VALTORTA 41a parte

BRANI TRATTI DALL’EVANGELO 

COME MI è STATO RIVELATO

di MARIA VALTORTA

8° LIBRO (41a parte)

da pag 1 a pag 31

Siamo nel terzo anno di vita pubblica di Gesù e scopriremo qual è il sacrificio più gradito a Dio e la differenza tra una possessione diabolica e una divina. Qui Gesù è accusato anche di utilizzare il Sciemanflorasc una particolare pratica magica.

“Uomo, in verità ti dico che il sacrificio non sta nella bestia immolata, ma nello sforzo che tu hai fatto di conservarla per immolarla. In verità ti dico che sta venendo il giorno in cui, come dice la parola ispirata, Dio dirà: “Non ho bisogno del sacrificio degli agnelli e degli arieti”, ed esigerà un sacrificio unico e perfetto. E da quell’ora ogni sacrificio sarà spirituale. Ma già è detto da secoli quali sacrifici predilige il Signore. Davide esclama piangendo:

Se Tu avessi desiderato un sacrificio, te lo avrei offerto, ma a Te piacciono gli olocausti. Il sacrificio a Dio è lo spirito computo (e Io aggiungo: ubbidiente e amoroso, perché si può compiere anche sacrificio di lodi e di gaudio e d’amore, non solo di espiazione). Il sacrificio a Dio è lo spirito computo; il cuore contrito ed umiliato Tu, o Dio, non lo disprezzi”.

Gesù nel confessionale

No. Non disprezza neppure il cuore che ha peccato e si è pentito, il Padre vostro. E allora, come accoglierà il sacrificio del cuore puro, giusto, che lo ama? Questo è il sacrificio più gradito. Il quotidiano sacrificio della volontà umana a quella divina, che vi si mostra nella Legge, nelle ispirazioni e negli avvenimenti giornalieri. E così non è la lebbra della carne la più vergognosa ed escludente dal cospetto degli uomini e dai luoghi di preghiera. Ma è la lebbra del peccato. E’ vero che essa passa molte volte ignorata agli uomini. Ma vivete per gli uomini o per il Signore? Tutto ha fine qui o prosegue nell’altra vita? Voi lo sapete. E allora siate santi per non essere lebbrosi agli occhi di Dio. che vedono i cuori degli uomini, e conservatevi mondi nello spirito per poter vivere in eterno”.

E se uno ha peccato forte?” “Non imiti Caino, non imiti Adamo ed Eva. Ma corra ai piedi di Dio e con vero pentimento gli chieda pietà. Un malato un ferito va al medico per guarire. Un peccatore vada a Dio per avere perdono. […]”

Il mondo è sempre piccolo quando Dio vuol far incontrare le persone.[…]”

(Gesù viene accusato e scacciato dopo aver compiuto una guarigione) L’uomo di Petra, mortificato, con la bambina che gli piange spaurita fra le braccia, mormora: “Per me, Signore! Per causa mia! Tu tanto bene a me! Ho messo nella tenda sul cammello delle cose per Te. Ma che sono rispetto agli insulti che ti ho procurato? Mi vergogno di esserti venuto vicino…” “No, uomo. Quello è il mio pane amaro di ogni giorno. E tu sei il miele che lo temperi. Il pane è sempre più del miele. Ma basta una goccia di miele a far dolce molto pane.” “Tu sei buono… Ma dimmi almeno: che devo fare per medicare queste ferite?” “Serba la fede in Me. Per ora, come e per quanto puoi. Fra non molto… Sì. I miei discepoli verranno sino a Petra e oltre. Allora segui la loro tu sei pietro...dottrina, perché Io parlerò in loro. E per il momento parla a quei di Petra di ciò che ti ho fatto, onde, quando questi che mi circondano e altri verranno in mio Nome, non sia sconosciuto ad essi questo mio Nome.”

(Pietro) “Non posso, non posso vedere! Non posso vederti malmenato così! Se mi lasciassi reagire… forse potrei. Ma così… dovermi contenere… e assistere ai loro insulti, alle tue sofferenze, […] “Pietro mio, e credi che essi non siano ossessi? Credi che per esserlo occorra essere come quello di Calliroe e altri che abbiamo incontrato? Credi che l’ossessione si manifesti soltanto con le grida incomposte, i balzi, le furie, la mania di vivere nelle tane, i mutismi, le membra impedite, la rigone intorpidita, di modo che l’ossesso dice e fa incoscientemente? No. Vi sono anche le ossessioni, anzi le possessioni più sottili e potenti, le più pericolose, perché non ostacolano e indeboliscono la ragione perché non faccia cose buone, ma la sviluppano, anzi, la aumentano perché sia potente nel servire colui che la possiede.

Dio quando possiede un intelletto e lo usa perché lo serva, trasfonde nello stesso, e nelle ore in cui lo stesso è al servizio di Dio, una intelligenza soprannaturale che aumenta di molto l’intelligenza del soggetto. Credete ad esempio che Isaia, Ezechiele, Daniele e gli altri profeti, se avessero dovuto leggere giglioe spiegare quelle profezie come scritte da altri, non avrebbero trovato le oscurità indecifrabili che vi trovano i contemporanei? Eppure, io ve lo dico, Mentre le ricevevano , essi le comprendevano perfettamente. Guarda, Simone. Prendiamo questo fiore nato qui ai tuoi piedi. Che vedi tu nell’ombra che avvolge il calice? Nulla. Vedi un calice profondo e una piccola bocca e nulla più. Ora guardalo mentre lo colgo e lo porto qui sotto quest’occhio di sole. Che vedi?” “Vedo dei pistilli, vedo del polline, […] Che meraviglia!” “Senza la forte luce del sole non avresti visto nulla, però”.  “Eh! No!

“Ugualmente avviene nella possessione divina. La creatura, che di suo mette unicamente la buona volontà di amare totalmente il suo Dio, l’abbandono ai suoi voleri, la pratica delle virtù e il dominio delle passioni, viene assorbita in Dio e nella Luce che è Dio, nella Sapienza che è Dio, tutto vede e comprende. Dopo, cessata l’azione assoluta, subentra nella creatura lo stato in cui il ricevuto si trasforma in norma di vita e di santificazione, ma torna oscuro, meglio, crepuscolare ciò che prima sembrava tanto chiaro.

Il demonio, perpetuo scimmiottatore di Dio, produce un effetto analogo negli ossessi della mente, sebbene limitato perché soltanto Dio è infinito, nei suoi posseduti che spontaneamente gli si sono dati per trionfare, e comunica loro filippo (2)intelligenza superiore ma unicamente volta al male, a nuocere, a offendere Dio e l’uomo. Però l’azione satanica, trovando nell’anima consensi, è continua, portando perciò per gradi alla totale scienza del Male. Sono queste le peggiori possessioni. Nulla ne appare all’esterno, e perciò non sono sfuggiti questi ossessi. Ma esse sono. Come ho più volte detto, il Figlio dell’uomo sarà colpito da quelli posseduti in tale maniera”.

Ma Dio non potrebbe colpire l’Inferno?”, chiede Filippo. “Potrebbe. E’ il più forte”. “E perché non lo fa per difenderti?”. “Le ragioni di Dio saranno note in Cielo. ( intende quando saremo in cielo)  […]”

(Gesù parla del suo sacrificio) “[…]Per questo sono venuto. Siate forti. Vedete come Io procedo sicuro verso la mia mete, come uno che va verso il sole e sorride al sole che lo bacia in fronte. Il mio Sacrificio sarà un sole per il mondo. La luce della grazia scenderà nei cuori, la pace con Dio li farà fecondi, i meriti del mio martirio faranno gli uomini capaci di guadagnarsi il Cielo. E che voglio se non questo? Mettere le vostre mani nelle mani dell’Eterno, Padre mio e vostro, e dire: “Ecco, Io ti riconduco questi figli. Guarda, o Padre, sono mondi. Possono tornare a Te”. Vedervi stretti sul suo seno e dire: “Amatevi infine, ché l’Uno e gli altri avete ansia di questo, e di non esservi potuti amare ne soffrivate acutamente”. Ecco la mia gioia. E ogni giorno che si avvicina al  compimento di questo ritorno, di questo perdono, di questa unione, aumenta la mia ansia di consumare l’olocausto per darvi Dio e il suo Regno”.

tommaso3

(Tommaso) ”Ieri l’altro Tu hai detto che il Redentore, Tu, avrà un traditore. Come potrà un uomo tradire Te, Figlio di Dio?” “Un uomo, infatti, non potrebbe tradire il Figlio di Dio, Dio come il Padre. Ma costui non sarà un uomo. Sarà un demonio in corpo d’uomo. Il più posseduto, il più ossesso degli uomini. Maria di Magdala aveva sette demoni, e l’indemoniato di pochi giorni or sono era dominato da Belzebù. Ma in costui sarà Belzebù e tutta la sua corte demoniaca… Oh! Che invero l’Inferno sarà in quel cuor per dargli ardire di vendere come agnello al beccaio il Figlio di Dio ai suoi nemici!

Maestro, ora questo uomo è già in possesso di Satana?”. “No, Giuda. Ma inclina a Satana, e inclinare a Satana vuol dire mettersi nelle condizioni di precipitare in esso” (Gesù parla all’Iscariota).

E perché non viene a Te per guarirsi dalla sua inclinazione? Sa di averla o lo ignora?” “Se lo ignorasse non sarebbe colpevole come lo è, poiché sa di tendere al male e di non persistere nelle risoluzioni di uscirne. Se persistesse, verrebbe a Me… ma non viene… Il veleno penetra e la mia vicinanza non lo monda, perché non è desiderata ma fuggita… Il vostro sbaglio, o uomini. Fuggite da Me quanto più di Me avete bisogno” (Gesù ha risposto ad Andrea).

Ma è venuto a Te qualche volta? Lo conosci? E noi lo conosciamo?” “Matteo, Io conosco gli uomini anche prima che essi conoscano Me. E tu lo sai e costoro lo sanno. Sono Io che vi ho chiamati perché vi conoscevo”. “Ma noi lo conosciamo?”, insiste Matteo. “E potete non conoscere chi viene al vostro Maestro? Voi siete miei amici e condividete con Me cibo, riposo e fatiche. Fin la mia casa vi ho aperto, la casa della mia Madre santa. Vi porto ad essa perché quell’aura che in essa spira vi faccia capaci di comprendere il Cielo con le sue voci e i suoi comandi. Vi porto ad essa come un medico porta i suoi malati, appena risorti da un seguito di morbi, a delle fonti salutari che li fortifichino vincendo i resti dei morbi che possono sempre rifarsi nocivi. Perciò non ignorate nessuno di quelli che vengono a Me”.

In che città l’hai incontrato?”. “Pietro, Pietro!” “E’ vero, Maestro sono peggio di una donna pettegola. Perdonami. Ma è l’amore, sai…” “So, e per questo ti dico che non mi disgusta il tuo difetto. Ma levati anche questo”.  […] “Non giudicare, Pietro. E non sospettare. Il sospetto crea chimere. Si vede ciò che non c’è”.

(l’infelice moglie di un negromante) […] La donna piange disperata. “E’ un inferno la mia casa! Un inferno! Tu liberi gli ossessi. Sai cosa è il demonio, perciò. Ma questo demonio sottile, intelligente, falso e istruito, lo conosci? Sai a quali pervertimenti porta? Sai a che peccati? Sai che rovina causa intorno a se? La mia casa? E’ una casa? No. E’ la soglia dell’Inferno. Mio marito? E’ mio marito? Ora è malato e non mi urla. Ma, anche quando era ancora forte e desideroso d’amore, era un uomo quello che mi abbracciava, che mi teneva, che mi aveva? No! Ero fra le spire di un demonio, sentivo l’alito e il viscidume di un demonio. Gli ho voluto tanto bene, gliene voglio. Sono la sua donna e mi ha preso la verginità quando ero poco più che bambina: avevo appena quattordici lacrimeanni. Ma anche quando l’ora mi riportava a quella prima ora, e con essa mi riportava le sensazioni intatte del primo abbraccio che mi ha fatto donna, io, con la parte più eletta di me per la prima, poi con la carne ed il sangue, repellevo di orrore quando mi risovvenivo che egli è lurido di negromanzia. Mi pareva che non il mio uomo ma i morti che egli evoca mi fossero sopra a saziarsi di mee anche ora, ora anche solo a guardarlo, morente e ancora immerso in quella magia, ne ho ribrezzo. Non vedo lui… Satana vedo.  Oh mio dolore! Neppure nella morte sarò con lui, perché la Legge lo vieta. Salvalo, Maestro. Ti chiedo di guarirlo per dargli tempo di guarirsi”.

Povera donna! Io non lo posso guarire”. “Perché, Signore?” “Perché egli non vuole”. “Si. Ha paura della morte. Sì, che vuole”. “ Non vuole. Non è un folle, non è un posseduto che non sa il suo stato e non chiede liberazione perché non ha facoltà di libero pensiero. Non è uno dal volere impedito. E’ uno che vuole esser tale. Sa che ciò che fa è vietato. Sa che è maledetto dal Dio d’Israele. Ma persiste. Anche se Io lo guarissi, e comincerei dall’anima, tornerebbe al suo satanico godimento. La sua volontà è corrotta. E’ ribelle. Non posso”.

[…] “Morti e viventi sono nelle mani di Dio e non vi è lecito strapparli ad esse. Né per vana curiosità, né per sacrilega violenza, né per maledetta incredulità. Che volete sapere? Se c’è un futuro eterno? E dite di credere in Dio. Se Dio c’è, avrà pure una corte. E che corte sarà se non eterna come Lui, fatta di spiriti eterni? Se dite di credere in Dio, perché non credete alla sua parola? Non dice la sua parola: “Non praticherete divinazione, né osserverete i sogni”? Non dice: Se uno si rivolgerà ai maghi e agli indovini e fornicherà con essi, Io rivolterò contro di lui la mia faccia e lo sterminerò di mezzo al suo popolo?”

(Alcuni accusano Gesù di utilizzare il Sciemanflorasc – pratica magica utilizzata in Egitto, il sommo sacerdote pronunciava una volta l’anno il nome segreto di Dio, appunto questo e i negromanti credevano di poter piegare Dio in questo modo alla loro volontà (abate Bullet, Storia dello stabilimento del cristianesimo, ristampa 1825, pagina 140). Oggi schemhamphoras è diventato un talismano magico. Maria Valtorta scrivendo di questa pratica pur senza conoscerla ha ulteriormente dato prova dell’autenticità delle sue visioni)

Perché ti ha chiesto se sei stato in Egitto?” “Perché il Male si serve delle cose più innocue per farne atto d’accusa verso chi vuole colpire. La mia sosta infantile in terra d’Egitto sarà fra i capi d’accusa nella loro ora di vendetta. Voi e i futuri sappiate che con Satana astuto e coi suoi servitori fedeli occorre aver doppia astuzia. Per questo ho detto: “siate astuti come serpenti, oltreché smplici come colombe”. Questo per non dare che il minimo delle armi in mano ai demonici. E non serve ugualmente. Andiamo”.

volto3“[…] Ciò che il Cristo non fa con la sua parola fa Maria col suo silenzio.Ciò che non fa la mia potenza fa la sua purezza. Oh! Madre mia!” 

“Piangi, Maestro? Tu piangi? Oh! No! Noi ti difenderemo! Noi ti amiamo!” “Non piango e non tempo per coloro che mi vogliono male. Piango perché i cuori sono più duri del diaspro e nulla posso su molti di loro. […]”