Tutti gli articoli di biscobreak

Madonna di Kibeho

MADONNA DI KIBEHO

(RWANDA) 28 novembre

Il vescovo locale diede l’approvazione alla devozione alla Madonna di Kibeho dedicando il santuario a Nostra Signora dei Dolori. Si tratta delle più importanti apparizioni di Gesù e Maria nel continente africano. La Madonna ha chiesto ancora una volta conversione, preghiera e digiuno.

Agli inizi degli anni ‘80, a Kibeho in Ruanda, hanno inizio quelle che molti considerano le più importanti apparizioni di Gesù e della Madonna mai verificatesi nel continente africano. Gli eventi di Kibeho avranno per protagonisti sei ragazze e un ragazzo: Alphonsine Mumureke, Anathalie Mukamazimpaka, Marie-Claire Mukangango, Stephanie Mukamurenzi, Agnes Kamagaju, Vestine Salima ed Emmanuel Segatashya.

Catechesi di Padre Sgreva passionista, sulle apparizioni di Kibeho: 1a parte2a parte3a parte

Tre dei veggenti vivevano in un collegio condotto da suore in una zona molto povera del paese africano. Altri tre vivevano nella foresta. Il settimo veggente, Segatashya, un ragazzo pagano di Kibeho che più tardi assunse il nome cristiano di Emmanuel, ebbe le apparizioni di Nostro Signore separatamente dagli altri. Gesù insegnò al ragazzo il Padre Nostro e lo istruì ai fondamenti della Fede cristiana.

Come per altre apparizioni dei giorni nostri, il messaggio fondamentale a Kibeho è l’invito alla conversione, alla preghiera e al digiuno. Nei loro messaggi, Gesù e la Vergine Maria, sottolineano l’importanza di amare il prossimo e di non sottovalutare il reale potere della preghiera, specialmente del Santo Rosario.

Le visioni spesso erano comuni, alcune volte cantavano delle canzoni, altre volte cadevano per terra in estasi. In alcune visioni i ragazzi ebbero modo di vedere in anticipo avvenimenti che si sarebbero puntualmente realizzati di lì a qualche anno nel più spietato e sanguinoso olocausto della storia dell’Africa: la guerra del Ruanda. Michael H. Brown parlando di una di queste visioni nel suo libro “The Final Hour” afferma che i ragazzi videro un albero in fiamme, un fiume di sangue e molti cadaveri decapitati e abbandonati. In un altro suo libro “Trumpet of Gabriel”, Brown riferisce di una visione durata otto ore nella quale i veggenti videro immagini terrificanti di persone che si uccidevano tra di loro, di corpi decapitati e gettati nel fiume. Tutti questi fatti si sono tristemente avverati appunto durante la guerra del Ruanda.

Anche padre Renè Laurentin si è occupato delle apparizioni di Kibeho in un suo libro. Ecco cosa scrive il celebre mariologo:

…Il 19 agosto 1982 merita di essere riferito in modo del tutto speciale, dato il posto che occupa nella storia delle apparizioni di Kibeho. Quel giorno la Madonna apparve ai giovani, a turno, mostrandosi triste, contrariata, i veggenti dissero addirittura che era in collera, eppure era il giorno che sulla terra si festeggiava il suo trionfo in cielo. Alphonsine vide piangere la madre di Dio. I veggenti piansero, battendo i denti e tremando. Si lasciarono cadere pesantemente a corpo morto, più d’una volta durante le apparizioni che durarono ininterrottamente per più di otto ore. I giovani vedevano immagini terrificanti, un fiume di sangue, persone che si uccidevano a vicenda, cadaveri abbandonati senza che alcuno li seppellisse, un albero tutto fuoco, un baratro spalancato, un mostro, teste mozzate. La folla presente quel giorno, circa 20.000 persone, conserva un’impressione di paura, di panico e di tristezza…”.

Le apparizioni di Kibeho sono state considerate per molto tempo con scetticismo e sospetto. Una commissione medica internazionale condusse approfonditi esami sulla salute fisica e mentale di tutti i giovani veggenti coinvolti nelle apparizioni. I rapporti elaborati dai medici furono presentati alla commissione teologica e dopo sette anni di investigazioni, il 15 agosto 1988, il vescovo locale diede la sua approvazione al culto della Vergine di Kibeho, consentendone la pubblica devozione, e dedicò il santuario mariano di Kibeho a Nostra Signora dei Dolori.

Il 29 giugno 2001 il Vaticano ha reso pubblica la notizia che l’Arcivescovo Augustin Misago di Gikongoro aveva dato la sua approvazione definitiva alle apparizioni di Kibeho. L’approvazione dal vescovo riguarda soltanto tre dei sette veggenti: Alphonsine Mumureke, Anathalie Mukamazimpaka e Marie Claire Mukangango. Inoltre le apparizioni approvate sono solo quelle della Madonna e non quelle di Gesù.

(Nota: il fatto che sia le apparizioni di Gesù che quelle ricevute dagli altri quattro ragazzi non siano state approvate non significa necessariamente che il vescovo le ritenga false ma soltanto che la commissione diocesana non ha trovato elementi sufficienti per qualificarle come sicuramente attendibili).

I VEGGENTI

Alphonsine Mumureke:

E’ nata nel 1965 in una famiglia cattolica. Secondo quanto lei stessa scrive nel suo diario, la sua prima apparizione ebbe luogo il 28 novembre 1981. Alphonsine si trovava nel refettorio della sua scuola quando improvvisamente sentì dietro di sé una voce che la chiamava: “Figlia mia!“. La Madonna era bellissima, era scalza, indossava una veste bianca senza cuciture e un velo bianco sulla testa. Le sue mani erano giunte sul petto e le dita puntavano al cielo. Alphonsine le chiese: “Chi sei?“, la risposta fu: “Sono la Madre del Verbo”. E proseguì dicendo: “…ho ascoltato le tue preghiere. Voglio che le tue compagne abbiano fede, perché non ne hanno abbastanza”. La Signora le chiese pure di insegnare alle sue compagne a pregare perché non sapevano pregare o non lo facevano abbastanza, nonché a tenere in stima la devozione a Maria, loro Madre. Durante questa estasi – come le dissero poi le compagne – la ragazza parlava diverse lingue: francese, inglese, la sua lingua madre (il kinyarwanda) ed altre a lei sconosciute.

 Il 20 marzo 1982 Alphonsine annunciò a una delle suore, alla direttrice della scuola e a una delle sue compagne: “Sarò come morta, ma non seppellitemi!”. La Madonna le aveva fatto sapere in anticipo che l’avrebbe portata con sé in un viaggio. Secondo diversi testimoni durante questo “viaggio”, durato circa sei ore, il corpo di Alphonsine rimase in uno stato di coma e di rigidità. Alcuni sacerdoti e il personale medico a cui fu consentito di assistere Alphonsine, effettuarono molti test sul suo corpo. Le conficcarono addirittura degli aghi sotto le unghie, controllarono la sua respirazione e provarono a sollevarla: sembrava che fosse diventata come un pesantissimo blocco di legno di almeno cento chili, affermarono i testimoni.

Per tutti i veggenti le apparizioni terminarono nel 1983, solo quelle di Alphonsine durarono  fino al 28 novembre 1989. La Madonna annunciò ad Alphonsine un segreto che avrebbe dovuto essere rivelato solo quando fosse arrivato il momento opportuno.  Le apparizioni di Alphonsine sono state approvate dal vescovo.

Anathalie Mukamazimpaka:

E’ nata nel 1965 in una famiglia cattolica. La Madonna le apparve la prima volta il 12 gennaio 1982. Anathalie ebbe tre viaggi mistici. I primi due durarono rispettivamente quattro e sette ore e vennero studiati da un comitato di investigazione. Digiunò per 14 giorni, dal 16 febbraio al 2 marzo 1983 e in questo periodo visse soltanto della Santa Eucarestia. Nei primi otto giorni del digiuno non bevette e non mangiò assolutamente niente; nei giorni successivi bevette solo qualche sorso d’acqua. Durante questo periodo una commissione medico-teologica la controllò minuziosamente; otto suore si alternavano giorno e notte per seguirla. I medici conducevano ogni giorno numerosi esami per tenere sotto controllo il suo stato di salute. Non venne riscontrato il minimo segno di disidratazione. La veggente non mostrava neanche il tremolio tipico delle persone che si sottopongono a un digiuno prolungato. Le apparizioni di Anathalie sono state approvate dal vescovo.

Marie-Claire Mukangango:

E’ nata nel 1961. Marie-Claire era considerata una ragazza indisciplinata e aveva dovuto ripetere un anno di scuola. Era una di quelle persone che sosteneva apertamente e con fermezza di non credere alle apparizioni. Alphonsine per lei era solo matta. La sua prima apparizione avvenne il 2 marzo 1982; le sue apparizioni durarono sei mesi. La Madonna scelse lei per esortare gli uomini a meditare sulle sofferenze di Nostro Signore e sul profondo dolore di Sua Madre. Le apparizioni di Marie-Claire sono state approvate dal vescovo.  Marie-Claire rimase uccisa nella città di Byumba nell’estate del 1994, assieme al marito

Stephanie Mukamurenzi: è nata nel 1968 ed ebbe le sue prime apparizioni all’età di 14 anni.

Agnes Kamagaju: è nata nel 1960. Le sue apparizioni durarono dal 1 agosto fino al 21 settembre 1982.

Emmanuel Segatashya: è nato nel 1967 nel villaggio di Rwamiko. I suoi genitori erano pagani. Non aveva mai frequentato la scuola e anche tutti gli altri componenti della sua famiglia erano analfabeti. Viveva in una zona molto isolata, non raggiunta neanche dai comuni mezzi di comunicazione (radio, televisione, ecc.). Segatashya non sapeva neanche come si faceva il segno della Croce né cosa significassero le croci attorno alla missione. Ebbe apparizioni sia di Gesù che della Madonna. Gesù stesso gli insegnò come fare il segno della Croce, come pregare il Padre Nostro, l’Ave Maria e il Rosario. Segatashya venne battezzato nel 1983 e decise di prendere il nome di Emmanuel, come chiestogli da Gesù. La gente si chiedeva con stupore da dove gli venisse la conoscenza del sacramento della Penitenza e del concetto di peccato. Emmanuel digiunò per 18 giorni, dal 7 marzo al 24 marzo 1983. Nei primi sette giorni mantenne un digiuno molto stretto, senza cibo né acqua. Nei giorni successivi prese solo un po’ d’acqua. Anche Emmanuel venne tenuto sotto costante controllo da un team medico. E’ morto durante la guerra civile ruandese, mentre fuggiva da Kigali.

Vestine Salima:

E’ nata nel 1960 in una famiglia musulmana. Sua madre era cattolica ma più tardi si era convertita all’Islam, la religione del marito. I genitori erano d’accordo sul fatto che Vestine dovesse studiare in una scuola cattolica, dove venne anche battezzata. Le sue apparizioni iniziarono nel luglio del 1980 nella sua casa. Inizialmente ne vennero a conoscenza solo sua sorella Teofista e i suoi genitori. La prima apparizione pubblica avvenne il 15 settembre 1982 mentre si trovava a scuola; l’ultima il 24 dicembre 1983. Vestine annotò nel suo diario i contenuti delle apparizioni. Le prime apparizioni furono quelle di Gesù, poi le apparve anche la Vergine Maria. I messaggi vennero diffusi in molte parrocchie del Ruanda col permesso del Vescovo Gahamany. Il 29 gennaio 1982 Vestine pregò il Rosario con le braccia estese nel segno della Croce. Le sue braccia rimasero completamente immobili su quella posizione per circa mezz’ora.

Il suo “viaggio mistico” durò per ben 40 ore. Anche in questo caso, durante il verificarsi del fenomeno, il suo corpo venne esaminato da un comitato di investigazione. E’ morta a causa di una malattia cardiovascolare.

ALCUNI MESSAGGI 

IL PRODIGIO DEL SOLE

Il 31 maggio 2003, in occasione della consacrazione del “Santuario di Nostra Signora dei Dolori” edificato a Kibeho, alle 10 del mattino, durante la processione verso il nuovo Santuario da consacrare, molti hanno testimoniato di aver visto, vicino al sole, un altro astro più piccolo, con le dimensioni della luna, lucentissimo, che danzava, girando intorno al sole, tra uno sfavillio di mille colori. Il fenomeno sarebbe durato otto minuti e sarebbe stato anche fotografato e filmato  questo fu interpretato come un “segno” del cielo, al pari di quanto accadde a Fatima il 13 ottobre 1917.

Fonti: http://profezie3m.altervista.org/ptm_kibeho.htm /  http://www.santiebeati.it/dettaglio/91937 / http://www.parrocchie.it/calenzano/santamariadellegrazie/KIBEHO.htm

ARTICOLI COLLEGATI

ROSARIO DELL’ADDOLORATA
IL ROSARIO DEI 7 DOLORI DELLA VERGINE
MARIA SANTISSIMA ADDOLORATA 
CORONA DELLE LACRIME
BEATA VERGINE MARIA ADDOLORATA
SANTA MARIA DEL PIANTO

(Altre apparizioni che fanno esplicito riferimento alla Vergine Addolorata)

Quito (1906), Fatima (1917), Kibeho (1981), Akita (1971) Cuapa (1980)

 

 

Festa della B.V.M. della Medaglia Miracolosa

FESTA DELLA B.V.M. DELLA MEDAGLIA MIRACOLOSA

27 novembre

La Medaglia Miracolosa è la medaglia della Madonna per eccellenza, perché è l’unica da lei ideata e voluta, comparendo nel 1830 a santa Caterina Labourè (1806-1876) a Parigi, in Rue du Bac. La stessa Caterina, Figlia della Carità di san Vincenzo de’ Paoli, così descrive le apparizioni:

Venuta la festa di san Vincenzo (19 luglio 1830, spostata al 27 settembre da papa Paolo VI ) la buona Madre Marta (direttrice delle novizie) ci fece alla vigilia un’istruzione sulla devozione dovuta ai santi e specialmente sulla devozione alla Madonna.

Parrocchia San Michele Arcangelo 27 novembre 2012 FESTA DELLA MADONNA DELLA MEDAGLIA MIRACOLOSA VIDEO REALIZZATO DA: Pianetainpreghiera 

Questo mi accese sì gran desiderio di vedere la santissima Vergine, che andai a letto col pensiero di vedere in quella stessa notte la mia buona Madre Celeste: era tanto tempo che desideravo vederla. Essendoci stato distribuito un pezzettino di tela di una cotta di san Vincenzo, ne tagliai una metà e l’inghiottii. Così mi addormentai col pensiero che san Vincenzo mi avrebbe ottenuto la grazia di vedere la Madonna. Alle unici e mezzo mi sento chiamare per nome.

Suor Labourè! Suor Labourè”!

Svegliatami, guardo dalla parte donde veniva la voce, che era dal lato del passaggio del letto, tiro la cortina e vedo un fanciullo vestito di bianco dai quattro ai cinque anni, il quale mi dice: “Vieni in cappella; la Madonna ti aspetta”. Mi venne subito il pensiero: Mi sentiranno! Ma quel fanciullino è pronto a rispondermi:

Stai tranquilla: Sono le undici e mezzo e tutti dormono profondamente. Vieni che ti aspetto”.

Il fanciullo mi condusse nel presbiterio accanto alla poltrona del signore direttore, dove io mi posi in ginocchio, mentre il fanciullino rimase tutto il tempo in piedi. Parendomi il tempo troppo lungo, ogni tanto guardavo per timore che le suore vegliatrici passassero dalla tribuna. Finalmente giunse il sospirato momento. Il fanciullino mi avvertì dicendomi:

Ecco la Madonna, eccola!”

Sentii un rumore come il fruscio di vesti di seta venire dalla parte della tribuna, presso il quadro di san Giuseppe, e vidi la santissima Vergine che venne a posarsi sui gradini dell’altare dal lato del Vangelo. Era la santissima Vergine, ma tutta simile a sant’Anna, solo il volto non era lo stesso. Ero incerta se si trattasse della Madonna. Ma il fanciullino che era lì mi disse:

Ecco la Madonna!”.

Dire ciò che provai in quel momento e ciò che succedeva in me, mi sarebbe impossibile. Mi sembrava di non riconoscere la Madonna. Quel fanciullino allora, mi parlò, non più con voce di bambino, ma d’uomo alto e robusto, e disse parole forti. Guardando la santissima Vergine, spiccai, allora un salto verso di lei ed, inginocchiandomi sui gradini dell’altare, appoggiai le mani sulle ginocchia di Maria… Fu quello il momento più dolce della mia vita. Dire tutto ciò che provai mi sarebbe impossibile. La Madonna mi spiegò come dovevo comportarmi col mio direttore e parecchie cose che non debbo dire; m’insegnò il modo di regolarmi nelle mie pene e mostrandomi con la sinistra i piedi dell’altare, mi disse di andarmi a gettare ai piedi dell’altare ad espandervi il mio cuore, aggiungendo che colà avrei ricevuto tutti i conforti a me necessari:

Figlia mia, mi disse la Madonna, Dio vuole affidarti una missione. Avrai molto da soffrire, ma soffrirai volentieri, pensando che si tratta della gloria di Dio. Avrai la grazia; dì tutto quanto ti succede, con semplicità e confidenza. Vedrai certe cose, sarai ispirata nelle tue orazioni, rendine conto a chi è incaricato dell’anima tua…

Quanto tempo rimasi con la Madonna, non saprei dire, tutto quello che so è che, dopo avermi parlato a lungo, se ne andò, scomparendo come ombra che svanisce, dirigendosi verso la tribuna, per quella parte da cui era venuta. Mi alzai dai gradini dell’altare, rividi il fanciullino al posto dove l’avevo lasciato, il quale mi disse:

E’ partita!

Rifacemmo lo stesso cammino, trovando sempre tutti i lumi accesi e tenendosi quel bambino sempre alla mia sinistra. Credo che quel bambino fosse il mio angelo custode, resosi visibile per farmi vedere la Madonna; io, infatti, l’avevo molto pregato di ottenermi un tal favore. Tornata a letto, sentii suonare le due e non ripresi più il sonno.

Il 27 novembre 1830, il sabato precedente alla prima domenica d’Avvento, alle cinque e mezzo di sera, facendo la meditazione in profondo silenzio, mi parve di sentire dal lato destro della cappella un rumore come il fruscio di una veste di seta. Avendo volto lo sguardo verso quel lato, vidi la santissima Vergine all’altezza del quadro di san Giuseppe. La sua statura era media e la sua bellezza tale che mi è impossibile descriverla.

Stava in piedi, la sua veste era di seta e di color bianco-aurora, fatta, come si dice, “à la vierge” (alla vergine), cioè accollata e con le maniche lisce. Dal capo le scendeva un velo bianco sino ai piedi. Aveva i capelli spartiti e una specie di cuffia con un merletto di circa tre centimetri di larghezza, leggermente appoggiato sui capelli. Il viso era abbastanza scoperto, i piedi poggiavano sopra un globo, o meglio, sopra un mezzo globo, o almeno io non ne vidi che un a metà (più tardi la santa confesserà di aver visto sotto i piedi della Vergine anche un serpente color verdastro chiazzato di giallo).

Le sue mani elevate all’altezza della cintura, mantenevano in modo naturale un altro globo più piccolo che rappresentava l’Universo. Ella aveva gli occhi rivolti al cielo e il suo volto diventò risplendente, mentre presentava il globo a nostro Signore. Tutto ad un tratto, le sue dita si ricoprirono di anelli, ornati di pietre preziose, le une più belle delle altre, le quali gettavano dei raggi gli uni più belli degli altri: questi raggi partivano dalle pietre preziose; le più grosse gettavano raggi più grandi e le più piccole raggi meno grandi, sicchè tutta se ne riempiva la parte inferiore, e io non vedevo più i suoi piedi… mentre io ero intenta a contemplarla, la Santissima Vergine abbassò gli occhi verso di me e intesi una voce che mi disse queste parole:

Questo globo che vedi rappresenta tutto il mondo, in particolare la Francia ed ogni singola persona…”.

Io qui non so ridire ciò che provai e ciò che vidi, la bellezza e lo splendore dei raggi così sfolgoranti!… e la Vergine Santissima aggiunse:

Sono il simbolo delle grazie che io spargo sulle persone che me le domandano”, facendomi così comprendere quanto è dolce pregare la SS Vergine e quanto Ella è generosa con le persone che la pregano; quante grazie Ella accorda alle persone che gliele cercano e quale gioia Ella prova nel concederle. In quel momento, io ero e non ero… non so… io godevo. Ed ecco formarsi intorno alla SS Vergine un quadro alquanto ovale, sul quale in alto, a modo di semicerchio dalla mano destra alla sinistra di Maria si leggevano queste parole scritte a lettere d’oro:

Oh Maria , concepita senza peccato prega per noi che ricorriamo a te”.

Allora si fece sentire una voce che mi disse:

Fai, coniare una medaglia su questo modello; tutte le persone che la porteranno, riceveranno grandi grazie, specialmente portandola al collo; le grazie saranno abbondanti per le persone che la porteranno con fiducia “.

All’istante mi parve che il quadro si voltasse ed io vidi il rovescio della medaglia. Vi era la lettera “M” iniziale del nome di Maria sormontata da una croce senza crocifisso che aveva come base la lettera “I” (iniziale del nome Jesus, Gesù). Più sotto vi erano 2 cuori, uno circondato da spine (quello di Gesù), l’altro trapassato da una spada (quello di Maria). Dodici stelle, infine, circondavano il tutto. Poi tutto disparve, qualcosa che si spegne ed io sono rimasta ripiena non so di che, di buoni sentimenti, di gioia, di consolazione.

LA MILIZIA DELL’IMMACOLATA E LA MEDAGLIA MIRACOLOSA

Nel solco della tradizione francescana, il “Mistero dell’Immacolata Concezione” di Maria diviene per p. Kolbe un ideale di vita e di apostolato. Turbato dalle intemperanze di quei tempi contro la Chiesa e il Papa, fonda a Roma il 16 ottobre 1917 la Milizia dell’Immacolata, movimento francescano mariano missionario, aperto a tutti i cristiani. “San Francesco, scrive p. Kolbe, è il modello del missionario e il suo esempio spinge all’apostolato diretto alla salvezza e alla santificazione delle anime” (cfr. SK 299).

L’essenza della Milizia dell’Immacolata è consacrarsi illimitatamente all’Immacolata.

Il suo scopo: far entrare l’Immacolata nei cuori di tutti gli uomini, affinchè ella li trascini alla conoscenza di Gesù e li infiammi di amore per il suo sacratissimo Cuore (cfr. SK 486)

I mezzi da usare: tutti quelli leciti a propria disposizione, ma soprattutto la stampa e la Medaglia miracolosa; questa è il segno esterno della propria consacrazione e la fonte delle grazie promesse dalla Madonna (cfr. SK 56); strumento di lotta e motivo di preghiera. Farsi, perciò, interpreti attendibili del Vangelo e capaci di suscitare scelte cristiane e vocazionali con la preghiera, le penitenza, il buon esempio, la cordialità, la dolcezza, la bontà quale riflesso della bontà dell’Immacolata (cfr. SK 97).

ARTICOLI COLLEGATI

NOVENA DELLA MEDAGLIA MIRACOLOSA
SUPPLICA ALLA MADONNA DELLA MEDAGLIA MIRACOLOSA
CLAUDE NEWMAN e la Medaglia Miracolosa
LO SCAPOLARE ROSSO
Santa Caterina Labouré
LO SCAPOLARE VERDE

FONTE: “Pregate, pregate, pregate” ed. Shalom

 

 

 

 

San Virgilio di Salisburgo

SAN VIRGILIO DI SALISBURGO

vescovo (787) 27 novembre

San_Virgilio_Vigilio_di_Salisburgo_VescovoDavvero questo monaco irlandese, definito l’apostolo degli sloveni, credeva nel 700 all’esistenza di altri mondi o piuttosto alle fate? Aveva visioni futuristiche  oppure era soltanto un sognatore?

La fonte d’informazioni più attendibile su San Virgilio di Salisburgo (Feargal o Ferghil) è un epitaffio di Alcuino; esiste anche una Vita del XII secolo, ma è meno attendibile, in quanto è stata scritta molto tempo dopo.

Virgilio era un monaco irlandese, probabilmente istruito da S. Samthann a Colbroney, e secondo quanto dichiarato negli Annali dei Quattro Maestri e in quelli dell’Ulster, dall’abate di Aghaboe. Circa nel 723, partì, pro amore Christi, per il continente e forse anche per la Terra Santa (un altro esempio di peregrinatio monastica medievale).

Viaggiando attraverso la Francia dove trascorse due anni incontrò e diventò amico di Pipino il Breve, che nel 751 sarebbe diventato re di tutti i franchi. Successivamente si fermò in Baviera, allora una dipendenza franca, inviato da Pipino per rappacificarsi con il duca Odilone, capo di una sommossa fallita.

Sembra che, a questo punto, abbia abbandonato il pellegrinaggio; il duca Odilone lo nominò abate del monastero di S. Pietro a Salisburgo e amministratore della diocesi. Siccome non era vescovo (per umiltà, secondo alcuni, ma più probabilmente perché S. Bonifacio, arcivescovo di Mainz, e legato papale in Germania, che in nessun caso approvava i vescovi itineranti, contrariato in quanto non consultato da Odilone, bloccò la nomina) scelse un vescovo irlandese per svolgere esclusivamente le funzioni episcopali, finchè non fu finalmente consacrato anche lui. Questo comunque non avvenne che alla morte di Bonifacio, nel 754, con cui Virgilio entrò in conflitto in diverse occasioni, inizialmente Virgilio aveva decretato che il SS. Sacramento non era sminuito se un sacerdote, che ignorava completamente il latino, pronunciava male le parole del battesimo.

Bonifacio non era d’accordo e s’appellò a papa S. Zaccaria, che confermò quanto dichiarato da Virgilio. Più tardi le cose si complicarono nuovamente quando Bonifacio denunciò Virgilio alla Santa Sede per le sue idee cosmologiche (fu accusato di aver detto che esiste un altro mondo, oltre a questo, e un’altra razza umana). Quello che in effetti Virgilio insegnava non è del tutto chiaro; come senza dubbio sospettava Bonifacio, Virgilio risentiva dell’esistenza del mondo fatato presente nel folclore irlandese, oppure anzitempo aveva capito che la terra è rotonda ed esistono popoli che vivono agli antipodi?

Il papa giunse alla conclusione che, se in qualche modo negava l’unità della razza umana e quindi l’universalità della redenzione, avrebbe dovuto essere San Virgilio di Salisburgoscomunicato da un sinodo, altrimenti lasciato solo. Non esiste nessuna prova che sia stato processato e condannato all’isolamento per le sue opinioni, e dato che fu infine consacrato vescovo, possiamo dedurre che la disputa fosse essenzialmente dovuta ai diversi usi dell’ambiente romano e irlandese. Durante il soggiorno a Salisburgo, Virgilio costruì la prima cattedrale, la consacrò nel 774 e vi seppellì il corpo di S. Ruperto, fondatore della sede.

Oltre ad essere un uomo di grande cultura, assai interessato alla matematica e alle scienze, era un pastore attivo. Quando due duchi slavi di Carinzia, che aveva battezzato, gli chiesero l’invio di missionari, non solo mandò diversi benedettini, ma si recò di persona a predicarvi. Appena rientrato da questa missione pastorale, si ammalò, morì il 27 novembre 784 e fu sepolto nella cattedrale, distrutta però da un incendio nel 1167, i suoi resti tuttavia furono trovati e collocati nel santuario insieme a quelli di S. Ruperto, sotto l’altare maggiore della nuova cattedrale. Papa Gregorio IX lo canonizzò nel 1233; la festa è osservata in Irlanda e in alcuni paesi del centro Europa, dove è venerato come l’apostolo degli sloveni.

FontiIl primo grande Dizionario dei Santi di Alban Batler

messaggio del 25 novembre 2012

Messaggio di Medjugorje

25 novembre 2012

Cari figli! In questo tempo di grazia vi invito tutti a rinnovare la preghiera. Apritevi alla Santa confessione perchè ognuno di voi accetti col cuore la mia chiamata. Io sono con voi e vi proteggo dall’ abisso del peccato e voi dovete aprirvi alla via della conversione e della santità perchè il vostro cuore arda d’amore per Dio. DateGli il tempo e Lui si donerà a voi, e così nella volontà di Dio scoprirete l’amore e la gioia della vita. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

 

I PRODIGI DI FRA LEONARDO

I PRODIGI DI FRA LEONARDO

26 novembre

Eventi prodigiosi accompagnarono incessantemente la predicazione e il passaggio di San Leonardo da Porto Maurizio. Tutto venne testimoniato e trascritto da Fra’ Diego, il fraticello laico che accompagnò Fra’ Leonardo dal 1728 al 1751 e che tutte le sere annotava, pur tra mille difficoltà, gli avvenimenti vissuti nella giornata.

Vi furono fenomeni atmosferici inspiegabili:

1° Dal 24 Agosto al 5 Settembre 1751, San Leonardo predica le Missioni a Scaricalasino (oggi Monghidoro – BO). Una sera organizza una grande processione con il Crocefisso per impetrare la pioggia, dato che non pioveva da cinque mesi. Quando il Crocefisso compare nel campo dove si svolgevano le Celebrazione, inizia a piovere in tutta la zona; solo il campo della Missione gremito di gente, resta asciutto. (vedi Diario di Fra’ Diego).

2° Luglio 1743. Missioni a Porto Maurizio, sua città natale. Mentre predica in una grande spianata fuori le mura, scoppia un temporale e comincia a piovere. Il Santo blocca il fuggi fuggi generale invitando tutti a non andare via e a pregare San Vincenzo Ferreri (cui egli si rivolgeva sempre per avere protezione). Subito il temporale cessò, la pioggia si fermò mentre le nuvole si allontanarono andando esattamente dalla parte opposta a quella della direzione del vento.

Numerosissimi sono i risanamenti improvvisi…

…come quello di un bambino storpio e gobbo (Dicembre 1741) incontrato lungo la strada per Poggio Mirteto, e la restituzione della voce ad una bimba muta (Corsica 1744).

Ma i suoi veri grandi prodigi sono le conversioni e le pacificazioni:

prostitute che si redimono, banditi che si convertono, concubine che si fanno monache, cavalieri e cicisbei che diventano sacerdoti, tanta gente che cambia modo di vivere… Famiglie che si riconciliano, pacificazioni all’interno delle famiglie, mercanti che riparano per le ruberie perpetrate, datori di lavoro che riconoscono le ingiustizie commesse e vi pongono rimedio…

Molto nota, perchè soggetto di bei dipinti, è la conversione del bandito sardo detto il “Lupo”, abituato a farsi le proprie ragioni solo con le armi e la forza. Le prostitute venivano aiutate a cambiare vita poichè il Santo le sosteneva concretamente facendole ospitare nei Conventi, sovvenzionate da sue ricche penitenti, che egli convolgeva nelle opere di bene, sino a quando trovavano un lavoro onesto. Purtroppo ci fu anche un fatto drammatico poichè un “protettore”, scoperto il luogo dove alloggiava una sua “protetta”, la raggiunse e la uccise.

Era un confessore eccezionale…

…perchè sapeva leggere nei cuori e trovare le parole giuste per aiutare a vivere in modo più autentico. Tutti volevano essere confessati da lui, rimaneva in confessionale senza mangiare nè dormire per ore e ore. Una volta addirittura per 30 ore consecutivamente.

MIRACOLIsan_leonardo

Anche dopo la sua morte si verificarono molti miracoli per sua intercessione.

Sono documentati in modo particolareggiato, quelli che vennero approvati per il Processo di Beatificazione, (fu beatificato il 19 Giugno 1796 da Pio VI°) e per il Processo di Santificazione (29 Giugno 1867, Pio IX°).

Particolarmente commovente è quello della 14 enne Laura Cardelli, orfana, ospitata in un Conservatorio per mendicanti. Distrutta dalla tisi, ormai in fin di vita, non lasciava più il letto. Una suora la invitò a pregare il beato Leonardo. Pregano insieme. Nella notte il Beato appare alla fanciulla, le porge una mano e l’aiuta ad alzarsi dal letto. La fanciulla recupera immediatamente tutte le sue forze. La conferma della sua miracolosa guarigione ci viene da una predica mariana nella quale egli dice di sè di essere come un Santuario tappezzato con le scritte “per grazia ricevuta“: “questa mia voce – per grazia ricevuta, questa mia salute- per grazia ricevuta“…

PARTICOLARITA’:

Il Santo per 40 anni camminò a piedi nudi che spesso si piagavano per il caldo, per il gelo o per le asperità del terreno ma solo una volta avendo perso parecchie unghie si rassegnò a rimanere a riposo. Fondamentalmente, nonostante la sua grande attività di missionario, di fondatore di Conventi e di Ritiri e di Via Crucis, di padre spirituale, di scrittore, era un asceta, un mistico. La sua preghiera era continua, pregava con la mente, con la bocca e coi gesti per coinvolgere tutta la sua persona. Nei momenti di preghiera, di meditazione e talvolta nella celebrazione della Messa raggiungeva visibili momenti di estasi. Era felice quando poteva ritirarsi nella Solitudine dell’Incontro (a Firenze) romitorio da lui stesso fondato, dove, diceva, “faccio le missioni a Fra Leonardo“.

San LeonardoCON LE DONNE

Come missionario e padre spirituale ebbe modo di stare molto a contatto con donne, di ogni età, di ogni ceto, laiche e suore. Non fu misogeno. Anzi fu sempre rispettoso nei confronti delle donne di ogni età e di ogni condizione sociale. Evitava i contatti diretti e preferiva che gli incontri, quando necessari, avvenissero in presenza di terzi per rispetto del suo stato di religioso. Ebbe come figlie spirituali, e fu confessore di donne di ogni età e ceto, laiche e religiose.

Le principesse del Granducato di Toscana, Anna Maria Luisa figlia di Cosimo III° De’ Medici, Violante Beatrice di Baviera moglie di Gian Gastone entrambi figli di Cosimo III° De’ Medici; la regina Maria Clementina Sobiesky Stuart, moglie di Giacomo III° Stuart in esilio a Roma, la Duchessa Isabella Acquaviva Strozzi, Elena Briganti Colonna, Suore, Monache, umili madri di famiglia che rassicurava se, fatto salvo il rispetto del precetto festivo, non riuscivano a frequentare con assiduità la Santa Messa feriale dicendo che il lavoro fatto con buona disposizione è preghiera ed è accetto al Signore come la Santa Messa.

La sua storia su http://biscobreak.altervista.org/2012/11/san-leonardo/

Fonte: http://sanleonardodapm.altervista.org/Vita.html

ARTICOLI COLLEGATI

SAN LEONARDO DA PORTO MAURIZIO

 

San Leonardo da Porto Maurizio

SAN LEONARDO DA PORTO MAURIZIO

(1676-1751) 26 novembre

Leonardo da Porto Maurizio2Buttato fuori di casa dallo zio che non accetta la sua vocazione diventa un grande predicatore. Innamorato del SS Sacramento, del Sacro Cuore e alla Maria, ne anticipa la devozione. Il suo segreto? Una Madonna che portava sempre con se…

Nacque il 20 dicembre 1676 a Porto Maurizio, vicino a La Spezia. Figlio di Domenico Casanova e Anna Maria Benza, fu battezzato con i nomi di Paolo Gerolamo. La madre morì quando egli aveva due anni, ed il padre si risposò con Maria Ridolfo, della frazione di Artallo. Fu pertanto il padre che diede al futuro santo quelle  basi religiose alle quali in seguito ispirò la sua vita. Domenico Casanova era armatore e uomo di mare e, come voto di castità,  aveva stabilito di non ammettere tra i passeggeri dei suoi navigli alcuna donna. A tredici anni il padre  lo affidò alle cure di un ricco zio di Roma, che lo iscrisse al collegio gesuita della città, dove studiò letteratura e filosofia e cominciò anche a capire di avere una vocazione religiosa (sebbene fosse attratto dall’ordine dei frati minori, piuttosto che dalla Compagnia di Gesù.)

Lo zio, che desiderava diventasse medico, s’oppose e infine lo cacciò da casa, fortunatamente Paolo riuscì a trovare asilo presso un altro parente, Leonardo Ponzetti, con cui rimase finchè ricevette il permesso incondizionato da parte del padre di diventare frate. Nel 1697, ricevette la tonaca nel noviziato francescano a Ponticelli, con il nome di Leonardo per gratitudine verso Ponzetti. Completati gli studi al convento di S. Bonaventura di Roma, fu ordinato sacerdote nel 1702; questo convento era la casa principale dei Riformella, una diramazione del rigoroso ramo dei francescani riformati, e Leonardo mise in pratica, per tutta la vita, l’ideale di un attivo lavoro missionario combinato con l’austerità e la solitudine che apprese proprio in questo convento. La sua grande ambizione era sempre stata quella di recarsi in missione, ma subito dopo l’ordinazione contrasse la tubercolosi mentre insegnava filosofia al convento di S. Bonaventura, e fu informato che sarebbe rimasto in Italia.

San LeonardoDopo la miracolosa guarigione dalla tisi avvenuta, per intercessione della Modonna, durante le sue frequentazioni del Santuario della Assunta a Piani. egli divenne ulteriormente devoto a Lei, e unitamente al tema della Croce anche  il tema di Maria fu fondamentale nelle prediche  missionarie. Nel 1709, Leonardo fu inviato con un gruppo di frati a S. Francesco del Monte a Firenze, un convento che era stato donato ai Riformella dal granduca Cosimo III de’ Medici, dove si riprese a seguire l’ideale francescano di povertà; di conseguenza la congregazione iniziò ad aumentare e ben presto il convento diventò un importante centro religioso, punto di partenza di Leonardo e degli altri frati che svolsero la loro attività in Toscana, infine Leonardo fu nominato guardiano di S. Francesco del Monte, un parroco scrisse della sua attività in quella zona:

solo Dio sa quanto bene ha fatto qui; le sue prediche hanno toccato il cuore di tutti […] tutti i confessori in città avranno un duro lavoro da svolgere”.

Per prima cosa istituì un eremo a Incontro sulle montagne vicine, dove i frati potevano ritirarsi per brevi periodi a turno, due volte l’anno, per vivere in solitudine e semplicità, mentre si rigeneravano spiritualmente. Leonardo risiedette a Firenze per molti anni, ma col passare del tempo, gli chiesero costantemente di predicare anche altrove. La sua prima missione a Roma fu fin troppo lunga, secondo il duca Cosimo, tanto che questi mandò una nave sul Tevere a riprenderlo, ma nel 1736, si trasferì a Roma definitivamente, come guardiano del S. Bonaventura. Mantenne l’incarico per un anno, durante il quale trovò tempo per predicare, con qualche risultato, a soldati, marinai, condannati, galeotti, nel porto di Civitavecchia: Una volta esonerato dall’incarico, iniziò nove attività in posti distanti come l’Umbria, Genova, le Marche, spesso attraendo una folla tale da essere costretto ad uscire dalla chiesa e predicare all’aperto.

Fra ‘ Leonardo, colpito dalla bellezza del quadro e dalla profondità del suo significato, lo benedisse e lo battezzò col nome di “Madonna del Bello Amore”; da allora lo portò sempre con sé in tutte le Missioni. In punto di morte lo consegnò al Guardiano del suo Convento, San Bonaventura al Palatino dove si trova tuttora. Nel 1744 papa Benedetto XIV, che teneva Leonardo in alta considerazione, d’accordo con il governo dell’isola, il doge di Genova, lo mandò in Corsica, dove la religione era trascurata e l’ordine in generale decaduto. Di tutte le missioni di Leonardo, questa fu quella più difficile per lui; fu ricevuto con una certa ostilità dato che diverse persone pensavano fosse un agente del doge in incognito. Era certamente vero che la missione aveva un aspetto politico, dato che quel disordine era in gran parte espressione di opposizione alla dominazione di Genova.

Leonardo, tuttavia, perseverò nel predicare, nonostante molti si presentassero al suo cospetto armati. Inoltre ebbe occasione di affermare in una delle sue molteplici lettere: Incoraggiò l’esposizione del SS. Sacramento e la devozione al Sacro Cuore e alla Madonna, nessuna delle quali era allora così diffusa come in seguito. Pensava in particolare che l’Immacolata Concezione dovesse essere considerata un dogma della fede e suggerì che le autorità ecclesiastiche si pronunciassero sull’argomento senza ricorrere ad un concilio ecumenico (come avvenne un secolo dopo).

Leonardo trovò anche il tempo, fra tutte le sue attività, di essere consigliere spirituale di un certo numero di persone, tra cui Clementina Sobieska, moglie di Giacomo Edoardo Stuart (conosciuto anche come Giacomo III d’Inghilterra). Nel 1741 mentre predicava le Missioni in Cave di Palestina vicino a Gaeta, un fedele gli portò un dono. Era un bellissimo ritratto della Vergine Maria con il Bambino Gesù che adorava il Crocifisso. Era stato dipinto per lui da un famoso pittore Sebastiano Conca, nativo di Gaeta, che diventerà il Presidente dell’Accademia di San Luca in Roma dove studierà anche il pittore portorino Leonardo Massabò.

In ogni parrocchia troviamo la più terribile delle faide, ma generalmente affiorano alla fine pace e quiete, a ogni modo, a meno che la giustizia non sia forte abbastanza da soffocare questa ostilità, il bene che stiamo facendo può essere solo transitorio […] durante questi anni di guerra il popolo non ha ricevuto nessun tipo di distruzione […] quando avrò l’opportunità di incontrare i vescovi, dirò loro ciò che penso […] nonostante la fatica, il raccolto non è abbondante”.

san_leonardoLeonardo aveva ormai sessantotto anni e il duro lavoro, gli intrighi e la costante necessità di essere vigile cominciarono a minare la sua salute; dopo sei mesi era così malato che fu imbarcato su una nave per riportarlo a casa. La sua valutazione dello stato delle cose in Corsica fu confermata in una lettera del papa: “Il popolo corso è peggiorato più che mai dopo la missione, quindi non è consigliabile che vi facciate ritorno”. Una volta rimessosi, continuò a predicare e a ospitare suore e laici, soprattutto in vista del giubileo del 1750, anno in cui soddisfò una delle sue più grandi ambizioni, quando ricevette dal papa il permesso di istruire le stazioni della croce nel Colosseo.

Nella primavera successiva, partì (in carrozza, gli ordinò il papa , piuttosto che a piedi) per andare a predicare a Lucca e in altri posti, ma dato che le sue energie cominciavano a venir meno, e che doveva anche affrontare l’ostilità o l’indifferenza che incontrava in alcuni luoghi, queste missioni tardive non ebbero molto successo. Agli inizi di novembre, conscio di avere ultimato il suo lavoro, ripartì per Roma; la carrozza si danneggiò, a Spoleto, perciò Leonardo continuò a piedi e raggiunse il convento di S. Bonaventura la sera del 26 novembre; giunse un messaggio molto affettuoso da parte del papa. Leonardo morì prima della mezzanotte. Oltre al metodo pastorale della predicazione, la sua eredità annovera diversi tratti devozionali e le Risoluzioni, che danno informazioni su di lui oltre che sull’argomento che trattano, inoltre sono rimaste le sue lettere. Leonardo fu beatificato nel 1796 e canonizzato nel 1867; il corpo e la maschera funebre si trovano nella chiesa di S. Boaventura a Roma.

FontiIl primo grande Dizionario dei Santi di Alban Batlerhttp://sanleonardoim.altervista.org/vita.html

ARTICOLI COLLEGATI

I PRODIGI DI FRA LEONARDO

letture di domenica 25 novembre

LA PAROLA DI DOMENICA

25 novembre 2012

XXXIV Domenica del Tempo Ordinario – Anno II

Nostro Signore Gesù Cristo, Re dell’Universo

Come è nata questa festa, a quale scopo, perchè suscitò polemiche e quale metro venne usato per porla sul calendario alla fine dell’anno liturgico. Tutto l’articolo su http://biscobreak.altervista.org/2012/11/solennita-di-cristo-re/ 

B. LUIGI BELTRAME QUATTROCCHI e B. MARIA CORSINI

(1880-1951) e la consorte (1884-1965)Per la prima volta nella storia della Chiesa una coppia di sposi, Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi, sono stati proclamati beati non “malgrado” il matrimonio, ma proprio in virtù di esso. Lo storia di questa coppia eccezionale http://biscobreak.altervista.org/2012/11/beaticoniugiquattrocchi/  

Dagli scritti della Beata Maria Corsini Beltrame Quattrocchi (V ed. Siena 2001)

 http://biscobreak.altervista.org/2012/11/quattrocchi/ 

PREGHIERA DEL MATTINO

“L’Agnello immolato è degno di ricevere potenza e ricchezza e sapienza e forza e onore: a lui gloria e potenza nei secoli, in eterno.” Dio onnipotente ed eterno, che hai voluto rinnovare tutte le cose in Cristo tuo Figlio, Re dell’universo, fà che ogni creatura, libera dalla schiavitù del peccato, ti serva e ti lodi senza fine. Per Cristo nostro Signore. Amen.

PRIMA LETTURA

Dn 7, 13-14Dal libro del profeta Daniele.
Guardando nelle visioni notturne, ecco venire con le nubi del cielo uno simile a un figlio d’uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui. Gli furono dati potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano: il suo potere è un potere eterno, che non finirà mai, e il suo regno non sarà mai distrutto. 

C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.

SALMO RESPONSORIALE

Sal.92

RIT: Il Signore regna, si riveste di splendore.

Il Signore regna, si riveste di maestà: si riveste il Signore, si cinge di forza. RIT

È stabile il mondo, non potrà vacillare. Stabile è il tuo trono da sempre, dall’eternità tu sei. RIT

Davvero degni di fede i tuoi insegnamenti! La santità si addice alla tua casa per la durata dei giorni, Signore. RIT

SECONDA LETTURA

Ap 1, 5-8
Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo.
Gesù Cristo è il testimone fedele, il primogenito dei morti e il sovrano dei re della terra.
A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen.
Ecco, viene con le nubi e ogni occhio lo vedrà, anche quelli che lo trafissero, e per lui tutte le tribù della terra si batteranno il petto. Sì, Amen! Dice il Signore Dio: Io sono l’Alfa e l’Omèga, Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente!
C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.

CANTO AL VANGELO

Alleluia, Alleluia.
Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide!
Alleluia.

VANGELO

Gv 18, 33-37
Dal Vangelo secondo GiovanniIn quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?».
Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

Lettura ed Omelia di Don Ferdinando Colombo su http://www.sacrocuore-bologna.it/it/audio.php (DISPONIBILE DA DOMENICA)

OMELIA

Io sono re. Per questo sono nato…

Su questo brano del Vangelo bisogna avere le idee chiare per evitare di credere che il regno, di cui parlava Gesù davanti a Pilato e per cui fu condannato a morte, sia un regno unicamente spirituale, senza alcun risvolto temporale e alcuna incidenza sulla storia umana. Già questa festa, quando fu istituita, suscitò qualche obiezione. Il termine “Cristo re” non piaceva e non piace molto all’opinione pubblica, sia perché evoca tempi di monarchia da noi superati, sia perché richiama l’immagine dell’uomo – suddito. Il regno di Dio non è stato inaugurato con una dominazione militare, ma con l’arresto del suo re. Non è stato imposto con una solenne cerimonia, ma con un condannato a morte di croce. Cristo è fuggito quando lo cercavano a furor di popolo per farlo re, e si è dichiarato di essere tale davanti a Pilato, prigioniero e in balìa degli altri: “Io sono re”. Ma sappiamo perfettamente la sua idea: “I re dalla terra dòminano. Chi vuole essere il primo diventi l’ultimo, il servo di tutti”. Pilato capì che Gesù non negava la sua regalità. Ne fu più che convinto da giustificare il motivo della condanna a morte del Nazareno. Di fronte alla disapprovazione dei giudei, indispettito di come erano andate le cose, rispose: “Ciò che ho scritto, ho scritto”. Questo è conforme a quanto Gesù gli aveva detto precedentemente. “Tu lo dici: io sono re. Per questo sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità”. Di fronte alla mentalità giuridica e politica, Gesù rivela una funzione del tutto superiore, diversa, trascendente: la funzione di rendere testimonianza alla verità, alla verità che è fondamento di tutto. Ossia vuole portarci alla conoscenza, alla comunione con il suo Padre. “Per questo è nato, per questo è venuto” e per questo ha consumato tutta la sua vita per rivelare il volto del Padre. “Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce”. In questo modo, davanti ai capi religiosi e politici, si introduce il vero re, che dirige la storia e questi è Gesù, il Nazareno. Nel suo essere innalzato sulla croce ci mostra l’amore del Padre, attira tutti a sé, vincendo il capo di questo mondo. I nemici che lo vogliono morto, sono strumento involontario e inconsapevole della sua regalità. Lo metteranno sul trono, dove si rivelerà sovrano su tutti, perché offre la sua vita per tutti.

(Preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire)

PREGHIERA DELLA SERA

Cristo Tu sei il re dell’universo e il Signore della Chiesa. Rivolgiamo a Te la nostra fiduciosa preghiera, perché tutto il mondo si rinnovi nella giustizia e nell’amore. Gesù Signore, ascoltaci.In cambio Ti affidiamo, attraverso le mani della nostra cara mamma Maria SS,  le gioie e le fatiche, le rinunce e gli atti di carità che siamo riusciti a fare in questo giorno e Ti ringraziamo con tutto il cuore per tutto quello fai per noi e ci dai ogni giorno. Signore Gesù, che sulla croce hai spezzato il giogo del peccato e della morte, estendi a tutti noi la Tua signoria di grazia e di pace; donaci la certezza che ogni umana fatica è un germe che si apre alla realtà beatificante del Tuo regno.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
R. Amen.

I BACI DI GIUDA

I BACI DI GIUDA

Ho 63 anni , non ho avuto una vita facile, anzi… da bambina non mi sentivo amata  dalla  mamma, la quale aveva una grande predilezione per i suoi primi figli (miei fratelli maggiori) mentre per me e mio fratello gemello… ci sopportava e se doveva scegliere dei due preferiva mio fratello, perché porta il nome del mio nonno (il suo papà). Non posso pensare che veramente non mi volesse bene ma non lo sapeva dimostrare. Oggi lei è in cielo e prego che Dio l’abbia in gloria perché sicuramente non l’ha fatto con l’intenzione di farmi del male. Il mio papà l’ho adorato ma era, per il 4bambina-triste4quieto vivere, debole e non sapeva imporsi davanti alle ingiustizie della mamma. Ho cercato in tutti i modi di farmi amare,ero una bambina affettuosa ma lei non accettava i miei baci, non ho mai capito perché mi dicesse che erano baci di Giuda.

Credo che il non sentirsi amati da bambini crei grossi problemi di insicurezza e di ingombro in seguito, infatti sono sempre stata alla ricerca di amore,frequentavo la mia parrocchia, l’oratorio di suore che era accanto ed avevo un bel rapporto con tutti specialmente con le persone che mi dimostravano affetto. La mia nonna paterna dalla quale mi rifugiavo nei miei momenti tristi, mi capiva molto bene e cercava di supplire alla mia mancanza di affetto, ricordo che con lei andavo al Rosario, alla S. Messa, ecc. e mi vantavo quando alcune Domeniche prendevo sino a 3 Messe.

Ero ancora molto giovane ma sognavo spesso di farmi una famiglia tutta mia a 17 anni, spinta anche dal sentirmi dire sempre di sposarmi e di uscire di casa incontrai un ragazzo ed in breve tempo mi sposai. Ebbi subito la mia bimba, ma mi accorsi ben
paurapresto di essermi sposata con un alcolista del quale avevo anche paura. Provai così nuovamente la miseria e le umiliazioni, ed ancora una volta sentii di essere un  problema per la mia famiglia d’origine (come lo era stata la mia nascita) tanto che con l’intervento del mio papà mi sono separataDa allora mi sono allontanata da Dio, frequentavo lo stesso la  S. Messa ma sentivo che non facevo più parte della Chiesa.Abitando in un piccolo centro, tutti sapevano e mi sentivo giudicata, allora più di adesso, ed ero infelice. Non volevo sentirmi colpevole per quello che avevo fatto della mia vita e pur non dimenticando Dio, non riponevo più alcuna fiducia in Lui e decisi di incamminarmi per la mia strada. Una strada sicuramente sbagliata così come poi si è dimostrata di essere.

Avevo 20 anni quando incontrai un uomo molto più grande di me, mi innamorai, quest’uomo divenne il mio maestro di vita. Mi sentii finalmente amata, ebbi un figlio, ma eravamo entrambi separati ed il nostro cruccio rimaneva per entrambi quello di non appartenere più alla chiesa di Dio. Questa convivenza è durata quasi 18 anni, per questo sono stata rinnegata dalla mia famiglia per un lungo periodo, solo l’intervento della mia cara nonna ha fatto si che i miei conoscessero preghierealmeno mio figlio ed in un certo senso mi perdonassero, anche se erano sempre pronti a rinfacciarmi quello che avevo fatto.

Abbiamo comunque cercato di dare ai figli un’educazione anche religiosa, perché, anche se non potevamo accostarci ai Sacramenti, ritenevamo importante che loro conoscessero Gesù. Per questo cammino devo ringraziare anche un sacerdote salesiano che ci ha seguiti. La vita è andata avanti così sino a quando con una brutta malattiail Signore l’ha chiamato a se. Allora i miei ragazzi erano giovani ed io mi adoperai in tutti i modi per sostenerli e siccome sino ad allora avevo aiutato il padre di mio figlio nel suo lavoro, con la sua morte ero rimasta senza nulla. Avevo bisogno di lavorare e m’inventai di aprire un lavasecco, in fondo, mi dicevo, lavare e stirare lo so fare.

Fine prima parte

QUANDO PENSI CHE NON CI SIA VIA D’USCITA…

Non conosco il Purgatorio ma credo che quello che ho provato durante quegli anni sia molto simile, una grana ogni giorno, difficoltà economiche di tutti i generi. Nello stesso tempo pregavo ma pensavo che Dio non poteva ascoltarmi, sbagliando, perché invece proprio nelle grosse difficoltà Lui era presente e me lo dimostrava. Io in quel momento non mi rendevo conto. Ero caduta in uno stato depressivo, e in questo stato anche i rapporti con i miei figli erano peggiorati, specialmente con mia figlia, non ci capivamo più, nessuno della mia famiglia mi aiutava anzi…ancora oggi i rapporti con i miei fratelli sono molto burrascosi ed io mi auguro che Gesù Misericordioso provveda perché anche fra noi regni un po’ di pace.

Finalmente Dio ha voluto che mettessi un po’di ordine nella mia vita, ero rimasta anche vedova del padre di mia figlia, che è morto prematuramente a soli 52 anni ed il Signore mi ha fatto incontrare un vedovo, anche questo però molto più grande di me, una persona distinta e perbene che mi ha voluto molto bene e mi ha potuto assicurare un’avvenire decoroso, cosa che non avrei mai avuto dato le mie precedenti esperienze. Ci siamo sposati con la Benedizione di Dio  nel 2003 finalmente mi sentivo a posto anche con Dio.  La nostra vita insieme è durata circa 15 anni nel frattempo mio figlio si è sposato e mi ha fatto diventare nonna di una bellissima bimba della quale io mi curavo ogni giorno, ero serena e felice. Nel 2005 il Signore ha chiamato a se mio marito e questo è stato sicuramente un grosso dispiacere, ma era anche in previsione data la sua età. Purtroppo però nel contempo mia nuora decise di portare la bimba al nido ( per gelosia nei miei confronti) e perdere in un solo colpo tutti gli affetti, sono precipitata, e stavolta molto pesantemente di nuovo nella depressione.

Avevo tanta rabbia verso mio figlio e mia nuora perchè non avevano avuto nessuna remora nel farmi del male, ma ancora mi consolava il fatto che comunque avrei potuto vedere la bimba anche tutti i giorni perché abitavano vicino, l’altra bastonata invece l’ho presa quando a seguito di uno sfratto hanno deciso di andare ad abitare fuori città, in quel momento tutto il mondo mi è crollato addosso. Per loro è stato l’inizio dei loro guai (dei quali oggi io prego che possano risolvere) per me l’intenso dolore che provavo è stato l’avvicinarmi a Dio. Ho cominciato a seguire Radio Maria quasi tutto il giorno e pregavo.. pregavo…  e sempre di più sentivo che la Madonna mi chiamava a Medjugorje, mi interessavo per raggiungerla ma trovavo sempre dei viaggi costosi, finchè un giorno una carissima ragazza che mi sentiva spesso dire che avrei voluto andare in pellegrinaggio a Medjugorje mi ha detto che una sua amica organizzava un pellegrinaggio a soli 250.00 €, non ho esitato e mi sono messa subito in contatto con lei.

In maggio sono partita e quando sono stata lì ero come inebetita ed allora rivolgendomi a Maria ho detto: Tu mi hai chiamato io non oso chiederti nulla se non quello che è bene per me, tu conosci tutto di me… e Lei da amorosa Madre mi ha guidato in  quei pochissimi giorni a fare tutto quello che per me era bene. Innanzi tutto a perdonare me figura Medjstessa e a perdonare chiunque mi aveva fatto del male, a credere che non siamo mai soli, che Gesù è sempre con noi e ci perdona anche quando lo abbiamo messo da parte e che basta invocarlo con il cuore sincero per sentire la Sua presenza. Credo che quei giorni siano stati per me i giorni più belli della mia vita. Ero partita con le spalle pesanti, talmente era grosso il fardello che  portavo sopra, sono ritornata a casa leggera come una piuma, anzi non sarei più tornata a casa. Grazie Maria, grazie Gesù, non vi lascerò mai più.

 Questa mia testimonianza vuole essere solo un modo per dire a tutti quelli che leggeranno, che a Medjugorje non s’incontra solo Maria, ma s’impara ad amare ancora di più Gesù, Suo Figlio e nostro Salvatore.  Oggi sono rinata,  riesco con l’aiuto di Maria a vivere diversamente i problemi che ogni giorno si presentano, i miei desideri, come per esempio avere più affetto dai miei figli, che sono molto assenti nella mia vita, anche se credo di aver dato loro tutto quello che mi era possibile dare. Con la preghiera chiedo a Dio la grazia di illuminarli e sono certa che Egli provvederà. I rapporti con mia figlia invece sono molto migliorati e di questo ringrazio Dio. So che Gesù non mi lascia mai e mi riempie ogni giorno del Suo Amore e questa carenza la supplisce molto bene. Vi Amo Gesù e Maria.

FINE

 

UNA SVOLTA EPOCALE!

UNA SVOLTA EPOCALE

GOSPA-2Mi chiamo Monica, ho 41 anni sono sposata da 21, con tre figli dai 20 ai 12 anni. Dopo l’invito della Madonna a dare una viva testimonianza di quello che il Signore ha compiuto nella nostra vita, mi sono sentita in dovere di dare anch’io la mia, visto che sta scritto: “a chi tanto ha ricevuto, tanto verrà chiesto”…

Voglio partire dall’inizio, dalla mia infanzia passata serena accanto ad una nonna che mi aveva insegnato a pregare e ad amare il Signore. I genitori erano occupati nel lavoro, ma con la mia nonna andavo in pellegrinaggio anche solo di un giorno in pullman o mi trovavo a casa di sue amiche a pregare. Poi sono cresciuta. Non ho mai avuto molto amicizie, ero un tipo piuttosto solitario, anche in chiesa andavo la domenica, ma non mi ero mai legata a gruppi parrocchiali e quando ho incominciato a lavorare diventava già impegnativo assistere alla Messa domenicale, ma le mie preghiere la sera erano rimaste un rito e i miei dialoghi con Dio una necessità.

Poi gli dissi un giorno: “O mi fai trovare un marito o mi sposo con Te”! Faccio ridere tutti quando lo dico, perché aggiungo che nel giro di poco conobbi mio marito e mi sposai subito dopo, e affermo “Poteva anche sopportarmi come sorella, ma non come moglie!!” Ovviamente so bene che non si sposa Cristo solo perché non si trova un compagno su questa terra, ci vuole ben altro, ed è per questo forse che un piccolo rimpianto nel cuore è rimasto.

Moglie e madre mi chiudevo dietro al: “Non ho tempo di andare a Messa, sono stanca, già non dormo a sufficienza, ora la chiesa è lontana…” Una scelta sbagliata mi aveva allontanata da Dio e questo aveva reso il mio cuore più duro ed insensibile. Giorno dopo giorno in me si stava formando una corazza che mi faceva vedere tutto nero, tutto brutto, tutto insopportabile.

Con la nascita della mia ultima figlia toccai il fondo. Il matrimonio non andava bene, il lavoro ancora peggio, e con i miei figli mi sentivo un’inetta… Un amico di mio marito venuto a casa nostra mi parlò della sua esperienza: Medjugorje. Considerato un uomo pieno di vizi era tornato che sembrava un santo e regalava santini appena poteva.. mi parlò di P. Livio, di radio Maria… Ero scettica, poi ascoltando le catechesi del venerdì sera mi convinsi che se davvero la Madonna aveva un posto sulla terra, questo doveva essere Medjugorje e così feci la proposta a mio marito: “O mi lasci andare 4 giorni a Medjugorje, o vado a Ibiza da sola, ma non so se poi ho la forza di tornare indietro…” Ovviamente mi permise di andare, anche se non era sicuro se stessi dicendo sul serio o fosse uno scherzo.

Mi riempì dei suoi: “..ma si pregherà sempre,… sei sicura che ce la farai?” Mi aveva preoccupata, ma non mi fermai e decisi di andare avanti, da sola. Non conoscevo nessuno eppure mi sembrava di essere in aereo e non in pullman, tanto volava il tempo.Se esiste il dono delle lacrime penso di averlo ricevuto, perché dalla prima messa (non eravamo ancora a Medjugorje) fin oltre il mio ritorno non ho fatto altro che piangere, non riuscivo a fermarmi, ormai anche il sacerdote che ci accompagnava non ne poteva più di me, ma non ci potevo fare niente.

Tornata a casa, era il 27 ottobre 2000,mio marito che prendeva in giro i cristiani (per lui tutti bigotti) mentre raccontavo ai bambini la mia esperienzami disse: “Ora diciamo la preghiera prima di mangiare!” Io lo guardai sbalordita. Lui si guardò le spalle come se ci fosse stato qualcun altro dietro di lui a dire quelle parole, ma i bambini festanti stavano già dicendo: “Che bello, come nei film alla televisione!!”  E così iniziò il nostro percorso, un cammino nuovo e tutto da scoprire. E quando si dimenticava la preghiera erano i bambini a dire: “Papà ti sei dimenticato la preghiera” e lui doveva dirla, perché era stata sua l’idea.

Fine prima parte.

2 MIRACOLI

Quando metti da parte Dio nella tua vita perché ciò che ti chiede è ciò che tu non vuoi fare… non puoi che cadere in quello che io ho definito il mio periodo di “Buio spirituale”. Una fase in cui ti senti persa, senza una guida, senza qualcuno che ti sappia veramente capire. E’ come se Dio non esistesse o se esiste ti dici che di sicuro non ha tempo da perdere con te, forse perché non stai simpatica nemmeno a Lui, o semplicemente non riesci a capire cosa voglia da te se non … cosa pretende…

E’ una fase di profondo egoismo, perché in realtà sai bene cosa vuole da te, solo non vuoi cambiare o non vuoi umiliarti in una vera e sincera confessione perché pensi che le tue scelte siano la cosa migliore o semplicemente perchépensi di sapere meglio di lui cosa è meglio per te. Ebbene in questa fase Dio non mi aveva dimenticata, infatti per ben 2 volte mi fece capire che mi amava e desiderava che tornassi da Lui con 2 meravigliosi quanto incredibili miracoli.

Entrambi riguardano la mia figlia di mezzo. Al quinto mese di gravidanza a causa di una iniezione sbagliata per due mesi non si era alimentata se non attraverso la placenta. I danni potevano essere irreparabili. Una catena di preghiere parte in ogni dove, amici, parenti, religiosi e religiose tutti iniziano a pregare affinchè questa bimba di appena di 1,5 kg, poco più di un arrostino, possa sopravvivere e con lei anch’io, che mi riprendo però più in fretta.

Santa Caterina da Bologna la nostra protettrice aveva interceduto presso Dio ottenendoci insieme alla Madonna il dono di questa figlia, e non solo, si trattava di una bambina sana e forte! Ricordo bene il giorno prima della bella notizia che il peggio era passato. Ancora devastata dalle parole dei medici che mi continuavano a dire: “Questa bambina non si riprende, non ce la fa…” Quella sera avevo rivolto gli occhi al crocifisso che ho sopra la porta di casa, mi ero inginocchiata e con grande umiltà avevo detto al Signore: “Tu sai quanto io abbia desiderato questa bambina, fin dalla mia giovinezza, so di non meritarmi nulla, perciò se vuoi portarla con te è giusto, ma solo ti chiedo di non farla più soffrire, in un modo o nell’altro.

Ero veramente sincera in queste mie parole, le sentivo vere dentro di me. Il giorno dopo la bella notizia: “La bambina è fuori pericolo, ora deve solo acquistare peso e potrà uscire!” Non vi posso descrivere la meraviglia degli stessi dottori che non si spiegavano comeun esserino tanto piccino con lo stomaco piccolissimo, il cuore sviluppato a metà.. e una serie di altri problemi avesse superato la crisi e stesse finalmente bene.

Ma non fu l’unica volta che questa figlia ci mise in ansia sul suo futuro. Aveva 9 anni quando il giorno di Natale ci siamo accorti che non ci vedeva più da un occhio. Dopo averla portata dal nostro medico di fiducia ecco che di nuovo ci crolla il mondo addosso. Sembra che si tratti di qualcosa di molto serio e la sua vita è di nuovo in grave pericolo. Si ricomincia tutti a pregare, ovunque trovavo persone che anche se non mi conoscevano pregavano per la nostra bambina. Alla fine la sera prima della Tac come sempre le chiedo cosa vede da entrambi gli occhi e lei mi dice che ci vede! Non riesco a crederle, dopo tanti giorni d’angoscia sembra che di nuovo ci veda, e non se n’era nemmeno resa conto!!

Come potete ben vedere di grazie ne avevo ricevute, eppure in cuor mio ringraziavo, si,ma pensando di non meritarmi nulla, perché non era per me, come accogliere un dono per appoggiarlo da parte senza nemmeno aprirlo. Mi dicevo se l’ho ricevuto non è per me,non è perché Dio ama me, ma quelle persone più buone di me che lo hanno permesso… E io continuavo a stargli lontana…

Fine seconda parte

LA CAREZZA DI UNA MADRE

Dopo avervi parlato di questi due momenti fondamentali nella mia vita, posso concludere la mia esperienza dicendo cosa è davvero cambiato in me dopo Medjugorje. cuore3Innanzi tutto ho avuto la consapevolezza che ciò che sentivo mancare nella mia vita, era l’amore… Vi chiederete come si possa esserne privi con un marito, tre figli, dei genitori presenti,… ebbene sì, mi mancava l’amore, un amore che non si può trovare su questa terraperché è quella parte del tuo cuore che cerca Dio.

Mi sono resa conto che la mia insoddisfazione non poteva essere colmata da un comune essere umano, fosse un genitore, un marito, e neppure da un figlio. Solo con Dio non sentivo più quel vuoto dentro di me, stavo bene in Sua compagnia, sorridevo, mi sentivo come una comune adolescente innamorata, che vede tutto bello, il mondo aveva ripreso colore. Sono arrivata alla consapevolezza che Dio mi ama sempre, mi ama che sia bella o brutta, divertente o annoiata, ricca o povera, riempie i miei silenzi e sa ascoltarmi come nessun altro a questo mondo. L’unica cosa che non riuscivo a capire era se davvero mi potesse rispondere, se davvero questa comunicazione esistesse o era solo “l’amico immaginario” di cui mi ero sentita accusare.

L’unico modo per scoprirlo era mettermi nelle mani di Sua Madre Maria SS. Eccomi dunque a fare nuovamente un patto e questa volta proprio con Lei, sulla collina delle apparizioni davanti ad una riproduzione di quella Madonnina che alza la mano come per chiamarti e chiederti fiducia. “ Io Madre cara mi metto nelle Tue mani, Ti dono il mio cuore,tutta me stessa, e Ti prometto di impegnarmi a fare ciò che chiedi, ma Tu fammi comprendere che davvero questa è la strada giusta, che è ciò che Dio vuole da me, donandomi la perseveranza e tanta fede.”

Quello che è accaduto una volta a casa ve l’ho detto, ma è solo il principio, perché nel giro di poco tempo ho visto cambiare tutta la mia famiglia. Io quasi mi sarei frustata piuttosto che rinunciare alle due orette davanti alla tv da sola a stirare, era un momento di relax tutto mio, invece secondo la promessa dovevo dire il rosario, lo avevo promesso alla Madonna, dunque avanti con le ave Maria, ma che fatica!!! il digiuno, anche quello non era cosa da nulla, soprattutto se considerate che avevo dei bambini piccoli che per giunta facevano fatica a mangiare e dovevo spesso imboccarli…!!

Incominciare vi garantisco che è stato faticosissimo! Poi mi sono sentita io che se anche avevo già detto il mio rosario quando stiravo non potevo più fare a meno di dirne un altro, la tv.. non ce la facevo a guardarla, mi sembrava di perdere del tempo. Per quanto riguarda il digiuno un pasto non mi soddisfaceva più, volevo fare di piùdare di più e così un pasto è diventato una giornata e un giorno sono diventati due.

Intanto la grazia scorreva a fiumiMio marito decide di venire con me a Medjugorje. Dopo pochi mesi dal mio ritorno, comincia a frequentare la Messa domenicale a confessarsi,… e con me è venuto ben due volte in pellegrinaggio dalla Madonna. Mia mamma che si era rinchiusa nelle sue sofferenze fisiche e non andava nemmeno più in chiesa la domenica se non saltuariamente, comincia a rifrequentare la parrocchia, va a Messa durante la settimana, all’adorazione, entra nei gruppi caritativi, insomma io stessa ne rimango sbalordita, l’unica cosa che le avevo detto era un: “Almeno la Messa la domenica!” Lo stesso dissi anche alla sorella di mia mamma che iniziava sempre tardi il lavoro, e quindi mi rispose che non aveva nessuna intenzione disvegliarsi presto, tantomeno voleva andare la sera… poi mi accorgo che era entrata nel coro e addirittura era diventata catechista…!!

Non mi sembrava più la mia famiglia, per quel che mi riguarda io non ero certo stata insistente, anzi, solo avevo pregato, digiunato, fatto la mia confessione mensile, letto la bibbia in casa con i miei figli, pregato il rosario ogni tanto anche con loro… Forse queste grazie sarebbero arrivate ugualmente, io non ne avrò mai la certezza se non quando sarò al cospetto di Dio, ma la fede mi dice che era la mia risposta,era una semplice carezza della mia cara Mammaquel “ti voglio bene” che mi scalda il cuore e mi fa desiderare di andare avanti, di continuare nel mio cammino di preghiera, silenzio e raccoglimento, digiuno e offerta agli altri con un servizio attento e gioioso. Allora mi sono detta: “ è vero! Se segui quello che la Madonna dice, verrai ripagato 10 volte tanto e anche di più! La conversione dei cuori può arrivare!”

FINE

S. GIOVANNA FRANCESCA de CHANTAL

S. GIOVANNA FRANCESCA de CHANTAL

Fondatrice (1572-1641) 12 agosto

San Francesco di Sales era il suo confessore, San Vincenzo de Paoli la definì “una delle anime più sante mai incontrate”.  Fatto sta che nonostante una vita realmente segnata dalla sofferenza e dalle crisi interiori ebbe la grazie di seguire i loro insegnamenti, creando  la congregazione della Visitazione della Vergine Maria.

Giovanna era figlia di Bénigne Frémiot, presidente del parlamento di Borgogna, e della moglie, che morì mentre i figli erano ancora bambiniIl marito si dovette occupare della loro crescita, con una grande attenzione per l’istruzione religiosa. Giovanna prese il secondo nome di Francesca, al  momento della sua confermazione; all’età di vent’anni sposò Christophe de Rabutin, barone di Chantal, e divenne castellana a Bourbilly.

Nei successivi nove anni, ripristinò l’ordine e amministrò la casa e la proprietà, trascurata sin dalla morte della suocera. La vita coniugale era destinata però a essere segnata dalla tragedia: i suoi tre figli maggiori morirono subito dopo la nascita, il marito morì nel 1601, per un incidente durante una battuta di caccia.

San_Francesco_di_Sales_ e Giovanna ChantalSopravvisse per nove mesi, soffrendo pene atroci, e ricevette gli ultimi sacramenti con dignità e rassegnazione. Dopo la sua morte, la vedova pronunciò un voto di castità e visse con i figli che le restavano a casa di suo padre, a Digione, o in quella dello suocero, il vecchio barone di Chantal, a Montelon, vicino ad Autun. Durante uno dei soggiorni a Digione nel 1604, udì le omelie di S. Francesco di Sales e lo persuase a diventare suo confessore. In base ai suoi consigli, Giovanna Francesca osservava il culto e seguiva una severa regola di vita, allo stesso tempo dedicando molto tempo ai figli e assistendo i poveri, i malati e i morenti della zona. Per un certo periodo, influenzata dall’amicizia con le monache carmelitane di Digione, pensò di abbracciare la vita monastica, ma dopo aver pensato e pregato molto, accettò la proposta di S. Francesco di fondare la congregazione della Visitazione della Vergine Maria.

Secondo i progetti, il convento sarebbe stato a disposizione delle donne che, a causa di malattie, vecchiaia o altri motivi, non potevano entrare a far parte degli ordini claustrali. Le consorelle non avrebbero avuto l’obbligo della clausura e avrebbero liberamente lavorato all’interno della congregazione. Il convento  (sulla riva del lago di Annecy) fu inaugurato la domenica della Trinità del 1610. Con Giovanna Francesca de Chantal ricevettero il velo altre due sorelle, Marie Favre e Charlotte e Bréchard, assieme a una servitrice, Anne Coste. Presto furono raggiunte da altre dieci suore; S. Francesco scrisse il suo famoso Trattato dell’Amore di Dio specificamente per questa chantalcongregazione. La proposta di eliminare l’obbligo della clausura suscitò molte opposizioni, in ambito ecclesiastico, e alla fine S. Francesco fu costretto ad accettare che l’Ordine della Visitazione osservasse questa norma, anche se fu redatta con moderazione.

Madre de Chantal era ovviamente libera di lasciare Annecy per badare ai figli e fondare nuove case. L’anno seguente prese il velo, e, alla morte del padre, si recò a Digione dove trascorse alcuni mesi per sistemare i suoi affari e iscrivere il figlio in collegio.

Ebbe un ruolo fondamentale nella fondazione di monasteri a Lione, Moulins, Grenoble e Bourges, inoltre nel 1619, nonostante la grande ostilità e le opposizioni, riuscì a istituire una casa a Parigi. Per richiesta di San Francesco di Sales, San Vincenzo de’ Paoli ne fu direttore, e la badessa di PortRoyal, Angelica Arnaud, fu così colpita dall’attività dell’ordine della Visitazione, da tentare, senza risultati, di dimettersi dal suo ufficio ed entrarvi. Attraeva, a quanto pare, l’insegnamento di S. Francesco di Sales (che diversamente da molti suoi contemporanei, attribuiva molta importanza alla qualità spirituale dell’umiltà piuttosto che alle punizioni corporali) e la buona e saggia direzione dei madre de Chantal, che San Vincenzo de’ Paoli descrisse come “una delle anime più sante mai incontrate”.  

Giovanna Francesca de ChantalMa la tragedia giunse presto: la morte di S. Francesco di Sales nel 1622 fu un brutto colpo per lei, e nel 1627 il suo unico figlio maschio fu ucciso  durante i combattimenti contro gli inglesi e gli ugonotti nell’Ile de Ré. Quest’ultimo lasciava una moglie giovane e una figlia, che non aveva ancora compiuto un anno, che più tardi divenne nota come Madame de Sévigné. Nel 1628, una terribile epidemia di peste infuriò in Francia, Savoia, e Piemonte; madre de Chantal rifiutò di partire, offrendo le risorse del monastero alle necessità degli ammalati e spingendo le autorità locali a compiere sforzi maggiori. La morte di un genero amatissimo e di P. Michele Favre, confessore di S. Francesco e intimo e leale amico delle visitandine, furono altre prove difficili. Anche se rimase ferma nella fede e nella rassegnazione, attraversò periodi di grande depressione spirituale e angoscia interiore, che si può rintracciare in molte sue lettere. A dispetto di questo, i conventi della Visitazione continuavano a moltiplicarsi: nel 1635 ce n’erano già 65, alcuni mai visitati da lei.

Madre de Chantal cominciò a visitarli tutti. Nel 1641, a 69 anni, si recò in Francia per intraprendere un pellegrinaggio di carità. La regina, Anna d’Austria, la invitò a Parigi, e (suo malgrado, dato che preferiva lavorare in secondo piano) fu trattata con molto riguardo e onore. Sulla via del ritorno, s’ammalò vicino al convento di Moulins, dove morì il 13 dicembre 1641 (Il 13 dicembre: Nel monastero della Visitazione a Moulins in Francia, si celebra l’anniversario della morte di santa Giovanna Francesca Frémiot de Chantal, la cui memoria si celebra per tutti il 12 agosto). Il corpo fu trasportato a Annecy e seppellito vicino a quello di S. Francesco di Sales; fu canonizzata nel 1767.    

ARTICOLI COLLEGATI

SAN FRANCESCO DI SALES
SAN VINCENZO DE PAOLI

 

 Fonte: Il grande dizionario dei Santi di Alban Butler

SAN PIETRO NOLASCO

San Pietro Nolasco

fondatore ( 1256 o 1258) 6 maggio

San Pietro Nolasco. 2Alquanto contraddittorie le informazioni tratte su questo santo
spagnolo, e la documentazione pervenuta piuttosto misteriosa, come lo scrigno contenente documenti ritenuti poi apocrifi. Quanto c’è di vero dunque, nella storia di Pietro Nolasco e nell’Ordine della Mercede?

Si hanno poche notizie attendibili sulla vita di Pietro Nolasco. Sebbene sia stata tramandata molta documentazione, la maggior parte consiste di documenti del XVll secolo scritti per perorare la sua canonizzazione, da cui si apprende che Pietro nacque da una famiglia nobile della Linguadoca, probabilmente a Saint-Papoul o a Mas-Saint-Puelles. A quindici anni perse il padre e fu quindi guidato ed educato dalla madre devota che incoraggiò la sua determinazione di dedicare la propria vita al servizio di Dio. Secondo alcuni autori, era presente alla campagna di Simone di Montfort contro gli albigesi. Quando il re d’Aragona venne ucciso in battaglia, suo figlio Giacomo fu fatto prigioniero, quindi Simone di Montfort nominò Pietro Nolasco suo tutore e li mandò entrambi in Spagna. A quel tempo i mori governavano gran parte della Spagna e molti cristiani venivano tenuti prigionieri in questo paese e nell’Africa settentrionale. Si dice che Pietro abbia speso la maggior parte delle sue ricchezze per riscattare i prigionieri e in seguito abbia sviluppato l’idea di costituire un ordine religioso che si assumesse l’incarico di tale missione. Vi furono molte difficoltà e secondo un racconto tradizionale, la Vergine apparve miracolosamente a Pietro, al re d’Aragona e a Raimondo di Penafort (7 gen.) spingendoli a intraprendere il progetto e offrendo loro la sua speciale protezione. Raimondo era guida spirituale sia del re sia di Pietro Nolasco.

Nostra Signora della Mercede

http://biscobreak.altervista.org/2013/08/nostra-signora-della-mercede/

383px-San_Pedro_Nolasco,_por_Jusepe_MartínezA quel tempo era arcidiacono di Barcellona e svolgeva una particolare missione presso i poveri. Il re si dichiarò protettore del nuovo ordine, e il 10 agosto 1223 il re e Raimondo condussero Pietro in chiesa e lo  presentarono a Berengario, vescovo di Barcellona, che ricevette i suoi tre voti religiosi, e un quarto, con cui s’impegnava a devolvere le intere sue sostanze e, se necessario, la sua libertà personale, alla missione di riscattare e salvare gli schiavi. Pietro ricevette la tonaca da Raimondo, che stilò la regola e la costituzione del nuovo ordine, che sarebbe stato di tipo militare. I frati avrebbero potuto portare le spade, e l’abito mercedariano, da allora rimasto immutato, è tuttora equipaggiato per le armi; inoltre il superiore dell’ordine ha il titolo militare di comendador. Il popolo li chiamava comunemente mercedariani, dallo spagnolo merced, che significa riscatto o ricompensa. Nello stesso tempo pronunciarono i voti altri due frati. Quando Raimondo nel 1233 si recò a Roma, ottenne da papa Gregorio IX il riconoscimento e l’approvazione della congregazione e della regola Pietro Nolasco fondò altre case mercedariane a Valencia e a Granada.

Mandò coppie di frati a trattare con le autorità mussulmane, e a quanto sembra anche lui riscattò molti prigionieri, sia nelle regioni costiere a sud della Spagna sia in Algeria, dove per un certo periodo fu tenuto prigioniero. Alcuni anni prima di morire si dimise dall’incarico di riscattare i prigionieri e dalla carica di superiore generale dell’ordine. Nei suoi ultimi momenti di vita esortò i fratelli alla perseveranza e concluse con queste parole: «Il Signore ha mandato al suo popolo la redenzione; ha comandato il suo patto solenne per sempre». Alle sue reliquie furono attribuiti molti miracoli. Queste sono le Linee della documentazione presentata per la causa di canonizzazione di Pietro Nolasco nel 1628, che rappresentarono le basi per la valutazione della sua vita per circa tre secoli.San Pietro Nolasco 1

Sembra che, mentre la causa era ancora sotto esame a Roma, dietro a un muro dellacasa della Mercede di Barcellona fosse stato rinvenuto uno scrigno pieno di documenti di cui fino ad allora non si conosceva l’esistenza. Il principale, conosciuto come il documento de los sellos (“documento con i sigilli”) fu apparentemente preparato nel 1260 da un notaio di nome Pedro Bages allo scopo di essere sottoposto all’esame della Santa Sede per convalidare la santità di Pietro Nolasco. Per ironia della sorte cadde nelle mani di un membro della Mercede, p. D. Gazulla Galve, patrocinatore principale della causa dell’ordine, che provò definitivamente che Bages, morto prima del 4 febbraio 1259, non avrebbe potuto scrivere il documento nel 1260. Quando nel 1921 p. Gazulla lesse una relazione alla Accademia Letteraria di Barcellona, Al Margen de una Refutacionl’intera prova dei documenti nello scrigno fu respinta come apocrifa. Attualmente l’ordine accetta l’opinione che sia nato a Barcellona o nei dintorni, anziché in Linguadoca. Definire la Linguadoca come suo luogo di nascita era una semplice spiegazione logica per giustificare il suo coinvolgimento nella campagna contro gli albigesi e il rapporto con il giovane re d’Aragona. La sua famiglia apparteneva alla classe dei mercanti e non alla nobiltà; la data della cerimonia della sua presentazione al vescovo Berengario può essere stata il 1218, 1228 o persino il 1234, piuttosto che il 1223.

VIDEO-STORIA

http://www.youtube.com/watch?v=Iz5Wu0QI33E

C’è stata un’accesa controversia fra i domenicani e i mercedariani se Pietro Nolasco o Raimondo di Penafort fosse il principale fondatore dell’ordine (anche se Raimondo era un arcidiacono laico nel 1218, data presunta della fondazione dell’ordine, e diventò domenicano nel 1222). La storia di Pietro Nolasco è oggetto di SAN PIETRO NOLASCOstudio in termini di valutazione agiografica. Nella prima edizione inglese di quest’opera, Alban Butler accettò fedelmente la prova costituita dai documenti, mentre nell’edizione del 1956, gli editori furono più propensi a rifiutarla interamente. Scrivono: «Visto che il documento principale è apocrifo, che valore può avere il resto del contenuto dello scrigno? Non avrebbe nessun senso logico procedere ulteriormente nella questione»;tuttavia la seconda reazione è tanto generica quanto la prima. Una testimonianza che risale al XVII secolo, a proposito di un santo del XIII secolo, non può considerarsi attendibile, ed è chiaro che la storia è stata ingigantita in termini di devozione (la nascita nobile, i rapporti con la famiglia reale e alcuni miracoli meno probabili); tuttavia devono essere state tramandate delle leggende orali, in relazione al fondatore della casa della Mercede di Barcellona, che non possono essere interamente respinte, anche se richiedono un’attenta valutazione.

Sappiamo che Pietro Nolasco visse e lavorò a Barcellona, dove ebbe luogo una cerimonia (non si sa precisamente in che anno) con la quale Pietro fu presentato al vescovo Berengario per pronunciare i voti religiosi e dare inizio all’attività del nuovo ordine; si narra che Raimondo di Penafort era presente (pronunciò l’omelia), che Pietro assunse il difficile e rischioso compito di riscattare i prigionieri dalla schiavitù dei mori e costituire l’Ordine della Mercede, che esiste tuttora in Spagna e ha esteso il suo ministero in Africa centrale e in America Latina. Gli elementi fondamentali della storia non vengono alterati dallo zelo di alcuni frati del XVII secolo che desideravano onorare il loro fondatore; esige soprattutto rispetto il merito di p. Gazulla per aver addotto la prova su Pietro Bages, anche se ciò avrebbe invalidato alcune componenti favorevoli al caso.

FontiIl primo grande dizionario dei santi di ALban Butler