Marco Ripamonti a La Salette

MARCO RIPAMONTI A LA SALETTE

Il 19 settembre del 1846, nel cuore delle brulle Prealpi francesi, due pastorelli, Melania e Massimino, sono visitati da una “Bella Signora” in pianto: Maria implorava il suo popolo di scegliere la vita.
Il suo richiamo e le sue lacrime hanno emozionato tante persone che, da ormai un secolo e mezzo, non smettono di salire sulla Montagna per mettersi in cammino sulle tracce di suo Figlio. Ella si presenta come la “Bella Signora”, Maria, la madre di Gesù, ai piedi della Croce, ha ricevuto di essere la Madre di tutti gli uomini; Ella interpella il suo Popolo smarrito in mezzo a un mondo troppo spesso senza giustizia e amore perché senza Dio.
Solo la conversione può aprire cammini nuovi all’umanità di oggi. Due giovani analfabeti, che parlavano quasi esclusivamente il dialetto locale, provenivano da situazioni familiari molto difficili: Massimino 11 anni, era orfano di mamma e quel giorno si trovava a La Salette per sostituire un pastorello ammalato; Melania, quasi 15 anni, proveniva da una famiglia ancora più povera, con dieci figli, lei era la quarta e già dall’età di otto anni era stata ceduta come pastorella alle famiglie della zona.
Quel giorno i due ragazzi, che si sono conosciuti solo due giorni prima, s’incontrano per caso al pascolo. Entrambi hanno portato li i pochi animali a loro affidati: otto mucche, una capretta e il cane di Massimino. All’ora di pranzo, mezzogiorno, i due ragazzi abbeverano le mucche e si fermano presso la fontana degli uomini, per consumare il loro pasto. Poi scendono qualche metro più in basso, vicino alla fontana più asciutta, giocano un po’ e si addormentano.
E’ Melania la prima a risvegliarsi, preoccupata di aver perso gli animali, ma essi sono vicini, al loro posto. Decide allora di scendere nel valloncello, dove hanno giocato e dormito, per recuperare le sue poche cose ma, proprio in mezzo alla conca verde, vede sfavillare un globo di luce, abbagliante più del sole. Chiama allora Massimino, che la raggiunge di corsa. Il globo di luce comincia a girare sempre più vorticosamente, diventa più grande, fin quando al suo centro appare una Donna, seduta su una pietra con i gomiti appoggiati alle ginocchia, che piange sommessamente con il viso fra le mani.
I due ragazzi, timorosi, non hanno nemmeno il coraggio di avvicinarsi, sara’ la Bella Signora, come la chiameranno sempre i due fanciulli, ad avvicinarsi a loro, dopo essersi alzata lentamente, con il volto pieno di afflizione. E’ una donna bellissima, con una voce dolce come di musica, alta e maestosa. Indossa l’abito tipico delle mamme del villaggio, tanto che Melania, da principio, pensa si tratti di una povera donna maltrattata dai figli, venuta alla fontana per sfogarsi un po’. Nella Bella Signora, però, c’è qualcosa in più, qualcosa che fa sparire dal cuore dei fanciulli ogni timore e li fa avvicinare a Lei.
Il suo abito e’ scintillante e scende fino ai piedi, ha uno scialle sulle spalle, ornato di rose, cosi come la cuffia e i contorni delle calzature. Le rose sulla fronte emanano raggi luminosi che sembrano formare un diadema regale. Accanto allo scialle c’è una pesante catena, con una catena più piccola che scende dal collo, cui è appeso un grande crocifisso, anch’esso luminosissimo, come un piccolo sole dentro il globo di luce che avvolge la Signora. Sui bracci del crocifisso ci sono un martello e una tenaglia.
I ragazzi diranno, più tardi che la Signora ha pianto durante tutto il suo messaggio. La bella Signora dice a loro: Venite vicino figli miei, non abbiate timore, sono qui per annunciarvi un  grande messaggio. Se il mio popolo non vuole sottomettersi, sono costretta a lasciar andare il braccio di Mio Figlio. Esso e’ forte, ma anche pesante che non posso piu’ sostenerlo. Da quanto tempo soffro per voi, voglio che mio Figlio non vi abbandoni, sono incaricata di pregarlo incessantemente per voi e voi non ci fate caso. Vi ho dato sei giorni per lavorare, mi sono riservato il settimo e non  me lo volete concedere. E’ questo che appesantisce tanto il braccio di mio Figlio. Anche i carrettieri non sanno che bestemmiare il nome di mio Figlio. Queste sono le due cose che appesantiscono tanto il braccio di mio Figlio. Se il raccolto si guasta, la colpa e’ vostra. Ve l’ho fatto vedere l’anno passato con le patate; voi non ci fate caso. Anzi, quando ne trovate guaste, bestemmiavate il nome  di mio Figlio. Esse continueranno a marcire e quest’anno, a Natale, non ve ne saranno piu’.
Poi la Madonna continuo’ il suo discorso in dialetto ammonendo il popolo attraverso i due ragazzi, dicendo loro di non seminare il grano, perché sara’ mangiato dagli insetti e quello che maturerà cadrà in polvere e soprattutto per l’arrivo di una grandissima carestia. Marciranno pure le noci e l’uva e moltissimi bambini sotto i sette anni saranno colpiti da convulsioni e moriranno.
Il messaggio de La Salette torna ai nostri giorni con un attualità davvero notevole. E’ un messaggio che ci invita alla riconciliazione con Dio, ad accogliere con semplicità e amore il perdono del Signore, a riscoprire nella nostra vita, la centralità di Cristo, vicino a tutti noi, ogni giorno, nei Sacramenti e soprattutto nell’Eucaristia.
Il Mons. Filiberto de Bruillard, vescovo di Grenoble, il 19 settembre 1851, promulga il decreto di riconoscimento dell’apparizione. Nel 1996 il Santo Papa Giovanni Paolo II nel 150° Anno delle apparizioni, ringrazia Maria e afferma che la Salette e’ un messaggio di speranza e riconciliazione con Dio e con tutti gli uomini della terra.
Buon cammino di fede, sempre uniti in preghiera, vostro Marco Ripamonti.

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