LA VERA SAPIENZA

LA VERA SAPIENZA

salomoneSalomone è il massimo rappresentante storico di questa sapienza. Dio stesso gliene fece dono sotto sua richiesta. Per gli ebrei il sapiente non era solo saggio, ma un uomo che conosceva la legge, la metteva in pratica e l’insegnava al prossimo. E per i cristiani di oggi chi è il vero sapiente? E come si conquista la sapienza?

Quando si parla di Sapienza non si può fare a meno di nominare Salomone. Famosa ormai la vicenda che vede due madri litigarsi un bambino. Dando prova di grande saggezza Salomone dette ordine di tagliare in due il bambino e a quel punto la vera madre pur di non veder uccidere la propria creatura si arrese a lasciarlo all’altra. Ma era solo un’espediente per riconoscerla e da questo si capì quanto grande fosse il suo ingegno e la sua lungimiranza. Chi non vorrebbe essere come il grande Salomone? La sua fama si diffuse rapidamente, tanto che anche oggi il suo nome è segno di lucidità mentale e appunto grande saggezza.

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Nell’Antico Testamento i libri sapienziali, avevano lo scopo di insegnare proprio la Sapienza. Per il popolo ebraico il sapiente non solo era il “saggio”, ma era colui che sapeva comportarsi adeguatamente nelle più diverse occasioni della vita, colui che conosceva la legge e la sapeva praticare, conformando ad essa la sua condotta e la sua vita intera e per finire la faceva conoscere anche agli altri, inducendoli a praticarla.

I libri sapienziali dell’Antico Testamento sono 7: 

Libro di Giobbe parla della filosofia del dolore. “Perché soffre l’innocente?” Il libro attraverso la storia di Giobbe, non da ancora una risposta adeguata, ma mette in chiaro che Dio è giusto e anche le prove più dolorose hanno un senso.

Lungi da me che io mai vi dia ragione; fino alla morte non rinunzierò alla mia integrità.” (Gb 27,5)

Libro dei proverbi. Sentenze raccolte come saggezza popolare facile da ricordare: proverbi antichissimi, di sapore rurale, di tipo cortigiano  e amministrativo, di carattere religioso e profano; d’ispirazione israelitica o anche straniera.

Va dalla formica, o pigro, guarda le sue abitudini e diventa saggio.“ (Pro 6,6)formica

Qoèlet  o Ecclesiaste (espone cosa è bene e cosa è male) Qoèlet signfica “uomo dell’assemblea”, chi la convoca, la dirige, parla in essa. Perciò è chiamato anche “Ecclesiaste”. La tesi del libro è problematica: “La vita è un assurdo”.

Le parole dei saggi sono come pungoli; come chiodi piantati le raccolte di autori: esse sono date da un solo pastore”.(Qo 12,11)

Libro della Sapienza. Deve il nome alla versione greca dei Settanta, che lo intitolò “Sapienza di Salomone”. Cronologicamente è l’ultimo libro dell’Antico Testamento e porta alle soglie del Nuovo Testamento. L’interrogativo posto nel libro di Giobbe qui trova finalmente una risposta. E’ la Sapienza che introduce il tema dell’immortalità e ne spiega il significato.

Con te è la sapienza che conosce le tue opere, che era presente quando creavi il mondo; essa conosce che cosa è gradito ai tuoi occhi e ciò che è conforme ai tuoi decreti.” (Sap 9,9)

cresimaSiracide o Ecclesiastico (proverbi) Chiamato “Liber Ecclesiasticus”, cioè della Chiesa, per il grande uso che se ne faceva nei primi secoli cristiani, è l’unico libro della’Antico Testamento che porta la firma del suo autore: “Gesù, figlio di Sirach” (per questo si chiama Siracide). Ha somiglianze con il libro dei Proverbi, ma è opera più ordinata.

La sapienza loda se stessa, si vanta in mezzo al suo popolo. “ (Sir 24,1)

I salmi e il Cantico dei Cantici figurano tra i capolavori della poesia biblica:

Salmi (canti per i quali non si è tramandata la melodia, molti dei quali scritti dal re Davide) Centocinquanta canti di preghiera. Esprimono stati d’animo e situazioni che vanno dall’angoscia disperata alla gioia più grande.

Insegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuore.” (Sal 90/12)coppia-felice-cuore

Cantico dei Cantici. Il titolo equivale al nostro superalativo: “Il cantico più bello”.  E’ una raccolta di canti d’amore, canti da sposi, non esplicitamente religiosi. Nel contesto della Bibbia, però, questa realtà ha il sigillo dell’amore benedetto da Dio.

Cantico dei cantici che è di Salomone. Mi baci con i baci della tua bocca. Si, le tue tenerezze sono più dolci del vino! (Ct 1,1-2)

Ma se il massimo esponente di questa sapienza è Salomone vediamo di soffermarci proprio sul libro della Sapienza che è a lui convenzionalmente attribuito.  Il proposito di questo libro è proprio “insegnare a governare” ai prìncipi e insegnare a ciascuno come governare se stesso.  Quest’ultima frase mi fa tornare in mente una massima di sant’Antonio Abate: “Anche tu devi arrivare al punto in cui nulla può più offenderti”.

Forse è proprio il dominio di se, la capacità di non perdere il controllo di gestire in modo razionale le proprie azioni e i propri pensieri, i sentimenti e gli stati d’animo a farci sapienti?  Di certo l’autocontrollo ha la facoltà di migliorare le nostre doti intuitive e creative. Ma non è stato proprio Gesù Cristo a suggerirci di diventare come bambini? I bambini si emozionano per tutto, si accendono di entusiasmo per una coccinella e scoppiano in un pianto tragico per un graffio.

bimba con fiori in testa

Di nuovo la domanda sorge spontanea: “Allora dove possiamo trovare questa la sapienza?”  Salomone, forse già saggio in se stesso la trovò nell’unico essere in grado di fornirla lo “Spirito di Dio”.

Si entra nella vita e se ne esce alla stessa maniera. Per questo pregai e mi fu elargita la prudenza; implorai e venne in me lo spirito della sapienza. (Sap. 7,6-7) Insieme con essa mi sono venuti tutti i beni; nelle sue mani è una ricchezza incalcolabile. Godetti di tutti questi  beni, perché la sapienza li guida ma ignoravo che di tutti essa è madre. (Sap. 7, 11-12)”

La vera sapienza dunque viene da Dio e questo Salomone lo aveva capito, per questo proprio a Lui si era rivolto per ottenerla .

Essa medesima va in cerca di quanti sono degni di lei, appare loro ben disposta per le strade va loro incontro con ogni benevolenza. Suo principio assai sincero è il desiderio d’istruzione; la cura dell’istruzione è amore; l’amore è osservanza delle sue leggi;il rispetto delle leggi è garanzia di immortalità e l’immortalità fa stare vicino a Dio. Dunque il desiderio della sapienza conduce al Regno.” (Sap. 6,16-20)

Da qui si comprende come La Sapienza sia in Dio e Dio desidera che noi lo spirito di veritàraggiungiamo attraverso il desiderio di essa. Nel rispetto della Sua legge troviamo Dio e se troviamo Dio troviamo la Sua Sapienza. Dunque coltiviamo in noi il desiderio di conoscenza nel rispetto delle leggi divine e Dio di sicuro ci donerà ciò a cui aneliamo: Lo Spirito Santo!

La sapienza è radiosa e indefettibile, facilmente è contemplata da chi l’ama e trovata da chiunque la ricerca. Previene, per farsi conoscere, quanti la desiderano. ( Sap.6,12-13)

Uno studioso potrebbe conoscere un’infinità di nozioni, regole, poemi, e ogni sorta di scienza umana, ma non per questo si potrebbe dire di lui che è sapiente, se non ha in se la Sapienza di Dio, poiché solo in Lui ha sede e molti santi ce lo hanno dimostrato: San Giuseppe da Copertino, San Daniele Stilita, Beata Laura Vicuna, Santa Margherita da Cortona. Sono figure di santi totalmente diversi gli uni dagli altri eppure una cosa in comune ce l’hanno: una sapienza superiore che può essere solo di Dio. E come loro tanti altri, che non hanno ricevuto saggezza attraverso studi scientifici e calcoli matematici, libri filosofici o teologici, ma sono il frutto di una ricerca ben più profonda, un desiderio di Dio e di compiacere la Sua volontà, che nasce da un cuore umile e sincero. 

Dunque se davvero la desideriamo, con estrema umiltà rivolgiamo come Salomone a Dio la nostra preghiera:

Mi conceda Dio di parlare secondo conoscenza e di pensare in modo degno dei doni ricevuti, perché egli è guida della sapienza e i saggi ricevono da lui orientamento.” (Sap. 7,15)

Fonti: “La prima Bibbia” ed. San Paolo e varie

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