Giuseppina Norcia e la culla di Gesù Bambino

Giuseppina Norcia

e la culla di Gesù Bambino

13 giugno 1947 – 6 luglio 20085Bambino Gesù


Ho visto Gesù bambino scendere dal cielo su di una bianca nuvoletta, quanto era bello! Lo avvolgeva una luce di paradiso.”

Giuseppina Norcia nasce a Gallinaro, nella Valle di Comino, (Frosinone – Italia) il 21 gennaio 1940. Figlia di Cesidio Norcia e Antonella Fazio. All’età di sette anni, il 13 giugno 1947, poco prima della sua prima comunione, giocando da sola nel prato, vicino a casa, Giuseppina Norcia vede Gesù Bambino adagiato su di una nuvoletta scendere dal Cielo, e con Lui una grande luce. La piccola desiderosa di poterlo toccara e chiama la mamma, Suo sorriso. 

5Giuseppina Norcia

Iniziò così la sua straordinaria esperienza trasformandola in una donna semplice, umile e disponibile verso Dio e verso il prossimo. Si affiderà completamente al suo Gesù cercando di fare la comunione tutte le volte che le sarà possibile, Da Lui riceverà la grazia di parlare con i cuori delle persone in un modo straordinario e con il suo abbandono incondizionato, Dio le donerà un grande numero di grazie per coloro che in difficoltà le chiedono preghiere.

Tratto da un servizio del tg3 arricchito dalle testimonianze dei molti fedeli

A diciannove anni Giuseppina Norcia si sposa con Umberto Lombardi  dal quale ebbe 2 figli, ma dopo 12 anni di matrimonio il marito muore e lei si ammala gravemente. Durante la malattia ha un’apparizione, è 15 maggio 1974, Gesù insieme alla Madonna e a S. Michele Arcangelo le affidano una “missione di salvezza”. Le rivelano anche che presto guarirà. La malattia definita incurabile sembra straordinariamente passata dopo soli quattro giorni, sempre in seguito ad un apparizione del Signore. Questi le chiede di costruire una culla per se, un anno dopo è pronta verrà chiamata “Piccola Culla di Gesù Bambino ”, e diverrà meta di pellegrinaggi continui.

5 Copia di Particolare ingrandito di una delle ultime foto di Giuseppina Norcia all'ingresso della cappellina - Scattata da un fedele

Questi fatti non cambieranno minimamente il comportamento di Giuseppina Norcia che rimarrà sempre nella più assoluta umiltà e semplicità la sua vita di tutti i giorni.

In una sua testimonianza televisiva sulla rai disse: “ Le sto vivendo queste cose e per me è facile capire, ma per chi poi non si trova dentro, come posso dire, chi non vede come me il Signore chi non sente quello che Lui dice è molto difficile poi a comprendere quindi io sto sperimentando veramente l’amore di Dio. Tanti segreti mi ha detto Gesù, ma ancora non li posso rivelare.

Ingrandito di una delle ultime foto di Giuseppina Norcia all’ingresso della cappellina – Scattata da un fedele

PREGHIERA A GESÙ BAMBINO DI GALLINARO

Da parte della Chiesa sembra che all’inizio l’allora vescovo della diocesi Sora-Aquino-Pontecorvo, Monsignor Carlo Minchiatti sostenessero la veggente Giuseppina Norcia, ma la posizione ufficiale si è poi irrigidita con il suo successore Monsignor Lorenzo Chiarinelli il quale affermò che non vi era nessuna esplicita ed autorevole approvazione. Ad oggi però, il 5Giuseppina Norcia1miracolo di una bambina di sei anni affetta da “atassia sensitiva e atrofiaottica”, avvenuta nel 2007, sembra aver riaperto il caso. Più che di una guarigione sembra si tratti addirittura di una risurrezione, poiché era rimasta senza ossigeno al cervello da circa un’ora con l’immaginetta di Gesù Bambino e l’acqua benedetta tutti i presenti l’hanno vista aprire gli occhi.

La chiesetta che sua madre Antonietta Fazio fece costruire su un terreno di sua proprietà, dedicata proprio al Gesù Bambino, oggi meta di pellegrinaggi.

Centinaia di migliaia di persone accorrono piene di speranza e i prodigi continuano. All’età di 33 anni Giuseppina Norcia viene chiamata dal Signore, è il 5 luglio 2008. Ci rimane di lei quella Culla che Gesù stesso le ha chiesto di costruire per dare una speranza, una luce in un periodo di grande tribolazione per le anime e con essa tutti gli ex voto che si possono ammirare sulle pareti della sua casa in ringraziamento per doni del cielo ricevuti con fede sincera.

MIRACOLO DI GESÙ BAMBINO DI GALLINARO Da “StudioAperto”

Per saperne di più ecco il sito ufficiale http://www.nuovagerusalemme.it

 

 

Letture di Mercoledì 12 giugno 2013

LETTURE DI MERCOLEDÌS. Gaspare Bertoni

12 giugno 2013

X Settimana del Tempo Ordinario – Anno I

S. Gaspare Bertoni

sacerdote fondatore (1777-1853) Quando incontri una persona piena di Dio, avverti un senso di gioia, di pace e di vitalità. Ti viene voglia di essere più buono, più coraggioso nel compiere il bene. Ti senti il desiderio di metterti al suo fianco e di fare qualcosa insieme, superando le usuali e meschine mediocrità. Forse è per questo che i santi non sono mai soli, ma crescono a grappolo. Leggendo la vita di S. Gaspare Bertoni si rimane conquistati dalla sua figura. La storia su http://biscobreak.altervista.org/2013/06/san-gaspare-bertoni/

 “Il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrò paura? Il Signore è difesa della mia vita, di chi avrò timore? Proprio coloro che mi fanno del male inciampano e cadono.”

PREGHIERA DEL MATTINO

O Dio, sorgente di ogni bene, ispiraci propositi giusti e santi e donaci il Tuo aiuto, perché possiamo attuarli nella nostra vita. Per Cristo nostro Signore. Amen

PRIMA LETTURA

2 Cor 3, 4-11

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli, proprio questa è la fiducia che abbiamo per mezzo di Cristo, davanti a Dio. Non che da noi stessi siamo capaci di pensare qualcosa come Paolo2proveniente da noi, ma la nostra capacità viene da Dio, il quale anche ci ha resi capaci di essere ministri di una nuova alleanza, non della lettera, ma dello Spirito; perché la lettera uccide, lo Spirito invece dà vita. Se il ministero della morte, inciso in lettere su pietre, fu avvolto di gloria al punto che i figli d’Israele non potevano fissare il volto di Mosè a causa dello splendore effimero del suo volto, quanto più sarà glorioso il ministero dello Spirito? Se già il ministero che porta alla condanna fu glorioso, molto di più abbonda di gloria il ministero che porta alla giustizia. Anzi, ciò che fu glorioso sotto quell’aspetto, non lo è più, a causa di questa gloria incomparabile. Se dunque ciò che era effimero fu glorioso, molto più lo sarà ciò che è duraturo.

C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.

SALMO RESPONSORIALE

Sal.98

RIT: Tu sei santo, Signore, nostro Dio.cuore

Esaltate il Signore, nostro Dio, prostratevi allo sgabello dei suoi piedi. Egli è santo! RIT.

Mosè e Aronne tra i suoi sacerdoti, Samuèle tra quanti invocavano il suo nome: invocavano il Signore ed egli rispondeva. RIT.

Parlava loro da una colonna di nubi: custodivano i suoi insegnamenti e il precetto che aveva loro dato. RIT.

Signore, nostro Dio, tu li esaudivi, eri per loro un Dio che perdona, pur castigando i loro peccati. RIT.

Esaltate il Signore, nostro Dio, prostratevi davanti alla sua santa montagna, perché santo è il Signore, nostro Dio! RIT.

CANTO AL VANGELO

Alleluia, Alleluia.

Insegnami, mio Dio, i tuoi sentieri, guidami nella tua fedeltà e istruiscimi.

Alleluia.

VANGELO

Mt 5, 17-19
Dal Vangelo secondo Matteo

INSEGNA11

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

COMMENTO

La vera fedeltà.

I primi discepoli agli occhi degli Ebrei, apparivano evidentemente e frequentemente infedeli alla tradizione, ma l’accusa scaturiva da una loro colpevole incomprensione della novità di Cristo. Egli ha promulgato un comandamento nuovo, ha dettato e testimoniato l’amore fino al sacrificio della vita, ha stabilito una nuova e definitiva insegna10alleanza con il suo popolo, ha detto a tutti che per essere discepoli non basta dare un’ideale adesione alla sua dottrina, ma occorre metterla in pratica, anche quando ciò comporta l’interiore rinnegamento di sé. In questo si realizza il compimento della legge, così si realizza l’interiore liberazione dalla schiavitù della lettera per approdare alla giovinezza dello Spirito, così infine la religiosità diventa autentica e credibile. Gesù ribadisce ancora una volta che il compito del discepolo è quello di insegnare e mettere in pratica affinché la legge diventi per tutti un codice di vita, gioiosamente abbracciato nella certezza del conseguimento del vero bene. Egli non vuole che anche per i suoi si debba dire quello che ha dovuto affermare nei confronti dei capi religiosi del suo tempo: “mettete in pratica quello che dicono e non fate quello che fanno”. Gli esempi negativi li abbiamo sempre. Cerchiamo quelli positivi e seguiamoli.

PREGHIERA DELLA SERA

O Signore Dio, che ci hai affidato la Tua legge per la nostra vita, aiutaci a non disprezzare nessuno dei Tuoi comandi, e a migliorare sempre più il nostro amore al prossimo. Aiutaci ad osservare sempre i Tuoi comandamenti e a vivere nel Tuo amore, insegnaci i tuoi sentieri, Signore. In cambio Ti affidiamo, le gioie e le fatiche, le rinunce e gli atti di carità che siamo riusciti a fare in questo giorno e Ti ringraziamo con tutto il cuore per tutto quello fai per noi e ci dai ogni giorno. Amen.

 

APPARIZIONI DI AKITA

APPARIZIONI DI AKITA

12 giugno – 6 luglio 1973

APPARIZIONI DI AKITA3Il 12 giugno 1973, suor Agnese Katsuko Sasagawa, una religiosa dell’Ordine delle Serve dell’Eucarestiasente una voce (la religiosa è completamente sorda), e mentre prega vede una luce brillante provenire dal tabernacolo, il 6 luglio ebbe la prima apparizione della Vergine di Akita.

A 42 anni Agnese Katsuko Sasagawa entra nel convento delle “Serve della Sacra Eucarestia“. Come attestano i registri del 12 maggio 1973, la suora era completamente sorda ed irrimediabilmente incurabile.

Il 12 giugno Suor Sasagawa nota una luce brillante provenire dal tabernacolo a cui segue una specie di fumo, successivamente le figure si fanno più definite e la religiosa dice di vedere degli angeli che circondano il Tabernacolo in atteggiamento di adorazione davanti alla Santa Ostia. Casualmente, in quei giorni il Vescovo Ito si trovava in quel luogo per fare una settimana di ritiro spirituale e poté essere testimone di molti degli eventi, assieme al direttore spirituale del convento R. P. Teiji Yasuda.

hs_akita_05Nella notte del 28 giugno 1973 appare nella palma della mano sinistra di Agnese una ferita a forma di croce di tre centimetri per due che le causa un intenso dolore; il 5 luglio si apre causandole maggiore dolore e versando sangue.

La mattina del 6 luglio entra per pregare nella Cappella davanti a una statua realizzata in legno dallo scultore buddista M. Saburo Wakasa. “Quando mi avvicinai alla statua – riferisce Agnese -, sentii che la statua dava l’impressione di essere viva… era immersa nella luce e una voce risuonò nelle mie orecchie sorde“. Di lì a poco suor Agnese riceve dalla Madonna un messaggio nel quale le viene chiesto di pregare per il Papa, i vescovi e i sacerdoti e in riparazione ai mali degli uomini.

Messaggio del 6 luglio 1973 (prima apparizione)

“Figlia mia, mia novizia, mi hai obbedito bene abbandonando tutto per seguirmi. E’ dolorosa l’infermità alle tue orecchie? La tua sordità sarà guarita, stanne certa. La ferita alla tua mano ti fa soffrire? Prega in riparazione ai peccati degli uomini. Ogni persona in questa comunità è la mia insostituibile figlia. Recitate bene la preghiera delle Serve dell’Eucarestia? Allora recitiamola insieme:

Sacratissimo Cuore di Gesù, realmente presente nella Santa Eucarestia, io consacro il mio corpo e la mia anima per essere interamente uniti con il Tuo Cuore che viene sacrificato in ogni istante in tutti gli altari del mondo, dando lode al Padre e invocando la venuta del Suo Regno. Ti prego, ricevi l’umile offerta di me stessa. Usami come desideri per la gloria del Padre e per la salvezza delle anime. Santissima Madre di Dio, non farmi essere separata dal tuo Divino Figlio. Ti prego, difendimi e proteggimi come tua figlia particolare. Amen”.APPARIZIONI DI AKITA1

Alla fine della preghiera la voce dice:

Prega molto per il Papa, i vescovi e i preti. Dal momento del tuo Battesimo hai sempre pregato per loro con fede. Continua a pregare molto, moltissimo. Racconta al tuo superiore tutto quello che è successo oggi e obbedisci a tutto ciò che ti dirà. Egli ha chiesto che tu preghi con fervore”.

Il giorno seguente, quando le consorelle entrarono nella Cappella per pregare davanti alla Vergine, scoprirono con stupore che dalla mano destra della statua fuoriusciva del sangue. Osservarono con maggiore attenzione constatando che c’era una ferita a forma di croce identica a quella che aveva Suor Agnese. La ferita sanguinò tutti i venerdì del mese di luglio del 1973, così come avvenne con la ferita della religiosa.

Nella seconda apparizione, il 3 agosto, la Vergine dice tra l’altro a suor Agnese: “…Affinché il mondo possa conoscere la Sua ira, il Padre Celeste si sta preparando a infliggere un grande Castigo su tutta l’umanità…“.

akita-nostra-signoraLa notte del 29 settembre tutta la comunità notò che dalla statua emanava una grande luce che immediatamente si trasformava in qualcosa che sembrava umidità. Il liquido venne asciugato con del cotone che venne poi inviato ai laboratori dell’Università di Akita, i quali accertarono che la composizione corrispondeva a “secrezioni umane“.

Il 13 Ottobre 1973, riceve l’ultimo e più importante messaggio nel quale la Madonna dà alcune importanti indicazioni sulla natura e sulle conseguenze del Castigo. Si tratterà di una punizione più grande del Diluvio (dei tempi di Noè) e avrà luogo per mezzo del fuoco dal Cielo che annienterà gran parte dell’umanità, buoni e cattivi, senza risparmiare né religiosi né fedeli. Inoltre la Santa Vergine parla delle divisioni, della corruzione e delle persecuzioni che interesseranno la Chiesa, ad opera del Maligno, in un futuro prossimo. L’angelo che visitò la prima volta suor Agnese, ha continuato a parlarle per i 6 anni seguenti.

Il 4 gennaio 1975 la statua di legno dalla quale suor Agnese aveva udito provenire la voce della Vergine inizia a lacrimare. La statuetta ha pianto per 101 volte nel corso dei sei anni e 8 mesi successivi. Una truppe televisiva giapponese, mentre realizzava un servizio sugli eventi di Akita, ha potuto filmare la statua della Madonna mentre piangevaIn diverse occasioni, la statua della Madonna, ha anche sudato profusamente e, secondo vari testimoni, il sudore emanava un dolce profumo. Sul palmo della mano destra è apparsa una ferita a forma di croce dalla quale stillava del sangue. Centinaia di persone sono state testimoni dirette di questi eventi prodigiosi.

Diverse indagini scientifiche sono state eseguite sul sangue e sulle lacrime prodotte akita 4dalla statua. Le analisi condotte dal professor Sagisaka della Facoltà di Medicina Legale dell’Università di Akita, hanno confermato che il sangue, le lacrime e il sudore erano veri e di origine umana. Erano di tre gruppi sanguigni: 0, B e AB.

Nel 1981, una donna coreana, la signora Chun, con un cancro al cervello in fase terminale ottenne una guarigione immediata mentre pregava davanti alla statuetta. Il miracolo venne confermato dal dottor Tong-Woo-Kim dell’ospedale St. Paul Hospital di Seul e da don Theisen presidente del Tribunale Ecclesiastico dell’Arcidiocesi di Seul. Il secondo miracolo fu la completa guarigione dalla totale sordità di suor Agnese Sasagawa.

Nel 1982 visitò la sua opera lo scultore buddista che l’aveva realizzata; rimase stupito quando rivide l’immagine e constatò che nessuna parte era cambiata tranne il viso che appariva assolutamente diverso. Il 4 gennaio 1975 il Vescovo Ito e molte persone che si trovavano in quel luogo per fare un ritiro spirituale, osservarono quel giorno la statua versare lacrime per tre volte. Durante i 10 anni di studio successivi non fu possibile attribuire questi fenomeni ad altre cause se non quella soprannaturale.

mons_itoNell’aprile del 1984 monsignor John Shojiro Ito, vescovo di Niigata in Giappone, dopo un’ampia e approfondita investigazione durata diversi anni, dichiarò che gli avvenimenti di Akita sono da considerarsi di origine soprannaturale e autorizzò nell’intera diocesi la venerazione della Santa Madre di Akita. Il vescovo affermò: “Il messaggio di Akita è la continuazione del messaggio di Fatima“.

Vescovo Ito

Nel giugno del 1988 l’allora Cardinale Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede presso la Santa Sede, espresse un giudizio definitivo sulla vicenda definendo gli eventi di Akita attendibili e degni di fede.

ARTICOLI COLLEGATI

LA SIGNORA DI TUTTI I POPOLI
BEATA VERGINE MARIA ADDOLORATA
SANTA MARIA DEL PIANTO

(Altre apparizioni che fanno esplicito riferimento alla Vergine Addolorata)

Quito (1906), Fatima (1917), Kibeho (1981), Cuapa (1980), Naju (1985)

 

FONTIhttp://profezie3m.altervista.org/ptm_c31g.htm#Suor Agnese Sasagawa – Akita, Giappone;  http://profezie3m.altervista.org/ptm_StatuePiang.htm#Akita ;I messaggi della Madonna ad Akita e Immagini sacre che piangono lacrime e sangue (il caso di Akita) Per maggiori informazioni su questo caso consulta: Suor Agnese Sasagawa (la veggente di Akita) e inoltre Immagini sacre che piangono lacrime e sangue (il caso di Akita)

 

San Gaspare Bertoni

 San Gaspare Bertoni

sacerdote fondatore (1777-1853) 12 giugno

San_Gaspare_Luigi_BertoniQuando incontri una persona piena di Dio, avverti un senso di gioia, di pace e di vitalità. Ti viene voglia di essere più buono, più coraggioso nel compiere il bene. Ti senti il desiderio di metterti al suo fianco e di fare qualcosa insieme, superando le usuali e meschine mediocrità. Forse è per questo che i santi non sono mai soli, ma crescono a grappolo. Leggendo la vita di S. Gaspare Bertoni si rimane conquistati dalla sua figura.

Nato a Veronafiglio di un notaio e appartenente a una famiglia agiata, in giovinezza Gaspare Bertoni soffrì molte tragiche esperienze, tra le quali la morte della sua unica sorella. Studiò alla scuola pubblica, dove insegnavano anche alcuni padri gesuiti, che proseguivano in questa attività nonostante che la Compagnia di Gesù fosse stata soppressa. Uno di essi era padre Luigi Fortis, futuro superiore generale della risorta Compagnia. Gli uomini della famiglia di Gaspare Bertoni di solito intraprendevano la professione legale, ma Gaspare sentì la chiamata al sacerdozio, e fu durante il suo primo anno in seminario (1796) che l’Italia settentrionale fu invasa dai francesi: era l’inizio di vent’anni di sofferenze per la popolazione veronese sotto il dominio straniero. Gaspare si unì alla Fraternità del Vangelo per gli ospedali, assistendo i malati e i feriti sotto la guida di padre Pietro Leonardi.

VIDEO

Intervento di Mons. Giancarlo Maria Bregantini, Arcivescovo di Campobasso Bojano, sul carisma di San Gaspare Bertoni – Parrocchia Santa Croce Milano – 14 settembre 2013

Fu ordinato prete nel 1800 a ventitré anni e per i dodici anni seguenti lavorò in parrocchia; furono anni di grandi difficoltà, dove ogni opera religiosa era severamente limitata dalle leggi dell’occupante francese, nel nord e nel centro Italia. Il papa stesso, Pio VII, fu per un certo periodo prigioniero in Vaticano, e Gaspare Bertoni fece appello ai suoi compagni di presbiterato e ai suoi parrocchiani perché manifestassero il loro sostegno al pontefice in quanto capo della Chiesa e successore nella funzione di S. Pietro. Durante questo periodo di prova Gaspare sviluppò una profonda spiritualità e una devozione speciale per le stimmate, o le cinque piaghe di Cristo, e divenne confessore e direttore spirituale di molti religiosi, uomini e donne, che lavoravano per il rinnovamento della Chiesa.

gasparebertoni3Nel 1816, quando gli eserciti napoleonici furono sconfitti, fondò un gruppo religioso in una casa adiacente alla chiesa delle Stimmate di S. Francesco, allora abbandonata. Avendo un dono speciale per la predicazione, avviò una serie di missioni parrocchiali, alle quali la gente accorreva a frotte. La zona era sotto occupazione austriaca che, sospettosa degli assembramenti, finì per proibire le missioni. Gaspare Bertoni dovette escogitare un nuovo modo per il rinnovamento della Chiesa; il suo gruppo indirizzò gli sforzi nell’istruzione, aprendo un liceo gratuito per i figli del popolo e per la promozione delle vocazioni religiose. Nel 1812 aveva contratto la febbre militare, forse febbre gialla, e benché inizialmente le sue condizioni di salute sembrassero migliorare, il loro deterioramento fu invece irreversibile. Poco dopo la fondazione degli “stimmatini”, come vennero chiamati i suoi seguaci, fu confinato in un letto, dal quale portò avanti il suo ministero per molti anni.

Accettò con grande abbandono la volontà di Dio tra grandi sofferenze fisiche, tra cui trecento interventi chirurgici alla gamba destra. Molta gente veniva per avere una parola di direzione spirituale e per trarre ispirazione dalla sua fede e pazienza. Gaspare Bertoni morì domenica 12 giugno 1853.

CANTO NEL NOME DI GESÙ DI SAN GASPARE BERTONI

“Nel nome di Gesù”, dal Recital “è un bel fidarsi” sulla figura San Gaspare Bertoni. Iconografia di p. Bruno Facciotti

La congregazione delle Sacre Stimmate di Nostro Signore Gesù Cristo non ricevette un riconoscimento ufficiale fino al decreto pontificio di approvazione nel 1890, ma l’opera si sviluppò largamente oltre i confini di Verona con centinaia di preti in settantotto case in Europa, Nord e Sud America, Africa, Tailandia e Filippine. Possiamo inoltre considerare Gaspare Bertoni un antesignano dell’Azione cattolica.

S. Gaspare BertoniDon Gaspare amava ripetere una frase che lo ha sempre guidato: “Che cosa farebbe di noi Dio se non gli ponessimo impedimenti e resistenze!” C’è un’altra attenzione che non va dimenticata nel giovane cooperatore di San Paolo: è quella per i carcerati rinchiusi allora nel vicino convento di santa Maria della Vittoria dei Gerolamini. Anche a quel tempo le carceri erano sovraffollate. Detenuti politici, delinquenti comuni, minorenni deviati: era un’umanità disparata che messa insieme non faceva altro che moltiplicare disagi e violenze di ogni genere. Don Gaspare Bertoni era familiare tra i carcerati: le sue visite erano attese e sperate.

Il suo biografo ricorda che “nelle carceri visitava e confortava il traviato e, con la dolcezza dell’esortazione e dell’istruzione, lo invitava non solo a sopportare con pazienza il castigo meritato, ma a ringraziare il Signore perché, nella sua sapienza e carità, si era servito di quel mezzo per ricondurlo sul retto sentiero, ridonando una libertà migliore, quella della grazia di Dio”.

Fu beatificato nella festa di Tutti i Santi del 1975 da Paolo VI e canonizzato nello stesso giorno quattordici anni dopo, nel 1989, da Giovanni Paolo II.

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Fonte: Il primo grande dizionario dei santi di Alban Butler / http://www.stimmatini.it/

Letture di Martedì 11 giugno 2013

Casalbordino-01

LETTURE DI MARTEDÌ

11 Giugno 2013

X Settimana del Tempo Ordinario – Anno I

Madonna dei Miracoli di Casalbordino

Italia – Il santuario della Madonna dei Miracoli, in Casalbordino, provincia di Chieti trae la sua origine dall’apparizione della Beata Vergine Maria ad un contadino di Pollutri di nome Alessandro Muzio, avvenuta l’11 giugno 1576. La fama dei miracoli concessi per Sua intercessione venne riportata persino da Gabriele d’Annunzio. La storia delle apparizioni e la nascita del Santuario su https://biscobreak.altervista.org/2013/06/madonna-dei-miracoli-di-casalbordino/

SAN BARNABA

apostolo (I sec) Barnaba non era nel numero originale degli apostoli, ma sia S. Luca che i Padri apostolici lo designarono con questo titolo per la sua opera apostolica e per l’incarico speciale a lui affidato di portare l’annuncio della fede fuori da Gerusalemme.La storia, due video-storie e la leggenda milanese su https://biscobreak.altervista.org/2013/06/san-barnaba/

“Beato il santo che oggi festeggiamo: egli meritò di essere annoverato tra gli Apostoli; era un uomo virtuoso, pieno di fede e di Spirito Santo.”

PREGHIERA DEL MATTINO

O Padre, che hai scelto san Barnaba, pieno di fede e di Spirito Santo, per convertire i popoli pagani, fà che sia sempre annunziato fedelmente, con la parola e con le opere, il Vangelo di Cristo, che egli testimoniò con coraggio apostolico. Per Cristo nostro Signore. Amen.

PRIMA LETTURA

At 11,21-26; 13,1-3

Dagli Atti degli Apostoli
S. BARNABAIn quei giorni, [in Antiòchia], un grande numero credette e si convertì al Signore. Questa notizia giunse agli orecchi della Chiesa di Gerusalemme, e mandarono Bàrnaba ad Antiòchia. Quando questi giunse e vide la grazia di Dio, si rallegrò ed esortava tutti a restare, con cuore risoluto, fedeli al Signore, da uomo virtuoso qual era e pieno di Spirito Santo e di fede. E una folla considerevole fu aggiunta al Signore. Bàrnaba poi partì alla volta di Tarso per cercare Saulo: lo trovò e lo condusse ad Antiòchia. Rimasero insieme un anno intero in quella Chiesa e istruirono molta gente. Ad Antiòchia per la prima volta i discepoli furono chiamati cristiani. C’erano nella Chiesa di Antiòchia profeti e maestri: Bàrnaba, Simeone detto Niger, Lucio di Cirene, Manaèn, compagno d’infanzia di Erode il tetrarca, e Saulo. Mentre essi stavano celebrando il culto del Signore e digiunando, lo Spirito Santo disse: «Riservate per me Bàrnaba e Saulo per l’opera alla quale li ho chiamati». Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li congedarono.

C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.

SALMO RESPONSORIALE

Sal 97

RIT: Annunzierò ai fratelli la salvezza del Signore.Consacrazione[1]

Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie. Gli ha dato vittoria la sua destra e il suo braccio santo. RIT.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza, agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia. Egli si è ricordato del suo amore, della sua fedeltà alla casa d’Israele. RIT.

Tutti i confini della terra hanno veduto la vittoria del nostro Dio. Acclami il Signore tutta la terra, gridate, esultate, cantate inni! RIT.

Cantate inni al Signore con la cetra, con la cetra e al suono di strumenti a corde; con le trombe e al suono del corno acclamate davanti al re, il Signore. RIT.

CANTO AL VANGELO

Alleluia, Alleluia.

Andate e fate discepoli tutti i popoli, dice il Signore. ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine  del mondo.

Alleluia.

VANGELO

Mt 10, 7-13
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:«Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

COMMENTO

Strada facendo…

…Predicate che il Regno di Dio è vicino. Gli Apostoli, e oggi è la volta di Barnaba, fedele collaboratore di Paolo, adempiono la loro missione, guidati e sorretti dallo Spirito Santo. Il loro compito è di dare al mondo un annuncio di salvezza, che hanno ricevuto figura20a loro volta e che, se accolto, sortirà effetti prodigiosi nella vita degli uomini: gli infermi, i malati di lebbra sono guariti, i morti risuscitano, i demoni sono allontanati. Sono in sintesi enunciati gli effetti della grazia divina, che fa d’ogni uomo una creatura nuova. E’ necessario che tale annuncio sia dato nell’assoluta gratuità, sia perché è dono di Dio e non degli uomini, sia perché rifulga, sgorga dall’amore e non può essere in nessun modo barattato con il denaro. L’operaio deve andare sgombro d’ogni umana sicurezza perché egli deve riporre la sua fiducia solo ed esclusivamente in Colui che lo ha inviato. Non può fare affidamento neanche sulla certezza che quanto egli prèdica sia effettivamente accolto. Anzi l’apostolo sa bene che andrà incontro all’odio e alle persecuzioni. La storia della Chiesa è ricca di esempi, di annunciatori eroici e di martiri in una catena ininterrotta fino ai nostri giorni. Ogni cristiano, per vocazione, deve diventare un fedele testimone di Cristo e ciò anche quando il mondo ci ostacola e ci contraddice.
(Preparato dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire)

PREGHIERA DELLA SERA

Padre buono, le cose che non riusciamo a chiederti, Tu le leggi nel nostro cuore, poiché ci scruti e ci conosci fino in fondo. Ti preghiamo di esaudirci a lode del Tuo nome. Fa che, come l’apostolo Barnaba, spendiamo la vita in nome del vangelo, diffondendo gioia, pace e speranza, in attesa del Tuo Regno. In cambio Ti affidiamo, le gioie e le fatiche, le rinunce e gli atti di carità che siamo riusciti a fare in questo giorno e Ti ringraziamo con tutto il cuore per tutto quello fai per noi e ci dai ogni giorno.  Amen

 

Madonna dei Miracoli di Casalbordino

Madonna dei Miracoli di Casalbordino

Italia – 11 giugno 1576

Il santuario della Madonna dei Miracoli, in Casalbordino, provincia Casalbordino-01di Chieti trae la sua origine dall’apparizione della Beata Vergine Maria ad un contadino di Pollutri di nome Alessandro Muzio, avvenuta l’11 giugno 1576. La fama dei miracoli concessi per Sua intercessione venne riportata persino da Gabriele d’Annunzio.

Nel pomeriggio del 10 giugno 1576, giorno antecedente la Solennità di Pentecoste, una terribile grandinata aveva devastato le campagne di Casalbordino. Un contadino di nome Alessandro Muzio, il giorno seguente si reca nel proprio campo per constatarne i danni. Recitando il rosario sente la campana della chiesa parrocchiale di Casalbordino risuonare per la consacrazione della Sacra Ostia nella Messa festiva di Pentecoste. Inginocchiatosi per devozione vede comparirgli dinanzi in una luce sfolgorante la Beata Vergine Maria che lo rassicura sulle condizioni del suo campo, ma avverte anche che la grandinata c’è stata come punizione divina a causa dei peccati degli uomini e chiede di sollecitare il parroco nel invitare i parrocchiani al rispetto per il 3° comandamento, che prevede la santificazione del giorno festivo. Quando la Madonna svanisce si rende conto che dove Ella è comparsa il terreno è asciutto. La documentazione dell’avvenimento è conservata nell’archivio parrocchiale di Pollutri. (vedi)

amuzioSi resero subito conto dell’autenticità dell’apparizione anche grazie ai numerosi miracoli che l’accompagnarono, tanto che venne definita inizialmente “Madre SS.ma dei Miracoli”, poi “S. Maria dei Miracoli” ed infine  “Madonna dei Miracoli”. Anche la località dove era apparsa la Vergine, “Pian del Lago”, cambiò denominazione con quella di “Miracoli”. Sul luogo stesso dell’apparizione venne costruita una cappella, ma l’afflusso dei pellegrini era tale che si dovette ampliarla, fino a diventare un vero e proprio santuario. L’Effige posta sull’altare maggiore è l’immagine autentica dipinta subito dopo l’apparizione.

Non avendo il santuario fin dall’epoca dell’apparizione della Vergine una stabile assistenza spirituale, si provvide ad affidarlo nel 1925 ai monaci benedettini, iniziando la costruzione del monastero attiguo. L’iconografia corrente mostra la Madonna dei Miracoli assisa sopra una quercia, circonfusa di luce, nell’atto di ammonire il vecchio devoto, inginocchiato ai piedi dell’albero. Tutta la scena è immersa in un paesaggio agrario, tanto che anche la rappresentazione costituisce un elemento identificante del culto espresso soprattutto dai ceti rurali.cl_ca_san6g

L’11 giugno il santuario è meta di pellegrinaggi che giungono dall’Abruzzo, dal Molise e dalla Puglia. Oggi non vi si pratica più, almeno non con l’antica intensità, le forme della devozione popolare che colpirono l’immaginazione di Gabriele d’Annunzio e Francesco Paolo Michetti, tanto che il primo le definì barbariche nelle pagine del Trionfo della morte e il secondo le ritrasse nel grande quadro degli Storpi. Però ancora oggi, alcuni pellegrini, specie per impetrare o ringraziare per un beneficio, lasciano i propri ex-voto nella ricca stipe del santuario, così come ancora alcuni si stendono nelle cappelle laterali.

Sito ufficiale: http://www.miracoli.abruzzo.it/

Fonti: http://www.mariadinazareth.it/casalbordino%20apparizione.htmhttp://www.miracoli.abruzzo.it/

SAN BARNABA

     SAN BARNABA

       apostolo (I sec) 11 giugno

Barnaba non era nel numero originale degli apostoli, ma sia S. Luca che i PadriS. BARNABA apostolici lo designarono con questo titolo per la sua opera apostolica e per l’incarico speciale a lui affidato di portare l’annuncio della fede fuori da Gerusalemme.

Levita, originario di Cipro, si chiamava Giuseppe, soprannominato dagli apostoli Barnaba, «figlio dell’esortazione» (cfr At 4, 36), a indicare un carattere dolce e consolatorio. Era proprietario di un campo che vendette dandone il ricavato alla cassa della piccola comunità cristiana, nella quale tutto era in comune; la sua condotta è sottolineata in contrasto a quella di Anania e Saffira, che vendettero le loro proprietà tenendo per sé parte dei proventi (cfr At 4, 37- 5, 11).

VIDEO-STORIA

Dopo la morte di Stefano (26 dic), ad Antiochia si era formata una vasta comunità cristiana; la Chiesa di Gerusalemme venuta a conoscenza del fatto decise di mandare qualcuno a confermare e istruire i neofiti. Fu scelto Barnaba «uomo pieno di Spirito Santo e di fede»: egli poi partì alla volta di Tarso per incontrare Paolo, e insieme tornarono ad Antiochia: fu questo l’inizio di un sodalizio di grande valore, nel quale il cipriota ebbe grande influenza.

Barnaba mostrò notevole fede e apertura mentale nell’accogliere Paolo, che aveva avuto parte attiva nell’uccisione di Stefano (forse la presenza di Paolo era necessaria per far comprendere ai cristiani d’Antiochia l’importanza della vicenda che doveva essere loro narrata). I due apostoli istruirono nella fede un gran numero di persone e fu in quella città che «per la prima volta i discepoli furono chiamati cristiani» (At 11, 22-30).

S. BARNABA1Rimasero ad Antiochia un anno intero; quando i cristiani di là seppero che la Giudea era travagliata dalla carestia decisero di fare una colletta a favore di quei fratelli di fede, affidandola a Paolo e Barnaba. Recatisi a Gerusalemme incontrarono Giovanni detto Marco, e lo presero con sé (At 12, 25). Dopo essere tornati ad Antiochia salparono per Cipro sbarcando a Salamina, città greco-romana nell’estremo nord est dell’isola, attraversandola poi tutta fino a Pafo, dove si confrontarono con il falso profeta Bar-Jesus e convertirono il proconsole romano Sergio Paolo (At 13, 4-12).

Giovanni Marco tornò a Gerusalemme mentre Paolo e Barnaba continuavano insieme la loro opera in Asia Minore: entrando in una città si recavano di solito alla sinagoga, ben consci che avrebbero potuto subire la stessa sorte di Stefano, per confrontarsi con i giudei ortodossi. A Listra furono scambiati per divinità greche, e poiché Barnaba sembrava il capo fu chiamato Giove mentre a Paolo fu assegnato il ruolo di Mercurio.

Nella loro predicazione ebbero inizialmente grande successo facendo molti proseliti, ma poi rischiarono la stessa sorte toccata a Stefano, poiché i giudei inferociti lapidarono Paolo, che fu seriamente ferito, e dovettero abbandonare in fretta la città. La stessa cosa si ripetè in altre città dove il messaggio cristiano suscitava dissensi e conflitti, benché i convertiti rimanessero saldi nella fede.

Raggiunta Derbe, Paolo e Barnaba operarono molte conversioni, poi tornarono sui loro passi, e per via confermarono i credenti e ordinarono presbiteri, fecero ritorno ad Antiochia «pieni di gioia e Spirito Santo» (At 14). Salirono poi a Gerusalemme per decidere con gli apostoli, nel primo grande concilio, se i gentili dovessero essere circoncisi e osservare la legge di Mose. Paolo e Barnaba stavano per intraprendere un secondo viaggio missionario, ma una controversia li divideva: Paolo, come nella disputa con Pietro ad Antiochia, era determinato a liberare la fede dalle osservanze legali giudaiche. Sorse anche un disaccordo (o meglio «una violenta lite») sull’opportunità di prendere o no Giovanni, detto Marco. Barnaba lo voleva ma Paolo non era d’accordo perché Marco si era allontanato da loro in Panfilia, durante il loro primo viaggio. Alla fine decisero di separarsi: Paolo prese con sé Sila come compagno, mentre Barnaba si imbarcò con Marco (At 15, 36-40). Data la natura rischiosa di questi primi viaggi missionari era importante avere con sé un compagno affidabile, ed evidentemente Barnaba era pronto a dare fiducia a Giovanni Marco, come prima aveva fatto nei confronti di Paolo.

Dopo questo accadimento non sappiamo più nulla di Barnaba, S. BARNABA2ma sembra ricavabile da un’allusione fatta da Paolo in I Cor 9, 5-6 che Barnaba fosse ancora in vita e svolgesse la sua missione negli anni 56 o 57 e che i due si fossero riconciliati; «Solo io e Barnaba abbiamo il diritto di non lavorare?», chiede l’Apostolo dei gentili ai cristiani di Corinto. Quando Paolo era prigioniero a Roma nel 60 o 61 chiese a Marco di raggiungerlo; ciò può far pensare che Barnaba potesse essere già morto. Ci sono tradizioni che dicono che sia stato lapidato a Salamina o a Cipro durante un altro viaggio missionario. Fu sepolto vicino a Salamina da fedeli cristiani e si dice che il suo corpo fu ritrovato molto tempo dopo con una copia del Vangelo di Matteo posta sul suo petto; i suoi resti furono traslati a Costantinopoli, dove venne costruita una chiesa in suo onore. Barnaba è spesso raffigurato in quadri veneziani, dato il rapporto con S. Marco (Col 4, 10), patrono di Venezia; i l cipriota, nella chiesa a lui dedicata nella città lagunare, è raffigurato con gli abiti episcopali in un dipinto sopra l’altare maggiore.

Una leggenda milanese racconta che Barnaba, arrivato a Milano per diffondere il cristianesimo, accompagnato da  San Paolo il 13 marzo del  52 d. C., si fermò nelle boscaglie al di fuori di porta Orientale.

BarnabaAl suo passaggio la neve si scioglieva, e miracolosamente, sbocciavano i primi fiori. Improvvisata una rudimentale croce di legno e fissatala in una pietra forata di origine celtica,  cominciò a predicare e fare proseliti. Barnaba  non osava entrare in Milano per non essere obbligato a sacrificare alla statue di dei pagani che troneggiavano agli ingressi della città. Diverso tempo dopo, in una bella giornata di quasi primavera, Barnaba coi suoi proseliti, impugnando la croce, decise di fare una processione intorno alle mura. La tradizione dice al che suo passaggio, tutte le statue caddero in pezzi e Barnaba non più obbligato a sacrificare agli dei, entrò in città, fermandosi poi a Porta Ticinese per celebrare i primi battesimi.

Partito da Milano, lasciò ai milanesi come pegno di fede, la sua croce di legno, infissa nella pietra rotonda; pietra che ancora oggi si può ammirare,  a metà della navata nella Chiesa di Santa Maria del Paradiso, a porta Vigentina, con le sue tredici scanalature radiali, ad indicare il giorno in cui Barnaba giunse a Milano. Anche se la storia ha  smentito i fatti, dato che San Barnaba non giunse mai a Milano, la tradizione  popolare meneghina ha continuato per secoli(fino al 1396) a festeggiare tale data con grande solennità e astensione dal lavoro, che verrà riconfermata nel 1583 da San Carlo Borromeo, come vero ” dies festibus “,  per ricordare il miracolo della fioritura anticipata. Questo è il motivo per cui a Milano “el tredesìn de marz” è diventato il primo giorno di primavera.

È INVOCATO: – contro la grandine

Fonteil primo grande dizionario dei santi di Alban Butler/ http://www.nonnagiuse.it/el_tredesin_de_marz.htm

Letture di lunedì 10 giugno 2013

LETTURE DI LUNEDÌ

Madonna della noce

10 giugno 2013

X Settimana del Tempo Ordinario – Anno I

Santa Maria della Noce

Apparizione di San Polo – Tarano (RI) – 9/10 giugno Ci troviamo a circa 40 km a nord-est di Roma, nella zona chiamata Sabina. Il territorio sampolese fu teatro tra il 9 ed il 10 giugno del 1505 di apparizioni miracolose delle quali fu testimone una contadinella di nome Giovanna, figlia di Lodovico di Michele di San Polo. La storia delle apparizioni su http://biscobreak.altervista.org/2013/06/santa-maria-della-noce/

Beato Enrico di Treviso

(1315) Alla morte della moglie e del figlio si abbandonò completamente alla provvidenza non mantenendo ne denaro ne cibo per il giorno seguente, per donare ai più poveri di lui, mortificando corpo e spirito con digiuni e penitenze. Scelse la povertà, ma la sua ricchezza di spirito diede più di 270 miracoli subito dopo la sua morte. Storia e video-storia con immagini del suo sangue ancora allo stato liquido su http://biscobreak.altervista.org/2013/06/beato-enrico-di-treviso/

“Il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrò paura? Il Signore è difesa della mia vita, di chi avrò timore? Proprio coloro che mi fanno del male inciampano e cadono.”

PREGHIERA DEL MATTINO

O Dio, sorgente di ogni bene, ispiraci propositi giusti e santi e donaci il Tuo aiuto, perché possiamo attuarli nella nostra vita. Per Cristo nostro Signore. Amen.

PRIMA LETTURA

2 Cor 1, 1-7

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

paolo (2)Paolo, apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio, e il fratello Timòteo, alla Chiesa di Dio che è a Corinto e a tutti i santi dell’intera Acàia: grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo.
Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione! Egli ci consola in ogni nostra tribolazione, perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in ogni genere di afflizione con la consolazione con cui noi stessi siamo consolati da Dio. Poiché, come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione.
Quando siamo tribolati, è per la vostra consolazione e salvezza; quando siamo confortati, è per la vostra consolazione, la quale vi dà forza nel sopportare le medesime sofferenze che anche noi sopportiamo. La nostra speranza nei vostri riguardi è salda: sappiamo che, come siete partecipi delle sofferenze, così lo siete anche della consolazione.
C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.

SALMO RESPONSORIALE

Sal.33

RIT: Gustate e vedete com’è buono il Signore.popoli2

Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode. Io mi glorio nel Signore: i poveri ascoltino e si rallegrino. RIT

Magnificate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome. Ho cercato il Signore: mi ha risposto e da ogni mia paura mi ha liberato. RIT

Guardate a lui e sarete raggianti, i vostri volti non dovranno arrossire. Questo povero grida e il Signore lo ascolta, lo salva da tutte le sue angosce. RIT

L’angelo del Signore si accampa attorno a quelli che lo temono, e li libera. Gustate e vedete com’è buono il Signore; beato l’uomo che in lui si rifugia. RIT

CANTO AL VANGELO

Alleluia, Alleluia.

Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.

Alleluia.

VANGELO

Mt 5, 1-12
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e INSEGNA3insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

COMMENTO

I veri “beati”!

Essere “beati”, felici di una felicità piena e duratura è la naturale aspirazione dell’uomo già durante la sua esperienza terrena. Fu illuso l’uomo da satana quando con la disobbedienza ebbe a credere di poter diventare come Dio. Si illude ancora quando ritiene di poter ottenere piacere e gioia andando contro la volontà divina realizzando progetti propri. Rischia ancora le più amare delusioni quando spera di poter conseguireinsegna montagna la piena beatitudine in questo mondo. Ecco perché Gesù oggi ci proietta verso una dimensione ultraterrena, verso la mèta ultima e finale, verso il Regno a cui siamo chiamati dalla bontà del Signore. La vita nel tempo ci occorre per allenare il nostro spirito ai valori autentici che Cristo ci propone. Le beatitudini, accolte nella fede, ci risuonano nel cuore come la via sicura per raggiungere la patria celeste. I poveri in spirito, gli afflitti, i miti sono coloro che nella semplicità e nella purezza della vita sanno accogliere e gustare i veri beni di Dio, ponendoli al disopra di ogni altra aspirazione. Essi anelano alla giustizia e la testimoniano con la vita. Sperimentano la misericordia divina nella gratuità e allo stesso modo la donano ai fratelli, diventano così operatori di pace. Sono puri nel cuore e l’occhio della loro anima è aperto alla visione di Dio che inibita e dimora in essi. Anche se perseguitati, anzi proprio perché perseguitati, hanno la certezza di essere accolti con Cristo nel suo regno di amore e di pace. L’immedesimazione con Cristo, martire e vittima di espiazione per noi, li riempie del migliore gaudio nelle certezza di poter essere partecipi della sua stessa gloria. Vengono così descritte le sublimi virtù dei santi e dei martiri della Chiesa, vengono enumerati i migliori ideali di cui Cristo ha adornato la sua sposa, ci viene indicata la via aurea alla santità e i percorsi abbraccio universaledel regno. Il nostro mondo fa molta fatica a comprendere le beatitudini del Vangelo, risuonano perfino assurdi rispetto ai canoni di cui l’uomo si è dotato. Se provassimo a scrivere le beatitudini del mondo di oggi ci troveremo a invertire letteralmente quelle proclamate da Cristo e ciò nonostante che appaia evidente che, mentre quelle evangeliche conducono davvero alla pienezza della gioia, quelle del mondo inesorabilmente deludono e ingannano. Entrano in gioco il tempo e l’eternità, il tutto e sùbito e l’attesa nella fede di un mondo diverso e migliore; s’intrecciano ancora la visione umana della gioia e la proposta divina della felicità senza fine e ancora il calcolo umano e la visione dei valori visti con l’occhio della fede. Fin quando restiamo proni sulla terra e non alziamo gli occhi verso l’alto ogni nostra ricerca di benessere e di gioia è purtroppo destinata a naufragare sul nascere. È triste poi costatare che l’ansia non si smorza e le brame crescono a dismisura e la morsa dell’angoscia ci opprime e tutto ciò mentre Cristo seguita a ripeterci la via del vero bene.

(Preparato dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo MartireCuore di Gesù (4)

PREGHIERA DELLA SERA

Ti domandiamo o Padre che il Tuo nome venga glorificato da ogni uomo. Venga il Tuo regno, Signore. In cambio Ti affidiamo, le gioie e le fatiche, le rinunce e gli atti di carità che siamo riusciti a fare in questo giorno e Ti ringraziamo con tutto il cuore per tutto quello fai per noi e ci dai ogni giorno. Padre di infinita bontà, che per tutti gli uomini prepari un posto nel Tuo regno, apri il nostro cuore alla nuova legge di Cristo e aiutaci a viverla con semplicità e letizia. Così Ti loderemo nei secoli dei secoli. Amen.

Beato Enrico da Bolzano

Beato Enrico da Bolzano

(1315) 10 giugno

Alla morte della moglie e del figlio si B. Enrico di Trevisoabbandonò completamente alla provvidenza non mantenendo ne denaro ne cibo per il giorno seguente, per donare ai più poveri di lui, mortificando corpo e spirito con digiuni e penitenze. Scelse la povertà, ma la sua ricchezza di spirito diede più di 270 miracoli subito dopo la sua morte. 

Il Beato Enrico, nato a Bolzano in Trentino conosciuto come S. Rigo, nacque a Bolzano e sembrava destinato a una vita di povertà e apparente oscurità. In giovane età si trasferì a Treviso e alcuni racconti dicono che là si sia sposato e che presto gli morirono moglie e figlio. Questo fatto provocò in Enrico una disaffezione per la vita mondana; lavorava a giornata e dava in elemosina ciò che risparmiava dai suoi magri guadagni; non imparò mai a leggere e scrivere e dedicò tutta la sua vita al servizio divino. Partecipava quotidianamente alla Messa, si confessava e si accostava alla comunione, dedicando tutto il suo tempo libero alla preghiera e alla devozione. Enrico viene descritto come piccolo di statura, tarchiato, con un viso dagli occhi incavati, lungo naso e bocca storta; la gente per strada, e in special modo i ragazzi, si faceva beffe di questa figura trasandata e poco attraente ma egli mai replicava ai lazzi; la sua unica risposta era la preghiera per chi lo derideva.

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Con immagini relative al suo sangue ancora liquido 

Quando fu troppo vecchio per lavorare, un trevigiano gli diede una stanza e saltuariamente del cibo, poiché viveva principalmente di elemosine, dividendo ciò che riceveva con i mendicanti, non conservando mai cibo o denaro per il giorno dopo. L’età e la salute malferma non lo distolsero dalle sue pratiche religiose: continuò a visitare le chiese, spostandosi a piedi.

L’umiltà, la vita austera e il carattere dolce del beato Enrico alla fine fecero breccia tra la popolazione di Treviso: alla sua morte la sua stanza fu invasa da gente che desiderava venerarlo e impossessarsi di frammenti di oggetti che gli erano appartenuti (nella cella furono trovati soltanto un cilicio, un ceppo di legno che usava da guanciale e della paglia per letto). Il corpo del beato Enrico fu portato nella cattedrale per essere protetto, ma la folla di notte vi fece irruzione, al punto che il vescovo e le autorità dovettero erigere una palizzata in legno a difesa del enrico di trevisoferetro. Alla sepoltura seguì un culto popolare entusiastico e quasi isterico: alle sue reliquie furono attribuiti molti miracoli; i notai incaricati dai magistrati contarono duecentosettantasei miracoli a lui attribuiti nei primi giorni dopo la sua morte.

Il corpo del beato Enrico da Bolzano è tuttora conservato nella Cattedrale. Il suo sangue, tutt’ora allo stato liquido, al contrario di quello di san Gennaro, è conservato nel tabernacolo sopra il sarcofago. I devoti trevigiani, che lo chiamano Erico, in questo giorno frequentano anche il tempietto a lui dedicato a pochi passi da Piazza Duomo dove si celebrano Messe e si fa festa per ricordare questo povero tra i poveri.

Fonte: il primo grande dizionario dei santi di Alban Butler

Madonna della Fontenova

Madonna della Fontenova

Monsummano Terme 9 giugno 1573

Il 9 giugno 1573 una Madonnina con in braccio il bambin Gesù 0consola una pastorella, indicandole il gregge perso per essersi fermata a pregare. Ma non è l’unico evento miracoloso: il 10 giugno 1602 si sentirà il suo piccolo Gesù piangere e il 7 luglio 1602 comparirà una fonte miracolosa.

Monsummano Terme, città natale del poeta Giuseppe Giusti, è una cittadina amena ed importante della provincia di Pistoia, a due chilometri dalla rinomata Montecatini Terme, stazione idro-minerale e climatica estivo-autunnale. Le sue origini sono molto antiche. Il primo nucleo di abitanti si stabilisce sul colle vicino, dove ancora si ammirano i resti dell’antico castello, perché la valle altro non è che una palude acquitrinosa e malsana. I contadini a gruppi, dalle colline dove abitano, scendono a coltivare i pochi campi contesi faticosamente alle macchie boscose ed agli acquitrini, ed a sera ritornano sulle alture. Nel 1500, ad opera dei Signori di Firenze, si intraprende l’opera di bonifica della pianura; sorgono quindi i primi nuclei abitati e le strade che li collegano. Lungo le strade vengono costruite delle “Margini” o Tabernacoli dove sono venerate immagini sacre, specialmente di Maria SS. con il piccolo Gesù in braccio.

Una di queste è la Madonna della Fontenova che si trova nella località chiamata “Pozzo vecchio” o “Renatico”; vi è dipinta una devota immagine di Maria che tiene sulle ginocchia Gesù Bambino, circondata da quattro santi, riconosciuti comunemente come San Nicolao, San Marco, San Sebastiano e San Rocco. L’affresco della Madonna della Fontenova viene fatto risalire al 0Altare-Madonnasecolo XIV, cioè tra il 1327 e il 1348, collegato alla grande pestilenza descritta dal Boccaccio, ma più verosimilmente è opera di un pittore del 1500, buon conoscitore dell’anatomia. Ai piedi di questa Immagine sostano in preghiera i contadini che scendono al piano per i loro lavori, e alla sera prima di risalire al castello.

La tradizione racconta che una pastorella, di nome Jacopina Mariotti, il 9 giugno 1573, si ferma a pregare davanti all’Immagine della Madonna, come è solita fare ogni giorno, e dimentica di vigilare il gregge. Quando si alza per tornare a casa, non trova più le sue pecore; piangendo ritorna ai piedi di Maria e chiede con fiducia di poterle ritrovare. Alzando gli occhi pieni di lacrime, Jacopina vede l’Immagine animarsi: la Madonna muove gli occhi e stendendo il braccio le indica dove si è radunato il gregge. Aggiunge pure di recarsi al castello e di dire al rettore della Chiesa di San Nicolao di costruire una chiesa lì dove si trova il Tabernacolo. La notizia del fatto si diffonde con rapidità, i devoti accorrono numerosi da ogni parte, tanto che le autorità comunali e religiose decidono di costruire sul luogo una piccola cappella.

I “Ricordi” inediti di Don Simone Casciani, rettore della chiesa di San Nicolao, scritti di proprio pugno dall’11 maggio 1602 al 30 maggio 1604, ci tramandano altri fatti prodigiosi. Come ogni anno il 9 giugno 1602, la comunità di Monsummano si reca in processione alla “Madonna del pianto venerata “per essersi più tempo (cioè anni prima) se mostrata miracolosa in tal giorno (il 9 giugno 1573) ”. “Il giorno seguente che noi vi eravamo andati in pricissioneche fu il lunedì alli dieci di Giugno,” – racconta Don Casciani – una ragazza “inginocchiatasi avanti a detta Madonna sentì nel tabernacolo di detta Madonna ammodo di uno pianto d’uno bambino, et detta fanciulla volendosi chiarire, cominciò a rizzarsi per meglio OLYMPUS DIGITAL CAMERAvedere, et drento (= dentro) non vide niente et girando dreto (= dietro) a detto tabernacolo ancora non vide dintorno né sul tetto cosa alcuna…”Spaventata la ragazza corre a casa e Don Casciani ha modo di interrogarla e di certificare quanto detto.

Nel “Ricordo” del 7 luglio 1602 Don Casciani ci informa di un altro prodigio: «Addì 7 di luglio 1602», durante la celebrazione della Messa sgorga improvvisa, dopo una lunga siccità, una fonte, evento attribuito dal popolo all’intercessione della Madonna del Piano a lungo da tutti invocata. Da quel giorno la Madonna del Piano verrà chiamata: Madonna della Fontenova. «Ricordo come questa mattina quando si diceva la Messa alla Vergine Maria di piano apparve costì dintorno a detta Madonna di verso Monte Summano in un pezzo di terra che è dell’opera della Chiesa di San Nicholò di Monte Summano una polla d’acqua buona et in quantità, et subbito se ne cominciò a bere et era veramente di quella bontà et freschezza che rispetto al tempo et luogho pareva essere; et io Simone Chasciani Rettore della Chiesa di San Nicholò sopradetto ne ho bevuta per divotione et tutto il resto del popolo. – Per memoria».

Da allora l’Immagine di Maria è chiamata «Madonna della Fontenova». Questo titolo appare nei documenti del marzo 1603 e quindi in tutti gli altri dal 9 aprile 1604. Questi “Ricordi” di Don Casciani sono importanti perché confermano che la “Madonna del piano” è venerata da tempo per essersi mostrata miracolosa in quel giorno, cioè il 9 giugno 1573. Da questa manifestazione, e dagli altri avvenimenti prodigiosi, sono iniziati il concorso di popolo, i pellegrinaggi e quindi la costruzione del Santuario, del quale è posta la prima pietra il 30 dicembre 1602.

Una lapide, 0.0collocata sulla facciata del Santuario, ricorda l’avvenimento con questa scritta in latino: “Cosimo (II) primogenito, per comando di Ferdinando (I) e di Cristina, Granduchi di Toscana, pose la prima pietra del tempio da erigersi alla Vergine Madre di Dio, il 30 dicembre dell’anno del Signore 1602.

Da quando è scaturita la sorgente, durante la S.Messa celebrata di fonte alla sacra edicola, la fonte è stata sempre custodita gelosamente e l’acqua attinta o distribuita con grande devozione. Fino al 1967 si accedeva alla fonte per una piccola scala di fonte alla Chiesa dove è apposta la lapide che ricorda l’avvenimento. In quell’anno è stata costruita una Cripta, con icone che ricordano la storia del Santuario. L’accesso attuale è da sotto il porticato con una scala per scendere e l’altra per risalire. La sorgente è continua e il livello dell’acqua viene mantenuto ad un livello adatto al piano della cripta. Ora si può attingere acqua da varie fontanelle e anche bagnarsi nella vasca apposita. L’accesso alla fonte è possibile ogni 7 del mese, quando viene fatta alle ore 11,50 una preghiera per tutti gli ammalati; è possibile, poi, per le feste della parrocchia e, su richiesta, in occasione dei pellegrinaggi.

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Fonti: http://www.mariadinazareth.it/apparizione%20monsummano.htmhttp://www.madonnadellafontenova.it/index.php?option=contents&idContents=17

 

BEATA ANNA MARIA TAIGI

Beata Anna Maria Taigi 

Siena, Italia (1769 – 1837) 9 giugno

Una comune madre e moglie di famiglia che ebbe dalla SS 1Anna-Maria-TaigiTrinità un dono davvero speciale: un sole che le svelava eventi futuri, ma anche i segreti del cuore umano e di Dio. Una guida preziosa di Papi e futuri santi del suo tempo.

Anna Maria Taigi nacque a Siena il 29 maggio 1769 da Luigi Riannetti e Maria Masi. Quando aveva sei anni i suoi genitori si trasferirono a Roma, a causa di problemi finanziari. Per aiutare i genitori bisognosi, si dedicò a diversi umili lavori. A vent’anni sposò Domenico Taigi, uomo pio e gran lavoratore ma con un carattere difficile, che – se non fosse per l’infinita pazienza e la carità di Anna Maria – avrebbe certamente messo in crisi il matrimonio. Lei si comporterà sempre da moglie esemplare e così l’unione durerà per tutta la vita. Anna Maria mise al mondo 7 figli (tre morirono nell’infanzia).

VIDEO-STORIA

Per molti anni fu un’instancabile badante di infermi e poveri. Fu devotissima alla SS.ma Trinità, di Gesù Sacramento e della Passione del Signore; per la Madonna ebbe una tenerissima devozione. Il 26 dicembre 1808 abbracciò l’Ordine Secolare Trinitario. Divenne confidente di vari papi, tra cui Pio IX, e consigliera spirituale di futuri santi come Vincenzo Pallotti, Gaspare del Bufalo, Vincenzo M. Strambi, di nobili e personaggi di curia.

1anna-maria-taigi-picture.3Ebbe numerosi doni mistici: cadeva spesso in estasi, operava miracoli e guarigioni. Per 47 anni venne misteriosamente illuminata da un “sole luminoso” nel quale vedeva gli avvenimenti passati, presenti e futuri del mondo, lo stato delle anime, il presente e il futuro delle persone, le vicende della Chiesa.

Una sera, all’inizio dell’anno 1791, nel primo periodo della sua esperienza mistica, mentre si trovava da sola nella sua camera, raccolta nella preghiera, Anna Maria vide risplendere davanti a lei una grande luce, come un sole appena velato da sottili nuvole. La giovane donna pensò come prima cosa ad un attacco diabolico. Si spostò e si stropicciò gli occhi, ma invano; il sole era sempre là, anche nei giorni seguenti, tanto che si abituò alla sua presenza. Questo sole misterioso, che si teneva sempre ad una distanza di “dodici piedi” circa, tre piedi sopra la sua testa, accompagnava Anna Maria dovunque andasse, di notte come di giorno, fino alla fine della sua vita. Per quarantasette anni il cerchio luminoso fu una fonte inesauribile di informazioni soprannaturali riguardanti sia il passato che il presente ed il futuro. Col tempo, il sole si faceva sempre più luminoso, fino a raggiungere lo splendore di “sette soli messi assieme”.

VIDEO AMATORIALE DEL SUO CORPO INCORROTTO

1È uno specchio, quello che ti mostro, che serve per farti comprendere il bene e il male“, le dichiarò il Signore. Anna Maria precisò anche che “nel disco, c’era una figura seduta, di un’infinita dignità e maestà, la cui testa era rivolta verso il cielo, come nell’immobilità dell’estasi; dalla sua fronte uscivano due raggi luminosi verticali“. Questa figura simboleggiava evidentemente la saggezza.

C’era anche nel “sole” l’immagine di una corona di spine e di una croce, che significavano l’incarnazione di Gesù. In sé, il sole simboleggiava il divino, vale a dire la Trinità. “In questo sole scorrevano delle immagini, come se ne possono vedere in una lanterna magica“, spiega ancora Anna Maria. Sempre molto equilibrata e piena di buon senso, Anna Maria accettò questa manifestazione soprannaturale con umiltà, e se ne servì esclusivamente per il prossimo. Durante praticamente mezzo secolo, Anna Maria Taigi vide svolgersi, nel suo sole, gli avvenimenti sociali e politici di tutta l’Europa, in particolare quelli che riguardavano le vicissitudini della Chiesa.

Il cardinale Pedicini testimonia: “Non c’è alcun dubbio che là risiedeva in modo speciale la divinità. Infatti, grazie a questo dono straordinario e ancora sconosciuto, la Serva di Dio godeva della conoscenza scientifica di Dio di ogni cosa, nella misura in cui può possederla un’anima comunicatrice. Dono del Paradiso, dono che solo i beati hanno – là dove si trovano – in una maniera beatifica assoluta. È sicuro che Dio aveva stabilito la sua dimora nel cuore della Sua serva, Egli le confidava i suoi più grandi segreti“.

1Anna-Maria-Taigi.1La gente (compresi papi, cardinali e sacerdoti) iniziò a prendere sul serio questi carismi quando predisse con esattezza la morte di diversi prelati. Preannunciò numerosi eventi storici che successivamente si verificarono nei tempi e nei modi che lei aveva indicato. Le immagini che ella percepiva non sono frutto di illusione o di immaginazione. Anna Maria descrive con rigorosa esattezza luoghi che non ha mai visitato, in Italia o in altri paesi; ritrae persone che non ha mai incontrato; profetizza anche eventi che poi si realizzeranno come lei aveva annunciato. Predisse per esempio l’abdicazione di Carlo IV, Re di Spagna, la caduta di Napoleone, la data esatta della liberazione di Papa Pio VII. Predisse anche, con un anno di anticipo, l’elezione a Pontefice di Cardinal Mastai (futuro Papa Pio IX). Profetizzò anche la data esatta della morte di Napoleone nell’isola di Sant’Elena.

Un’altra peculiarità, accanto a quella di questo sole che non la lasciava mai, erano i suoi misteriosi colloqui con il Signore ai quali Maria veniva invitata, nei momenti più imprevedibili e nelle occasioni più diverse: improvvisamente, qualunque fossero le sue occupazioni, era rapita al mondo materiale e trasportata nelle ineffabili sfere spirituali, diventando insensibile a tutto ciò che la circondava. Queste estasi erano così frequenti che Anna Maria, ben consapevole dei suoi doveri di moglie e di madre, si trovava a volte costretta – come riferisce il suo confessore – a contestare amorevolmente la volontà del suo Sposo in un’intimità molto libera: “Signore, lasciatemi in pace; sono madre di famiglia…”.

Questi viaggi divini (“santi viaggi” come li definiva il suo confessore) formavano il luogo privilegiato per le rivelazioni, nel corso dei quali “le venivano comunicati gli arcani più segreti della Chiesa o delle intenzioni per le quali lei pregava“. In effetti, quando usciva da ogni estasi, Anna Maria aveva ricevuto le risposte che desiderava e si trovava così informata su eventi di cui lei normalmente non avrebbe potuto sapere nulla. Oltre alle immagini che vedeva nel sole, le informazioni che riceveva provenivano anche dai colloqui diretti con il suo Sposo celeste.1Beata_Ana_Maria_Taigi

Morì il 9 giugno 1837. Fu beatificata il 30 maggio 1920 e in quell’occasione Papa Benedetto XV ebbe nei suoi confronti parole di grande lode. Il suo corpo si conserva a Roma, nella Basilica di S. Crisogono, nella Cappella a lei dedicata. A 18 anni dalla sua morte, durante la riesumazione del corpo, si scoprì che per tutto quel tempo era rimasto intatto e in stato di perfetta conservazione, come se Anna Maria fosse stata sepolta appena il giorno prima.

Preghiera

O Dio, grandezza degli umili, che nella beata Anna Maria Taigi hai donato alle madri di famiglia un sublime esempio di carità e pazienza, e al mondo un vivo ideale di vita cristiana, fa’ che, per i suoi esempi e le sue virtù, possiamo camminare con cuore gioioso, nelle vie del mondo, aperti all’amore di Cristo e del suo Vangelo. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 Consulta anche: Le profezie della Beata Anna Maria Taigi

FONTI: http://profezie3m.altervista.org/ptm_c31a.htm#Beata Anna Maria Taigi – Siena, Italiahttp://preghiere.blogspot.it/2007/05/beata-anna-maria-taigi-madre-di.html

 

 

 

GABRIELLE BOSSIS

GABRIELLE BOSSIS

Nantes (1874 – 1950) 9 giugno

Ecco ciò che rivelò Gesù a Gabrielle Bossis a proposito dei Santi: 2«Fai attenzione al Santo del giorno. C’è festa per lui in cielo. Ha grazie da donare in quel giorno, se gli si chiedono. Unisciti alle feste del cielo … mentre aspetti». Scrisse un diario “Lui ed ioConversazioni spirituali”, considerato “uno dei testi mistici cattolici più importanti del nostro tempo”

Gabrielle, la più giovane della famiglia di quattro figli, nacque a Nantes nel 1874 e ivi morì nel 1950. Apparteneva alla nobiltà francese, e come tale, non le mancavano i mezzi per vivere secondo le sue inclinazioni e i suoi talenti. Si dedicò alla musica, al teatro e alle belle lettere. Era amante della caccia, dello sport, delle danze e dei viaggi. Ciò nonostante si mantenne fervente, umile e amante di Dio, e tutte le sue attività ebbero come scopo il bene della società. Nel periodo tra le due guerre mondiali, si dedicò alla composizione di drammi e commedie per divertire ed edificare la gente con temi di vita cristiana vissuta. La sua compagnia teatrale in giro per la Francia le portò tale fama, che una volta ebbe un rammarico: “Se avessi fatto del cinema, invece che teatro, chissà quale fama a quest’ora…”. Una Voce l’interruppe: “Tu appartieni esclusivamente a me”. Il suo confessore scoprì le virtù nascoste in quell’anima semplice, e a più riprese cercò di suggerirle la vita consacrata in un convento.

VIDEO

Gabrielle Bossis, Nantes 1874-1959 -“Lui e io”

2Gabrielle-Bossis1Gabrielle non si arrese mai a una vocazione a cui non si sentiva chiamata, come si oppose decisamente a ogni proposta di matrimonio. “Era stata chiamata da Dio a una vita di santità cui sono invitati tutti non solo i religiosi ma anche i laici”.

Non aveva mai voluto dare troppa importanza alla Voce misteriosa che la sorprendeva in gioventù, ma nell’agosto del 1936, sul transatlantico Ile de France in viaggio per il Canada, la Voce la chiamò: “Mia figliolina!…” . Aveva 62 anni! La Voce si fece sempre più frequente e insistente e una nuova Presenza invase la sua vita. Gentilmente e con grande dolcezza, la Voce– ormai era sicura che fosse quella di Gesù – le chiese di “cedere a lui tutto il posto nel suo cuoree suggerì che volendolo, “il paradiso potrebbe cominciare anche subito”. Il Maestro le chiese di scrivere sotto dettatura, quello che divenne il libro “Lui et Moi”.

In francese “i dieci cahiers” di Gabrielle uscirono in sette volumetti che editorialmente non fecero gran fortuna. Toccò alla traduzione inglese, abbreviata in un solo volume, il privilegio e l’onore di far conoscere il valore del libro.

Lui ed io” è dunque un Diario spirituale e la Bossis non sarebbe tanto l’autrice quanto la scrittrice. Dice una nipote alla lontana che la conobbe. “Gabriella non era poi così intelligente e istruita da scrivere da sé le cose meravigliose che riempiono le pagine del suo libro.Qualche volta si lamentava bonariamente ch’era stanca di muovere la penna. Un giorno si mise a tavolino un po’ restia, mormorando: “So già che mi vuol parlare d’amore“. E Gesù: “Già. Pensavo anch’io, quando potrò cominciare a parlarle d’amore?” 2Gabrielle-Bossis.2

Il padre Gesuita J.Bencsick, ungherese, già missionario in Russia, entusiasta di Lui et Moi, disse in una conferenza il 29 agosto 1993, a Le Fresne-sur-Loire: “Il libro di Gabriella è il Vangelo d’oggi, il mezzo per convertire vescovi, sacerdoti, religiosi e laici. E’ tra i libri più importanti per cattolici e non cattolici, credenti e non credenti. E’ uno dei più grandi in francese e nella letteratura mondiale“. Il missionario alludeva a Geremia? “Quando ho trovato le tue parole, le divorai con avidità… furono la gioia e la letizia del mio cuore” (15,16)

Alcuni brani tratti dal volume “Lui e io di Gabrielle BossisDiario mistico di una donna dei nostri tempi che parlava con le parole di Gesùrelativo all’anno 1938:

14 aprile VII, 14: Pasqua. Visitando i Padri Bianchi. Gardhaia. “Domandami ogni sorta di grazie. Non pensare mai: “Questo è impossibile. Egli non può darmi quest’altro”. Appoggia la tua testa sulla mia spalla. Sono il Risorto“.

Giugno II,32: Versailles. “Quando vedi qualche cosa di reprensibile nei sacerdoti, invece di criticarli, domanda prima a te stessa: ho pregato per loro? Esci fuori da te stessa. cedi il timone della tua vita a me. Perdi la tua anima nella mia. Perchè vuoi far tutto tu? Affidati a me e lasciati andare dove ti guido io“.

2Gabrielle-Bossis

30 maggio VII, 22: “Com’eri felice quando davi un’intera giornata d’intimità a qualche persona cara! Dammi con gioia ancor più grande le tue solitudini.

14 giugno VII, 24: Le Fresne. “Parlami. Per me non c’è preghiera più dolce di questa“.

21 giugno VII,25 Per gli altri: “Parla loro come parlerei io“. “All’invocazione: Sacro Cuore di Gesù, abbi misericordia di noi, detta con vero amore, io concedo maggiori grazie che per una lunga preghiera, recitata meccanicamente“.

17 settembre VII, 37: Bourges. “Mettiti sempre a pregare con delicata disposizione. Ti accetterò io stesso, anche con tutte le tue distrazioni“.

4 ottobre VII, 40: “Soprattutto fiducia! Quando hai un cruccio per il quale non puoi far nulla, pensa: “Lui sistemerà tutto”, e poi rientra nella mia pace.

6 dicembre II, 38: Ajaccio. Dopo la Comunione. “Non permettere che ci sia ombra tra di noi. Se commetti una mancanza, ripara subito con un: “Gesù, ti amo“. Coi tuoi amici mostrati più mite e rispettosa”.

Per scaricarlo in formato Pdf http://yeshua.ilbello.com/libri/LUI%20ED%20IO-%20Gabrielle.Bossis.pdf

FONTI: http://www.ministridimisericordia.org/GabrielleBossis/tabid/545/Default.aspx  http://orantidistrada.blogspot.it/2010/11/le-rivelazioni-di-gesu-gabrielle-bossis.html

Il volume “Lui ed Io” di Gabrielle Bossis”

 

 

Letture di domenica 9 giugno 2013

LETTURE DI DOMENICA0

9 giugno 2013

X Domenica del Tempo Ordinario – Anno C

Maria SS. della Fontenova

Apparizione di Monsummano Terme– Il 9 giugno 1573 una Madonnina con in braccio il bambin Gesù consola una pastorella, indicandole il gregge perso per essersi fermata a pregare. Ma non è l’unico evento miracoloso: il 10 giugno 1602 si sentirà il suo piccolo Gesù piangere e il 7 luglio 1602 comparirà una fonte miracolosa. La storia delle apparizioni e della devozione alla Madonna detta della Fontenova suhttp://biscobreak.altervista.org/2013/06/apparizione-di-monsummano-terme/

SAN EFREM

dottore della Chiesa (ca. 300-373) La storia e la video-storia su http://biscobreak.altervista.org/2013/06/san-efrem/

Beata Anna Maria Taigi 

Siena, Italia (1769 – 1837) Una comune madre e moglie di famiglia che ebbe dalla SS Trinità un dono davvero speciale: un sole che le svelava eventi futuri, ma anche i segreti del cuore umano e di Dio. Una guida preziosa di Papi e futuri santi del suo tempo. La storia, la video-storia, la preghiera e il video che mostra il suo corpo incorrotto su http://biscobreak.altervista.org/2013/06/beata-anna-maria-taigi/

“Il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrò paura? Il Signore è difesa della mia vita, di chi avrò timore? Proprio coloro che mi fanno del male inciampano e cadono.”

COLLETTA

O Dio, sorgente di ogni bene, ispiraci propositi giusti e santi e donaci il tuo aiuto, perché possiamo attuarli nella nostra vita. Per Cristo nostro Signore. Amen.

PRIMA LETTURA

1Re 17,17-24

Dal primo libro dei Re
5figlio_vedovaIn quei giorni, il figlio della padrona di casa, [la vedova di Sarepta di Sidòne,] si ammalò. La sua malattia si aggravò tanto che egli cessò di respirare. Allora lei disse a Elìa: «Che cosa c’è fra me e te, o uomo di Dio? Sei venuto da me per rinnovare il ricordo della mia colpa e per far morire mio figlio?».
Elia le disse: «Dammi tuo figlio». Glielo prese dal seno, lo portò nella stanza superiore, dove abitava, e lo stese sul letto. Quindi invocò il Signore: «Signore, mio Dio, vuoi fare del male anche a questa vedova che mi ospita, tanto da farle morire il figlio?». Si distese tre volte sul bambino e invocò il Signore: «Signore, mio Dio, la vita di questo bambino torni nel suo corpo».
Il Signore ascoltò la voce di Elìa; la vita del bambino tornò nel suo corpo e quegli riprese a vivere. Elìa prese il bambino, lo portò giù nella casa dalla stanza superiore e lo consegnò alla madre. Elìa disse: «Guarda! Tuo figlio vive». La donna disse a Elìa: «Ora so veramente che tu sei uomo di Dio e che la parola del Signore nella tua bocca è verità».
C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.

SALMO RESPONSORIALE

Sal.29

RIT: Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato.3ti esalterò Signore

Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato, non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me. Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi, mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa. RIT

Cantate inni al Signore, o suoi fedeli, della sua santità celebrate il ricordo, perché la sua collera dura un istante, la sua bontà per tutta la vita. Alla sera ospite è il pianto
e al mattino la gioia. RIT

Ascolta, Signore, abbi pietà di me, Signore, vieni in mio aiuto! Hai mutato il mio lamento in danza, Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre. RIT

SECONDA LETTURA

Gal 1,11-19

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati

5san_paolo_apostoloVi dichiaro, fratelli, che il Vangelo da me annunciato non segue un modello umano; infatti io non l’ho ricevuto né l’ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo.
Voi avete certamente sentito parlare della mia condotta di un tempo nel giudaismo: perseguitavo ferocemente la Chiesa di Dio e la devastavo, superando nel giudaismo la maggior parte dei miei coetanei e connazionali, accanito com’ero nel sostenere le tradizioni dei padri.
Ma quando Dio, che mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua grazia, si compiacque di rivelare in me il Figlio suo perché lo annunciassi in mezzo alle genti, subito, senza chiedere consiglio a nessuno, senza andare a Gerusalemme da coloro che erano apostoli prima di me, mi recai in Arabia e poi ritornai a Damasco.
In seguito, tre anni dopo, salii a Gerusalemme per andare a conoscere Cefa e rimasi presso di lui quindici giorni; degli apostoli non vidi nessun altro, se non Giacomo, il fratello del Signore.
C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.

CANTO AL VANGELO

Alleluia, Alleluia.

Un grande profeta è sorto tra noi, e Dio ha visitato il suo popolo.

Alleluia.

VANGELO

Lc 7,11-17
Dal Vangelo secondo LucaMIRACOLO PARALITICO1 (2)

In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla.
Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei.
Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre.
Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo».
Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

Lettura e commento di Don Ferdinando Colombo su

http://www.sacrocuore-bologna.it/it/audio.php

(DISPONIBILE DA DOMENICA)

COMMENTO

Una madre rimasta vedova è in pianto; sta accompagnando il suo unico figlio alla tomba. Nel suo sconsolato dolore alle porte della città, mentre si snoda il corteo funebre, ha la fortuna di incontrare Gesù. La donna di cui si parla nel libro dei Re, vive
MIRACOLO RISURREZIONE FIGLIO DELLA VEDOVA
con il profeta Elìa la stessa esperienza. Per la preghiera del Profeta le viene restituito vivo il suo bambino ed esclama: «Ora so veramente che tu sei uomo di Dio e che la parola del Signore nella tua bocca è verità». Il dolore umano non lascia indifferente Gesù; Egli ne farà esperienza ed è venuto a sanare le nostre ferite causate dal peccato. Egli vede la scena e ne resta turbato, patisce insieme, condivide il dolore e compie il miracolo: il bambino viene restituito alla madre vivo. Il pianto umano giunge fino al cuore di Dio e diventa preghiera se non sfocia tristemente nella disperazione. Una scena quella evangelica, che assume un più vasto significato se si pensa a quanto ininterrottamente avviene nella nostra chiesa mediante i sacramenti, in modo speciale con il santo Battesimo e ancor più con il sacramento della Riconciliazione. Anche noi, figli di Dio nella chiesa, morti al peccato, siamo restituiti vivi per l’interiore purificazione che lo Spirito opera in noi. È il mirabile perpetuo effetto della nostra partecipazione personale e comunitaria alla morte e risurrezione di Cristo, nostro Redentore. Esperienza questa che l’apostolo Paolo ha sperimentato nella sua persona: egli anche nella lettura di oggi ricorda che Dio lo scelse fin dal seno di sua madre e lo chiamò con la sua grazia, si compiacque di rivelare in lui il Figlio suo perché lo annunciasse alle genti. La potenza di Dio è sempre al servizio della sua misericordia, perché è la potenza dell’amore. Dio interviene con amore potente nella vita dei singoli e mostra la sua benevolenza verso il suo popolo. Riconosciamo così che Dio visita il suo popolo, vive accanto a noi: è vicino a ciascuno con amore di Padre, incessantemente. Ravviva la sua presenza proprio quando le sua creatura sperimenta il dolore e si trova dinanzi alla prova suprema della morte. La fede e la fiducia alimentano la nostra speranza.CUORI

(Preparato dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire)

PREGHIERA DELLA SERA

Dio Padre, Tu vuoi la salvezza di ogni uomo e nessuno è estraneo alla Tua provvidenza. Sostieni e guida, o Padre, il nostro cammino. In cambio Ti affidiamo, le gioie e le fatiche, le rinunce e gli atti di carità che siamo riusciti a fare in questo giorno e Ti ringraziamo con tutto il cuore per tutto quello fai per noi e ci dai ogni giorno. Raccolti in preghiera, o Signore, vogliamo esaltare la Tua misericordia; fà che l’umanità intera possa riconoscere l’efficacia della Tua salvezza nella faticosa gestazione di un mondo nuovo. Per Cristo nostro Signore. Amen.

SAN EFREM

SAN EFREM

dottore della Chiesa (ca. 300-373) 9 giugno

Durante la sua vita divenne famoso come abile oratore, maestro, SAN EFREM.3poeta, commentatore e difensore della fede. Efrem è l’unico padre siriaco ad aver ricevuto il titolo di dottore della Chiesa. I siriaci, sia cattolici che ortodossi, gli hanno dato l’appellativo di “arpa dello Spirito Santo“, e utilizzano i suoi inni e le sue composizioni poetiche nella liturgia.

Basilio di Cesarea (2 gen.) lo descrive come «uno che ha dimestichezza con tutto ciò che è vero», e Girolamo (30 set.) lo pone in una lista di grandi scrittori cristiani; «Efrem, diacono della Chiesa di Edessa, compose molti scritti nella lingua siriaca e raggiunse tale prestigio che in certe chiese, dopo la lettura della Bibbia, si leggevano pubblicamente le sue opere. Ho letto in greco la sua opera sullo Spirito Santo [N.d.C. che purtroppo non è giunta ai giorni nostri], tradotta dal siriaco, e anche solo nella versione ho potuto ammirare l’acutezza e la sublimità del suo ingegno». Benché il cardinale Roberto Bellarmino (17 set.), un altro grande dottore della Chiesa, lo consideri «più devoto che studioso», l’intuito spirituale di Efrem in molti dei suoi componimenti ha arricchito grandemente l’intera tradizione cristiana.

VIDEO-STORIA

Nacque intorno all’anno 306 a Nisibi in Mesopotamia, allora sotto il dominio di Roma; dei suoi primi anni abbiamo due racconti: uno, che in una certa misura potrebbe SAN EFREM.2venire da lui, afferma che era figlio di genitori cristiani e «parente di martiri»;nell’altro si dice che il padre e la madre si opponevano alla fede cristiana e lo scacciarono da casa. Si sa che ricevette il battesimo all’età di diciotto anni e si legò al vescovo Giacomo di Nisibi (15 Ing.); si dice che lo accompagnò al concilio di Nicea del 325.

Efrem divenne direttore della scuola teologica, lavorando a strettocontatto con il vescovo Giacomo e i suoi due successori. In questo periodo i persiani posero per tre volte l’assedio alla città, e in alcuni dei suoi inni nisibeni, Carmina Nisibena, ci sono descrizioni dell’assedio e della messa in rotta finale dei nemici nel 350. Tredici anni più tardi la città venne ceduta ai persiani, all’interno delle trattative di pace tra questi e l’imperatore Gioviano. I cristiani abbandonarono la città ed Efrem si ritirò in una grotta di un dirupo che guardava su Edessa. Qui condusse una vita austera nutrendosi solo di un po’ di pane d’orzo e di qualche verdura. E in questo periodo che scrisse gran parte delle sue opere spirituali.

Sant_Efrem_GViene descritto piccolo di statura, calvo, senza barba, con una pelle raggrinzita e secca come un frammento di vaso. Il suo abito era rappezzato e del colore della spazzaturapiangeva molto e non rideva mai. Benché la grotta fosse la sua casa non era un recluso, ed esercitò una grande influenza sulla città di Edessa, dove di frequente predicava con grande eloquenza: quando parlò della seconda venuta del Cristo e del giudizio finale i lamenti dei suoi uditori quasi sommersero le sue parole.

Tra i suoi scopi principale era l’opposizione alla dottrina gnostica della setta dei seguaci di Bardesane. Forse proprio da loro aveva assunto uno dei metodi di propaganda più efficaci per la Chiesa: diffondere l’insegnamento con canti popolari. Efrem riconobbe il grande valore del canto nella liturgia. Imitò la tattica degli avversari scrivendo in modo che le sue composizioni potessero essere cantate e per questo scopo costituì un coro di fanciulle e di vergini per l’esecuzione dei suoi inni in chiesa.

SAN EFREM.1Sembra sia stata questa l’origine degli inni composti appositamente per il canto e diventati parte regolare della liturgia e strumenti efficaci per la catechesi. Solo nell’ultima parte della sua vita divenne diacono; è molto dubbio che sia stato ordinato prete, benché alcuni passi dei suoi scritti lo possano suggerire. Intorno al 370 si recò da Edessa a Cesarea per incontrare S. Basilio Magno. Quest’incontro è menzionato nei suoi scritti e in quelli del fratello di Basilio, Gregorio di Nissa (10 gen.), che fu molto colpito da Efrem.

L’ultima volta che Efrem fu coinvolto in avvenimenti pubblici fu nell’inverno tra il 372 e il 373, poco prima della sua morte, quando ci fu una grande carestia a Edessa e nei dintorni. Molti uomini ricchi dotati di granai ben forniti si rifiutavano di aiutare le persone affamate perché nessuno garantiva loro che ci sarebbe stata un’equa distribuzione. Efrem si offrì allora di farsi garante della distribuzione: la cosa fu accettata, ed egli maneggiò grandi quantità di cibo e denaro, e organizzò un servizio di soccorso per gli ammalati. Ricevette molte lodi per la sua opera. Dopo questa grande impresa ritornò alla sua grotta dove morì solo un anno dopo. La data della sua morte (9 giugno 373) ci è attestata dalla Cronaca di Edessa e da fonti autorevoli, benché alcuni autori affermino che sia vissuto fino al 378 o 379.

SAN EFREMFu un scrittore prolifico: delle sue opere a noi pervenute alcune sono nell’originale siriaco e altre in traduzioni greche, latine e armene. Quasi tutte, a parte i commentari, sono in poesia: tra i poemi più interessanti ci sono i Carmina Nisibena (sono pervenuti a noi settantadue dei settantasette da lui scritti) e numerosi inni per i tempi liturgici, ancora in uso nelle Chiese siriache. Ha commentato quasi tutto l’Antico Testamento e molto del Nuovo, e ha conosciuto i Vangeli attraverso il Diatessaron(che attualmente abbiamo nella versione armena; un frammento in greco è stato scoperto in Mesopotamia), un tentativo di Taziano di far confluire in un solo testo iquattro Evangeli.

Sebbene sappiamo assai poco della vita di Efrem i suoi scritti ci mostrano una notevole capacità di penetrare i grandi misteri delle sofferenze del Cristo e della redenzione del mondo operata dalla sua morte di croce. Per esempio, scrive della «stanza al piano superiore» dove si svolse l’Ultima Cena:

Oh luogo benedetto! Nessun uomo ha visto o potrà vedere le cose che tu hai visto. In te il Signore stesso divenne vero altare, sacerdote, pane e calice di salvezza. Egli è l’unico bastevole, nessuno è bastevole per lui. È altare e agnello, vittima e colui che offre il sacrificio, sacerdote e anche cibo.

In una meditazione sul Cristo flagellato alla colonna mette in contrasto la mancanza di aiuto per la vittima e la divina onnipotenza:

Il cielo e la terra sono sgomenti nel vedere colui che agita la barra di fuoco percosso dai flagelli; nel vedere colui che distese su tutta la terra il velo dei cieli e che pose le fondamenta dei monti, che ha disposto la terra sulle acque, ha fatto brillare il fulmine, ora battuto da individui infami ad una colonna che ha creato con la sua parola… La colonna dell’ignominia fu abbracciata da chi sostiene i cieli e la terra in tutto il loro splendore. Cani selvaggi latrano contro il S.EfremSignore che con il suo tuono scuote le montagne, digrignano i denti contro il Figlio della Gloria.

Nello scritto conosciuto con il nome II Testamento di S. Efrem egli parla ai suoi amici e discepoli con un linguaggio di profonda umiltà del suo avvicinarsi alla morte:

Quanto a me, scortatemi solo con le vostre preghiere.Offrite il vostro incenso a Dio, e su di me cantate inni. Invece di profumi e spezie fate memoria di me nelle vostre intercessioni… Perché il morto trova veramente soccorso dai sacrifici offerti dai viventi.

Le sue opere furono tradotte in latino solo dal 1730 in poi, e sono arrivate in Occidente molto lentamente. Efrem fu dichiarato dottore della Chiesa da Benedetto XV nel 1920. 

Fonteil primo grande dizionario dei santi di Alban Butler

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Letture di Sabato 08 giugno 2013

LETTURE DI SABATOcuore immacolato di Maria

08 giugno 2013

IX Settimana del Tempo Ordinario – Anno I

Cuore Immacolato di Maria

Memoria mariana di origine devozionale istituita da Pio XII, l’odierna celebrazione ci invita a meditare sul mistero di Cristo e della Vergine nella sua interiorità e profondità. Maria, che custodisce la parola e i fatti del Signore meditandoli nel suo cuore (Lc 2,19), è dimora dello Spirito Santo, sede della sapienza (Lc 1,35), immagine e modello della Chiesa che ascolta e testimonia il messaggio del Signore. Lo Spirito Santo che ha preparato il Cuore della Vergine Maria a essere la dimora del Cristo e il tempio vivente di Dio. La grazia porta anche a noi la presenza divina, che ci consacra e ci dà gioia. (monastero di S.Vincenzo Martire)

Il trionfo del Cuore Immacolato di Maria

Testimonianze di alcuni santi e mistici sul Cuore Immacolato di Maria e due video con la preghiera di consacrazione su http://biscobreak.altervista.org/2013/06/il-trionfo-del-cuore-immacolato-di-maria/

Il Cuore Immacolato di Maria e di Gesù

Dal diario mistico di Camilla Bravi e il video della sua storia http://biscobreak.altervista.org/2013/06/il-cuore-immacolato-di-maria-e-di-gesu/

Beato Nicola da Gesturi

Frate cappuccino(1882-1958)  La storia e alcuni video su http://biscobreak.altervista.org/2013/06/beato-nicola-da-gesturi/

“Gioisca il mio cuore nella tua salvezza: canti al Signore che mi ha beneficato.”

PREGHIERA DEL MATTINO

O Dio, che nella Tua provvidenza tutto disponi secondo il Tuo disegno di salvezza, allontana da noi ogni male e dona ciò che giova al nostro vero bene. Per Cristo nostro Signore. Amen

PRIMA LETTURA

Is 61,10-11

isaia profetaDal libro del profeta Isaìa
Sarà famosa tra le genti la loro stirpe, la loro discendenza in mezzo ai popoli. Coloro che li vedranno riconosceranno che essi sono la stirpe benedetta dal Signore. Io gioisco pienamente nel Signore, la mia anima esulta nel mio Dio, perché mi ha rivestito delle vesti della salvezza, mi ha avvolto con il mantello della giustizia, come uno sposo si mette il diadema e come una sposa si adorna di gioielli. Poiché, come la terra produce i suoi germogli e come un giardino fa germogliare i suoi semi, così il Signore Dio farà germogliare la giustizia e la lode davanti a tutte le genti.

C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.

SALMO RESPONSORIALE

Sal da Tb 13

RIT: Benedetto il Signore che vive nei secoli.Dio1

E’ il Signore che punisce e che salva, che fa scendere all’abisso e ne fa risalire; nessun vivente sfugge alla sua mano. RIT

Contemplate quel Signore che ha fatto per voi, e ringraziatelo con tutto il vostro cuore;  con la vostra via esaltate il re dei secoli. RIT

Dalla terra del mio esilio io gli do lode, e manifesto la potenza del suo amore, la sua grandezza a un popolo di peccatori. RIT

Ritornate a Dio, voi che da lui vi siete allontanati; operate la giustizia davanti al Signore  ed egli ancora vi userà misericordia. RIT

CANTO AL VANGELO

Alleluia, Alleluia.

Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Alleluia.

VANGELO

Lc 2,41-51
Dal Vangelo secondo Luca

tempio con maestri e dottoriI genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

COMMENTO

Dio mi ha inviato a guarire.

Siamo certi che nulla si perde dinanzi al Signore di quanto facciamo nel suo nome e nel compimento della sua volontà. Dopo la festa del Sacro Cuore di Gesù celebriamo il 4 gesù al tempioCuore Immacolata di Maria! Quando i genitori presentavano Gesù al Tempio, Simeone benediceva Maria e profetizzava: “Anche a te una spada trafiggerà l’anima” (2,34). Dal momento dell’incarnazione Maria è strettamente legata alla missione del Figlio. Gesù la chiama “beata”, infatti, non tanto perché soffrirà per lui e con lui, ma soprattutto perché vive il cammino della fede. L’episodio del Vangelo di oggi è un buon esempio: dopo tre giorni di ansietà Maria e Giuseppe trovano Gesù nel Tempo che discute con i dottori della legge; non comprendono la sua spiegazione. Però, forse in quel momento Maria comincia a intuire che il suo Gesù non appartiene solo a lei e Giuseppe; sta crescendo e le parole dell’Angelo Gabriele devono avverarsi: “Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre …e il suo regno non avrà fine”(1,32). Forse Maria pensa anche alle parole della cugina Elizabeta: “E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto”(1,45). Maria custodisce tutto nel cuore e in ascolto dello Spirito comprende. (fonte:http://www.lachiesa.it/ )

cuore6PREGHIERA DELLA SERA

O Signore, Tu che non pesi il dono tra le mani, ma guardi alla sincerità del cuore, insegnaci a donare tutto ciò che siamo, imparando da Te che hai dato la Tua vita per noi. In cambio Ti affidiamo, le gioie e le fatiche, le rinunce e gli atti di carità che siamo riusciti a fare in questo giorno e Ti ringraziamo con tutto il cuore per tutto quello fai per noi e ci dai ogni giorno. O Padre, guidaci con il Tuo Spirito perché non solo con le parole, ma con le opere e la vita possiamo renderti testimonianza e così entrare nel regno dei cieli. Sacro Cuore di Maria, siate la salvezza dell’anima mia. Amen.

 

Il trionfo del Cuore Immacolato di Maria

Il trionfo del Cuore Immacolato di Maria

Le rivelazioni di alcuni santi e mistici che hanno parlato del trionfo del Cuore cuore immacolato di MariaImmacolato di Maria.

XVIII secolo, San Luigi Maria Grignion de Montfort

“…il potere di Maria su tutti i demoni risplenderà in modo particolare negli ultimi tempi, quando Satana insidierà il suo calcagno, cioè i suoi poveri schiavi e umili figli che lei susciterà per muovergli guerra. Questi saranno piccoli e poveri secondo il mondo, infimi davanti a tutti come il calcagno, calpestati e maltrattati come il calcagno lo è in confronto alle altre membra del corpo. In cambio saranno ricchi di grazia divina, che Maria comunicherà loro in abbondanza… con l’umiltà del loro calcagno, uniti a Maria, schiacceranno il capo del diavolofaranno trionfare Gesù Cristo… Ecco i grandi uomini che verranno, ma che Maria farà sorgere per ordine dell’Altissimo, per estendere il suo impero su quello dei non credenti, dei pagani, dei musulmani… …la conoscenza di Gesù Cristo e la venuta del suo regno nel mondo non saranno che la conseguenza necessaria della conoscenza della Santa Vergine e della venuta del regno di Maria, che lo ha messo al mondo la prima volta e che lo farà risplendere la seconda.”

 Rosario Toscano, Belpasso

“…Donerò pace all’umanità solo quando ci sarà il trionfo del mio Cuore e così di quello di mio Figlio…” (1 gennaio 1987- messaggio della Madonna )

5 Rosario Toscano, Belpasso“…Il giorno del trionfo del Cuore Immacolato della Regina della Pace non è lontano, ma dipende anche da noi. …Il Signore ci vuole concedere la Pace per le mani di Maria, ma bisogna che quelli che sono incuranti verso la Pace si scuotano nella loro coscienza e collaborino alla costruzione di questa. … Ciò è quello che la Madonna intende quando dice che la Pace «non basta desiderarla»: tutti desiderano la Pace, ma pochi la mettono in atto e ancor di meno sono quelli che lo fanno nel modo giusto…” (11 maggio 1999 – relazione )

“…Le vostre famiglie devono essere piccole oasi di pace, devono essere un piccolo segno della futura venuta del regno di Gesù Cristo. Però il regno di Gesù verrà per mezzo Mio; il Mio Cuore deve trionfare e poi ci sarà l’ultimo e grande trionfo del Cuore di Gesù. Per questo i miei figli, quelli veri, devono entrare nel rifugio sicuro del Mio Cuore…”(23 novembre 1986, messaggio della Madonna )

Catalina Rivas, Bolivia

5Catalina Rivas

“…La tribolazione è arrivata all’inizio del suo culmine. Per questo, figli Miei, avete bisogno di benedizioni che vi aiutino a mantenere viva la vostra fede. Quando vi indebolite in questa, dovete aggrapparvi a questi rosari e pregare con essi. Raccoglietevi e meditate i loro misteri… Valutate bene prima di abbandonarvi a facili seduzioni. Si, è l’ora della Misericordia, sono i decenni dell’amore, non del castigo. E’ l’ora del Nostro trionfo. Del trionfo di Gesù, di Sua Madre, di voi, Miei eletti…”

(24 gennaio 1996, messaggio della Madonna)  

Civitavecchia

addolorata CIVITAVECCHIA “Cari figli dopo i dolorosi anni di tenebre di Satana, ora sono imminenti gli anni del trionfo del mio Cuore Immacolato. […] Consacratevi tutti a me, al mio Cuore Immacolato, e Io proteggerò la vostra Nazione sotto il mio manto ora pieno di grazie” (1995, messaggio della Madonna )

“[…] se mi ascoltate con vero amore, ed esaudite le mie richieste camminando nella strada che io vi traccio nella mente e nel cuore, per mezzo di voi io posso realizzare il grande Disegno Divino del grande trionfo del mio Cuore Immacolato […]”

(8 settembre 1995, messaggio della Madonna  

Canto di consacrazione

A Fatima

La Madonna aveva detto nel 1917: «Gesù vuole stabilire nel mondo la devozione al Mio Cuore Immacolato».5A Fatima

(1917, messaggio della Madonna)

Su invito del Cielo, suor Lucia faceva pressioni affinché il Papa consacrasse la Russia al Cuore Immacolato di Maria e il 2 dicembre 1940 scrisse una lettera a Pio XII in cui si legge:

“… in varie comunicazioni intime, nostro Signore non ha tralasciato d’insistere in questa richiesta, promettendo ultimamente, se la Santità Vostra si degnerà di fare la Consacrazione del mondo al Cuore Immacolato di Maria, con menzione speciale della Russia, e di ordinare che in unione con la Santità Vostra facciano detta Consacrazione tutti i Vescovi del mondodi abbreviare i giorni della tribolazione con cui ha stabilito di punire le nazioni per i loro delitti, con la guerra, la fame e le varie persecuzioni alla Chiesa e alla Santità Vostra. Mi dispiace veramente, Santissimo Padre, per le sofferenze della Santità Vostra!  E, per quanto mi è possibile, con le mie povere orazioni e sacrifici, cerco di diminuirle vicino al nostro buon Dio e all’Immacolato Cuore di Maria…”

Santa Margherita Maria Alacoque

santa maria margherita alacoque1“Dopo la Comunione sentii una grande unione con Gesù. Qualche momento dopo udii che mi chiamava dicendomi: «Mia figlia, Mia cara regina, ti ho elevata a sposa del Re Sacramentato.  Continua la tua breve missione.  Finché vivi prega per i ciechi, per i poveri peccatori. Ne hai ancora molti da condurre sui Miei sentieri.  Io sono il Cammino, la Verità e la Vita. Conducili perché Io sia amato. … Non lasciarmi solo nei Miei Tabernacoli, neppure un momento. Io aspetto anime che Mi amino come tu Mi ami, ma non ne ho. Sono tanto dimenticato! Anzi, sono tanto offeso! Abbi pietà del tuo Gesù. Guarisci con la tua riparazione questa lebbra tanto contaminatrice. Scrivi al tuo Padre Spirituale che, in prova dell’amore che hai verso la Mia Madre Santissima, voglio che si faccia ogni anno un Atto di Consacrazione del mondo intero in uno dei giorni da te scelti (Assunzione, Candelora, Annunciazione) chiedendo a questa Vergine senza macchia di peccato di confondere gli impuri, affinché cambino strada e non Mi offendano. Come ho chiesto a Santa Margherita Maria Alacoque che il mondo sia consacrato al Mio divin Cuore, così chiedo a te che sia consacrato a Lei con una festa solenne»……

consacrazione a Maria

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Fontihttp://www.mariadinazareth.it / http://profezie3m.altervista.org

 

Il Cuore Immacolato di Maria e di Gesù

Il Cuore Immacolato di Maria e di Gesù 

cuore di Gesù e di Maria

Camilla Bravi a cavallo del 900, sposata a 19 anni, vede tradimenti, mondanità, droga e tentativi di suicidio fino alla conversione che la porterà a diventare un’anima vittima. Dal “Il diario mistico di Camilla Bravi” un angolo tutto all’unione dei Cuori di Maria e del Suo figlio Gesù.

Maggio 1949

Nella Comunione spirituale, Gesù mi disse:

«Adorami oggi nel mio Cuore vivente in Maria, come te l’ho mostrato più volte. Tu a volte pensi non sarebbe più esatto dire: Maria vivente nel Cuor di Gesù. Ora ti spiego perché si dice: Gesù vivente in Maria. Perché è il mio Cuore che dona a Lei l’amore e tutti i suoi sentimenti. È il suo Cuore che riceve dal Mio.

Il mio Cuore è stato formato in Maria Santissima per opera dello Spiri­to Santo; e come Essa nell’Incarnazione mi ha dato il suo sangue immacolato, e il mio Sangue è sangue di Maria, come Essa, essendo madre di Gesù Cristo vero Dio e vero Uomo, è diventata la vera Madre anche di Dio per partecipazione del Verbo Figlio di Dio che in Lei assunse Carne, la Vergine è perciò la Madre vera di Dio, perché Madre di Gesù Cristo vero Dio. Il mio Cuore è vivente nel suo Cuore, perché ha fatto sempre la volontà di Dio quand’era in terra, e la fa in Cielo in modo perfettissimo.

Perciò tu puoi chiamarlo: Cuore della divina Volontà. L’essenza del Cuore di Maria è la Volontà divina. Perciò in Cielo comanda e ottiene tutto ciò che vuole Dio. Di nessun altro cuore s’è servito Iddio come di quello di Maria, e in esso Egli ha versato tutto il suo infinito Amore, tanto grande da renderla Figlia del Padre, Madre del Figlio, sposa dello Spirito Santo.

cuore di Maria.Il Cuore di Maria conosce tutti i segreti di Dioperché è unito al Cuo­re del suo Figlio Gesù. Maria partecipa per grazia e possiede gli attributi del mio Cuore: la bontà, la grandezza, la potenza e la sapienza del Sacro Cuore di Gesù, Verbo Incarnato in Lei. Il Cuore di Maria è il forziere che racchiude i gioielli, cioè le grazie di Dio, per versarle sul mondo. È il tabernacolo in cui l’eterna Sapienza vuole essere adorata dagli Angeli e da­gli uomini. È specchio di Dio che riverbera la Divinità; è dolce calamita che attira le anime nel Cuore di Gesù, e che conquista o disperde i miei nemici.

Dio ha voluto sin dall’eternità ch’Ella diventasse la Madre sua, per trasfondere nel suo Cuore materno l’Amore suo infinito verso le sue crea­ture. Maria ama teneramente tutta l’umanità, specialmente i figli della Chiesa di cui Ella ha partorito il Capo, Gesù; ed esercita ancora il suo Amore verso di loro, figli suoi adottivi. Ella intercede, placa, disarma la Giustizia divina. E questo amore materno in Lei, è Dio che glielo dona continuamente per associarla in tutto a Sé nell’opera di salvezza delle ani­me, come la volle Corredentrice nella Redenzione del genere umano, costituendola nostra Madre ai piedi della Croce. Ella sempre e ancor oggi scende sulla terra, protesa verso i figli e il mondo, per illuminarli, soccor­rerli, salvarli, portarli a Gesù».

Egli continuò: «Il mio Cuore è inseparabilmente unito al Cuore della Madre mia.

cuore di Gesù e di Maria1

Unica è la fiamma d’Amore dei nostri due Cuori: il mio Amo­re infinito alimenta il suo Cuore. Due Cuori uniti nell’unica fiamma d’A­more del Figlio, così che dei nostri due Cuori formiamo un sol cuore e una sola volontà: la Volontà di Dio. Hai compreso perché si dice: Cuor di Gesù vivente in Maria? Come staccare Maria e il suo Cuore dal Mio, se Essa è legata con legami così profondi con la Santissima Trinità, col Figlio di Dio e suo Figlio Gesù, da esserne tutta assorbita, immedesimata, divi­nizzata? Comprendi le grandezze del Cuor di Maria? Amalo tanto questo suo Cuore, perché amandolo tu ami anche il Mio. Se tu sei nel mio Cuo­re, sei anche nel Suo. Se sei nel suo Cuore, sei anche nel Mio. Amala, falla conoscere ed amare, così consolerai il mio Cuore».

Tratto da: “Il diario mistico di Camilla Bravi

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Fonte: http://www.preghiereagesuemaria.it/libri/il%20diario%20mistico%20di%20camilla%20bravi.htm

Beato Nicola da Gesturi

Beato Nicola da Gesturi

Frate cappuccino(1882-1958) 8 giugno 

Beato_Nicola_da_Gesturi-Giovanni_Medda-AUomo del silenzio, portò con sé, per coloro che lo incontravano, un forte richiamo all’assoluto. “Frate Silenzio“, così veniva affettuosamente chiamato dalla gente per il suo atteggiamento: liberato dal superfluo e alla ricerca dell’essenziale, non si lasciava distrarre dalle cose inutili o dannose, vera testimonianza della presenza del Verbo Incarnato accanto a ogni uomo.

A Gèsturi, paese sardo di circa 1.500 abitanti, situato nella regione del Sarcidanu e nell’arcidiocesi di Oristano, il 4 agosto 1882 nasce Giovanni Angelo Salvatore, figlio di modesti e religiosi possidenti: Giovanni Medda Serra e Piràma Cogoni Zedda, quarto di cinque fratelliA cinque anni è già orfano di padre e a tredici anche di madre; per cui viene assunto come servo “non stipendiato” dal benestante Peppino Pisano, suocero della sorella Rita, presso la quale resta ancora dopo la morte del parente.

Guarito da una grave malattia reumatico-articolare, nel marzo 1911 Giovanni Medda sale a Cagliari sul colle di Buoncammino, al convento di Sant’Antonioper essere accettato tra i fratelli non chierici cappuccini dal commissario provinciale, padre Martino da Sampierdarena. L’aspirante è raccomandato dalla dichiarazione del parroco, don Vincenzo Albana (Gèsturi, 31 marzo 1911), che si dice dispiaciuto della partenza del giovane dalla “parrocchia, dove è stato sempre di edificazione per tutti, non solo per la sua specchiata pietà, ma anche per la illibatezza della vita e l’austerità dei costumi”.

Ricevuto dal superiore prima come terziario, Giovanni Medda indossa il saio a Cagliari solo il 30 ottobre 1913 ed assume il nome che lo renderà famoso in tutta l’isola e oltre: frate Nicola da Gèsturi. Dopo il 13 giugno 1914, continua il noviziato a Sanluri, sotto la guida di padre Fedele da Sassari, “religioso austero con sé e con gli altri, e severo fino alla pignoleria“. Così temprato alla vita conventuale, il novizio emette la professione semplice il 1° novembre 1914, confermando poi la sua consacrazione totale a Dio il 16 febbraio 1919 con la professione solenne.

Fra-Nicola-da-GesturiGli si affida un primo incarico piuttosto esigente: la cucina del convento di Sassari. Quantunque ce la metta tutta, fra Nicola non riesce tuttavia ad accontentare i confratelli. Lo si sostituisce, inviandolo a Oristano, poi a Sanluri a riossigenarsi nello spirito del noviziato. Finalmente i superiori individuano un ambiente più consono e possibilmente vasto per le straordinarie virtù di frate Nicola: l’obbedienza e l’umiltà e lo stabiliscono definitivamente nel capoluogo della Sardegna, dove aveva esposto la timida richiesta di essere cappuccino. Riceve l’incarico di questuare “a santu Franciscu”, per san Francesco, secondo l’espressione tipicamente sarda.

Per esattezza storica, nel Settecento, in quello stesso convento, ha dimorato un altro questuante cappuccino come lui, veneratissimo in tutta l’isola: sant’Ignazio da Làconi (1701-1781). Non resta che prenderlo come esemplare e fra Nicola ci riesce stupendamente. Per trentaquattro anni si aggira, testimone silenzioso, nelle campagne, scende e sale i tortuosi vicoli dei rioni Castello e Villanova, si spinge ai paesi vicini del Campidano, per poi percorrere in lungo e in largo le strade e i corsi di Cagliari. Si arresta soltanto quando incontra “sora nostra morte corporale” alle ore 0,15 dell’8 giugno 1958.

Nicola da Gesturi_02La venerazione di cui è circondato è tale da far salire a circa 60.000 i partecipanti ai funerali, iniziati alle ore 17 del 10 giugno. La fiumana avanza tra una pioggia ininterrotta di fiori e blocca per più ore il traffico di Cagliari, per arrestarsi solo al cimitero di Bonaria. Più che un funerale, si è di fronte a un corteo trionfale, trasformato in seguito in pellegrinaggio quotidiano fino al 2 giugno 1980, quando le spoglie mortali dell’ormai servo di Dio frate Nicola da Gèsturi ritornano nella sua chiesetta di Sant’Antonio. Nel frattempo, il 6 ottobre ha inizio il processo informativo e il 22 febbraio 1978 quello cognizionale per la sua canonizzazione. Il 25 giugno 1996 viene promulgato il decreto sulle sue virtù eroiche, alla presenza di Giovanni Paolo II, che lo dichiara Beato in piazza San Pietro la domenica del 3 ottobre 1999.

Fra Nicola taceva per ascoltarsi e ascoltare. Cioè percepire in sé la presenza dell’Eterno Silenzioso che è Dio, a coglierne i segreti impulsi di amore e riversarli nei fratelli che incontrava quotidianamente per le vie di Cagliari. Il suo sguardo silenzioso era soprattutto contemplazione di Dio, ringraziamento per quanto riceveva, rimprovero per chi poteva dare e glielo negava, perdono per le non rare ingiurie di chi lo riteneva soltanto un fannullone e per i comunisti che, nell’infuocato aprile politico del 1948, scambiandolo per un “agit-prop” (agitatore propagandista) clericale lo caricarono di legnate. Anche in questa deprecabile circostanza fra Nicola rispose, come era sua abitudine, con il silenzio; in questura rifiutò categoricamente di denunciare i responsabili, perché – secondo lui – non era successo nulla.

Pur avendo l’incarico di questuare per il convento, praticamente non chiede mai nulla e tutti lo soccorrono. Gli interventi orali di Frate Nicola erano sempre telegrafici e vertevano necessariamente sulla preghiera della quale egli era imbevuto, perché dovevano rispondere alla continua richiesta, quasi unica, del popolo: “Frate Nicola, pregate per noi!”. E lui, senza mai stancarsi: “Preghiamo: pregate, pregate!”. “Pregate: andate. Il Signore vi ha ascoltato”. “E voi pregate per me”.

Beato Nicola da Gesturi4Era un appassionato lettore degli scritti della mistica francescana beata Angela da Foligno(1249-1309), tanto che il confratello che glieli aveva prestati non potè riaverli. Frate Nicola si scusava così: “Li ho letti tante volte, ma quando arrivo alla fine mi piace ricominciare da capo: sono troppo belli!”.

Durante la II guerra mondiale quando la sirena dell’allarme avvertiva i cagliaritani che il bombardamento era cessato, frate Nicola sgusciava per primo dal convento e raggiungeva i punti più colpiti della città per recare i primi soccorsiSovvenne pure quanti lottavano con la fame e il freddo rintanati nelle caverne. Fu un miracolo che egli stesso non sia rimasto vittima del furore bellico; più miracoloso ancora che la sua fragile fibra – in seguito i medici gli riscontreranno una serie di gravi malanni – non si sia spezzata.

Fonte: il primo grande dizionario dei santi di Alban Butler/http://www.fraticappuccini.it/

Letture di Venerdì 07 giugno 2013

LETTURE DI VENERDÌ corazon-de-jesus12

07 giugno 2013

Sacratissimo Cuore di Gesù

Le origini di questa devozione su http://biscobreak.altervista.org/2013/06/il-sacro-cuore-di-gesu/.

Apparizioni Madonna della Quercia

7 giugno 1578 – Conflenti è un comune italiano di 1.430 abitanti della provincia di Catanzaro in Calabria. Il nome deriva probabilmente dalla sua posizione alla confluenza di due piccoli fiumi. Qui la Madonna apparve più volte ai suoi cittadini chiedendo che venisse eretta una chiesa. La storia delle apparizioni e un video del santuario su http://biscobreak.altervista.org/2013/06/apparizione-di-conflenti/

BEATA ANNA DI SAN BARTOLOMEO

carmelitana (1626) Speciale compagna di santa Teresa D’Avila  le fu vicina fino alla morte quando il 4 ottobre 1582, spirò tra le sue braccia. La storia e la preghiera su http://biscobreak.altervista.org/2013/06/beata-anna-di-san-bartolomeo/

 “Di generazione in generazione durano i pensieri del suo Cuore, per salvare dalla morte i suoi figli e nutrirli in tempo di fame.”

PREGHIERA DEL MATTINO

O Padre, che nel Cuore del Tuo dilettissimo Figlio ci dai la gioia di celebrare le grandi opere del Tuo amore per noi, fa’ che da questa fonte inesauribile attingiamo l’abbondanza dei Tuoi doni. Per il nostro Signore Gesù Cristo, Tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con Te, nei secoli dei secoli. Amen

PRIMA LETTURA

Ez 34, 11-16

Dal libro del profeta Ezechiele.
Così dice il Signore Dio: «Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e le passerò in rassegna. Come un pastore passa in rassegna il suo gregge quando si trova in mezzo pastore6alle sue pecore che erano state disperse, così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine. Le farò uscire dai popoli e le radunerò da tutte le regioni. Le ricondurrò nella loro terra e le farò pascolare sui monti d’Israele, nelle valli e in tutti i luoghi abitati della regione. Le condurrò in ottime pasture e il loro pascolo sarà sui monti alti d’Israele; là si adageranno su fertili pascoli e pasceranno in abbondanza sui monti d’Israele. Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore Dio. Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita, fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia».

C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.

SALMO RESPONSORIALE

Sal 22

RIT: Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.pastore (2)

Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla. Su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce. Rinfranca l’anima mia. RIT

Mi guida per il giusto cammino a motivo del suo nome. Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincàstro mi danno sicurezza. RIT

Davanti a me tu prepari una mensa sotto gli occhi dei miei nemici. Ungi di olio il mio capo; il mio calice trabocca. RIT

Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita, abiterò ancora nella casa del Signore per lunghi giorni. RIT

SECONDA LETTURA

Rm 5, 5-11

croce 16Dalla lettera di San Paolo apostolo ai Romani.
Fratelli, l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato. Infatti, quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi. Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. A maggior ragione ora, giustificati nel suo sangue, saremo salvati dall’ira per mezzo di lui. Se infatti, quand’eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più, ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. Non solo, ma ci gloriamo pure in Dio, per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, grazie al quale ora abbiamo ricevuto la riconciliazione.

C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.

CANTO AL VANGELO

Alleluia, Alleluia.

Io sono il buon pastore, dice il Signore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me.

Alleluia.

VANGELO

Lc 15, 3-7
pastore pecora ritrovataDal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai farisei e agli scribi questa parabola:
«Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

COMMENTO

Il Cuore che tanto ci ama.
“Ecco quel cuore che ha tanto amato gli uomini”, così il nostro Redentore si rivelava ad una sua devota ed innamorata, Santa Margherita Maria Alaquoque. Oggi celebriamo quell’amore che è stato riversato nei nostri cuori, che ci ha meritato la salvezza, che ci ha liberati dal male, ci ha riconciliati con il Padre, ci ha fatto riscoprire la fraternità tra noi. L’evangelista Giovanni, che nell’Ultima cena posò il suo capo sul SCuore_di_MCpetto del Signore, ebbe il privilegio di sentirne il pulsare intenso mentre egli stava per celebrare la prima consacrazione e poi iniziare la sua crudelissima passione. Maria di Màgdala sentì in lei i salutari effetti di quell’amore, si sentì amata, perdonata e convertita, e con lei una schiera di peccatori, di uomini e donne oppressi dal male fisico e spirituale. Chi di noi non ha sentito con la gioia del perdono l’intensità di quell’amore? Chi dopo una comunione eucaristica non si  è sentito amato, preso, coinvolto, immerso in quel cuore? La Chiesa ha preso coscienza della perennità di quell’amore, legato al memoriale della sua passione, morte e risurrezione, legato alla fedeltà dei suoi, alla santità di tanti e tante, che lo hanno testimoniato con il martirio e con l’eroicità della virtù cristiane. Siamo certi che il cuore di Cristo pulsa ancora nel nostro mondo e non smette di amarci anche quando abbiamo la triste impressione che alte barriere siano state erette tra noi e Lui. Egli è venuto proprio per abbattere il muro di separazione che il peccato aveva innalzato. In quell’amore egli si rivela ai piccoli, da quell’amore siamo guidati verso il vero bene, in quel cuore troviamo conforto quando siamo affaticati ed oppressi, lì troviamo ristoro, lì pregustiamo i primi bagliori della nostra finale risurrezione. È santa energia per noi, è la forza di Dio in noi per portare i nostri pesi, per fare della fatica della nostra vita, l’offerta quotidiana del nostro volontario tributo di gratitudine e di lode a Cristo e in Lui alla Trinità beata. È un cuore aperto e radioso quello che Cristo ancora oggi ci si mostra, è trafitto dal peccato, ma irradia ancora la sua grazia che ci santifica, che ci purifica e ci rende santi. Oggi fissiamo quel cuore umano e divino, ci immergiamo in esso e ci specchiamo in esso per sorbirne lo splendore, per sintonizzarci con quei battiti, per fargli sentire la nostra infinita gratitudine nello sforzo quotidiano di ripeterne le virtù e di imitarne l’intensità.

(Preparato dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire)misericordia6

PREGHIERA DELLA SERA

Signore Gesù, che nel sangue e nell’acqua effusi sulla croce ci hai donato il tuo Spirito e ci hai aperto le sorgenti della salvezza, liberaci dalla schiavitù del peccato, perché possiamo aderire a Te, nostro redentore, e portare ogni giorno il giogo soave del Tuo amore. In cambio Ti affidiamo, le gioie e le fatiche, le rinunce e gli atti di carità che siamo riusciti a fare in questo giorno e Ti ringraziamo con tutto il cuore per tutto quello fai per noi e ci dai ogni giorno. O Padre, fà che sappiamo vederTi nel fratello affamato, prigioniero, pellegrino, malato, e lavoriamo per la liberazione dell’umanità dalla miseria, dalla fame e dalla guerra. Amen

BEATA ANNA DI SAN BARTOLOMEO

BEATA ANNA DI SAN BARTOLOMEO

carmelitana (1626) 7 giugno

Speciale compagna di santa Teresa D’Avila le fu vicina fino alla morte quando il 4B. ANNA DI SAN BARTOLOMEO ottobre 1582, spirò tra le sue braccia.

Negli scritti di S. Teresa d’Avila (15 ott.) ci sono ripetuti riferimenti alla giovane sorella conversa Ana de San Bartolomé, che era sua speciale compagna e che la santa riformatrice del Carmelo descrive come una grande serva di Dio. Anna era nata da una famiglia di contadini, i Garcia, ad Almendral, nei pressi di Avila; i suoi genitori morirono quando lei aveva solo dieci anni, e fu allevata dai fratelli. Fino all’età di vent’anni fece la pastorella. I suoi fratelli desideravano che si sposasse ma scelse la vita religiosa. La sua stessa giovanile esuberanza, destava in lei molte forti tentazioni contro i suoi desideri di donarsi a Dio, affliggendola e tormentandola.

Ella si rivolse allora a Maria perché la proteggesse e decise di praticare dure penitenze perché le forti tentazioni potessero cessare. Ebbe pare, in questo periodo, dei fenomeni mistici, di cui aveva goduto già durante l’infanzia. Vide sogni che le rappresentavano la Madonna con Gesù Bambino; un giorno le si presentò Gesù stesso, dall’aspetto bellissimo, che le disse: “Io sono quello che tu cerchi e con il quale devi sposarti“. Un giorno poi, mentre era al pascolo, si addormentò e vide un monastero e delle monache con un mantello bianco: era un sogno premonitore.

BEATA ANNA DI SAN BARTOLOMEOFu ammessa nel convento carmelitano di S. Giuseppe ad Avila il 7 novembre 1570. Il 15 agosto 1572 fece la professione: era la prima sorella conversa della riforma “teresiana”, e dal 1575 al 1582 fu la religiosa più vicina a Teresa e l’accompagnò in quasi tutti i suoi viaggiMadre Teresa un giorno, recandosi in coro, cadde malamente dalla scala d’ingresso, fratturandosi, fra dolori lancinanti, il braccio sinistro. Suor Anna, come infermiera, la curò; santa Teresa tuttavia non guarì perfettamente e non poté più vestirsi da sola e compiere altri lavori. Così suor Anna, dovendo aiutarla per tutto questo, entrò maggiormente nell’intimità della fondatrice. Teresa la trovava più efficiente di chiunque altra. Più volte volle che diventasse corista, ma sempre Anna rifiutò dicendo che non era sufficientemente istruita.

Anna ci ha lasciato una descrizione scritta del loro ultimo viaggio da Medina ad Alba de Tormes e della morte di Teresa il 4 ottobre 1582:

«Il giorno in cui morì non era più in grado di parlare. Le cambiai la biancheria, il velo e i manicotti; sembrò soddisfatta di essere così pulita, mi guardò sorridendo e con segni mi mostrò la sua gratitudine».

Teresa morì tra le braccia di Anna. Per sei anni lei visse B. ANNA DI SAN BARTOLOMEO2tranquillamente nel monastero di Avila, quando la sua vita cambiò radicalmente: era giunta richiesta di fondare un monastero di carmelitane scalze a Parigi e Anna di Gesù, succeduta a Teresa, partì con cinque compagne, tra cui la nostra Anna di S. Bartolomeo.

Giunte a Parigi furono accolte dalla principessa de Longueville e da altre nobildonne di corte, ma Anna preferì sgattaiolare in cucina per preparare il pranzo. I suoi superiori avevano però deciso che la compagna di Teresa avrebbe avuto un posto d’onore nella comunità e per obbedienza accettò di diventare corista. Resta qualche perplessità per questa sua resistenza alla professione solenne: certamente era persona molto umile e forse perché cosciente del suo retroterra contadino era esitante nell’accettate uno status uguale a suore che erano di nobile lignaggio o provenivano da ricche famiglie. Probabilmente per una donna era più difficile infrangere le barriere tra le classi sociali.

Qualche commentatore ha suggerito che non sapesse né leggere né scrivere (firmò infatti l’atto della sua professione con una croce), ma secondo gli studiosi più accreditati, essendo stata segretaria di Teresa, aveva ricoperto un incarico che supponeva una certa preparazione. Fu inoltre autrice di un’autobiografia. La fondazione di Parigi incontrò B. ANNA DI SAN BARTOLOMEO1diverse difficoltà, e cinque suore si trasferirono nei Paesi Bassi. Anna, che era rimasta in Francia, fu nominata priora prima a Pontoise e poi a Tours; e l’inizio del suo compito di direzione fu assai faticoso e nelle preghiere dichiarava la propria incompetenza, paragonandosi a un debole filo di pagliaLa risposta che sentiva era: «E’ con la paglia che accendo il mio fuoco».

Nel 1611 Anna fu mandata a Mons, in Belgio, dove rimase un anno, trasferendosi poi ad Anversa e fondando là un monastero che presto fu pieno di fanciulle della nobiltà, tutte desiderose d’imparare da colei che aveva collaborato così strettamente con Teresa e che già veniva considerata santa. In due occasioni, quando Anversa fu assediata dal principe d’Orange, Anna trascorse la notte in preghiera, e la città salvata la acclamò come sua protettrice. La sua morte 1626 diede  luogo a straordinarie dimostrazioni popolari: ventimila persone vennero a vedere il suo corpo e a toccarlo con corone del rosario o altri oggetti religiosi. Per molti anni la città di Anversa continuò a venerare la sua memoria con una processione annuale al suo convento, un lungo corteo guidato da funzionari della municipalità recanti candele. Anna fu beatificata il 6 maggio 1917 da papa Benedetto XV.

Preghiera

O Dio, grandezza degli umili, che nella beata Anna di san Bartolomeo hai dato alla tua Chiesa un sublime esempio di carità e pazienza, fa’ che nella dedizione a Cristo e ai fratelli viviamo la legge del tuo amore.

Fonte: il primo grande dizionario dei santi di Alban Butler/ http://www.carmelitaniroma.it