Racconti di un santo

Racconti di un santo

Don DolindoUna splendida raccolta di dialoghi tra don Dolindo Ruotolo e i suoi protetti. Una luce filtra attraverso questi dialoghi, lo Spirito Santo che vigilante conduce sulla via del Paradiso chi desidera seguirlo.

Don Dolindo Ruotolo

Se il cassiere ha il naso storto…

Angioletto mio, siete stato in banca stamane per riscuotere lo stipendio? 

– Sì, Padre.

E com’era il cassiere? Aveva per caso il naso storto e gli occhi strabici? – ….??!! E sì -Perché se il cassiere fosse brutto io rifiuterei lo stipendio. 

-Padre, cosa dite mai? E che importa a me che il cassiere ha il naso storto? Egli mi dà lo stipendio. E a me interessa solo questo!

E allora perché quando vai a confessarti, a riscuotere la grazia del Signore, stai a criticare il prete e dici: se non è un santo, io dal prete non ci vado? Egli è l’amministratore del Sangue Redentore di Cristo. Cosa t’importa il resto? Se il prete è buono o cattivo a te non deve interessare. Buono o cattivo che sia, la sua consacrazione e la facoltà ricevuta dal Vescovo per la confessione a te devono bastare. Il Sacerdote attinge alla Cassa della Chiesa, ricca dei meriti di Cristo: ricordalo.

I sassi e la borsa…

Curvo, affaticato, l’immancabile borsone di panno nero e il Rosario, immancabile anch’esso, intrecciato alle dita, don Dolindo arrancava in Via Foria… Un giovane lo riconosce, gli va vicino e gli dice:

cuore di pietraPadre, date a me la borsa pesante, vi aiuto a portarla io…

Non è pesante la borsa, angioletto mio, – risponde Don Dolindo – … vedete? – e gliela dà in mano.

E’ vero, è leggera. – conferma il giovanotto che lo saluta e prosegue per la sua strada. Dopo un minuto si gira e vede che don Dolindo è inciampato ed è caduto… La borsa a terra, il contenuto sparso per la via: una quarantina di sassi pesanti… – Altro che leggera, la borsa ! – commenta stralunato il giovanotto. Scherzi di don Dolindo, prete penitente.

L’orologio? La meridiana…

Una sua figliuola dell’Opera, un po’ complicatuccia, era agli inizi della sua vita spirituale. Quella mattina portava al polso un orologio dal quadrante chiaro, grande, dono di suo padre. P. Dolindo glielo guarda e glielo benedice perché orologioavesse segnato i tempi di Dio in ogni tic-tac… tutto a Dio, tutto con Dio, tutto per Dio: tic – tac – tic – tac – tic – tac. La figliola si crogiolava in quel bel pensiero. Ma P. Dolindo aveva ancora qualche cosa da dirle:

Vedi questo quadrante, figlia mia? E’come l’anima tua: chiara, chiara, limpida, limpida… Ma dietro il quadrante, ahimé, molle, mollette, complicazioni di giri, quante rotelline: chi corre di più, chi corre di meno.. Oh, no, figlia mia, no! Tu devi essere come la meridiana, che segue il sole nella semplicità di un asse fisso al muro. Indicherai così alle anime i tempi di Dio.

Più di una volta P. Dolindo parlava a questa figliuola della meridiana e la innamorava di Dio, così: indicandole il cielo e un’asticella povera povera, la cui ombra viveva di sole.

P. Dolindo e la III rotaia…

Da pochi giorni si era inaugurata a Napoli la Metropolitana e grandi cartelloni con su disegnato un teschio segnalavano un “pericolo di morte”; sulla terza rotaia correva una corrente di alta tensione: vietato, dunque, attraversare i binariP. pericoloDolindo, interessato sempre a calare nella realtà della vita per orientarla al polo giusto, si affrettò a visitare la stazione di Piazza Cavour e scese giù, ai treni. Si fermò un attimo ad osservare i cartelli su indicati e… incominciò ad attraversare i binari. Un urlo dalla folla che sostava in attesa:

Padre… è proibito! C’è pericolo di morte!!! Padre, tornate indietro!

Padre Dolindo si fermò e calmo calmo disse: – Pericolo di morte? Io non ci credo.- E fece per procedere oltre. Qualcuno corse a fermarlo. Tornato indietro, alla folla che si era formata intorno a lui, P. Dolindo col sorriso incominciò a dire: –E perché, quando la Chiesa vi dice: questo non dovete farlo, c’è pericolo per l’anima vostra… perché voi non ci credete? E violate la legge di Dio, e non ascoltate la voce del Signore che vi dice: – Figlio mio, tu muori se fai questo… Figlio mio non farlo! Tu puoi morirne per l’eternità!… Perché allora?

E la folla capì perché P. Dolindo aveva finto di voler andare incontro alla III rotaia…

Sembrano favole, eppure è la semplicità di don Dolindo Ruotolo che fa apparire anche le più grandi profondità della fede un pane semplice adatto a tutte le età. Terminiamo con il suo famoso “Atto di Abbandono”

L’ATTO DI ABBANDONO

(contro le ansie e le afflizioni) 

Perché vi confondete agitandovi? Lasciate a Me la cura delle vostre cose e tutto si calmerà. Vi dico, in verità che ogni atto di vero, cieco completo abbandono in meabbraccio12 produce l’effetto che desiderate e risolve le situazioni più spinose. Abbandonarsi a Me non significa arrovellarsi, sconvolgersi e disperarsi, volgendo poi a Me una preghiera agitata perché Io segua voi e cambiare così l’agitazione in preghiera.

Abbandonarsi, significa chiudere placidamente gli occhi dell’anima, stornare il pensiero della tribolazione e rimettersi a Me, perché lo solo vi faccia trovare, come bimbi addormentati nelle braccia materne, all’altra riva.

Quello che vi sconvolge e vi fa un male immenso è il vostro ragionamento, il vostro pensiero, il vostro assillo e il volere ad ogni costo provvedere voi a ciò che vi affligge. Quante cose Io opero quando l’anima, nelle sue necessità spirituali e in quelle materiali, si volge a Me, mi guarda e, dicendomi “PENSACI TU” chiude gli occhi e riposa! 

Avete poche Grazie quando vi assillate per produrle; ne avete moltissime quando in preghiera è un affidamento pieno a Me. Voi nel dolore pregate perché lo tolga, ma perché lo tolga come voi credete… Vi rivolgete a Me, ma volete che Io mi adatti alle vostre idee; non siete infermi che domandano al medico la cura, ma che gliela suggeriscono.

abbraccio10Non fate così ma come vi ho insegnato nel Pater: “SIA SANTIFICATO IL TUO NOME”, cioè sii glorificato in questa mia necessità: “VENGA IL TUO REGNO”, ossia, tutto concorra al tuo Regno in noi e nel mondo, “SIA FATTA LA TUA VOLONTÀ”, PENSACI TU.

Io intervengo con tutta la mia onnipotenza e risolvo le situazioni più chiuse. Ecco, tu vedi che il malanno incalza invece di decadere? Non ti agitare, chiudi gli occhi e dimmi con fiducia: “SIA FATTA LA TUA VOLONTÀ, “PENSACI TU”. Ti dico che Io ci penso, che intervengo come medico e compio anche un miracolo quando occorre. Tu vedi che l’infermo peggiora? Non ti sconvolgere, ma chiudi gli occhi e dì: “PENSACI TU”. Ti dico che Io ci penso.

È contro l’abbandono, la preoccupazione, l’agitazione e il voler pensare alle conseguenze di un fatto. È come la confusione dei fanciulli, quando pretendono che la mamma pensi alle loro necessità e vogliono pensarci loro, intralciando con le loro idee e i loro capricci infantili il suo lavoro.

Chiudete gli occhi e lasciatevi portare dalla corrente della mia Grazia; chiudete gli occhi e lasciatemi lavorare; chiudete gli occhi e non pensate al momento presente; stornate il pensiero dal futuro come da una tentazione. Riposate in Me credendo alla mia bontà e vi giuro, per il mio Amore che, dicendomi con queste disposizioni: “PENSACI TU”, Io ci penso in pieno, vi consolo, vi libero, vi conduco.

ABBRACCIO4E quando debbo portarvi in una via diversa da quella che vedete voi. Io vi addestro, vi porto nelle mie braccia, poiché non c’è medicina più potente di un mio intervento di Amore. Ci penso solo quando chiudete gli occhi. Voi siete insonni, voi volete tutto valutare, tutto scrutare, a tutto pensare e vi abbandonate cosi alle forze umane, o peggio agli uomini, confidando nel loro intervento. E questo che intralcia le mie parole e le mie vedute. Oh, come Io desidero da voi questo abbandono per beneficarvi e come mi accoro nel vedervi agitati!

Satana tende proprio a questo: ad agitarvi per sottrarvi alla mia azione e gettarvi in preda alle iniziative umane. Confidate perciò in Me solo, riposate in Me, abbandonatevi a Me in tutto.

Io faccio miracoli in proporzione del pieno abbandono in Me e del nessun affidamento in voi: Io spargo tesori di Grazie quando voi siete nella piena povertà!

Se avete vostre risorse, anche in poco, o se le cercate, siete nel campo naturale, seguite quindi il percorso naturale delle cose che è spesso intralciato da satana. Nessun ragionatore o ponderatore ha fatto miracoli, neppure fra i Santi. Opera divinamente chi si abbandona a Dio.

abbraccio10 (2)

Quando vedi che le cose si complicano, dì con gli occhi dell’anima chiusi: “GESÙ PENSACI TU”. E distraiti, perché la tua mente è acuta… per te è difficile vedere il male. Confida in Me spesso, distraendoti da te stesso. Fa’ così per tutte le tue necessità. Fate così tutti e vedrete grandi, continui e silenziosi miracoli. Ve lo giuro per il mio Amore. Io ci penserò, ve lo assicuro.

Pregate sempre con questa disposizione di abbandono, ne avrete grande pace e grande frutto, anche quando Io vi faccio la Grazia dell’immolazione di riparazione e di amore che impone la sofferenza. Ti sembra impossibile? Chiudi gli occhi e dì con tutta l’anima: “GESÙ PENSACI TU”. Non temere, ci penso Io e tu benedirai il tuo nome umiliando te stesso. Le tue preghiere non valgono un patto di fiducioso abbandono; ricordalo bene. Non c’è novena più efficace di questa:

“O GESÙ, MI ABBANDONO IN TE, PENSACI TU”.

Fonte: http://www.dolindo.org/fioretti.html

 

 

One thought on “Racconti di un santo

  1. E bellissimo.Grazie infinite per tutte le cose belle che ci donate.
    Bacio grande Clara

Comments are closed.