SAN PIETRO NOLASCO

San Pietro Nolasco

fondatore ( 1256 o 1258) 6 maggio

San Pietro Nolasco. 2Alquanto contraddittorie le informazioni tratte su questo santo
spagnolo, e la documentazione pervenuta piuttosto misteriosa, come lo scrigno contenente documenti ritenuti poi apocrifi. Quanto c’è di vero dunque, nella storia di Pietro Nolasco e nell’Ordine della Mercede?

Si hanno poche notizie attendibili sulla vita di Pietro Nolasco. Sebbene sia stata tramandata molta documentazione, la maggior parte consiste di documenti del XVll secolo scritti per perorare la sua canonizzazione, da cui si apprende che Pietro nacque da una famiglia nobile della Linguadoca, probabilmente a Saint-Papoul o a Mas-Saint-Puelles. A quindici anni perse il padre e fu quindi guidato ed educato dalla madre devota che incoraggiò la sua determinazione di dedicare la propria vita al servizio di Dio. Secondo alcuni autori, era presente alla campagna di Simone di Montfort contro gli albigesi. Quando il re d’Aragona venne ucciso in battaglia, suo figlio Giacomo fu fatto prigioniero, quindi Simone di Montfort nominò Pietro Nolasco suo tutore e li mandò entrambi in Spagna. A quel tempo i mori governavano gran parte della Spagna e molti cristiani venivano tenuti prigionieri in questo paese e nell’Africa settentrionale. Si dice che Pietro abbia speso la maggior parte delle sue ricchezze per riscattare i prigionieri e in seguito abbia sviluppato l’idea di costituire un ordine religioso che si assumesse l’incarico di tale missione. Vi furono molte difficoltà e secondo un racconto tradizionale, la Vergine apparve miracolosamente a Pietro, al re d’Aragona e a Raimondo di Penafort (7 gen.) spingendoli a intraprendere il progetto e offrendo loro la sua speciale protezione. Raimondo era guida spirituale sia del re sia di Pietro Nolasco.

Nostra Signora della Mercede

http://biscobreak.altervista.org/2013/08/nostra-signora-della-mercede/

383px-San_Pedro_Nolasco,_por_Jusepe_MartínezA quel tempo era arcidiacono di Barcellona e svolgeva una particolare missione presso i poveri. Il re si dichiarò protettore del nuovo ordine, e il 10 agosto 1223 il re e Raimondo condussero Pietro in chiesa e lo  presentarono a Berengario, vescovo di Barcellona, che ricevette i suoi tre voti religiosi, e un quarto, con cui s’impegnava a devolvere le intere sue sostanze e, se necessario, la sua libertà personale, alla missione di riscattare e salvare gli schiavi. Pietro ricevette la tonaca da Raimondo, che stilò la regola e la costituzione del nuovo ordine, che sarebbe stato di tipo militare. I frati avrebbero potuto portare le spade, e l’abito mercedariano, da allora rimasto immutato, è tuttora equipaggiato per le armi; inoltre il superiore dell’ordine ha il titolo militare di comendador. Il popolo li chiamava comunemente mercedariani, dallo spagnolo merced, che significa riscatto o ricompensa. Nello stesso tempo pronunciarono i voti altri due frati. Quando Raimondo nel 1233 si recò a Roma, ottenne da papa Gregorio IX il riconoscimento e l’approvazione della congregazione e della regola Pietro Nolasco fondò altre case mercedariane a Valencia e a Granada.

Mandò coppie di frati a trattare con le autorità mussulmane, e a quanto sembra anche lui riscattò molti prigionieri, sia nelle regioni costiere a sud della Spagna sia in Algeria, dove per un certo periodo fu tenuto prigioniero. Alcuni anni prima di morire si dimise dall’incarico di riscattare i prigionieri e dalla carica di superiore generale dell’ordine. Nei suoi ultimi momenti di vita esortò i fratelli alla perseveranza e concluse con queste parole: «Il Signore ha mandato al suo popolo la redenzione; ha comandato il suo patto solenne per sempre». Alle sue reliquie furono attribuiti molti miracoli. Queste sono le Linee della documentazione presentata per la causa di canonizzazione di Pietro Nolasco nel 1628, che rappresentarono le basi per la valutazione della sua vita per circa tre secoli.San Pietro Nolasco 1

Sembra che, mentre la causa era ancora sotto esame a Roma, dietro a un muro dellacasa della Mercede di Barcellona fosse stato rinvenuto uno scrigno pieno di documenti di cui fino ad allora non si conosceva l’esistenza. Il principale, conosciuto come il documento de los sellos (“documento con i sigilli”) fu apparentemente preparato nel 1260 da un notaio di nome Pedro Bages allo scopo di essere sottoposto all’esame della Santa Sede per convalidare la santità di Pietro Nolasco. Per ironia della sorte cadde nelle mani di un membro della Mercede, p. D. Gazulla Galve, patrocinatore principale della causa dell’ordine, che provò definitivamente che Bages, morto prima del 4 febbraio 1259, non avrebbe potuto scrivere il documento nel 1260. Quando nel 1921 p. Gazulla lesse una relazione alla Accademia Letteraria di Barcellona, Al Margen de una Refutacionl’intera prova dei documenti nello scrigno fu respinta come apocrifa. Attualmente l’ordine accetta l’opinione che sia nato a Barcellona o nei dintorni, anziché in Linguadoca. Definire la Linguadoca come suo luogo di nascita era una semplice spiegazione logica per giustificare il suo coinvolgimento nella campagna contro gli albigesi e il rapporto con il giovane re d’Aragona. La sua famiglia apparteneva alla classe dei mercanti e non alla nobiltà; la data della cerimonia della sua presentazione al vescovo Berengario può essere stata il 1218, 1228 o persino il 1234, piuttosto che il 1223.

VIDEO-STORIA

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C’è stata un’accesa controversia fra i domenicani e i mercedariani se Pietro Nolasco o Raimondo di Penafort fosse il principale fondatore dell’ordine (anche se Raimondo era un arcidiacono laico nel 1218, data presunta della fondazione dell’ordine, e diventò domenicano nel 1222). La storia di Pietro Nolasco è oggetto di SAN PIETRO NOLASCOstudio in termini di valutazione agiografica. Nella prima edizione inglese di quest’opera, Alban Butler accettò fedelmente la prova costituita dai documenti, mentre nell’edizione del 1956, gli editori furono più propensi a rifiutarla interamente. Scrivono: «Visto che il documento principale è apocrifo, che valore può avere il resto del contenuto dello scrigno? Non avrebbe nessun senso logico procedere ulteriormente nella questione»;tuttavia la seconda reazione è tanto generica quanto la prima. Una testimonianza che risale al XVII secolo, a proposito di un santo del XIII secolo, non può considerarsi attendibile, ed è chiaro che la storia è stata ingigantita in termini di devozione (la nascita nobile, i rapporti con la famiglia reale e alcuni miracoli meno probabili); tuttavia devono essere state tramandate delle leggende orali, in relazione al fondatore della casa della Mercede di Barcellona, che non possono essere interamente respinte, anche se richiedono un’attenta valutazione.

Sappiamo che Pietro Nolasco visse e lavorò a Barcellona, dove ebbe luogo una cerimonia (non si sa precisamente in che anno) con la quale Pietro fu presentato al vescovo Berengario per pronunciare i voti religiosi e dare inizio all’attività del nuovo ordine; si narra che Raimondo di Penafort era presente (pronunciò l’omelia), che Pietro assunse il difficile e rischioso compito di riscattare i prigionieri dalla schiavitù dei mori e costituire l’Ordine della Mercede, che esiste tuttora in Spagna e ha esteso il suo ministero in Africa centrale e in America Latina. Gli elementi fondamentali della storia non vengono alterati dallo zelo di alcuni frati del XVII secolo che desideravano onorare il loro fondatore; esige soprattutto rispetto il merito di p. Gazulla per aver addotto la prova su Pietro Bages, anche se ciò avrebbe invalidato alcune componenti favorevoli al caso.

FontiIl primo grande dizionario dei santi di ALban Butler