letture di venerdì 31 gennaio 2014

LETTURE DI VENERDÌSan_Giovanni_Bosco

31 gennaio 2014

III Settimana del Tempo Ordinario – Anno II

SAN GIOVANNI BOSCO

fondatore [ 1815 – 1888] …il primo santo della storia che si sia prestato a rilasciare un’intervista giornalistica: […] Negò anche di essere in grado di prevedere il futuro, cosa che, disse, appartiene a Dio solo, ma descrisse la situazione e il futuro della Chiesa in maniera piuttosto tenebrosa pur dimostrando di non temere nulla… LA STORIA, LA VIDEO-STORIA E IL FILM – I sogni e i misteri di don Bosco – La promessa di San Giovanni Bosco e la sua preghiera

Cantate al Signore un canto nuovo, cantate al Signore da tutta la terra; splendore e maestà dinanzi a lui, potenza e bellezza nel suo santuario.

PREGHIERA DEL MATTINO

O Dio, che in San Giovanni Bosco hai dato alla Tua Chiesa un padre e un maestro dei giovani, suscita anche in noi la stessa fiamma di carità a servizio della Tua gloria per la salvezza dei fratelli. Per Cristo nostro Signore. Amen

PRIMA LETTURA

2 Sam 11,1-4.5-10.13-17

Dal secondo libro di Samuele.

All’inizio dell’anno successivo, al tempo in cui i re sono soliti andare in guerra, Davide mandò Ioab con i suoi servitori e con tutto Israele a compiere devastazioni contro gli Ammoniti; posero l’assedio a Rabbà, mentre Davide rimaneva a Gerusalemme. Un tardo pomeriggio Davide, alzatosi dal letto, si mise a passeggiare sulla terrazza della reggia. Dalla terrazza vide una donna che faceva il Davide e Betsabeabagno: la donna era molto bella d’aspetto. Davide mandò a informarsi sulla donna. Gli fu detto: «È Betsabea, figlia di Eliàm, moglie di Urìa l’Ittita». Allora Davide mandò messaggeri a prenderla. La donna concepì e mandò ad annunciare a Davide: «Sono incinta». Allora Davide mandò a dire a Ioab: «Mandami Urìa l’Ittita». Ioab mandò Urìa da Davide. Arrivato Urìa, Davide gli chiese come stessero Ioab e la truppa e come andasse la guerra. Poi Davide disse a Urìa: «Scendi a casa tua e làvati i piedi». Urìa uscì dalla reggia e gli fu mandata dietro una porzione delle vivande del re. Ma Urìa dormì alla porta della reggia con tutti i servi del suo signore e non scese a casa sua. La cosa fu riferita a Davide: «Urìa non è sceso a casa sua». Davide lo invitò a mangiare e a bere con sé e lo fece ubriacare; la sera Urìa uscì per andarsene a dormire sul suo giaciglio con i servi del suo signore e non scese a casa sua. La mattina dopo Davide scrisse una lettera a Ioab e gliela mandò per mano di Urìa. Nella lettera aveva scritto così: «Ponete Urìa sul fronte della battaglia più dura; poi ritiratevi da lui perché resti colpito e muoia». Allora Ioab, che assediava la città, pose Urìa nel luogo dove sapeva che c’erano uomini valorosi. Gli uomini della città fecero una sortita e attaccarono Ioab; caddero parecchi della truppa e dei servi di Davide e perì anche Urìa l’Ittita.

C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.

SALMO RESPONSORIALE

Sal 50

RIT: Perdonaci, Signore: abbiamo peccato.

Pietà di me, o Dio, nel tuo amore; nella tua grande misericordia cancella la mia PERDONACI SIGNOREiniquità. Lavami tutto dalla mia colpa, dal mio peccato rendimi puro. RIT

Sì, le mie iniquità io le riconosco, il mio peccato mi sta sempre dinanzi. Contro di te, contro te solo ho peccato, quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto. RIT

Così sei giusto nella tua sentenza,sei retto nel tuo giudizio. Ecco, nella colpa io sono nato, nel peccato mi ha concepito mia madre. RIT

Fammi sentire gioia e letizia: esulteranno le ossa che hai spezzato. Distogli lo sguardo dai miei peccati cancella tutte le mie colpe. RIT

CANTO AL VANGELO

Alleluia, Alleluia.

Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra,perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno.

Alleluia.

VANGELO

Mc 4, 26-34
Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo seme-di-senape-stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra». Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

COMMENTO

Getta il seme e dorme. E il seme cresce. Come? egli stesso non lo sa!

Gesù riprende l’immagine del seminatore e la troviamo nel brano evangelico della liturgia odierna. Ci troviamo però di fronte ad una novità importante. Adesso siamo noi che siamo invitati a identificarci nel seminatore e i semi che egli lancia sono le nostre buone opere. Il seme germoglia e cresce sia di giorno che di notte, senza che il seminatore sappia come. In questa bellissima immagine Gesù ci pone davanti ad una realtà profonda che riguarda il nostro agire IL CHICCO NELLA TERRAumano. È una realtà spirituale che va oltre la pura materialità e causalità della nostra esistenza. Con la nostra mentalità noi vogliamo vedere subito i frutti del nostro agire, soprattutto quando riteniamo che questo sia ispirato da buone intenzioni; quando ciò non accade possiamo essere tentati a sentire un certo sconforto o delusione del nostro agire bene. Probabilmente siamo troppo attenti al giudizio degli uomini piuttosto che a quello di Dio. Gesù, infatti, ci invita ad avere costanza perché comunque un buon seme produrrà a suo tempo il frutto buono, anche se non sappiamo come. La sapienza Divina supera senz’altro la sapienza umana. È un invito alla preghiera dello Spirito Santo che possa infondere nei nostri cuori la vera sapienza; sapienza di amore e di umiltà che fa riconoscere nel nostro agire la presenza viva del Signore, il vero Bene al quale tutti noi tendiamo. (Preparato dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire)

PREGHIERA DELLA SERA

PREGHIERA (6)O Signore, rendici vigilanti e fiduciosi, umili seminatori della Tua parola. La presenza di Cristo tra noi ci confermi nella speranza del Tuo regno, dove tu sarai tutto in tutti. In cambio Ti affidiamo, le gioie e le fatiche, le rinunce e gli atti di carità che siamo riusciti a fare in questo giorno e Ti ringraziamo con tutto il cuore per tutto quello che fai per noi e ci dai ogni giorno. Amen.