SAN GIOVANNI BOSCO

SAN GIOVANNI BOSCO

fondatore [ 1815 – 1888] 31 Gennaio

San_Giovanni_BoscoIl primo santo della storia che si sia prestato a rilasciare un’intervista giornalistica: nel 1884, essendogli stato chiesto ripetutamente se operava miracoli, rispose che faceva ciò che poteva, confidando che Dio e la Santa Vergine compissero il resto. Negò anche di essere in grado di prevedere il futuro, cosa che, disse, appartiene a Dio solo, ma descrisse la situazione e il futuro della Chiesa in maniera piuttosto tenebrosa pur dimostrando di non temere nulla…

Giovanni Bosco, nato in Piemonte, era il figlio minore di un contadino che morì quando egli aveva appena due anni. L’anno della sua nascita fu anche quello del Congresso di Vienna, voluto per giungere a un nuovo assetto internazionale dopo la definitiva caduta di Napoleone. Contemporaneo di Darwin, Marx, Dostoevskij, Tolstoj e di personaggi politici come Mazzini e Garibaldi, Giovanni Bosco ebbe il destino di vivere in un periodo di sconvolgimenti senza precedenti, in cui la vita della Chiesa si sarebbe trovata inestricabilmente legata a questioni sociali e nazionali: in esse si trovò profondamente coinvolto anche don Bosco, nome con il quale divenne famoso in tutto i l mondo.

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Sua madre fu, nel tempo della giovinezza di Giovanni, la persona che esercitò il maggior san-giovanni-bosco1influsso su di lui, e che sarebbe poi divenuta uno dei suoi principali collaboratori; pur essendo illetterata e possedendo solo le nozioni fondamentali della religione, fu lei a prepararlo per la prima confessione e comunione. Con un mirabile insieme di religiosità contadina e di anticlericalismo gli avrebbe detto, nel momento in cui espresse l’intenzione di farsi prete: «Se avrai la disgrazia di diventare ricco, non metterò mai più piede in casa tua». Pare che la strada da lui percorsa sia stata ispirata da una visione avuta all’età di nove anni. Da ragazzino cominciò a insegnare il catechismo agli altri bambini, divertendoli al tempo stesso con magie e giochi vari. La sua famiglia era talmente povera che dovette entrare in seminario con scarpe e vestiti ricevuti in beneficenza.

” Amate i vostri doveri se desiderate adempierli bene.”

Entrò nel seminario di Chieri a sedici anni; venne ordinato diacono e, nel 1841, prete; subito dopo fu mandato a studiare in un istituto teologico di Torino, conosciuto come Convitto ecclesiastico, o Casa dei preti di San Francesco o anche Casa dello studente, dalla quale in quel periodo usciva il clero più preparato d’Italia, Stati della Chiesa inclusi. Si dedicò subito a radunare i giovani abbandonati nei quartieri più poveri della città; Torino stava cominciando a sperimentare i primi segni di una rapida industrializzazione, e folle di persone si riversavano in città dalle campagne, in cerca san_giovanni_bosco2_2208642_677026di lavoro, completamente prive di ogni struttura di protezione sociale, e facilmente destinate – i giovani in particolare – alla criminalità e al carcere. Appena don Bosco scorse le nuove necessità si dedicò a trovarvi nuove risposte.

Essere amico di Don Bosco vuol dire che tu mi devi aiutare a salvare l’anima tua.

Entrò nel raggio d’influenza di Giuseppe Cafasso (1811-1860,23 giù.), che nel 1831 era diventato lettore di teologia morale a Torino; fu proprio quest’ultimo a persuadere don Giovanni Bosco ad abbandonare il suo sogno iniziale di fare il missionario all’estero. E fu ancora Giuseppe, considerato il secondo fondatore dell’Ordine salesiano, a presentarlo a ricchi benefattori e a condurlo nei bassifondi della città e nelle prigioni, divenuti poi il campo d’azione principale del suo ministero. Don Bosco avrebbe pronunciato l’orazione funebre di Cafasso, quando questi morì non ancora cinquantenne.

“La prima carità è quella che viene usata all’anima propria.”

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Giovanni Bosco subì l’influsso anche di un altro dei tanti santi e beati che all’epoca popolavano Torino,  Giuseppe Cottolengo (1842, 29 apr), fondatore di un ospedale per i poveri nel 1827. Per un certo periodo lo aiutò nelle sue opere di beneficenza, che si diffondevano a macchia d’olio e crescevano sempre più, apparentemente senza alcun finanziamento od organizzazione; infine però dovette decidere di concentrarsi sulla sua opera educativa, che costituiva il suo compito principale.

” Sopporta volentieri i difetti altrui se vuoi che gli altri sopportino i tuoi.”

Il governo torinese era allora insanabilmente in contrasto con la Santa Sede, e l’operato dei preti veniva tollerato solo se strettamente attinente alla sfera religiosa; contemporaneamente l’arcivescovo aveva questo ruolo e la continuazione delle sue escursioni domenicali; Giovanni optò per i suoi giovani e si dimise da cappellano. Constatato che il suo sacerdozio, lungi dall’arricchirlo, lo aveva invece reso povero e pieno di debiti, si sentì di chiedere alla madre di aiutarlo. Aprì con lei una casa nel quartiere povero di Valdocco, dove cominciarono a venire e vivere i ragazzi senzatetto che frequentavano l’Oratorio; alla fine del 1847 erano sei, nel 1852 trentacinque, centoquindici nel 1854, quattrocento nel 1860, seicento nel 1862 toccando infine il numero di ottocento. Mancavano finanziamenti sicuri, anche se le risorse per alloggiarli crescevano.

Don_BoscoII” In ogni pericolo invocate Maria e vi assicuro che sarete esauditi.”

La sicurezza di un alloggio non poteva certo bastare, e se i suoi protetti non fossero rimasti costantemente sotto le sue ali, avrebbero rischiato di legarsi a cattive compagnie. Fu per questo che cominciò ad aprire i laboratori: nel 1853 il primo, per calzolai e sarti; l’anno successivo una legatoria e poi una falegnameria; nel 1861 una stamperia e, un anno dopo, una fonderia.

” Tutto io darei per guadagnare il cuore dei giovani e così poterli regalare al Signore. “

IL FILM 1° PARTE 2° PARTE Ormai l’oratorio aveva seicento studenti interni e almeno altrettanti esterni; Don Bosco veniva aiutato da dieci preti, divenuti poi il nucleo della nuova congregazione, da lui progettata già nel 1854. Incontrò però opposizioni su vari fronti: il clero tradizionalista lo accusava di sottrarre i giovani alle parrocchie e voleva che venissero loro restituiti (come se fossero mai appartenuti a esse!); i politici nazionalisti (e il clero) vedevano in quelle centinaia di giovani terreno fertile di reclutamento di forze rivoluzionarie, mentre la maggior parte della popolazione, compresi quelli che egli considerava suoi amici, semplicemente lo considerava matto.

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La sua incredibile attività presentò il conto quando, nel 1854, venne colpito da un’improvvisa emorragia; mentre i medici disperavano di salvarlo, i suoi ragazzi si organizzarono in gruppi di preghiera continuasi privarono di cibo e acqua e “tempestarono in cielo”: don Giovanni Bosco si riprese. Qualche settimana dopo Torino venne colpita da un’epidemia di colera, che falciò in breve tempo cinquecento persone, mentre la popolazione nel complesso si rifiutava di occuparsi dei malati, dei moribondi e dei morti. Giovanni Bosco allora disse semplicemente ai suoi ragazzi che, se avessero avuto fiducia nella grazia di Dio e non avessero commesso alcun peccato mortale, non sarebbero stati contagiati; poi li organizzò in squadre, per portare i malati agli ospedali e i morti nelle camere mortuarie.

” Quando avete delle spine, mettetele con quelle della corona di Gesù.”

Quando, dopo aver mietuto millequattrocento vittime, in ottobre l’epidemia si placò, nessuno dei ragazzi era stato contagiato. Don Bosco cominciò quindi ad avere la fama di taumaturgo (nell’occasione aveva però anche preso la saggia precauzione di dare a ogni ragazzo una bottiglia di aceto con cui lavarsi le mani dopo aver toccato i malati). Era dotato in effetti di poteri che sembrano attenere al “paranormale”.don bosco1

DON BOSCO E L’AVE MARIA

(La promessa di San Giovanni Bosco e la sua preghiera)

I sogni e i misteri di don Bosco

Nel dicembre del 1854 aveva fatto un sogno profetico che gli preannunciava grandi funerali a corte e considerandolo una premonizione per il re, affinché non firmasse le leggi di chiusura delle case religiose, gli scrisse mettendolo in guardia sulle conseguenze che aveva previsto. Il re non se ne curò.

” Un’ora di pazienza vale più di un giorno di digiuno.”

Il 12 gennaio 1855 la regina madre morì a cinquantaquattro anni; il 20 gennaio la regina Maria Adelaide morì a trentatré anni; l’undici febbraio anche il fratello del re, Ferdinando di Savoia, morì a trentatré anni; il 7 maggio morì il figlio minore del re, che aveva solo quattro mesi. Incollerito con don Giovanni Bosco e persuaso che egli avesse procurato quei decessi con mezzi soprannaturali, il re procedette e il 29 maggio firmò le leggi. Nonostante tutta la sua attività educativa don Bosco trovò tempo per scrivere una storia sacra per le scuole, una storia ecclesiastica, una ragazzi_donboscostoria d’Italia, varie biografie e una serie di opere di pedagogia, compresa una spiegazione semplificata del sistema metrico, pubblicando in tutto una cinquantina di titoli.

” Fa’ ogni cosa come fosse l’ultima della tua vita.”

Quando morì, una delle sue opere (un manuale per la formazione dei giovani) era addirittura giunta alla centodiciottesima edizione. Il suo metodo educativo è stato giudicato retrogrado, ma certo non lo era l’ispirazione che ne stava alla base, e cioè che fondamentalmente gli educatori devono essere totalmente dediti ai giovani e ispirati da amore per essi, proprio come scrisse di se stesso;

«Ho promesso a Dio che fino al mio ultimo respiro avrei vissuto per i miei poveri giovani: studio per voi, lavoro per voi, sono anche pronto a dare la mia vita per voi; ricordatevi che qualunque cosa io sia, lo sono stato interamente per voi, giorno e notte, mattina e sera, in ogni momento».

Questo concetto di totale disponibilità era rivoluzionario, in un contesto in cui invece dominava un sistema generalmente autoritario. Il suo modello era invece basato su un amore non solo reale, ma anche visibile e operativo, così che i giovani sapevano di essere amati.

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“Amatevi, aiutatevi e sopportatevi a vicenda.”


” In punto di morte raccoglieremo quanto avremo seminato nella vita.”
La fondazione della congregazione, intitolata al suo “eroe” S. Francesco di Sales (24 gen.), fu realizzata nonostante le leggi contro gli ordini religiosi; era anzi tale il rispetto nel quale don Bosco veniva tenuto, che vi collaborò lo stesso ministro Rattazzi, che quelle leggi aveva concepito. Nel 1883, don Giovanni Bosco si recò in Francia in cerca di fondi e, stando alle sue dichiarazioni, convertì Victor Hugo nel corso di due conversazioni private.

Egli è considerato il primo santo della storia che si sia prestato a rilasciare un’intervista giornalistica: nel 1884, essendogli stato chiesto ripetutamente se operava miracoli, rispose che faceva ciò che poteva, confidando che Dio e la Santa Vergine compissero il resto. Negò anche di essere in grado di prevedere il futuro, cosa che, disse, appartiene a Dio solo. Descrisse la situazione e il futuro della Chiesa in maniera piuttosto tenebrosa ma mostrò di non temere nulla:

«Dio salverà sempre la sua Chiesa; e la Madonna, che protegge visibilmente il mondo nel tempo attuale, saprà come sostenere chi lo redime».

La fondazione della congregazione salesiana risale al 1854, quando venne dato il nome di salesiano a chiunque si impegnasse  in opere concrete di carità per aiutare il prossimo. L’anticlericalismo giunse a livelli difficilmente spiegabili, fino all’estremo della 2don boscopromulgazione, nel 1855, di leggi che portarono alla chiusura di trecentotrentun case religiose e colpirono 4540 religiosi. Don Giovanni Bosco riuscì però ad aggirare ingegnosamente queste norme. Iniziò ad attirare folle di fedeli alle omelie e ai corsi serali, tenuti presso l’Oratorio dove raccoglieva i suoi ragazzi abbandonati: Domenico Savio, morto a soli quindici anni di tubercolosi, era uno di questi e Don Bosco scrisse una biografia che avrebbe grandemente contribuito alla sua canonizzazione nel 1954 (9 mar.). Il metodo della “dedizione totale” di Giovanni Bosco cominciò a concretizzarsi in escursioni domenicali per gruppi di ragazzi, articolate in giornate in cui si avvicendavano la Messa, giochi, picnic, studio della natura, canti e celebrazione dei Vespri.

“Fa’ ogni cosa come fosse l’ultima della tua vita.”

Oggi vi sono circa duemila comunità salesiane sparse in 113 paesi, con quasi 17000 salesiani impegnati a gestire istituti di formazione elementari in tutto il mondo. Nel 1872 aprì, in  collaborazione con S. Maria Mazzarello ’1837-1881, 14 mag.),un’organizzazione parallela per donne: le prime ventisette fecero la professione assumendo il nome di Figlie di Maria Ausiliatrice. Anche la congregazione femminile si diffuse quasi con lo stesso ritmo di quella maschile, con l’apertura di case tanto nel Vecchio Mondo quanto nel Nuovo. Come sostegno delle due congregazioni venne fondato una sorta di terz’ordine, che assunse il nome di “Cooperatori Salesiani“, sviluppatosi con altrettanta velocità.

” Tutto io darei per guadagnare il cuore dei giovani e così poterli regalare al Signore.”

San Giovanni Bosco e San Domenico Savio

Già nel 1885 i medici lo avevano avvertito che la sua incessante attività lo stava logorando, ma l’idea stessa di riposo era estranea alla sua natura; durante il 1887 divenne sempre più debole e ben presto, il 31 gennaio 1888, mori. Quarantamila persone sfilarono davanti al feretro esposto in chiesa, e si può dire che tutti i torinesi si riversarono nelle strade della città per assistere ai suoi funerali. Venne canonizzato da papa Pio XI nella domenica di Pasqua dei 1934. Il papa che circa cinquant’anni prima, quando era ancora giovane sacerdote, aveva fatto visita a don Giovanni Bosco, lo ricordò così nel suo discorso di canonizzazione:

«Era un uomo sempre attento a qualsiasi cosa accadesse intorno a lui e tuttavia, al tempo stesso, si potrebbe dire che non si preoccupava di nulla e che i suoi pensieri erano altrove. E infatti era proprio così: era altrove, era con Dio».

Fu anche il primo santo in onore del quale fu proclamata in Italia una giornata di festa nazionale, da celebrare il giorno dopo la sua canonizzazione.

É INVOCATO: – come protettore di giovani, scolari, apprendisti, editori cattolici

“Iddio vi benedica tutti e a tutti conceda la gra­zia di ben vivere e di ben morire.”

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FonteIl primo grande dizionario dei santi di Alban Butler