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Brani tratti dall’Evangelo Valtorta 54a parte

BRANI TRATTI DALL’EVANGELO 

COME MI è STATO RIVELATO

di MARIA VALTORTA

9° LIBRO (54a parte)

Da pag. 310 a pag. 383

Gesù ha un intimo colloquio con Lazzaro nel quale affrontano il tema della risurrezione, e gli affida il compito di radunare i discepoli dopo la sua morte e portare loro il suo perdono. E qui le domande di un soldato romano e le profezie e spiegazioni di Gesù sulla risurrezione e il futuro della Chiesa.

(Gesù parla del traditore a Lazzaro) Per chi è malvagio, l’essere, il dovere fingere di essere buono, è una soma di un peso schiacciante. Può essere sostenuta per qualche tempo… e poi… non si upò più… e ci si libera di essa per tornare liberi. Liberi? Così credono i malvagi. Così lui crede. Ma libertà non è. L’essere di Dio è libertà. L’essere contro Dio è una prigionia di ceppi e catene, di pesi e sferzate, quale nessun galeotto al remo, quale nessuno schiavo alle costruzioni la sopporta sotto la sferza dell’aguzzino. […] la possessione è ancor poca cosa rispetto all’incarnazione. Io sarò posseduto dai miei santi ed essi saranno da Me posseduti. Ma solo in Gesù Cristo è Dio quale è in Cielo, perché Io sono il Dio fatto Carne. Una sola è l’Incarnazione divina. Così ugualmente in uno solo sarà Satana, Lucifero, così com’è nel suo regno, perché solo nell’uccisore del Figlio di Dio è Satana incarnato.

 

insegna 14(Lazzaro) “Il morire?… Non ricordo esattamente che fu. Dopo la grande sofferenza successe un grande languore… Mi pareva di non soffrire più e di avere solo un grande sonno… Luce e rumore divenivano sempre più fiochi e lontani… Dicono le sorelle e Massimino che io davo segno di aspra sofferenza… Ma io no la ricordo…” (Gesù) “Già. La pietà del Padre ottunde ai morenti il sensorio intellettuale, di modo che essi soffrono unicamente con la carne, che è quella che deve essere purificata da questo prepurgatorio che è l’agonia. Ma Io… E della morte che ricordi?” (Lazzaro) “Nulla, Maestro. Ho uno spazio buio nello spirito. Una zona vuota. Ho una interruzione nel corso della mia vita che non so come riempire. Non ho ricordi. Se io guardassi nel fondo di quel buco nero che mi tenne per quattro giorni, pur essendo notte ed essendo in esso ombra, sentirei, se non vedrei, il gelo umido salire dalle sue viscere e ventarmi in faccia. E’ già una sensazione. Ma io, se penso a quei quattro giorni, non ho nulla. Nulla. E’ la parola”. (Gesù) “Già. Coloro che tornano non possono dire… Il mistero si svela volta per volta a colui che vi entra. Ma Io, Lazzaro, Io so cosa soffrirò. Io so che soffrirò in piena coscienza. Non vi sarà nessun addolcimento di bevande e di languore per cui meno atroce mi diventi l’agonia. Io mi sentirò morire. Già lo sento…[…]

 

Sono l’Uomo, Lazzaro. Non sono solo il Dio. Dell’uomo ho la sensibilità e gli affetti. E l’anima mi angoscia pensando alla Madre… Eppure, Io te lo dico, è divenuta tanto mostruosa questa mai tortura di subire la vicinanza del Traditore, l’odio satanico di tutto un mondo, la sordità di colore che, se non odiano neppure sanno amare attivamente, perché amare attivamente è giungere ad essere quale l’Amato vuole e insegna, e invece qui!… Si, molti mi amano. Ma sono rimasti “loro”. Non hanno preso un altro io per amore mio. Sai chi ha saputo, fra i miei più intimi, snaturarsi per divenire di Cristo, come Cristo vuole? Una sola: Tua sorella Maria. Lei è partita da una animalità completa e pervertita per giungere ad una spiritualità angelica. E questo per unica forza d’amore”. (Lazzaro) “Tu l’hai redenta”: (Gesù)Tutti li ho redenti con la parola. Ma solo lei si è mutata totalmente per attività d’amore. Ma dicevo: e tanto è mostruosa la mia sofferenza di tutte queste cose, che non sospiro altro che tutto sia compiuto. Le mie forze piegano… Sarà meno pesante la croce di questa tortura dello spirito e del sentimento…  […]

“Sai che sarà la Messa? Non lo sai. Non puoi sapere. Sarà la mia eucarestia15morte applicata in perpetuo al genere umano vivente o penante. […] Si è crocifissa il sorriso sul volto per confortare Me. Ti chiedo di imitare mia Madre.”

(Gesù istruisce Lazzaro per ciò che avverrà dopo la sua morte) “Come pecore sbandate dal lupo che ha rapito il pastore, correranno ad un ovile. Radunale. Rincuorale. Dì loro che Io le perdono. Ti affido il mio perdono per loro. Non avranno pace per essere fuggiti. Dì loro di non cadere in un più grande peccato col disperare del mio perdono”.

Nel bene come nel male, ecco, l’uomo non diviene sommo d’improvviso. Ma sale o sprofonda per gradi. E così nel dolore. Ora, voi che  siete buoni, siete saliti nel bene e potete constatare, senza quello scandalo che allora ne avreste avuto, a quale punto di pervertimento può scendere l’uomo che si insatanassa, così come Io e la Madre possiamo sopportare senza morirne tutto il dolore che viene dall’uomo. Abbiamo irrobustito la nostra anima. Tutti. Nel bene, nel Male o nel Dolore. […] Nel giorno sarò di tutti. La notte vi prego di essere con Me, perché Io voglio essere con voi. Ho bisogno di non sentirmi solo…

risurrezione (7)Pasqua è prossima ormai. Questo mese sarà per voi il primo dei mesi dell’anno. Questo mese sarà per il mondo il principio di un nuovo tempo. Non cesserà mai più. […] il sacrificio e l’ostia devono essere completi e consumati. Non una briciola deve rimanere di essi. Non rimarrà.[…] Quelle parti che non saranno offerte e respinte dall’odio saranno consumate dal fuoco stesso della vittima, dal suo amore. Vi amo, o uomini. 

Colui che è come il Padre, non conosce nella sua divina natura invecchiamento. E la sua Persona conosce una sola vecchiezza, una sola stanchezza: quella della delusione di essere venuto per troppi invano.

Al mio Sangue deve essere congiunto il pentimento vostro. Senza il pentimento, amaro e salutare, inutilmente Io per voi sarò morto.

[…] molta debolezza è ancora in voi, e la tentazione potrebbe rendervi simili a coloro che mi odiano. Pregate molto e molto vegliate su voi. Satana sa che sta per esser vinto e vuole vendicarsi strappandovi a Me. Satana è intorno a noi tutti. A Me per impedirmi di fare la volontà del Padre e compiere la mia missione. A voi per fare di voi dei suoi servi. Vegliate.

(La sorte di Gerusalemme) Poiché si ha ciò che si è voluto, e l’odio si paga con l’odio. E non sarà allora odio di forti contro l’inerme. Ma odio contro odio, e perciò guerra e morte. Stretta da trincee e armati, languirai prima d’esser distrutta e vedrai cadere i tuoi figli per armi e per fame, e i superstiti andare prigionieri e scherniti, e chiederai misericordia, né più la troverai, poiché non hai voluto conoscere la tua Salute. Gerusalemme-sotto-assedio-israeliano

Le Patrie non si salvano tanto con le armi quanto con una forma di vita che attiri le protezioni del Cielo.

 

Lasciate che i pargoli dicano le mie lodi. Sono loro suggerite dai loro angeli, che vedono costantemente il Padre mio e ne sanno i segreti e li suggeriscono a questi innocenti.

In ogni uomo vi è un altro uomo che si rivela nelle ore più gravi. Vi è l’eroe, che nelle ore di maggior pericolo balza fuori dal mite che il mondo sempre vide e giudicò insignificante, l’eroe che dice alla lotta: “Eccomi”, che dice al nemico, al prepotente: “Con me misurati”. E vi è il santo che, mentre tutti fuggono terrorizzati davanti ai feroci che vogliono vittime, dice: “”Me prendete in ostaggio e in sacrificio. Pago io per tutti”. E vi è il cinico, che sulle sventure generali fa approfitto proprio e ride sui corpi delle vittime. C’è il traditore che ha un coraggio suo proprio, quello del male. Il traditore che è l’amalgama del cinico con il vigliacco, che è pure una categoria che si manifesta nelle ore gravi. Perché cinicamente trae profitto da una sventura e vigliaccamente passa al partito più forte, osando, pur di averne utile affrontare lo sprezzo dei nemici e le maledizioni degli abbandonati. C’è infine, ed è il tipo più diffuso, il vigliacco che nell’ora grave non è capace che di rammaricarsi per essersi fatto conoscere di un partito e di un uomo ora colpiti da anatema e di fuggire… Questo vigliacco non è delinquente quanto il cinico e ributtante come il traditore. Ma mostra sempre la imperfezione della sua struttura spirituale. Voi … siete tali. Non dite di no. Io leggo nelle coscienze.

piangeMoltissimi inciamperanno in Me, che sono posto come colonna di sostegno e non come tranello per l’uomo, e cadranno perché ebbri di superbia, di lussuria, di avarizia, e saranno chiusi nella rete dei loro peccati, e presi e dati a Satana”. Mettete queste parole nei vostri cuori, sigillatele per i futuri discepoli.

E dopo che in un sol giorno sarà levata l’iniquità dalla Terra, sulla pietra del Sacerdote in eterno verranno i sette occhi per vedere Iddio e sboccheranno le sette fonti per vincere il fuoco di Satana.

Anche nella guerra la pace che Io do permane, perché è pace dell’anima.

“Nel mondo, in verità, non possono essere pace e guerra insieme. Una esclude l’altra. Ma nell’uomo di guerra può esser pace anche se combatte la guerra comandata. Può essere la mia pace. Perché la mia pace viene dal Cielo e non la lede il fragor della guerra e la ferocia delle stragi. Essa, cosa divina, invade la cosa divina che l’uomo ha in sé, e che anima è detta”.

Vi è una parte divina in te. E’ l’anima. Viene da Dio. Dal vero Dio. Perciò è divina, gemma viva nell’uomo, e di divine cose si alimenta e vive: la fede, la pace, la verità. Guerra non turba. Persecuzione non lede. Morte non l’uccide. Solo il male, fare ciò che è brutto, la ferisce o uccide, e anche la priva della pace che Io dono. Perché il male separa l’uomo da Dio.” (uno che lo ascolta gli domanda) “E cos’è il volto (3)male?” Essere nel paganesimo e adorare gli idoli quando la bontà del vero Dio ha messo a conoscenza che c’è il vero Dio. Non amare il padre, la madre, i fratelli e il prossimo. Rubare, uccidere, esser ribelli, aver lussurie, essere falsi. Questo è il male”. (risponde) “Ah! Allora io non posso avere la tua pace! Sono soldato e comandato ad uccidere. Per noi allora non c’è salvezza?!”. “Sii giusto nella guerra come nella pace. Compi il tuo dovere senza ferocia e senza avidità. Mentre combatti e conquisti, pensa che il nemico è simile a te e che ogni città ha madri e fanciulle come la tua madre e le tue sorelle, e sii prode senza essere un bruto. Non uscirai dalla giustizia e dalla pace, e la mia pace resterà in te”. […] “Dopo la morte che avviene del bene che ho fatto e dell’anima che Tu dici che non muore se non si fa il male?” […] l’anima ha un’altra dimora, nel Regno di Dio. E chi crede in Me entrerà in quel Regno”.

Giuda! Ricordalo! Ricordalo sempre: tu sei stato quello che ho amato più di ogni altro, avendone meno amore di  quanto tutti gli altri mi hanno dato. Avendone anzi un odio maggiore, perché odio di uno che trattai da amico, del più feroce odio del più feroce fariseo. E ricorda ancor questo: che Io neppure ora ti odio, ma, per quanto sta al Figlio dell’uomo, ti perdono.[…]

Onorate il padre, sempre, anche se colpevole, non per se stesso, ma perché rappresentò in Terra il Dio vostro, avendovi creato per decreto di Dio ed essendo il signore della vostra casa. I genitori sono immediatamente dopo Dio.

(Profezia apocalittica)“Dopo due giorni, ossia due tempi dell’eternità, durante
i quali ci avrà lasciati in balia del nemico
, che con ogni arma ci avrà percossi e apocalisse -l'agnello e i redentiuccisi come noi percotemmo il Santo e lo uccidemmo – e lo percotiamo e lo uccidiamo, perché sempre vi sarà la razza dei Caini che uccideranno con la bestemmia e le male opere il Figlio di Dio, i Redentore, scagliando frecce mortali non sulla sua eterna glorificata Persona, ma sulla loro anima da Lui riscattata, uccidendo perciò Lui attraverso le loro anime – solo dopo questi due tempi verrà il terzo giorno, e risusciteremo al suo cospetto nel Regno di Cristo sulla Terra e vivremo dinanzi a Lui nel trionfo dello spirito. Lo conosceremmo, impareremo a conoscere il Signore per essere pronti a sostenere, mediante questa conoscenza vera di Dio, l’estrema battaglia che Lucifero darà all’uomo prima dello squillo dell’angelo dalla settima tromba, che aprirà il coro beato dei santi di Dio, dal numero perfetto in eterno – ne il più piccolo pargolo, né il più vecchio vegliardo potrà mai più essere aggiunto al numero – il coro che canterà: “Finito è il povero regno della Terra. Il mondo è passato con tutti i suoi abitanti davanti alla rassegna del Giudice vittorioso. E gli eletti sono ora nelle mani del Signor nostro e del suo Cristo, ed Egli è il nostro Re in eterno. Lode al Signore Iddio onnipotente che è, che era e che sarà, perché ha assunto il suo gran potere ed è entrato nel possesso del suo Regno””

L’aurora è preceduta e preparata dalla notte.

The Burning BushIl futuro non è “presente” che nella Mente divina. Stoltezza è in coloro che, non sollevati dal nostro Volere, pretendono fare profezie e rivelazioni. E Dio presto li smentisce e colpisce, perché solo Uno può dire: “Io sono”, e dire: “Io vedo”, e dire: “Io so”.

Io vi dico, ed è vecchia lezione che ripeto in quest’ora: qualunque cosa chiederete con la preghiera, abbiate fede di ottenerla e l’avrete. Ma se prima di pregare avete qualcosa contro qualcuno, prima perdonate e fate pace per aver amico il Padre vostro che è nei Cieli, che tanto , tanto vi perdona e benefica, dalla mattina alla sera e dal tramonto all’aurora”.

Dopo il giudizio finale la carne risorgerà e si riunirà all’anima immortale riformando un tutto, vivo come e meglio che non sia viva la mia e la vostra persona ora, ma non più soggetto alle leggi e soprattutto agli stimoli e abusi che vigono ora.

(Gesù parla alla Valtorta)

I persecutori della Chiesa si sfracellano avventandosi sulla Pietra angolare. Però anche, e lo tengano presente anche quelli che per essere della Chiesa si credono salvi dai castighi divini, colui sul quale cadrà il peso della condanna del Capo e Sposo di questa mia Sposa, di questo mio Corpo mistico, colui sarà stritolato.  […] Gli evangelisti omisero volutamente dai loro scritti qualche frase che avrebbe scosso le eccessive suscettibilità degli ebrei e scandalizzato i gentili, che avevano bisogno di credere perfetti gli ebrei, nucleo dal quale venne la Chiesa, per non allontanarsene abbraccio universale1dicendo: “Sono simili a noi”. Conoscere le persecuzioni di Cristo, si. Ma le malattie spirituali del popolo di Israele ormai corrotto, specie nelle classi più alte, no.
Non era bene. E più che poterono velarono.
Osservino come i Vangeli si fanno sempre più espliciti, sino al limpido Vangelo del mio Giovanni, più furono scritti in epoche lontane dalla mia Ascensione al Padre mio. Solo Giovanni riporta interamente anche le macchie più dolorose dello stesso nucleo apostolico, chiamando apertamente “ladro” Giuda, e riferisce integralmente le bassezze dei giudei (cap. 6° – finta volontà di farmi re, le dispute al Tempio, l’abbandono di molti dopo il discorso sul Pane del Cielo, l’incredulità di Tommaso). Ultimo sopravvissuto, vissuto sino a vedere già forte la Chiesa, alza i veli che gli altri non avevano osato alzare. Ma ora lo Spirito di Dio vuole conosciute anche queste parole. E ne benedicano il Signore, perché sono tante luci e tante guide per i giusti di cuore”.

 

 

Brani tratti dall’Evangelo Valtorta 53a parte

BRANI TRATTI DALL’EVANGELO 

COME MI è STATO RIVELATO

di MARIA VALTORTA

9° LIBRO (53a parte)

Da pag. 226 a pag 302

Profezie di Gesù sulla terra d’Israele. L’ennesima supplica di Gesù a Giuda che approfondisce anche il rapporto con l’aldilà. Come fare con chi torna indietro nella fede. Gesù istruisce le prime discepole.

(Parla Maria Valtorta) […] pur vedendolo bagnato a dovere sotto gli acquazzoni, sudato a dovere sotto i solleoni , mai ho notato in Lui atti di disagio per freddo o caldo, né gli ho visto prendere quelle misure preventive che l’uomo solitamente prende contro gli eccessi del sole o del gelo.

(Gesù) Io sarò percosso e le pecore saran disperse per due terzi. Solo un terzo, sempre solo un terzo se ne salveranno e persevereranno sino alla fine. E questa terza parte passerà per il fuoco per il quale Io passo per primo, e sarà purificata e provata come argento e oro, e ad essa verrà detto: “Tu sei il mio popolo” ed essa mi dirà: “Tu sei il mio Signore”.

eucarestia 14Il Tempio nuovo e immortale empierà di sé la Terra, e ognun che mi cerchi mi avrà, perché Io sarò dovunque un cuore mi ami.

“In verità, sappiatelo, in verità non una pietra di Gerusalemme rimarrà intatta. Fuoco, ariete, frombole e giavellotti atterreranno, morderanno, sconvolgeranno ogni cosa, e spelonca diverrà la Città sacra, e non essa sola… Spelonca questa Patria nostra. Posto di onagri e di lamie, come dicono i profeti. E non per uno o più anni, o per secoli, ma per sempre. Il deserto, l’arsione, la sterilità… Ecco la sorte di queste terre! Campo di contese, luogo di torture, sogno di ricostruzione sempre distrutto da una condanna inesorabile, tentativi di risurrezione spenti in sul nascere. La sorte della Terra che respinse il Salvatore e volle una rugiada che è fuoco sui colpevoli”.

[…] Israele. Dopo secoli di sterile vegetare sparso, si riunirà sull’annoso tronco e avrà una parvenza di ricostruzione. Riunito alfine il Popolo disperso. Riunito e perdonato. Sì. Dio attenderà quell’ora per recidere i secoli. Non vi saranno più secoli, ma eternità allora. Beati quelli che, essendo perdonati, costituiranno la fioritura fugace dell’ultimo Israele, divenuto, dopo tanti secoli, del Cristo, e moriranno rendenti, insieme con tutti i popoli della Terra, beati con quelli che, fra essi, hanno non solo conosciuto l’esistenza mia, ma abbracciata la mia Legge come legge di Salute e Vita.

(Lazzaro a Gesù) […] Il nostro primo incontro! Potrei dirti tutte le tue parole di abbraccio5allora… Che ti avevo dato, allora, se mai ti avevo visto, per avere da Te, subito, il cento di cento?” “Le tue orazioni all’Altissimo nostro Padre. Nostro, Lazzaro. Mio. Tuo. Mio come Verbo e come Uomo. Tuo come uomo. Quando tu pregavi con tanta fede, non mi davi già tutto te stesso? Tu dunque vedi che Io ti ho dato il centuplo, come è giusto, di ciò che tu mi davi. […] In verità coloro che fanno la volontà del Padre mio e seguono la Verità che Egli ha mandato sono miei amici, non già miei servi. Più ancora, sono fratelli miei, essendo che Io faccio per primo la volontà del Padre. Chi dunque fa ciò che Io faccio è mio amico, perché solo l’amico fa spontaneamente ciò che fa il suo amico”.

(Lazzaro domanda a Gesù perché sorridePer la puerilità di quegli eterni bambini che sono gli uomini. Tutto ciò che ha apparenza di strano li affascina

(Supplica di Gesù a Giuda) […] bisogna vegliare perché i nemici dello spirito non guastino lo spirito… Io… Per questi ti trattengo presso di Me, e tu mi odi per questo! Io ti voglio difendere da essi e da te stesso, e tu mi odi. Io ti porgo il mezzo di salvarti, lo puoi ancora fare, e tu mi odi. Te lo dico ancora una volta: và via, Giuda. Va lontano. Non entrare in Gerusalemme. Sei malato. Non è bugia dire che tu sei tanto malato che non puoi partecipare alla Pasqua. Farai quella supplementare. E’ concesso dalla Legge fare la Pasqua supplementare quando malattia o altra grave ragione impediscono di fare la Pasqua solenne. Pregherò Lazzaro – è un amico prudente e nulla chiederà – di condurti oggi stesso oltre il Giordano”.

No. Ti ho detto molte volte di cacciarmi. Non hai voluto. Adesso sono io che non voglio”. “Non vuoi? Non vuoi salvarti? Non hai pietà di te stesso? Non di tua madre?”

giudaDovresti dirmi: “Non hai pietà di Me”. Saresti più sincero”. “Giuda, infelice amico mio, per Me Io non ti prego. Per te, per te ti prego. Guarda! Siamo soli. Io e te soli. Tu sai chi Io sono, Io so chi tu sei. E’ l’ultimo momento di grazia che ancora ci è concesso per impedire la tua rovina…Oh! Non ghignare così satanicamente, amico mio. Non deridermi come fossi pazzo perché Io dico: “la tua rovina” e non la mia. La mia non è rovina. La tua sì… Siamo soli, Io e te, e sopra noi è Dio… Dio che non ti odia ancora, Dio che assiste a questa lotta suprema fra il Bene e il Male che si contendono la tua anima. Sopra noi è l’Empireo che ci osserva. Quell’Empireo che presto si empirà di santi. Già essi trasalgono là, nel loro luogo d’attesa, perché sentono venire la gioia… Giuda, fra essi è tuo padre…”

Era un peccatore. Non vi è” “Era un peccatore, ma non un dannato. Perciò la gioia si approssima anche per  lui. Perché vuoi dargli un dolore nella sua gioia?”

E’ fuori dal dolore. E’ morto”. “No. Non è fuori dal dolore di vedere te colpevole, te… oh! Non mi strappare quella parola!…”

Ma si! Ma si! Dilla! Io me la dico da mesi! Io dannato. Lo so. Nulla più si può mutare”. “Tutto! Giuda, Io piango. Le estreme lacrime dell’Uomo le vuoi dunque fare gemere tu? … Giuda, Io te ne prego. Pensa, amico: al mio pregare annuisce il Cielo, e tu, e tu… Mi lascerai pregare invano? Pensa chi ti è davanti, pregante: il Messia d’Israele, il Figlio del Padre… Giuda, ascoltami!… Fermati, sinché lo puoi!…”

No!” Gesù si copre il volto con le mani e si lascia cadere ai limiti del prato. Piange senza clamore. Ma piange molto. Le sue spalle sussultano nei singhiozzi profondi…
pianto di GesùGiuda lo guarda, là, ai suoi piedi, spezzato, piangente, e per il desiderio di salvarlo… e ha un momento di pietà. Dice, deponendo il tono duro, da vero demonio, che aveva prima: “Non posso andare… Ho dato la mia parola…” Gesù alza il viso straziato, interrompendolo: “A chi? A chi? A dei poveri uomini! E di essi, di apparire senza onore ad essi, ti preoccupi? E a Me non avevi dato te stesso da tre anni? E pensi ai commenti di un pugno di malfattori e non al giudizio di Dio? Oh! Ma che devo fare, o Padre, per risuscitare in lui la volontà di non peccare?”. Riabbassa il capo sconfortato, straziato … Sembra già penante Gesù dell’agonia del Getsemani.

Giuda ne ha pietà e dice: “Resto. Non soffrire così! Resto… Aiutami a rimanere! Difendimi!” “Sempre! Sempre, sol che tu voglia. Vieni. Non c’è colpa che Io non compatisca e non perdoni. Dì: “Voglio”. E Io ti avrò redento…”. Lo ha preso fra le braccia, sorgendo in piedi. Ma se il pianto di Gesù-Dio cade fra i capelli di Giuda, la bocca di Giuda resta chiusa. Non dice la parola richiesta. Non dice neppure “perdono” quando Gesù gli sussurra fra i capelli: “Senti se ti amo! Avrei dovuto rimproverarti! Ti bacio. Avrei diritto di dirti:”Chiedi perdono al tuo Dio”, e ti chiedo soltanto che tu abbia la volontà di perdono. Sei così malato! Non si può chiedere molto ad uno malato molto. A tutti i peccatori che sono venuti a Me ho chiesto l’assoluto pentimento per poterli perdonare. A te, amico mio, chiedo solo la volontà di pentirti e poi… farò Io”. Giuda tace… Gesù lo lascia andare […]

volto preghiera(Gesù prega il Padre“Oh! Padre mio! E mi potrai forse accusare di aver lasciato cosa atta a salvarlo? Tu sai che per la sua anima, non per la mia vita, Io lotto per impedire il suo delitto… Padre! Padre mio! Io te ne supplico! Affretta l’ora delle tenebre, l’ora del Sacrificio, perché troppo mi è atroce vivere presso l’amico che non vuole esser redento…. Il più grande dolore!” 

(Gesù alla vigilia del sabato avanti l’entrata in Gerusalemme parla con alcune donne) “I diamanti si formano con lentezza, Giovanna. Occorrono secoli di fuoco sepolto…. Non occorre aver fretta, mai… E non sconfortarsi mai, Giovanna,…”

E quando un diamante torna… cenere?”

Segno è che ancor non era diamante perfetto. Ci  vuole ancora pazienza e fuoco. Ricominciare da capo, sperando nel Signore. Ciò che sembra un fallimento la prima volta, sovente si muta in trionfo la seconda”.

O la terza, o la quarta e anche più. Io sono stata un fallimento molte volte, ma infine Tu hai trionfato, Rabbonì!”, dice Maria di Magdala con la sua voce d’organo dal fondo della sala.donne

Maria è contenta ogni volta che può avvilirsi ricordando il passato…”, sospira Marta che lo vorrebbe cancellato dal ricordo di ogni cuore.

In verità, sorella, che è così! Sono contenta di ricordare il passato. Ma non per avvilirmi come tu dici. Per salire ancora, spinta dal ricordo del male commesso e dalla riconoscenza per Colui che mi ha salvata. E anche perché chi tituba per se stesso , o per qualche essere a lui caro, possa rincuorarsi e giungere a quella fede che il mio Maestro dice che sarebbe atta a far muovere le montagne”.

[…] Io vi chiedo di stare molto unite, voi di Israele, voi che siete venute in Israele, voi che venite verso Israele. Le une soccorrano le altre. Le più forti di spirito soccorrano le più deboli. Le più sapienti quelle che poco sanno o non sanno affatto e solo hanno desiderio di saggezze nuove, di modo che il loro desiderio umano, per la cura delle sorelle più progredite, evolva in desiderio soprannaturale di Verità. Siate pietose le une alle altre. Quelle che secoli di legge divina hanno formate in giustizia compatiscano a quelle che il gentilesimo fa…. Diverse. Non si muta l’abito morale dall’oggi al domani altro che in casi eccezionali, nei quali interviene una potenza divina ad operare il insegna 15mutamento per secondare una volontà molto buona. Non fatevi stupore se in quelle che vengono da altre religioni vedete arresti nel progredire e talora anche ritorni sulle vecchie vie. Abbiate presente lo stesso Israele nel suo comportamento verso di Me, e non pretendete dalle gentili la arrendevolezza e la virtù che Israele non ha saputo, non ha voluto avere verso il Maestro. Sentitevi sorelle le une alle altre. Sorelle che il destino ha riunite intorno a me, in questo ultimo tempo della mia vita mortale… Non piangete! E che vi ha riunite prendendovi da luoghi diversi. Perciò con idiomi e costumi diversi, che rendono un poco difficile il comprendersi umanamente. Ma, in verità, l’amore ha un unico linguaggio, ed è questo: fare ciò che l’amato insegna e farlo per dargli onore e gioia. Ecco che in questo potete comprendervi tutte, e quelle che più capiscono aiutino le altre a capire.

La vera Patria è il Cielo. Perché chi è nella verità è in Dio e ha Dio in sé. E’ dunque già nel Regno di Dio. […] Sempre sarete nel Regno se resterete sempre in Gesù, o se in Gesù verrete.

Suore di clausura[…] voi sarete le anticipatrici di quelle che andranno, coi Pastori futuri, a raccogliere nell’amore cristiano pecore e agnelli selvaggi per condurli nei pascoli divini. […] Non sconforti per le prime sconfitte. Non superbie per le prime vittorie. Le prime sconfitte servono a far meglio un’altra volta. Le prime vittorie servono ad essere sprone a far ancor meglio in futuro e a persuadersi che Dio aiuta le buone volontà. Siate sempre soggette ai Pastori in quel che è ubbidienza ai loro consigli e ordini. Siate sempre a loro sorelle in quello che è aiuto nella missione e sostegno alle loro fatiche. […] E ora e sempre siate come figlie per mia Madre. Ella vi guiderà in ogni cosa. Può guidare le fanciulle come le vedove, le mogli come le madri, avendo Ella conosciuto tutte le conseguenze di tutti gli stati per esperienza propria, oltre che per sapienza soprannaturale.

I veli si alzano, nelle ore che precedono la morte dei giusti, e gli occhi dello spirito vedono la Verità.

 

[…] La felicità umana non è un aiuto a tener desto il  pensiero”. “E a svegliare lo spirito, Valeria”, dice Gesù. […] Sii molto dolce e paziente con lui. Egli non è che un uomo…” “Ma ha avuto tanto da Dio, da Te, che dovrebbe…” “Che dovrebbe! Sì. Ma chi non ha avuto da Me in Israele? Ho beneficato amici e nemici, ho perdonato, guarito , consolato, istruito… Tu vedi, e più vedrai, come solo Dio è immutabile, come sono diverse le reazioni degli uomini, e come sovente colui che più ha avuto è colui che più è pronto a percuotere il suo benefattore […]” “Il mio sposo è forse fra questi? Se così fosse, io non tornerei alla mia casa questa sera”. “No. Non è fra questi, in questa sera. Ma, anche lo fosse, tuo posto è là. Perché, se egli pecca, tu non devi peccare. Se egli vacilla, tu lo devi sorreggere. Se egli ti calpesta, tu devi perdonare”.

candela[…] Così è del cuore degli uomini come questi due lumi. Vi sono quelli che al principio ardono e splendono e sono di ammirazione agli uomini, tanto sembra perfetta e costante la loro fiamma. E vi sono quelli che hanno uno splendere mite, che non attira l’attenzione e può parere tiepidezza nell’onorare il Signore. Ma, passata la prima fiammata, o la seconda o la terza, fra la terza e la quarta fanno danno, e poi si spengono, con rovina, perché il loro non era un lume sicuro. Hanno voluto splendere più per gli uomini che per il Signore, e la superbia li ha consumati in breve ora, fra un fumo nero e pesate che ha ottenebrato anche l’aria. Gli altri hanno avuto una volontà unica e costante: onorare Dio solo; e, senza curarsi se l’uomo li lodava, hanno consumato se stessi con lunga, nitida fiamma, priva di fumo e fetore, Sappi imitare il lume costante, perchè esso solo è gradito al Signore[…] In verità, in verità vi dico che molti sono coloro che danno grande fiamma all’inizio e attirano l’ammirazione del mondo, che non vede che la superficie delle azioni umane, ma poscia periscono carbonizzandosi e affumicando dei loro acri fumi. E in verità vi dico che il loro fiammeggiare non è osservato da Dio, perché Egli vede che è orgoglioso ardere per fine umano. Beati quelli che sanno imitare il secondo lume e non carbonizzarsi, ma salire al Cielo con l’ultimo palpito del loro costante amore”.

Molto si muterà. Non tutto. Perché contro la mia Dottrina sarà in futuro ciò che già è in atto: l’odio di coloro che non amano la Luce. Perché contro la forza dei miei seguaci sarà quella dei seguaci di Satana. Quanti! Di quanti aspetti! Alla mia immutabile, perché perfetta, Dottrina, quante dottrine di eresie sempre nuove saranno opposte! Quanto dolore germinerà da esse! Voi non conoscete il futuro. A voi sembra molto il dolore che è ora nel mondo… Ma Colui che sa, vede orrori che non sarebbero neppure compresi se ve li spiegassi… che frena gli istinti nei migliori, e una promessa di pace futura! Guai se l’uomo non avesse, per la mai venuta, degli elementi spirituali atti a tenerlo “vivo” nella vita dello spirito, a tenerlo sicuro di un premio!… Se non fossi venuto, con l’andare dei secoli la Terra sarebbe divenuta un vasto inferno terrestre, e la razza umana si sarebbe sbranata e sarebbe perita maledicendo il Creatore…”

preghiera16[…] gli uomini se li creeranno da loro dei flagelli sempre più atroci, rispetto ai quali il diluvio e la pioggia di fuoco che sterilì Sodoma e Gomorra saranno aspetti di castighi ancora pietosi. Oh!…”

[…] Maria (SS) non ha che la preghiera che la consoli. Sempre l’ho vista molto pregare. Nei momenti di maggior dolore vive di preghiera, potrei dire…” , spiega Maria d’Alfeo, mentre Gesù si allontana […]

[…] Non piangere, Maria. (Maddalena) Io te lo ripeto in quest’ora le parole dette a Simone fariseo e a Marta tua sorella: “Tutto ti è perdonato perché tu hai saputo amare totalmente”.

[…] Lo Spirito del Signore, quando sarà stabilito nell’interno dei cuori, ripeterà le mie parole e ne spiegherà il significato. E’ lo Spirito di Dio Colui che parla sulle labbra del Cristo. Poi … Poi parlerà direttamente agli spiriti e ricorderà le mie parole”.

 

 

 

 

Brani tratti dall’Evangelo Valtorta 52a parte

BRANI TRATTI DALL’EVANGELO 

COME MI è STATO RIVELATO

di MARIA VALTORTA

9° LIBRO (52a parte)

Da pag. 156 a pag 224

Cosa vuole Dio da noi? Siamo davvero sicuri di essere sulla strada giusta o qual’è la scelta giusta da fare? Gesù risponde a queste domande per poi trovarsi nuovamente in confronto con Giuda che vorrebbe essere reso buono da Dio senza fare nulla…

“[…] se nessuno può proibire ai malvagi di tentare il loro prossimo per rovinarlo, nulla può interdire ai buoni di respingere la tentazione e di rimanere fedeli al bene, lo stesso consiglio può nuocere a dieci e giovare ad altri dieci. Perché, se chi lo segue si nuoce, chi non lo segue giova alla sua anima. Perciò nessuno dica: “Ci dissero di fare”. Ma ognuno dica sinceramente: “Io ho voluto fare”. Avrete allora almeno il perdono che si dà ai sinceri. E se siete incerti sulla bontà del consiglio che ricevete, meditate prima di accettarlo e metterlo in pratica. Meditate invocando abbraccio10l’Altissimo, il quale non rifiuta mai le sue luci agli spiriti di buona volontà. […] Oh! In verità vi dico che chi farà buon uso del suo intelletto e della sua libertà d’arbitrio e invocherà il Signore per vedere la verità delle cose, non sarà rovinato dalla tentazione, perchè il Padre dei Cieli lo aiuterà a fare il bene contro tutte le insidie del mondo e di Satana.”

“[… ]I consigli acquistano valore o divengono nulli a seconda che sono o non sono accolti. Inutilmente uno è tentato con mali consigli. Se non vuol peccare, non peccherà. E non sarà punito per aver dovuto sentire le insinuazioni dei malvagi. Non sarà punito, perché Dio è giusto e non punisce di colpe non fatte. Sarà solo punito se, dopo aver dovuto ascoltare il Male che tenta, senza usare dell’intelletto per meditare la natura del consiglio né l’origine dello stesso, lo mette in pratica. Né avrà scusa dicendo: “Lo credetti buono”. Buono è ciò che è gradito a Dio. Può forse Dio approvare e gradire una disubbidienza, o cosa che induce a disubbidienza? Può Dio benedire cosa in contrasto con la sua Legge, ossia con la sua Parola? In verità vi dico che no. E ancora in verità vi dico che bisogna saper morire anziché trasgredire alla Legge divina.

“Ci vuole del sudore per rendere fertili i campi. Ma ci vuol sacrificio per rendere fertili i cuori.”

(L’Iscariota e Gesù)

abbraccio14Allora Tu trovi giusto che ti sia data la morte?…” , chiede quasi con affanno l’Iscariota.

Non trovo giusto che mi sia data la morte. Trovo giusto il morire per ciò che porterà il mio sacrificio. L’omicidio sarà sempre omicidio per chi lo compie, anche se ha valore e aspetto diverso per colui che è ucciso”.

Che vuoi dire?

“Voglio dire che, se colui che è omicida comandato o forzato, quale un soldato in battaglia o un carnefice che deve ubbidire al magistrato o uno che si difende da un ladrone, non ha affatto sull’anima il crimine o ha un relativo crimine di uccisione di un suo simile, colui che senza ordine e necessità uccide un innocente, o coopera alla sua uccisione, va davanti a Dio con il volto orrendo del Caino”.

“[…] i pellegrinaggi ai luoghi miei saranno una necessità che verrà dopo che Io non sarò più fra voi…. Una necessità di conforto per lo spirito vostro.”

“In verità vi dico che il tempo del mietere è vicino . La mia prima mietitura. E per molti non ci sarà la seconda. Ma – lode diamone all’Altissimo – qualcuno che non seppe divenire nel mio tempo spiga di buon grano, dopo la purificazione del Sacrificio pasquale rinascerà con un’anima nuova. Sino a quel giorno Io non infierirò su alcuno… Dopo sarà la giustizia…”. “Dopo la Pasqua?” chiede Pietro. “No. Dopo il tempo. Non parlo di questi uomini, di ora. Io guardo i secoli futuri. L’uomo sempre si ABBRACCIO1rinnova come le messi sui campi. E le raccolte si susseguono. E Io lascerò quel che abbisogna perché i futuri possano farsi grano buono. Se non lo vorranno, alla fine del mondo i miei angeli separeranno i logli dai grani buoni. Allora sarà l’eterno Giorno di Dio solo. Per ora, nel mondo è il giorno di Dio e di Satana. Il Primo seminante il Bene, il secondo gettando fra i semi di Dio i suoi dannati logli, i suoi scandali, le sue iniquità, i suoi semi suscitatori di iniquità e scandali. Perché sempre vi saranno quelli che eccitano contro Dio, […]”.

[…] il tuono molte volte preannuncia le saette. Così avviene a chi non leva ogni disordine contro l’amore dal suo spirito. Oggi domanda di poter punire. Domani punisce senza chiedere. Dopo domani punisce anche senza ragione. Il discendere è facile… Perciò vi dico di spogliarvi di ogni durezza verso il prossimo vostro. Fate come Io faccio e sarete sicuri di non sbagliare mai. Avete forse mai visto che Io mi vendichi di chi mi addolora?”

***

“Tu vedi, Giuda, come è facile il morire. Sempre in agguato la morte intorno a noi. Tu vedi come ciò che pare trascurabile cosa quando siamo pieni di vita divenga grande, paurosamente grande cosa quando la morte ci sfiora. Ma perché voler avere queste paure, crearsele per trovarsele di fronte nel momento del morire, quando con una vita santa si può ignorare lo spavento del prossimo giudizio divino? Non ti pare che meriti vivere da giusti per avere un placido morire? Giuda, amico mio. La divina, paterna misericordia ha permesso questo avvenimento perché fosse un richiamo al tuo cuore. Sei ancora in tempo, Giuda…. Perché non vuoi dare al tuo Maestro che sta per morire la gioia grande, grandissima di saperti tornato al Bene?”

Ma mi puoi ancora perdonare Gesù?”.volto24

“E così ti parlerei se non lo potessi? Come mi conosci ancora poco! Io ti conosco. So che sei come chi è abbrancato da una piovra gigante. Ma, se tu volessi, potresti liberarti ancora. Oh! Soffriresti, certo. Strapparsi di dosso quelle catene che ti mordono e ti avvelenano, sarebbe dolore. Ma, dopo, quanta gioia, Giuda! Temi di non aver forza di reagire ai tuoi suggestionatori? Io posso assolverti in anticipo del peccato di trasgressione al rito pasquale… Tu sei un malato. Per i malati la Pasqua non è obbligatoria. Nessuno è più malato di te. Tu sei come un lebbroso, I lebbrosi non salgono a Gerusalemme, sinché sono tali. Credi, Giuda, che il comparire davanti al Signore con lo spirito immondo, quale lo hai tu, non è onorarlo, ma offenderlo. Bisogna prima…”

Perché allora non mi purifichi e guarisci?”, chiede già duro, riottoso, Giuda.

“Non ti guarisco! Quando uno è malato cerca da sé la guarigione. A meno che non sia un fanciullino o uno stolto, che non sanno volere…”

Trattami come tali persone. Trattami da stolto e provvedi Tu, a mia stessa insaputa”.

Non sarebbe giustizia, perché tu puoi volere. Tu sai ciò che è bene e ciò che è male per te, e non gioverebbe il mio guarirti senza la tua volontà di rimanere guarito.

Dammi anche questa”.

deserto (5)“Dartela? Importela, allora, una volontà buona? E il tuo libero arbitrio? Che diverrebbe, allora? Che sarebbe il tuo io di uomo, creatura libera? Succube?”

Come sono succube di Satana, potrei esserlo di Dio!”

Come mi ferisci, Giuda! Come mi trapassi il cuore! Ma per quello che mi fai, Io ti perdono… Succube di Satana, hai detto. Io non dicevo questa tremenda cosa…”

Ma la pensavi, perché è vera e perché Tu la conosci, se è vero che Tu leggi nei cuori degli uomini. Se così è, Tu sai che io non sono più libero di me… Esso mi ha preso e…

No. Esso si è a te accostato, tentandoti, assaggiandoti, e tu lo hai accolto. Non c’è possessione se non c’è all’inizio un’adesione a qualche tentazione satanica. Il serpente insinua il capo fra le sbarre fitte messe a difesa dei cuori, ma non entrerebbe se l’uomo non gli allargasse un varco per ammirarne l’aspetto seduttore, per ascoltarlo, per seguirlo… Solo allora l’uomo diviene succube, posseduto, ma perché lo vuole. Anche Dio saetta dai Cieli le luci dolcissime del suo paterno amore, e le sue luci penetrano in noi. Meglio: Dio, a cui tutto è possibile, scende nel cuore degli uomini. E’ il suo diritto. Perché allora l’uomo, che sa divenire schiavo, succube dell’Orrendo, non sa farsi servo di Dio, anzi figli di Dio, e scaccia il Padre suo santissimo? Non mi rispondi? Non mi dici perché hai preferito, voluto Satana a Dio? Ma pure saresti ancora in tempo a salvarti! Tu lo sai che Io vado a morire. Nessuno come te lo sa…. Io non mi rifiuto dal morire… Vado. Vado alla morte perché la mia morte sarà la Vita per tanti. Perché non vuoi essere fra questi? Solo per te, amico mio, mio povero, malato amico, sarà inutile il mio morire? […] non ti ho odiato, non ho avuto stanchezza di te, ma soltanto pena, […] Giuda, guardami! Fra poco il mio Sangue sarà sparso per i peccati degli uomini. Non me ne resterà goccia. Lo berranno le zolle, le pietre, le erbe, le vesti dei miei persecutori e le mie…, il legno, il ferro, le funi, le spine del nabacà… e lo beveranno gli spiriti che attendono salute… solo tu non ne vuoi croce (9)bere? Io, per te soltanto, lo darei tutto questo mio Sangue. Tu sei l’amico mio. Come si muore volentieri per l’amico! Per salvarlo! Si dice: Io muoio. Ma io continuerò a vivere nell’amico al quale ho dato la vita”

[…]Passeranno gli anni e i secoli, cadranno i regni e gli imperi, si illanguidiranno le stelle, muterà la configurazione della Terra, e tu sarai sempre Giuda, come Caino è sempre Caino, se tu persisti nel tuo peccato. Finiranno i secoli. E resterà soltanto Paradiso e Inferno, e in Paradiso e nell’Inferno, per gli uomini risorti e accolti con anima e corpo, in eterno, là dove è giusto che siano, tu sarai sempre Giuda, il maledetto, il colpevole più grande, se non ti ravvedi. Io scenderò  a liberare gli spiriti dal Limbo, li trarrò a schiere dal Purgatorio, e tu… non ti potrò trarre dove Io sono… Giuda, Io vado a morire, felice vado, perché venuta l’ora che da millenni attendevo, l’ora di riunire gli uomini al Padre loro. Molti non li riunirò. Ma il numero dei salvati che contemplerò nel morire mi consolerà dello strazio del morire inutilmente per tanti. Ma, Io te lo dico, sarà tremendo vederti fra questi, tu, mio apostolo, amico mio. Non mi dare l’inumano dolore!… Ti voglio salvare, Giuda![…]

Ti credo. E cercherò di farti contento. Ma voglio fare da me. Da me ho sbagliato, da me devo sapermi guarire dal male”.

Unicamente Dio può fare da Sé. Questo tuo pensiero è di superbia. Nella superbia è ancora Satana. Sii umile, Giuda. Afferra questa mano che ti si offre amica. Rifugiati su questo cuore che ti si apre protettore. Qui, con Me, non ti potrebbe far del male Satana”.

giudaHo provato a stare con te… Sono sempre più disceso… E’ inutile!

“Non lo dire! Non lo dire! Respingi lo sconforto. Dio può tutto. Stringiti a Dio. Giuda! Giuda!”.

Taci! Che gli altri non sentano…

E ti preoccupi degli altri e non del tuo spirito? Misero Giuda!...”

***

[…] “Io resto a pregare per Giuda, Madre mia. Aiutami tu pure…”.

Ti aiuterò, Figlio mio. Rinasce forse in lui il volere?”.

No, Mamma. Ma noi dobbiamo fare come se… Il Cielo può tutto, Mamma!

Si. E io posso ancora illudermi. Non Tu, Figlio mio. Tu sai. Santo Figlio mio! Ma io ti imiterò sempre. Và tranquillo, amor mio! Anche quando Tu non potrai più parlargli, perché egli ti fuggirà, io cercherò di condurtelo. E sol che il Padre santissimo ascolti il mio dolore…. Mi lasci stare con Te, Gesù? Pregheremo insieme… e saranno tante ore da averti per me sola…”[…]

Abbiamo pregato, Madre. La preghiera nostra Dio la userà…”

***

[…] la vera libertà dell’uomo è questa: seguire le voci che Dio gli sussurra al cuore cuore (2)e i suoi comandi, non essere schiavo né di se stesso, né del mondo, né del rispetto  umano, e perciò non schiavi di Satana. Usare della splendida libertà di arbitrio che Dio ha dato all’uomo per volere liberamente e solamente il Bene, e conseguire così la vita eterna luminosissima, libera, beata. Neppur della propria vita bisogna essere schiavi, se per secondare la stessa noi si deve fare resistenza a Dio. […] Dio darà il centuplo di gaudio spirituale a colore che da uomini del mondo seppero farsi figli di Dio, ossia uomini spirituali. Essi godranno il vero gaudio, qui e oltre la Terra.

***

[…] In verità vi dico, a voi tutti che vi credete tanto perfetti da sprezzare quelli che non son d’Israele, e anche  molti dello stesso popolo nostro, in verità vi dico che voi, mia parte eletta del gregge, preso il Pastore, sarete percossi da paura e vi sbanderete fuggendo, quasi che i lupi, che mi azzanneranno da ogni parte, fossero contro di voi rivolti. Ma, ve lo dico: non temete. Non vi sarà torto un capello. Basterò Io a saziare i lupi feroci…”

[…]Il mio rimprovero è sufficiente. Il loro avvilimento è palese, il loro pentimento umile e sincero. Dovete amarvi fra voi, sorreggervi a vicenda. Perché, in verità, nessuno di voi è perfetto ancora. Voi non dovete imitare il mondo e gli uomini di esso. Nel mondo, voi lo sapete, i principi delle nazioni le signoreggiano e i loro grandi esercitano su di esse il potere in nome dei principi. Ma tra voi così non deve essere. Non deve essere in voi smania di signoreggiare sugli uomini, né sui compagni.  

***

eccomi padre[…] In ogni costituzione occorre saper vedere l’origine di essa. In questo caso l’Eterno Padre, che ha costituito il Tempio e le gerarchie, i riti e l’autorità degli uomini preposti a rappresentarlo. Occorre saper deferire al Padre il giudizio. Egli sa quando e come intervenire. Come provvedere perché la corruzione, dilagando, non corrompa tutti gli uomini e li faccia dubitosi di Dio…

[…] Non è mai troppo tardi per l’ora di Dio. Essa viene al giusto momento. E concede tanto di tempo per servire, come volontà vuole, la Verità”.

BRANI TRATTI DALL’EVANGELO Valtorta 51a parte

BRANI TRATTI DALL’EVANGELO 

COME MI è STATO RIVELATO

di MARIA VALTORTA

9° LIBRO (51a parte)

Da pag. 94 a pag. 146

Incentrato tutto sulla figura dell’Iscariota che verrà scoperto a rubare da Giovanni. Nel dialogo tra il traditore e Gesù abbiamo la prova di come il Demonio si fosse già impossessato dell’anima di Giuda. 

(Gesù a Giuda) “In verità ti dico, o Giuda, che Io soffro e soffrirò come ogni uomo, e più di ogni uomo. Ma Io posso essere felice ugualmente, della santa e spirituale felicità di coloro che hanno ottenuto la liberazione dalle tristezze della Terra perché hanno abbracciato la volontà di Dio per loro unica sposa. Lo posso perché ho superato Giudail concetto umano della felicità, l’inquietudine della felicità, così come gli uomini se la figurano. Io non inseguo ciò che secondo l’uomo costituisce la felicità; ma metto la mia gioia proprio in ciò che è all’opposto di quel che l’uomo insegue per tale. Quelle che sono cose fuggite e sprezzate dall’uomo, perché sono riputate peso e dolore, rappresentano per Me la cosa più dolce. Io non guardo l’ora. Guardo le conseguenze che l’ora può creare nell’eternità. Il mio episodio cessa, ma il suo frutto dura. Il mio dolore ha termine, ma i valori di quel mio dolore non terminano. E che me ne farei di un’ora del così detto “esser felici” sulla Terra, un’ora raggiunta dopo un inseguimento ad essa di anni e lustri, quando poi quell’ora non potrebbe venire con Me nell’eternità come gaudio,
quando l’avessi dovuta godere da Me solo, senza farne parte a quelli che amo?” […]Vedo il mio dolore mutarsi in gaudio eterno per una moltitudine di creature. E abbraccio il dolore come più grande forza per raggiungere la felicità perfetta, che è quella amare il prossimo sino a soffrire per dargli la gioia. Sino a morire per esso”.

Non capisco questa felicità”, proclama Giuda.

“Non sei sapiente ancora. Altrimenti la capiresti”.

E Giovanni lo è? E’ più ignorante di me!

“Umanamente, si. Ma possiede la scienza dell’amore”. […] “ So anche quello che tu non sai. Ma spero nella misericordia di Dio. Egli, che è misericordioso ai peccatori, ma di saper soffrire.[…]
volto24[…]Bisognerebbe […] scegliere Insegnamenti, dottrine, amicizie sane, capaci di dare succhi di vera virtù e poi sapersi isolare per elaborare, da ciò che si è alacremente raccolto, la virtù, la giustizia, che è come il miele tratto da molti elementi sani, non ultima la buona volontà, senza la quale i succhi presi qua e là non servono a nulla. Saper umilmente meditare, nell’interno del cuore, su ciò che abbiamo visto di buono e udito di buono senza invidie[…]

Ognuno ha il suo compito, e ogni compito è un’elezione, e ogni elezione è un onere oltre che un onore.

Vi sono creature che paiono vivere per distruggere il bene che è in loro. […] Basta che il turbine delle passioni si plachi perché l’anima piegata, e quasi sommersa dal… da ciò che non è buono, torni ad avere aneliti verso il Bene”.

Non deludo le speranze dei giusti.

“[…] l’orgoglio dell’uomo è tale che, più grande è la rovina della sua anima, più cerca di rabberciarla con rimedi incompleti che creano un malanno sempre più grande. […] l’anima lotta la sua battaglia, e perciò è conseguente che venga colpita. confessioneTanti sono i nemici che ha d’attorno. […] colui che è piagato da malattie immonde, causate in lui da vizi indegni, colui si vergogna delle sue piaghe e davanti ai familiari e gli amici, e anche davanti ai medici, e talora è così assolutamente stolto che le tiene nascoste sinchè il loro fetore non le disvela. Ma allora è troppo tardi per riparare. Gli umili sono sempre sinceri, e anche sono dei valorosi che non hanno da vergognarsi delle ferite riportate nella lotta. I superbi sono sempre menzogneri e vili, e per il loro orgoglio giungono alla morte, non volendo andare da chi può guarirli e dirgli: “Padre, io ho peccato. Ma, se Tu vuoi, mi puoi guarire”.. Molte sono le anime che per l’orgoglio di non avere a confessare una colpa iniziale, giungono alla morte. E allora anche per esse è troppo tardi. Non riflettono che la misericordia divina è più potente e vasta di ogni cancrena, per potente e vasta che sia, e che tutto può risanare. Ma esse, le anime degli orgogliosi, quando si accorgono di aver sprezzato ogni salvezza, cadono in disperazione, poiché sono senza Dio e, dicendo: “E’ troppo tardi”, si danno l’ultima morte, quella della dannazione.

( Si parla di Giuda Iscariota) “Sua madre è buona, suo padre non era un malvagio, ho sentito dire”, ribatte Maria d’Alfeo. “Si. Ma l’orgoglio non gli mancava in cuore. Per questo ha allontanato il figlio dalla madre troppo presto e ha contribuito lui pure a sviluppare l’eredità morale, che egli aveva dato a suo figlio, col mandarlo a Gerusalemme. E’ doloroso dirlo, ma non è certo il Tempio il luogo dove l’orgoglio ereditario possa diminuire…”, dice Gesù.

(Gesù e Giovanni scoprono Giuda a rubare. Gesù fa uscire Giovanni e parla con l’Iscariota) Giuda, ripreso fiato, risponde: “Si. Ladro. E per colpa tua. Tutto il male che io faccio è per colpa tua, e Tu non ti stanchi mai di rovinarmi. Tu salvi tutti. Dai amore e onori a tutti. Accogli i peccatori, non ti fanno schifo le prostitute, tratti da amico i ladri e gli strozzini e i lenoni di Zaccheo, accogli come fosse il Messia la Giuda Iscariotaspia del Tempio, o stolto che sei! E fai capo nostro un ignorante, tesoriere un gabelliere, confidente tuo uno stolto. E a me misuri il picciolo, non mi lasci una moneta, mi tieni vicino come un galeotto è tenuto vicino al banco del remo, non vuoi neppur che noi, dico noi ma sono io, io solo che non devo accettare oboli di pellegrini. E’ perché io non tocchi il denaro, che Tu hai ordinato che non si prendesse denaro da nessuno. Perché Tu mi odi. Ebbene: anche io ti odio! Tu non hai saputo percuotermi e maledirmi poco fa. La tua maledizione mi avrebbe incenerito. Perché non l’hai data’ L’avrei preferita a vederti inetto così, svigorito così, un uomo finito, un uomo vinto…

Taci!

No! Hai paura che Giovanni senta? Hai paura che egli finalmente capisca chi Tu sei e ti lasci? Ah! L’hai questa paura, Tu che fai l’eroe! Si, che ce l’hai! E hai paura di me. Hai paura! Per questo non mi hai saputo maledire. Per questo mi fingi amore mentre mi odi! Per blandirmi! Per tenermi quieto. Lo sai che io sono una forza! Lo sai che io sono la forza. La forza che ti odia e che ti vincerà! Te l’ho promesso che ti seguirò sino alla morte offrendoti tutto, e tutto ti ho offerto, e ti starò vicino sino alla tua ora e alla mia ora. Magnifico re che non sai maledire e cacciare! Re-nuvola! Re idolo! Re stolto! Mentitore! Traditore del tuo stesso destino. Mi hai sempre sprezzato, dal nostro primo incontro. Non mi hai corrisposto. Ti credevi sapiente. Sei un ebete, Te la insegnavo la via buona. Ma Tu… Oh! Tu sei il puro! Sei  la creatura che è uomo ma che è Dio, e sprezzi i consigli dell’Intelligente. Tu hai sbagliato dal primo momento e sbagli. Tu … Tu sei… Ah!

(Gesù risponde) […] l’amore non odia e non maledice, mai. La Forza potrebbe anche vincere le singole battaglie come questa fra Me e te, fra Me e Satana che è in te, e levarti il tuo padrone, per sempre, come ho fatto ora tramutandomi nel segno che volto (2)salva, nel Tau che Lucifero non può vedere. […] Ma che gioverebbe violare le regole perfette del Padre mio? Sarebbe giustizia? Sarebbe merito? No. Non sarebbe né giustizia né merito. Non giustizia verso gli altri uomini colpevoli, ai quali non è tolta la libertà di esserlo, i quali potrebbero nel di finale chiedermi e rimproverarmi il perché della condanna e la parzialità fatta a te solo. Saranno dieci e centomila quelli, settanta volte dici e centomila quelli che faranno i tuoi stessi peccati e si indemonieranno per volontà propria, e saranno offensori di Dio, torturatori della madre e del padre, assassini, ladri, mentitori, adulteri, lussuriosi, sacrileghi, e infine deicidi, uccidendo materialmente il Cristo un giorno vicino, uccidendolo spiritualmente nei loro cuori nei tempi futuri. E potrebbero dirmi, quando Io verrò a separare gli agnelli dai becchi, a benedire i primi e a maledire, allora sì, a maledire i secondi, a maledire perché allora non ci sarà più redenzione, ma gloria o condanna, a rimaledirli dopo averli già maledetti singolarmente alla morte prima e al singolo giudizio […] potrebbero dirmi, tutti questi dannati: “Perché noi non ci hai legati al Bene come facesti con Giuda?”. E avrebbero ragione.

[…] l’anima, creata da Dio, è per tutti uguale, dotata delle stesse proprietà, degli stessi doni da Dio.

[…] Tu hai devastato e disperso la tua anima e i doni ad essa dati da Dio. Che ne hai fatto della tua libertà d’arbitrio? Che del tuo intelletto? Hai conservato al tuo spirito la libertà che era sua? Hai usato l’intelligenza della tua mente con intelligenza? No. Tu giudache non vuoi ubbidire a Me, non dico a Me-Uomo, ma neppure a Me-Dio, tu hai ubbidito a Satana,.. Tu hai usato l’intelligenza della tua mente e la libertà del tuo spirito per comprendere le Tenebre. Volontariamente. Ti è stato posto davanti il Bene ed il Male. Hai scelto il Male. Anzi, ti è stato posto davanti soltanto il Bene: Io.

[…]E tu!… Dopo avermi visto e udito, dopo esser liberamente venuto al Bene, sentendo col tuo intelletto che quella era l’unica via della vera gloria, hai respinto il Bene e ti sei liberamente dato al Male.[…] Tanto ti ha fatto cieco e pazzo Satana, che tu non capisca più la vera natura dei provvedimenti che ho preso per te, […] L’oro è la tua rovina. Per l’oro sei diventato lussurioso e traditore…”

“Non c’è bisogno di peccare per separarsi da Me. Lo puoi fare, ti dico.”

L’uomo in se può esser casto, se da sé non accoglie le seduzioni del demonio e del senso. Castità e affetto spirituale. […] Colui che è saturo di castità non ha posto per altri moti men buoni. Non entra in lui la corruzione. Non c’è posto per essa. E poi! La corruzione non entra dal di fuori. Non è un modo di penetrazione dall’esterno
infernoall’interno. Ma è moto che dall’interno, dal cuore, dal pensiero, esce a penetrare e pervadere l’involucro: la carne. Per questo Io ho detto che è dal cuore che escono le corruzioni. […] E come avviene allora che una donna che lascia indifferenti dieci, che la guardano come una creatura simile a loro, che anche la vedono come una bell’opera del Creato ma senza per questo sentirsi sollevare dentro stimoli e fantasmi osceni, turba l’undecimo uomo e lo porta a concupiscenze indegne? Perché quell’undecimo ha corrotto il suo cuore e il suo pensiero, e dove dieci vedono la sorella egli vede la femmina.[…] Dio è senza lussuria, o Giuda. Ma Io vi ho voluto mostrare che anche l’uomo può essere senza lussuria. Ma io vi ho voluto mostrare che si può vivere come Io insegno.

[…] Non è peccato là dove non è consenso alla tentazione, Giuda. E’ già peccato là dove, anche senza consumare l’atto, si accoglie la tentazione e la si contempla. Sarà peccato veniale, ma è già via al peccato mortale che prepara in voi. Perché accogliere la tentazione e soffermarvi sopra il pensiero, seguire mentalmente le fasi di un peccato, è indebolire se stessi. Satana lo sa, e per questo avventa ripetute vampe, sempre sperando che una penetri e dentro lavori… Dopo… sarebbe facile fare che il tentato si muti in colpevole. […] Tu, non Io, sei quello nel quale la tentazione respinta non si placa… Non si placa perché tu non la respingi totalmente. Non compi l’atto, ma covi il pensiero dello stesso. Oggi così, e domani… Domani cadi nel vero peccato. Per questo ti ho insegnato, allora, di chiedere l’aiuto del Padre contro la tentazione, ti ho insegnato a chiedere al Padre di non indurti in tentazione. Io, il Figlio di Dio, Io, il già vincitore di consolaSatana, ho chiesto aiuto al Padre perché sono umile. Tu no, Tu non hai chiesto a Dio salvezza, preservazione. Tu sei superbo. E per questo sprofondi

[…] Tu sei fra due forze che ti attirano. Io e Satana. Ma se Io ti lascio, avrai lui solo. E come ti salverai? Eppure tu mi lascerai…. Tu mi hai già lasciato col tuo spirito…. Ebbene, Io trattengo lo stesso presso di Me la crisalide di Giuda. Il tuo corpo privo di volontà di amarmi, il tuo corpo inerte al Bene. Lo trattengo sinchè tu non esiga anche questo niente, che è la tua spoglia, per riunirla allo spirito per peccare con tutto te stesso…

Giurami! Giurami che nessuno saprà nulla… e io ti giuro che mi redimerò” urla Giuda.

“Non dire: “e io mi redimerò”.Tu non puoi. Io solo posso redimerti. Colui che prima parlava dalle tue labbra, da Me solo può essere vinto. Dimmi la parola dell’umiltà: “Signore, salvami!”, ed Io ti libererò dal tuo dominatore. Non capisci che Io l’attendo questa tua parola più del bacio di mia Madre?”

Giuda piange, piange, ma non dice questa parola.

volto (4)“[…]Và. Và. Esci di qui. Sali sulla terrazza. Và dove vuoi, ma non fare scene clamorose. Và, và. Nessuno ti scoprirà, perché Io veglierò. Da domani terrai i denari. Tutto è inutile ormai”.

(Gesù parla con Giovanni, l’unico testimone dell’atto di Giuda) […] E posso non soffrire di ciò? Il mio più grande dolore! Ricordalo, Giovanni: Questo sarà in eterno il mio più grande dolore! Tu ancora non puoi capire tutto…. Il mio più grande dolore….” Gesù è accasciato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Valtorta 50a parte

BRANI TRATTI DALL’EVANGELO 

COME MI è STATO RIVELATO di MARIA VALTORTA

9° LIBRO (50a parte)

Fino a pag. 92

Il dolore dei buoni e degli innocenti. L’offerta più gradita a Dio e la missione di Pietro. L’azione subdola di un Giuda che come tanti altri del nostro tempo invece di elevare gli animi dei risanati in Cristo, tende a scoraggiarli, ma l’azione risanatrice di Dio non mancherà ancora una volta di salvare.    

E’ oziosa, e generalmente nell’ozio fiorisce il peccato, quando si parla delle manchevolezze altrui con chi non può nulla su esse. Allora è semplicemente mancanza di carità, anche se le cose dette sono vere. Come è mancanza di carità rimproverare più o meno acerbamente senza unire al rimprovero il consiglio. E parlo di rimproveri giusti. Gli altri sono ingiusti e sono peccato contro il prossimo. Ma quando uno vede un suo prossimo che pecca, e ne soffre perché peccando colui offende Dio e danneggia la sua anima, e da solo sente che non è capace di misurare l’entità dell’altrui peccato, né si sente sapiente a dire parole di conversione e allora si rivolge ad un giusto, ad un sapiente, e confida il suo affanno, allora non fa peccato, perché le sue confidenze sono volte a por fine ad uno scandalo e a salvare un’anima.

CATTEDRA-DI-PIETRO1(A Pietro) Dovrete ascoltare e decidere e consigliare. Il vostro giudizio avrà valore come se Dio stesso lo avesse pronunciato…”

“Allora saprete, perché lo Spirito di Dio si librerà su voi e vi penetrerà delle sue luci […]Quando tu sarai maestro, medico e pastore al posto mio e in mia vece, e quando un fedele verrà a piangere ai tuoi piedi i suoi turbamenti per azioni proprie o azioni altrui, tu devi sempre aver presente questo settenario di interrogativi.

Chi: chi ha peccato? Cosa: quale è la materia del peccato? Dove: in che luogo? Come: in che circostanze? Con che o con chi: lo strumento o la creatura che fu materia al peccato. Perché: quali gli stimoli che hanno creato l’ambiente favorevole al peccato? Quando: in che condizioni e reazioni, e se accidentalmente o per abitudine malsana. […]

Quel giorno che il grande altare della Terra tacesse di lodi e di suppliche d’amore, la Terra cesserebbe di essere. Perché, spento l’amore, sarebbe spenta la riparazione, e l’ira di Dio annullerebbe l’inferno terrestre che sarebbe divenuta la Terra. La Terra, dunque, per esistere deve amare. E ancora: la Terra deve essere il Tempio che ama e prega con l’intelligenza degli uomini. Ma nel Tempio, in ogni tempio, quali vittime soffrono? Le vittime pure, senza macchia né tara. Solo queste sono gradite al Signore. Esse e le primizie. Perché al padre della famiglia vanno date le cose migliori, e a Dio Padre dell’umana Famiglia va data la primizia di ogni cosa, e le cose elette. […]

 

Gli uomini non ubbidiscono e non lodano a sufficienza il Signore. Ecco allora la bambini3necessità di anime ostie che amino ed espiino per tutti. Sono i fanciulli che pagano, innocenti e ignari, l’amaro castigo del dolore per coloro che non sanno che peccare. Sono i santi che, volonterosi, si sacrificano per tutti.

Fra poco – un anno o un secolo è sempre “poco” rispetto all’eternità – non si celebreranno più altri olocausti sull’altare del gran Tempio della Terra fuor di questi delle vittime-uomo, consumate con il perpetuo sacrificio:[…] Gli uomini stessi ci immoleranno. Intendi? Ci immoleranno. E noi andremo lieti alla morte per espiare e amare per tutti. E poi verranno i tempi in cui gli uomini non immoleranno più gli uomini. Ma sempre vi saranno le vittime pure, che l’amore consuma insieme alla gran Vittima nel Sacrificio perpetuo. Dico l’amore di Dio e l’amore per Dio. Invero esse saranno le ostie del Tempo e del tempio futuro. Non gli agnelli e capri, vitelli e colombi, ma il sacrificio del cuore è ciò che Dio gradisce. Davide lo ha intuito. E nel tempo nuovo, tempo dello spirito e dell’amore, solo questo sacrificio sarà gradito. […]

 

[…] in quei piccoli che muoiono per ragioni naturali è Dio che opera direttamente, per ragioni di un così alto amore che non posso spiegarti, rientrando esse nelle sapienze che sono scritte nei libri della Vita e che solo nel Cielo saranno letti dai beati. Letti, ho detto. Ma, in verità, basterà guardare Iddio per conoscere non solo Dio, ma anche la sua infinita sapienza…

 

Simone-Zelota-Cananeo[…] Il dolore non è un castigo, quando lo si sa accogliere e usare con giustizia.

Il dolore è come un sacerdozio, Simone. Un sacerdozio aperto a tutti. Un sacerdozio che dà un gran potere sul cuore di Dio. E un grande merito. Nato col peccato, sa placare la Giustizia. Perché Dio sa usare al Bene anche quanto l’Odio ha creato per dare del dolore. Io non ho voluto altro mezzo per annullare la Colpa. Perché non vi è mezzo più grande di questo.”

 

[…] il tempio del cuore mondo e amoroso è l’unico che Dio ama e nel quale fa dimora con le sue luci, […] l’unico luogo degno di onorarlo come si conviene e può essere, anzi vuole essere contenuto dal cuore dell’uomo, perché lo spirito del giusto è un tempio sul quale si libra, fra i profumi dell’amore, lo Spirito di Dio; […]  

 

[…] la mancanza di amore reciproco è sempre causa di ritardo e disturbo, anche se si tratta di uno scopo per sé buono. Dio non è dove non è carità. Inutile cercare Dio se prima non ci si pone nella condizione di poterlo trovare. Dio si trova nella carità. Colui o coloro che si stabiliscono nella carità trovano Dio anche senza doverne fare penosa ricerca. E chi ha seco Dio, seco ha la riuscita di ogni sua impresa. […] prenda ognuno il suo riposo ma abbia, nel sonno e nella veglia, compagna la carità, e le sue opere prospereranno, e prospereranno la sua famiglia e i suoi interessi e soprattutto prospererà il suo spirito e conquisterà la regale corona di figli dell’Altissimo ed eredi del suo Regno.     levi

 

Ogni volta che vado là e supero tutto ciò che può essere reazione dell’Uomo pur di conquistare, come Re dello spirito, anche un suddito solo, no, non dico che è stato inutile il mio andare, inutili i dolori, inutili le fatiche. Ma dico santi, amabili e desiderabili gli scherni, le ingiurie, le accuse. Non sarei un buon conquistatore se mi arrestassi davanti agli ostacoli delle fortezze granitiche”.

 

Non pesa già lavorare dove l’amore circonda e dove l’amore rende duttili le anime da lavorare. Ma, se non vi è fatica, non vi è merito e non vi è molto guadagno, perché poche conquiste si fanno se ci si limita a quelli che già sono nella giustizia.

“Amare è lasciare il passato per entrare nel mio presente. Voi non mi amate ancora con perfezione”.

nicodemo_jesus2[…] ti ripeto le stesse parole. Rinasci nel tuo spirito, Nicodemo, per poter amare la Luce che Io sono ed Io abitini te come Re e salvatore.

 

[…] Io vedo ciò che voi non vedete, e dall’alto dove si libra il mio spirito so scegliere le mie dolci prede. Non per sbranarle come fanno gli avvoltoi e le aquile, ma per portarle con Me, Saremo così felici là, nel Regno del Padre mio, noi che ci amammo!…”

[…] La terra ha molto bisogno di penitenza, perché sia data forza ai deboli di essa (penitenza) a respingere Satana”  

Il Dio vero è padre degli uomini. Giusto, ma buono. Premia chi ha fede e non fa pagare agli innocenti le colpe non loro.

[…]Perché ti odiano, tu così buono?” “Perché molti uomini hanno in sé uno spirito che li possiede.[…] abbraccio6

(Un redento riferisce a Gesù ciò che l’Iscariota gli ha detto creandogli sconforto)”Ma non sai che Egli lo dice a noi, che noi saremo deboli? Pensa, noi che siamo gli apostoli e che siamo con Lui da tanto. E tu, appestato come sei del vecchio Israele, appena venuto, e venuto in momenti che fanno tremare noi, credi di avere forza di mantenerti giusto?” (Gesù risponde) “Quante tristezze sanno darsi i figli dell’uomo! In verità Satana sa usare di questa loro tendenza per terrorizzarli affatto e separarli dalla Gioia che viene loro incontro per salvarli. Perché la tristezza dello spirito, la paura del domani, le preoccupazioni sono sempre armi che l’uomo mette in mano del suo avversario. Il quale lo spaura con gli stessi fantasmi che l’uomo si crea. E vi sono altri uomini che, in verità, si alleano a Satana per aiutarlo a spaurire i fratelli. […] In verità Dio non delude i buoni desideri dell’uomo. Perché è Lui stesso che li accende nei vostri cuori. E’ Egli, provvido e sapiente, che crea le circostanze per favorire il desiderio dei suoi figli, non solo, ma per raddrizzare e perfezionare un desiderio di onorarlo, che va per vie imperfette, a desiderio di onorarlo per vie giuste. Tu eri fra questi. Credevi, volevi, eri convinto di onorare Dio perseguitando Me. Il Padre ha visto che nel tuo cuore non era odio a Dio, ma anelito a dar gloria a Dio levando dal mondo Colui che ti avevano detto essere nemico di Dio e corruttore di anime. Ed allora ha creato le circostanze per esaudire il tuo desiderio di dar gloria al tuo Signore. Ed ecco che tu sei ora fra noi. E puoi pensare che Dio ti abbandoni, ora che qui ti ha potato? Solo se tu lo abbandonerai potrà soverchiarti la forza del male”.

 

[…] Molti in Israele materialmente non si macchieranno del Delitto, ma non saranno meno colpevoli di quelli che mi condanneranno ed eseguiranno la sentenza.

 

 

 

VALTORTA 49a parte

BRANI TRATTI DALL’EVANGELO 

COME MI è STATO RIVELATO

di MARIA VALTORTA

8° LIBRO (49a parte)

Da pag. 430 alla fine dell’ottavo volume

Ultime spiegazioni sulla risurrezione di Lazzaro e la risposta ad alcune domande: Cristo può far risorgere un dannatoLa parola e i doni di Dio possono diventare una rovina per alcuni uominiPerchè devono soffrire i bambini? Come fare per sentire e comprendere la voce di Dio? 

(I sinedristi)… Il morto era legato. Eppure è uscito dal suo posto, è venuto da solo senza camminare sino all’apertura. E liberato che fu, nel suo corpo non era più morte. Respirava. Non c’era più corruzione. Mentre prima, da vivo, era piagato, e da morto era tutto corrotto”. […]

(Dopo numerose contestazioni parla Gamaliele un grande Maestro della Legge d’Israele) “Non è chiudendosi gli occhi che si può ignorare ciò che noi siamo. Noi non siamo più sapienti, perché principio della sapienza è il timor di Dio, e noi siamo farisei_2peccatori senza timore di Dio. Se avessimo questo timore, non conculcheremmo il giusto e non avremmo la stolta ingordigia per le ricchezze del mondo. Dio dà e Dio toglie. A seconda dei meriti e dei demeriti. E se Dio ora ci leva ciò che  ci aveva dato, per darlo ad altri, sia benedetto, perché santo è il Signore e sante sono tutte le sue azioni.”

Ma noi parlavamo di miracoli e volevamo dire che nessuno di noi li può fare perché con noi non è Satana.

“No. Perché con noi non è Dio. Mosè separò le acque e aprì la rupe, Giosuè fermò il sole, Elia risuscitò il fanciullo e fece cadere la pioggia, ma con essi era Dio. Vi ricordo che sei sono le cose che Dio odia, ed esecra la settima: gli occhi superbi, la lingua bugiarda, le mani che spargono sangue innocente, il cuore che medita disegni malvagi, i piedi che corrono rapidi al male, il falso testimonio che dice menzogne e colui che mette discordie tra i fratelli. Noi facciamo tutte queste cose. Noi, dico. Ma voi solo le fate. Perché io me ne astengo dal gridare “Osanna” e dal gridare “Anatema”. Io attendo”. […]

(Gesù a Lazzaro) Io ti ho richiamato lo spirito dopo che esso era già giudicato da Dio. Se tu fossi stato un dannato, non ti avrei potuto richiamare alla vita, perché facendolo avrei annullato il giudizio del Padre mio. Per i dannati non ci sono animamutazioni più. […] Sii perfetto come lo è il Padre nostro dei Cieli e come Io lo sono. Sii perfetto come lo è il Padre nostro dei Cieli e come Io lo sono. Sii perfetto, ossia sii simile a Me, che ti ho amato tanto da andare contro a tutte le leggi della vita e della morte, del Cielo e della Terra, per riavere sulla Terra un servo di Dio e un vero amico mio, e in Cielo un beato, un grande beato”.

Lo dico a tutti: “Siate perfetti”. […] Devi essere “amore” per non conoscere mai più altro che l’amplesso di Dio”.

(Gesù alla Maddalena)

“Maria, l’Altissimo, che sa cosa è l’amore, ha detto all’uomo: “Mi amerai con tutte le tue forze”. Non esige di più. Perché sa che è già martirio amare con tutte le forze…”

“Abbi fede. Dio è più giusto degli uomini…”

Anche la parola di Dio e i doni di Dio, se cadono su cuori presi da superbia, divengono causa di rovina. Non per essi, ma per la superbia che altera il loro succo buono”, dice Gesù.

(Gesù a Giuda)

giuda
Giuda Iscariota

“Che ti importa di chi ti è vicino se sai amare tutto attraverso di Me? Amami nel prossimo, e ogni luogo ti sarà uguale” […] “L’ubbidienza ti farà bene tutto. Ciò che farai mi piacerà.”

“[…] Chi sa accogliere con retto spirito Colui che è venuto in nome di Dio vedrà fruttificare il suo deserto e farsi domestiche le piante robuste ma selvagge che sono in esso. Io starò fra voi. E voi verrete a Me. Da buoni amici: E questi porteranno la mia parola a coloro che la sanno accogliere.”

[…] il peccato non è sempre di chi lo compie, ma anche di chi forza a compierlo.  

[…] davanti ad una necessità santa si deve saper applicare la legge con agilità di spirito. […]

(Gesù va in aiuto a tre orfanelli vittime di una banda di briganti)

“[…] Sono dei disgraziati. Non dobbiamo giudicare il perché lo sono. Ma dobbiamo cercare di salvarli. Un atto buono può essere il principio della loro salvezza…” […]

(Simone risponde all’Iscariota) “Sarò un peccatore. Ma non faccio rimprovero a Dio. Dico soltanto… Maestro, perché devono soffrire i bambini? Essi non hanno dei peccati”.

Tutti ne hanno dei peccati, almeno quello originale”, dice l’Iscariota. Pietro non gli risponde. Aspetta la risposta di Gesù. E Gesù, che ninna il bambino ormai sazio e assonnato, risponde: “Simone, il dolore è la conseguenza della colpa”.

Va bene. Allora… dopo che Tu avrai levato la colpa, i fanciulli non soffriranno più”.

Soffriranno ancora. Non te ne fare scandalo, Simone. Il dolore e la morte saranno sempre sulla Terra. Anche i più puri soffrono e soffriranno. Anzi, saranno per tutti. Le ostie propizievoli al Signore”.

Ma perché? Non lo capisco…

Molte sono le cose che non sono capite sulla Terra. Sappiate credere almeno che sono cose volute dall’Amore perfetto. E quando la Grazia restituita agli uomini farà, dei più santi fra gli uomini, i conoscitori delle verità nascoste, allora si vedrà che proprio i più santi vorranno essere vittime, perché avranno compreso la potenza del dolore…

(Gesù e l’Iscariota)

“[…] Sei tu da più dei farisei e scribi, che vollero la prova di un morto già disfatto per poter dire che Io risuscito realmente i morti?”

Ma essi la volevano perché ti odiano. Io la vorrei perché ti amo e vorrei vederti schiacciare tutti i tuoi nemici”.

“Il tuo vecchio sentimento e il tuo disordinato amore. Non hai saputo sbarbare dal tuo cuore le piante vecchie per sostituirle con le nuove; e le vecchie, fertilizzate dalla Luce alla quale ti sei accostato, sono diventate ancor più robuste. Il tuo è l’errore di molti, presenti e futuri. Di quelli che, nonostante gli aiuti di Dio, non si trasformano perché non rispondono con eroico volere al soccorso di Dio”.

volto27Forse che costoro, che sono come me tuoi discepoli, hanno distrutto le vecchie piante?”

“Le hanno almeno molto potate e molto innestate. Tu non lo hai fatto. Non hai nemmeno guardato con attenzione se esse meritavano innesti, potatura, o di essere levate. Sei un giardiniere improvvido, Giuda”.

Solo per la mia anima, però. Perché per i giardini so fare”.

“Sai fare. Per tutte le cose terrestri sai fare. Ti vorrei vedere ugualmente capace per le cose del Cielo”.

Ma la tua luce dovrebbe fare da sé ogni prodigio in noi! Non è forse buona? Se rende fertile il male e lo irrobustisce, allora non è buona, ed è colpa sua se noi non si diviene buoni”.

Parla per te, amico. Io non trovo che il Maestro mi abbia fatto più forti le cattive tendenze”, dice Tommaso.

E neppure io”, “E io”, dicono Andrea e Giacomo di Zebedeo.

A me, poi, la sua potenza mi ha liberato dal male e fatto nuovo. Perché parli così? Non rifletti a ciò che dici?”, chiede Matteo.

(Descrizione di un piccolo momento di quotidianità di Gesù)

Gesù pone piede sull’isola proprio quando i due fanciulletti iniziano il loro giuoco e li
carezza deponendo a terra il più piccino, che si unisce al giuoco dei fratellini.BAMBINI

“Eccomi a voi. E ora parliamo di Dio. Perché parlare di Dio e parlare a Dio è prepararsi alla missione. E dopo aver fatto orazione, ossia dopo aver parlato a Dio, parleremo di Dio che è presente in tutte le cose per istruire alle cose buone. Su alzatevi e preghiamo”, e intona dei salmi in ebraico, ai quali fanno coro gli apostoli. […]

“[…] Quando un’anima vive nella carità ha il cuore calmo e sente la voce di Dio e la comprende”.

Allora Eliseo non aveva carità, perché era turbato”.

“Eliseo è del tempo della Giustizia. Bisogna saper trasportare al tempo della Carità gli episodi antichi e vederli non alla luce delle folgori ma a quella degli astri. Voi siete del tempo nuovo. Perché dunque tanto sovente siete più iracondi e turbati di quelli del tempo antico? Spogliatevi del passato. Lo ripeto, anche se a Giuda non piace sentirlo ripetere. Estirpate, potate, innestate, mettete piante nuove. Rinnovatevi, scavate le fosse dell’umiltà, dell’ubbidienza, della fede. Quei re lo seppero fare ed erano, due contro uno, non di Giuda, e non sentirono Dio, ma il profeta di Dio ripetere i voleri dell’Altissimo. Sarebbero morti di sete nell’aridità se non avessero saputo ubbidire. Ubbidirono e l’acqua empì le fosse scavate, e non solo furono salvi dalla sete ma vinsero i nemici. Io sono l’Acqua della Vita. Scavate fosse nei vostri cuori per poter ricevere Me. E ora ascoltate. Non faccio lunghi discorsi. Vi do delle sentenze perché voi le meditiate. Sarete sempre come questi fanciulli, e anche meno di loro, perché essi sono innocenti e voi non lo siete e perciò è più fosca in voi la luce spirituale, se non vi abituate a meditare. Sempre ascoltate, mai ritenete, perché la vostra intelligenza dorme nicodemo2in luogo di essere attiva. Dunque sentite. Quando alla Sunamite morì il figlio, ella volle andare dal profeta nonostante che il marito le dicesse che non era il primo del mese e non era sabato. Ma ella sapeva di dover andare, perché per certe cose non sono ammesse dilazioni. E poiché seppe comprendere lo spirito delle cose, ebbe risuscitato il figlio. […]

 

“[…] Un bel salto e si è sull’isola pacifica e fiorita della spiritualità. Ma bisogna avere il coraggio di fare il salto, abbandonando la riva, il mondo. Saltare senza pensare se c’è chi può ridere per il nostro salto goffo o deridere per la nostra semplicità di preferire un isolotto solitario al mondo. Saltare senza paura di ferirsi o bagnarsi, o essere delusi. Lasciare tutto per rifugiarsi in Dio. Mettersi sull’isola separata dal mondo e di là uscirne unicamente per distribuire, a quelli che sono rimasti sulle rive, i fiori e le acque pure raccolti nell’isola dello spirito, dove è un unico albero: quello della Sapienza. Standogli vicino, lontano dai fragori del mondo, se ne afferrano tutte le parole e si diviene maestri sapendo essere discepoli.[…]

“[…] Lo stesso succede degli uomini gettati sulle correnti della Terra. Devono stare sempre nelle mani di Dio, affidando la loro volontà, che è come il giunco, alle mani del buon Padre che è nei Cieli e che è Padre di tutti e specie degli innocenti, e devono avere l’occhio vigilante ad evitare le erbe ed i falaschi, le pietre, i mulinelli e il fango che potrebbero trattenere, frantumare o inghiottire la barca della loro anima, strappando il filo della volontà che li tiene uniti a Dio. Perché il Serpente, che non è più nel Giardino, è ora sulla Terra, e cerca proprio di far naufragare le anime, cerca di non farle risalire, per l’Eufrate, il Tigri, il Geon e il Fison, al Gran Fiume che scorre nel Paradiso eterno e alimenta gli alberi della Vita e Salute, che portano perpetui frutti ,di cui godranno tutti color che
hanno saputo risalire la corrente per riunirsi a Dio e agli angeli suoi senza avere mai più a soffrire di nulla”.

popolo di dioL’idea messianica è questa: riunire tutti nell’amore. Questa è la verità dell’idea messianica. Un solo popolo sulla Terra sotto lo scettro del Messia. Un solo popolo in Cielo sotto lo sguardo di un solo Dio.

 

 

 

 

 

VALTORTA 48a parte

 BRANI TRATTI DALL’EVANGELO 

COME MI è STATO RIVELATO di MARIA VALTORTA

8° LIBRO (48a parte)

Da pag. 346 a pag 427

In questa parte vedremo come Gesù prepara Giovanni alla sua passione e la risurrezione di Lazzaro. Da qui l’insegnamento di Gesù sul perché non si ottengono le grazie sperate. Il significato della morte di Lazzaro e cosa accade ad un animale quando muore.

(dialogo tra Gesù e Giovanni per prepararlo alla Sua passione)

[…]Tu mi comprendi, sì. Perché mi ami. Giovanni, ascoltami. Fra qualche tempo…”. […] “Fra qualche tempo sono tre anni che evangelizzo. Tutto quanto era da dire alle turbe l’ho detto. Ormai chi vuole amarmi e seguirmi ha gli elementi per farlo, con sicurezza. Gli altri… Qualcuno si persuaderà con i fatti. I più resteranno sordi anche a quelli. Ma a questi ho alcune poche cose da dire. E le dirò. Perché anche la giustizia deve essere servita, oltre che la misericordia. Finora la misericordia ha taciuto molte volte e su molte cose. Ma prima di tacere per sempre parlerà il Maestro anche con severità di giudice. Ma non volevo parlarti di questo. Volevo dirti che fra poco, avendo detto al gregge quanto era da dire per farlo mio, Io mi raccoglierò molto in preghiera e in preparazione. E quando non pregherò mi dedicherò a voi. Così come ho fatto al principio, farò alla fine. Verranno le discepole. Verrà mia Madre. Ci prepareremo tutti alla Pasqua. Giovanni, Io ti chiedo sin da ora di dedicarti molto alle discepole. A mia Madre in specie…”

485813_460256197322944_180165568665343_2019605_2088440941_nL’anima vivente delle creature minori, delle quali parla la Genesi, non è l’anima quale ha l’uomo. E’ la vita, semplicemente la vita, ossia l’essere sensibile alle cose attuali, tanto materiali che affettive. Quando un animale è morto è insensibile, perché con la morte per esso è la vera fine. Non c’è futuro per esso. Ma sinché è vivente soffre la fame, freddo, stanchezza, è soggetto a ferirsi e soffrire, a godere, ad amare, ad odiare, ad ammalarsi e morire. E l’uomo, in ricordo di Dio, che gli ha dato quel mezzo per rendergli meno aspro l’esilio sulla Terra, deve essere umano verso i suoi servi minori che sono gli animali.   

Anche oggi, come venti secoli or sono, la contraddizione sarà fra quelli per i quali Io mi rivelo. Io sono segno di contraddizione ancora una volta. Ma non Io, per Me stesso, sibbene Io rispetto a ciò che suscito in essi. I buoni, quelli di buona volontà, avranno reazioni malvagie come gli scribi, farisei sadducei e sacerdoti di quel tempo. Ognuno dà ciò che ha. Il buono che viene a contatto dei malvagi scatena un ribollire di maggior malvagità in essi. E giudizio sarà già fatto sugli uomini, come lo fu nel Venerdì di Parasceve, a seconda di come avranno giudicato, accettato e seguito il Maestro che, con un nuovo tentativo di infinita misericordia, si è fatto conoscere una volta ancora. […] A quanti si apriranno gli occhi e mi riconosceranno e diranno: “E’ Lui. Per questo il nostro cuore ci ardeva in petto mentre ci parlava e ci spiegava le Scritture”? […] La mia pace a questi e a te, piccolo, fedele, amoroso Giovanni”.

(Gesù rimprovera i discepoli che temono per la loro vita)

Verrà l’ora in cui non potrò più muovere un dito né dire una parola per
lazzaro (1)operare il miracolo. Il mondo sarà vuoto della mia forza. Ora tremenda di castigo per l’uomo. Non per Me. Per l’uomo che non mi avrà voluto amare. Ora che si ripeterà, per volontà dell’uomo che avrà respinto la Divinità sino a far di sé un senza Dio, un seguace di Satana e del suo figlio maledetto. Ora che verrà quando sarà prossima la fine di questo mondo. La non-fede imperante renderà nulla la mia potenza di miracolo. Non perché Io la possa perdere. Ma perché il miracolo non può essere concesso là dove non è fede  e volontà di ottenerlo, là dove del miracolo si farebbe un oggetto di scerno e uno strumento di male, usando il bene avuto per fare un maggior male. […] “Lazzaro è morto. Ho atteso che fosse morto per andare là, non per le sorelle e per lui. Ma per voi. Perché crediate. Perché cresciate nella fede. Andiamo da Lazzaro”.

E va bene! Andiamo pure! Moriremo tutti come è morto lui e come Tu vuoi morire”, dice Tommaso rassegnato fatalista.

“Tommaso, Tommaso, e voi tutti che nell’interno avete critiche e brontolii, sappiate che chi vuol seguire Me deve avere per la sua vita la stesa cura che ha l’uccello per la nuvola che passa. Lasciarla passare a seconda che il vento la porta. Il vento è la volontà di Dio, il quale può darvi o levarvi la vita a suo piacere, né voi ve ne  avete a rammaricare, come non se ne rammarica l’uccello della nube che passa, ma canta ugualmente, sicuro che dopo tornerà il sereno. Perché la nuvola è
l’incidente, il cielo è la realtà.
Il cielo resta sempre azzurro anche se le nuvole sembrano farlo grigio. E’ e resta azzurro oltre le nubi. Così è della Vita vera. E’ e resta, anche se la vita umana cade. Chi vuole seguirmi non deve conoscere ansia della vita e paura per la vita […]

[…] se volete restare, dovete imparare a sfidare il mondo con le sue critiche, le sue insidie, le sue derisioni, i suoi tormenti, per conquistare il Regno mio.  

lazzaro(Dopo la risurrezione di Lazzaro)

Dio vi ha risposto. Nessun profeta ha mai potuto riunire ciò che era sfatto, oltre che morto. Dio lo ha fatto. Ecco là la testimonianza viva di ciò che Io sono. Un giorno fu che Dio prese del fango e ne fece una forma e vi alitò lo spirito vitale e l’uomo fu. Io ero a dire: “Si faccia l’uomo a nostra immagine e somiglianza”. Perché Io son il Verbo del Padre. Oggi, Io, Verbo, ho detto a ciò che è ancor meno del fango, alla corruzione (decomponimento delle carni): “Vivi”, e la corruzione si è tornata a comporre in carne, e in carne integra, viva, palpitante. Eccola là che vi guarda. E alla carne ho ricongiunto lo spirito giacente da giorni nel seno d’Abramo. L’ho richiamato col mio volere perché tutto Io posso, Io il Vivente, Io il Re dei re cui sono soggette tutte le creature e le cose. […]

(Gesù parla con Simone, il sinedrista che uccise il padre proprio perché fedele a Gesù) “Buon per te che Lazzaro non ricordi il suo soggiorno fra i morti! Che ne hai fatto di tuo padre, o Caino?” Simeone fugge con un grido di paura, che poi si muta in un urlo di maledizione: “Che Tu sia maledetto, o Nazareno!”, al che Gesù risponde: “La tua maledizione sale al Cielo e dal Cielo l’Altissimo te la riscaglia. Sei segnato del marchio, o sciagurato!”

[…]Io ho strappato al sepolcro un uomo con una parola… E con un mare di parole… e uno di dolori non potrò strappare al peccato l’uomo, gli uomini, milioni di uomini” 

(La sorella di Lazzaro, Maria Maddalena espone a Gesù il suo dolore per le parole dette dal fratello durante l’agonia) […] Non ha dimenticato il mio passato e, quando la debolezza del morire ha ottuso in lui la sua bontà che io credevo dimenticanza del passato egli ha urlato il suo dolore, il suo sdegno per me… Oh!…” maddalena2Maria piange… “Non piangere, Maria. Dio ti ha perdonata e ha dimenticato. L’anima di Lazzaro pure ha perdonato e ha dimenticato, ha voluto dimenticare. L’uomo non ha potuto tutto dimenticare. E quando la carne ha dominato col suo spasimo estremo la volontà illanguidita, l’uomo ha parlato”. […] “Povera Maria! Conosco il tuo cuore. Tu hai meritato il miracolo, e ciò ti affermi nel saper sperare e credere”. […]

(Gesù rimprovera Marta che disubbidendo lo ha mandato a chiamare) “E tu, Marta? Tu hai imparato? No. Non ancora. Sei la mia Marta. Ma non sei ancora la mia perfetta adoratrice. Perché agisci e non contempli? E’ più santo. Tu vedi? La tua forza, perché troppo volta a cose terrene, ha ceduto alla constatazione dei fatti terreni che sembrano talora senza rimedio. In verità non hanno rimedio le terrene cose se Dio non interviene. […] Io ti voglio forte, Marta. Io ti voglio perfetta. Non hai saputo ubbidire perché non hai saputo credere e sperare completamente, e non hai saputo credere e sperare perché non hai saputo amare totalmente. Ma Io te ne assolvo. Ti perdono, , Marta. Ho risuscitato Lazzaro oggi. Ora ti do un cuore più forte. A lui ho reso la vita. A te infondo la forza dell’amare, credere e sperare perfettamente.

(Maria Maddalena si era vantata con un oppositore di Gesù che lo aveva schernito e Gesù le risponde[…] non contendere coi malvagi, Maria. E perdona. Perdona se mi vuoi imitare… 

(Gesù a Lazzaro) “Che ti ricordi, amico, del passato? Voglio dire delle tue ore estreme?”  

Un grande desiderio di vederti ed una grande pace fra l’amor delle sorelle”.

E che ti doleva più di lasciare morendo?”

Te, Signore, e le sorelle. Te per non poterti servire, esse perché mi hanno dato ogni gioia…”

Oh! Io, fratello!” sospira Maria.

Tu più di Marta. Tu mi hai dato Gesù e la misura di ciò che è Gesù. E Gesù ti ha data a me. Tu sei il dono di Dio, Maria”.

Lo dicevi anche morendo…” dice Maria e studia il volto del fratello.

Perché è il mio costante pensiero”.

Ma io ti ho dato tanto dolore…”.

Anche la malattia ha dato dolore. Ma per essa spero avere espiato le colpe del vecchio Lazzaro e d’essere risorto, purificato per essere degno di Dio. Tu ed io, i due risorti per servire il Signore, e Marta fra noi, lei che fu sempre la pace della casa.”

Tutto si può mutare, se si vuole. E infatti Io di pusillanimi, di rissosi, di usurai, di sensuali, di increduli feci dei martiri e dei santi, degli evangelizzatori del mondo. Solo colui che non volle non mutò. […] Vi sono due forme di prepotenza nel chiedere il miracolo. Ad una Dio si piega con amore. All’altra volge le spalle sdegnato. La prima è quella che chiede, come ho insegnato a chiedere, senza sfiducia e stanchezza, e che non ammette che Dio non la possa ascoltare, perché Dio è buono e chi è buono preghieraesaudisce, perché Dio è potente e tutto può. Questa è amore, e Dio concede a chi ama. L’altra è la prepotenza dei ribelli che vogliono che Dio sia loro servo e che alle loro cattiverie umilii Se stesso e dia quello che loro non danno a Lui: amore e ubbidienza. Questa forma è una offesa che Dio punisce col negare le sue grazie.

[…]  Colui che vorrà salvare la sua vita in questo mondo perderà la Vita eterna.
L’ho detto e lo ripeto. Che sono le prove? La nuvola che passa. Il Cielo resta e vi attende oltre la prova. Io ho conquistato il Cielo per voi con il mio eroismo. Voi dovete imitarmi. L’eroismo non è solo serbato a coloro che devono conoscere il martirio. La vita cristiana è un perpetuo eroismo, perché è una perpetua lotta contro il mondo. Il demonio e la carne. Io non vi forzo a seguirmi. Vi lascio liberi. Ma ipocriti non vi voglio. O con Me e come Me, o contro Me. Già non mi potete ingannare. Me non mi potete ingannare. Ed Io non addivengo ad alleanze col Nemico. Se voi lo preferite a Me, non potete pensare di avere contemporaneamente Me per Amico. O lui o Io. Scegliete.

Il dolore di Marta è diverso da quello di Maria per la diversa psiche delle due sorelle e per la condotta diversa avuta dalle stesse. Felici coloro che si conducono in modo da non avere rimorso di avere addolorato uno che ora è morto e che non si può più consolare del dolore datogli. Ma come più felice chi non ha il rimorso di avere addolorato il suo Dio, Me, Gesù, e non teme il mio incontro, ma anzi lo sospira come gioia ansiosamente sognata per tutta la vita e infine raggiunta.

addolorata[…] E se anche il dolore verrà a voi, perché il dolore è santificazione, è la mirra che preserva dalla putredine della carnalità, avrete sempre in voi la certezza che Io vi amo – e che vi amo anche in quel dolore – e la pace che viene dal mio amore.[…]

Ho pianto davanti alla tomba di Lazzaro. […] perché, come fondale che si sommuove, sono affiorate in quell’ora, più vive che mai, tre idee che, come tre chiodi, mi avevano sempre confitto la loro punta nel cuore. La constatazione di quale rovina aveva portato Satana all’uomo col suo sedurlo al Male. Rovina la cui condanna umana era il dolore  e la morte. La morte fisica, emblema e metafora viva della morte spirituale, che la colpa dà all’anima sprofondandola, essa regina destinata a vivere nel regno della Luce, nelle tenebre infernali. La persuasione che neppure questo miracolo, messo quasi a corollario sublime di tre anni di evangelizzazione, avrebbe
convinto il mondo giudaico sulla Verità di cui ero stato il Portatore. E che nessun miracolo avrebbe fatto del mondo avvenire un convertito al Cristo. Oh! Dolore d’esser prossimo a morire per così pochi! La visione mentale della mia prossima morte. Ero Dio. Ma anche Uomo ero. E per essere Redentore dovevo sentire il peso dell’espiazione. Perciò anche l’orrore della morte e di tale morte. Ero un vivo, un sano che si diceva: “Presto sarò morto, sarò in un sepolcro come Lazzaro. Presto l’agonia più atroce sarà mia compagna. Devo morire” La bontà di Dio vi risparmia la conoscenza del futuro. Ma a Me essa non fu risparmiata.

Oh! Credetelo, voi che vi lamentate della vostra sorte. BEATA VERGINE MARIA ADDOLORATA3Nessuna fu più triste della mia, ché ebbi la costante prescienza di tutto quanto mi doveva accadere, unita alla povertà, ai disagi, alle acredini che mi accompagnarono dalla nascita alla morte. Non lamentatevi, dunque. E sperate in Me. Vi do la mia pace”.

 

 

VALTORTA 47a parte

BRANI TRATTI DALL’EVANGELO 

COME MI è STATO RIVELATO

di MARIA VALTORTA

8° LIBRO (47a parte)

Da pag. 275 a pag 344

Molti sono in questo periodo i nemici di Gesù e tanti i modi che escogitano per coglierlo in fallo, dalle prostitute, ai tranelli verbali. Ma ad essere sinceri chi non si è posto la domanda: “Perchè Dio ha creato Satana? E perchè non lo distrugge? E cosa ci manca dall’essere in tutto simili agli angeli? “ Gesù stesso ne darà le risposte

(Gesù parla da solo con una prostituta assoldata per farlo peccare) “Vedi che io non ti interrogo. Io parlo perché so senza bisogno di chiedere. Ma se sai queste due cose, la terza non la sai. Tu non sai chi sono, oltre che uomo e Gesù. Tu vedi l’uomo. Gli altri ti dicono: “E’ il Nazareno”. Ma Io ti dico chi sono. Io sono il Redentore. Per redimere devo essere senza peccato. La mia possibile sensualità di uomo, guarda come Io l’ho calpestata. Così, come faccio con questo schifoso bruco che nelle tenebre si avviava dal fango ad un altro fango per i suoi lascivi amori. Così l’ho calpestata sempre. Così la calpesto anche ora. E così sono disposto a strappare a te la tua malattia e a calpestarla liberandotene, per farti sana e santa. Perché sono il Redentore. Questo solo. Ho preso corpo d’uomo per salvarvi, per distruggere il peccato, non per peccare. L’ho preso per levare i vostri peccati, non per peccare con voi. L’ho preso per amarvi, ma di un amore che dà la sua vita, il suo sangue, la sua parola, tutto, per portarvi al Cielo, alla Giustizia, non per amarvi da bruto. E neppure da uomo, perché Io sono più che uomo. […] “Nel tuo cuore tu pensi che è impossibile che Dio ti perdoni. Tra le basi di questo tuo pensiero dal raffronto con il mondo che non ti perdona di essere la prostituta. Ma Dio non è il mondo. Dio è Bontà. Dio è Perdono. Dio è Amore.”

CUORE DI MAMMA“E’ sempre santa la madre! E Dio vuole che ad essa si dia onore”.

Il bene bisogna saperlo fare spontaneamente perché abbia profumo e sia fecondo. In caso contrario non è che una… pantomima, e talora è peggio che una pantomima”.

“[…]La vita è quella che si ottiene credendo e seguendo la Via, la Verità, la Vita, ed operando secondo la sua parola. […] il Padre mio e di tutti gli uomini non calcolerà il tempo trascorso nella mia Legge e Fede, ma la volontà dell’uomo di vivere sino alla morte in quella Legge e Fede. […]

In verità, in verità vi dico che vi saranno operai che avranno lavorato un’ora sola, la loro ultima ora, e che avranno premio più pronto di quelli che avranno lavorato sin dalla prima ora, ma sempre con tiepidezza, spinti al lavoro unicamente dall’idea di non meritare l’inferno, ossia dalla paura del castigo. Non è questo il modo di lavorare che il Padre mio premia con una gloria immediata. Anzi, a questi calcolatori egoisti, che hanno premura di fare il bene e quel tanto di bene che è sufficiente per non darsi eterna pena, il Giudice eterno darà lunga espiazione. Dovranno imparare a loro spese, con una lunga espiazione, a darsi uno spirito alacre in amore, e in amore vero, tutto volto alla gloria di Dio. […] La morte per i giusti è vera vita, perché nulla può più minacciare la vitalità dello spirito, ossia la sua permanenza nella Giustizia.”

“Troverete questo bagliore della Divinità talora nel bello della natura, talaltra nella parola del morente, o anche nello sguardo di un infelice che vi guarda e giudica, o nel silenzio della persona amata che tacendo rimprovera una vostra azione disonorevole, lo troverete nello spavento di un bambino davanti ad una vostra violenza, o nel silenzio delle notti mentre siete soli con voi stessi e, nella stanza più chiusa e solitaria, avvertirete un altro Io, ben più potente del vostro, che vi parla con un suono senza suono.”

L’uomo che per sua virtù giunge a sentire il Dio ignoto e a vivere virtuoso inFIGLIOL PRODIGO omaggio a questo Dio, ben si può dire che ha conosciuto Dio, perché Dio si è rivelato a lui, a premio del suo vivere virtuoso. Guai se fosse necessario di conoscermi di persona! Presto più alcuno non avrebbe modo di riunirsi a Me. Perché, Io velo dico, presto il Vivente lascerà il regno dei morti per tornare al Regno della Vita, né più gli uomini avranno altro modo di conoscermi che per la fede e lo spirito. Ma, anziché arrestarsi, la conoscenza di Me si propagherà, e perfetta, perché priva di tutto ciò che è pesantezza di senso. Dio parlerà, Dio opererà, Dio vivrà, Dio si svelerà agli animi dei suoi fedeli con la sua inconoscibile e perfetta Natura. E gli uomini coi mezzi nuovi, con gli ineffabili mezzi che il suo infinito amore avrà lasciato sulla Terra prima di tornarsene al Padre dopo aver tutto compiuto”

Oh! Signore! Signore! Dicci dunque come potremo trovarti e conoscere che Tu sei che ci parli e dove sei, dopo che te ne sarai andato!” esclamano in diversi. E alcuni proseguono: “Noi siamo gentili e non sappiamo il tuo codice, tempo non abbiamo da restare qui e seguirti. Come faremo per avere quella virtù che fa meritevoli di conoscere Dio?”.

Gesù sorride, luminosamente bello nella felicità di queste sue conquiste nel gentilesimo, e dolcemente spiega: “Non preoccupatevi di sapere molte leggi. Verranno costoro (e pone le mani sulle spalle di Pietro e del Taddeo) a portare la mia Legge nel mondo. Ma finché non saranno venuti, abbiate a norma di legge le seguenti poche frasi nelle quali è tutta compendiata la mia Legge di salute. Amate Dio con tutto il vostro cuore3cuore. Amate le autorità, i parenti, gli amici, i servi, il popolo, e anche nemici, come amate voi stessi. E per essere sicuri di non peccare, prima di fare ogni azione, sia che vi venga comandata o che sia spontanea, chiedetevi: “Amerei che ciò che sto per fare a costui mi fosse fatto?” E se sentite che non lo amereste, non lo fate. Con queste semplici linee voi potete tracciare in voi la via per la quale verrà Dio a voi e voi andrete a Dio. Perché nessuno amerebbe che un figlio gli fosse ingrato che uno lo uccidesse, che un altro lo derubasse o gli levasse la sposa o disonorasse la sorella o la figlia o gli usurpasse la casa, i campi , o i servi fedeli. Con questa regola sarete buoni figli e buoni genitori, buoni mariti, fratelli, negozianti, amici. Perciò sarete virtuosi, e Dio verrà a voi.”

“Dal movimento impuro della curiosità può scaturire per essi la scintilla della fede in Me, della Fede che salva.”

Io sono là dove il Bene è in atto. Tu, greco, ascolta i consigli dei saggi, nei quali consigli Io ancora parlo. Fa il bene a chi ti ha fatto del male, e sarai detto santo da Dio.”

(Gesù ai discepoli) “Non lo fate più. Non è mai bene per voi dividervi. Se Io vi dico di non farlo è perché so che avete bisogno di sorreggervi a vicenda. Non siete forti tanto da poter fare da voi. Uniti, l’uno frena o sorregge l’altro. Divisi…”

(Bartolomeo si scusa prendendosi la colpa)[…] “Pensate che ubbidire salva sempre da almeno un peccato: quello del presumere di essere capaci di fare da sé. Voi non sapete quanto il demonio gira intorno a voi, per cogliere tutti i motivi per farvi peccare e farvi danneggiare il vostro Maestro già tanto perseguitato. Sono tempi sempre più difficili per Me e per l’organismo che Io sono venuto a formare. Cosicché occorre molta cura perché esso non sia, non dico ferito e ucciso, perché non lo sarà mai più sino alla fine dei secoli, ma imbrattato di fango. I suoi avversari vi guardano attentamente, non vi perdono mai apostolid’occhio, così come pesano ogni mio atto o parola. E ciò per avere materia a denigrare. Se voi vi fate vedere litigiosi, divisi, in qualche maniera imperfetti, anche se per cose da poco, essi raccattano e manipolano ciò che voi avete fatto e lo lanciano come un fango e un’accusa contro di Me e della mia Chiesa che si sta formando. Lo vedete! Io non vi rimprovero, ma vi consiglio. Per il vostro bene. Oh! Non sapete, amici miei, che anche le cose più buone essi manipoleranno  e perseguiteranno per potermi accusare con un ‘apparenza di giustizia? Su, dunque. In avvenire siate più ubbidienti e prudenti”.

“Se sapeste come io godo di associarvi a Me in ogni opera!

[…] Io pure, Fondatore di un Organismo che durerà quanto i secoli e che sarà santo come il suo Fondatore e Capo, di un Organismo che durerà a rappresentarmi, e sarà una cosa con Me, così come le membra e il corpo dell’uomo sono una cosa col capo che le sovrasta, devo dire: “Bisogna che esso corpo si illumini e che Io mi offuschi”. Voi dovete continuarmi. Io, presto, non sarò più qui fra voi, qui sulla Terra, qui materialmente, a dirigere i miei apostoli, discepoli e seguaci. Io sarò, però, spiritualmente con voi, sempre, e i vostri spiriti sentiranno il mio Spirito, riceveranno la mia Luce. Ma voi dovrete apparire in prima linea, mentre Io sarò tornato là donde sono venuto. Per questo Io vado gradatamente preparandovi a questo apparire i primi.

[…] Voi dovete sempre più avanzarvi, lumeggiarvi, continuarmi, essere Me, mentre Io, come una madre che lentamente lascia di sorreggere il figlioli non che ha imparato a camminare, mi ritiro… non deve essere violento il trapasso da Me a voi. I piccoli del gregge, gli umili fedeli, ne avrebbero sgomento. Io li passo dolcemente da Me a voi, perché essi non sentano di essere soli neppur per un momento.

marta e maria

(Gesù a Maria e Marta) E’ amare saper sperare e credere al di sopra di ogni misura e di ogni realtà che abbia voce di smentita al credere e allo sperare. Ebbene, per tutto questo Io vi dico di saper sperare e credere contro ogni realtà contraria. […]

Un giorno, presto, capirete queste ragioni che ora vi potranno parere crudeli. Sono ragioni divine. Dolorose a Me Uomo come a voi. Dolorose ora. Ora perché voi non  ne potete abbracciare e contemplare la bellezza e la saggezza: Né Io ve lo posso rivelare. Quando tutto sarà compiuto, allora comprenderete e gioirete… Ascoltate. Quando Lazzaro sarà… morto… Non piangete così! Allora mandatemi subito a chiamare. E intanto ordinate per i funerali con grande invito, come a Lazzaro e alla vostra casa si conviene. […]

Sappiate ubbidire, sappiate credere, sperare… sappiate dire sempre di sì a Dio… 

Nulla è fatto senza un fine buono nelle opere di Dio. Ricordatevelo sempre. Meditate questa verità.”

Gesù ha un momento di arresto. Fissa lo sguardo su un giudeo che sta a capo chino e dice poi:

“Tu che stai così pensando, tu dalla veste color d’uliva matura, ti chiedi se ha fine buono anche Satana. Non essere stolto per essere a Me contrario e cercare l’errore nelle mie parole. Ti rispondo che Satana non è opera di Dio, ma della libera volontà dell’angelo ribelle. Dio lo aveva fatto suo ministro glorioso, e perciò lo aveva creato a fine buono. Ecco, ora tu, parlando col tuo io, dici: “Allora Dio è stolto, perché aveva donato la insegna (5)gloria ad un futuro ribelle e affidato i suoi voleri ad un disubbidiente” Ti rispondo: “Dio non è stolto ma perfetto nelle sue azioni e pensieri. E’ il Perfettissimo. Le creature sono imperfette, anche le più perfette. Sempre un punto di inferiorità è in esse rispetto a Dio: Ma Dio, che le ama, ha concesso alle creature la libertà di arbitrio, perché attraverso ad essa la creatura si completi nelle virtù e si faccia perciò più simile al Dio e Padre suo”. E ancora ti dico, o derisore e astuto cercatore del peccato nelle mie parole, che dal Male, che si è volontariamente formato, Dio trae ancora un fine buono: quello di servire a far possessori gli uomini di una gloria meritata. Le vittorie sul Male sono la corona degli eletti. Se il Male non potesse suscitare una conseguenza buona per i volonterosi di volontà buona, Dio lo avrebbe distrutto. Perché nulla di quanto è nel Creato deve essere totalmente privo di incentivo o di conseguenza buoni.

[…]Io ve lo dico ciò che siete. Siete in parte lupi, in parte capretti selvatici. Ma nessuno di voi, nonostante la pelle di agnello che portate per fingervi agnelli, è vero agnello. Sotto il vello morbido e bianco avete tutti i colori feroci, le corna pontute e le zanne e gli artigli del caprone o della belva, e volete rimanere tali perché vi compiacete di esser tali, e sognate ferocia e ribellione. Perciò non mi potete amare e non potete seguirmi e comprendermi.

Se entrate nel gregge è per nuocere, per dare dolore o portare disordine. Le mie pecore hanno paura di voi. Se fossero come voi siete, vi dovrebbero odiare. Ma essi non sanno odiare. Sono agnelli del Principe di pace, del Maestro di amore, del Pastore misericordioso. E non sanno odiare. Non vi odieranno mai, come Io non vi odierò mai. Lascio a voi l’odio, che è il malvagio frutto della concupiscenza triplice con l’io scatenato nell’animale uomo, che vive dimentico di essere anche spirito oltre
pastore4che carne. Io mi tengo ciò che è mio: l’amore. E questo comunico ai miei agnelli, e offro anche a voi per farvi buoni. Se vi faceste buoni, allora mi capireste e diverreste del mio gregge, simili agli altri che sono in esso. Ci ameremmo. Io e le mie pecore ci amiamo. Esse mi ascoltano, riconoscono la mia voce.

Voi non capite ciò che è in verità conoscere la mia voce. E’ non avere dubbi sulla sua Origine e distinguerla fra mille altre voci di falsi profeti come vera voce venuta dal Cielo.”

[…] “Dici sempre che presto te ne vai e poi vuoi dire che sempre parlerai? Se te ne sarai andato non parlerai più”, obbietta un giudeo con il tono sprezzante col quale parlerebbe ad un menomato mentale.

Gesù risponde […] “Io parlerò sempre, perché il mondo non diventi tutto idolatra. E parlerò ai miei, eletti a ripetervi le mie parole. Lo Spirito di Dio parlerà, ed essi capiranno ciò che anche i sapienti non sapranno capire. Perché gli studiosi studieranno la parola, la frase, il modo, il luogo, il come, lo strumento attraverso i quali la Parola parla, mentre i miei eletti non si perderanno in questi studi inutili, ma ascolteranno, persi nell’amore, e capiranno poiché sarà l’Amore quello che parlerà: Essi distingueranno le ornate pagine dei dotti o le bugiarde pagine dei falsi profeti, dei rabbi di ipocrisia che insegnano dottrine inquinate o insegnano ciò che essi non praticano, dalle parole semplici, vere, profonde che da Me verranno. Ma il mondo li odierà per questo, perché il mondo odia Me-Luce e odia i figli della Luce, il tenebroso mondo che ama le tenebre propizie al suo peccare. […]”

pastore (5)“Sui misteri di Dio in voi, salvo un suo esplicito comando, mettete il sigillo della vostra prudenza, come lo spirito ha quello della temporanea carcere nella carne.”

Bisogna applicare gli ordini con giustizia e discernimento, sapendo comprendere lo spirito dell’ordine, non soltanto le lettere che compongono l’ordine. […] Ricordati che tu pure hai ceduto alla stanchezza, alla fame.  Non volere gli altri più forti di te. […] il Signore ha permesso che tu soggiacessi a questi bisogni della carne per farti umile, sempre più umile e sempre più compassionevole ai tuoi simili. Molti non sanno distinguere fra tentazione e colpa consumata. La prima è una prova che dà merito e non leva grazia, la seconda è caduta che leva merito e grazia. […] Anche il bisogno di coniugarsi e procreare non è peccato, anzi. Dio ha dato l’ordine di farlo per popolare la Terra di uomini. Ma non è più buono l’atto del congiungimento per sola soddisfazione del senso. Sei persuaso anche di questo?”

Si, Maestro. Ma allora dimmi una cosa. Coloro che non vogliono procreare, peccano ad un ordine di Dio? Tu dicesti una volta che lo stato di vergine è buono”.

angeli

“E’ il più perfetto. Come è il più perfetto quello di chi, non pago di fare buon uso delle ricchezze, se ne spoglia del tutto. Sono le perfezioni alle quali può giungere una creatura. E gran premio avranno. Tre sono le cose più perfette: la povertà volontaria, la castità perpetua, l’ubbidienza assoluta in tutto ciò che non è peccato. Queste tre cose rendono l’uomo simile agli angeli. E una è perfettissima: dare la propria vita per amore di Dio e dei fratelli. Questa cosa rende la creatura simile a Me, perché la porta all’assoluto amore. E chi ama perfettamente è simile a Dio, è assorbito e fuso con Dio. […] Guarda Io ti  dico ciò che devi dire per essere in pace, qualunque cosa ti avvenga. Dì con Me: “Io, con l’aiuto di Dio, propongo, per quanto mi sarò possibile, di non più cedere alle pesantezze della carne”. E stà fermo in questo volere. Se poi un giorno, pur non volendolo, la carne stanca e afflitta vincerà la tua volontà, ebbene, allora come ora dirai: “Riconosco di essere un povero uomo come tutti i miei fratelli, e ciò mi serva per tener mozzo il mio orgoglio”.

 

 

 

 

 

Valtorta 46a parte

BRANI TRATTI DALL’EVANGELO 

COME MI è STATO RIVELATO

di MARIA VALTORTA

8° LIBRO (46a parte)

da pag 240 a pag 264

Gesù mette in guardia gli apostoli sull’attività di Satana. Attende come una madre in pena il ritorno di Giuda dopo una notte di peccato. E consola e istruisce una donna abbandonata dal marito approfondendo anche il tema del divorzio e della vedovanza.

“…Vi sono creature, già adoratrici di Satana perché hanno il culto della superbia, che pur di imporsi agli altri vendono se stesse al Tenebroso per averlo amico”, gli risponde Gesù. (all’Iscariota) “Ma si può? Non è leggenda di paesi pagani che l’uomo possa fare contratti col demonio o con spiriti infernali?”, chiede stupefatto Giovanni.

“Si può. Non come è narrato nelle leggende pagane, Non con monete e contatti materiali. Ma con l’adesione al Male, un’ora di trionfo purchessia. In verità vi dico che coloro che si vendono al Maledetto, pur di riuscire a un loro scopo, sono più numerosi di quanto non si creda”.

Gesù con i suoi discepoliE riescono? Hanno proprio ciò che chiedono?” Interroga Andrea. “Non sempre e non tutto. Ma qualcosa hanno”. “E come si può? Tanto potente è il demonio da poter simulare Iddio?”

Tanto… e niente, se l’uomo fosse santo. Ma è che molte volte l’uomo è di suo un demonio. Noi combattiamo le possessioni evidenti, rumorose, vistose. Di esse tutti se ne accorgono… Sono… poco comode a famigliari e cittadini, e sono soprattutto con forme materiali. L’uomo è sempre colpito da ciò che è pesante, che urta i suoi sensi. Ciò che è immateriale e percepibile e, se pur lo avverte, non se ne cura, specie se a lui non nuoce. Queste possessioni occulte sfuggono dunque al nostro potere di esorcizzatori! E sono le più dannose, perché lavorano nella parte più eletta, con la parte più eletta e verso altre parti elette: da ragione a ragione da spirito a spirito. Sono come miasmi corruttori, impalpabili, sino a che la febbre della malattia non avverte chi ne è colpito di essere colpito”.

E Satana aiuta? Proprio? Perché? E perché Dio lo lascia fare? E lo lascerà sempre fare? Anche dopo che Tu regnerai?” Tutti chiedono. “Satana aiuta per finire di asservire. Dio lo lascia fare, perché da questa lotta fra l’alto e il Basso, il Bene e il Male, emerge il valore della creatura. Il valore e il volere. Lo lascerà sempre fare. Anche dopo che Io sarò assunto. Però allora Satana avrà contro un nemico ben grande e l’uomo avrà un’amica ben potente”. “Chi? Chi?” “La Grazia”. […]

(Giuda di Keriot a Gesù) “E chi si dà così al demonio che diviene?” “Un demonio”.

giuda (2)(Gesù attende Giuda dopo un’ennesima notte di peccato)

“[…] Oggi ci saranno molti malati, ma Io non attendevo loro. Attendevo te. Perché è per te che ho vegliato tutta la notte. Per te che, non potendo star chiuso qui ad attenderti, sono salito sul terrazzo, a gettare nel vento il mio richiamo, a mostrare alle stelle il mio dolore, all’aurora il mio pianto. Non il vecchio malato, ma il giovane scapestrato, il discepolo che fugge il Maestro, l’apostolo di Dio che preferisce la cloaca al Cielo e la menzogna alla Verità, mi hanno tenuto in piedi tutta la notte ad attenderti. E quando ho sentito la tua pedata sono sceso qui… ad attenderti ancora. Non più con la tua persona, che ormai avevo vicina e vagante con mosse da ladro per la cucina oscura, ma con il tuo sentimento… Ho atteso una parola… E non l’hai saputa dire quando mi hai sentito ritto contro a te. Colui al quale stai vendendo il tuo spirito non ti ha dunque avvertito che Io sapevo? Ma no! Non poteva avvertirti né suggerirti l’unica parola che potevi, che dovevi dire, se fossi un giusto. E ti ha suggerito le menzogne non chieste, inutili, offensive più ancora della tua fuga notturna. Te le ha suggerite ghignando, contento di aver fatto scendere un altro gradino a te e di aver dato un altro dolore a Me. […] Bugiardo! Ecco cosa ti ho detto. E se il bambino menzognero si sopporta ancora, perché non sa il valore di una menzogna e gli si insegna a non dirla più, in un uomo ciò non si sopporta; in un apostolo, discepolo della Verità stessa, fa schifo. Assolutamente schifo. Ecco perché ti ho atteso tutta la notte e ho piantato bagnando il tavolo, […]

Giuda-Iscariota… Tu lo hai detto: ti faccio schifo. Cacciami…

“No. Anche i lebbrosi mi fanno schifo. Ma ne ho pietà. E se mi chiamano accorro e li mondo. Non vuoi essere mondato?”

E’ tardi… ed è inutile. Non so essere santo. Cacciami, ti dico”.

“Non sono uno dei tuoi amici farisei, che chiamano “immonde” infinite cose e le fuggono o le scacciano duramente, mentre potrebbero mondarle con carità. Io sono il Salvatore e non discaccio nessuno…” […] Giuda alza il capo. Lo guarda titubante e mormora.

E se io ti lasciassi, che faresti?”.

“Nulla. Rispetterei la tua volontà. Pregando per te. Però a mia volta ti dico che, se anche tu mi lasci, è ormai troppo tardi”.

“A che , Maestro?”

“A che? Tu lo sai come Me…

Dovreste tutti chiedermi per prima cosa, e desiderare con tutte le vostre forze, di essere liberati da ciò che vi fa schiavo lo spirito di forze cattive che lo dominano. Dovreste volere per prima cosa questa liberazione, volere il Regno di Dio in voi per primo miracolo. Perché, avuto questo Regno in voi, ogni altra cosa sarà data, e data in modo che il dono non pesi come un castigo nell’altra vita.

insegna14

Nel Regno di Dio non è odio, non guerra, non soprusi. Chi vi sa entrare non conosce più dolore, ansia, sopraffazione, ma possiede la pace gaudiosa che emana dal Padre mio.

Chi mi ama solleva la mia stanchezza più che il riposo su un letto”.

(Gesù parla dell’amore di Dio ad una donna a cui ha appena risanato la figlia) Ti ha tanto amata da condurre Me a Cesarea quando tu agonizzavi quasi sulle piccole carni della tua creatura che raffreddavano già nell’agonia. Ti ha tanto amata che te l’ha resa, perché tu avessi sempre presente la bontà e potenza del Dio vero e avessi un freno contro ogni licenza pagana e un conforto in ogni dolore di donna coniugata. Ti ha tanto amata che attraverso ad un altro dolore ha rafforzato in te la volontà di venire alla Via, alla Verità. Alla Vita, e di fissarviti con la tua creatura perché ella almeno, fino dalla prima sua infanzia, possieda ciò che è conforto e pace, salute e luce nelle tristi giornate della Terra, e le abbia a preservazione di tutto quanto fa soffrire te, nella tua parte migliore, e in quella affettiva. La prima, istintivamente buona e insofferente del fango oscuro in cui è obbligata a vivere. La seconda, disordinata nella sua bontà.

Perché nei tuoi affetti tu sei pagana, o donna. Non è tua colpa. E’ colpa del secolo in cui vivi. E del gentilesimo nel quale sei cresciuta. Soltanto chi è nella vera Religione sa dare agli affetti il valore e la misura e le manifestazioni giuste. Tu, madre che non sapevi di vita eterna, amavi disordinatamente la tua bambina e, vedendola morire, disperatamente ti ribellavi a questa perdita, resa folle dalla morte incombente.[…] pianto2

Il nulla. Il finito, l’inesorabilmente finito che è la morte per coloro che non credono alla Vita spirituale.

Impara ad amare nell’ordine tuo marito”.

Non posso più amarlo. Non lo merita più. Lo disprezzo. Non avvilirò me stessa imitandolo, ma non lo posso più amare. Tutto è finito fra noi. L’ho lasciato andare… senza cercare di trattenerlo… In fondo gli sono stata grata per un’ultima volta, per questo suo andarsene… Non lo ricercherò. Del resto, quando mai mi fu compagno? Caduta la benda della mai adorazione, ora ricordo e giudico le sue azioni. Era forse con il mio cuore quando io piangevo dovendo seguirlo qui, lasciando la madre malata e la patria, essendo spossa novella e prossima a partorire? Egli rideva fatuo, coi suoi amici, delle mie lacrime e delle mie nausee, ammonendomi soltanto di non sporcargli la veste, Era forse al mio fianco nelle nostalgie mie di spaesata? No. Fuori, con gli amici, ai festini dove il mio stato non mi consentiva di andare… Era forse curvo con me sulla cuna della neonata? Risa quando gli mostrarono la figlia, dicendo: “Quasi la farei deporre al suolo. Non per avere delle femmine ho preso il giogo matrimoniale”. Né presenziò alla purificazione, dicendola “inutile pantomima”. E poiché la piccina piangeva, disse nell’uscire: “Mettile nome Libitina, e sia sacra alla dea”. E quando Fausta fu morente, divise forse con me l’affanno? Dove era la notte che precedette la tua venuta? In casa di Veleriano ad un banchetto. Ma lo amavo; era, hai detto giusto, il mio dio. Tutto mi pareva buono in lui, giusto in lui. Mi concedeva di amarlo… ed ero la schiava più schiava dei suoi voleri. Sai perché mi ha respinta da lui?”.

Donna_tristeLo so. Perché nella carne tua era ridestata l’anima ed eri non più femmina ma donna”.

“Così. Ho voluto della mia casa fare una casa virtuosa… ed egli si è fatto mandare ad Antiochia presso il console imponendomi di non seguirlo, e seco ha portato le schiave favorite. Oh! Non lo seguirò! Ho mia figlia. Ho tutto”.

No. Non hai tutto. Hai una parte, una piccola parte del Tutto, quanto ti serva ad essere virtuosa. Il Tutto è Dio. Tua figlia non ti deve essere ragione di ingiustizia al Tutto, ma di giustizia. Per lei e con lei tu hai il dovere di essere virtuosa”.

“Sono venuta per consolarti e Tu mi consoli? Ma anche sono venuta per chiederti come educare questa bambina per farla degna del suo Salvatore. Avevo pensato di farmi proselite vostra e di farla tale essa pure…”

E tuo marito?”.

“Oh! Tutto è finito con lui”.

“No. Tutto incomincia, Sei sempre sua moglie. Il dovere della moglie buona è di far buono il consorte”.

“Egli dice che vuol divorziare. E lo farà certo. Perciò…”

E lo farà. Ma ancora non lo ha fatto. E sinchè non lo ha fatto, tu sei sua moglie anche secondo la vostra legge. E come tale hai il dovere di restare come moglie al tuo posto. Il tuo posto è quello di seconda al marito nella casa, presso tua figlia, al cospetto dei servi e del mondo. Tu pensi: Egli ha dato il mal esempio. E’ vero. Ma questo non ti esime dal dare tu esempio di virtù. Egli se ne è andato. E’ vero. Tu presso la figlia e i servi prendi il suo posto.

[…]

Io ti esorto ad imitare le vostre antiche donne caste, laboriose e fedeli rimanendo 267591_280718005370719_1884641167_nal tuo posto, colonna e luce nella tua casa e della tua casa. Non credere che ti venga meno il rispetto dei servi perché sei rimasta sola. Fino ad ora ti hanno servita con paura e talora con nascosto senso di odio e ribellione. D’ora in poi ti serviranno con amore. Gli infelici amano gli infelici. I tuoi schiavi conoscono il dolore. La tua gioia era per essi un pungolo amaro. Le tue pene, spogliandoti della fredda luce di padrona, nel senso più odioso di questa parola, ti rivestiranno di una luce calda di pietà. Sarai amata, Valeria. E da Dio e da tua figlia e dai tuoi servi. E se anche non fossi più moglie ma la divorziata, ricorda (Gesù si alza in piedi) che la separazione legale non distrugge il dovere della donna di essere fedele al suo giuramento di sposa.

[…]

Anche noi abbiamo il divorzio. E’ venuto come malvagio frutto della lussuria umana, del peccato di origine, della corruzione degli uomini. Ma non è venuto spontaneamente da Dio. Dio non muta la sua parola. E Dio aveva detto, ispirando ad Adamo, innocente ancora e perciò parlante con intelligenza no offuscata dalla colpa, le parole: che gli sposi una volta uniti, dovevano essere una carne sola. La carne non si separa dalla carne altro che per sciagura di morte o di malattia. Il divorzio mosaico, concesso ad evitare peccati atroci non concede alla donna che una libertà ben meschina. La divorziata è sempre una menomata nel concetto degli uomini, sia che resti tale, sia che passi a seconde nozze. Nel giudizio di Dio, poi, è un’infelice se diviene divorziata per malanimo dello sposo e resta divorziata; ma non è che una peccatrice, un’adultera, se lo diviene per turpi colpe proprie o si risposa.

[…]

Non è lecito all’uomo di separare ciò che Dio ha unito, ed è adultero sempre colui o colei, che avendo il coniuge vivente passa ad altre nozze. Il divorzio è presunzione legale, mettendo in condizione uomo e donna di commettere peccati di lussuria. La donna divorziata difficilmente resta vedova di un vivo, e vedova fedele. L’uomo divorziato non divorzio1resta mai fedele al primo coniugio. Tanto l’uno che l’altra, passando ad altre unioni, scendono dal livello di uomini a quello di bruti, ai quali è concesso cambiare femmina ad ogni appello di senso. La fornicazione legale, pericolosa alla famiglia e alla patria, è delittuosa verso gli innocenti. I figli dei divorziati devono giudicare i genitori. Severo giudizio quello dei figli! Almeno uno dei genitori viene condannato dai figli. Ed i figli vengono, dall’egoismo dei genitori, condannati ad una vita affettiva mutilata. Che se poi alle conseguenze familiari del divorzio, che priva del padre o della madre i figli innocenti, si unisce il nuovo matrimonio del coniuge al quale sono stati affidati i figli, alla condanna di una vita affettiva mutilata di un membro si unisce l’altra mutilazione, quella della perdita, più o meno totale, dell’affetto dell’altro membro, diviso o totalmente assoribito dal nuovo amore e dai figli del nuovo coniugio.

Parlare di nozze, di matrimoni o in caso di novella unione di un divorziato o di una divorziata, è profanare il significato e la cosa che è il matrimonio. Solo la morte di uno dei coniugi e la vedovanza consecutiva dell’altro può giustificare le seconde nozze. Per quanto Io giudichi che sarebbe cosa migliore chinare il capo al verdetto sempre giusto di chi regola i destini degli uomini e chiudersi in castità, quando la morte ha messo fine allo stato matrimoniale, dedicandosi tutta ai figli e amando il coniuge passato all’altra vita nelle sue creature. Amore spogliato da ogni materialità, santo e verace. Poveri figli! Conoscere dopo la morte, o il crollo del focolare, la durezza di un secondo padre o di una seconda madre e l’angoscia di vedere le carezze divise con altri figli che fratelli non sono!250px-Sposalizio_Vergine

No. Nella mia religione non sarà il divorzio. E adultero e peccatore sarà colui che contrarrà divorzio. E adultero e peccatore sarà colui che contrarrà divorzio civile per contrarre nuova unione. La legge umana non muterà il mio decreto.

Il matrimonio nella religione mia non sarà più un contratto civile, una promessa morale, fatta e sancita alla presenza di testimoni a questo preposti. Ma sarà un indissolubile legame ribadito, soldato e santificato dal potere santificante che Io darò ad esso, divenuto Sacramento. Per farti comprendere: rito sacro. […] Diverrà perciò anche contratto spirituale sancito da Dio attraverso ai suoi ministri.

[…] la morte non è fine, ma separazione temporanea dello sposo dalla sposa, e il dovere d’amore dura anche oltre la morte. Per questo dico che vorrei castità nei vedovi. Ma l’uomo non sa essere casto. E anche perciò dico che i coniugi hanno il dovere reciproco di migliorare l’altro coniuge. Non crollare il capo. Tale è il dovere, e il dovere va fatto se si vuole veramente seguire Me”.

Sei duro oggi, Maestro”.

No. Sono Maestro. E ho di fronte una creatura che può crescere nella vita della Grazia. Se non fossi qual sei, ti imporrei meno. Ma tu hai tempra buona, e la sofferenza depura e tempra sempre più il tuo metallo. Un giorno mi ricorderai e mi benedirai di essere stato quale sono”.

Mio marito non tornerà indietro…

bambinaE tu andrai avanti. Tenendo per mano l’innocente, camminerai sula via della Giustizia. Senza odio, senza vendetta; senza però anche inutili attese e rimpianti per ciò che si è perduto”.

Tu lo sai, allora, che l’ho perduto!

“Lo so. Ma non tu: lui ha perduto te. Non ti meritava. Ora ascolta… E’ duro. Sì. Mi hai portato delle rose e dei sorrisi innocenti per consolarmi… Io… non posso che prepararti a portare il serto di spine delle spose abbandonate… […]

Maestro che insegni a vivere da eroi, cosa, come allevare costei per essere ambedue nel tuo Regno? Che parole, che atti insegnarle?”

“Non necessitano parole né atti speciali. Sii perfetta perché essa rifletta la tua perfezione. Ama Dio e prossimo perché ella impari ad amare. Vivi sulla Terra con i tuoi affetti in Dio. Essa ti imiterà. Per ora così. Più tardi il Padre mio, che vi ha amate in modo speciale, provvederà ai vostri bisogni spirituali, e diverrete sapienti nella fede che porterà il mio Nome. Questo è tutto il da farsi. Nell’amore di Dio troverai ogni freno contro il Male. Nell’amore del prossimo avrai aiuto contro l’accasciamento delle solitudini. E insegna a perdonare. A te stessa… e alla tua creatura.[…] Dio non lascia senza aiuto chi lo cerca” […]

“La tristezza è dovunque non è vera vita in Dio. Anche in Israele si piange… E’ perché non si vive più nella Legge di Dio. […]”

VALTORTA 45a parte

BRANI TRATTI DALL’EVANGELO 

COME MI è STATO RIVELATO

di MARIA VALTORTA

8° LIBRO (45a parte)

da pag 175 a pag 230
In questi brani Gesù parla con Zaccheo e Giovanni approfondendo il tema dell’esistenza: come vedere nelle sofferenze l’amore di Dio; quali furono le tentazioni Gesù Cristo uomo su questa terra.

(A Zaccheo) Raggiungermi è difficile, e non è la folla l’ostacolo unico, non è neppure l’ostacolo più difficile che si trova per raggiungermi. Ma, o popolo che mi hai quasi portato in trionfo, l’ostacolo più difficile, il più composto, il sempre ricomposto dopo che si è tentato di romperlo o superarlo, è il proprio io.

[…] so essere giusto e premiare in proporzione del cammino fatto per raggiungermi, degli sforzi fatti per sbarbare la foresta selvaggia che copriva lo spirito, bonificarlo, cacciarne tutto che non fosse l’albero vitale, e metterlo re nell’io, circondandolo di piante di virtù perché sia onorato, vegliando acciò nessun animale immondo, perché strisciante, perché ingordo di corruzione, o lascivo, o ozioso, – le diverse passioni malvagie – si annidasse nel folto, ma solo lo abitasse, questo spirito vostro, ciò che è buono e capace di lodare il Signore, ossia gli affetti soprannaturali, altrettanti uccelli canori e miti agnelli, disposti ad essere immolati, disposti alla lode perfetta per amore di Dio.

volto 26Su perdono concesso non si ritorna sopra altro che se la creatura torna a peccare.

 

[…] non consiste nell’acclamarmi l’amarmi in verità, ma nel fare ciò che Io faccio e insegno, nel praticare l’amore reciproco, nell’essere umili e misericordiosi, ricordando che un unico fango vi ha composti per la parte materiale, e che il fango ha sempre attrattiva per il pantano, e che perciò, se fino ad ora ciò che in voi è forza che vi ha tenuti sollevati sul pantano, lo spirito, non ha mai conosciuto disfatte – ed è cosa impossibile, perché l’uomo è peccatore e solo Dio è senza peccato – domani il vostro spirito potrebbe conoscerle, e in numero e portata ancor maggiore di quelle del vecchio peccatore ormai rinato alla Grazia, […]

Tu, levato dal cuore il passato, sei rimasto vuoto, e hai potuto, hai voluto, anzi mettere dentro di te le parole nuove, il futuro, l’eterno. Continua così Zaccheo, e sarai l’esattore del Signor tuo Gesù, […]

Gran festa in famiglia e in città, quando uno che era lebbroso riesce a d ottenere grazia e a guarire! […] E’ giusto di fare così […] Ma perché allora per gli altri malati non si fa così? Un uomo comincia a peccare, e famigliari e soprattutto concittadini lo vedono? Perché allora non cercano con amore di strapparlo al peccare? […] non c’è che ben raramente una bocca, e soprattutto un cuore, che vada dall’infelice con pietà e fermezza, con pazienza e amore soprannaturale, e si affanni a frenarne la discesa nel peccato. […] E quando un peccatore si converte, perché quell’ostinatezza di PERDONAREgiudizio su di lui, quel quasi rammaricarsi che egli sia tornato alla salute spirituale? Vedete smentiti i vostri pronostici di certa dannazione di un vostro concittadino? Ma dovreste esserne felici, perché Colui che vi smentisce è il misericordioso Iddio. […] nessuno è mai tanto perfetto da essere impossibile che un altro lo ammaestri. E il bene è sempre lezione che va accolta, anche se colui che lo pratica un tempo era oggetto di riprovazione. Imitate e aiutate.

Chi si esalta sarà sempre, prima o poi, umiliato. Se non qui nell’altra vita. E chi si umilia sarà esaltato, specie lassù nel Cielo, ove si vedono le azioni degli uomini nella loro vera verità.

“E’ vero! Il tuo è un grande delitto. Hai molto da riparare. Ma Io, la Misericordia, ti dico che, anche fossi lo stesso demonio e avessi su di te tutti i delitti della Terra, se tu vuoi, puoi riparare a tutto ed essere perdonato da Dio, dal vero, grande, paterno Iddio. Se tu vuoi. Unisci la tua volontà alla mia. Io pure voglio che tu sia perdonato. Unisciti a Me. Dammi il tuo povero spirito infamato, rovinato, rimasto pieno di cicatrici e di avvilimento dopo che hai lasciato il peccato. […]  Per ora abbi speranza. Una speranza più grande del tuo immenso delitto, nella misericordia di Dio, perché essa è senza confine, o uomo, per chi sa confidare in essa”.

Il Signore ti ha molto amato, benché così non sembri ad un giudizio superficiale. La vita ti ha molto provato. Gli uomini ti hanno molto nuociuto. L’una e gli altri potevano fare di te una rovina irreparabile. Dietro ad essi era Satana, invidioso della tua anima. Ma sopra te era l’occhio di Dio. E quell’occhio benedetto ha arrestato i tuoi nemici. Il suo amore ha mandato per il tuo sentiero Zaccheo. E, con Zaccheo, Io che ti parlo. Ora Io che ti parlo ti dico che devi in questo amore trovare tutto quanto non hai anima del paradisoavuto, devi dimenticare tutto quanto ti ha inasprito, e perdonare, perdonare a tua madre, perdonare al padrone infame, perdonare a te stesso. Non ti odiare malamente, figlio. Odia il tuo tempo di peccato, ma non il tuo spirito che ha saputo lasciarlo questo peccato. Il tuo pensiero sia buon amico del tuo spirito, e insieme raggiungano la perfezione”.

Le anime, superata la sosta sulla Terra, non tornano mai più sulla Terra in nessun corpo.[…]

Non sarà subito premio, dovrà subire una purificazione oltre vita il novantanove volte su cento. Ma purificazione è preparazione a gaudio. Perciò chi si purifica è già uno che si è salvato. E salvato che sia, godrà, dopo l’ultimo Giorno, col suo corpo. Non potrà avere altro che un corpo per la sua anima, che una vita qui, e con il corpo che gli fecero i suoi procreatori, e con l’anima che il Creatore gli ha creata per vivificare la carne, godrà il premio.

Rincarnarsi non è concesso, come non è concesso retrocedere nel tempo. Ma ricrearsi con moto di libera volontà (Gesù spiegherà meglio che intende una rinascita spirituale mediante pentimento) sì, è concesso, e Dio benedice a queste volontà e le aiuta.

[…] con quelli che sappiamo che ci amano con tutti loro stessi e sono ormai della nostra famiglia, non c’è bisogno di arte di conquista. Basta il vederci per essere gli uni negli altri con gaudio e pace”

(Profezia di Saber di Belteci) “…Israele, piangi il tuo fallo e non imprecare al Signore mentre vai verso il tuo esilio, che non avrà termine come quelli di un tempo. Tutta la Terra scorrerai, Israele, ma come popolo vinto e maledetto, inseguito dalla voce di Dio, e con le stesse parole dette a Caino. E qui non potrai tornare a ricostruire un solido nido se non quando riconoscerai con gli altri popoli che questo è Gesù, il Cristo, il Signore Figlio del Signore…”.

[…] a quelli che dicono che sono inutili i profeti, rispondo: “E chi potrà mettere limiti al Signore altissimo?”. In verità, in verità vi dico che i profeti sempre ci saranno fino a che ci saranno gli uomini. Sono le fiaccole fra le tenebre del mondo. Sono i focolai fra il gelo del mondo. Sono gli squilli di tuba che sveglieranno gli assonnati. Son le voci che ricordano Dio e le sue verità cadute in dimenticanza e trascuranza col tempo, e portano all’uomo la voce diretta di Dio, suscitando fremiti di emozione nei trinità3dimentichi, negli apatici figli dell’uomo. Avranno altri nome, ma uguale missione e uguale sorte di umano dolore e di sovrumano godere. Guai se non ci fossero questi spiriti che il mondo odierà e Dio  sovramerà! Guai se non ci fossero a patire e perdonare, amare e operare in obbedienza al Signore! Il mondo perirebbe fra le tenebre, il gelo, in un sopore di morte, in una ebetudine, in una ignoranza selvaggia e abbruttente. E perciò Dio li susciterà, e sempre ci saranno.

E per questo Israele sarà vinto, perché un regno diviso in se stesso non può essere forte, e gli stranieri se ne approfittano per soggiogarlo.

Dio non può scendere su altari profanati da peccati propri o da contatti con carni morse dalla lussuria e da pensieri malvagi.

Non invidate i ricchi, non odiate alcuno, non desiderate ciò che vedete ad altri. State contenti del vostro stato, pensando che nel fare la volontà di Dio in ogni cosa è la chiave che apre le porte della Gerusalemme eterna.

L’amore del Signore per voi si manifesterà in proporzione del vostro amore. E ricordatevi che l’amore ha due ali per essere perfetto, due ali smisurate quanto più è perfetto: la fede e la speranza.

Più si soffre e più si redime, Giovanni… Per questo, pur ricordando i tempi sereni, dobbiamo amare maggiormente questi che ci danno dolore, e col dolore ci danno anime. […] Conosco il futuro degli avvenimenti, perché sono col Padre da prima del tempo e vedo oltre il tempo. Come Uomo esente da imperfezioni e limitazioni congiunte alla Colpa e alle colpe, ho il dono dell’introspezione dei cuori. Esso dono non è limitato al Cristo. Ma è in diversa misura di tutti quelli che, avendo raggiunto la santità, sono talmente uniti a Dio da potersi dire che non per sé operano ma con la Perfezione che è in loro.

giovanni-apostolo2(Dialogo tra Giovanni e Gesù sulle tentazioni) “

“Una volta Tu mi hai detto – eri tanto triste anche allora, e sempre per la stessa causa – che eri come uno che non vede.”

Ho provato anche questo martirio dell’uomo: il dover procedere senza vedere, affidandosi totalmente alla Provvidenza. Io devo conoscere tutto dell’uomo. Meno la colpa consumata. E ciò non per barriera messa dal Padre mio alla carne, al mondo e al demonio, ma dalla mia volontà di uomo. Io sono come voi. Ma so volere più di voi. Perciò subisco le tentazioni, ma non cedo alle tentazioni. E in questo sta, come per voi, il mio merito”.

Tentazioni Tu!… Mi pare quasi impossibile…

“Perché tu ne soffri poche. Sei puro e pensi che, essendolo Io più di te, non debba conoscere la tentazione. Infatti quella carnale è così debole rispetto alla mia castità, che non è giammai sensibile all’io. E’ come se un petalo percuotesse un granito senza fessure. Scorre via… Se ne è stancato persino il demonio di avventarmi contro questo dardo. Ma, o Giovanni, non pensi quante altre tentazioni sono intorno a Me?”

A Te? Tu non sei avido di ricchezze, non di onori… Quali dunque?…deserto tentazioni

“E non pensi che ho una vita, degli affetti, e dei doveri anche, verso mia Madre, e che queste cose mi tentano a sfuggire il pericolo? Esso, il Serpente, lo chiama “pericolo”. Ma il suo vero nome è “Sacrificio”. E non pensi che ho dei sentimenti Io pure? L’io morale non è assente in Me, e soffre delle offese, degli scherni, delle doppiezze. O! Giovanni! Non ti chiedi che schifo si apre Me la menzogna e il menzognero? Sai quante volte il demonio mi tenta a reagire a queste cose, che mi danno dolore, uscendo dalla mansuetudine, divenendo duro, intransigente? Infine, non pensi quante volte soffia il suo bruciante fiato di superbia e dice: “Gloriati di questo o quello. Sei grande. Il mondo ti ammira. Gli elementi ti servono!”. La tentazione di compiacersi di essere santo! La più sottile! Quanti perdono la santità già acquistata per questa superbia! Con che Satana ha corrotto Adamo? Con la tentazione al senso, al pensiero e allo spirito. E Io non sono l’uomo che deve ricreare l’uomo? Da Me la nuova Umanità. Ed ecco che Satana cerca le stesse vie per distruggere, e per sempre, la razza dei figli di Dio. Ora và dai compagni e ripeti le mie parole. E non pensare se Io so o non so ciò che fa Giuda. Pensa che ti amo. Non è sufficiente questo pensiero ad occupare un cuore?”

pianto1Lo bacia e lo congeda. E rimasto solo di nuovo, alza gli occhi al cielo che si vede fra il fogliame degli ulivi e geme: “Padre mio! Fa che almeno, sino all’ultima ora, Io possa tenere occulto il Delitto. Ad impedire che questi miei diletti si sporchino di sangue. Pietà di loro, Padre mio! Sono deboli troppo per non reagire all’offesa! Che essi non abbiano odio in cuore nell’ora della Carità perfetta!”, e si asciuga delle lacrime che solo Dio vede…

 

 

 

 

 

VALTORTA 42a parte

BRANI TRATTI DALL’EVANGELO 

COME MI è STATO RIVELATO

di MARIA VALTORTA

8° LIBRO (42a parte)

da pag 31 a pag 82

Gesù spiega a Maria Valtorta la differenza tra il soprannaturale e l’occulto e l’importanza della preghiera incessante. Durante una delle sue diatribe al tempio parla con i giudei delle arti subdole del demonio, specificando la differenza dell’essere schiavi, servi e figli, per spiegare meglio la figura di Dio, inteso come Padre.

Dice Gesù:

“Tu e chi ti guida meditate molto la mai risposta a Pietro. Il mondo – e per mondo intendo non solo i laici – nega il soprannaturale, ma poi, davanti alle manifestazioni di Dio, è pronto a tirare in ballo non il soprannaturale ma l’occulto. Confondono l’una cosa con l’altra.

Ora udite: soprannaturale è ciò che da Dio viene. Occulto è ciò che viene da fonte extraterrena ma che non ha radice in Dio.

In verità vi dico che gli spiriti possono venire a voi. Ma come? In due modi. Per comando di Dio o per violenza d’uomo. Per comando di Dio vengono angeli e beati e spiriti che già sono nella luce di Dio. Per violenza d’uomo possono venire spiriti sui quali anche un uomo ha comando, perché immersi in plaghe più basse di quelle umane, in cui ancora è un ricordo di Grazia, se più non vi è la Grazia attiva. I primi vengono spontanei, ubbidienti ad un solo comando: il mio. E seco portano la verità  che Io voglio conosciate. Gli altri vengono per un complesso di forze congiunte. Forze di uomo idolatra con forze di Satana-idolo. Possono darvi verità? No. Mai. Assolutamente mai. Può una formola, anche se insegnata da Satana, piegare Dio al volere dell’uomo? No. Dio viene sempre spontaneo. Una preghiera vi può unire a Lui, non una magica formola.

E se alcuno obbietta: “Samuele apparve a Saul”, Io dico: “Non già per merito della maga. Ma per volere mio, allo scopo di scuotere il re, ribelle alla Legge mia”. Taluni diranno: “E i profeti?”. I profeti parlarono per conoscenza di Verità, che ad essi si infonde direttamente o per ministero angelico. Altri obbietteranno: “E la mano scrivente nel convito di re Baldassarre?”. Leggano costoro la risposta di Daniele: “… anche tu ti sei innalzato contro il Dominatore del Cielo… celebrando gli dèi di argento, bronzo, ferro, oro, legno, pietra, i quali non vedono, né odono, Né conoscono , e non hai glorificato quel Dio in mano del quale è ogni tuo respiro ed ogni tuo movimento. Per questo da lui è stato mandato il dito (spontaneamente mandato, mentre tu, re stolto e stolto uomo, non vi pensavi e badavi a empirti il ventre e a gonfiarti la mente) di quella mano la quale ha scritto ciò che là si trova”.

Sì. Talora Dio vi richiama con manifestazioni che voi chiamate “medianiche”, che sono in realtà pietà di un Amore che vi vuole salvare. Ma non dovete volerle creare voi. Quelle che create non sono mai sincere. Non sono mai utili. Non portano mai del bene,. Non fatevi schiavi di ciò che vi rovina. Non vogliate dirvi e credervi più intelligenti degli umili, che piegano alla Verità depositata da secoli nella mia Chiesa, sol perchè siete dei superbi che cercate nella disubbidienza permessi ai vostri illeciti istinti. Rientrate e rimanete nella Disciplina più e più volte secolare. Da Mosè a Cristo, da Cristo a voi, da voi all’ultimo giorno quella è, e non altra.

Scienza questa vostra? No. La scienza è in Me e nella mia Dottrina, e la sapienza dell’uomo è nell’ubbidirmi. Curiosità senza pericolo? No. Contagio di cui poi subite le conseguenze. Via Satana se volete aver Cristo.

Sono il Buono. Ma non vengo a convivenza collo Spirito del Male. O Io o lui. Scegliete.

O mio “portavoce”, dì questo a chi va detto. E’ l’ultima voce che andrà a costoro. E tu e chi ti dirige siate cauti. Le prove divengono controprove in mano del Nemico e dei nemici dei miei amici. Siate attenti! Andate con la mia pace”.

Per il mio dolore c’è il vostro amore… Per l’odio… non c’è che sopportarloE’ una cosa che cessa con la vita della Terra… e questo pensiero dà pazienza e fortezza nel sopportarlo. […]”

pregare (3)Avete sentito le parole di un iniquo: “Per porre fine a tanta molestia darò ascolto alla donna”. Ed era un iniquo. Ma Dio, il Padre buonissimo, sarà forse inferiore al cattivo giudice? Non farà giustizia a quei suoi figli che lo sanno invocare giorno e notte? E farà loro tanto attendere la grazia sino a che la loro anima accasciata cessa di pregare? Io velo dico: prontamente farà loro giustizia, perché la loro anima non perda la fede. Ma bisogna però anche saper pregare, senza stancarsi dopo le prime orazioni, e saper chiedere cose buone. E anche affidarsi a Dio dicendo: “Però sia fatto ciò che la tua Sapienza vede per noi più utile”.

Abbiate fede. Sappiate pregare con fede nella preghiera e con fede in Dio vostro Padre. Ed Egli vi farà giustizia contro coloro che vi opprimono. Siano essi uomini o demoni, malattie o altre sventure. La preghiera perseverante apre il Cielo, e la fede salva l’anima in qual che sia il modo che la preghiera sia ascoltata ed esaudita. […]

Dio[…] è il Padre delle luci, e chi vive in Lui ed in Lui vede perché è nella Luce, così come è desiderio di Dio che le creature vedano. Egli ha dato all’uomo intelletto e sentimento perché potessero vedere la Luce, ossia Lui stesso, e comprenderla e amarla. E ha dato all’uomo gli occhi perché potesse vedere la cosa più bella fra le cose create, la perfezione degli elementi, quella per la  quale è occhi (4)visibile la creazione, quella che è una delle prime azioni di Dio Creatore e porta il segno più visibile di Colui che l’ha creata: la luce, incorporea, luminosa, beatifica, consolante, necessaria, così come lo è il Padre di tutti: Dio eterno e altissimo.

[…] se non volete credere alle mie parole, perché il vecchio Israele vi soffoca, credete almeno al vecchio Israele. In esso gridano i profeti i pericoli e le sciagure della Città Santa e di tutta la Patria nostra, se non si converte al Signore Iddio suo e non segue il Salvatore. Su questo popolo già pesò la mano di Dio nei secoli passati. Ma nulla sarà il passato e il presente rispetto al tremendo futuro che lo aspetta per non aver voluto accogliere il Mandato da Dio. Né in rigore, né in durata è paragonabile ciò che attende Israele che ripudia il Cristo.

Io ve lo dico, spingendo lo sguardo nei secoli: come pianta stroncata e gettata su un turbinoso fiume, così sarà la razza ebraica colpita da anatema divino. Tenace, cercherà di fermarsi sulle rive, in questo o quel punto, e rigogliosa come è getterà polloni e radici. Ma quando crederà di essersi messa dimora, la riprenderà la violenza della fiumana e la strapperà ancora, la spezzerà nelle radici e nei polloni, ed essa andrà più in là, a soffrire, per abbarbicarsi, per essere di nuovo strappata e dispersa. E nulla potrà darle pace, perché la fiumana che l’incalza sarà l’ira di Dio e lo sprezzo dei popoli. Solo gettandosi in un mare di Sangue vivo e santificante potrebbe trovare pace. Ma essa fuggirà quel Sangue e perchè, nonostante che esso avrà ancora voci d’invito per essa, sembrerà ad essa che abbia la voce del sangue d’Abele verso essa: Caino dell’Abele celeste”.

INSEGNAAltro vasto brusio che si propaga per il vasto recinto come rumore d’onde. Ma mancano in questo brusio le voci aspre dei farisei e scribi, e dei giudei a loro asserviti. Gesù ne approfitta per tentare di andarsene. Ma alcuni che erano lontani si accostano a Lui e gli dicono: “Maestro, ascoltaci: Non tutti noi siamo come essi (e accennano i nemici), ma però facciamo fatica a seguirti, anche perché la tua voce è sola contro cento e mille che dicono il contrario di ciò che Tu dici. E sono le cose che dicono essi, quelle che abbiamo sentito dai padri nostri sino all’infanzia. Però le tue parole ci inducono a credere. Ma come faremo a credere completamente e ad avere vita? Noi siamo come legati dal pensiero del passato…”

“Se vi stabilirete nella mia Parola come se rinasceste ora, crederete completamente e diverrete miei discepoli. Ma occorre che vi spogliate del passato e accettiate la mia dottrina. Essa non cancella tutto il passato. Anzi, mantiene e rinvigorisce  ciò che è santo e soprannaturale del passato, e leva il superfluo umano mettendo la perfezione della mia dottrina là dove ora sono le dottrine umane sempre imperfette…

…Se venite a Me conoscerete la Verità, e la Verità vi farà liberi.” […]

“In verità, in verità vi dico: non vi è che una schiavitù, quella del peccato. Soltanto chi commette peccato è uno schiavo. E di una schiavitù che nessuna moneta riscatta. E verso un padrone inesorabile e crudele. E perdete ogni diritto 5insegnaalla libera sovranità nel Regno dei Cieli. Lo schiavo, l’uomo che una guerra o delle sciagure hanno fatto schiavo, può cadere anche in possesso di un buon padrone. Ma è sempre precario il suo benestare, perché il padrone lo può vendere ad altro padrone crudele. Egli è una merce e nulla più. Talora serve anche come moneta per saldare un debito. E non ha neppure il diritto di piangere. Il servo invece vive nella casa del padrone finché però esso non lo licenzia. Ma il figlio resta sempre nella casa del padre, né il padre pensa a cacciarlo. Soltanto per sua libera volontà ne può uscire. E in questo sta la differenza fra schiavitù e servitù, e fra servitù e figliolanza. La schiavitù mette l’uomo in catene. La servitù lo mette a servizio di un padrone. La figliolanza lo colloca per sempre, e con parità di vita, nella casa del padre. La schiavitù annichila l’uomo. La servitù lo rende soggetto. La figliolanza lo fa libero e felice. Il peccato fa l’uomo schiavo del padrone più crudele e senza termine: Satana. La servitù, in questo caso l’antica Legge, fa l’uomo timoroso di Dio come di un Essere intransigente. La figliolanza, ossia il venire a Dio insieme al suo Primogenito, con Me, fa l’uomo libero e felice, che conosce e ha fiducia nella carità del Padre suo. Accettare la mia dottrina è venire a Dio insieme a Me, primogenito di molti figli diletti. Io spezzerò le vostre catene sol che voi veniate a Me perché le spezzi, e sarete veramente liberi e coeredi con Me del Regno dei Cieli.

[…] Se riconosceste Dio per Padre in spirito e in verità mi amereste, perché Io procedo e vengo da Dio; non vengo già da Me stesso, ma è Lui che mi ha mandato.

insegna 14Perciò, se veramente conosceste il Padre, conoscereste anche Me, suo Figlio e vostro fratello e Salvatore. Possono i fratelli non riconoscersi? Possono i figli di Un solo non conoscere il linguaggio che si parla nella Casa dell’unico Padre? Perché allora non capite il mio linguaggio e non tollerate le mie parole? Perché Io vengo da Dio e voi no. Voi avete lasciato la dimora paterna e dimenticato il volto e il linguaggio di Colui che l’abita. Siete andati volontariamente in altre regioni, in altre dimore, dove regna un altro che Dio non è, e dove si parla altro idioma. E chi vi regna impone che per entrarvi uno si faccia suo figlio e l’ubbidisca. E voi lo avete fatto e lo fate. Voi abiurate, rinnegate il Padre Iddio per scegliervi un altro padre. E questo è Satana.

Voi avete a padre il demonio e volete compiere ciò che egli vi suggerisce. E i desideri del demonio sono di peccato e di violenza, e voi li accogliete. Fin dal principio egli era omicida, e non perseverò nella verità perché egli, che si ribellò alla Verità, non può avere in sé amore alla verità. Quando egli parla, parla come egli è, ossia da bugiardo e tenebroso, perché in verità egli è bugiardo e ha generato e partorito la menzogna dopo essersi fecondato con la superbia e nutrito con la ribellione. Tutta la concupiscenza è nel suo seno, ed egli la sputa e la inocula ad avvelenare le creature. E’ il tenebroso, lo schernitore, lo strisciante rettile maledetto, e l’Obbrobrio e l’Orrore. Da secoli e secoli le sue opere tormentano l’uomo, e i segni e frutti di esse sono davanti agli intelletti degli uomini. Eppure a lui, che mente e rovina, date ascolto mentre, se Io parlo e dico ciò che è vero ed è buono, non mi credete e mi dite peccatore. […]

giovanni evangelista.1jpg“Morirai molto tempo dopo di Me, Giovanni. Ma non te ne rammaricare. Se l’Altissimo ti lascia nel mondo è perché tu lo serva e serva il suo Verbo.

[…] Io ti dico che tu mi servirai sino alla nuova mia venuta, a quella finale.  […]

Quelli che sapranno perseverare nella fede troveranno forza, speranza, conforto in ciò che tu lascerai dopo di te, e che sarà ancora te… e che soprattutto sarà ancora Me, perché Io e te ci amiamo, e dove tu sei Io sono, e dove Io sono tu sei. […] Anche coloro che crederanno in Me imperfettamente, perché pur accogliendo Me non accoglieranno il mio Pietro, saranno sempre accorrenti al tuo faro come navicelle senza pilota e senza bussola, che si dirigono fra la loro tempesta verso una luce, perché luce vuol dire ancora salvezza. […] Non entra cosa alcuna dove già è ripienezza […]”

Sempre questa tendenza dura anche nei migliori fra noi! Pretendere l’impossibile! Sono più severi di Dio i figli del suo popolo!

gesu-guarisce-il-cieco-di-gerico(Prima del miracolo del cieco nato) “… Egli è nato così perché ancora una volta siano manifeste in lui le potenze e le opere di Dio. Io sono la Luce venuta nel mondo perché quelli del mondo, che hanno dimenticato Iddio o smarrito la sua effigie spirituale, vedano e ricordino, e perché quelli che cercano Dio, o di Lui già sono, siano confermati nella fede e nell’amore. Il Padre mi ha mandato perché nel giorno che ancora è concesso ad Israele Io completi la conoscenza di Dio in Israele e nel mondo. […]”

 

VALTORTA 44a parte

BRANI TRATTI DALL’EVANGELO 

COME MI è STATO RIVELATO

di MARIA VALTORTA

8° LIBRO (44a parte)

da pag 135 a pag 175

Gesù suggerisce cosa fare per ottenere le grazie da Dio. Sembra molto severo nei confronti della sensualità e ci ricorda il Suo ruolo di “porta al cielo” e di “pastore” allo stesso tempo. 

(Dopo la guarigione di un bimbo muto dice Gesù alla madre) “Il Signore udiva la parola della sua anima perché Egli, come una madre, fa dei sentimenti parole e atti. Ma buono è stato il tuo desiderio e l’Altissimo lo ha accolto. Ora fa di educare il figlio tuo alla lode perfetta, perché sia perfetto nel suo servire il Signore”. “Si, Rabbi. Ma dimmi Tu che devo fare”. “Fa che ami il Signore Iddio con tutto se stesso, e spontaneamente fiorirà nel suo cuore la lode perfetta, e perfetto sarà nel servizio al suo Dio”.

Due sono le cose che sono indice del valore spirituale dell’uomo: il suo modo di comportarsi nella gioia e quello di comportarsi nel dolore. Soltanto chi è formato in giustizia sa essere umile nella gloria, fedele nella gioia, riconoscente e costante anche dopo aver ottenuto, anche quando non desidera più niente. E sa essere paziente e restare amante del suo Dio, mentre le pene si accaniscono, soltanto chi è realmente santo”. […]

adultera3Le azioni buone, anche se sembrano passate, e perciò si può erroneamente pensare che non lievitino più in noi creando nuovi stimoli e forze a cose buone, sono sempre attive, non foss’altro col ricordo che risorge dal fondo di un’anima avvilita e suscita un rimpianto per il tempo in cui si era buoni.

E il rimpianto è sovente un primo passo sulla via del ritorno alla Giustizia.

[…] Talora il premio può essere un ritorno al Bene che si forma col ricordo di quell’atto, delle parole del fratello assetato, dei sentimenti del cuore di allora, del cuore che offriva da bere in nome di Dio e per amore. Ed ecco che Dio, per sequela di ricordi torna, […]

L’amore a Dio è sapienza. E’ la sapienza delle sapienze, perché chi ama tutto conosce e tutto possiede. […] Il libro della sapienza dovrebbe essere un codice di vita spirituale. Come una mano materna, esso dovrebbe guidarvi e introdurvi nella perfetta conoscenza delle virtù e della mia dottrina.

Cercate anzitutto Sapienza per onorare il Signore e sentirvi dire da Lui, nel giorno eterno: “Giacchè hai avuto soprattutto a cuore questo e non ricchezza, beni, gloria , lunga vita, né trionfo suoi nemici, ti sia concessa la Sapienza”, ossia Dio stesso, perché lo Spirito di Sapienza è Spirito di Dio. Cercate anzitutto la Sapienza santa e, Io ve lo dico, ogni altra cosa vi verrà data e in modo che nessuno dei grandi del mondo può procurarsela. Amate Dio. Preoccupatevi solo di amarlo. Amate il prossimo vostro per onorare Dio. Consacratevi al servizio di Dio, al suo trionfo nei cuori. Convertite chi non è amico di Dio al Signore. Siate santi. Accumulate le opere sante a vostra difesa contro le possibili debolezze della creatura. Siate fedeli al Signore. Non criticate né i vivi né i morti. Ma sforzatevi di imitare i buoni, e non per vostra gioia terrena ma per gioia di Dio, chiederete al Signore le grazie e vi saranno date.  

EVA1

La sensualità può avere attrattive unicamente per quelli che non si nutrono di soprannaturale e che aborrono il sacrificio.

Ma per chi è votato al sacrificio, per chi è vittima, che attrattive vuoi che abbia il piacere di un’ora? Il godere delle anime vittime è tutto nello spirito e, se vestono una carne, essa non è più di una veste. Pensi tu che le vesti che indossiamo abbiano dei sentimenti? Ugualmente è la carne per quelli che vivono di spirito: una veste, nulla di più. L’uomo spirituale è il vero superuomo, perché non è schiavo del senso, mentre l’uomo materiale è un non-valore, secondo la dignità vera dell’uomo, perché ha in comune col bruto troppi appetiti, ed è anche inferiore ad esso superandolo, facendo dell’istinto connesso all’animale un vizio degradante.

[…] anche le imperfezioni reciproche, così penose a vedersi e a sopportarsi, devono essere cagione di migliorare se stessi per non aumentare il disagio reciproco.

(guarigione di un cieco) “Alzati. Io sono venuto nel mondo per portare la luce e la conoscenza di Dio e per provare gli uomini e giudicarli. Questo mio tempo è tempo di scelta, di elezione e di selezione. Io sono venuto perché i puri di cuore e d’intenzione, gli umili, i mansueti, gli amanti della giustizia, della misericordia, della pace, coloro che piangono e quelli che sanno dare alle diverse ricchezze il loro reale valore e preferire quelle spirituali alle ricchezze materiali, trovino ciò che il loro spirito anela, e quelli che erano ciechi, perché gli uomini hanno alzato muraglie spesse ad interdire la luce, ossia la conoscenza di Dio, vedano, e quelli che si credono veggenti divengano ciechi…” “Allora Tu odii molta parte degli uomini e non sei buono come dici di essere. Se lo fossi, cercheresti che tutti vedessero, e chi già vede non divenisse cieco”, interrompono alcuni farisei […]

insegna farisei2

“Non sono Io quello che voglio che non vedano la verità coloro che al
presente la combattono. Ma sono essi stessi che alzano delle lastre davanti alle loro pupille per non vedere. E si fanno ciechi di loro libera volontà. E il Padre mi ha mandato perché la divisione avvenga e siano veramente noti i figli della Luce e quelli delle Tenebre, coloro che vogliono vedere e coloro che vogliono farsi ciechi.[…]

Il vostro peccato rimane perché non cercate di vedere pur essendo dei ciechi”. “E cosa dobbiamo vedere?”  “”La Via, la Verità, la Vita.[…]”

Tutto si rinnova e un mondo nuovo, un nuovo popolo, un nuovo regno sorgono. […] sono Io stesso la Porta per la quale si accede nella casa paterna, nel Regno di Dio, nella Luce, nella Via, nella Verità, nella Vita. E sono anche Colui che è venuto a radunare il gregge rimasto senza guida e a condurlo in un unico ovile: in quello del Padre. Io so la porta dell’Ovile, perché sono insieme Porta e Pastore. E vi entro e vi esco come e quando voglio.

I falsi pastori non hanno avuto parole sincere né atti di conforto. Essi hanno disperso e torturato il gregge, o lo hanno abbandonato ai lupi, o lo hanno ucciso per trarne profitto vendendolo per assicurarsi la vita, o gli hanno sottratto i pascoli per fare di essi dimore di piacere e boschetti per gli idoli. Sapete quali sono i lupi? Sono le male passioni, i vizi che gli stessi falsi pastori hanno insegnato al gregge, praticandoli essi per primi. E sapete quali sono i boschetti degli idoli? Sono i propri egoismi davanti ai quali troppi bruciano incensi. Le altre due cose non hanno bisogno di essere spiegate perché è fin troppo chiaro il sermone. Ma che i falsi pastori così facciano è logico. Non sono che ladri che vengono per rubare, uccidere e distruggere, per portare fuori dall’ovile in pascoli infidi, o condurre a falsi ovili che non sono che macelli.
insegna discepoli (2)

Non cadere tu pure nel fatalismo dei farisei, che sostengono che ciò che è destinato si deve compiere e nulla impedisce il compiersi di ciò che è destinato, con la qual ragione avallano anche le loro colpe e avalleranno anche l’ultimo atto del loro odio per Me. Molte volte Dio attende il sacrificio di un cuore, che supera le sue nausee e i suoi sdegni, le sue antipatie, anche giustificati, per strappare uno spirito dal pantano in cui sprofonda. Sì, Io ve lo dico. Molte volte Dio, l’Onnipotente, il Tutto, attende che una creatura, un nulla, faccia o non faccia un sacrificio, una preghiera, per segnare o non segnare la condanna di uno spirito.

Non è mai tardi, mai troppo tardi per tentare e sperare di salvare un’anima.

E ve ne darò delle prove. Anche sulle soglie della morte, quando tanto il peccatore come il giusto che per lui si affanna sono prossimi a lasciare la Terra per andare al primo giudizio di Dio, si può sempre salvare ed essere salvati. Fra la coppa e le labbra, dice il proverbio, c’è sempre luogo alla morte. Io invece dico: fra l’estrema agonia ed il morire c’è sempre tempo a ottenere un perdono, per se stessi o per coloro che vogliamo perdonati..  

Tommaso e Taddeo procedono svelti per andare da Gesù. “Di che parlavate fra voi?”, chiede Gesù fissandoli in volto. I due si guardano. Dire? Non dire? Vince la sincerità. “Di Giuda”, dicono insieme. “Lo sapevo. Ma ho voluto mettere alla prova la vostra sincerità. Mi avreste dato un dolore se aveste mentito… Ma non parlatene più, e specie in quel modo. Vi sono tante cose buone delle quali parlare. Perché scendere sempre a considerare ciò che è molto, troppo materiale? Isaia dice: “Lasciate l’uomo che ha lo spirito nelle narici”. Io vi dico: lasciate di analizzare quest’uomo e preoccupatevi del suo spirito. L’animale che è in lui, il suo mostro, non deve attirare i vostri sguardi e giudizi; ma abbiate amore, un amore doloroso e attivo, per il suo spirito. Liberatelo dal mostro che lo tiene. Non sapete…”

giuda (2)Si volta a chiamare gli altri sette: “Venite qui tutti, perché a tutti serve ciò che dico, perché tutti avete gli stessi pensieri in cuore… Non sapete che voi imparate più attraverso a Giuda di Keriot che attraverso ogni altra persona? Molti Giuda troverete e pochissimi Gesù nel vostro ministero apostolico. […] Egli, con i suoi difetti, vi mostra l’uomo quale è; Io vi mostro l’uomo quale dovrebbe essere. Due esempi necessari ugualmente. Voi, conoscendo bene l’uno e l’altro, dovete cercare di mutare il primo nel secondo… E la mia pazienza sia la vostra norma”.

Signore, io sono stato un grande peccatore e sarà certo un esempio io pure. Ma io vorrei che Giuda, che non è peccatore come io lo fui, divenisse il convertito che io sono. E’ superbia dirlo?” “No, Matteo, non è superbia. Rendi onore a due verità col dirlo. La prima è che veritiera è la sentenza che dice: “La buona volontà dell’uomo opera miracoli divini”. La seconda è che Dio ti ha amato infinitamente, sin da quando tu non ci pensavi, e lo faceva perché non gli era ignota la tua capacità di eroismo. Tu sei il frutto di due forze: la tua volontà e l’amore di Dio. E metto per prima la tua volontà, perché senza di essa vano sarebbe stato l’amore di Dio. Vano, inerte… “Ma senza la volontà nostra non potrebbe Dio convertire?”, interroga Giacomo d’Alfeo. “Certamente. Ma poi si richiederebbe sempre la volontà dell’uomo per persistere nella conversione ottenuta miracolosamente”.

[…] In ogni  famiglia c’è il debole, il malato, colui che è la pena, l’affanno, l’onere della famiglia. Eppure non è il più amato dalla madre il figliolino gracile? Non è il più servito dai fratelli il fratellino infelice? Non è quello al quale il padre dà il boccone prelibato, levandoselo dal piatto, per dargli una gioia, per non fargli capire che è un peso e non rendergli perciò pesante l’infermità?”

Il vostro paziente amore è il rimprovero più forte e al quale non si può reagire.

farisei sinedrioSoltanto chi è peccatore mercanteggia nel giorno del Signore, o profana i luoghi destinati alla preghiera con commerci umani, o ladroneggia nella notte commettendo furti e delitti.

Ascoltate il suono vero delle parole, osservate bene, nella gran luce, le azioni di chi vi parla, gustate il primo sorso o il primo boccone che vi viene offerto, e se sentite un suono di asprezza, se l’agire altrui ha del tenebroso, se il sapore che vi resta nel cuore è turbatore, respingete ciò che vi viene offerto come cosa non buona. La sapienza, la giustizia, la curiosità non sono mai aspre, turbatrici e amanti di agire nell’ombra.

Ma voi, che avete accolto la mia parola, non temete gli obbrobri degli uomini, né tramate per i loro oltraggi, prima fatti a Me e poi fatti a voi perché mi amate. Io, sebbene sembri perseguitato e sembrerò colpito, Io vi consolerò e proteggerò. Non temete, non temete l’uomo mortale che oggi è e domani non è che un ricordo e polvere. Ma temete il Signore, temete di un santo amore, non con paura, temete di non saperlo amare con misura proporzionata al suo amore infinito. Io non vi dico: fate questo o quello. Ciò che è da farsi lo sapete. Vi dico: amate. Amate Dio e il suo Cristo. Amate il prossimo vostro come Io vi ho insegnato. E tutto farete se saprete amare.[..] Voi siete in Me, Io in voi, poiché ci amiamo.

bambini13

Le tue orecchie hanno sentito le mie parole, così come il tuo cuore deve sentire il mio amore.

I bambini fanno dimenticare tante cose dolorose.

 

 

 

VALTORTA 43a parte

BRANI TRATTI DALL’EVANGELO 

COME MI è STATO RIVELATO

di MARIA VALTORTA

8° LIBRO (43a parte)

da pag 95 a pag 133

Quando un popolo dimentica Dio… una visione di Gesù davanti alle rovine di una città e la sorte di Israele.  Gesù parla della perfezione negli uomini e risponde alla domanda di un giovane sulla virtù indispensabile. In fine Gesù spiega il significato del Suo sacrificio e l’invidia di Satana.

[…] dovete predicare la mia Dottrina anche col modo di vivere e convivere fra voi e con chi vi accoglie. Siate dunque sobri, pazienti, onesti nel dire, nel fare, nel guardare, di modo che giustizia emani da voi come un profumo. Voi vedete come gli occhi del mondo sono sempre su noi, per calunniarci o per studiarci, e anche per venerazione. Ma questi sono i meno fra i molti occhi che ci osservano. Eppure di questi pochi dobbiamo avere somma cura, perché sulla loro fede si appunta lo studio del mondo per sgretolarla, e tutto gli serve per arma a distruggere l’amore dei buoni per Me, e per voi di conseguenza. Non aiutate perciò il mondo con un modo di vita non santo, e non appesantite la fatica di quelli che devono difendere la loro fede dalle insidie dei miei avversari coll’essere per loro oggetto di scandalo. Lo scandalo rende perplesse le anime, le allontana, le indebolisce. Guai all’apostolo che è scandalo alle anime Pecca contro il suo Maestro e contro il suo prossimo, contro Dio e contro il gregge di Dio. Mi fido di voi. Non fate che al mio dolore, che è tanto, si unisca altro dolore che da voi mi venga”.

22 S.Maria Regina[…]Sta per cambiare la posizione della donna rispetto alle consuetudini come rispetto a tante altre cose. E giusto sarà, perché come Io per gli uomini tutti, così una Donna per le donne in special modo otterrà grazia e redenzione “. “Una donna e come vuoi che redima una donna?”, ride Giuda di Keriot. “In verità ti dico che Essa sta già redimendo, Sai tu cosa è redimere?”. “Certo che lo so! E’ levare dal peccato”. “Si. Ma levare dal peccato non servirebbe molto, perché l’Avversario è eterno e tornerebbe ad insidiare. Ma dal Giardino terrestre una voce è venuta, la Voce di Dio, dicendo: – Io porrò inimicizia fra te e la Donna…. Ella ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno. – Non più che un’insidia, perché la Donna avrà, ha in sé, ciò che vince l’avversario. E redime perciò da quando è Redenzione in atto, sebben celata. Ma presto uscirà al cospetto del mondo, e le donne si fortificheranno in Lei”.

(Gesù parla ai suoi davanti ad un paese distrutto) […] Qui era una città, non grande, ma bella, Fatta più di case signorili che di case umili. E di ricchi questi campi steriliti coperti di rovi, di logli, di ortiche… Allora erano pingui frutteti e campi pieni di messi. E le case erano belle, allora, con giardini pieni di fiori, e pozzi, e fontane nelle quali si bagnavano i colombi e giocavano i fanciulli. Erano felici tutti gli abitanti di questo luogo, e la felicità non li fece giusti. Dimenticarono il Signore e le sue parole… Ed ecco! Non più case, non più fiori, non più fonti, né messi, né frutti. Non restano che i colombi e non più felici come un tempo, ecco che in luogo del grano biondo e del comino, di cui erano ghiotti e sazi un tempo, ora battagliano per avere un poco di vecce scabre, di logli amari. E festa è se trovano ancora una spiga di orzo rinata fra le spine!…

E guardando non vedo più eppure i colombi… Ma volti e volti… Dei quali molti non ancor nati… e vedo rovine e rovine, e rovi e lambrusca, e vecce selvatiche coprire terre della Patria… E tutto questo perché non si è voluto accogliere il Signore. […] essi non hanno voluto ascoltare. No. Non hanno voluto, e il Signore non può trovare riposo fra il suo popolo.

[…] Misero Israele! Così come questi campi, nei quali persiste soltanto l’arida veccia e l’amaro loglio e non c’è più grano, così sarà Israele, e la Terra che non volle il Signore non avrà pane per i suoi figli, e i figli che non vollero accogliere lo stanco, percossi, inselvatichiti, come galeotti al remo, schiavi di quelli che sprezzano come inferiori, andranno. Dio veramente trebbierà il popolo superbo sotto il peso della sua giustizia e lo strozzerà con la maciulla del suo giudizio… Ecco ciò che vedo in queste rovine. Rovine! Rovine! A settentrione, a mezzogiorno, a oriente e occidente, e soprattutto al centro, nel cuore dove in fossa putrida sarà mutata la città colpevole…”

[…] Il popolo di Dio soffre perché ha abbandonato la Sapienza.

Come potete possedere prudenza, forza, intelligenza, come potete neppur sapere dove si trovano, per poter conseguentemente sapere le cose minori, se non state più ad abbeverarvi alle fonti della Sapienza? Il suo Regno non è di questa Terra, ma la misericordia di Dio ne concede la fonte. Essa è in Dio. E’ Dio stesso, Ma Dio apre il suo seno perché essa scenda a voi.nozze

[…] per salire al cielo con lo spirito e comprendere le lezioni della Sapienza, occorre uno spirito umile, ubbidiente e soprattutto tutto amore, essendochè la Sapienza parla il suo linguaggio, ossia parla il linguaggio dell’amore, essendo essa Amore. Per conoscere i suoi sentieri ci vuole uno sguardo limpido e umile, libero dalla concupiscenza triplice. Per possedere la Sapienza occorre comperarla con le monete vive: le virtù.

[…] Una sol cosa è necessaria, o Israele. Possedere la Sapienza. A costo anche della vita. Perché la vita non è la cosa più preziosa. E meglio vale perdere cento vite a perdere la propria anima”.

(Un giovane a Gesù) […] ascoltando Te mi pare facile e decido di venire, dopo, pensandoci e, peggio, chiedendo a questo e a quello, mi par troppo difficile”.   “Io ti dico come ciò avviene: è un’insidia del demonio per impedire che tu venga. Ti impaura con dei fantasmi, ti confonde, ti fa chiedere a chi come te ha bisogno di luce… perché non sei venuto da Me direttamente?” “ […] fra gli apostoli ce ne sono alcuni che… fanno paura ad un povero uomo come io sono. Uno mi ha detto con un riso non buono: – Tu vuoi divenire perfetto? Non lo siamo noi che siamo i suoi apostoli, e vuoi esserlo tu? E’ impossibile . – Se non avessero parlato gli altri sarei fuggito sconfortato. Ma tento l’ultima prova… e se anche Tu mi dirai che è impossibile…” “Figlio mio, e potrei essere  venuto a proporre cose impossibili agli uomini? Chi pensi tu che sia stato a metterti in cuore abbraccio5questo desiderio di divenire perfetto? Il tuo stesso cuore?” “No, Signore. Io penso che sia stato Tu con le tue parole”. “Non sei lontano dal vero. […] Ora rifletti: se Dio, che sa le capacità degli uomini, dice loro: – Venite a Me. Siate perfetti -, segno è che sa che l’uomo, volendolo, lo può divenire. E’ voce antica. E’ risuonata la prima volta ad Abramo come una rivelazione, un comando, un invito: – Io sono l’Iddio onnipotente. Cammina alla mia presenza. Sii perfetto”.  […] Chi cammina nella vita, convinto di farlo sotto lo sguardo di Dio, non compie male azioni. Di conseguenza si mette nella condizione di poter divenire perfetto come Dio invita a divenirlo”.

[…] Il desiderio di perfezione e l’umiltà sono ostacoli a divenire perfetti?” “No, figlio. Il desiderio e l’umiltà non sono ostacoli. Bisogna anzi sforzarsi di averli profondi, ma ordinati. Sono ordinati quando non hanno frette inconsulte, accasciamenti senza ragione, dubbi e sfiducie quali quelle di credere che, data la imperfezione dell’essere, l’uomo non possa divenire perfetto. Tutte le virtù sono necessarie, e lo è un vivo desiderio di giungere alla giustizia”.

[…] qual è la virtù indispensabile?” “E’ la carità. Se amerai sarai santo, perché dall’amore per l’Altissimo e per il prossimo vengono tutte le virtù e tutte le opere buone”.

[…] la santità non è essere soltanto umili, o soltanto prudenti, o soltanto casti e così via. Ma è essere virtuosi.

[…] La santità, che dobbiamo considerare come un mazzo di fiori offerto al Signore, deve essere formata di tutte le virtù. In uno spirito predominerà l’umiltà, in un altro la fortezza, in un altro la fortezza, in un altro la continenza, in un altro la pazienza, in un altro lo spirito di sacrificio o di penitenza, tutte le virtù nate all’ombra della pianta regale e profumatissima dell’amore, i cui fiori predomineranno sempre nel mazzo; ma tutte le virtù compongono la santità”.

[…] “ Non c’è un metodo, figlio mio. Se tu amerai il Signore, Egli ti darà i suoi doni, ossia si comunicherà a te, e allora le virtù, che tu cerchi di far crescere robuste, cresceranno sotto il sole della Grazia”      Dio è aiuto

[…] Non vi è che un Dio. Ma molti non lo conoscono, altri lo conoscono male. Se lo conoscessero bene, sarebbero  tutti fra loro come fratelli e non vi sarebbero soprusi, odi, calunnie, vendette lussurie, furti e omicidi, adulteri e menzogne. Io conosco il vero Dio e sono venuto per farlo conoscere”. 

“Quando Dio è con gli uomini, tutto possono gli uomini contro la sventura, quale che sia il suo nome. Quando Dio all’opposto, non è con gli uomini nulla essi possono contro la sventura.

[…] La condizione necessaria per avere Dio con noi è l’agitarsi per un motivo di giustizia. “Nelle battaglie la vittoria non dipende dal numero ma dall’aiuto che viene dal Cielo”, dice il Maccabeo. In tutte le cose della vita il bene viene non dal censo, dalla potenza o da altra causa, ma dall’aiuto che viene dal Cielo. E viene perché si chiede aiuto per cose buone. “Per le nostre vite e le nostre leggi”, dice ancora il Maccabeo. Ma quando si ricorre a Dio per fine malvagio o impuro, vano è invocare il suo aiuto. Dio non risponderà, o risponderà con castighi in luogo che con benedizioni. Questa verità è troppo dimenticata adesso in Israele. E si vuole Dio in aiuto e lo si invoca per fini non buoni. E non si praticano le virtù, e si osservano i comandamenti non con verità di osservanza. Ossia di essi si fa ciò che può esser visto e lodato dagli uomini. Ma altro è ciò che avviene dietro l’apparenza. Io vengo a dire: siate sinceri nelle vostre azioni perché Dio vede ogni cosa e inutili sono i sacrifici, vane le preghiere se fatte per pura ostentazione di culto mentre il cuore è pieno di peccato, di odio, di desideri malvagi.

tentazioni - duccio[…] coloro che sviano e traviano le coscienze saranno giudicati setto volte sette più severamente dei traviati.

(Le ragioni del dolore salvifico di Gesù) Chi ha guastato lo spirito dell’uomo, voi lo sapete. E’ Satana, il Serpente, l’Avversario, il Nemico, l’Odio. Chiamatelo come volete. Ma perché lo ha guastato? Per una grande invidia: quella di vedere l’uomo destinato al Cielo dal quale egli era stato cacciato. Volle per l’uomo l’esilio che egli aveva avuto. Perché era stato cacciato? Per essersi ribellato a Dio. Voi lo sapete. Ma in che? Nell’ubbidienza. E allora, non è anche necessariamente logico che, a ristabilire l’ordine, che è sempre gioia, non debba essere un’ubbidienza perfetta? Ubbidire è difficile, specie se è in materia grave. Il difficile dà dolore a chi lo compie. Pensate dunque se Io, che sono stato richiesto dall’Amore se volevo riportare il gaudio ai figli di Dio, non debba soffrire infinitamente, per compiere l’ubbidienza al Pensiero di Dio. Io dunque devo soffrire per vincere, per cancellare non uno o mille peccati, ma lo stesso Peccato per eccellenza, che nello spirito angelico di Lucifero, o in quello che animava Adamo, fu e sarà sempre, sino all’ultimo uomo, peccato di disubbidienza a Dio.

volto20Voi uomini dovete ubbidire limitatamente a quel poco – vi pare tanto ma è così poco – che Dio vi richiede. Nella sua giustizia vi chiede solamente ciò che potete dare. Voi, dei voleri di Dio, sapete quel tanto che potete compiere. Ma Io conosco tutto il suo Pensiero, per i grandi e i minuti avvenimenti. A Me Sacrificatore, l’Abramo divino, non risparmia la sua Vittima e il Figlio suo. E’ l’Amore insaziato e offeso che esige riparazione e offerta. E vivessi mille e mille anni, nulla sarebbe stato se ab eterno non avessi detto: “Si” al Padre mio, disponendomi ad ubbidire, e come Dio Figlio e come Uomo, al momento trovato giusto dal Padre mio.

L’ubbidienza è dolore ed è gloria. L’ubbidienza, come lo spirito, non muore mai. In verità vi dico che i veri ubbidienti diverranno dèi, ma dopo una lotta continua contro se stessi, il mondo, Satana. L’ubbidienza è luce. Più si è ubbidienti e più si è luminosi e si vede. L’ubbidienza è pazienza, e più si è ubbidienti più si sopportano le cose e le persone. L’ubbidienza è umiltà, e più si è ubbidienti più si è umili col prossimo nostro. L’ubbidienza è carità perché è un atto di amore, e più si è ubbidienti più gli atti sono numerosi e perfetti. L’ubbidienza è eroicità. E l’eroe dello spirito è il santo, il cittadino dei Cieli, l’uomo divinizzato. Se la carità è la virtù in cui si  ritrova Dio Uno e Trino, l’ubbidienza è la virtù in cui si trova Me, il Maestro vostro.

Fate che il mondo vi riconosca miei discepoli per una ubbidienza assoluta a tutto quanto è santo.

benedizione (2)Ogni uomo può giungere a raggiungere e possedere la Verità, ossia Dio. Quale che sia il punto dal quale parte per giungere ad essa. Quando non ci sia superbia della mente e depravazione della carne, ma sincera ricerca della Verità e della Luce, purezza di scopo e anelito a Dio, una creatura è sicuramente sulla via di Dio”.

In verità vi dico che settanta volte cento l’uomo pecca per sua volontà. E – non lo si considera, ma così è – e non risorge dal peccato perché sfugge dall’esaminarsi e urla la verità che egli non ha voluto meditare, l’uomo soffoca quel grido, […]

Non preoccupiamoci dei frutti che infraciditi cadono dal ramo! Cerchiamo, finché si può, di non farli infracidire con la dolcezza, con la fermezza, col rimprovero e col perdono, con la pazienza e la carità. Poi, quando essi dicono no a Dio e ai fratelli che li vogliono salvare, e si gettano in braccio alla Morte, a Satana, morendo impenitenti, chiniamo il capo e offriamo a Dio il nostro dolore di non averlo potuto fare lieto di quell’anima salvandogliela. Ogni maestro conosce di queste disfatte. E servono esse pure. A tenere mortificato l’orgoglio del maestro d’anime e a provare la sua costanza nel ministero. La disfatta non deve stancare la volontà dell’educatore di spiriti. Ma anzi spronarlo a far più e meglio in avvenire”.

 

VALTORTA 41a parte

BRANI TRATTI DALL’EVANGELO 

COME MI è STATO RIVELATO

di MARIA VALTORTA

8° LIBRO (41a parte)

da pag 1 a pag 31

Siamo nel terzo anno di vita pubblica di Gesù e scopriremo qual è il sacrificio più gradito a Dio e la differenza tra una possessione diabolica e una divina. Qui Gesù è accusato anche di utilizzare il Sciemanflorasc una particolare pratica magica.

“Uomo, in verità ti dico che il sacrificio non sta nella bestia immolata, ma nello sforzo che tu hai fatto di conservarla per immolarla. In verità ti dico che sta venendo il giorno in cui, come dice la parola ispirata, Dio dirà: “Non ho bisogno del sacrificio degli agnelli e degli arieti”, ed esigerà un sacrificio unico e perfetto. E da quell’ora ogni sacrificio sarà spirituale. Ma già è detto da secoli quali sacrifici predilige il Signore. Davide esclama piangendo:

Se Tu avessi desiderato un sacrificio, te lo avrei offerto, ma a Te piacciono gli olocausti. Il sacrificio a Dio è lo spirito computo (e Io aggiungo: ubbidiente e amoroso, perché si può compiere anche sacrificio di lodi e di gaudio e d’amore, non solo di espiazione). Il sacrificio a Dio è lo spirito computo; il cuore contrito ed umiliato Tu, o Dio, non lo disprezzi”.

Gesù nel confessionale

No. Non disprezza neppure il cuore che ha peccato e si è pentito, il Padre vostro. E allora, come accoglierà il sacrificio del cuore puro, giusto, che lo ama? Questo è il sacrificio più gradito. Il quotidiano sacrificio della volontà umana a quella divina, che vi si mostra nella Legge, nelle ispirazioni e negli avvenimenti giornalieri. E così non è la lebbra della carne la più vergognosa ed escludente dal cospetto degli uomini e dai luoghi di preghiera. Ma è la lebbra del peccato. E’ vero che essa passa molte volte ignorata agli uomini. Ma vivete per gli uomini o per il Signore? Tutto ha fine qui o prosegue nell’altra vita? Voi lo sapete. E allora siate santi per non essere lebbrosi agli occhi di Dio. che vedono i cuori degli uomini, e conservatevi mondi nello spirito per poter vivere in eterno”.

E se uno ha peccato forte?” “Non imiti Caino, non imiti Adamo ed Eva. Ma corra ai piedi di Dio e con vero pentimento gli chieda pietà. Un malato un ferito va al medico per guarire. Un peccatore vada a Dio per avere perdono. […]”

Il mondo è sempre piccolo quando Dio vuol far incontrare le persone.[…]”

(Gesù viene accusato e scacciato dopo aver compiuto una guarigione) L’uomo di Petra, mortificato, con la bambina che gli piange spaurita fra le braccia, mormora: “Per me, Signore! Per causa mia! Tu tanto bene a me! Ho messo nella tenda sul cammello delle cose per Te. Ma che sono rispetto agli insulti che ti ho procurato? Mi vergogno di esserti venuto vicino…” “No, uomo. Quello è il mio pane amaro di ogni giorno. E tu sei il miele che lo temperi. Il pane è sempre più del miele. Ma basta una goccia di miele a far dolce molto pane.” “Tu sei buono… Ma dimmi almeno: che devo fare per medicare queste ferite?” “Serba la fede in Me. Per ora, come e per quanto puoi. Fra non molto… Sì. I miei discepoli verranno sino a Petra e oltre. Allora segui la loro tu sei pietro...dottrina, perché Io parlerò in loro. E per il momento parla a quei di Petra di ciò che ti ho fatto, onde, quando questi che mi circondano e altri verranno in mio Nome, non sia sconosciuto ad essi questo mio Nome.”

(Pietro) “Non posso, non posso vedere! Non posso vederti malmenato così! Se mi lasciassi reagire… forse potrei. Ma così… dovermi contenere… e assistere ai loro insulti, alle tue sofferenze, […] “Pietro mio, e credi che essi non siano ossessi? Credi che per esserlo occorra essere come quello di Calliroe e altri che abbiamo incontrato? Credi che l’ossessione si manifesti soltanto con le grida incomposte, i balzi, le furie, la mania di vivere nelle tane, i mutismi, le membra impedite, la rigone intorpidita, di modo che l’ossesso dice e fa incoscientemente? No. Vi sono anche le ossessioni, anzi le possessioni più sottili e potenti, le più pericolose, perché non ostacolano e indeboliscono la ragione perché non faccia cose buone, ma la sviluppano, anzi, la aumentano perché sia potente nel servire colui che la possiede.

Dio quando possiede un intelletto e lo usa perché lo serva, trasfonde nello stesso, e nelle ore in cui lo stesso è al servizio di Dio, una intelligenza soprannaturale che aumenta di molto l’intelligenza del soggetto. Credete ad esempio che Isaia, Ezechiele, Daniele e gli altri profeti, se avessero dovuto leggere giglioe spiegare quelle profezie come scritte da altri, non avrebbero trovato le oscurità indecifrabili che vi trovano i contemporanei? Eppure, io ve lo dico, Mentre le ricevevano , essi le comprendevano perfettamente. Guarda, Simone. Prendiamo questo fiore nato qui ai tuoi piedi. Che vedi tu nell’ombra che avvolge il calice? Nulla. Vedi un calice profondo e una piccola bocca e nulla più. Ora guardalo mentre lo colgo e lo porto qui sotto quest’occhio di sole. Che vedi?” “Vedo dei pistilli, vedo del polline, […] Che meraviglia!” “Senza la forte luce del sole non avresti visto nulla, però”.  “Eh! No!

“Ugualmente avviene nella possessione divina. La creatura, che di suo mette unicamente la buona volontà di amare totalmente il suo Dio, l’abbandono ai suoi voleri, la pratica delle virtù e il dominio delle passioni, viene assorbita in Dio e nella Luce che è Dio, nella Sapienza che è Dio, tutto vede e comprende. Dopo, cessata l’azione assoluta, subentra nella creatura lo stato in cui il ricevuto si trasforma in norma di vita e di santificazione, ma torna oscuro, meglio, crepuscolare ciò che prima sembrava tanto chiaro.

Il demonio, perpetuo scimmiottatore di Dio, produce un effetto analogo negli ossessi della mente, sebbene limitato perché soltanto Dio è infinito, nei suoi posseduti che spontaneamente gli si sono dati per trionfare, e comunica loro filippo (2)intelligenza superiore ma unicamente volta al male, a nuocere, a offendere Dio e l’uomo. Però l’azione satanica, trovando nell’anima consensi, è continua, portando perciò per gradi alla totale scienza del Male. Sono queste le peggiori possessioni. Nulla ne appare all’esterno, e perciò non sono sfuggiti questi ossessi. Ma esse sono. Come ho più volte detto, il Figlio dell’uomo sarà colpito da quelli posseduti in tale maniera”.

Ma Dio non potrebbe colpire l’Inferno?”, chiede Filippo. “Potrebbe. E’ il più forte”. “E perché non lo fa per difenderti?”. “Le ragioni di Dio saranno note in Cielo. ( intende quando saremo in cielo)  […]”

(Gesù parla del suo sacrificio) “[…]Per questo sono venuto. Siate forti. Vedete come Io procedo sicuro verso la mia mete, come uno che va verso il sole e sorride al sole che lo bacia in fronte. Il mio Sacrificio sarà un sole per il mondo. La luce della grazia scenderà nei cuori, la pace con Dio li farà fecondi, i meriti del mio martirio faranno gli uomini capaci di guadagnarsi il Cielo. E che voglio se non questo? Mettere le vostre mani nelle mani dell’Eterno, Padre mio e vostro, e dire: “Ecco, Io ti riconduco questi figli. Guarda, o Padre, sono mondi. Possono tornare a Te”. Vedervi stretti sul suo seno e dire: “Amatevi infine, ché l’Uno e gli altri avete ansia di questo, e di non esservi potuti amare ne soffrivate acutamente”. Ecco la mia gioia. E ogni giorno che si avvicina al  compimento di questo ritorno, di questo perdono, di questa unione, aumenta la mia ansia di consumare l’olocausto per darvi Dio e il suo Regno”.

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(Tommaso) ”Ieri l’altro Tu hai detto che il Redentore, Tu, avrà un traditore. Come potrà un uomo tradire Te, Figlio di Dio?” “Un uomo, infatti, non potrebbe tradire il Figlio di Dio, Dio come il Padre. Ma costui non sarà un uomo. Sarà un demonio in corpo d’uomo. Il più posseduto, il più ossesso degli uomini. Maria di Magdala aveva sette demoni, e l’indemoniato di pochi giorni or sono era dominato da Belzebù. Ma in costui sarà Belzebù e tutta la sua corte demoniaca… Oh! Che invero l’Inferno sarà in quel cuor per dargli ardire di vendere come agnello al beccaio il Figlio di Dio ai suoi nemici!

Maestro, ora questo uomo è già in possesso di Satana?”. “No, Giuda. Ma inclina a Satana, e inclinare a Satana vuol dire mettersi nelle condizioni di precipitare in esso” (Gesù parla all’Iscariota).

E perché non viene a Te per guarirsi dalla sua inclinazione? Sa di averla o lo ignora?” “Se lo ignorasse non sarebbe colpevole come lo è, poiché sa di tendere al male e di non persistere nelle risoluzioni di uscirne. Se persistesse, verrebbe a Me… ma non viene… Il veleno penetra e la mia vicinanza non lo monda, perché non è desiderata ma fuggita… Il vostro sbaglio, o uomini. Fuggite da Me quanto più di Me avete bisogno” (Gesù ha risposto ad Andrea).

Ma è venuto a Te qualche volta? Lo conosci? E noi lo conosciamo?” “Matteo, Io conosco gli uomini anche prima che essi conoscano Me. E tu lo sai e costoro lo sanno. Sono Io che vi ho chiamati perché vi conoscevo”. “Ma noi lo conosciamo?”, insiste Matteo. “E potete non conoscere chi viene al vostro Maestro? Voi siete miei amici e condividete con Me cibo, riposo e fatiche. Fin la mia casa vi ho aperto, la casa della mia Madre santa. Vi porto ad essa perché quell’aura che in essa spira vi faccia capaci di comprendere il Cielo con le sue voci e i suoi comandi. Vi porto ad essa come un medico porta i suoi malati, appena risorti da un seguito di morbi, a delle fonti salutari che li fortifichino vincendo i resti dei morbi che possono sempre rifarsi nocivi. Perciò non ignorate nessuno di quelli che vengono a Me”.

In che città l’hai incontrato?”. “Pietro, Pietro!” “E’ vero, Maestro sono peggio di una donna pettegola. Perdonami. Ma è l’amore, sai…” “So, e per questo ti dico che non mi disgusta il tuo difetto. Ma levati anche questo”.  […] “Non giudicare, Pietro. E non sospettare. Il sospetto crea chimere. Si vede ciò che non c’è”.

(l’infelice moglie di un negromante) […] La donna piange disperata. “E’ un inferno la mia casa! Un inferno! Tu liberi gli ossessi. Sai cosa è il demonio, perciò. Ma questo demonio sottile, intelligente, falso e istruito, lo conosci? Sai a quali pervertimenti porta? Sai a che peccati? Sai che rovina causa intorno a se? La mia casa? E’ una casa? No. E’ la soglia dell’Inferno. Mio marito? E’ mio marito? Ora è malato e non mi urla. Ma, anche quando era ancora forte e desideroso d’amore, era un uomo quello che mi abbracciava, che mi teneva, che mi aveva? No! Ero fra le spire di un demonio, sentivo l’alito e il viscidume di un demonio. Gli ho voluto tanto bene, gliene voglio. Sono la sua donna e mi ha preso la verginità quando ero poco più che bambina: avevo appena quattordici lacrimeanni. Ma anche quando l’ora mi riportava a quella prima ora, e con essa mi riportava le sensazioni intatte del primo abbraccio che mi ha fatto donna, io, con la parte più eletta di me per la prima, poi con la carne ed il sangue, repellevo di orrore quando mi risovvenivo che egli è lurido di negromanzia. Mi pareva che non il mio uomo ma i morti che egli evoca mi fossero sopra a saziarsi di mee anche ora, ora anche solo a guardarlo, morente e ancora immerso in quella magia, ne ho ribrezzo. Non vedo lui… Satana vedo.  Oh mio dolore! Neppure nella morte sarò con lui, perché la Legge lo vieta. Salvalo, Maestro. Ti chiedo di guarirlo per dargli tempo di guarirsi”.

Povera donna! Io non lo posso guarire”. “Perché, Signore?” “Perché egli non vuole”. “Si. Ha paura della morte. Sì, che vuole”. “ Non vuole. Non è un folle, non è un posseduto che non sa il suo stato e non chiede liberazione perché non ha facoltà di libero pensiero. Non è uno dal volere impedito. E’ uno che vuole esser tale. Sa che ciò che fa è vietato. Sa che è maledetto dal Dio d’Israele. Ma persiste. Anche se Io lo guarissi, e comincerei dall’anima, tornerebbe al suo satanico godimento. La sua volontà è corrotta. E’ ribelle. Non posso”.

[…] “Morti e viventi sono nelle mani di Dio e non vi è lecito strapparli ad esse. Né per vana curiosità, né per sacrilega violenza, né per maledetta incredulità. Che volete sapere? Se c’è un futuro eterno? E dite di credere in Dio. Se Dio c’è, avrà pure una corte. E che corte sarà se non eterna come Lui, fatta di spiriti eterni? Se dite di credere in Dio, perché non credete alla sua parola? Non dice la sua parola: “Non praticherete divinazione, né osserverete i sogni”? Non dice: Se uno si rivolgerà ai maghi e agli indovini e fornicherà con essi, Io rivolterò contro di lui la mia faccia e lo sterminerò di mezzo al suo popolo?”

(Alcuni accusano Gesù di utilizzare il Sciemanflorasc – pratica magica utilizzata in Egitto, il sommo sacerdote pronunciava una volta l’anno il nome segreto di Dio, appunto questo e i negromanti credevano di poter piegare Dio in questo modo alla loro volontà (abate Bullet, Storia dello stabilimento del cristianesimo, ristampa 1825, pagina 140). Oggi schemhamphoras è diventato un talismano magico. Maria Valtorta scrivendo di questa pratica pur senza conoscerla ha ulteriormente dato prova dell’autenticità delle sue visioni)

Perché ti ha chiesto se sei stato in Egitto?” “Perché il Male si serve delle cose più innocue per farne atto d’accusa verso chi vuole colpire. La mia sosta infantile in terra d’Egitto sarà fra i capi d’accusa nella loro ora di vendetta. Voi e i futuri sappiate che con Satana astuto e coi suoi servitori fedeli occorre aver doppia astuzia. Per questo ho detto: “siate astuti come serpenti, oltreché smplici come colombe”. Questo per non dare che il minimo delle armi in mano ai demonici. E non serve ugualmente. Andiamo”.

volto3“[…] Ciò che il Cristo non fa con la sua parola fa Maria col suo silenzio.Ciò che non fa la mia potenza fa la sua purezza. Oh! Madre mia!” 

“Piangi, Maestro? Tu piangi? Oh! No! Noi ti difenderemo! Noi ti amiamo!” “Non piango e non tempo per coloro che mi vogliono male. Piango perché i cuori sono più duri del diaspro e nulla posso su molti di loro. […]”

 

VALTORTA 40a parte

BRANI TRATTI DALL’EVANGELO

Maria_Valtorta

COME MI è STATO RIVELATO

di MARIA VALTORTA

7° LIBRO (40a parte)

da pag 442 alla fine del 7° volume

In questi passaggi Gesù approfondisce molto il rapporto relazionale degli uomini tra loro e con Dio.  Una lezione sui rapporti con i famigliari e amici e su come riappacificarsi. Ma anche sulle perversioni della mente umana delle quali parla con la Maddalena. Un momento di sconforto di Pietro che viene consolato da Gesù.

[…] la misericordia è sempre premiata, anche se è un sol calice d’acqua dato in mio nome, ma la misericordia usata ai fanciulli, salvandoli non soltanto dalla fame, sete, freddo, ma dalla corruzione del mondo, è infinitamente premiata…

“Non temete. Prima potrà cessare di splendere il sole, che Gesù si dimentichi di chi spera in Lui”.

(I cugini di Gesù)Ci ami così? Ma noi per tanto tempo ti abbiamo offeso e deriso!…(Gesù)“E’ il passato. Non è più. Siate fedeli per l’avvenire e in verità vi dico che in Terra come in Cielo è cancellato il vostro passato”.

[…]Vi siete lasciati male l’ultima volta. Rappacificatevi ora. Loro e voi avete torto e ragione. Ognuno riconosca il suo torto e non alzi la voce sulla sua parte di ragione”.

“Tu taci. L’unica medicina per calmare le ire. Taci con umiltà e pazienza e, se senti che non puoi più tacere senza sgarbi, te ne vai. Saper tacere! Saper fuggire! Non per viltà, non per mancanza di parole, ma per virtù, per prudenza, per carità, per umiltà. Nelle dispute è così difficile conservare la giustizia! E la pace dello spirito. Qualcosa scende sempre ad alterare nel profondo, a intorbidare, a fare del frastuono. E l’immagine di Dio che si riflette in ogni spirito buono viene offuscata, svanisce, né più si possono sentire le sue parole. Pace! Pace tra fratelli. Pace anche coi nemici. Se essi sono nemici nostri, sono amici di Satana. Ma vorremmo divenire noi pure amici di Satana, odiando chi ci odia? Come potremmo portarli all’amore se fossimo noi fuori dell’amore?  discepoliVoi mi direte: “Gesù, Tu lo hai detto già molte volte e lo fai, ma sempre sei odiato”. Lo dirò sempre. Quando non sarò più con voi, ve lo ispirerò dal Cielo. E vi dico anche di non contare le sconfitte, ma le vittorie. Lodiamone il Signore! Non passa luna che non segni qualche conquista. Questo deve notare l’operaio di Dio, giubilandone nel Signore, senza il rovello che quelli del mondo hanno quando perdono una delle loro povere vittorie.”

“… chi crede in Me formerà con Me il nuovo Tempio, dal quale scaturiscono le acque salutari delle quali parla Ezechiele.”

[…] Un nuovo diluvio, di altro liquido che pioggia non sia, laverà il mondo dando Vita. E, per un misterioso atto di grazia, gli uomini potranno esser parte di quel diluvio santificatore, unendo le loro volontà alla mia, le loro fatiche alla mia, le loro sofferenze alla mia. 

[…] In verità vi dico che dopo di Me non cesserà la Fonte, perché Io non morrò ma vivrò e, dopo che me ne sarò andato, andato e non morto, ad aprire le porte dei Cieli, un Altro verrà che mi è uguale e che completerà la mia opera facendovi comprendere quello che vi ho detto e incendiandovi per farvi “luci”, posto che avete accolto la Luce”.

Si può uccidere in molti modi i fratelli. Con l’arma e con la parola, o con qualche azione malvagia. Come un riferire, a chi perseguita, i luoghi del perseguitato, il levare ad un infelice un asilo di conforto… Oh! In quanti modi si uccide… Ma l’uomo non ne sente rimorso. L’uomo, e questo è il segno della sua decadenza spirituale, ha ucciso il rimorso”.   

volto37[…] La ricerca di Dio, perché è buona, dà sempre tutti gli aiuti e gli ardimenti. Le paure, le cose basse sono il retaggio di chi sogna basse cose. […]La storia sempre si ripete. Questo è sempre luogo di prova. Per i buoni, per i cattivi.  Ma tutta la vita è una prova alla fede e alla giustizia dell’uomo.  

[…] E’ sempre la volontà dell’uomo che fa compiere il bene o il male. E sulla volontà dell’uomo getta le sue luci la volontà di Dio e i suoi vapori velenosi la volontà di SatanaSta all’uomo accogliere la luce o il veleno e divenire giusto o peccatore.

… siate sapienti della vera sapienza, che è saper difendere il proprio io dalle azioni che disonorano l’uomo.

[…] La vera religione sta in questo, non nei sacrifici vani e pomposi. Ubbidire ai precetti di una morale perfetta, di una virtù senza difetto, usare misericordia, fuggire ciò che disonora l’uomo, lasciare le vanità, le divinazioni dell’errore, gli auguri bugiardi, i sogni dei malvagi, come dice il libro sapienziale,usare con giustizia i doni di Dio, ossia la salute, la prosperità, le ricchezze, l’intelletto, il potere, non avere superbia che è segno di stoltezza, perché l’uomo è vivo, sano, ricco, sapiente, potente finchè Dio glielo concede, non avere desideri smodati che talora portano sino al delitto. Vivere, in una parola, da uomini e non da bruti, per dignità anche verso se stessi.

(Gesù e la Maddalena) La lussuria è tanto in chi pecca che in chi desidera peccare. Ricordati, Maria, la prima parola del tuo Maestro, quando ti ha chiamata maddalena.4dall’orlo del precipizio dove eri: “Il male non basta non farlo. Bisogna anche non desiderare di farlo”. Chi accarezza pensieri di senso, e suscita con letture e spettacoli cercati appositamente e con abitudini malsane sensazioni di senso, è ugualmente impuro come chi commette la colpa materialmente. Oso dire: è maggiormente colpevole. Perché va col pensiero contro natura, oltre che contro morale. Non parlo poi di chi trascende a veri atti contro natura. L’unica attenuante di costui è in una malattia organica o psichica. Chi non ha tale scusante è di dieci gradi inferiore alla bestia più lurida.

[…] chi manca di affetto per la sua donnaed anche per la figlia sua propria, è per novanta parti su cento responsabile della colpa della sua donna o della sua creatura e ne risponderà per esse. Tanto l’affetto stolto, che è soltanto stupido schiavismo di un uomo ad una donna o di un genitore ad una figlia, quanto una trascuratezza d’affetti, o peggio una colpa di propria libidine che porta un marito ad altri amori e dei genitori ad altre cure che non siano i figli, sono fomite ad adulterio e prostituzione e, come tali, sono da Me condannati. Siete esseri dotati di ragione e guidati da una legge divina e da una legge morale. Avvilirsi perciò ad una condotta da selvaggi o da bruti dovrebbe fare orrore alla vostra grande superbia. Ma la superbia, che in questo caso sarebbe anche utile, voi l’avete per ben altre cose.

Per quanto uno sia colpevole, va sempre trattato con rispetto e carità. Non gioire del suo annichilimento, non accanircisi contro neppure con sguardi curiosi. Pietà, pietà per chi cade!

maria-maddalena-madonnaVà in pace, Maria di Maria, e non voler più peccare neppure nelle inezie. Sotto il manto di Maria non stanno che cose pure.  Ricordalo.

[…] Due cose è essenziale avere per poter essere veri maestri e degni di essere maestri. Prima cosa: una vita austera per se stessi, di modo da poter giudicare senza le ipocrisie di condannare negli altri ciò che a noi si perdona. Seconda: una paziente misericordia per dare modo alle anime di guarire e di fortificarsi.

L’uomo incontra per primo giudice l’uomo. Solo l’essere che vive spiritualmente sa incontrare per primo Iddio. Ma la creatura che è già giunta a vivere spiritualmente non cade incolpa grave. La sua parte umana può ancora avere debolezze, ma lo spirito forte veglia e le debolezze non divengono colpe gravi. […] Voi dovete essere il termine di paragone, la misura di ciò che è Dio, così come un picciolo è la parte che fa capire la ricchezza di un talento.

Io non servo l’io di Gesù di Nazaret, ma servo il Padre mio. Voi pure servite il Padre vostro. Perciò i suoi interessi, non i vostri, devono esservi sacri, anche se possono procurare dolore o lesione ai vostri interessi umani. Abbiate spirito di abnegazione e di ubbidienza. Potrà accadere che Io vi chiami o vi ordini di stare dove siete. Non giudicate il mio ordine. Quale che sia, ubbidite, credendo fermamente che esso è buono ed è dato per il vostro bene. Non abbiate invidia se alcuni saranno chiamati e altri no da Me. Voi vedete … Alcuni si sono staccati da Me e Io ne ho sofferto.Erano quelli che ancora volevano regolarsi con la loro menteLa superbia è la leva che ribalta gli vecchiospiriti e la calamita che me li strappa. Non maledite chi mi ha lasciato. Pregate perché torni…

(Un vecchio a Gesù)Perché l’uomo è tanto cattivo?” “ Perché ha ucciso il suo spirito. E con lo spirito la sua capacità di sentire il rimorso di essere ingiusto”.

(Gesù a Pietro che si trova in un momento di sconforto) Guardavi l’orizzonte… e la tristezza te lo ha offuscato. Il presente come un turbine ha alzato nuvole paurose e ti ha celato il sereno ricordo pieno di promesse e di speranze, e ti ha impaurito. Simone, tu soggiaci ad una di quelle ore di tristezza e di tedio che la nostra natura umana incontra sul suo cammino. Nessuno ne è esente. Perché queste ore le suscita chi odia l’uomo. E tanto più l’uomo serve Dio, e più Satana cerca di impaurirlo e stancarlo per staccarlo dal suo ministero. Tu anche soggiaci ad un’ora di stanchezza… Il continuo martellare della persecuzione sul tuo Maestro ti affatica.  E infine – e non sai che non sei tu, ma che è il Tentatore – tu ascolti una voce che ti sussurra: “E domani? Che sarà domani?…”

“Amico mio, e credi tu che, se anche tu avessi a… non essere perfetto in quell’ora, il Signore, che è giusto, non peserebbe il tuo errore col peso del tuo amare e volere presenti? E temi che questo aureo amare e volere possa esser meno pesante della tua momentanea imperfezione e insufficiente ad ottenerti indulgenza da Dio, e con l’indulgenza tutti i soccorsi per tornare te, il mio Simone diletto?”

Non c’è altro da fare per riacquistare pace, forza spirituale, amore, compatimento… anche verso noi stessi. La preghiera fuga i fantasmi di Satana, ci fa sentire vicino Dio. E con Dio vicino, tutto si può affrontare e sopportare con giustizia e merito.

[…] E’ stato necessario che Io vestissi una carne per persuadere l’uomo che, volendo può essere casto e santo in tutti i modi. Ed è stato necessario  che Io prendessi degli uomini, così, quelli che col loro spirito risposero all’appello del mio spirito, senza guardare se erano ricchi o poveri, dotti o ignoranti, cittadini o paesani. Li prendessi così come li trovavo, e il mio e loro volere li trasformasse lentamente in maestri di altri uomini. L’uomo può credere all’uomo, all’uomo che vede. E’ difficile all’uomo, tanto decaduto, credere a Dio che non vede. Non erano ancora terminati i fulmini sul Sinai e già ai piedi del monte l’idolatria era sorta… Non era ancora morto Mosè, il cui volto non si poteva guardare, e già si peccava contro la Legge. Ma quando voi, trasformati in maestri, sarete come esempio, come testimonianza, come lievito fra gli uomini, essi non potranno più dire: “Sono dei discesi fra gli uomini e noi non li possiamo imitare”. Dovranno dire: “Sono uomini come noi. Certo in loro sono gli stessi istinti e stimoli nostri, le stese reazione, eppure essi sanno resistere agli stimoli e istinti, e avere altre reazioni ben diverse dalle nostre brutali”. E si persuaderanno che l’uomo si può divinizzare, solo che voglia entrare nelle vie di Dio. Osservate i gentili e gli idolatri. Tutto il loro Olimpo, tutti i loro idoli li fanno forse più buoni? No. Perché essi, se sono increduli, dicono che i loro dèi sono fola; se sono credenti, pensano: “sono dèi e io uomo”, e non si sforzano di imitarli. Voi dunque cercate di divenire altri MeE non abbiate frette. L’uomo si evolve lentamente da animale ragionevole in essere spirituale. Compatitevi! Nessuno, tolto Dio, è perfetto.

Ma non ci muori. Tu non muori mai, non è vero, Maestro?” chiede con uno strano risolino Giuda di Keriot (l’Iscariota)  “Io morirò e risorgerò come è detto. Molti uomini moriranno, senza esser morti in quel giorno. E mentre i giusti risorgeranno, anche se morti da anni, i viventi nella carne, ma dallo spirito definitivamente morto in quel giorno, non risorgeranno. Bada di non essere tu di questi”.  “E tu bada di non farti sentire a ripeter che risorgerai. La dicono una bestemmia”, ribatte Giuda di Keriot. “E’ verità. E la dico”.

VALTORTA 39a parte

BRANI TRATTI DALL’EVANGELO 

Maria_ValtortaCOME MI è STATO RIVELATO

di MARIA VALTORTA

7° LIBRO (39a parte)

da pag 362 a pag 442

Gesù descrive alla Valtorta la Sua sofferenza e quella di Sua Madre per poi giungere a consolare i più vicini al dolore di Lazzaro. Non meno significativo il suo parlare di come Lucifero è diventato un Satana.

Dice Gesù: “Anche questo non ho dimenticato dei dolori di Maria, mia Madre. L’avere dovuto straziarla con l’attesa del mio soffrire, l’avere dovuto vederla piangere. E’ per questo che non le nego nulla. Ella mi ha dato tutto. Io le do tutto. Ella ha sofferto tutto il dolore Io le do tutta la gioia. Vorrei che, quando pensate a Maria, meditaste questa sua agonia durata trentatrè anni e culminata ai piedi della Croce. Ella l’ha sofferta per voiPer le derisioni della folla che la giudicava madre di un pazzoPer voi la mia apparente sconfessione: “Mia Madre ed i miei fratelli sono coloro che fanno la volontà di Dio”. E chi più di Lei la faceva, ed una Volontà tremenda, che le imponeva la tortura di vedere suppliziare il Figlio?

Per voi le fatiche di raggiungermi qua e là. Per voi i sacrifici, da quello di lasciare la sua piccola patria per il tumulto di Gerusalemme. Per voi il dovere addolorata sotto la croceessere a contatto con colui che covava in cuore il tradimento. Per voi il dolore di sentirmi accusato di possessione diabolica, di eresia. Tutto, per voi. Voi  non sapete quanto l’ho amata la Madre mia. Voi non riflettete come il cuore del Figlio di Maria soffre sensibile agli affetti. E credete che la mai tortura sia stata puramente fisica, al massimo vi aggiungete la tortura spirituale dell’abbandono finale del Padre. No, figli. Anche le passioni dell’uomo Io le ho provateHo sofferto di veder soffrire mia Madre di doverla condurre, come agnella mansueta, al supplizio, di doverla straziare coi successivi addii, a Nazareth prima dell’evangelizzazione, in questo che vi ho mostrato e che precede la mia imminente Passione, in quello – quando già essa è in atto col tradimento dell’Iscariota – prima della Cena, in quello atroce sul calvario.

Ho sofferto di vedermi schernito, odiato, calunniato, circuito da curiosità malsaneche non evolvevano in bene ma anzi in male. Ho sofferto di tutte le menzogne che ho dovuto udire o vedere agenti al mio fianco. Quelle dei farisei ipocriti, che mi chiamavano maestro e mi facevano domande non per fede nella mia intelligenza ma per tendermi tranelli; quelle dei beneficati da Me e che mi si volsero in accusatori nel Sinedrio e nel Pretorio; quella, quella premeditata, lunga, sottile di Giuda, che m’ha venduto ed ha continuato a fingersi discepolo, che m’ha indicato ai carnefici col segno dell’amore. Ho sofferto della menzogna di Pietro, preso da paura umana. Quanta menzogna, e tanto rivoltante per Me che sono Verità. Quanta, anche ora, ve ne è rispetto a Me! Dite di amarmi, ma non mi amate. Avete il mio Nome sulle labbra e in cuore adorate Satana e seguite una legge contraria alla mia.

Maria Valtorta

Ho sofferto pensando che davanti al valore infinito del mio Sacrificio – il Sacrificio di un Dio – troppo pochi si sarebbero salvati. Tutti, dico: tutti coloro che nei secoli dei secoli della Terra avrebbero preferito la morte alla vita eterna, rendendo vano il mio Sacrificio, Io li ho avuti presenti. E con questa cognizione sono andato incontro alla morte. Vedi, piccolo Giovanni, (si sta rivolgendo a Maria Valtorta) che il tuo Gesù e la Madre sua hanno sofferto acutamente nel loro io morale. E lungamente, Pazienza, dunque, se dovrai soffrire. “Nessun discepolo è da più del Maestro”. Io l’ho detto.”

[…] A voi sembra sempre il tempo giusto, ma così non è. Io devo prendere il tempo mio. Non prima. Non poi. […] Voi vedete la superficie del volto del mondo. Io vedo il profondo. […] Il mondo ancora non vuole persuadersi che Io sono il Maestro, perché ciò che Io dico è contrario a ciò che esso dice. E allora cerca di strozzare la Voce che parla al mondo per ammaestrarlo a Dio, per mostrargli la vera natura delle sue azioni che sono malvagie. […] Io sono stato profeticamente indicato come “segno di contraddizione”. Perché, a seconda di come sarò accolto, sarà salute o condanna, morte o vita, luce o tenebre. Ma coloro che mi accolgono, in verità in verità vi dico che diverranno figli della luce, ossia di Dio, nati, per avere accolto Dio, a Dio.

“[…] il Figlio dell’uomo ha un cuore… e questo cuore ha bisogno di amore…”

discepoli pietro2Non mentire più, neppure a buon fine. L’animo si abitua ad immaginare la menzogna e le labbra a proferirla. No, Giuda. Evita l’insincerità”.

(Gesù a Pietro) “Chi ti fa vedere e capire è il tuo amore per Me. Maestro tuo, il vero e più grande Maestro che ti fa capire il tuo Maestro, è l’Amore.”

“A chi vive da giusto non è lontana la via del Cielo. Un sol passo porterà coloro che sono sul sentiero vicino, separati soltanto da un puntiglio, ormai, più che da una convinzione, nella via del Regno di Dio”.

Amatevi gli uni gli altri, amatevi in Me e la pace verrà agli spiriti degli uomini,come è stato promesso. E verrà il Regno di Dio, che è regno di pace e di amore per tutti coloro che hanno retta volontà di servire il Signore Dio loro.

(Un servo di Lazzaro confida a Gesù il dolore per il suo padroneSiate tutti rassegnati alla volontà del Signore. Egli premierà il sacrificio della vostra volontà alla sua. […] Abbiate una fede sconfinata nel Signore. Continuate ad averla nonostante ogni insinuazione e ogni eventoe vedrete grandi cose quando il vostro cuore non avrà più motivo di sperare di vederle. […]

(Sempre nella casa di Lazzaro) “Di nulla hai paura, Maria?” chiede Gesù. “Del peccato… e di me stessa… Ho sempre paura di ricadere nel male. Penso che Satana mi deve molto odiare”. “Hai ragione. Sei una delle anime più odiate da Satana,. Ma sei anche una delle più amate da Dio. Ricordalo.

[…] la superbia è la lussuria della mente. Ed è il peccato più grande, essendo lo stesso peccato di Lucifero. Dio tante cose perdona, e la sua luce splende amorosa ad illuminare le ignoranze e fugare i dubbi. Ma non perdona alla superbia che lo deride dicendosi più grande di Lui.

[…] La mente del superbo fornica con Satana contro Dio e contro l’amore”. “E Lucifero con chi fornicò per diventare Satana, se ancor non era Satana?” (domanda uno scriba) “Con se stesso. Col suo proprio pensiero intelligente e disordinato.

[…] La lussuria è disordine, o scriba. Disordine guidato da una intelligenza libera e cosciente, che sa che il suo appetito è male, ma lo vuole saziare ugualmente. La lussuria è disordine e violenza contro le leggi naturali contro la giustizia e l’amore verso Dio, verso noi stessi verso i fratelli nostri.

[…] In verità, in verità vi dico che mi sono preparato a quest’ora udendo il Vivente parlare al mio spirito.

[…] le parole della mia respinta dottrina si incideranno sulle pietre. E quelle parole non si cancelleranno più. Il segno resterà. Luce a chi lo accoglierà, almeno allora, con amore. Assolute tenebre a chi neppure allora comprenderà che è la volontà di Dio che mi ha mandato a fondare il suo Regno.

[…] chi fa la volontà di Dio e non la combatte sente che non mi può combattere, perché sente che la mia dottrina viene da Dio e non da Me stesso.

[…] Il figlio dell’uomo, una volta andato via, non tornerà più sino al suo Giorno. E allora il suo manifestarsi sarà simile al lampo che sfolgoreggia e balena da una parte all’altra del cielo, così velocemente che l’occhio stenta a seguirlo.

Chi deve essere il Cristo? Un angelo? Più che un angelo. Un uomo? Più che un uomo. Un Dio? Si, un Dio. Ma con unita una Carne, perché essa possa compiere l’espiazione della carne colpevoleOgni cosa va redenta attraverso la materia con cui peccò. Dio avrebbe perciò dovuto mandare un angelo per espiare le colpe degli angeli decaduti, e che espiasse per Lucifero e i suoi seguaci angelici. Perché, lo sapete, anche Lucifero peccò. Ma Dio non manda uno spirito angelico a redimere gli angeli tenebrosi. Essi non hanno adorato il Figlio di Dio, e Dio non perdona il peccato contro il suo Verbo generato dal suo Amore. Però Dio ama l’uomo e manda l’Uomo, l’Unico perfetto, a redimere l’uomo e a ottenere pace con Dio. E giusto è che solo un Uomo-Dio possa compiere la redenzione dell’uomo e placare Dio .

[…] per la mia assenza di fra mezzo agli uomini non cesseranno le grazie di scendere su coloro che pregheranno con fede.

Ciò che mi addolora è il vostro temermi. Ciò mi dice che non solo non mi avete capitocome re, ma anche come amico.

VALTORTA 38a parte

BRANI TRATTI DALL’EVANGELO 

Maria_ValtortaCOME MI è STATO RIVELATO

di MARIA VALTORTA

7° LIBRO (38a parte)

da pag 291 a pag 350

Attraverso l’analisi del comportamento di Gamaliele (dottore della legge) Gesù cerca di spiegare le difficoltà dei più istruiti ad accogliere la sua dottrina. Rivolgerà un severo rimprovero alle mogli che abitano come estranee nella loro casa e vivono altrettanto indifferentemente il rapporto col marito. Poi un suggerimento su come aprire un cuore alla grazia…

(Gesù) Giovanni, figlio vero della Luce, si è occupato e preoccupato di far rifulgere la Luce attraverso la sua veste di Carne agli occhi degli eretici, che impugnavano la verità della Divinità chiusa in carne umana. Il Vangelo sublime di Giovanni ha raggiunto il suo scopo soprannaturale, ma la cronaca della mia vita pubblica non ne ha avuto aiuto. Gli altri tre evangelisti mostrano uguaglianze fra loro, come fatti, ma ne alterano l’ordine di tempo, perchè di tre uno solo era stato presente a quasi tutta la mia vita pubblica: Matteo, e non l’aveva scritta che quindici anni dopo, mentre gli atri li scrissero più oltre ancora, e per averne udito il racconto da mia Madre, da Pietro, da altri apostoli e discepoli.  

Gli animali sono sempre felici perché non hanno rimorsi e rimproveri nel loro cuore. Noi li facciamo infelici perché l’uomo è cattivo, irrispettoso, prepotente, crudele. E non gli basta esserlo coi suoi simili. Trabocca la sua cattiveria sugli inferiori. E più ha dentro dei rimorsi, più la sua coscienza lo punge, e più incrudelisce sugli altri. 

Il dover fare sforzo nel dire la colpa trattiene dalla stessa, e se si è compiuta, la pena dell’accusarsi è già penitenza che redime. Se poi uno soffre non tanto per orgoglio di sé e per paura del castigo, maperché sa che mancando ha dato dolore, allora, Io telo dico, la colpa si annulla. E’ l’amore che salva.

Ma dimmi, Giuda. (l’Iscariota) Cosa è che ti dà nelle mani del tuo demone? Io? I fratelli? Le donne di vizio? No. E’ la tua volontà.

(Sempre Gesù all’Iscariota) […] Vedi come è passato veloce e dolce il tempo che, se non fossi venuto a Me, sarebbe passato fra disgusto e rimorsoVieni sempre, quando hai paura di te. Il proprio io!!! Grande amico, grande tentatore, grande nemico e grande giudice, Giuda! E, vedi? Mentre è amico sincero e fedele se fosti buono, sa essere amico insincero se buono non sei, e dopo esserti stato complice si eleva a giudice inesorabile e ti tortura coi suoi rimproveri… Lui è feroce nel rimproverare… Non Io!

(Gesù alla Valtorta) Non si precipita e non si sale d’improvviso. Né nel bene. Né nel male. […] Non si arriva al delirio satanico, in cui hai visto dibattersi Giuda dopo il Delitto, se non si è tutti corrotti da aliti di Inferno, aspirati per anni con voluttà. Quando uno compie anche un delitto, ma tratto ad esso da un improvviso evento che ne sconvolge ragione, soffre ma sa espiare; perché ancor delle parti del cuore sono sane da veleno infernale. Al mondo che nega Satana, perché l’ha tanto in sé da non accorgersi più di esso, l’ha aspirato ed è divenuto parte dell’io, per fare di voi le sue vittime.

bambini7(Gesù istruisce un fanciullo)[…] in chi ti benefica è presente Dio, e perciò accogli con rispetto ogni benefizio senza pretenderlo, senza dire: “Ozierò perché c’è chi pensa a me”, senza sciupare il soccorso avuto. Lavora perché il lavoro è santo, e tu, fanciullo, sei l’unico uomo nella tua famiglia. Ricorda che aiutare la madre è onorarla. Ricorda che dare buon esempio ai fratellini e vegliare all’onore delle sorelle è un dovere. Desidera di avere il giusto e lavora per averlo, ma non invidiare il ricco e non avere desideri di ricchezze per poter godere molto. Ricordati che il tuo Maestro ti insegnò non solo la parola di Dio ma l’amore al lavoro, l’umiltà e il perdono. Sii sempre buono, Giuseppe, e torneremo a stare insieme un giorno […] non mettere la tua volontà avanti a quella di Dio. Tutti gli ubbidienti si ritroveranno in Cielo e sarà gran festa allora.

[…] Nei peccati della carne e nei fatti del tempo presente sono i semi delle punizioni futureo i fatti del futuro hanno radice in un evento antico; ad esempio, la venuta del Salvatore ha origine dalla colpa di Adamo, e le punizioni d’Israele, predette dai profeti, hanno seme dalla condotta di Israele.

gesu_e_la_samaritana(Gesù parla con una donna che non lo conosce, ma ne rimane colpita) […] Tu, madre, devi dunque accettare senza egoismi l’amore del figlio tuo per la sua donna. E santa sarai tu pure. Del resto, ogni sacrificio ha  un compenso sin dalla Terra. Non ti è dolce baciare i nipoti, figli del tuo figlio?

(Gesù risponde alle domande dubbiose di Simon Pietro su Gamaliele)Chi non è contro è con Me, anche se non sembra. Non si può pretendere che un Gamaliele, il più grande dottore che abbia Israele, oggi, un pozzo di sapere rabbinico, una vera miniera nella quale sono tutte le… sostanze della scienza rabbinica, possa prontamente ripudiare tutto per prendere… Me. Simone, è difficile anche a voi prendere Me lasciando tutto il passato…” “Ma noi ti abbiamo preso!” “No. Sai cos’è prendere me? Non è amarmi e seguirmi soltanto. Questo è molto merito dell’Uomo che sono e che attira le vostre simpatie. Prendere Me è prendere la mia dottrina, che è uguale all’antica nella Legge divina, ma che è completamente diversa da quella legge, da quell’ammasso di leggi umane che sono venute accumulandosi nei secoli, formando tutto un codice e un formulario che di divino non ha nulla.

Colui che ha desideri impuri per la moglie di un altro è adultero nel suo cuore e commette peccato. […] Però anche dico: “Guai a colui per il quale si commette uno scandalo e guai al delatore del suo prossimo” […] la giustizia di Dio chiederà ragione agli uomini anche dei desideri impuri dai quali vengono le vendette, le delazioni, gli omicidie soprattutto chiederà ragione del perchè vengono negate ai colpevoli le ore per redimersi, e perché agli innocenti viene imposto di portare il peso delle colpe altrui.

A chiunque amerà il Figlio dell’uomo, il Figlio dell’uomo darà Via, Verità, Vita per andare a Dioconoscerlo e vivere la Vita eterna. A chiunque accetterà la mia parola si apriranno in lui sorgenti di luce, per cui conosceranno il senso nascosto delle parole della legge e vedranno che i divieti non sono minacce ma inviti di Dio, che vuole gli uomini beati e non dannati, benedetti e non maledetti.

[…] Dio è fedele alle sue promesse ed ha giurato che chi crede in Lui vedrà ogni sorta di prodigio. […]

Dice Gesù: “ Dio, per coloro che hanno fede in Lui, supera sempre le richieste dei figli e dà più ancora. Credilo questo e credetelo tutti. […] Quando si tratta di concordia fra uomini, ci vuole la “volontà” degli uomini unita al desiderio di Dio.

(Gesù parla alla Valtorta di una donna, madre di un figlio malato e paragona il suo comportamento a quello delle mogli di oggi) […] fare colpa ad una madre Tobia e la moglie Annadi un difetto di nascita è stoltezza e crudeltà. Già il suo cuore è franto dalla vista della sua creatura infelice. Doppiamente è dalla parte della ragione, perché trascurata dal marito da quando è sterile, ed è a conoscenza della sua intenzione di divorzio, eppure rimane la “moglie”. Ossia la compagna fedele e sottomessa al compagno, come è voluto da Dio e insegnato dalla ScritturaNon ribellione né sete di vendetta o intenzione di trovare altro uomo per non essere la “donna sola” . “Se non tornerò col figlio guarito, ripudiami. Ma, altrimenti, non ferire a morte il cuore mio e non negare un padre ai tuoi figli”. Non sembra di sentire parlare Sara e le antiche donne ebree? Come è diverso, o mogli, il vostro il linguaggio di ora! Ma, anche, come è diverso quello che voi ottenete da Dio e dallo sposo. E le famiglie si distruggono sempre più. 

[…] siate oneste, buone, rispettose, fedeli, vere compagne dello sposo, non semplici ospiti della sua casa, o, peggio ancora, estranee che un caso riunisce sotto un tetto come due che il caso riunisce in un albergo di pellegrini. Troppe volte questo avviene ora. 

L’uomo manca? Male fa. Ma questo non giustifica la maniera di agire di troppe mogli. […]ora che troppe mogli sono delle estranee al marito, Io dico: “Coloro che non amano in anima, mente e carne il loro compagno, lo spingono all’adulterio, e se a costui Io chiederò il perché del suo peccato, non farò da meno per colei che non è l’esecutrice, ma la creatrice”.     

[…] nelle cose di Dio si deve ricorrere solo al suo aiuto soprannaturale, senza mendicare aiuti umani, interessati o utilitari.

insegna21 (2)(Gesù da un’istruzione sul modo di curare le anime) […] Nelle conversioni bisogna avere costanza. Ciò che non riesce in un anno riesce in due o più. Insistere a parlare di Dio, anche se paiono come le rocce che li ricoverano. […] L’amorosa premura che tu hai per la loro fame risveglia la loro affezione verso lo sconosciuto che pensa a loro. E quando ti ameranno ti ascolteranno anche se parli di altro che non sia cibo. L’amore prelude sempre ad un seguire colui che si è imparato ad amare. Essi ti seguiranno un giorno nelle vie dello spirito. Le opere di misericordia corporale spianano la via a quelle spirituali, le quali la fanno tanto libera e piana che l’entrata di Dio in un uomo, preparato in tal modo al divino incontro, avviene ad insaputa dello stesso individuo, Egli si trova in sé Dio e non sa da dove è entrato. Da dove! Talora dietro un sorriso, dietro una parola di pietà, dietro un panesi è iniziata l’apertura della porta di un cuore chiuso alla Grazia e si è iniziato il cammino di Dio per entrare in quel cuore. […] non è buon maestro e medico di anime chi non le sa conoscere e lavorare a seconda delle diverse loro tendenze e reazioni. Non è un lavoro facile, amici miei. Ci vuole studio continuo, abitudine alla meditazione che illumina più di ogni lunga lettura su testi fissi. Il libro che deve studiare un maestro e medico di anime sono le anime stesse.

[…] E tutte queste virtù necessarie al maestro e medico di anime, dove trovano la loro luce per vedere e capire, la loro pazienza, talora eroica, per perseverare ricevendo freddezze, qualche volta offese, la loro fortezza per medicare saggiamente, la loro prudenza per non nuocere al malato e a se stessi? Nell’amore. Sempre nell’amoreEsso dà luce a tutto, dà saggezza, dà fortezza e prudenza. Preserva dalla curiosità, che sono via ad assumere le colpe che si sono curate. Quando uno è tutto amore, non può entrare in lui altro desiderio e altra scienza che non quella d’amore.

dio occhio

[…] l’occhio di Dio ti sorveglia e la sua intelligenza ricorda.

Credevo che li guarissi subito”, dice ancora Giovanni. “Io pure, come sempre fai”. (discepolo Abele) “Sono stati grandi peccatori. Questa attesa è giusta per chi ha tanto peccato. …”

VALTORTA 37a parte

BRANI TRATTI DALL’EVANGELO Maria_Valtorta

COME MI è STATO RIVELATO

di MARIA VALTORTA

7° LIBRO (37a parte)

da pag 195 a pag 291

Consigli di Gesù sulle amicizie e su come difendersi da un mondo che è definito proprio da Lui un serpaio. La figura di Giovanni Evangelista e la vera carità.

(Gesù) … ricorda bene, che il tuo peccato fu ben grande, e perciò grande in proporzione deve essere la tua giustizia per annullarne il debito. […] La mortificazione che hai ricevuta mettila come espiazione sulle bilance di Dio.

[…] ogni uomo può peccare, ma solo è spregevole quando persiste nel peccare. 

Tenta sedurre Satana, lavora a conquistare Dio. E non sempre vince Dio, perché la creatura è pesante finchè non elegge l’amore a sua legge, ed essendo pesante scende ed appetisce più facilmente a ciò che è appagamento immediato e delle parti più basse dell’uomo. […] quando i suoi consigli danno scandalo, occorre saper lasciare l’amicizia che è dannosa. […] Se ogni uomo colpevole di gravi peccati potesse, volesse parlare, dicendo come giunse a quei peccati, si vedrebbe che alle origini ci fu sempre una cattiva amicizia… […]

Fuggite coloro che vi vogliono ubriacare di lodi e promesse per farvi fare azioni che, se non foste ebbri, non  accettereste di fare. E, quando avete giurato fedeltà ad uno, non trattate con i nemici di quello. Non possono che avvicinarvi per nuocere a colui che odiano e nuocere col vostro aiuto stesso. Aprite gli occhi. Ho detto: siate astuti come le serpi, oltre ché semplici come colombe.

Perché per trattare delle cose di spirito è santa la semplicitàma per vivere nel mondo senza nuocere a se stessi e agli amici ci vuole astuzia che sa scoprire le astuzie di chi odia i santi. Il mondo è un serpaio. Sappiate conoscere il mondo e i suoi sistemi. E poi, stando come colombe, non fra il fango dove stanno le serpi, ma nel riparo alto sulla rupe, abbiate il cuore semplice dei figli di Dio. E pregate, pregate perché in verità vi dico che il gran Serpente sibila intorno a voi, e che siete in gran pericolo, e chi non vigilerà perirà.

La mia parola è Luce. Custoditela in voi e, quando al suo lume scoprirete macchie od ombre, perseguitatele per cacciarle dal vostro cuore. Quello che eravate prima che Io vi conoscessi non dovete più esserlo. Dovete essere molto migliori, perché ora sapete molto di più.

angelo-cieloSe voi starete molto nella Carità, la Carità opererà in voi continui prodigi.

Io chiamo buona l’ubbidienza, la povertà, la rinuncia, l’umiltà, la carità che si piega a tutte le umiltà e a tutte le misericordie. Non temete nessunoIl Figlio dell’uomo non insidia le potenze degli uomini, ma viene ad inculcare potenza agli spiriti. Andate e riferite che l’Agnello non sarà mai lupo.

…i fanciulli sono buoni. I loro spiriti vedono Dio e Dio riposa nel loro cuore. […] Le preghiere dei bambini vengono portate dai loro angeli in Cielo e l’Altissimo le converte in grazie.

La mia dottrina si fonda sull’amore, e l’amore non è mai difficile ad eseguirsi. Cosa predica la mia dottrina? Il culto di un vero Dio, l’amore al prossimo nostro.L’uomo, eterno fanciullo, ha paura delle ombre e segue le chimere perché non conosce l’amore. L’amore è sapienza e luce. E’ sapienza perché scende ad istruire. E’ luce perché viene a illuminare.

Io non chiedo cose difficili. Chiedo un movimento di fede ed uno di amore.

Aprite il cuore alla fede. Aprite il cuore all’amore. Date per avere. Date le povere monete per avere aiuto da Dio. Cominciate ad amare i fratelli. Sappiate avere misericordia. I due terzi fra voi sono malati perché egoisti e concupiscenti. Abbattete l’egoismo, frenate le concupiscenze. Acquisterete in salute fisica e in sapienza. Abbattete la superbia. E sarete beneficati dal vero Dio.

Restano dei gioielli che Gesù rende alle donatrici, non essendovi sul luogo nessuno che li acquisti per mutarli in monete. E per consolare le donatrici dice loro: “Il desiderio equivale all’atto. L’offerta data è preziosa come fosse stata distribuita, perché Dio vede il pensiero dell’uomo”.

(arrivano a Gesù insistenze sulla sua nomina a capo del popolo ebraico) “ Ci credi pochi? Siamo schiere e schiere. Il popolo è tutto con Te. Tu sei il re della stirpe di Davide, il Messia! Questo è il grido sulle labbra di sapienti e di ignoranti, perché questo è il grido dei cuori. I tuoi miracoli… le tue parole… I segni…” […]“Tu ci deludi! Perché vuoi la nostra rovina?” […] “…Le scritture parlano di un re liberatore”.

(Gesù) “Dalla schiavitù satanica, dal peccato, dall’errore, dalla carne, dal gentilesimo, dall’idolatria. Oh! Che vi ha fato Satana, o ebrei, popolo sapiente, per farvi così cadere in errore sulle verità profetiche? Che vi fa, o ebrei, fratelli miei, per farvi così ciechi? Che, che vi fa, o miei discepoli, perché anche voi più non comprendiate? La più grande sventura di un popolo e di un credente è quella di cadere in una falsa insegna19interpretazione dei segni. E qui si compie questa sventura. Interessi personali, preconcetti, esaltazioni, malo amore di patria, tutto serve a creare il baratro… il baratro dell’errore in cui un popolo perirà misconoscendo il suo Re.[…] Voi, tre quarti di voi qui adunati lo sapete e volete il mio male, non il mio bene. Fate per astio, non per amore…”

(Gesù parla alla Valtorta dell’evangelista Giovanni) … illustra più di ogni altro evangelista la natura divina […] Giovanni, il mio confidente dei fatti più gravi della mia vita […] continua non nominandosi mai, mettendo anzi sempre avanti i compagni, quasi non fosse stato il più fedele, il sempre fedele, il perfettamente fedele. […] Senza Giovanni Io non avrei avuto il conforto di vedere lui e Pietro nelle prime ore della cattura. Ma Giovanni non se ne vanta. Personaggio fra i principali nelle ore della Passione, l’unico apostolo sempre presente ad essa amorosamente, pietosamente, eroicamente presente presso il Cristo, presso la Madre, di fronte a Gerusalemme scatenata, …

Tutto deve essere contemplato, accettato, respinto, amato o no, guardando il
fine santo dell’uomo
: il Cielo, la volontà di Dio. Piccolo Giovanni ( è il modo affettuoso di Gesù di rivolgersi alla Valtorta) Questa è stata una delle ore di Satana per Me.Come le ha avute il Cristo così le hanno i piccoli Cristi. Bisogna subirle e superarle senza superbie e senza sfiducie. Non sono senza scopo. E scopo buono. Non temere però. Dio durante queste ore, non abbandona, abbraccio (1)ma sorregge chi è fedele. E dopo scende l’Amore a fare, dei fedeli, dei re. E, oltre ancora, finita l’ora della Terra, salgono i fedeli al Regno, in pace per sempre, vittoriosi per sempre… La mia pace, piccolo Giovanni, coronato di spine. La mia pace…

Esigendo una virtù o un dominio spirituale troppo forti rispetto al grado di forze spirituali,  morali e fisiche raggiunto dalla creatura, si può produrre una dispersione delle forze già accumulate e un frantumamento dell’essere nei suoi tre gradi: spirituale morale e fisico.

( la domanda di un devoto) “…Maestro, il sacrificio può ottenere grazia talora?” (Gesù) “Non talora. Sempre”.

(dopo una parabola Gesù spiega)chi è ricco è depositario di questa ricchezza che Dio gli concede con l’ordine di essere distributore di essa a chi soffre. Pensate quale onore vi fa Dio chiamandovi a soci nell’opera della Provvidenza in favore dei poveri, malati, vedove, orfani. Dio potrebbe far piovere denaro, vesti, cibi sui passi del povero. Ma allora leverebbe all’uomo ricco dei grandi meriti: quelli della carità ai fratelli. Non tutti i ricchi possono essere dotti, ma tutti possono essere buoni. Non tutti i ricchi possono curare i malati, seppellire i morti, visitare gli infermi e i carcerati. Ma tutti i ricchi, o anche semplicemente chi non è povero, può PANE E VINOdare un pane, un sorso d’acqua, una veste smessa, accogliere presso la fiamma chi trema, sotto il tetto chi non ha casa ed è nella pioggia o nel solleone. Il povero è chi manca del necessario per vivere. Gli altri non sono poveri, sono di mezzi ristretti, ma sempre ricchi rispetto a chi muore di fame, di stenti, di freddo.

Ricordate! La carità, la misericordia è premiata in eterno. Ricordate! La carità, la misericordia è assoluzione dalle colpe. Dio molto perdona a chi ama. E l’amore agli indigenti che non possono ricambiare è l’amore più meritorio agli occhi di Dio. Ricordate queste mie parole sino all’estremo della vita, e sarete salvi e beati nel Regno di Dio.

Sempre sacro il povero, ma sacri più di tutti l’orfano e le vedove.

Il mio Regno sarà nel tuo cuore se lo farai buono, e poi sarà in Cielo.

Per Me l’orazione è riposo. Fatica è stare fra la gente quando non vi sto per guarire o per evangelizzare.

…coloro che mi sono nemici hanno mutato maniera per nuocermi, ma non hanno mutato il loro pensiero verso di Me. Perciò, come prima usavano l’insulto e la minaccia, ora usano gli onori. Per Me, e certo anche per voi. Siate forti e sapienti. Non vi lasciate ingannare dalle parole bugiarde, non dai doni, e non dalle seduzioni.

i servi del Male sono astuti essendo istruiti dal Maligno. Non credete alle loro parole. Non sono sincere. Se lo fossero, Io vi direi per primo: “Salutiamo costoro come nostri buoni fratelli”. Invece bisogna diffidare delle loro azioni e pregare per loro, perché buoni diventino. Io lo faccio. Prego per voi, che non siate tratti in inganno dalla nuova guerra, e per essi. Perché cessino di ordire inganni al Figlio dell’uomo e offese a Dio suo Padre. E voi imitatemi. Pregate molto lo Spirito Santo. Egli vi dia luci per vedere. E siate puri se volete averlo amico.

La pace deve essere sempre in voi. Voi siete a servizio della Pace, ed Essa vi ama tanto che vi ha eletti come primi suoi servi. Vi ama. Dovete perciò pensare che vi aiuterò sempre, anche quando sarete rimasti soli.

pentimentoLa Pace è Dio. Se voi sarete fedeli a Dio, Egli sarà in voi.

… chi si pente può superare anche chi non ha peccato, se il suo pentimento è assoluto ed è eroica la sua virtù susseguente al pentimento. Sarà così dolce trovarci lassù! Vedervi salire a Me, e corrervi Io incontro ad abbracciarvi, portandovi dal Padre mio. Dicendo: “Ecco un mio diletto. Egli mi ha sempre amato e perciò ti ha sempre amato da quando Io gli ho detto di Te. Ora è venuto. Benedicilo, Padre mio, e la tua benedizione sia la sua corona splendente”. […] non vi pare che ogni sacrificio sia leggero per ottenere questa eterna gioa?

VALTORTA 36a parte

BRANI TRATTI DALL’EVANGELO 

COME MI è STATO RIVELATOMaria_Valtorta

di MARIA VALTORTA

7° LIBRO (36a parte)

da pag 138 a pag 192

Qualè la condizione primaria per entrare nel Regno dei Cieli? Perchè è necessaria la sofferenza? La Madonna risponde ad una donna che afferma che Dio a lei non ha mai chiesto nulla.. ma sarà proprio così? Chissà quanti lo pensano anche oggi!

Condizione prima per entrare nel Regno dei Cieli: “Vivere senza macchia”. Il pentimento del peccatore, la buona volontà di riparare, ambedue nati da un vero amore per il Signore, detergono la macchia della colpa e rendono degni del perdono divino. E quando colui che vi parla avrà compiuto la sua missione sulla Terra, alle assoluzioni dell’amore, del pentimento e della buona volontà si unirà, potentissima, l’assoluzione che il Cristo vi avrà ottenuta a prezzo del suo sacrificio. […] a chi crederà in Me scaturiranno dal seno fiumi d’acqua viva detergenti anche la colpa d’origine, causa prima di ogni debolezza dell’uomo, potrete aspirare al Cielo, al Regno di Dio, ai suoi Tabernacoli. Perché la Grazia che Io sto per rendervi vi aiuterà a praticare la giustizia, la quale aumenta, tanto più quanto più è praticata. […] vi entreranno gli adulti, i vecchi, coloro che hanno vissuto, lottato, vinto e che alla candida corona della Grazia uniranno quella multicolore delle loro opere sante, delle loro vittorie su Satana, il mondo e la carne, e grande grandissima sarà la loro beatitudine di vincitori, gran, quale l’uomo non può immaginare. Come si pratica la giustizia? Come si conquista la Vittoria? Con onestà di parole e di azioni, con carità di prossimo. […] il bene, la giustizia, la gloria è nel compiere ciò che il Decalogo insegna e ordina di fare. Non c’è altra dottrina. […] E non può mutare […] il Salvatore non è venuto a mettere una nuova Legge, ma a riconfermare laprima, l’unica Legge.

mosè1[…] i dieci comandamenti. Il vostro Dio li ha scolpiti e messi sul sentiero che porta al Tesoro eterno, e ha sofferto per condurvi a quel sentiero.

Voi soffrite? Anche Dio. Voi dovete forzare voi stessi? Anche Dio. Sapete sino a che punto? Soffrendo di separarsi da Se stesso e di forzarsi a conoscere l’essere Uomo con tutte le miserie che l’umanità porta seco: il nascere, il patire freddo, fame, fatica e sarcasmi, affronti odii, insidie e infine la morte dando tutto il Sangue per darvi il Tesoro. Questo soffre Dio sceso a salvarvi. Questo soffre Dio nell’alto del Cielo permettendo a Se stesso di soffrirlo. In verità vi dico che nessun uomo, per faticoso che sia il suo sentiero per giungere al Cielo, non farà mai un sentiero più faticoso e doloroso di quello che il Figlio dell’uomo percorre per venire dal Cielo alla Terra e dalla Terra al Sacrificio pera aprirvi le porte del Tesoro.

[…] l’elemosina data con amore passa dal grado di soccorso materiale a quello di amor di prossimo e attira grazie.

provvidenza3La Provvidenza c’è, e voi ne siete i ministri, voi, i ricchi del mondo. Considerate questo esserne i mezzi come il più grande onore che Dio vi fa e come l’unico mezzo per rendere sante le ricchezze pericolose.

Venite a Me, voi che siete poveri di sapienza. Nella mia parola è sapienza. Venite a Me, rifatevi una vita nuova su altri concetti. Non temete di non sapere, di non potere fare. La mia dottrina è facile, il mio giogo è leggero, Io sono il Rabbi che dà senza chiedere compenso, senza chiedere altro compenso che il vostro amore. Se mi amerete, amerete la mia dottrina e perciò anche il prossimo vostro, e avrete la Vita e il Regno.

[…] la vostra durezza di cuore. Levatela e sarete benedetti. Ricordate: Dio promise di non distruggere Sodoma se in essa fossero stati dieci giusti. Voi non sapete il futuro, Io lo so. E in verità vi dico che è gravido di punizione più che nuvola estiva di grandine.Salvate la vostra città con la vostra giustizia, con la vostra misericordia.

(La Madonna parla con Maria D’Alfeo la quale è sconvolta per l’accettazione tacita di Maria SS all’annuncio della passione di Cristo)“[…] Io sono la Donna e la Madre come ogni donna e madre. Il dono di Dio non sopprime la creatura. Essaha la cuoresua umanità come ogni altra, anche se il dono le dona una spiritualità molto forte. Tu sai, ormai, che io ho dovuto accettare il dono di mia spontanea volontà e con tutte le conseguenze che esso comportava. Perché ogni dono divino è una grande beatitudine, ma anche un grande impegno. E Dio non violenta nessun uomo perché accetti i doni suoi, ma interroga la creatura, e se la creatura alla voce spirituale che le parla dice: -No-, Dio non la forza.Tutte le anime, almeno una volta nella vita, sono interrogate da Dio se…” “Oh! Io no! A me non ha mai chiesto nulla!” esclama sicura Maria d’Alfeo. Maria Vergine sorride mitemente rispondendo: “Non te ne sei accorta e ha risposto l’anima tua senza che tu te ne accorgessi, e ciò perché ami già molto il Signore”.   

(GesùE’ Satana che crea i fumi perchè non vedano, e siano come ebbri e non intendano, e perciò impreparati… e più facili ad essere piegati

(Gesù a Sua Madre) Madre, tutti sotto il tuo manto! Tu sola puoi e potrai mutare i decreti di castigo dell’Eterno per uno o per molti . Perché nulla la Triade potrà mai negare al suo Fiore.

“Preparate le vie del Signore, raddrizzate nella solitudine i sentieri di Dio. Ogni Valle sarà colmata, ogni montagna abbassata, le vie storte diverranno diritte, le malagevoli piane. Allora apparirà la gloria del Signore e tutti gli uomini senza popoli2eccezione la vedranno, perché la bocca del Signore ha parlato” […] armi soprannaturali […] nell’interno dell’individuo, solo con se stesso, che lavora a santificarsi elevando monti di carità, abbassando cime di superbia… raddrizzando vie storte di concupiscenza, levando ostacoli di senso dal suo cammino. Allora apparirà la gloria del Signore, e l’uomo avrà la difesa di Dio contro le insidie dei nemici spirituali e materiali.

Servire il Signore è amare. Amare la volontà di Dio perché amate Dio. La volontà di Dio si cela anche nelle cose più apparentemente umane.

Le mutilazioni, storpiature, le menomazioni della carne cessano con la carne. Quelle morali, quali la prigione e la schiavitù, cessano pure un giorno; quelle dello spirito, ossia i frutti delle colpe passate, si riparano col buon volere. E le mutilazioni materiali non contano agli occhi di Dio, e quelle spirituali si annullano al suo occhio quando le copre il pentimento amoroso. […] dove è buona volontà è tendenza naturale alla giustizia, e chi tende alla giustizia non trova difficoltà ad adorare il Dio vero quando pervenga a conoscerlo, a rispettarne il Nome, a santificare le sue feste, ad onorare i genitori, a non ammazzare, rubare, testimoniare il falso, a non essere adultero e fornicatore, a non esser avido di ciò che non è suo.

[…] le difese naturali o materiali sono inutili se chi le fa costruire non le rende potenti con l’aiuto di Dio, e Dio non aiuta se non si è suoi amici.

inferno1Nell’Inferno l’odio e la punizione accecano  ferocemente. Nel Purgatorio la sete di espiare annulla ogni altro  pensieroNel Limbo la beata attesa dei giusti non è profanata da sensualità alcuna. La Terra è lontana, con le sue miserie; è invece vicina solo con i suoi bisogni soprannaturali, bisogni di anime, non bisogni di oggetti. I trapassati, che dannati non siano, solo per amore soprannaturale volgono alla Terra il loro spirito, e a Dio le loro preghiere, per coloro che sono sulla Terra. Non per altro. E quando poi i giusti entreranno nel Regno di Dio, che vuoi che sia più, per uno che contempla Iddio, questa misera carcere, questo esilio che ha nome Terra? Che, le cose lasciate in essa? Potrebbe il giorno rimpiangere una lampada fumigante, quando lo illumina il sole?  […] il distacco dalle ricchezze è scala per possedere le ricchezze eterne

Madre si è quando ci si cura soprattutto di ciò che non muore più, ossia dello spirito, non soltanto di quello che muore, ossia della materia. E credi, o donna che chi amerà lo spirito, amerà anche il corpo, perché possederà un amore giusto e perciò sarà giusto.

Maria Madre di Dio

Ricordare al colpevole la colpa è avvilirlo. Basta la sua coscienza risvegliata a far questo. Ricordare alla creatura il suo passato è suscitare dei risvegli di passioni e, delle volte, dei ritorni a passioni superate, dei consentimenti. Nel migliore dei casi è sempre dare delle tentazioni.

Non sempre la vita è un dono, non sempre la prosperità è un dono, non sempre un’elezione è un dono. Dono divengono e restano quando chi li riceve sa farne buon uso e per fini soprannaturali di santificazione. […] E talora Dio fa un dono, che più grande non potrebbe farlo, non dando ciò che gli uomini vorrebbero o penserebbero giusto avere come buona cosa. […] Dio sa ciò che è bene dare per il bene di uno spirito. 

Brani tratti dall’Evangelo Valtorta 34a parte

BRANI TRATTI DALL’EVANGELO 

 

COME MI è STATO RIVELATO

di MARIA VALTORTA

7° LIBRO (34a parte)

da pag 44 a pag 85

Gesù è con i discepoli ormai da due anni e lo si nota dai concetti che cerca di spiegare loro, come la Carità-Essenza stessa di Dio. E’ bello soffermarsi anche sulle catechesi che la stessa Sua Madre fa alle donne che seguono i discepoli. In ultimo una confessione di Giuda Iscariota. 

“[…]nella nuova Religione la donna non sarà soltanto forte nella casa… Molte saranno quelle che supereranno Giuditta e Giaele, essendo eroiche in sé, con eroismo da madri di Maccabei… […]”

“[…] l’amore, per essere veramente tale, deve essere unito al sacrificio, perché se una cosa costa ha più valore, […]”

(Maria SS.) “Pensa quanto grande è il mio sacrificio. Vi do un Figlio perché sia immolato per le vostre anime. Del resto, io e te saremo sempre unite, perché le discepole stanno e staranno sempre unite intorno a Cristo, formando una grande famiglia unita dall’amore per Lui”

(Gesù a Tommaso) “L’uomo è sempre imperfetto. Ma quando lo è senza malizia non fa peccato. Sorvegliati. Ma non ti affliggere più. Il tuo Gesù non ha che un bacio per te. […]”

(Maria SS.) “La nostra vita di discepole. Lo hai sentito oggi cosa diceva Gesù: “Così farete in futuro; vedendo in tutte le creature delle anime fraterne sarete ospitali, soprannaturalmente ospitali, sentendovi pellegrine voi che accogliete come pellegrini gli accolti. Darete aiuto, ristoro, consiglio, e poi lascerete che i fratelli vadano ai loro destini senza trattenerli con amori gelosi, sicure che oltre la morte vi ritroverete con essi. Verranno le persecuzioni e molti vi lasceranno per andare al martirio. Non siate vili e non consigliate a viltà. Rimanete oranti nelle case vuote per sostenere il coraggio dei martiri, serene per fortificare i più deboli, ma forti per essere pronte ad imitare gli eroi. Avvezzatevi ai distacchi, agli eroismi, all’apostolato della carità fraterna da ora…”

(Maria SS. risponde a Maria d’Alfeo preoccupata per il figlio Giuseppe che non condivide e comprende Gesù) “[…] Tu sarai per lui sempre “la mamma”. La mamma che compatisce il figlio ostinato, malato, sviato, e lo ammansisce con la bontà, e lo porta a Dio con la preghiera e la pazienza… […]”

“Dove è fede in Me è presente la Provvidenza. Però, così nelle cose dello spirito come in quelle della materia, bisogna agire con continua prudenza.”

“[…] nei cuori […] quando tutto il Bene vi è distrutto, nulla più, fuorchè i rovi per lo strame dei demoni, vi può sorgere. Ricordatelo e vegliate contro le insinuazioni dei miei nemici  che, come scintille infernali, verranno gettate nei vostri cuori. State pronti allora al contro fuoco. E quale è questo contro fuoco? E’ una fede sempre più forte, una volontà incrollabile di essere di Dio. E’ un appartenere al Fuoco santo. Perché il fuoco non mangia il fuoco. Ora, se voi sarete fuoco di amore al Dio vero, il fuoco dell’Odio a Dio non vi potrà nuocere. Il Fuoco dell’amore vince ogni altro fuoco. La mia Dottrina è amore e chi la raccoglie entra nel Fuoco della Carità, e non può più essere torturato dal fuoco del Demonio.”

(Maria SS. a Giuda) “[…] Perché menti, Giuda? Non sai che la menzogna è il primo passo verso il furto e verso l’omicidio?… La povera Ester è giunta a morire uccisa dal dolore per la condotta del figlio. E Samuele, suo figlio, cominciò a divenire la vergogna di Nazaret con delle piccole menzogne, divenute poi sempre più grandi…. Da queste passò a tutto il resto. Lo vuoi imitare, tu, apostolo del Signore? Vuoi far morire di dolore tua madre?”

Vedete dove è avvenuto lo sbaglio in Israele? Di avere, di un unico precetto, fatto in un primo tempo due precetti, e successivamente, col decadere degli spiriti, avere nettamente tagliato il secondo dal primo, come fosse un ramo inutile.[…] Hanno voluto dividere, separare le due parti, così unite da essere veramente una cosa sola, hanno voluto ritoccare ciò che era perfetto. Perché ogni opera di Dio è perfetta, ogni pensiero, ogni parola. Perciò se Dio sul Sinai ha dato il comando di amare Dio santissimo e il prossimo con un unico precetto, è chiaro che non sono due precetti che possono esser praticati indipendentemente l’uno dall’altro, ma sono un solo precetto.

Dio è congiunto alla Carità. Essa è veramente, e più intimamente e veramente ancora di due sposi che si amano intensamente, spirito del suo Spirito. E’ Dio stesso la Carità.

La Carità non è che l’aspetto più manifesto, più illustrativo di Dio. Fra tutti i suoi attributi, essa è l’attributo re e l’attributo origine, perché tutti gli altri attributi di Dio nascono ancora dalla Carità. Che è la Potenza se non carità che opera? Che è la Sapienza se non carità che insegna? Che è la Misericordia se on carità che perdona? Che è la Giustizia se non carità che amministra? E potrei continuare così per tutti gli innumerevoli attributi di Dio. […] La carità che è unica, e abbraccia Creatore e creature, e non si può averne una metà sola, quella data al Creatore, senza avere anche l’altra metà, quella data al prossimo.

santi con trinitàDio è nelle creature. Vi è col suo segno incancellabile, coi suoi diritti di Padre, di Sposo, di Re. L’anima ne è il trono, il corpo e il tempio.

Vi sarà un solo Signore. Non un Signore per Israele, uno per il cattolicesimo, uno per le altre singole religioni. Ora vi rivelo una grande verità. Ricordatevela. Trasmettetela ai vostri successori. Non attendete sempre che lo Spirito Santo rischiari le verità dopo anni o secoli di oscurità. Udite. Voi forse direte: “Ma allora che giustizia c’è ad essere della religione santa, se saremo alla fine del mondo ugualmente trattati, come lo saranno i gentili?”. Vi rispondo: la stessa giustizia che c’è, ed è vera giustizia, per coloro che, pur essendo della religione santa, non saranno beati perché non saranno vissuti da santi. Un pagano virtuoso, soltanto perché visse con virtù eletta, convinto che la sua religione era buona, avrà alla fine il CieloMa quando? Alla fine del mondoquando, delle quattro dimore dei trapassati due sole sussisteranno, ossia il Paradiso e l’Inferno.  […] Hai credenti nel Dio vero che non seppero essere eroicamente santi, il lungo Purgatorio; e per alcuni potrà avere termine alla fine del mondo. Ma, dopo l’espiazione e l’attesa, i buoni, quale che sia la loro provenienza, alla sinistra e poi nell’Inferno orrendo, mentre il Salvatore entrerà con i buoni nel Regno eterno”.

[…] per meritare bisogna compiere, con sforzo, qualcosa di superiore alla nostra natura.

preghiera (2)Non è un merito mangiare, ad esempio. Ma può divenire un merito il saper mangiare parcamente, facendo veri sacrifici per dare ciò che risparmiamo ai poveri. Non è un merito stare zitti. Ma lo diviene quando si sta zitti non ribattendo un’offesa. E così via. Ora tu comprendi che Dio non ha bisogno di sforzare Se stesso che è perfetto, infinito. Ma l’Uomo-Dio (Gesù stesso) può sforzare se stesso umiliando l’infinita natura divina a limitazione umana, vincendo la natura umana, che non è assente o metaforica in Lui  ma è reale, con tutti i suoi sensi e sentimenti, con le sue possibilità di sofferenza e di morte, con la sua volontà libera.

[…]  ogni uomo deve morire. Per ciò dovrebbe guardare la morte con la sessa calma con cui vede finire tutto ciò che ha vita. Ebbene, Io sforzo la mia Umanità ad amare la morte. Non solo. Io ho eletto la vita per potere avere la morte. Per l’Umanità. Perciò Io, nella mia veste di Uomo-Dio, acquisto quei meriti che, rimanendo Dio, non potevo acquistare. […] per tutte le virtù che ho messe nel mio cuore a renderlo accetto a Dio, Padre mio, Io avrò una potenza infinita non solo come Dio, ma come Uomo che si immola per tutti, ossia che raggiunge il limite massimo della carità. E’ il sacrificio quello che dà il merito. Più grande il sacrificio e più grande il merito.

sorriso-povero[…] il sorriso con cui un povero vi saluta come fratelli è più di valore del sacco di monete che uno vi può gettare ai piedi solo per essere notato. Sappiate amare e Dio sarà con voi, sempre”.  “Insegnaci ad amare così, Signore”. “Sono due anni che ve lo insegno. […] Fate ciò che mi vedete fare e sarete nella Carità, e la Carità sarà in voi, e su voi sarà il sigillo, il crisma, la corona che vi farà veramente riconoscere per ministri di Dio-Carità ”.

Le separazioni non ledono la pace del cuore, se il cuore del separato non fa cose che la sua coscienza gli dice tali da addolorare l’amato, se le sapesse.

(Gesù tenta di confessare Giuda Iscariota) “Non hai nulla da dirmi, Giuda?” […] “E’ pesante per un uomo dover ricercare le colpe e i difetti e confessarli ad un altro…”. “Io che ti parlo non sono un altro uomo, ma…” “No. Sei Dio. Lo so. Per questo non è neppure necessario che sia ioquello che parla. Tu sai…” “Io non sono un altro uomo, dicevo, ma sono l’amico tuo più amoroso. Non ti dico il Maestro, il superiore, ma ti dico: l’amico…” “E’ sempre la stessa cosa. Ed è sempre noiosa ricerca quella di ciò che si è fatto in passato e sulla cui confessione Giuda-Iscariotapotrebbero aversi rimproveri. Ma poi, più che per i rimproveri, è di decadere nella stima dell’amico che duole…” […] (il Signore porta ad esempio Pietro e Giuda si offende) “E con questo vuoi dirmi che Pietro è santo ed io no. E’ vero. Non sono un santo. Scacciami, allora…” “Non sei un umile, GiudaLa superbia ti rovina. E non mi conosci ancora…[…] Povero Giuda! Povero, povero Giuda che va cercando altrove, dove non può trovarla, la sua pace e chi lo possa comprendere…”. “Si. E’ vero. Hai ragione, Maestro. La pace è qui… Fra le tue braccia… Sono un disgraziato… Tu solo mi capisci e ami… Tu solo… Lo stolto sono io… Perdonami, Maestro”. “Si, sii buono, sii umile. Se caschi, vieni a Me e ti solleverò. Se sei tentato, corri a Me. Ti difenderò, da te stesso, da chi ti odia, da tutto… “