VALTORTA 44a parte

BRANI TRATTI DALL’EVANGELO 

COME MI è STATO RIVELATO

di MARIA VALTORTA

8° LIBRO (44a parte)

da pag 135 a pag 175

Gesù suggerisce cosa fare per ottenere le grazie da Dio. Sembra molto severo nei confronti della sensualità e ci ricorda il Suo ruolo di “porta al cielo” e di “pastore” allo stesso tempo. 

(Dopo la guarigione di un bimbo muto dice Gesù alla madre) “Il Signore udiva la parola della sua anima perché Egli, come una madre, fa dei sentimenti parole e atti. Ma buono è stato il tuo desiderio e l’Altissimo lo ha accolto. Ora fa di educare il figlio tuo alla lode perfetta, perché sia perfetto nel suo servire il Signore”. “Si, Rabbi. Ma dimmi Tu che devo fare”. “Fa che ami il Signore Iddio con tutto se stesso, e spontaneamente fiorirà nel suo cuore la lode perfetta, e perfetto sarà nel servizio al suo Dio”.

Due sono le cose che sono indice del valore spirituale dell’uomo: il suo modo di comportarsi nella gioia e quello di comportarsi nel dolore. Soltanto chi è formato in giustizia sa essere umile nella gloria, fedele nella gioia, riconoscente e costante anche dopo aver ottenuto, anche quando non desidera più niente. E sa essere paziente e restare amante del suo Dio, mentre le pene si accaniscono, soltanto chi è realmente santo”. […]

adultera3Le azioni buone, anche se sembrano passate, e perciò si può erroneamente pensare che non lievitino più in noi creando nuovi stimoli e forze a cose buone, sono sempre attive, non foss’altro col ricordo che risorge dal fondo di un’anima avvilita e suscita un rimpianto per il tempo in cui si era buoni.

E il rimpianto è sovente un primo passo sulla via del ritorno alla Giustizia.

[…] Talora il premio può essere un ritorno al Bene che si forma col ricordo di quell’atto, delle parole del fratello assetato, dei sentimenti del cuore di allora, del cuore che offriva da bere in nome di Dio e per amore. Ed ecco che Dio, per sequela di ricordi torna, […]

L’amore a Dio è sapienza. E’ la sapienza delle sapienze, perché chi ama tutto conosce e tutto possiede. […] Il libro della sapienza dovrebbe essere un codice di vita spirituale. Come una mano materna, esso dovrebbe guidarvi e introdurvi nella perfetta conoscenza delle virtù e della mia dottrina.

Cercate anzitutto Sapienza per onorare il Signore e sentirvi dire da Lui, nel giorno eterno: “Giacchè hai avuto soprattutto a cuore questo e non ricchezza, beni, gloria , lunga vita, né trionfo suoi nemici, ti sia concessa la Sapienza”, ossia Dio stesso, perché lo Spirito di Sapienza è Spirito di Dio. Cercate anzitutto la Sapienza santa e, Io ve lo dico, ogni altra cosa vi verrà data e in modo che nessuno dei grandi del mondo può procurarsela. Amate Dio. Preoccupatevi solo di amarlo. Amate il prossimo vostro per onorare Dio. Consacratevi al servizio di Dio, al suo trionfo nei cuori. Convertite chi non è amico di Dio al Signore. Siate santi. Accumulate le opere sante a vostra difesa contro le possibili debolezze della creatura. Siate fedeli al Signore. Non criticate né i vivi né i morti. Ma sforzatevi di imitare i buoni, e non per vostra gioia terrena ma per gioia di Dio, chiederete al Signore le grazie e vi saranno date.  

EVA1

La sensualità può avere attrattive unicamente per quelli che non si nutrono di soprannaturale e che aborrono il sacrificio.

Ma per chi è votato al sacrificio, per chi è vittima, che attrattive vuoi che abbia il piacere di un’ora? Il godere delle anime vittime è tutto nello spirito e, se vestono una carne, essa non è più di una veste. Pensi tu che le vesti che indossiamo abbiano dei sentimenti? Ugualmente è la carne per quelli che vivono di spirito: una veste, nulla di più. L’uomo spirituale è il vero superuomo, perché non è schiavo del senso, mentre l’uomo materiale è un non-valore, secondo la dignità vera dell’uomo, perché ha in comune col bruto troppi appetiti, ed è anche inferiore ad esso superandolo, facendo dell’istinto connesso all’animale un vizio degradante.

[…] anche le imperfezioni reciproche, così penose a vedersi e a sopportarsi, devono essere cagione di migliorare se stessi per non aumentare il disagio reciproco.

(guarigione di un cieco) “Alzati. Io sono venuto nel mondo per portare la luce e la conoscenza di Dio e per provare gli uomini e giudicarli. Questo mio tempo è tempo di scelta, di elezione e di selezione. Io sono venuto perché i puri di cuore e d’intenzione, gli umili, i mansueti, gli amanti della giustizia, della misericordia, della pace, coloro che piangono e quelli che sanno dare alle diverse ricchezze il loro reale valore e preferire quelle spirituali alle ricchezze materiali, trovino ciò che il loro spirito anela, e quelli che erano ciechi, perché gli uomini hanno alzato muraglie spesse ad interdire la luce, ossia la conoscenza di Dio, vedano, e quelli che si credono veggenti divengano ciechi…” “Allora Tu odii molta parte degli uomini e non sei buono come dici di essere. Se lo fossi, cercheresti che tutti vedessero, e chi già vede non divenisse cieco”, interrompono alcuni farisei […]

insegna farisei2

“Non sono Io quello che voglio che non vedano la verità coloro che al
presente la combattono. Ma sono essi stessi che alzano delle lastre davanti alle loro pupille per non vedere. E si fanno ciechi di loro libera volontà. E il Padre mi ha mandato perché la divisione avvenga e siano veramente noti i figli della Luce e quelli delle Tenebre, coloro che vogliono vedere e coloro che vogliono farsi ciechi.[…]

Il vostro peccato rimane perché non cercate di vedere pur essendo dei ciechi”. “E cosa dobbiamo vedere?”  “”La Via, la Verità, la Vita.[…]”

Tutto si rinnova e un mondo nuovo, un nuovo popolo, un nuovo regno sorgono. […] sono Io stesso la Porta per la quale si accede nella casa paterna, nel Regno di Dio, nella Luce, nella Via, nella Verità, nella Vita. E sono anche Colui che è venuto a radunare il gregge rimasto senza guida e a condurlo in un unico ovile: in quello del Padre. Io so la porta dell’Ovile, perché sono insieme Porta e Pastore. E vi entro e vi esco come e quando voglio.

I falsi pastori non hanno avuto parole sincere né atti di conforto. Essi hanno disperso e torturato il gregge, o lo hanno abbandonato ai lupi, o lo hanno ucciso per trarne profitto vendendolo per assicurarsi la vita, o gli hanno sottratto i pascoli per fare di essi dimore di piacere e boschetti per gli idoli. Sapete quali sono i lupi? Sono le male passioni, i vizi che gli stessi falsi pastori hanno insegnato al gregge, praticandoli essi per primi. E sapete quali sono i boschetti degli idoli? Sono i propri egoismi davanti ai quali troppi bruciano incensi. Le altre due cose non hanno bisogno di essere spiegate perché è fin troppo chiaro il sermone. Ma che i falsi pastori così facciano è logico. Non sono che ladri che vengono per rubare, uccidere e distruggere, per portare fuori dall’ovile in pascoli infidi, o condurre a falsi ovili che non sono che macelli.
insegna discepoli (2)

Non cadere tu pure nel fatalismo dei farisei, che sostengono che ciò che è destinato si deve compiere e nulla impedisce il compiersi di ciò che è destinato, con la qual ragione avallano anche le loro colpe e avalleranno anche l’ultimo atto del loro odio per Me. Molte volte Dio attende il sacrificio di un cuore, che supera le sue nausee e i suoi sdegni, le sue antipatie, anche giustificati, per strappare uno spirito dal pantano in cui sprofonda. Sì, Io ve lo dico. Molte volte Dio, l’Onnipotente, il Tutto, attende che una creatura, un nulla, faccia o non faccia un sacrificio, una preghiera, per segnare o non segnare la condanna di uno spirito.

Non è mai tardi, mai troppo tardi per tentare e sperare di salvare un’anima.

E ve ne darò delle prove. Anche sulle soglie della morte, quando tanto il peccatore come il giusto che per lui si affanna sono prossimi a lasciare la Terra per andare al primo giudizio di Dio, si può sempre salvare ed essere salvati. Fra la coppa e le labbra, dice il proverbio, c’è sempre luogo alla morte. Io invece dico: fra l’estrema agonia ed il morire c’è sempre tempo a ottenere un perdono, per se stessi o per coloro che vogliamo perdonati..  

Tommaso e Taddeo procedono svelti per andare da Gesù. “Di che parlavate fra voi?”, chiede Gesù fissandoli in volto. I due si guardano. Dire? Non dire? Vince la sincerità. “Di Giuda”, dicono insieme. “Lo sapevo. Ma ho voluto mettere alla prova la vostra sincerità. Mi avreste dato un dolore se aveste mentito… Ma non parlatene più, e specie in quel modo. Vi sono tante cose buone delle quali parlare. Perché scendere sempre a considerare ciò che è molto, troppo materiale? Isaia dice: “Lasciate l’uomo che ha lo spirito nelle narici”. Io vi dico: lasciate di analizzare quest’uomo e preoccupatevi del suo spirito. L’animale che è in lui, il suo mostro, non deve attirare i vostri sguardi e giudizi; ma abbiate amore, un amore doloroso e attivo, per il suo spirito. Liberatelo dal mostro che lo tiene. Non sapete…”

giuda (2)Si volta a chiamare gli altri sette: “Venite qui tutti, perché a tutti serve ciò che dico, perché tutti avete gli stessi pensieri in cuore… Non sapete che voi imparate più attraverso a Giuda di Keriot che attraverso ogni altra persona? Molti Giuda troverete e pochissimi Gesù nel vostro ministero apostolico. […] Egli, con i suoi difetti, vi mostra l’uomo quale è; Io vi mostro l’uomo quale dovrebbe essere. Due esempi necessari ugualmente. Voi, conoscendo bene l’uno e l’altro, dovete cercare di mutare il primo nel secondo… E la mia pazienza sia la vostra norma”.

Signore, io sono stato un grande peccatore e sarà certo un esempio io pure. Ma io vorrei che Giuda, che non è peccatore come io lo fui, divenisse il convertito che io sono. E’ superbia dirlo?” “No, Matteo, non è superbia. Rendi onore a due verità col dirlo. La prima è che veritiera è la sentenza che dice: “La buona volontà dell’uomo opera miracoli divini”. La seconda è che Dio ti ha amato infinitamente, sin da quando tu non ci pensavi, e lo faceva perché non gli era ignota la tua capacità di eroismo. Tu sei il frutto di due forze: la tua volontà e l’amore di Dio. E metto per prima la tua volontà, perché senza di essa vano sarebbe stato l’amore di Dio. Vano, inerte… “Ma senza la volontà nostra non potrebbe Dio convertire?”, interroga Giacomo d’Alfeo. “Certamente. Ma poi si richiederebbe sempre la volontà dell’uomo per persistere nella conversione ottenuta miracolosamente”.

[…] In ogni  famiglia c’è il debole, il malato, colui che è la pena, l’affanno, l’onere della famiglia. Eppure non è il più amato dalla madre il figliolino gracile? Non è il più servito dai fratelli il fratellino infelice? Non è quello al quale il padre dà il boccone prelibato, levandoselo dal piatto, per dargli una gioia, per non fargli capire che è un peso e non rendergli perciò pesante l’infermità?”

Il vostro paziente amore è il rimprovero più forte e al quale non si può reagire.

farisei sinedrioSoltanto chi è peccatore mercanteggia nel giorno del Signore, o profana i luoghi destinati alla preghiera con commerci umani, o ladroneggia nella notte commettendo furti e delitti.

Ascoltate il suono vero delle parole, osservate bene, nella gran luce, le azioni di chi vi parla, gustate il primo sorso o il primo boccone che vi viene offerto, e se sentite un suono di asprezza, se l’agire altrui ha del tenebroso, se il sapore che vi resta nel cuore è turbatore, respingete ciò che vi viene offerto come cosa non buona. La sapienza, la giustizia, la curiosità non sono mai aspre, turbatrici e amanti di agire nell’ombra.

Ma voi, che avete accolto la mia parola, non temete gli obbrobri degli uomini, né tramate per i loro oltraggi, prima fatti a Me e poi fatti a voi perché mi amate. Io, sebbene sembri perseguitato e sembrerò colpito, Io vi consolerò e proteggerò. Non temete, non temete l’uomo mortale che oggi è e domani non è che un ricordo e polvere. Ma temete il Signore, temete di un santo amore, non con paura, temete di non saperlo amare con misura proporzionata al suo amore infinito. Io non vi dico: fate questo o quello. Ciò che è da farsi lo sapete. Vi dico: amate. Amate Dio e il suo Cristo. Amate il prossimo vostro come Io vi ho insegnato. E tutto farete se saprete amare.[..] Voi siete in Me, Io in voi, poiché ci amiamo.

bambini13

Le tue orecchie hanno sentito le mie parole, così come il tuo cuore deve sentire il mio amore.

I bambini fanno dimenticare tante cose dolorose.