Letture di mercoledì 19 novembre 2014

LETTURE DI MERCOLEDÌS. NARSETE I IL PARTO

19 novembre 2014

XXXIII Settimana del Tempo Ordinario – Anno II

SAN NARSETE I IL PARTO 

MARTIRE (ca. 330 – ca. 373)  19 novembre – Sposò una principessa armena che morì tre anni dopo avergli alla luce quello che sarebbe diventato un santo. Nominato vescovo fu un tenace riformatore e per questo venne ingannato e avvelenato. 

prontadonruotolo-1-1DON DOLINDO RUOTOLO

sacerdote mistico – 19 novembre 1970 – Presbitero italiano, terziario francescano. Figlio prediletto della Vergine iniziato alla sapienza delle Scritture, un servo fedele che volle essere il nulla del nulla in Dio e il tutto di Dio negli uomini. La storia, la video-storia con filmati storici e testimonianze, alcune sue riflessioni e preghiere. Alcuni racconti su Don Rolindo Ruotolo e il suo potente “atto di abbandono”.

NOVENA A SANTA CATERINA LABOURÈ
Dice il Signore: «Io ho progetti di pace e non di sventura; voi mi invocherete e io vi esaudirò, e vi farò tornare da tutti i luoghi dove vi ho dispersi». 

PREGHIERA DEL MATTINO

Il tuo aiuto, Signore, ci renda sempre lieti nel tuo servizio, perché solo nella dedizione a te, fonte di ogni bene, possiamo avere la felicità piena e duratura. Per Cristo nostro Signore. Amen.

PRIMA LETTURA

Ap 4, 1-11 – Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo.

Io, Giovanni, vidi: ecco, una porta era aperta nel cielo. La voce, che prima avevo udito parlarmi come una tromba, diceva: «Sali quassù, ti mostrerò le cose che devono accadere in seguito». Subito fui preso dallo Spirito.apocalisse visionedelcielo
Ed ecco, c’era un trono nel cielo, e sul trono Uno stava seduto. Colui che stava seduto era simile nell’aspetto a diaspro e cornalina. Un arcobaleno simile nell’aspetto a smeraldo avvolgeva il trono. Attorno al trono c’erano ventiquattro seggi e sui seggi stavano seduti ventiquattro anziani avvolti in candide vesti con corone d’oro sul capo. Dal trono uscivano lampi, voci e tuoni; ardevano davanti al trono sette fiaccole accese, che sono i sette spiriti di Dio. Davanti al trono vi era come un mare trasparente simile a cristallo. In mezzo al trono e attorno al trono vi erano quattro esseri viventi, pieni d’occhi davanti e dietro.
Il primo vivente era simile a un leone; il secondo vivente era simile a un vitello; il terzo vivente aveva l’aspetto come di uomo; il quarto vivente era simile a un’aquila che vola. I quattro esseri viventi hanno ciascuno sei ali, intorno e dentro sono costellati di occhi; giorno e notte non cessano di ripetere:
«Santo, santo, santo il Signore Dio, l’Onnipotente, Colui che era, che è e che viene!».
E ogni volta che questi esseri viventi rendono gloria, onore e grazie a Colui che è seduto sul trono e che vive nei secoli dei secoli, i ventiquattro anziani si prostrano davanti a Colui che siede sul trono e adorano Colui che vive nei secoli dei secoli e gettano le loro corone davanti al trono, dicendo:
«Tu sei degno, o Signore e Dio nostro, di ricevere la gloria, l’onore e la potenza, perché tu hai creato tutte le cose, per la tua volontà esistevano e furono create».
C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.

SALMO RESPONSORIALE

Sal 150

RIT: Santo, santo, santo il Signore Dio, l’Onnipotente.

apocalisseLodate Dio nel suo santuario, lodatelo nel suo maestoso firmamento. Lodatelo per le sue imprese, lodatelo per la sua immensa grandezza. RIT

Lodatelo con il suono del corno, lodatelo con l’arpa e la cetra. Lodatelo con tamburelli e danze, lodatelo sulle corde e con i flauti. RIT

Lodatelo con cimbali sonori, lodatelo con cimbali squillanti. Ogni vivente dia lode al Signore. RIT

CANTO AL VANGELO

Alleluia, Alleluia.

Io ho scelto voi, dice il Signore, perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga.

Alleluia.

VANGELO

Lc 19, 11-28 – Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro.
Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”. Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: “Non vogliamo che costui venga a monete1
regnare su di noi”. Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato.
Si presentò il primo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate dieci”. Gli disse: “Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città”.
Poi si presentò il secondo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate cinque”. Anche a questo disse: “Tu pure sarai a capo di cinque città”.
Venne poi anche un altro e disse: “Signore, ecco la tua moneta d’oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato”. Gli rispose: “Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi”. Disse poi ai presenti: “Toglietegli la moneta d’oro e datela a colui che ne ha dieci”. Gli risposero: “Signore, ne ha già dieci!”. “Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”».
Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

COMMENTO

Non volgiamo che costui regni su di noi.

La parabola che leggiamo oggi è molto simile a quella dei talenti, raccontata da Matteo e Marco. Qui i talenti diventano mine, ma stanno a significare sempre i doni di Dio da mettere laboriosamente a frutto. Come non è lecito mettere sotterra l’unico talento ricevuto, è sbagliato e peccaminoso nascondere la mina nel fazzoletto. Un’altra nota comune la rileviamo nel fatto che sia il servo del talento che quello della mina, non sono capaci di amore, vivono nella paura e ciò li induce a nascondere il dono ricevuto e poi a incolpare il padrone per il mancato profitto. Anche i nostri monete2progenitori, dopo il primo peccato, furono presi dalla paura e si nascosero allo sguardo di Dio: «Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». Noi, pur dovendoci definire servi inutili, dobbiamo entrare in intima comunione di amore con il nostro Dio, per far sì che il nostro servizio diventi espressione di lode e di gratitudine.
Talvolta ci abbaglia la falsa modèstia, che oscura i valori delle grazie ricevute e ci induce alla pigrizia. Non ci dovrebbe impressionare negativamente neanche il fatto che il padrone che ci affida le mine debba ricevere un titolo regale e voglia regnare su di noi perché il suo regno è regno di amore, di giustizia e di pace. Speriamo poi di non far parte mai e poi mai del coro blasfemo che, rivolto a Cristo, Figlio di Dio, Redentore del mondo, grida: “Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi”. Dovremmo chiederci: “Se non regna il Signore, chi regnerà su di noi”. Se non operiamo per la vita eterna vale la pena affannarci tanto per il breve tempo che ci è dato di vivere in questo mondo? Quando perdiamo di vista l’eternità tutto ci diventa angusto e povero, tutto diventa difficile da vivere e da sopportare. Gli spazzi dello spirito davvero non hanno confini se non siamo noi a limitarli. Se alle nostre azioni quotidiane non diamo delle finalità che trascendano quelle più immediate, è facile che ci possa capitare di mettere sotto terra il nostro prezioso talento o nascondere nel fazzoletto la nostra unica mina. Come è facile ed assurdo cadere nella tentazione di pensare di arricchirci di cose e poi perdere la vera ricchezza che impreziosisce tutta la nostra esistenza…(Preparato dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire)

affidoPREGHIERA DELLA SERA

O Signore, Tu ci inviti a prendere coscienza dei doni che ci hai elargito nella creazione e nella redenzione, perché possiamo portare frutti abbondanti.Ti ringraziamo o Signore e affidiamo, le gioie e le fatiche, le rinunce e gli atti di carità che siamo riusciti a fare in questo giorno. O Dio, creatore del cielo e della terra, che hai fatto l’uomo a Tua immagine, fà che, riconoscenti per la vita che abbiamo ricevuto e dei doni di cui l’hai arricchita, portiamo frutti abbondanti per la nostra salvezza. Per Cristo nostro Signore. Amen.

2 thoughts on “Letture di mercoledì 19 novembre 2014”

  1. Siamo alla fine del 2014 e mi chiedo se ce’ ancora gente in giro che crede a cose che non si vede e ne’ si sente…tra poco si credera’ anche alle mucche che volano.

  2. Mio caro Nicola, sono tante le cose che non possiamo ancora vedere… ma che hanno conseguenze sulla nostra vita. Anche il raffreddore non lo vedi arrivare eppure è capace di tenerti a letto per giorni… Io ho visto compiersi miracoli grazie alla fede, che la medicina ancora non può spiegare e sinceramente non so se mai ci riuscirà, il mio Dio è vivo e si manifesta, mi da pace e risolvere i miei piccoli e grandi problemi di ogni giorno. Mi spiace per te che hai deciso di credere solo nelle tue forze… Tutto ciò ti limiterà tantissimo!

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