiglia; bisognerebbe capire meglio a che cosa esse aspirano per esprimere i frutti migliori e autentici della loro emancipazione”:

Una madre con i figli ha sempre problemi, sempre lavoro. Io ricordo a casa, eravamo cinque e mentre uno ne faceva una, l’altro pensava di farne un’altra, e la povera mamma andava da una parte all’altra, ma era felice. Ci ha dato tanto”.

Madri, antitodo a individualismo egoistico

Le madri – ha quindi sottolineato – sono l’antidoto più forte al dilagare dell’individualismo egoistico”:

Individuo vuol dire ‘che non si può dividere’. Le madri invece si ‘dividono’, a partire da quando ospitano un figlio per darlo al mondo e farlo crescere. Sono esse, le madri, a odiare maggiormente la guerra, che uccide i loro figli. Tante volte ho pensato a quelle mamme quando hanno ricevuto la lettera: ‘ … suo figlio è caduto in difesa della patria…’. Povere donne, come soffre una madre! Sono esse a testimoniare la bellezza della vita”.

Disumana una società senza madri
SALVADORAN ARCHBISHOP OSCAR ROMERO
Oscar Arnulfo Romero

Papa Francesco cita l’arcivescovo salvadoregno Oscar Arnulfo Romero, assassinato nel 1980, quando parlava del “martirio materno”. In una omelia per il funerale di un prete ucciso dagli squadroni della morte, il presule affermò che essere martiri è anche “dare la vita a poco a poco”, “nel silenzio, nella preghiera, nel compimento onesto del dovere; in quel silenzio della vita quotidiana” come fa una madre, “che senza timore, con la semplicità del martirio materno, concepisce nel suo seno un figlio, lo dà alla luce, lo allatta, lo fa crescere e accudisce con affetto. E’ dare la vita. E’ martirio”. “Essere madre – ha osservato – non significa solo mettere al mondo un figlio, ma è anche una scelta di vita” la “scelta di dare la vita“:

Una società senza madri sarebbe una società disumana, perché le madri sanno testimoniare sempre, anche nei momenti peggiori, la tenerezza, la dedizione, la forza morale”.

Grazie alle mamme di tutto il mondo

Le madri – ha aggiunto – trasmettono spesso anche il senso più profondo della pratica religiosa: nelle prime preghiere, nei primi gesti di devozione che un bambino impara, è inscritto il valore della fede nella vita di un essere umano. E’ un messaggio che le madri credenti sanno trasmettere senza tante spiegazioni: queste arriveranno dopo, ma il germe della fede sta in quei primi, preziosissimi momenti. Senza le madri, non solo non ci sarebbero nuovi fedeli, ma la fede perderebbe buona parte del suo calore semplice e profondo”. E la Chiesa – ha sottolineato – “è nostra madre! Noi non siamo orfani, abbiamo una madre! La Madonna e la madre Chiesa e la nostra mamma. Non siamo orfani, siamo figli della Chiesa, siamo figli della Madonna e siamo figli delle nostre madri”:

Carissime mamme, grazie, grazie per ciò che siete nella famiglia e per ciò che date alla Chiesa e al mondo. E a te, amata Chiesa, grazie, grazie per essere madre. E a te, Maria, Madre di Dio, grazie per farci vedere Gesù. E a tutte le mamme qui presenti le salutiamo con un applauso!”.

Golden Circus Festival Liana OrfeiSaluto a imam francesi e superstiti di Auschwitz e al termine dell’udienza generale, i componenti del Golden Circus di Liana Orfei si sono esibiti di fronte a un Papa Francesco molto divertito. Il Pontefice li ha applauditi e incoraggiatiad essere non solo portatori del sorriso e messaggeri di solidarietà tra i popoli e le nazioni, ma creatori di bellezza“. Ce ne parla Sergio Centofanti:

Doveva essere un breve saluto, invece il Papa, ammirato dall’esibizione dei circensi, tra cui alcuni ragazzi, ha tenuto a braccio una piccola catechesi sulla bellezza:

La gente che fa lo spettacolo nel circo crea bellezza, sono creatori di bellezza. E questo fa bene all’anima. Quanto bisogno noi abbiamo di bellezza!“.

La nostra vita – ha osservato – “è molto pratica”, bisogna “fare le cose, portare avanti il lavoro”: è “il linguaggio delle mani”. Poi c’è “il pensare, la ragione”: è “il linguaggio della mente”. E “siamo persone che amano, che hanno questa capacità di amare, il linguaggio del cuore”. E questi tre linguaggi, del fare, della mente e del cuore “si uniscono per fare l’armonia della persona. E lì è la bellezza” e gli artisti insegnano la “strada superiore della bellezza”Papa-Francesco-udienza

Dio certamente è vero, Dio certamente è buono, Dio certamente sa fare le cose, ha creato il mondo, ma soprattutto Dio è bello! La bellezza di Dio. E tante volte noi ci dimentichiamo della bellezza, eh? L’umanità pensa, sente, fa, ma oggi ha tanto bisogno di bellezza. Non dimentichiamo questo!”.

(Da Radio Vaticana)

Inviato [con la BENEDIZIONE di Maria a tutte le mamme, perché, create a immagine di Dio immensamente buono e bello, sappiano testimoniare sempre la bellezza della vita] da PadreMariaLuciano (tab)

AUGURI PAPA FRANCESCO

AUGURI PAPA FRANCESCO

17 DICEMBRE 1936

papa-francesco_h_partbNato il 17 dicembre 1936 a Buenos Aieres e battezzato con il nome Jorge Mario Bergoglio è il 266º papa cattolico e solo l’VIII sovrano dello Stato della Città del Vaticano. Argentino, è il primo gesuita e il primo americano ad ottenere questa carica.

L’attuale capo della chiesa è si argentino, ma i suoi genitori sono di origine italiana, per la precisione piemontesi. Il padre, funzionario delle ferrovie si era recato con la moglie, casalinga, a Buenos Aires in cerca di fortuna nel lontano 1928. Fu il primogenito della coppia che successivamente ebbe altri 4 figli.

Papa Francesco-1A causa di una grave infezione polmonare subisce all’età di 21 anni l’asportazione del polmone destro (che lo escluderà dalla lista dei papabili durante il conclave della sua elezione) Perito chimico, si è mantenuto per un certo periodo facendo le pulizie in una fabbrica e poi facendo anche il buttafuori in un locale malfamato di Córdoba. In base a quanto dichiarato da lui stesso, ha avuto anche una fidanzata prima di intraprendere la vita ecclesiastica.

https://www.youtube.com/watch?v=FnC8QhWV6kM

Deciderà di entrare in seminario nel 1958 e poco dopo entra nella Compagnia di Gesù di Sant’Ignazio di Loyola. Insegnerà letteratura e psicologia fino a diventare rettore della Facoltà di teologia e filosofia San Miguel.

Durante il suo soggiorno di studio in Germania, nel 1986, si affezionerà moltissimo all’immagine di Maria che scioglie i nodi, fino a portarne la devozione anche in Argentina dove diventa direttore spirituale e confessore della chiesa della Compagnia di Gesù di Cordoba.papa francesco e giovanni paolo II

Il 20 maggio 1992 papa Giovanni Paolo II lo nomina vescovo ausiliare di Buenos Aires e successivamente cardinale del titolo di San Roberto Bellarmino. Dal 2005 al 2011 è a capo della Conferenza Episcopale Argentina.

Ciò che caratterizza il suo impegno come vesovo è lo stile di vita semplice. Si sposta con mezzi pubblici rinunicando a vivere nella sede dell’Episcopato a favore di un comune appartamento dove si cucina da solo.

Per quanto riguarda le sue posizioni teologiche, morali e sociali, possiamo evidenziare come si sia schierato contro i sacerdoti che non volevano battezzare i figli di coppie non sposate o di madri nubili, ha posto grande opposizione all’eutanasia, ma ammette l’utilizzo dei contraccettivi per evitare le malattie, pur non approvandone la distribuzione gratuita (pratica usata invece favorevolmente dal governo argentino). Non gradisce le unioni omosessuali ma ribadisce l’importanza del rispetto reciproco.

Un’altra caratteristica che piace tanto ai cattolici è il suo parlare chiaro e senza mezzi termini. Non teme nemmeno le classi politiche e lo ha dimostrato nel 2002, quando in piena crisi economica dell’Argentina, criticò aspramente il governo  dicendo:

20131003-papa-francesco-pacem-in-terris_2Non dobbiamo tollerare il triste spettacolo di coloro che non sanno più come mentire e si contraddistinguono per il tentativo di mantenere i loro privilegi, la loro avidità e la loro ricchezza guadagnata con disonestà

 Bergoglio ha sempre dedicato grande attenzione alle persone che vivono ai margini della società, tanto da affermare che il potere del Papa deve essere il servizio, specie ai più poveri, ai più deboli e ai più piccoli. In quest’ottica, desidera una Chiesa di «prossimità», vicina all’umanità e alle sue sofferenze.

https://www.youtube.com/watch?v=_XY3OCn7YQE

La sua elezione a pontefice era già stata sfiorata nel Conclave del 2005, ma con le dimissione di Papa Ratzingher la sera del 13 marzo 2013 ottiene la nomina assumendo il nome di Francesco in onore a San Francesco d’Assisi. Già dal suo primo saluto si nota la sua semplicità e la sua devozione mariana. (vedi)

L’11 luglio 2013 ha varato con un “motu proprio” entrato in vigore il 1º settembre 2013 una serie di misure che riformano il Codice Penale vaticano, adeguandolo alle normative internazionali e modificando la legislazione vaticana. Le disposizioni papa francesco 2della riforma si applicheranno non solo allo Stato della Città del Vaticano, ma anche all’ambito della Santa Sede, in maniera da rendere perseguibili da parte degli organi giudiziari vaticani anche i reati commessi al di fuori dello Stato.

Il 18 luglio 2013 ha istituito una commissione referente che dovrà raccogliere informazioni sulle questioni economiche che interessano la Santa Sede. I membri della Commissione sono laici, fatta eccezione per il segretario che è un ecclesiastico.

In vista della delicata situazione dei sacerdoti implicati in indagini su minori il 22 marzo 2014 ha approvato l’istituzione di una Commissione per la protezione dei fanciulli, anche se già il 5 febbraio dello stesso anno le Nazioni Unite avevano chiesto al Vaticano di rimuovere immediatamente tutti i sacerdoti riconosciuti colpevoli o sospettati di abusi su minori e di denunciarli alle autorità. E come a confermare che voleva essere un uomo di fatti e non solo parole l’11 aprile conferma il suo impegno nella lotta contro la pedofilia e chiede perdono per gli abusi commessi sui minori da parte dei sacerdoti.

papa-francesco-bartolomeI-patriarcato-costantinopoliIniziano con il suo pontificato anche i viaggi apostolici per una pace che non deve essere solo sulla carta, ma stampata nel cuore delle persone che invita costantemente a sorridere. E già si parla di una possibile unione delle due Chiese d’Oriente ed Occidente.

Vi sono state delle accuse mosse contro Bergoglio quando ancora non era papa relativamente alla responsabilità del rapimento e di due sacerdoti gesuiti durante la dittatura militare nel suo paese (1976-1983) ma tali accuse sono state tutte smentite, anche da Pérez Esquivel, che ha vinto il premio Nobel per la Pace, proprio per le denunce contro gli abusi della dittatura militare, il quale ha difeso Bergoglio dalle accuse di complicità.

https://www.youtube.com/watch?v=PzkLS7UQ4vM

Abbiamo visto Papa Francesco districarsi tra viaggi apostolici e incontri di profondo dialogo interreligioso, dalla comunità musulmana a Bangui alla chiesa evangelica romana, dalle Filippine e Sri Lanka al Paraguai, alla Bolivia e all’Equador, da Cuba e Stati Uniti al centr’Afica, Nairobi, Kenia e Ugnada. E con l’Anno Giubilare 2015-2016  possiamo davvero dire che ha aperto le porte a tutti, in tutte le parti del mondo, in tutte le circostanze e le condizioni per dare la possibilità della salvezza incondizionata.

Questo papa tanto discusso amato e odiato allo stesso tempo nonostante tutto continua la sua lotta, continua il suo cammino, sempre con il sorriso, anche se a volte appare stanco, continua a chiedere preghiere, continua ad incontrare le migliaia di pellegrini che ogni mercoledì si accalcano con qualsiasi tempo in piazza san Pietro per le udienze. Solo il tempo ci darà forse modo di comprendere meglio quest’uomo semplice, chiamato a capo di una Chiesa dilaniata dagli scandali e dalla vanità. Nel frattempo continueremo a pregare lo Spirito Santo che con Maria Santissima sciolga tutti i nodi, lo guidi e lo illumini nel suo operato.maria-nodi

Tanti auguri Papa Francesco.  

Fontehttp://it.wikipedia.org/wiki/Papa_Francesco

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Francesco è tornato dalla Terra Santa

FRANCESCO È TORNATOterra santa

Papa Francesco

UDIENZA GENERALE

Piazza San Pietro
Mercoledì, 28 maggio 2014

                                           Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Nei giorni scorsi, come sapete, ho compiuto il pellegrinaggio in Terra Santa. È stato un grande dono per la Chiesa, e ne rendo grazie a Dio. Egli mi ha guidato in quella Terra benedetta, che ha visto la presenza storica di Gesù e dove si sono verificati eventi fondamentali per l’Ebraismo, il Cristianesimo e l’Islam. Desidero rinnovare la mia cordiale riconoscenza a Sua Beatitudine il Patriarca Fouad Twal, ai Vescovi dei vari Riti, ai Sacerdoti, ai Francescani della Custodia di Terra Santa. Questi Francescani sono bravi! Il loro lavoro è bellissimo, quello che loro fanno! Il mio grato pensiero va anche alle Autorità giordane, israeliane e palestinesi, che mi hanno accolto con tanta cortesia, direi anche con amicizia, come pure a tutti coloro che hanno cooperato per la realizzazione della visita.

Bartolomeo I e Papa FrancescoNella foto il Patriarca Bartolomeo I e Papa Francesco I

1. Lo scopo principale di questo pellegrinaggio è stato commemorare il 50° anniversario dello storico incontro tra il Papa Paolo VI e il Patriarca Atenagora. Fu quella la prima volta in cui un Successore di Pietro visitò la Terra Santa: Paolo VI inaugurava così, durante il Concilio Vaticano II, i viaggi extra-italiani dei Papi nell’epoca contemporanea. Quel gesto profetico del Vescovo di Roma e del Patriarca di Costantinopoli ha posto una pietra miliare nel cammino sofferto ma promettente dell’unità di tutti i cristiani, che da allora ha compiuto passi rilevanti. Perciò il mio incontro con Sua Santità Bartolomeo, amato fratello in Cristo, ha rappresentato il momento culminante della visita. Insieme abbiamo pregato presso il Sepolcro di Gesù, e con noi c’erano il Patriarca Greco-Ortodosso di Gerusalemme Theophilos III e il Patriarca Armeno Apostolico Nourhan, oltre ad Arcivescovi e Vescovi di diverse Chiese e Comunità, Autorità civili e molti fedeli.

In quel luogo dove risuonò l’annuncio della Risurrezione, abbiamo avvertito tutta terra santa1l’amarezza e la sofferenza delle divisioni che ancora esistono tra i discepoli di Cristo; e davvero questo fa tanto male, male al cuore. Siamo divisi ancora; in quel posto dove è risuonato proprio l’annuncio della Risurrezione, dove Gesù ci dà la vita, ancora noi siamo un po’ divisi. Ma soprattutto, in quella celebrazione carica di reciproca fraternità, di stima e di affetto, abbiamo sentito forte la voce del Buon Pastore Risorto che vuole fare di tutte le sue pecore un solo gregge; abbiamo sentito il desiderio di sanare le ferite ancora aperte e proseguire con tenacia il cammino verso la piena comunione. Una volta in più, come hanno fatto i Papi precedenti, io chiedo perdono per quello che noi abbiamo fatto per favorire questa divisione, e chiedo allo Spirito Santo che ci aiuti a risanare le ferite che noi abbiamo fatto agli altri fratelli. Tutti siamo fratelli in Cristo e col patriarca Bartolomeo siamo amici, fratelli, e abbiamo condiviso la volontà di camminare insieme, fare tutto quello che da oggi possiamo fare: pregare insieme, lavorare insieme per il gregge di Dio, cercare la pace, custodire il creato, tante cose che abbiamo in comune. E come fratelli dobbiamo andare avanti.

2. Un altro scopo di questo pellegrinaggio è stato incoraggiare in quella regione il cammino verso la pace, che è nello stesso tempo dono di Dio e impegno degli uomini. L’ho fatto in Giordania, in Palestina, in Israele. E l’ho fatto sempre come pellegrino, nel nome di Dio e dell’uomo, portando nel cuore una grande compassione per i figli di quella francescaniTerra che da troppo tempo convivono con la guerra e hanno il diritto di conoscere finalmente giorni di pace!

Per questo ho esortato i fedeli cristiani a lasciarsi “ungere” con cuore aperto e docile dallo Spirito Santo, per essere sempre più capaci di gesti di umiltà, di fratellanza e di riconciliazione. Lo Spirito permette di assumere questi atteggiamenti nella vita quotidiana, con persone di diverse culture e religioni, e così di diventare “artigiani” della pace. La pace si fa artigianalmente! Non ci sono industrie di pace, no. Si fa ogni giorno, artigianalmente, e anche col cuore aperto perché venga il dono di Dio. Per questo ho esortato i fedeli cristiani a lasciarsi “ungere”.

In Giordania ho ringraziato le Autorità e il popolo per il loro impegno nell’accoglienza di numerosi profughi provenienti dalle zone di guerra, un impegno umanitario che merita e richiede il sostegno costante della Comunità internazionale. Sono stato colpito dalla generosità del popolo giordano nel ricevere i profughi, tanti che fuggono dalla guerra, in quella zona. Che il Signore benedica questo popolo accogliente, lo benedica tanto! E noi dobbiamo pregare perché il Signore benedica questa accoglienza e chiedere a tutte le istituzioni internazionali di aiutare questo popolo in questo lavoro di accoglienza che fa. Durante il pellegrinaggio anche in altri luoghi ho incoraggiato le Autorità interessate a proseguire gli sforzi per stemperare le tensioni nell’area medio-orientale, soprattutto nella martoriata Siria, come pure a continuare nella ricerca di terra santa.2un’equa soluzione al conflitto israeliano-palestinese. Per questo ho invitato il Presidente di Israele e il Presidente della Palestina, ambedue uomini di pace e artefici di pace, a venire in Vaticano a pregare insieme con me per la pace. E per favore, chiedo a voi di non lasciarci soli: voi pregate, pregate tanto perché il Signore ci dia la pace, ci dia la pace in quella Terra benedetta! Conto sulle vostre preghiere. Forte, pregate, in questo tempo, pregate tanto perché venga la pace.

3. Questo pellegrinaggio in Terra Santa è stato anche l’occasione per confermare nella fede le comunità cristiane, che soffrono tanto, ed esprimere la gratitudine di tutta la Chiesa per la presenza dei cristiani in quella zona e in tutto il Medio Oriente. Questi nostri fratelli sono coraggiosi testimoni di speranza e di carità, “sale e luce” in quella Terra. Con la loro vita di fede e di preghiera e con l’apprezzata attività educativa e assistenziale, essi operano in favore della riconciliazione e del perdono, contribuendo al bene comune della società.

Papa Francesco nel palazzo reale di Amman Con questo pellegrinaggio, che è stata una vera grazia del Signore, ho voluto portare una parola di speranza, ma l’ho anche ricevuta a mia volta! L’ho ricevuta da fratelli e sorelle che sperano «contro ogni speranza» (Rm 4,18), attraverso tante sofferenze, come quelle di chi è fuggito dal proprio Paese a motivo dei conflitti; come quelle di quanti, in diverse parti del mondo, sono discriminati e disprezzati a causa della loro fede in Cristo. Continuiamo a stare loro vicini! Preghiamo per loro e per la pace in Terra Santa e in tutto il Medio Oriente. La preghiera di tutta la Chiesa sostenga anche il cammino verso la piena unità tra i cristiani, perché il mondo creda nell’amore di Dio che in Gesù Cristo è venuto ad abitare in mezzo a noi.

E vi invito tutti adesso a pregare insieme, a pregare insieme la Madonna, Regina della pace, Regina dell’unità fra i cristiani, la Mamma di tutti cristiani: che lei ci dia pace, a tutto il mondo, e che lei ci accompagni in questa strada di unità.

[Ave Maria]

(Il nostro grazie a Don Stefano Silvestri che ha condiviso con noi questo bellissimo messaggio del papa)

 

 

LA SINDONE

LA SINDONE

L’apertura dell’ostensione nel tempo pasquale fa riferimento alla morte e risurrezione del Signore, e con essa all’inizio della missione della Chiesa. La Sindone, lenzuolo della morte, diventa per i credenti una testimonianza che richiama, con grande efficacia evocativa, proprio la vittoria del Signore della vita.

Così ci ha invitato Papa Francesco nel suo messaggio in occasione dell’ostensione della Sindone nel 2013 a Torino: «il Volto della Sindone lascia trasparire un’energia contenuta, ma potente, come se dicesse: abbi fiducia, non perdere la speranza, la forza dell’amore di Dio, la forza del Risorto vince tutto». Se devastante è il peccato che ci allontana da lui e profonde sono le sofferenze che ci opprimono o le prove che dobbiamo affrontare, ben più grande e feconda di gioia e di speranza è la vittoria pasquale che ci viene donata.

La Sindone in questo tempo di crisi può ridare forza e speranza a tante persone, famiglie e popoli, a chiunque sa contemplarla e venerarla con fede e con amore e si impegna a viverla. […] (Cesare Nosiglia – Arcivescovo metropolita di Torino – Custode pontificio della Sindone)

LA SINDONEsindone2

La Sindone di Torino, nota anche come Sacra o Santa Sindone, è un lenzuolo di lino conservato nel Duomo di Torino, sul quale è visibile l’immagine di un uomo che porta segni interpretati come dovuti a maltrattamenti e torture compatibili con quelli descritti nella passione di Gesù. La tradizione identifica l’uomo con Gesù e il lenzuolo con quello usato per avvolgerne il corpo del Signore nel sepolcro.

Il termine “sindone” deriva dal greco σινδών (sindon), che indicava in senso generale un ampio tessuto, come un lenzuolo, e ove specificato poteva essere di lino di buona qualità o tessuto d’India. Anticamente “sindone” non aveva assolutamente un’accezione legata al culto dei morti o alla sepoltura, ma oggi il termine è ormai diventato sinonimo del lenzuolo funebre di Gesù.

Secondo le informazioni storiche la Sindone arrivò a noi verso la metà del XIV secolo, grazie ad un cavaliere, Geoffroy de Charny, il quale depose il Lenzuolo nella chiesa da lui fondata nel 1353 nel suo feudo di Lirey in Francia, non lontano da Troyes. Con la Guerra dei Cent’Anni la reliquia viaggiò per l’Europa fino a stabilirsi presso la corte dei duchi di Savoia. A partire dal 1471, Amedeo IX il sindoneBeato, figlio di Ludovico, incominciò ad abbellire e ingrandire la cappella del castello di Chambéry, capitale del Ducato, in previsione di una futura sistemazione della Sindone.

Dopo una iniziale collocazione, la Sindone venne definitivamente riposta nella Sainte-Chapelle du Saint-Suaire. In questo contesto i Savoia richiesero e ottennero nel 1506 dal Papa Giulio II il riconoscimento di una festa liturgica propria, per la quale fu scelto il 4 maggio. II 4 dicembre 1532 un incendio devastò la Sainte-Chapelle e causò al Lenzuolo notevoli danni che furono riparati nel 1534 dalle Suore Clarisse della città.

Emanuele Filiberto trasferì definitivamente la Sindone a Torino nel 1578. Il Lenzuolo giunse in città il 14 settembre di quell’anno, tra le salve dei cannoni, in un’atmosfera di grande solennità. La Sindone restò, da quel momento, definitivamente a Torino dove, nei secoli seguenti, fu oggetto di numerose ostensioni pubbliche e private.

Nel 1988, l’esame del carbonio 14, eseguito contemporaneamente e indipendentemente dai laboratori di Oxford, Tucson e Zurigo, ha datato la sindone in un intervallo di tempo compreso tra il 1260 e il 1390, periodo corrispondente all’inizio della storia della Sindone certamente documentata. Ciononostante, la sua autenticità continua ad essere oggetto di fortissime controversie.

MandylionJWAlcuni di coloro che ritengono autentica la sindone provano anche a tracciarne la storia nei secoli precedenti il 1353 e la identificano con il mandylion o “Immagine di Edessa, un’immagine di Gesù molto venerata dai cristiani d’Oriente, scomparsa nel 1204 (questo spiegherebbe l’assenza di documenti che si riferiscano alla Sindone in tale periodo). In questo caso, occorre ipotizzare che il telo di Edessa, che è descritto come un fazzoletto, fosse esposto solo ripiegato più volte e in modo tale da mostrare unicamente l’immagine del volto.

A Padova, il professor Giulio Fanti ha datato nuovamente il telo stabilendo che risale al I secolo a.C. con uno scarto di 250 anni, prima o dopo. Un periodo, in ogni caso, ben lontano da quello ipotizzato nel 1988 dai tre laboratori che svolsero le analisi con il Carbonio 14: Oxford, Zurigo e Tuscson (Arizona). Venticinque anni fa sembrava dimostrato che il lino fosse un tessuto medioevale, ma l’esperimento è stato inficiato da problemi di contaminazione. Fanti non ha usato il C14, ma tre altri metodi: Spettroscopia Raman e Spettroscopia Infrarossa a trasformata di Fourier, e uno strumento per la “datazione meccanica” del filo di lino. (dall’articolo del 27 marzo 2013 del settimanale OGGI)

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La Chiesa cattolica in passato si è espressa ufficialmente sulla questione dell’autenticità, prima in senso negativo (nel 1389 il vescovo di Troyes inviò un memoriale al papa, dichiarando che il telo era stato “artificiosamente dipinto in modo ingegnoso”, e che “fu provato anche dall’artefice che lo aveva dipinto che esso era fatto per opera umana, non miracolosamente prodotto”. Nel 1390 Clemente VII emanò di conseguenza quattro bolle, con le quali permetteva l’ostensione ma ordinava didire ad alta voce, per far cessare ogni frode, che la suddetta raffigurazione o rappresentazione non è il vero Sudario del Nostro Signore Gesù Cristo, ma una pittura o tavola fatta a raffigurazione o imitazione del Sudario“) e poi, ribaltando il giudizio, in senso positivo (nel 1506 Giulio II autorizzò il culto pubblico della Sindone con messa e ufficio proprio).

Attualmente, la Chiesa cattolica non si esprime ufficialmente sulla questione dell’autenticità, lasciando alla scienza il compito di esaminare le prove a favore e la_Sindone_di_Torinocontro, ma ne autorizza il culto come icona della Passione di Gesù. Diversi pontefici moderni, da papa Pio XI a papa Giovanni Paolo II, hanno inoltre espresso il loro personale convincimento a favore dell’autenticità.

Sono note circa 50 copie della Sindone, eseguite da vari pittori in diverse epoche. Una tra le più note, realizzata nel 1516 e conservata a Lier in Belgio, è attribuita ad Albrecht Dürer, ma questa attribuzione è controversa. Un’altra copia della Sindone è custodita nella Basilica Cattedrale di Gallipoli, realizzata a Torino nel XVI secolo e messa in contatto con l’originale nel 1578, per volere del vescovo Alessio Zelodano in occasione del pellegrinaggio di San Carlo Borromeo a Torino.

Le esposizioni pubbliche della Sindone sono chiamate ostensioni (dal latino ostendere, “mostrare”). Le ultime sono state nel 1978, 1998, 2000, 2010 (iniziata il 10 aprile, e si è conclusa il 23 maggio) e 2013 (ostensione accompagnata da un video-messaggio di papa Francesco).

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Fonti: http://www.sindone.org/santa_sindone/00023930_Santa_Sindone.html;http://it.wikipedia.org/wiki/Sindone_di_Torino http://www.oggi.it/focus/cronaca/2013/03/26/la-sindone-e-vera-ecco-le-nuove-conferme-della-scienza/; http://www.sindone.org/santa_sindone/news_e_info/00054186_Ostensione_2015__tutti_gli_orari_e_le_informazioni_.htmlhttp://www.sindone.org/santa_sindone/ostensione_2015/00054162_I_Pass_per_la_Messa_del_Papa_in_piazza_Vittorio_il_21_giugno.html

 

BUON COMPLEANNO BENEDETTO

BUON COMPLEANNO BENEDETTO

 16 aprile 1927

benedettoIl nostro papa emerito Benedetto XVI ha ormai superato i 90 anni, nonostante le minacce che gli erano state mosse dagli attivisti islamici di Al Qaeda. Ma anche papa Francesco è continuamente minacciato, oltre che dai terroristi islamici anche dall’andrangheta.

BREVE BIOGRAFIA DI PAPA BENEDETTO XVI

Il Cardinale Joseph Ratzinger, Papa Benedetto XVI, è nato a Marktl am Inn, diocesi di Passau (Germania), il 16 aprile del 1927 (Sabato Santo), e battezzato lo stesso giorno. Il padre, Commissario di polizia, proveniva da un’antica famiglia di agricoltori della Bassa Baviera, di condizioni economiche piuttosto modeste. La madre era figlia di artigiani di Rimsting, sul lago Chiem, e prima di sposarsi aveva lavorato come cuoca in vari hotels.Trascorse l’infanzia e l’adolescenza in Traunstein, piccola località vicina alla frontiera con l’Austria, a 30 km. da Salisburgo. In questo contesto, che egli stesso ha definito “mozartiano”, ricevette  la sua formazione cristiana, umana e culturale. Non fu facile il periodo della sua giovinezza.

RATZINGER 1

Nel suo libro “Il Sale della Terra“, una raccolta di riflessioni religiose e autobiografiche del 1996, basato su interviste con il giornalista tedesco Peter Seewald, l’allora cardinale Joseph Ratzinger ha detto di essere stato automaticamente arruolato nella gioventù di Hitler: “All’inizio non lo eravamo, ma poi quando nel 1941 l’ingresso nella gioventù di Hitler è diventato obbligatorio, mio fratello è stato obbligato ad arruolarsi. Io ero ancora troppo giovane, ma più avanti, quando ero in seminario, sono stato registrato nella gioventù di Hitler. Appena finito il seminario, ne sono uscito”.

La fede e l’educazione della famiglia lo prepararono ad affrontare la dura esperienza di quei tempi, in cui il regime nazista manteneva un clima di forte ostilità contro la Chiesa cattolica. Il giovane Joseph vide come i nazisti colpivano il parroco prima della celebrazione della Santa Messa.  Proprio in tale complessa situazione, egli ebbe a scoprire la bellezza e la verità della fede in Cristo; un ruolo fondamentale per questo svolse l’attitudine della sua famiglia, che sempre dette chiara testimonianza di bontà e di speranza, radicata nella consapevole appartenenza alla Chiesa. Negli ultimi mesi della seconda guerra mondiale fu arruolato nei servizi ausiliari antiaerei. Dal 1946 al 1951 studiò filosofia e teologia nella Scuola superiore di filosofia e di teologia di Frisinga e nell’università di Monaco di Baviera. Fu ordinato sacerdote il 29 giugno 1951. Un anno dopo intraprese l’insegnamento nella Scuola superiore di Frisinga.

RATZINGER 2

Nel 1953 divenne dottore in teologia con la tesi “Popolo e casa di Dio nella dottrina della Chiesa di Sant’Agostino”. Quattro anni dopo, sotto la direzione del noto professore di teologia fondamentale Gottlieb Söhngen, ottenne l’abilitazione all’insegnamento con una dissertazione su: “La teologia della storia di San Bonaventura”. Dopo aver insegnato teologia dogmatica e fondamentale nella Scuola superiore di filosofia e teologia di Frisinga, proseguì la sua attività di docenza a Bonn, dal 1959 al 1963; a Münster, dal 1963 al 1966; e a Tubinga, dal 1966 al 1969. In quest’ultimo anno divenne cattedratico di dogmatica e storia del dogma all’Università di Ratisbona, dove ricoprì al tempo stesso l’incarico di vicepresidente dell’Università.

La foto originale che alcuni, tagliando un braccio, hanno spacciato sul web per un saluto fascista del Papa, quando in realtà si trattava di una benedizione 

Dal 1962 al 1965 dette un notevole contributo al Concilio Vaticano II come“esperto”; assistette come consultore teologico del Cardinale Joseph Frings, Arcivescovo di Colonia. Un’intensa attività scientifica lo condusse a svolgere importanti incarichi al servizio della Conferenza Episcopale Tedesca e nella Commissione Teologica Internazionale. Nel 1972, insieme ad Hans Urs von Balthasar, Henri de Lubac ed altri grandi teologi, dette inizio alla rivista di teologia “Communio”.

Joseph-RatzingerIl 25 marzo del 1977 il Papa Paolo VI lo nominò Arcivescovo di Monaco e Frisinga e ricevette l’Ordinazione episcopale il 28 maggio. Fu il primo sacerdote diocesano, dopo 80 anni, ad assumere il governo pastorale della grande Arcidiocesi bavarese. Come motto episcopale scelse “collaboratore della verità”, ed egli stesso ne dette la spiegazione: “per un verso, mi sembrava che era questo il rapporto esistente tra il mio precedente compito di professore e la nuova missione. Anche se in modi diversi, quel che era e continuava a restare in gioco era seguire la verità, stare al suo servizio. E, d’altra parte, ho scelto questo motto perché nel mondo di oggi il tema della verità viene quasi totalmente sottaciuto; appare infatti come qualcosa di troppo grande per l’uomo, nonostante che tutto si sgretoli se manca la verità”. Paolo VI lo creò Cardinale, con il titolo presbiterale di “Santa Maria Consolatrice al Tiburtino”, nel Concistoro del 27 giugno del medesimo anno.

Nel 1978, il Cardinale Ratzinger prese parte al Conclave, svoltosi dal 25 al 26 agosto, che elesse Giovanni Paolo I, il quale lo nominò suo Inviato Speciale al III Congresso mariologico internazionale celebratosi a Guayaquil, in Ecuador, dal 16 al 24 settembre. Nel mese di ottobre dello stesso anno prese parte al Conclave che elesse Giovanni Paolo II. Fu relatore nella V Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi del 1980 sul tema: “Missione della famiglia cristiana nel mondo contemporaneo”, e Presidente delegato della VI Assemblea Generale Ordinaria del 1983 su “La riconciliazione e la penitenza nella missione della Chiesa”.

pope-ratzingerGiovanni Paolo II, il 25 novembre del 1981, lo nominò Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e Presidente della Pontificia Commissione Biblica e della Commissione Teologica Internazionale. Il 15
febbraio del 1982 rinunciò al governo pastorale dell’Arcidiocesi di  Monaco e Frisinga;  il 5 aprile del 1993 venne elevato dal Pontefice all’Ordine dei Vescovi, e gli fu assegnata la sede suburbicaria di Velletri – Segni. E’ stato Presidente della Commissione per la preparazione del Catechismo della Chiesa Cattolica, che, dopo sei anni di lavoro (1986–1992), ha presentato al  Santo Padre  il nuovo Catechismo. Giovanni Paolo II, il 6 novembre del 1998, approvò la sua elezione a Vice Decano del Collegio cardinalizio da parte dei Cardinali dell’Ordine dei Vescovi, e, il 30 novembre del 2002,  quella a Decano con la contestuale assegnazione della sede suburbicaria di Ostia. Fu Inviato Speciale del Papa alle celebrazioni per il XII centenario dell’erezione della Diocesi di Paderborn, in Germania, che ebbero luogo il 3 gennaio 1999.

Dal 13 novembre del 2000 era Accademico onorario della Pontificia Accademia delle Scienze. Nella Curia Romana è stato membro del Consiglio della Segreteria di Stato per i Rapporti con gli Stati; delle Congregazioni per le Chiese Orientali, per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, per i Vescovi, per l’Evangelizzazione dei Popoli, per l’Educazione Cattolica, per il Clero e delle Cause dei Santi; dei Consigli Pontifici per la Promozione dell’Unità dei Cristiani e della Cultura; del Tribunale Supremo della Segnatura Apostolica; e delle Commissioni Pontificie perRATZINGER 4 l’America Latina, dell’“Ecclesia Dei”, per l’Interpretazione autentica del Codice di Diritto Canonico e per la Revisione del Codice di Diritto Canonico Orientale.

Tra le sue numerose pubblicazioni, occupa un posto particolare il libro: “Introduzione al Cristianesimo”, silloge di lezioni universitarie pubblicate nel 1968 sulla professione della fede apostolica; “Dogma e predicazione” (1973), antologia di saggi, omelie e riflessioni dedicate alla pastorale. Ebbe grande eco il discorso che tenne davanti all’Accademia bavarese sul tema “Perché sono ancora nella Chiesa” nel quale, con la solita sua chiarezza, affermò: “Solo nella Chiesa è possibile essere cristiano e non ai margini della Chiesa”.

Continuò ad essere abbondante la serie delle sue pubblicazioni nel corso degli anni, costituendo un punto di riferimento per tante persone, specialmente per  quanti volevano approfondire lo studio della teologia. Nel 1985 pubblicò il libro-intervista: “Rapporto sulla fede” e, nel 1996, “Il sale della terra”. Ugualmente, in occasione del suo 70° genetliaco, venne edito il libro: “Alla scuola della verità”, in cui vari autori illustrano diversi aspetti della sua personalità e della sua opera.

RATZINGERNumerosi sono i dottorati “honoris causa” che egli ha ricevuto: dal College of St. Thomas in St. Paul (Minnesota, USA) nel 1984; dall’Università cattolica di Lima nel 1986; dall’Università cattolica di Eichstätt nel 1987; dall’Università cattolica di Lublino nel 1988; dall’Università di Navarra (Pamplona, Spagna) nel 1998; dalla Libera Università Maria Santissima Assunta (LUMSA) nel 1999; dalla Facoltà di teologia dell’Università di Breslavia (Polonia) nel 2000.

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Giunsero gravissime minacce contro Benedetto XVI e contro il Vaticano il 15 settembre 2006, quando il gruppo armato Jaiech al-Moudjahidine, cellula irachena di Al Qaeda, con un comunicato su Internet, minacciò di attaccare Roma e il Vaticano a causa delle parole di Benedetto XVI sull’Islam e sulla guerra santa.

Vatican Benedict

Giuriamo di distruggere le croci nel cuore di Roma – hanno scritto i terroristi – Non avremo pace finché i vostri troni e le vostre croci non saranno distrutte”.

Ci faremo vivi con fatti, non con parole” si leggeva ancora nel comunicato.

Altre minacce: “Sappi che i soldati di Maometto verranno presto o tardi a scuotere il tuo trono dalle fondamenta del tuo stato” si leggeva in un messaggio del gruppo armato iracheno Asaeb al Iraq al Jihadiya (Lega degli jihadisti in Iraq) rivolto all’allora Papa Benedetto XVI.

Purtroppo i terroristi islamici non si sono fermati alle minacce con l’arrivo di Papa Francesco, anzi, arruolando non solo arabi, ma canadesi, americani, francesi, britannici e anche italiani rendono assai più dura la loro identificazione.

La chiamata alle armi da parte dei tagliagole è rivolta infatti alle “persone libere d’Europa che amano la tecnologia e le armi. Questi potranno allearsi con i mujaheddin per aiutarli nella loro lotta tecnologica contro Israele e l’Occidente. Condivideranno le loro competenze e suggerimenti perché i loro cuori saranno uniti nella fede“.

Il Vaticano però continua a tranquillizzare i fedeli, pur tenendo pronta la Guardia Svizzera. Anche il Gran Mufti Mehmet Gormez, la principale autorità religiosa islamica sunnita turca, si è allineata sul governo di Ankara criticando a sua volta il Papa per le dichiarazioni sul genocidio armeno.20131003-papa-francesco-pacem-in-terris_2

La data dell’8 dicembre 2015 doveva essere decisiva secondo comunicati via web per una probabile se non quasi certa invasione di Roma. “Tra sette mesi arriverà l’Anticristo, preparatevi al saccheggio di Roma” e ancora sottolineavano solidarietà pari ad alleanza che già avvertivano tra cristiani ed ebrei”…un asse da abbattere tra cristianesimo e ebraismo“. E dopo la conquista… la spartizione del bottino… forse è proprio la parte più allettante.

I musulmani saranno in grado di cancellare, tutte quelle false informazioni che molti europei hanno dell’Islam. Quindi, i fratelli che vivono in questi Paesi hanno poco tempo per preparasi, perché entro 7 mesi arriverà l’Anticristo“.

Se consideriamo però che dal 2013 le parole di rimprovero di Papa Francesco suscitarono non poche tensioni  anche all’interno di una delle organizzazioni italiane più pericolose: L’andrangheta… la situazione non sembra delle migliori per il successore di Pietro. «I boss sono da sempre molto devoti », – ha affermato un magistrato «Non trovo covo dove manchi un’immagine della Madonna o di San Michele Arcangelo, ma le cose stanno cambiando». Che tradotto significa che non a tutti piace la pulizia che Jorge Mario Bergoglio sta facendo in Vaticano.

Cosa rischia il papa? «Se i boss potessero fargli uno sgambetto non esiterebbero». Poi Gratteri ha aggiunto: «Non so se la criminalità organizzata sia nella condizione di fare qualcosa, ma di certo ci sta riflettendo. Può essere pericoloso».[…] «Il mafioso che investe, che ricicla denaro, che dunque ha il potere vero», ha continuato in un’intervista su “IL FATTO QUOTIDIANO” diretto da Antonio Padellaro, «è proprio quello che per anni si è nutrito delle connivenze con la Chiesa. Sono questi i soggetti che si stanno innervosendo».

San-Michele-Arcangelo

Dobbiamo credere che tutto questo abbia a che vedere con le profezie dei vari veggenti e santi della storia? ( vedi anche le profezie della beata Anna Caterina Emmerich) Senza dimenticare che ancora attendiamo il compiersi dei misteriosi segreti rivelati dalla Regina della Pace di Medjugorje. Il messaggio che i veggenti mandano all’umanità da parte della Madonna è comunque positivo, come quello del Vangelo: “Le porte degli inferi non prevarranno!L’unica nostra preoccupazione deve essere quella di piacere a Dio mettendolo al primo posto e cercando di seguire i Suoi comandamenti, perchè Dio non ha mai abbandonato chi in Lui si rifugia e confida.

Dunque BUON COMPLEANNO BENEDETTO e che Dio benedica sempre attraverso di te e il tuo successore Papa Francesco, la Chiesa intera.

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Fontihttp://www.vatican.va/ ; http://www.lultimopapa.it/http://www.lettera43.it/cronaca/la-mafia-e-una-minaccia-per-papa-francesco_43675113433.htm