Papa Francesco 1 gennaio 2013

Papa Francesco 1 gennaio 2013

Giornata Mondiale della Pace

FRATERNITÀ, FONDAMENTO E VIA PER LA PACE

Papa-FrancescoIn sintesi le parti principali del discorso di Papa Francesco nella Giornata Mondiale della Pace.

Nel cuore di ogni uomo e di ogni donna alberga, infatti, il desiderio di una vita piena, alla quale appartiene un anelito insopprimibile alla fraternità, che sospinge verso la comunione con gli altri, nei quali troviamo non nemici o concorrenti, ma fratelli da accogliere ed abbracciare.

1. La famiglia

è la sorgente di ogni fraternità, e perciò è anche il fondamento e la via primaria della pace, poiché, per vocazione, dovrebbe contagiare il mondo con il suo amore.

Il numero sempre crescente di interconnessioni e di comunicazioni che avviluppano il nostro pianeta rende più palpabile la vocazione a formare una comunità composta da fratelli che si accolgono reciprocamente, prendendosi cura gli uni degli altri. Tale vocazione è però ancor oggi spesso contrastata e lentamente “abituare” alla sofferenza dell’altro, chiudendoci in noi stessi. In tante parti del mondo, sembra non conoscere sosta la grave lesione dei diritti Papa Francescoumani fondamentali, soprattutto del diritto alla vita e di quello alla libertà di religione. Il tragico fenomeno del traffico degli esseri umani, sulla cui vita e disperazione speculano persone senza scrupoli, ne rappresenta un inquietante esempio. Alle guerre fatte di scontri armati si aggiungono guerre meno visibili, ma non meno crudeli, che si combattono in campo economico e finanziario con mezzi altrettanto distruttivi di vite, di famiglie, di imprese. La globalizzazione, come ha affermato Benedetto XVI, ci rende vicini, ma non ci rende fratelli. Inoltre, le molte situazioni di sperequazione, di povertà e di ingiustizia, segnalano non solo una profonda carenza di fraternità, ma anche l’assenza di una cultura della solidarietà. Le nuove ideologie caratterizzate da diffuso individualismo, egocentrismo e consumismo materialistico, indeboliscono i legami sociali, alimentando quella mentalità dello “scarto”, che induce al disprezzo e all’abbandono dei più deboli, di coloro che vengono considerati “inutili”.

2. “Dov’è tuo fratello?” (Gen 4,9)

Una vera fraternità tra gli uomini suppone ed esige una paternità trascendente. A partire dal riconoscimento di questa paternità, si consolida la fraternità tra gli uomini, ovvero quel farsi “prossimo” che si prende cura dell’altro. Il racconto di Caino ed Abele insegna che l’umanità porta inscritta in sé una vocazione alla fraternità, ma anche la possibilità drammatica del suo tradimento.

3. “E voi siete tutti fratelli” (Mt 23,8) Papa Francesco

La radice della fraternità è contenuta nella paternità di Dio. Non si tratta di una paternità generica, indistinta e storicamente inefficace, bensì dell’amore personale, puntuale e straordinariamente concreto di Dio per ciascun uomo (cfr Mt 6,25-30)

4. La fraternità tra le nazioni, fondamento e via per la pace

Paolo VI afferma che non soltanto le persone, ma anche le Nazioni debbono incontrarsi in uno spirito di fraternità. i loro obblighi sono:

– il dovere di solidarietà, che esige che le Nazioni ricche aiutino quelle meno progredite;

– il dovere di giustizia sociale, che richiede il ricomponimento delle relazioni rtra popoli forti e popoli deboli;

– il dovere di carità universale, che implica la promozione di un mondo nel quale il progresso degli uni costituisca un ostacolo allo sviluppo degli altri.

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La solidarietà cristiana presuppone che il prossimo sia amato non solo come “essere umano con i suoi diritti e la sua fondamentale eguaglianza davanti a tutti, ma come viva immagine di Dio Padre, riscattata dal sangue di Gesù Cristo e posta sotto l’azione permanente dello Spirito Santo”

5. Fraternità tra i popoli, premessa per sconfiggere la povertà

Una grave crescita della povertà relativa, cioè di diseguaglianze tra persone e gruppi che convivono politiche efficaci che promuovano il principio della fraternità, politiche che servano ad attenuare una eccessiva sperequazione del reddito. Un modo per promuovere la fraternità – e così sconfiggere la povertà – che dev’essere alla base di tutti gli altri è il distacco di chi sceglie di vivere stili di vita sobri ed essenziali, di chi, condividendo le proprie ricchezze, riesce così a sperimentare la comunione fraterna con gli altri.

6. La riscoperta della fraternità nell’economia

papa-francesco (1)Il succedersi delle crisi economiche deve portare agli opportuni ripensamenti dei modelli di sviluppo economico e a un cambiamento negli stili di vita. La crisi odierna, pur con il suo grave retaggio per la vita delle persone, può essere anche un’occasione propizia per recuperare le virtù della prudenza, della temperanza, della giustizia e della fortezza.

7. La fraternità spegne la guerra

Faccio mio l’appello dei miei Predecessori in favore della non proliferazione delle armi e del disarmo da parte di tutti, a cominciare dal disarmo nucleare e chimico.

8. La corruzione e il crimine organizzato avversano la fraternità

– penso al dramma lacerante della droga;

– alla tragedia dello sfruttamento del lavoro;

– penso ai traffici illeciti di denaro come alla speculazione finanziaria;

– penso alla prostituzione;

– penso all’abominio del traffico di esseri umani, ai reati e agli abusi contro i minori, alla schiavitù;

Papa-Francesco– alla tragedia spesso inascoltata dei migranti sui quali si specula indegnamente nell’illegalità;

– viene anche da pensare alle condizioni inumane di tante carceri, dove il detenuto è spesso ridotto in uno stato sub-umano.

L’uomo, però, si può convertire e non bisogna mai disperare della possibilità di cambiare vita. Desidererei che questo fosse un messaggi odi fiducia per tutti, anche per coloro che hanno commesso crimini efferati, poiché Dio non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva (cfr Ez 18,23).

9. La fraternità aiuta a custodire e a coltivare la natura

La natura è a nostra disposizione, e noi siamo chiamati ad amministrarla responsabilmente. Invece, siamo spesso guidati dall’avidità, dalla superbia del dominare, del possedere, del manipolare, dello sfruttare. A tale riguardo, la persistente vergogna della fame nel mondo mi incita a condividere con voi la domanda: in che modo usiamo le risorse della terra? In tal senso, vorrei richiamare a tutti quella necessaria destinazione universale dei beni che è uno dei principi-cardine della dottrina sociale della Chiesa.Papa_francesco_fedeli

10. Conclusione

La fraternità ha bisogno di essere scoperta, amata, sperimentata, annunciata e testimoniata. Ma è solo l’amore donato da Dio che ci consente di accogliere e di vivere pienamente la fraternità. Noi cristiani crediamo che nella Chiesa siamo membra gli uni degli altri, tutti reciprocamente necessari, perché ad ognuno di noi è stata data una grazia secondo la misura del dono di Cristo, per l’utilità comune (cfr Ef 4,7.25; 1 Cor 12,7) “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri” (Gv 13.34-35).

E’ questa la buona novella che richiede ad ognuno un passo in più un esercizio perenne di empatia, di ascolto della sofferenza e della speranza dell’altro, anche del più lontano da me, incamminandosi sulla strada esigente di quell’amore che sa 20130316_12696_papa_francesco_9bdonarsi e spendersi con gratuità per il bene di ogni fratello e sorella. Cristo abbraccia tutto l’uomo e vuole che nessuno si perda. “Dio non a mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui” (Gv 3,17). Lo fa senza opprimere, senza costringere nessuno ad aprirgli le porte del suo cuore e della sua mente. “Chi fra voi è il più grande diventi come il più piccolo e ci governa diventi come quello che serve” – dice Gesù Cristo – “io sono in mezzo a voi come uno che serve” (Lc 22,26-27). Ogni attività deve essere, allora, contrassegnata da un atteggiamento di servizio alle persone, specialmente quelle più lontane e sconosciute. Il servizio è l’anima di quella fraternità che edifica la pace.      

(Questo riassunto è stato gentilmente fornito in data 01.01.2014 dalla Chiesa del S. Cuore in Bologna – Italia)

PAPA FRANCESCO E MARIA VERGINE

PAPA FRANCESCO E MARIA VERGINE

papa Francesco1Che rapporto c’è tra papa Francesco e Maria Vergine? Quale la Madonna a lui più cara? Cosa ne pensa delle apparizioni di Medjugorje e quale il vero messaggio di Maria?

Dall’inizio del suo pontificato papa Francesco ha dimostrato un grande amore verso la Madonna:

Fratelli e sorelle vi lascio.. grazie tanto dell’accoglienza, pregate per me e ci vediamo presto domani voglio andare a pregare la Madonna perchè custodisca tutta Roma. Buona notte e buon riposo.“ (Vedi l’articolo con il discorso iniziale del papa)

Così aveva concluso il suo discorso il 13 marzo 2013 dopo la sua elezione a Vescovo di Roma.  Già da questo suo primo discorso si era percepito il grande amore di papa Bergoglio per la nostra Provvida Madre. Infatti nel primo sabato del mese mariano il Santo Padre prende possesso della Basilica Liberiana e, recitando i misteri gaudiosi del Rosario, indica nella Madonna la mamma che dona salute ai propri figli.

papa Francesco2Come una madre, Maria, – spiega il Pontefice – ci aiuta a crescere umanamente e nella fede, ad essere forti e non cedere alla tentazione dell’essere uomini e cristiani in modo superficiale, ma a vivere con responsabilità, a tendere sempre più in alto“. (Vedi l’articolo di Radio Vaticana )

“Maria è la donna dell’ascolto, della decisione e dell’azione,” ci ha detto il Santo Padre. “Maria sa ascoltare la voce di Dio, i fatti reali e comprenderne il significato. Maria ascolta “meditando”tutto, prudentemente, nel suo cuore. Si prende il “tempo” necessario per capire, per sviscerare, per concretizzare quello che le viene detto.” (fonte)

Vi è una Madonna non molto nota alla devozione popolare, ma che ha davvero toccato il cuore di papa Bergoglio quando ancora giovane prete si trovò a soggiornare in Germania, stiamo parlando di “Maria che scioglie i nodi” non è molto conosciuta anche perchè non si tratta di una apparizione vera e propria. Nata nel cuore della Baviera nel 1700, era una devozione cara alla famiglia Ratzinger e così riportata alla luce dopo l’elezione di Benedetto XVI al soglio Pontificio. Il giovane Bergoglio se ne innamorò a tal punto che si prese il maria-nodicompito di divulgarla in tutta l’Argentina tanto che, diventato Vescovo nel 1996 dedicò a questa devozione persino un grande Santuario. La Madonna che scioglie i nodi, con un gioco di parole LEGA questi due Pontefici al Suo Cuore Immacolato. (vedi il video)

Maria “non vive di fretta, ma solo quando è necessario va in fretta”. (fonte)

Il 13 ottobre 2013 – Papa Francesco ha consacrato il mondo intero al Cuore Immacolato di Maria ai piedi della Madonna di Fatima. E per farlo ha voluto invitare i rappresentanti dei Santuari Mariani ufficialmente riconosciuti dalla Chiesa (vedi l’articolo di suor Emmanuel) e tra questi però vi erano anche i rappresentanti di Medjugorje che come ben sappiamo sono ancora sotto l’esame della Commissione per l’approvazione apostolica dal 2010. Ovviamente questa tacita iniziativa del Papa è stata vista come un atto significativo per tutti i sostenitori  di Medjugorje.

Eppure nel giro di un mese la situazione sembra capovolgersi, infatti il 15 novembre ha rilasciato un discorso piuttosto contrario alle aspettative:

Brasile, Papa arrivato ad Aparecida

Lo spirito di curiosità è mondano, ci porta alla confusione”. È ciò che accade quando “ci dicono: io conosco un veggente, una veggente che riceve lettere della Madonna, messaggi della Madonna. Ma la Madonna è madre, non è un capo ufficio della posta, per inviare messaggi tutti i giorni”. (tratto da fai.informazione.it)

Il Giornale Libero non si è lasciata sfuggire questa frase per mettere in cattiva luce le apparizioni di Medjugorje. (vedi articolo http://theoutcast-blog.blogspot.it/2013/11/libero-il-giornale-che-non-sa-scrivere.html) Ma il discorso era ben più profondo e ne ha poi pagato a caro prezzo le spese.

Anche il memorandum inviato ai vescovi statunitensi di scoraggiare le riunioni di preghiera indette dal veggente Ivan Dragicevic sono state fonte di sconcerto, anche perchè non si capisce per quale motivo solo in America dovrebbero essere evitate, in quanto vi è ancora un dubbio sull’autenticità delle stesse, ma non vengono invitati a fare altrettanto anche con gli altri e nelle altre parti del mondo.

E’ comunque indubbio che papa Francesco e Maria Vergine abbiano un legame profondo, ma ci risulta a questo punto difficile comprenderne il reale punto di vista. Sembra infatti molto legato a Radio Maria e al suo direttore Padre Livio, noto sostenitore di queste apparizioni, tanto che non appena due suoi giornalisti: Mario Palmaro e Alessandro Gnocchi hanno scritto sul Foglio un articolo intitolato: “Questo papa non ci piace”, P. Livio ha provveduto papa Francescoimmediatamente a cacciarli dalla sua emittente internazionale. Mario Palmaro per tutta risposta si è visto fare una telefonata dall’interessato non tanto per chiarire i suoi punti di vista, ma per chiedere informazioni sul suo stato di salute precario. (vedi l’articolo del corriere)

Di certo la Madonna è il primo pensiero del nostro papa, soprattutto quando vi sono delle difficoltà. L’ha più volte definita Madre ed è proprio alla mamma che si corre quando si è in pericolo, quando ci si sente soli, quando si hanno delle preoccupazioni… Così è stato  quando commosso dalla malattia di una bambina malata ha chiesto un Ave Maria a tutti i presenti in piazza S. Pietro  (vedi il video), oppure dopo la tragedia della Sardegna, dove ancora una volta non ha mancato di rivolgersi a Maria:

«Adesso facciamo una preghierina in silenzio e poi pregheremo la Madonna perché benedica e tutti i fratelli e le sorelle sardi». Subito dopo la recita dell’Ave Maria in italiano. (vedi l’articolo di sardies.org)

papa Francesco3Maria è colei che risolve i nostri piccoli e grandi problemi e in un’udienza generale in piazza S. Pietro il 23 ottobre, fece il paragone con la Chiesa stessa. Affermò che come Maria visitando S. Elisabetta portava oltre ad un aiuto reale e materiale, portava una cosa ancora più importante: Gesù. La Chiesa deve dunque essere come Maria una portatrice del Figlio Suo (vedi l’articolo di tempi.it)

Auguriamoci dunque secondo gli insegnamenti del santo pontefice, di non lasciarci traviare da ciò che è il significato vivo e vero del mistero mariano: Gesù! Affinchè anche noi veri mariani, possiamo portare a tutti il nostro caro Gesù, il figlio di colei che ci ha presi tutti come Madre e che ci vuole tutti vicini e adoranti il Cristo Signore Nostro.

 

Papa Francesco a Santa Marta oggi 21 ottobre 2013

 

Papa Francesco a Santa Marta oggi 21 ottobre 2013

Il Papa: stamani durante la Messa a Santa Marta.l’attaccamento ai soldi distruggeimages (2) persone e famiglie, usiamo i beni che Dio ci dà per aiutare gli altri.

 

La cupidigia, l’attaccamento ai soldi, distrugge le persone, distrugge le famiglie e i rapporti con gli altri: è quanto ha detto il Papa .
“Questo è un problema di tutti i giorni. Quante famiglie distrutte abbiamo visto per il problema di soldi: fratello contro fratello; padre contro figlio… E’ questo il primo lavoro che fa questo atteggiamento dell’essere attaccato ai soldi, distrugge! Quando una persona è attaccata ai soldi, distrugge se stessa, distrugge la famiglia! I soldi distruggono! Fanno questo, no? Ti attaccano. I soldi servono per portare avanti tante cose buone, tanti lavori per sviluppare l’umanità, ma quando il tuo cuore è attaccato così, ti distrugge”.

images (3)“E’ quello che fa male: la cupidigia nel mio rapporto con i soldi. Avere di più, avere di più, avere di più… Ti porta all’idolatria, ti distrugge il rapporto con gli altri! Non i soldi, ma l’atteggiamento, che si chiama cupidigia. Poi anche questa cupidigia ti ammala, perché ti fa pensare soltanto tutto in funzione dei soldi. Ti distrugge, ti ammala… E alla fine – questo è il più importante – la cupidigia è uno strumento dell’idolatria, perché va per la strada contraria a quella che ha fatto Dio con noi. San Paolo ci dice che Gesù Cristo, che era ricco, si è fatto povero per arricchire noi. Quella è la strada di Dio: l’umiltà, l’abbassarsi per servire. Invece la cupidigia ti porta per la strada contraria: tu, che sei un povero uomo, ti fai Dio per la vanità. E’ l’idolatria!”.

“Il Signore ci insegna qual è il cammino: non è il cammino della povertà per la images (5)povertà. No! E’ il cammino della povertà come strumento, perché Dio sia Dio, perché Lui sia l’unico Signore! No l’idolo d’oro! E tutti i beni che abbiamo, il Signore ce li dà per fare andare avanti il mondo, andare avanti l’umanità, per aiutare, per aiutare gli altri. Rimanga oggi nel nostro cuore la Parola del Signore: ‘Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede’”.

Testo proveniente dalla pagina http://it.radiovaticana.va/news/2013/10/21/il_papa:_lattaccamento_ai_soldi_distrugge_persone_e_famiglie,_usiamo/it1-739081
del sito Radio Vaticana

Consacrazione del mondo a Maria

CONSACRAZIONE DEL MONDO A MARIA

  12 OTTOBRE 2013

La consacrazione e il rapporto con il segreto di fatima

fatima inmaculado corazonLa Statua originale della Vergine fu trasportata a Roma il 13 ottobre 2013, in occasione della Giornata mariana promossa dal Dicastero per la nuova Evangelizzazione un anno dopo che Papa francesco consacrò il mondo al Cuore Immacolato di Maria ai piedi della Madonna di Fatima.

Il 13 ottobre, Papa Francesco consacrò il mondo al Cuore Immacolato di Mariaai piedi della Statua della Madonna di Fatima. In risposta al desiderio del Santo Padre l’Immagine di Nostra Signora del Rosario di Fatima, che si venera nella Cappellina delle Apparizioni, fu portata a Roma il 12 e 13 ottobre 2013 in occasione della Giornata mariana promossa dal Pontificio Consiglio per la Promozione della nuova Evangelizzazione.

La Giornata Mariana fu uno degli eventi cruciali nel calendario delle celebrazioni papali dell’Anno della Fede. Centinaia i movimenti e le istituzioni legate alla devozione mariana che si riunirono nella Capitale per l’appuntamento. Il presidente del Dicastero per la Nuova Evangelizzazione, mons. Rino Fisichella, dichiarò in una lettera inviata al Vescovo di Leiria-Fatima, mons. António Marto, che “tutte le realtà ecclesiali di spiritualità mariana” erano invitate alla Giornata.

consacrazione del mondo alla madonna di fatimaNel programma dell’incontro un pellegrinaggio alla tomba dell’Apostolo San Pietro e la solenne Celebrazione Eucaristica, presieduta da Papa Francesco, in piazza San Pietro.

E’ un vivo desiderio del Santo Padre che la Giornata Mariana possa avere come segno particolare una delle icone mariane più significative per i cristiani di tutto il mondo e, per questo motivo, abbiamo pensato all’amata statua originale della Madonna di Fatima(Mons. Fisichella.)

Così, l’immagine della Vergine di uno dei Santuari più famosi al mondo partì dal Portogallo la mattina del 12 ottobre 2013 per poi farvi ritorno il pomeriggio seguente. Durante la sua assenza, nella Cappella delle Apparizioni fu esposta la prima immagine della Madonna Pellegrina di Fatima, intronizzata nella Basilica di Nostra Signora del Rosario dall’8 dicembre 2003.

Papa-Benedetto-XVIIL SEGRETO DI FATIMA

Benedetto XVI affermò “Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa”. Disse queste parole nel pieno dello scandalo pedofilia, durante un improvviso pellegrinaggio a Fatima, il 13 maggio 2010, davanti al Santuario. Ovviamente tale scandalo non poteva essere compreso nella visione rivelata nel 2000 (dove non c’è traccia di esso), ma in un’altra parte che è tuttora da pubblicare.

Benedetto XVI disse infatti: “oltre questa grande visione della sofferenza del Papa, che possiamo in prima istanza riferire a Papa Giovanni Paolo II, sono indicate realtà del futuro della Chiesa che man mano si sviluppano e si mostrano… e quindi sono sofferenze della Chiesa che si annunciano… Quanto alle novità che possiamo oggi scoprire in questo messaggio, vi è anche il fatto che non solo da fuori vengono attacchi al Papa e alla Chiesa, ma le sofferenze della Chiesa vengono proprio dall’interno della Chiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa”.

Il successore viene eletto il 13 marzo successivo (il giorno 13 del mese richiama la devozione di Fatima). Ci si chiede se quelle parole possano riferirsi al papa dimissionario… o al successore che ama definirsi “vescovo di Roma”. Lo stesso papa papa francesco e benedettoFrancesco, devoto a Maria (a cui dedica la sua prima uscita), cita Fatima all’Angelus del 17 marzo 2013, dopo pochi giorni incontra monsignor Capovilla, l’antico segretario di Roncalli ormai novantenne, che vive nella bergamasca. Il colloquio è avvolto nel segreto ma viene spontaneo domandarsi:  Perché nel primo mese del suo pontificato il Papa ha sentito il bisogno di vedere riservatamente l’antico segretario di Roncalli? Per quale urgenza? Terminiamo aggiungendo che ad un mese esatto dalla sua elezione, un annuncio a sorpresa: papa Francesco ha chiesto al patriarca di Lisbona, il cardinale José Policarpo, di consacrare il suo pontificato alla Madonna di Fatima. Cosa significa? E che dobbiamo aspettarci?

ARTICOLI COLLEGATI

Novena alla Madonna di Fatima
Maria SS.ma di Fatima e i suoi segreti
BEATI FRANCESCO E GIACINTA MARTO
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PAPA BENEDETTO XVI
IL TRIONFO DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA
IL CUORE IMMACOLATO DI MARIA E DI GESÙ 
BERTHE PETIT E IL CUORE ADDOLORATO E IMMACOLATO DI MARIA 

Fonti:www.santuario-fatima.pthttp://www.predazzoblog.it/papa-francesco-e-il-terzo-segreto-di-fatima-di-antonio-socci/

Papa Francesco e Scalfari

PAPA FRANCESCO E SCALFARI

“Giovani senza lavoro, uno dei mali del mondo”

Su Repubblica è apparso il botta e risposta di Scalfari con Papa 300x01380611285224scalfaribergoglioFrancesco. Dopo le domande che il senatore a  vita aveva pubblicato sul quotidiano in questione, ecco giungere la risposta del papa: … È venuto ormai il tempo, e il Vaticano II ne ha inaugurato appunto la stagione, di un dialogo aperto e senza preconcetti…”

Dunque un papa come Francesco I non si era mai visto, aperto al dialogo con i più piccoli (addirittura attraverso telefonate) fino a lettere pubbliche come quella inviata al senatore a vita Scalfari, (la lettera di Bergoglio) Ma non si è limitata a quella, infatti in poco tempo ecco giungere anche a lui la fatidica telefonata, proprio come farebbe un amico ad un altro amico. La segretaria ti annuncia di avere il papa all’altro capo del telefono non è più un’utopia. E ormai è entrato nell’uso comune domandare al primo squillo: “Che sia Papa Francesco?”

La telefonata a Scalfari, è stata solo l’anticipo di un’incontro che ci farà conoscere scalfarimeglio alcuni pensieri e le caratteristiche di Papa Francesco. Comincia subito con il problema più urgente da affrontare: quello della disoccupazione giovanile e dell’abbandono degli anziani. Ma sembra esserci per lui una cosa ancora più grave: la mancanza di speranza per entrambi. “Senza memoria del passato e senza il desiderio di proiettarsi nel futuro costruendo un progetto, un avvenire, una famiglia? È possibile continuare così? Questo, secondo me, è il problema più urgente che la Chiesa ha di fronte a sé”. 

Ovviamente il senatore non avrebbe mai pensato che fosse un problema della Chiesa quanto dello Stato, ma il nostro papa ci tiene a sottolineare: “… La Chiesa deve sentirsi responsabile sia delle anime sia dei corpi». Ammette che con il tempo questa consapevolezza è sfumata e lui ha tutte le intenzioni di dare una bella rinfrescata. Sembra che secondo Bergoglio se ogni individuo seguisse la sua naturale propensione al bene questo potrebbe già di per se cambiare in meglio il mondo.

Ma non si tratta solo di belle parole la Chiesa attraverso le missioni si sta attivando in questo senso e ci tiene a sottolineare che “…  Non è proselitismo, è amore. …”

Durante la conversazione spunta fuori il termine narcisismo e il papa non teme di affermare apertamente che, coloro che hanno questo “disturbo mentale sono persone che hanno molto potere. Spesso i Capi sono narcisi.” Ma non intende solo i “capi dello Stato”, anche quelli della Chiesa affermando che “La corte è la lebbra del papato.”

Eh sì, Papa Bergoglio ha davvero le idee chiare, e nemmeno si lascia intimidire. Non teme di mettere a nudo il difetto più evidente: una Santa Sede che definisce come Scalfari-e-Francesco-300x225Vaticano-centrica e che afferma di avere tutte le intenzioni di cambiare. Oserei dire che da quel che già abbiamo avuto modo di vedere, in questi pochi mesi di pontificato il cambiamento è già in atto. “… La Chiesa è o deve tornare ad essere una comunità del popolo di Dio e i presbiteri, i parroci, i Vescovi con cura d’anime, sono al servizio del popolo di Dio. La Chiesa è questo, una parola non a caso diversa dalla Santa Sede cheha una sua funzione importante ma è al servizio della Chiesa. Io non avrei potuto avere la piena fede in Dio e nel suo Figlio se non mi fossi formato nella Chiesa e ho avuto la fortuna di trovarmi, in Argentina, in una comunità senza la quale non avrei preso coscienza di me e della mia fede“.

Ovviamente questi sono tutti argomenti molto seri ed importanti ma quanto ci piace di più sentirlo parlare di se, come farebbe una persona qualunque che ti parla del suo passato. Papa Bergoglio è soprattutto questo, un uomo semplice e diretto ed ecco quindi come risponde alla domanda circa la sua vocazione:

«…Avrei dovuto fare un altro mestiere secondo la mia famiglia, lavorare, guadagnare qualche soldo. Feci l’università. Ebbi anche una insegnante verso la quale concepii rispetto e amicizia, era una comunista fervente. Spesso mi leggeva e mi dava da leggere testi del Partito comunista. Così conobbi anche quella concezione molto materialistica. Ricordo che mi fece avere anche il comunicato dei comunisti americani in difesa dei Rosenberg che erano stati condannati a morte. La donna di cui le sto parlando fu poi arrestata, torturata e uccisa dal regime dittatoriale allora governante in Argentina».

Nonostante sia nato in mezzo alla cultura materialista del comunismo non ne è stato contagiato, anzi il conoscerlo sempre meglio gli ha fatto capire quali siano gli errori più gravi. Al contrario il nostro ex presidente nato in un clima di profondo praticato cattolicesimo non gli fu sufficiente scudo durante gli studi liceali per evitare di passare dall’altra sponda. Viene comunque presto confortato. “…il clericalismo non dovrebbe aver niente a che vedere con il cristianesimo. San Paolo che fu il primo a parlare ai Gentili, ai pagani, ai credenti in altre religioni, fu il primo ad insegnarcelo».

papa francescoSe volevamo sapere quali sono i santi più amati e ai quali il nostro papa è più devoto ebbene, il Senatore a Vita è riuscito a saperlo:  San Paolo, Benedetto, Tommaso e Ignazio, ma quelli che sente più vicini a lui sono AgostinoFrancesco. Del primo apprezza particolarmente per quel suo sentirsi impotente di fronte all’immensità di Dio e ai compiti ai quali un cristiano e un Vescovo sono chiamati a compiere, nonostante come intuisce Agostino, è la Grazia che compie il prodigio più grande. E Papa Francesco ammette che nessuno può sapere se e di quanta grazia può essere irrorato da Dio. Di Francesco dice: “È grandissimo perché è tutto.” Ma soprattutto ama l’idea di una Chiesa povera che si prende cura degli altri, riceve aiuto materiale e lo utilizza per sostenere gli altri, con nessuna preoccupazione di se stessa. Questo è il pensiero che risulta essere più forte per Papa Francesco, l’idea che pare, dal suo incalzante dialogo non solo desiderare, ma mettere in pratica.

Sottolinea anche la grande importanza che hanno i mistici «Sono stati fondamentali. Una religione senza mistici è una filosofia». E incalza «… Il mistico riesce a spogliarsi del fare, dei fatti, degli obiettivi e perfino della pastoralità missionaria e s’innalza fino a raggiungere la comunione con le Beatitudini. Brevi momenti che però riempiono l’intera vita ».

I cristiani una minoranza? Per papa Bergoglio questo non è un problema, anzi lo definisce un punto di forza, facendo riferimento al Vangelo che parla di piccola parte di lievito per un grande risultato.

…Ho deciso come prima cosa di nominare un gruppo di otto cardinali che siano il mio consiglio. Non cortigiani ma persone sagge e animate dai miei stessi sentimenti.

L’articolo termina con le suddette parole di Scalfari:” Questo è Papa Francesco. Se la Chiesa diventerà come lui la pensa e la vuole sarà cambiata un’epoca.

Tratto dall’articolo di Repubblica “Il Papa a Scalfari: così cambierò la Chiesa”Giovani senza lavoro, uno dei mali del mondo””

Gli Angeli e i Papi

GLI ANGELI E I PAPI

2 ottobre

Arcangeli-tosiniDa Papa Pio XI a Giovanni XXIII, da Pio XII al nostro amato Papa Francesco che oggi festeggia con noi tutti gli Angeli, vediamo cosa ne pensavano e ne pensa il papa odierno in merito a questi nostri grandi protettori.

Noi teniamo a dire, anche un debito di riconoscenza al nostro angelo custode – disse poi Pio XI – di esserci sentiti sempre da lui assistiti in modo mirabile. Soventissimo sentiamo che egli è qui, vicino a noi, pronto all’assistenza, all’aiuto“. Egli raccomanda spesso la devozione all’angelo custode, in modo speciale a certe categoria di visitatori e fedeli, come i rappresentanti diplomatici della Santa Sede, i missionari, gli educatori. “Quando mi accade – confidò Pio XI – di dover parlare con qualche persona, con la quale so che l’argomentare è difficile e per cui il linguaggio deve essere accentuato con forma speciale di persuasione, allora raccomando all’angelo mio custode perché, di tutto, faccia parola all’angelo custode della persona che devo incontrare: Pio XIsicché una volta stabilita l’intesa tra i due spiriti, il colloquio risulta per il meglio ed è facilitato“.

Gli ex segretari particolari di Pio XI hanno rivelato ancora altri particolari della familiarità del Pontefice con gli angeli. Ecco, ad esempio, cosa scriveva il cardinale Carlo Confalonieri: “Era devotissimo degli angeli custodi, del suo personale in primo luogo e di quelli che riteneva preposti agli uffici ecclesiastici e alle varie circoscrizioni territoriali. Quando doveva compiere qualche delicata missione, pregava il suo angelo di preparare e facilitare la strada, predisponendo gli animi. Anzi, in circostanze di particolari difficoltà, pregava pure l’angelo dell’altro interlocutore, perché illuminasse e ispirasse il suo protetto. Entrando nel territorio della diocesi di Milano, si era inginocchiato a baciare la terra che il Signore gli affidava e aveva invocato la protezione dell’angelo della diocesi. Quando prendeva congedo da un prelato incaricato di qualche missione, gli rivolgeva abitualmente l’augurio della liturgia: ‘Il Signore sia sulla vostra via e il suo angelo vi accompagni sempre’.L’ENCICLICA “HUMANI GENERIS

Pio XII parlò anche lui della missione degli angeli nella vita cristiana, tuttavia senza abbandonarsi a confidenze come il suo predecessore Pio XI e il suo successore Giovanni XXIIIL’Enciclica “Humani generis“, pubblicata nell’Anno Santo 1950, segnalava aiPio_XII_Pacelli vescovi “alcune false opinioni che minacciavano di sovvertire i fondamenti della dottrina cattolica”. Denunciava certi teologi e riaffermava l’esistenza degli angeli contro coloro che la mettono in discussione, che riducono gli angeli a figure mitiche e ne fanno quasi “volatili celesti” o delle entità vaporose. L’allocuzione rivolta da Pio XII il 3 ottobre 1958 a 700 pellegrini americani è un vero gioiello di teologia pastorale. Colui che fu chiamato “Pastore angelico” esorta i fedeli a “trattenersi familiarmente” con gli angeli custodi. Secondo il suo metodo pastorale, Pio XII parte dalle cose terrene per elevare gradualmente gli uditori alle realtà celesti. Dopo aver evocato le bellezze del mondo visibile – il mare, il cielo stellato – ammirate dai pellegrini d’oltreoceano durante il loro viaggio, il Papa ricorda loro “che esiste anche un altro mondo, un mondo invisibile, ma altrettanto reale” quanto il nostro. Questo mondo invisibile che ci circonda è popolato di angeli. “Essi erano nelle città che hanno visitato… erano i vostri compagni di viaggio“.

Ispirandosi alla Sacra Scrittura, ai Padri e alla liturgia, il Papa indica la missione degli angeli nella vita degli uomini. “Ogni uomo, per quanto umile sia, è vegliato dai suoi angelo custodeangeli. Sono gloriosi, puri, splendidi, e vi sono stati dati per compagni di via: hanno l’incarico di vigilare con cura su di voi, affinché non vi scostiate dal Cristo, loro Signore. E non solo vogliono difendervi dai pericoli che vi attendono lungo il cammino, ma sono attivi accanto a voi e vi incoraggiano quando vi sforzate di salire sempre più in alto nell’unione con Dio attraverso Cristo“. Poiché si è propensi talvolta a limitare la missione degli angeli custodi a un ufficio di difesa e di protezione, specialmente sul piano materiale, Pio XII con tutta la tradizione cristiana va oltre. “Il nostro angelo custode – dice il Papa – ha cura ancora della nostra santificazione. L’angelo custode fa di tutto per favorire la nostra ascesa spirituale e per sviluppare la nostra vita di intimità con Dio. L’angelo custode è un maestro di ascesi e di mistica, è una guida e un trascinatore verso le vette“. Pio XII esorta i fedeli a mantenere fin da quaggiù relazioni di familiarità con i loro invisibili compagni di strada, chiamati a divenire un giorno i loro visibili compagni d’eternità.Pope_Francis_in_March_2013

Anche il nostro caro papa Francesco non è meno interessato agli angeli e proprio oggi 2 ottobre 2013 festa di tutti gli angeli ha affemato: ”Oggi celebriamo la memoria degli angeli custodi. La loro presenza rafforzi in ciascuno di voi, cari giovani, la certezza che Dio vi accompagna nel cammino della vita”. Dunque anche Papa Francesco crede alla presenza viva e attiva degli esseri angelici e lo ringraziamo di cuore per la benedizione che ci è giunta al termine dell’udienza generale in piazza San Pietro nel saluto ai pellegrini di lingua italiana.

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FRANCESCO… ULTIMO PAPA?

FRANCESCO… ULTIMO PAPA?

apocalisse cavalliSecondo la visione di Papa Leone XIII Satana aveva ottenuto da Dio il permesso di tentare la Chiesa e gli uomini per un centinaio di anni. Santa Caterina Emmerich nelle sue profezie accenna a 2 papi, ma non è la sola, vi è infatti la profezia di un monaco russo del XVIII° e anche l’Apocalisse di Giovanni… Tutto sembra far pensare che questo pontificato sarà l’inizio di una dura battaglia, da vincere con il rosario in una mano e il crocifisso nell’altra come ci spiegherà il Montfort.

Il 13 Ottobre 1884 Leone XIII ebbe una visione mentre celebrava la Messa. Il Pontefice descrivendo con orrore questa visione disse che riguardava il futuro della Chiesa, un periodo di circa cento anni in avanti quando il potere di Satana avrebbe raggiunto il suo culmine. Di questo episodio sono note diverse versioni; in quella più comunemente terraaccettata si dice che Leone XIII avrebbe sentito due voci: una dolce e gentile, che lui additò come quella di Cristo, l’altra roca e aspra che doveva essere quella di Satana. In questo dialogo Satana affermava con orgoglio di poter distruggere la Chiesa, ma per fare questo chiedeva più tempo e più potere. Nostro Signore acconsentì alla richiesta e gli chiese di quanto tempo e di quanto potere avesse bisogno. Satana rispose che aveva bisogno di 75 o 100 anni e un maggior potere su coloro che si fossero messi al suo servizio. Nostro Signore accordò a Satana il tempo e il potere che chiedeva, dandogli piena libertà di disporne come voleva. Leone XIII rimase così scosso da questa esperienza che scrisse una preghiera in onore di San Michele per la protezione della Chiesa:

“San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia, contro la malvagità e le insidie del diavolo sii nostro aiuto. Ti preghiamo supplici: che il Signore lo comandi! E tu, principe delle milizie celesti, con la potenza che ti viene da Dio, ricaccia nell’inferno Satana e gli altri spiriti maligni, che si aggirano per il mondo a perdizione delle anime.”

Il pontefice dispose che questa preghiera fosse detta alla fine di ogni Messa. Questa disposizione venne seguita fino agli anni ‘60, quando, con la riforma della Messa attuata dal Concilio Vaticano II (1962-65), la preghiera venne definitivamente soppressa dalla liturgia.

Beata Anna Caterina Emmerich:anna caterinaemmerich

Vidi anche il rapporto tra i due papi… Vidi quanto sarebbero state nefaste le conseguenze di questa falsa chiesa. L’ho veduta aumentare di dimensioni; eretici di ogni tipo venivano nella città [di Roma]. Il clero locale diventava tiepido, e vidi una grande oscurità… Allora la visione sembrò estendersi da ogni parte. Intere comunità cattoliche erano oppresse, assediate, confinate e private della loro libertà. Vidi molte chiese che venivano chiuse, dappertutto grandi sofferenze, guerre e spargimento di sangue. Una plebaglia selvaggia e ignorante si dava ad azioni violente. Ma tutto ciò non durò a lungo.” (13 maggio 1820)

Vidi ancora una volta che la Chiesa di Pietro era minata da un piano elaborato dalla setta segreta, mentre le bufere la stavano danneggiando. Ma vidi anche che l’aiuto sarebbe arrivato quando le afflizioni avrebbero raggiunto il loro culmine. Vidi di nuovo la Beata Vergine ascendere sulla Chiesa e stendere il suo manto su di essa. […] devono pregare ferventemente… Devono pregare soprattutto perché la chiesa delle tenebre abbandoni Roma.” (25 agosto 1820)

Il monaco Basilio di Kronstadt

monaco Basilio di KronstadtNel XVIII secolo, a San Pietroburgo fece questa strana profezia…

“Quando il vescovo di Roma assumerà due nomi (il riferimento fino ad ora sembrava si riferisse a Giovanni Paolo II; ma ora non potrebbe trattarsi di Francesco e dell’ormai vescovo emerito Benedetto XVI?) un impero sarà prossimo a crollare: quello della bestemmia. Ma sarebbe follia esultare di gioia, perché non sarà la fine ma l’inizio dei dolori:…le guerre strisceranno sulla terra come serpenti velenosi…” […] “Fintanto che ci sarà la preghiera pubblica, non accadrà niente; ma verrà il tempo in cui la preghiera pubblica cesserà. La gente dirà: le cose resteranno come sono. Sarà allora che accadrà la grande calamità…”

Apocalisse

Nel capitolo 11 si parla di due Testimoni…

[3]…Ma farò in modo che i miei due Testimoni, vestiti di sacco, compiano la loro missione di profeti per milleduecentosessanta giorni”. [4]Questi sono i due olivi e le due lampade che stanno davanti al Signore della terra. [5]Se qualcuno pensasse di far loro del male, uscirà dalla loro bocca un fuoco che divorerà i loro nemici. Così deve perire chiunque pensi di far loro del male. [6]Essi hanno il APOCALISSE.1jpgpotere di chiudere il cielo, perché non cada pioggia nei giorni del loro ministero profetico. Essi hanno anche potere di cambiar l’acqua in sangue e di colpire la terra con ogni sorta di flagelli tutte le volte che lo vorranno. [7]E quando poi avranno compiuto la loro testimonianza, la bestia che sale dall’Abisso farà guerra contro di loro, li vincerà e li ucciderà. […][10]… Gli abitanti della terra faranno festa su di loro, si rallegreranno e si scambieranno doni, perché questi due profeti erano il tormento degli abitanti della terra. 

Potrebbero essere papa Francesco e Benedetto XVI i due ulivi e le due lampade poste dal Signore sulla terra perchè attraverso il loro martirio essa venga purificata e liberata dall’influenza malefica di Satana?

San Luigi Maria Grignion de Montfort

(22 ottobre 1822) Dal “Trattato della Vera Devozione alla Santa Vergine

…dobbiamo sapere che saranno dei veri discepoli di Gesù Cristo, che camminano sulle orme della sua povertà, dell’umiltà, del disprezzo del mondo e della carità, insegnando la via stretta di Dio nella pura verità, seguendo il santo vangelo e non le massime del mondo, senza vivere in ansia né avere soggezione per nessuno, senza risparmiare, o farsi condizionare, o temere nessun mortale per potente che sia. Avranno nella loro bocca la spada a due tagli della parola di Dio; sulle loro spalle porteranno lo 2 Compagnia di Gesùstendardo della Croce, segnato dal sangue, il crocifisso nella mano destra e la corona del Rosario nella sinistra, sul loro cuore i santi nomi di Gesù e di Maria, e in tutta la loro condotta si ispireranno alla semplicità e alla mortificazione di Gesù Cristo. Ecco i grandi uomini che verranno, ma che Maria farà sorgere per ordine dell’Altissimo, per estendere il suo impero su quello dei non credenti, dei pagani, dei musulmani. …”

Sono parole davvero molto forti queste del Montfort, ma che ricordano molto il profilo dei gesuiti e il nostro papa Francesco è un gesuita. (vedi i dettagli e le caratteristiche di questo ordine http://biscobreak.altervista.org/2013/03/la-compagnia-di-gesu-i-gesuiti/)

Suor Marianne

Nel XVIII-XIX secolo, francese, scrisse:

Prima del grande combattimento i malvagi saranno i padroni. Essi commetteranno tutto il male in loro potere, ma non tanto quanto vorrebbero, perché non ne avranno il tempo. I cattolici buoni e fedeli, essendo meno numerosi, saranno sul punto di essere sterminati, ma un colpo dal Cielo li salverà. O potenza di Dio! O potenza di Dio! Tutti i malvagi periranno, e anche molti uomini buoni. O, quanto saranno spaventose queste calamità! Le chiese verranno chiuse… Queste prove non dureranno per molto tempo, perché nessuno potrebbe sopportarle. Quando tutto sembrerà perduto, tutto verrà salvato.”

fatima 3segreto

Fatima

Il famoso terzo segreto, rimane un’incognita, in quanto lo sventato attentato a Giovanni Paolo II ha fatto credere molti che questa profezia non si sia ancora avverata.

…Vari altri Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c’era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni…”.

I sogni di Don Bosco 

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Suor Anna Ali – Kenia

…e molti altri ancora più o meno noti, che sembra prendere forma un’unica terribile certezza e cioè che ci aspetta una grande battaglia! Ma ci sono state date anche le armi per combatterla, solo che l’umanità non sembra essere più abituata al sacrificio, alla preghiera, al digiuno, e forse per questo dovremo aspettarci tante sofferenze?

Ecco l’appello Divino n. 36 di Gesù a Suor Anna Alì, in Kenia dato il 12 Novembre 1987

Queste leggi inique delle nazioni hanno infranto la Legge di Dio. Il diavolo infiltrerà i suoi poteri malvagi all’interno delle nazioni e a un dato momento distruggerà la parte migliore del gregge… I governanti sono responsabili per tutta l’umanità, della salvezza del mondo o della sua distruzione.”

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ABBIAMO IL NUOVO PAPA

 

Le profezie tratte dal sito: http://profezie3m.it/

 

 

 

ABBIAMO IL NUOVO PAPA

ABBIAMO IL NUOVO PAPA

Newly elected Pope Francis, Cardinal Jorge Mario Bergoglio of Argentina appears on the balcony of St. Peter's Basilica at the VaticanEcco l’articolo pubblicato la sera del 13 marzo 2013, quando alle 18.50 il mondo è stato avvisato dell’elezione del nuovo papa. Sera in cui tutte le speranze erano riposte in quel figlio di migranti italiani dai modi semplici e umili, che riuscì a strappare un augurio anche alla Cina di Hua Chunying che aveva iniziato ad eleggere vescovi senza l’autorizzazione del Vaticano: “Ci congratuliamo con il cardinale Bergoglio per la sua elezione a nuovo Papa

 

Il nuovo Papa è l’argentino Jorge Mario Bergoglio: papa Francesco I. Ha 77 anni, è unCardinal_Jorge_Mario_Bergoglio gesuita, è arcivescovo di Buenos Aires. Si tratta del primo Pontefice sudamericano. Bergoglio era anche l’unico gesuita tra i cardinali elettori.

Ha parlato della chiesa di Roma e ha davvero commosso tutti con la sua umiltà. Il gesto di papa Francesco è stato il gesto del chinarsi, e ha detto sempre vescovo di Roma, non ha mai parlato di se stesso come Papa, ha chiesto a capo chinato a tutto il popolo di pregare per lui e ha pregato con lui. Non ha dimenticato di pregare per Benedetto XVI. Ci si aspetta un papato spirituale davvero una grande umiltà, un grande papa!

Le parole del papa:

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“FRATELLI E SORELLE BUONA SERA

VOI SAPETE CHE il dovere del conclave era di dare un vescovo a Roma sembra che i miei fratelli cardinali sono andati a prenderlo quasi alla fine del mondo, ma siamo qui. Vi ringrazio per l’accoglienza, la comunità diocesana di Roma ha il suo vescovo, grazie, e prima di tutto vorrei fare una preghiera con il nostro vescovo emerito Benedetto XVI preghiamo tutti insieme per lui perchè il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca:

“Padre nostro…, Ave Maria…, Gloria…

papa francescoE adesso incominciamo questo cammino vescovo e popolo questo cammino della chiesa di Roma che è quella che presiede nella carità tutte le chiese, un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia fra noi, preghiamolo sempre per noi l’uno per l’altro, preghiamo per tutto il mondo perchè vi sia una grande fratellanza, vi auguro che questo cammino di chiesa che oggi incominciamo e che mi aiuterà il mio cardinale vicario qui presente  sia fruttuoso per la  evangelizzazione di questa bella città. E adesso vorrei dare la benedizione ma prima, prima vi chiedo un favore prima che il vescovo benedica il popolo vi chiedo che voi pregate il Signore perchè mi benedica,  la preghiera del popolo chiedendo la benedizione per il suo vescovo. Facciamo in silenzio questa preghiera di voi su di me.

Il cardinale vicario informa che il Papa darà la benedizione con l’indulgenza plenaria e lui aggiunge:

..adesso vi darò la benedizione a voi e a tutto il mondo a tutti gli uomini e le donne di buona volontà… (continua in latino)

Finita la benedizione saluta tutti con queste parole:

Fratelli e sorelle vi lascio.. grazie tanto dell’accoglienza, pregate per me e ci vediamo presto domani voglio andare a pregare la Madonna perchè custodisca tutta Roma. Buona notte e buon riposo.

Nato in una famiglia di origine piemontese, ha studiato dapprima come tecnico chimico, poi in seminario, papa francesco1quindi nel 1958 è entrato a far parte come novizio della Compagnia di Gesù, trascorrendo un periodo in Cile e tornando a Buenos Aires per laurearsi in filosofia. Dal 1964 ha insegnato per tre anni letteratura e psicologia nei collegi di Santa Fe e Buenos Aires, ricevendo poi l’ordinazione sacerdotale il 13 dicembre 1969. Dopo altre esperienze di insegnamento e la nomina a Provinciale dell’Argentina è stato rettore della facoltà di teologia e filosofia a San Miguel e, nel 1986 è stato in Germania per il completamento del dottorato, prima del ritorno in patria, nella città di Córdoba, dove è diventato direttore spirituale e confessore della locale chiesa della Compagnia di Gesù.

Il 20 maggio 1992 è nominato vescovo ausiliare di Buenos Aires e titolare di Auca. Il 3 giugno 1997 è nominato arcivescovo coadiutore di Buenos Aires. Succede alla medesima sede il 28 febbraio 1998, a seguito della morte del cardinale Antonio Quarracino. Diventa così primate d’Argentina. Dal 6 novembre dello stesso anno è anche ordinario per i fedeli di rito orientale in Argentina. Dopo la nomina cardinalizia da parte di papa Giovanni Paolo II, il 21 febbraio 2001 con il titolo di San Roberto Bellarmino, è stato eletto a capo della Conferenza Episcopale Argentina, dal 2005 al 2011, Bergoglio è stato da sempre considerato uno dei candidati più in vista per l’elezione a Pontefice nel conclave del 2005.

papa francesco elezione.1

 

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Profezie sull’ultimo Papa

PROFEZIE SULL’ULTIMO PAPA 

Con le dimissioni di Benedetto XVI tornano alla mente le Pope Benedict, XVInumerose profezie che parlano proprio del destino della chiesa e del sommo pontefice. Tra queste la famosa lista di papi di San Malachia e della Monaca di Dresda e la profezia specifica  di Santa Caterina Emmerick.

San Malachia

eremita (c.a. 519-425 a.C.) 03 novembre

San Malachia è l’ultimo dei profeti minori della Bibbia, che gli ebrei chiamano per questo “Sigillo dei profeti” e proprio alla fine del suo libro troviamo una profezia messianica che parla di un messaggero del Signore inviato per ristabilire il giusto rapporto tra Dio e il suo popolo. 

Figlio di un insegnante irlandese. Alla morte dei genitori, divenne discepolo di un eremita, per poi essere indirizzato verso il sacerdozio. Fu scelto per predicare e introdurre delle riforme nella Chiesa irlandese. All’età di ventinove anni fu nominato vescovo di Connor, dove il popolo era cristiano solo di nome, ma ciò non lo trattenne dall’agire: predicò con fermezza e con bontà, e quando il popolo non andava in chiesa ad ascoltarlo, gli faceva visita in casa o nei campi. Papa Innocenzo II benedisse tutta la sua attività in Irlanda e lo nominò legato per quel paese. La sua è stata la prima canonizzazione pontificia di un irlandese.

Arnoldo_Wion_1595_Lignum_Vitae_p311E’ però  impossibile parlare di San Malachia senza ricordare le sue profezie sui papi; usando titoli e motti simbolici, vengono loro attribuite determinate caratteristiche, iniziando da Celestino II (1143- 1144) per terminare con l’ultimo papa, “Pietro il Romano”; furono menzionate per la prima volta nel 1595, da un benedettino, don Arnoldo de Wyon, che le attribuì a San Malachia, senza spiegare il motivo o neanche svelarne le fonti.  Nel XVII secolo, un gesuita sostenne che furono inventate da un seguace del cardinale Simoncelli durante il conclave del 1590, ma nel 1871 l’abate Cucherat affermò che erano state scritte da Malachia. Alban Butler dopo le sue ricerche afferma: “…la verità è che queste “profezie” sono certamente spurie, e S. Malachia non ha nulla a che vedere con esse.” Eppure la ricerca di questi contenuti è stata presa d’assalto dopo la notizia delle dimissioni di Benedetto XVI.

Malachia e la previsione dell’ultimo Papa

I motti relativi ai 74 papi e antipapi regnanti fino al 1590, cioè cinque anni prima della pubblicazione della profezia, sono accompagnati da un’interpretazione latina che Arnoldo Wion afferma di aver ricevuto dal domenicano Alfonso Chacón.[2] Spesso si tratta di piccoli enigmi o di veri e propri giochi di parola (vedi http://it.wikipedia.org/wiki/Profezia_di_Malachia)

Dalla trasmissione Vojager

http://www.youtube.com/watch?v=QsXOYFeBz4c

http://www.youtube.com/watch?v=cx_KKnza9Q4

(la 3a parte è stata volutamente omessa in quanto non strettamente inerente al testo trattato)

LA MONACA DI DRESDAmonaca di dresda

Secondo il manoscritto scoperto nel 1808, sarebbe nata nel 1680, a Dresda, e sarebbe vissuta e morta giovanissima “in un convento sulle rive dell’Elba, poco lontano dal palazzo reale” all’età di ventisei anni nel 1706. Scrisse diverse lettere ai grandi personaggi del suo tempo (Clemente XI, Vittorio Amedeo II ecc.) contenenti dei messaggi profetici, che riguardano anche il nostro tempo. Di lei non si conosceva niente, solamente che era di Dresda e che era stata scelta come “messaggera ed anello di congiunzione” tra entità divine e il nostro mondo. Ella era semianalfabeta, così si dedusse che le lettere da lei scritte, lettere profetiche dirette ai potenti della Terra, dovevano essere state “vergate” in uno stato di trance, alcune testimonianze infatti  velano di ulteriore mistero la figura di questa veggente, che quando entrava in una dimensione di mistico deliquio parlava correttamente la lingua di Nostro Signore, il greco e il Latino.

Si trattò probabilmente di un personaggio carismatico, che seppe “vedere nella dimensione senza tempo, dove non ci sono i segreti di luogo, di lingua e di persona”. Secondo i suoi scritti, la fine del mondo dovrà compiersi nell’anno 3033 dopo Cristo, dopo un lungo periodo di degrado dell’umanità e di orrori. Ella colloca turbamenti fisici sulla Terra negli anni 2419, 2483, 2490, 2516 ecc. fino al 2953, quando il disastro sarà imminente. In quel periodo, si entrerà nell’era dello Spirito Santo (quelle precedenti sono quella del Padre e del Figlio), che, inevitabilmente sarà l’inizio della fine. Nella lettera a Federico I di Prussia predisse che “l’ultimo Pietro giungerà dalla tua terra”, ovvero dalla Prussia, regione storica oggi compresa tra i confini di Russia, Polonia, Lituania e Germania.

La veggente predice poi gli ultimi pontefici che precedono la nuova  età delle catacombe; per ogni pontefice c’è un simbolo. Giovanni XXIII è simboleggiato dal monaca Dresda 3“Cavallo rosso, segno del precursore” Paolo VI dal “Cavallo Nero, segno di Beniamino” Giovanni Paolo I dal “Cavallo Bianco, segno di pietà” Giovanni Paolo II “dall’angelo Mastro di Giosafat, con il segno dei dodici” Il successore con “Angelo della pietà con il segno del martirio” vi quindi un parallelo con le profezie di Malachia e altre, infatti secondo le profezie vi saranno ancora due pontefici prima della fine !

Altre profezie della Monaca di Dresda sono ancora più significative; tra queste va ricordata la “visione” sulla conversione della Russia.  La veggente vede difatti “bruciare e risorgere la Croce di Cristo sulla grande piazza della santa Russia”. Altri messaggi ci dicono che il successore di Pietro andrà a benedire il cuore della grande Russia”. La Monaca di Dresda insiste su questa profezia, dicendo che “sulla terra della santa Russia, il Salvatore verrà crocifisso e risorgerà sfolgorante di gloria   e la sua luce sarà la resurrezione di tutto il mondo”. Da notare che la conversione della Russia al cattolicesimo viene  predetta in moltissime altre profezie.

BEATA ANNA CATERINA EMMERICK

Anna Caterina Emmeric  infine parla di un ultimo Papamolto ammalato e debole” circondato da iniqui e traditori: “Parlai al Papa dei vescovi che presto dovevano essere nominati. Gli dissi anche che non doveva lasciare Roma. Se l’avesse fatto sarebbe stato il caos. Egli pensava che il male fosse inevitabile e che doveva partire per salvare molte cose… Era molto propenso a lasciare Roma, e veniva esortato insistentemente a farlo…”. E continua prevedendo un successore: “Vidi un nuovo Papa che sarà molto rigoroso. Egli si alienerà i vescovi freddi e tiepidi. Non è un romano, ma è italiano. Proviene da un luogo che non è lontano da Roma, e credo che venga da una famiglia devota e di sangue reale. Ma per qualche tempo dovranno esserci ancora molte lotte e agitazioni”.

Vedi anche:

Profezie della Beata Anna Caterina Emmerich

SUL DESTINO DELLA CHIESA E DELL’UMANITà

FRANCESCO… ULTIMO PAPA?

apocalisse cavalliSecondo la visione di Papa Leone XIII Satana aveva ottenuto da Dio il permesso di tentare la Chiesa e gli uomini per un centinaio di anni. Santa Caterina Emmerich nelle sue profezie accenna a 2 papima non è la sola, vi è infatti la profezia di un monaco russo del XVIII° e anche l’Apocalisse di Giovanni… Tutto sembra far pensare che questo pontificato sarà l’inizio di una dura battaglia, da vincere con il rosario in una mano e il crocifisso nell’altra come ci spiegherà il Montfort.

I PAPI DIMISSIONARI

Quali altri papi hanno rifiutato di portare avanti la Cattedra di Pietro e per quali ragioniIl caso più celebre è quello di Celestino I, ma non è stato l’unico e le motivazioni sono molteplici.

Fonti: Il primo grande dizionario dei santi di Alban Butler / http://it.wikipedia.org/wiki/Profezia_di_Malachia; http://www.misteromania.it/profezie/monaca.htm

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I PAPI DIMISSIONARI

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Quali altri papi hanno rifiutato di portare avanti la Cattedra di Dimissioni-Papa-Benedetto-XVI-e-adesso_h_partbPietro e per quali ragioni? Il caso più celebre è quello di Celestino I, ma non è stato l’unico e le motivazioni sono molteplici.

Come stabilito dal Codice di Diritto Canonico, Libro II “Il popolo di Dio”, parte seconda “La suprema autorità della Chiesa”, capitolo I “Il Romano Pontefice e il Collegio dei Vescovi” è contemplata la rinuncia all’ufficio di Romano Pontefice, fatto che potrebbe dare vita al titolo di Pontefice “emerito” come accaduto a Gregorio XII. Nel caso che il Romano Pontefice rinunci al suo ufficio, si richiede per la validità che la rinuncia sia fatta liberamente e che venga debitamente manifestata, non si richiede invece che qualcuno la accetti.

I casi storici di rinuncia non mancano, soprattutto nei tempi più remoti del Papato, ma rimane difficile districarsi fra rinunce, papi legittimi e pontefici illegittimi.

1. San Clemente 1°/4° papa (Rinuncia dubbia, pontificato dal 92 al 97) Vi sono due tradizioni: una lo vede quarto vescovo di Roma, in linea di successione a Pietro e san clementel’altra l’immediato successore. Viene presentato come una persona che aveva rapporti con gli apostoli, di cui aveva assimilato gli insegnamenti. Conosciuto come l’autore della Lettera ai Corinzi, scrivendo a nome dell’intera Chiesa di Roma, sollecita una riconciliazione e l’accettazione della tradizione apostolica. Si tratta della testimonianza più antica che riguarda l’intervento della Chiesa di Roma nelle questioni di un’altra Chiesa (in questo caso quella di Corinto) Arrestato ed esiliato in Crimea, abdicò dal Sommo Pontificato indicando come suo successore Evaristo, affinché i fedeli non restassero senza pastore. Passò gli ultimi anni della sua vita lavorando nelle miniere, per essere poi ucciso e gettato in mare con un’ancora legata al collo. Si dice che gli angeli gli costruirono, sul letto del fiume, una tomba una volta visibile quando la marea era eccezionalmente bassa. Gli apostoli slavi, dichiararono di aver recuperato sia le spoglie, che ricomposero, sia l’ancora; le spoglie furono trasportate a Roma nella chiesa di S. Clemente.

San Ponziano

2. San Ponziano18° papa (pontificato 230-235) Succeduto a Urbano I, pare che avesse origini romane, ma l’unica traccia certa del suo pontificato è un sinodo tenutosi a Roma per confermare la condanna di alcune dottrine attribuite a Origene. Deportato in Sardegna,  al quel tempo notoriamente insalubre, abdicò. Morì sull’isola per i maltrattamenti più che per le condizioni poco salubri e per questo viene venerato come martire. La tradizione vuole che sia morto proprio a causa delle bastonate. Al suo posto venne eletto Antero.

3. Silverio 58 papa (pontificato 536-537) 

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Deposto da Belisario, in punto di morte rinunciò in favore di Virgilio, fino ad allora considerato un usurpatore. Vi sono poi molti altri casi, più problematici, in cui si discute se vi sia stata rinuncia o addirittura rinuncia tacita, come nel caso di Martino I, catturato e deportato (anche lui martire): fu eletto suo successore sant’ Eugenio I, senza obiezione («pare») da parte di Martino. Il secolo decimo, detto «secolo di ferro» della Chiesa, è colmo di deposizioni e omicidi di papi, comprese elezioni di pontefici di età più che giovanile, come il ventenne Giovanni XI.papa Giovanni XVIII

 

4. Giovanni XVIII141° papa (rinuncia dubbia, menzionata solo in due opere medioevali – pontificato 1003-1009)

 

 

5. Benedetto IX – 145° papa ( pontificato 1033-1044/1045 /1047-1048) Altro caso più difficilmente inquadrabile, fu eletto giovane (se non dodicenne, come volle una certa tradizione, verosimilmente poco più che ventenne) per la prima volta nel 1032, venne deposto in favore di Silvestro III, salvo poi riassumere la carica per poi rivenderla a Gregorio VI.

 

6. Gregorio VI 148° papa (pontificato 1045-1046) Benedetto IX, gli vendette il papato per una cifra enorme. Durante il Concilio di Sutri, indetto dall’imperatore Enrico III nel dicembre 1046, Gregorio venne accusato di simonia, ed egli ammise la sua colpa, quindi la sua elezione venne trovata informale. Ciò portò alla sua abdicazione e al ritiro in Germania, dove morì nell’anno seguente (1047).

 

7. Celestino V192° papa (pontificato 1045-1046) Il più celebre caso di rinuncia all’ufficio di Romano Pontefice fu quello di, detto anche “il Papa del gran rifiuto“, che portò all’elezione di Bonifacio VIII; poiché quest’ultimo fu un pontefice non affine a Dante Alighieri, egli nella sua Divina Commedia pone, probabilmente, Celestino V nell’Antinferno tra gli ignavi: non è però certo chi il Sommo Poeta volesse indicare nel seguente passo, potrebbe trattarsi infatti, secondo alcuni critici di Ponzio Pilato, Esaù o tela-raffigurante--Papa-Celestino-V-olio-su-tela-ovale.Giano della Bella: «Poscia ch’io v’ebbi alcun riconosciuto, vidi e conobbi l’ombra di colui che fece per viltade il gran rifiuto. » (Dante Alighieri, Inferno III, 58-60) Occorre chiedersi le ragioni che avevano indotto il Sacro Collegio ad eleggere Papa un semplice frate eremita, completamente privo di esperienza e totalmente estraneo alle problematiche della Santa Sede. Per di più, vi è da chiedersi le ragioni di una elezione avvenuta a voti unanimi. L’ipotesi più attendibile che si può avanzare è quella di un tacito accordo fra tutti i prelati al fine di rinviare nel tempo la nomina di un Papa vero e nel contempo tacitare l’opinione pubblica e le monarchie più potenti d’Europa. Probabilmente, però, i Cardinali pervennero a questa soluzione pensando anche di poter gestire, ciascuno a modo suo, la totale inesperienza del frate eremita, al fine di trarne vantaggi più o meno cospicui. Del resto, la presenza nel Collegio di prelati come il Caetani e il Malabranca, molto scaltri, smaliziati ed esperti di intrighi curiali, autorizza a tanto supporre. Celestino, prima di abdicare, si consultò con il cardinale Benedetto Caetani, e si fece confermare dal concistoro dei cardinali che un’abdicazione dal soglio pontificio era possibile, quindi, in data 10 dicembre 1294, emanò una costituzione sull’abdicazione del papa, confermò la validità delle disposizioni in materia di Conclave anche in caso di rinuncia, ed appena tre giorni dopo rese note le sue intenzioni ed abdicò. Ma non se la passò bene dopo l’abbandono del pontificato, perché il successore Bonifacio VIII, temendo (a ragione) scismi o almeno manovre da parte dei francesi (Celestino V era pesantemente condizionato da Carlo d’Angiò), lo mise in prigione. (vedi dettagli su http://www.ratzingerbenedettoxvi.com/celestinoV.htm)

8. Gregorio XII205° papa (pontificato 1406-1415Eletto all’epoca dello Scisma d’Occidente. Scelto a Roma da un conclave composto da soli quindici cardinali, con l’esplicita condizione che, se Benedetto XIII, il Papa rivale di Avignone, avesse rinunciato a tutte le pretese al papato, anch’egli avrebbe rinunciato alle sue, di modo che potesse essere svolta una nuova elezione e si potesse porre fine allo Scisma d’Occidente. Con il Concilio di Costanza. Gregorio nominò Carlo di Malatesta e il Cardinale Dominici di Ragusa come suoi delegati. Il cardinale convocò il concilio e autorizzò i suoi atti di successione, preservando così le formule della supremazia papale. l concilio mise inoltre da parte anche l’Antipapa Giovanni XXIII (1415) e lo Scisma d’Occidente giunse a conclusione. Gregorio spese il resto della sua vita in una tranquilla oscurità ad Ancona.

 

9. Benedetto XVI – 265° papa (pontificato 2005-2013) Con uno stacco di quasi benedetto-xvi-586x439seicento anni. Sono noti tutti gli annunci di possibili dimissioni che già erano stati fatti sotto Giovanni Paolo II, il quale commise uno studio teologico a monsignor Vincenzo Fagiolo, poi reso noto dal periodico 30 Giorni. Lo stesso Benedetto XVI era stato esplicito, riconoscendo la possibilità di abbandonare il soglio pontificio per oggettive ragioni di salute. Anche il ruolo del papa emerito, come la rinuncia, non si rivela del tutto un quid novi. Possiamo lasciar da parte l’affermazione di Pio XII, quando, in vista della possibile deportazione da parte tedesca fra il 1943 e il ’44, aveva predisposto la rinuncia: avrebbero catturato «il cardinale Pacelli, non il papa».

Vedi anche:

PROFEZIE SULL’ULTIMO PAPA 

Con le dimissioni di Benedetto XVI tornano alla mente le numerose profezie che parlano proprio del destino della chiesa e del sommo pontefice. Tra queste la famosa lista di papi di San Malachia e della Monaca di Dresda e la profezia specifica  di Santa Caterina Emmerick.

L’articolo con i video su http://biscobreak.altervista.org/2013/02/profezie-sullultimo-papa/ 

Profezie della Beata Anna Caterina Emmerich

SUL DESTINO DELLA CHIESA E DELL’UMANITà su

http://biscobreak.altervista.org/2013/02/profezie-della-beata-anna-caterina-emmerich/

 

Fonti: http://www.ustation.it/articoli/3116-i-papi-dimissionari-prima-di-benedetto-xvi / http://it.wikipedia.org/wiki/Rinuncia_all’ufficio_di_romano_pontefice http://www.ratzingerbenedettoxvi.com/storiapapi.htm (con la lista completa di tutti i papi e la loro storia) Il primo grande dizionario dei santi di Alban Butler