San Giorgio

SAN GIORGIO

martire (ca. 303) 23 Aprile

Santo cavaliere che come nelle più belle favole arriva al momento giusto per salvare la principessa e sconfiggere il drago. Ma quanto c’è di storico in tutto ciò che si dice di questo santo tanto amato dagli inglesi?

Giorgio è uno dei santi cristiani più popolari, venerato in epoche diverse nelle tradizioni cristiane, orientale e occidentale; occupa anche un posto nell’agiografia islamica che gli dà il titolo onorevole di “profeta“.

E’ conosciuto principalmente come l’uccisore del drago e il salvatore della fanciulla, ma questa storia, sebbene esista in numerose versioni letterarie medievali e rappresentazioni artistiche, non ha fondamento storico e non sembra essere nata prima dell’XI secolo. Potrebbe essere scaturita da una errata interpretazione da parte dei crociati di un’immagine, vista a Costantinopoli, dell’imperatore Costantino che distrugge il diavolo sotto forma di dragone o serpente. La storia deve la diffusa popolarità, almeno in parte, alla sua inclusione nella Legenda aurea, scritta intorno al 1260.

Essa narra che nella città di Silene in Libia, vi era un grande stagno, tale da nascondere un drago, il quale si avvicinava alla città, e uccideva con il fiato quante persone incontrava. I poveri abitanti gli offrivano per placarlo, due pecore al giorno e quando queste cominciarono a scarseggiare, offrirono una pecora e un giovane tirato a sorte. 

Un giorno fu estratta la giovane figlia del re, il quale terrorizzato offrì il suo patrimonio e metà del regno, ma il popolo si ribellò, avendo visto morire tanti suoi figli, dopo otto giorni di tentativi, il re alla fine dovette cedere e la giovane fanciulla piangente si avviò verso il grande stagno. Passò proprio in quel frangente il giovane cavaliere Giorgio, il quale saputo dell’imminente sacrificio, tranquillizzò la principessina, promettendole il suo intervento per salvarla e quando il drago uscì dalle acque, sprizzando fuoco e fumo pestifero dalle narici, Giorgio non si spaventò, salì a cavallo e affrontandolo lo trafisse con la sua lancia, ferendolo e facendolo cadere a terra. Poi disse alla fanciulla di non avere paura e di avvolgere la sua cintura al collo del drago; una volta fatto ciò, il drago prese a seguirla docilmente come un cagnolino, verso la città.

Gli abitanti erano atterriti nel vedere il drago avvicinarsi, ma Giorgio li rassicurò dicendo: “Non abbiate timore, Iddio mi ha mandato a voi per liberarvi dal drago: Abbracciate la fede in Cristo, ricevete il battesimo e ucciderò il mostro”. Allora il re e la popolazione si convertirono e il prode cavaliere uccise il drago facendolo portare fuori dalla città, trascinato da quattro paia di buoi.

La leggenda era sorta al tempo delle Crociate, influenzata da una falsa interpretazione di un’immagine dell’imperatore cristiano Costantino, trovata a Costantinopoli, dove il sovrano schiacciava col piede un drago, simbolo del “nemico del genere umano”. La fantasia popolare e i miti greci di Perseo che uccide il mostro liberando la bella Andromeda, elevarono l’eroico martire della Cappadocia a simbolo di Cristo, che sconfigge il male (demonio) rappresentato dal drago. I crociati accelerarono questa trasformazione del martire in un santo guerriero, volendo simboleggiare l’uccisione del drago come la sconfitta dell’Islam; e con Riccardo Cuor di Leone (1157-1199) san Giorgio venne invocato come protettore da tutti i combattenti.

Tutto concorre a far credere che Giorgio sia stato un vero martire che patì a Lidda (l’attuale Lod in Israele) prima della dominazione di Costantino, forse durante la persecuzione dell’imperatore Diocleziano, cominciata nell’anno 303; secondo la narrazione copta, la sua morte avvenne nel 307. Poco si può aggiungere con certezza, nonostante l’esistenza di Acta molto dettagliati, «pieni oltre il credibile di stravaganze e meraviglie inverosimili» (Thurston). 

Essi descrivono come Giorgio, ufficiale dell’esercito romano, donò i suoi beni ai poveri quando scoppiò la persecuzione e confessò apertamente la sua fede cristiana davanti alla corte. Patì torture terribili per essersi rifiutato di offrire sacrifici agli dèi, descritte nei minimi particolari e della durata, sembra, di sette anni. Accadde a un certo punto che un mago chiamato per avvelenarlo fosse invece convertito e morisse egli stesso come martire, oppure che il Signore apparve e sanò Giorgio (di fatto, Giorgio fu risuscitato dalla morte tre volte ed egli stesso risuscitò diciassette persone defunte da parecchi secoli!).

Poi, un fuoco proveniente dal cielo fece perire i sacerdoti pagani, il loro tempio e il governatore locale, reo di aver fatto decapitare  Giorgio. Questi Atti, databili probabilmente alla fine del V secolo, esistono in una grande varietà di versioni e in numerose lingue, a testimonianza della popolarità del martire, ma erano talmente bizzarri da essere trattati scetticamente anche da chi era abituato alle enfatizzazioni agiografiche; alcuni resoconti furono ritenuti non ortodossi. 

Il culto si sviluppò sicuramente dalla metà del V secolo, quando il suo nome fu incluso nel Martirologio Geronimiano, mentre la Chiesa orientale si riferiva a lui come al “grande martire” e lo invocava come patrono degli eserciti bizantini. Nel V secolo c’era un monastero dedicato a lui a Gerusalemme, inoltre i pellegrini in Terra Santa tra il VI e l’VIII secolo parlano di Lidda come del luogo principale legato al suo culto e luogo in cui si trovavano le sue reliquie. La Chiesa copta sostiene comunque che queste furono trasferite in Egitto e poste infine nella chiesa a lui dedicata nella Cairo vecchia. Spesso si sostiene che fosse originario della Cappadocia e che là fossero stati compilati gli Acta, ma non vi è prova di ciò: «Il compilatore degli Atti confuse il martire con il suo omonimo, il famoso Giorgio di Cappadocia, usurpatore ariano della sede di Alessandria e oppositore di S. Atanasio (2 mag.)» (Delehaye).

Secondo alcuni resoconti, la madre di Giorgio proveniva dalla Cappadocia e si chiamava Policronia. Giorgio divenne santo patrono di Venezia, di Genova, dell’Inghilterra, del Portogallo e della Catalogna e il suo culto si sviluppò ampiamente in Russia ed Etiopia. Fu uno dei Quattordici Santi Protettoriche, dal XIV secolo, si ritenne avessero poteri di intercessione di speciale efficacia. In tempi diversi è stato patrono di armieri, soldati, cavalieri, arcieri e, grazie a un gioco di parole sulla forma greca del suo nome, persino dei contadini. Anche individui ammalati di peste, lebbra o malattie veneree cercavano la sua intercessione. La riforma del 1969 ha rimosso la sua festa dal calendario universale, permettendo però che fosse celebrata dalle Chiese nazionali.

Il 23 aprile è St.George`s Dayuna festa molto importante per gli inglesi poiché San Giorgio è il loro patrono e la croce di San Giorgio è appunto il simbolo della bandiera inglese. Come tutti gli anni ci saranno festeggiamenti in tutta l’Inghilterra e a Londra, Trafalgar Square si trasformerà in un giardino inglese per ospitare un festival ricco di musica dal vivo e  spettacoli teatrali.

È INVOCATO – contro lebbra, peste, malattie veneree – come protettore di alabardieri, fabbricanti di armi, combattenti, militari, contadini, giovani esploratori e scouts, sellai e cavalli

Fonte: Il primo grande dizionario dei santi di Alban Butler / santiebeati.it/ http://www.londonita.com/