LETTURE DI DOMENICA
19 agosto 2018
XX Domenica del Tempo Ordinario (Anno b)
“… se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. …”
FESTE MARIANE DOPO L’ASSUNZIONE
LA MADONNA DEGLI ABORIGENI
19 agosto – Nella Cattedrale di Darwin si venera una Madonna con Bambino Gesù dai tratti alquanto singolari. Fu il vescovo O’Loughlin, che commissionò il dipinto all’artista Karel Kupka, pensando che le fattezze aborigene avrebbero avvicinato meglio il popolo autoctono, e non solo. Ma non è l’unica, si parla anche di una Madonna tatuata.
San Luigi D’Angiò
Beato Angelo da Acquapagana
San Giovanni Eudes
fondatore ( 1601 -1680) 19 agosto – Visse negli anni dei terribili massacri e guerre tra cattolici e protestanti, anni nei quali il popolo vedeva i pastori come dei ricchi approfittatori e anche i più solerti venivano frenati per mancanza di fondi. Contribuì alla diffusione della devozione al S. Cuore di Gesù e di Maria. In briciole di luce la storia e il video con la lettura del suo primo libro dedicato al Cuore Immacolato di Maria.
PREGHIERA DEL MATTINO
O Dio, che hai preparato beni invisibili per coloro che ti amano, infondi in noi la dolcezza del tuo amore, perché, amandoti in ogni cosa e sopra ogni cosa, otteniamo i beni da te promessi, che superano ogni desiderio. Per Cristo nostro Signore… Amen.
PRIMA LETTURA
Prv 9, 1-6 – Dal libro dei Proverbi.
La sapienza si è costruita la sua casa, ha intagliato le sue sette colonne. Ha ucciso il suo bestiame, ha preparato il suo vino e ha imbandito la sua tavola. Ha mandato le sue ancelle a proclamare sui punti più alti della città: «Chi è inesperto venga qui!». A chi è privo di senno ella dice: «Venite, mangiate il mio pane, bevete il vino che io ho preparato. Abbandonate l’inesperienza e vivrete, andate diritti per la via dell’intelligenza».
C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.
SALMO RESPONSORIALE
Sal.33
RIT: Gustate e vedete com’è buono il Signore.
Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode. Io mi glorio nel Signore: i poveri ascoltino e si rallegrino. RIT
Temete il Signore, suoi santi: nulla manca a coloro che lo temono. I leoni sono miseri e affamati, ma a chi cerca il Signore non manca alcun bene. RIT
Venite, figli, ascoltatemi: vi insegnerò il timore del Signore. Chi è l’uomo che desidera la vita e ama i giorni in cui vedere il bene? RIT
Custodisci la lingua dal male, le labbra da parole di menzogna. Sta’ lontano dal male e fa’ il bene, cerca e persegui la pace. RIT
SECONDA LETTURA
Ef 5, 15-20 – Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini.
Fratelli, fate molta attenzione al vostro modo di vivere, comportandovi non da stolti ma da saggi, facendo buon uso del tempo, perché i giorni sono cattivi. Non siate perciò sconsiderati, ma sappiate comprendere qual è la volontà del Signore. E non ubriacatevi di vino, che fa perdere il controllo di sé; siate invece ricolmi dello Spirito, intrattenendovi fra voi con salmi, inni, canti ispirati, cantando e inneggiando al Signore con il vostro cuore, rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo.
C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.
CANTO AL VANGELO
Alleluia, Alleluia.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, dice il Signore, rimane in me e io in lui.
Alleluia.
VANGELO
Gv 6, 51-58 – Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
Lettura ed Omelia di Don Ferdinando Colombo
(DISPONIBILE DA DOMENICA)
COMMENTO
Chi mangia di me vivrà per me…
Proseguiamo oggi con il discorso di Giovanni, sono alcune domeniche, ormai, che san Giovanni ci accompagna con il suo Vangelo, è il cosiddetto discorso eucaristico del vangelo di Giovanni. E oggi Gesù giunge al cuore della sua catechesi, sul pane di vita. Giunge all’apice e fa una grande rivelazione: chi ha fede in lui come inviato dal Padre, come messia, non solo crederà in lui, non solo professerà la fede in lui, ma si nutrirà di lui, mangerà il suo corpo, berrà il suo sangue. E nell’antichità più o meno lontana, ci sono stati dei personaggi che insegnarono che Gesù pensava solo in termini simbolici, che non si trattava del vero suo corpo ma solo del pane che simboleggia il corpo… del vino che “non è” suo sangue ma che “significa” suo sangue… Tutte queste teorie sono state sempre condannate dalla Chiesa perché Gesù parla molto chiaramente, usa i verbi “mangiare”, “bere”, gli stessi che venivano usati per mangiare, bere durante un pranzo o una cena. E i discepoli, sentendolo parlare così, sentendo che dovranno mangiare il corpo del Maestro, bere il sangue di Gesù, sicuramente sono rimasti perplessi, e non solo loro… Si sono quasi scandalizzati. Dicono: «come lui può darci il suo corpo (la sua carne) da mangiare? Probabilmente anche noi ci saremmo scandalizzati, se non avessimo l’esperienza di Cristo risorto, con il suo vero corpo, risorto.
Ecco, ciò che il Signore vuole dirci oggi è quel suo antico ma mai spento desiderio di abitare in mezzo agli uomini che egli ama, di farsi,diventare, egli stesso cibo, non come la manna del deserto ma il cibo per il cammino verso la pienezza della vita, che l’uomo può trovare solo in lui. Già nella prima lettura, dal Libro dei Proverbi leggiamo dei preparativi. La sapienza che costruisce la casa, che imbandisce la tavola, che invita i commensali: «venite e mangiate il mio pane, venite e bevete il mio vino». Ciò che leggiamo qualche secolo prima di Gesù viene applicato proprio a lui, a Cristo. È lui la Sapienza eterna del Padre… Sappiamo allora chi è che invita… Ma potremo chiederci: chi sono gli invitati?, chi sono i commensali della sapienza? Per essere invitato, per essere idoneo a ricevere il suo invito alla festa, sono indispensabili, sono necessarie alcune condizioni: la consapevolezza di non possedere la sapienza… di non avere il discernimento…, di non avere l’intelligenza per percorrere la via della vita con le proprie forze… Il cuore dell’uomo deve essere aperto a Dio, al desiderio di Dio e non presuntuoso di sapere tutto e di saper fare tutto da solo. Solo colui che sente dentro di sé la fame di Dio, il desiderio di Dio, può essere invitato, può essere sfamato da lui. Domandiamoci: quante volte abbiamo cercato di costruire sulla nostra sapienza, come sono finite queste prove, questi tentativi? Che cosa abbiamo costruito? La Scrittura dice: «se il Signore non costruisce la casa invano vi faticano i costruttori»… E Gesù ci ripete ancora: «chi mangia la mia carne, chi beve il mio sangue, dimora in me e io in lui. Colui che mangia di me, vivrà per me…». Chiediamo ora al Signore, perché la nostra vita testimoni sempre la verità di queste parole, che noi viviamo per lui, a causa di lui, e che insieme a tutti i cristiani sappiamo ricevere Gesù. E non solo nel pane eucaristico, ma riceverlo anche nel malato, nel bisognoso, nel povero, nel sofferente… Il Signore ce lo conceda. (Preparato dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire)
PREGHIERA DELLA SERA
La tua sapienza, o Padre, ci aiuti a camminare nelle Tue vie,
nelle vicende del mondo siamo sempre rivolti alla speranza
che splende in Cristo Signore. In cambio Ti affidiamo tutta la nostra vita, in un’incondizionato atto di amore per la salvezza di tutte le anime, in particolar modo di quelle a noi più care. Amen