Letture di domenica 06 marzo 2016

il_figlio_prodigo[1]LETTURE DI DOMENICA

06 marzo 2016

IV Domenica del Tempo di Quaresima

“… Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. …”

oropaMADONNA DI OROPA

Il Santuario di Oropa è il più importante Santuario mariano delle Alpi. La sua Madonna Nera arrivata a noi per la devozione di sant’Eusebio di Vercelli racchiude misteri ed elargisce grazie da secoli! Il 6 marzo fu portata fuori in pellegrinaggio per la prima volta. 

Santa Coletta di Corbie2_7_St. Colette of Corbie

badessa (1381-1447) 6 marzo – Si fece murare viva all’età di 22 anni. Poteva comunicare solo attraverso una finestrella. Da eremita verrà poi invitata direttamente da San Francesco e dalla Vergine Maria a riformare l’ordine francescano. Dotata di doni mistici scrutava i cuori e si dice comprendesse il linguaggio degli uccelli. La storia ed il video con le immagini dei luoghi da lei frequentati.

Rallegrati, Gerusalemme, e voi tutti che l’amate, riunitevi. Esultate e gioite, voi che eravate nella tristezza: saziatevi dell’abbondanza della vostra consolazione.

PREGHIERA DEL MATTINO

O Padre, che per mezzo del Tuo Figlio operi mirabilmente la nostra redenzione, concedi al popolo cristiano di affrettarsi con fede viva e generoso impegno verso la Pasqua ormai vicina. Per Cristo nostro Signore. Amen.

PRIMA LETTURA

Gs 5, 9. 10-12 – Dal libro di Giosuè.

Manna - Tissot_The_Gathering_of_the_Manna_In quei giorni, il Signore disse a Giosuè: «Oggi ho allontanato da voi l’infamia dell’Egitto».
Gli Israeliti rimasero accampati a Gàlgala e celebrarono la Pasqua al quattordici del mese, alla sera, nelle steppe di Gerico.
Il giorno dopo la Pasqua mangiarono i prodotti della terra, àzzimi e frumento abbrustolito in quello stesso giorno.
E a partire dal giorno seguente, come ebbero mangiato i prodotti della terra, la manna cessò. Gli Israeliti non ebbero più manna; quell’anno mangiarono i frutti della terra di Canaan.
C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.

SALMO RESPONSORIALE

Sal 33

RIT: Gustate e vedete com’è buono il Signore.

bimbaBenedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode. Io mi glorio nel Signore: i poveri ascoltino e si rallegrino. RIT

Magnificate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome. Ho cercato il Signore: mi ha risposto e da ogni mia paura mi ha liberato. RIT

Guardate a lui e sarete raggianti, i vostri volti non dovranno arrossire. Questo povero grida e il Signore lo ascolta, lo salva da tutte le sue angosce. RIT

SECONDA LETTURA

2 Cor 5, 17-21 – Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi.

Fratelli, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove.
Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della CARITà (2)riconciliazione. Era Dio infatti che riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione.
In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio.
Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio.
C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.

CANTO AL VANGELO

Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!

Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te.

Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!

VANGELO

Lc 15, 1-3. 11-32 – Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni figliol-prodigodopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe
speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.

Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il il_figlio_prodigo[1]vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

Lettura e commento di Don Ferdinando Colombo su http://www.sacrocuore-bologna.it/it/audio.php (DISPONIBILE DA DOMENICA)

COMMENTO

[…]Il padre non impedisce al suo secondogenito di allontanarsi da lui. Egli rispetta la sua libertà, che il figlio impiegherà per vivere una Guercino_Ritorno_figliol_prodigovita grigia e degradata. Ma mai si stanca di aspettare, fino al momento in cui potrà riabbracciarlo di nuovo, a casa. Di fronte all’amore del padre, il peccato del figlio risalta maggiormente. La sofferenza e le privazioni sopportate dal figlio minore sono la conseguenza del suo desiderio di indipendenza e di autonomia, e di abbandono del padre. La nostalgia di una comunione perduta risveglia in lui un altro desiderio: riprendere il cammino del focolare familiare. Questo desiderio del cuore, suscitato dalla grazia, è l’inizio della conversione che noi chiediamo di continuo a Dio. Siamo sempre sicuri dell’accoglienza del padre. La figura del fratello maggiore ci ricorda che non ci comportiamo veramente da figli e figlie se non proviamo gli stessi sentimenti del padre. Il perdono passa per il riconoscimento del bisogno di essere costantemente accolti dal Padre. Solo così la Pasqua diventa per il cristiano una festa del perdono ricevuto e di vera fratellanza. (Fonte: LaChiesa.it)

 

PREGHIERA DELLA SERA

POPOLO IN PREGHIERAUniamo le nostre anime e le nostri voci, o Signore, perché la comunione di preghiera sia capace di attraversare le nubi e di giungere, come il grido del povero, fino al Tuo santo trono.  Ascolta, o Padre, la voce del Tuo popolo. In cambio Ti affidiamo tutta la nostra vita, in un’incondizionato atto di amore per la salvezza di tutte le anime, in particolar modo di quelle a noi più care. O Padre, che hai cura dei deboli, rivolgi il tuo sguardo misericordioso su quanti attendono il tuo soccorso e il tuo perdono, perché, restituiti alla speranza dalla morte redentrice del tuo Figlio, innalziamo a te il canto della riconoscenza e della lode. Per Cristo nostro Signore. Amen