Letture di venerdì 31 gennaio 2020

LETTURE DI VENERDÌ

31 gennaio 2020

SAN GIOVANNI BOSCO

la storia, la video-storia e il film. – DON BOSCO E L’AVE MARIA  Una promessa di San Giovanni Bosco e la sua preghiera – I sogni e i misteri di don Bosco

“… il regno di Dio […] È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi […] e diventa più grande di tutte le piante dell’orto…”

MADONNA DELLE GRONDICI

Tavernelle di Panicale (PG) Umbria  – 31 gennaio 1495 – Il santuario che La ospita fu eretto in seguito alla resurrezione di un bambino, da qui l’appellativo “Grondici” che deriva da “suggrunda”: gronda o tettoia che i Romani indicavano come sepolcro dei bambini minori di 40 giorni di vita. Qui venivano portati i bambini morti senza battesimo.

Santa Marcella di Roma

vedova (330-410) 31 gennaio – Rimane orfana del padre. Sposatasi da giovane dopo sette mesi rimane vedova e lo spirito ascetico la conquista e rifiuta le seconde nozze. Il suo palazzo diventa un luogo dove ove confluiscono altre nobili romane, vergini e vedove, preti e monaci per intrattenersi in conversazioni sulla Sacra Scrittura.

Venite, figli, ascoltatemi: v’insegnerò il timore del Signore. Guardate a lui, e sarete raggianti.

PREGHIERA DEL MATTINO

O Dio, che in san Giovanni Bosco hai dato alla tua Chiesa un padre e un maestro dei giovani, suscita anche in noi la stessa fiamma di carità a servizio della tua gloria per la salvezza dei fratelli. Per Cristo nostro Signore. Amen

PRIMA LETTURA

2 Sam 11,1-4.5-10.13-17 – Dal secondo libro di Samuele.

All’inizio dell’anno successivo, al tempo in cui i re sono soliti andare in guerra, Davide mandò Ioab con i suoi servitori e con tutto Israele a compiere devastazioni contro gli Ammoniti; posero l’assedio a Rabbà, mentre Davide rimaneva a Gerusalemme. Un tardo pomeriggio Davide, alzatosi dal letto, si mise a passeggiare sulla terrazza della reggia. Dalla terrazza vide una donna che faceva ilDavide e Betsabeabagno: la donna era molto bella d’aspetto. Davide mandò a informarsi sulla donna. Gli fu detto: «È Betsabea, figlia di Eliàm, moglie di Urìa l’Ittita». Allora Davide mandò messaggeri a prenderla. La donna concepì e mandò ad annunciare a Davide: «Sono incinta». Allora Davide mandò a dire a Ioab: «Mandami Urìa l’Ittita». Ioab mandò Urìa da Davide. Arrivato Urìa, Davide gli chiese come stessero Ioab e la truppa e come andasse la guerra. Poi Davide disse a Urìa: «Scendi a casa tua e làvati i piedi». Urìa uscì dalla reggia e gli fu mandata dietro una porzione delle vivande del re. Ma Urìa dormì alla porta della reggia con tutti i servi del suo signore e non scese a casa sua. La cosa fu riferita a Davide: «Urìa non è sceso a casa sua». Davide lo invitò a mangiare e a bere con sé e lo fece ubriacare; la sera Urìa uscì per andarsene a dormire sul suo giaciglio con i servi del suo signore e non scese a casa sua. La mattina dopo Davide scrisse una lettera a Ioab e gliela mandò per mano di Urìa. Nella lettera aveva scritto così: «Ponete Urìa sul fronte della battaglia più dura; poi ritiratevi da lui perché resti colpito e muoia». Allora Ioab, che assediava la città, pose Urìa nel luogo dove sapeva che c’erano uomini valorosi. Gli uomini della città fecero una sortita e attaccarono Ioab; caddero parecchi della truppa e dei servi di Davide e perì anche Urìa l’Ittita.

C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.

SALMO RESPONSORIALE

Sal 50

RIT: Perdonaci, Signore: abbiamo peccato.

Pietà di me, o Dio, nel tuo amore; nella tua grande misericordia cancella la miaPERDONACI SIGNOREiniquità. Lavami tutto dalla mia colpa, dal mio peccato rendimi puro. RIT

Sì, le mie iniquità io le riconosco, il mio peccato mi sta sempre dinanzi. Contro di te, contro te solo ho peccato, quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto. RIT

Così sei giusto nella tua sentenza,sei retto nel tuo giudizio. Ecco, nella colpa io sono nato, nel peccato mi ha concepito mia madre. RIT

Fammi sentire gioia e letizia: esulteranno le ossa che hai spezzato. Distogli lo sguardo dai miei peccati cancella tutte le mie colpe. RIT

CANTO AL VANGELO

Alleluia, Alleluia.

Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra,perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno.

Alleluia.

VANGELO

Mc 4, 26-34 – Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra». Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

COMMENTO

Il Regno di Dio come un seme nascosto.

La fecondità dei semi divini è misteriosamente nascosta, non ha nulla di appariscente e di clamorosamente visibile; la si può scorgere solo con l’occhio della fede, che ci aiuta a comprendere, ma non ci svela mai completamente il mistero che racchiude. Sembra che tutto sia troppo piccolo ai nostri occhi, sembra che i granellini di Dio, sparsi per il mondo, siano inadeguati a confronto con le nostre attese e le nostre smanie di grandezza. C’è poi l’impazienza che ci morde dentro e non ci consente di attendere che il seme germogli e cresca. Dio vede il nostro tempo in chiave di eternità e quindi lo scandisce secondo un suo piano inscrutabile. Non ci è dato di conoscere neanche il senapetempo della mietitura o della raccolta dei frutti. Ci sfuggono perfino i criteri per valutare la crescita del Regno. Neanche le misure di Dio corrispondono alle nostre. Tutto questo però non significa che Egli ci voglia lasciare completamente al buio: il suo piano universale di salvezza ci riguarda direttamente e la crescita del seme significa per noi l’incarnazione nel tempo e in ciascuno di quel progetto. Ci dona perciò la fede, che dobbiamo alimentare con le altre virtù cristiane, specialmente con l’umiltà e la purezza del cuore. Solo così possiamo arrivare ad accogliere con una accettazione piena ed incondizionata i progetti divini, senza la pretesa, assurda per la pochezza dei nostri occhi, di volerli misurare con i nostri criteri umani. È proprio nei confronti di Dio che sperimentiamo i grandi guasti derivanti dalla superbia e le meraviglie che sgorgano dall’umiltà. I fasti e le glorie dei regni umani hanno le loro storie e rivelano la loro caducità. Il regno di Dio, proprio perché silenzioso e umile, piccolo e nascosto, si rivela infine in tutta la sua grandiosità con i prodigi che opera nella nostra storia. Gesù lo dichiara: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Il seme di Dio, il suo figlio prediletto, dovrà calarsi, proprio come seme fecondo, nelle viscere della terra, per germogliare e portare frutti di universale salvezza, in quel mattino di Pasqua.(Preparato dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire)

PREGHIERA DELLA SERA

PREGHIERA (6)O Signore, rendici vigilanti e fiduciosi, umili seminatori della Tua parola. La presenza di Cristo tra noi ci confermi nella speranza del Tuo regno, dove tu sarai tutto in tutti. In cambio Ti affidiamo, le gioie e le fatiche, le rinunce e gli atti di carità che siamo riusciti a fare in questo giorno e Ti ringraziamo con tutto il cuore per tutto quello che fai per noi e ci dai ogni giorno. Amen.