Servo di Dio Pasquale Canzii

Servo di Dio Pasquale Canzii

Seminarista (1914 – 1930) 24 gennaio

Detto Pasqualino, sentì prestissimo la chiamata al sacerdozio desiderando diventare passionista entrà dodicenne in seminario. Morì sedicenne per tubercolosi raggiungendo il suo obbiettivo: la santità.

Nacque il 6 novembre 1914 a Bisenti, comune in provincia di Teramo, posto nella vallata del Fino. I suoi genitori, Alfredo Canzii e Semira Forcellese, sarto e casalinga, erano persone semplici, ferventi nella vita cristiana e laboriose e accolsero quel figlio tanto atteso con gioia profonda. Ricevette il battesimo il 16 maggio 1915 nella parrocchia di Santa Maria degli Angeli a Bisenti.

La sua prima catechista fu la mamma, che gli insegnò ad invocare la protezione dell’Angelo Custode, di san Pasquale Baylon del quale portava il nome (e che era pure il patrono del paese) e di san Gabriele dell’Addolorata, che fu canonizzato nel 1920 e dichiarato patrono d’Abruzzo. Insieme pregavano Gesù nel Tabernacolo e recitavano il rosario alla Madonna.

Pasqualino, com’era soprannominato, maturò un carattere mite e riservato. Era diligente nel compiere i suoi doveri quotidiani, ma anche come studente e come chierichetto. Ricevette la Prima Comunione il 31 maggio 1925 a 10 anni e la Cresima il 29 maggio dell’anno successivo.

Verso la fine dell’estate del 1926 arrivarono a Bisenti due padri Passionisti, per predicare una missione popolare e ad uno di loro, padre Ireneo Cataldi, Pasquale confidò il desiderio di farsi sacerdote nella stessa congregazione sua e di san Gabriele. Il missionario gli suggerì di riflettere attentamente e di orientarsi, possibilmente, al sacerdozio diocesano.

La madre, quindi, informò il marito della scelta del loro primogenito: dopo la nascita nel 1919 dell’altro figlio, Pietro, Alfredo era infatti emigrato in America per trovare un sostegno economico alla famiglia. Non essendoci ostacoli da parte sua, concesse a Pasqualino di partire: gli avrebbe poi inviato lui il denaro necessario per mantenerlo agli studi. Così il 14 ottobre 1926, a dodici anni, il ragazzo entrò nel Seminario diocesano di Penne (Pescara), vestendo l’abito talare.

Pasquale era di aspetto delicato e gentile. Il suo contegno era sempre rispettoso sia verso i professori sia verso i compagni: per questo, tutti cercavano la sua compagnia. Spesso era indicato come esempio agli altri seminaristi, per il suo impegno nello studio e per l’innato spirito di carità e devozione.

Tutti potevano vedere, nel suo sguardo dolce, lo specchio del suo animo limpido: s’illuminava tutto quando si parlava di Gesù, della Vergine Maria e delle cose divine. Nelle lettere scritte ai familiari e nei suoi appunti espresse con insistenza il suo desiderio e il suo impegno di farsi santo, adempiendo con fedeltà ai suoi doveri per amore di Dio.

Improvvisamente, nel gennaio 1930, si rivelarono in Pasquale i sintomi della malattia del ventesimo secolo: la tubercolosi, che mieteva in Italia e nel mondo innumerevoli vittime, senza distinzione di età. Nella fase acuta galoppante durò poco, forse perché diagnosticata troppo tardi, ma il giovane seminarista si rese conto della situazione e accettò con serenità la volontà di Dio. Nel suo letto, con le poche forze che gli rimanevano, riusciva appena a recitare brevi invocazioni, dalle quali traspariva la sua fervente fede e il desiderio dell’amore di Dio.

Negli ultimi giorni, alla mamma e alla nonna che l’assistevano amorevolmente, disse: «Si avvicina l’ora beata: sono felice! Iddio mi chiama. Tu mamma mia, non piangere: è necessario che io parta da questo mondo; insieme, facciamo al Signore un’umile offerta della mia vita e del tuo fervido amore materno. Un giorno, lassù, io pregherò per te, per la nonna, per il babbo, per il fratellino, per tutti».

Morì il 24 gennaio 1930 a 15 anni e 2 mesi nel Seminario di Penne, fra il dolore dei familiari e la costernazione di compagni ed insegnanti. La sua salma fu esposta in Cattedrale. I funerali furono officiati dal vescovo monsignor Carlo Pensa, con la partecipazione di tutta Penne; altrettanta partecipazione ci fu alla sua sepoltura nel cimitero di Bisenti.

Il suo ricordo è perdurato nel tempo, aumentando la devozione dei fedeli di Penne e di Bisenti e valicando i confini dell’Abruzzo tanto che, nel 1993, si è costituito il Comitato Pasqualino Canzii, perché non si smarrisca. Il 26 gennaio 1999 la diocesi di Pescara-Penne ha ricevuto il nulla osta della Congregazione delle Cause dei Santi per l’inizio della sua causa di beatificazione.

Il 4 luglio i resti di Pasquale sono stati riesumati alla presenza di oltre cinquemila persone, incluso suo fratello Pietro, anche lui emigrato negli Stati Uniti, precisamente a Baltimora. Hanno ricevuto nuova tumulazione nella chiesa di Santa Maria degli Angeli a Bisenti, nel primo altare laterale rispetto all’altare maggiore.

La fase diocesana del processo di beatificazione si è conclusa il 1° aprile 2001 nella cattedrale di San Cetteo a Pescara ed è stata convalidata il 1° febbraio 2002. La “positio super virtutibus” è stata trasmessa a Roma nel 2004.

Autore: Antonio Borrelli ed Emilia Flocchini

Fonte: http://www.santiebeati.it/dettaglio/92704