LETTURE DI DOMENICA
28 Settembre 2014
XXVI Domenica del Tempo Ordinario – Anno A
BEATO BERNARDINO DA FELTRE
Sacerdote dell’ordine dei minori (1439-1494) Bernardino da Feltre fu uno dei grandi predicatori del XV secolo e un economista pratico anche se discusso. Grazie a lui si ebbe il primo “Monte di Pietà”. Per le sue omelie non si preparava un discorso nel modo convenzionale, ma si affidava alla preghiera. Accusato di essere troppo duro con gli ebrei, ma in realtà si scagliava contro l’usura che la maggior parte di loro praticava. La storia e un video.
PREGHIERA DEL MATTINO
«Voi dite: “Non è retto il modo di agire del Signore”. Ascolta dunque, casa d’Israele: Non è retta la mia condotta o piuttosto non è retta la vostra?
Se il giusto si allontana dalla giustizia e commette il male e a causa di questo muore, egli muore appunto per il male che ha commesso.
E se il malvagio si converte dalla sua malvagità che ha commesso e compie ciò che è retto e giusto, egli fa vivere se stesso. Ha riflettuto, si è allontanato da tutte le colpe commesse: egli certo vivrà e non morirà».
C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.
SALMO RESPONSORIALE
Sal.23
RIT: Ricòrdati, Signore, della tua misericordia.
Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri. Guidami nella tua verità e istruiscimi, perché sei tu il Dio della mia salvezza, in te ho sempre sperato. RIT
Ricordati della tua fedeltà che è da sempre. Non ricordare i peccati della mia giovinezza: ricordati di me nella tua misericordia, per la tua bontà, Signore. RIT
Buono e retto è il Signore, la via giusta addita ai peccatori; guida gli umili secondo giustizia, insegna ai poveri le sue vie. RIT
SECONDA LETTURA
Fil 2, 1-11 – Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési
Fratelli, se c’è qualche consolazione in Cristo, se c’è qualche conforto, frutto della carità, se c’è qualche comunione di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione, rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire e con la stessa carità, rimanendo unanimi e concordi.
Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri.
Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù: egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini.
Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce.
Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre.
C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.
CANTO AL VANGELO
Alleluia, Alleluia.
Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore, e io le conosco ed esse mi seguono.
Alleluia.
VANGELO
Mt 21, 28-32 – Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
Lettura ed Omelia di Don Ferdinando Colombo
(DISPONIBILE DA DOMENICA)
COMMENTO
Li riconoscerete dalle loro opere.
Con Dio non ci è consentito di fingere. Con lui le maschere non funzionano; egli scruta i cuori e tutto vede nella verità. «Non c’è nulla di nascosto che non debba essere manifestato, nulla di segreto che non debba essere conosciuto e venire in piena luce», dice il Signore. Anche le più sùbdole forme di ipocrisia, appaiono evidenti in tutta la loro malizia ai suoi occhi. Gli scribi e i farisei, quasi tutti i capi religiosi del tempo, con arroganza, si ritengono i depositari ùnici ed incontestabili della verità. Ignorano però l‘essenziale, il compiere e praticare realmente la volontà di Dio. Le novità di Cristo risuonano perciò in loro come inquietanti eresie da combattere e lo stesso Signore, persona scomoda e da eliminare. Il sommo sacerdote Càifa affermerà solennemente: «Voi non capite nulla e non considerate come sia meglio che muoia un solo uomo per il popolo e non perisca la nazione intera». È in questo contesto che leggiamo la parabola odierna, pervasa di sottile ironia. Gesù induce così i suoi nemici dichiarati ad una inattesa autocondanna. Prende lo spunto dal comportamento radicalmente opposto dei due figli, rappresentanti di altrettante categorie di persone. Essi ricevono da padre lo stesso mandato di andare a lavorare nella vigna. Il primo dichiara verbalmente la propria disponibilità, ma poi non esegue quanto promesso. Il secondo invece dichiara inizialmente di non avere voglia di eseguire quell’ordine, ma poi, pentito, esegue docilmente il comando ricevuto. Poi la domanda coinvolgente del Signore: «chi dei due ha compiuto la volontà del padre?».
La santità vera non è mai un dato acquisito definitivamente, non è un’etichetta che ciascuno può incollarsi alle spalle, richiede lo sforzo diuturno e la consapevolezza di essere sempre in cammino di conversione. È ricorrente, non solo ai tempi di Gesù, la tentazione di credere che la semplice appartenenza a determinate categorie privilegiate possa essere già una garanzia di santità. L’unico punto di riferimento per fare una giusta valutazione è nella risposta che siamo chiamati a dare al Signore se veramente siamo umili cercatori ed esecutori della sua santissima volontà. Può perciò accadere che i pubblici peccatori e persino le prostitute, che prendono coscienza del loro disagio morale e si muovono alla conversione sincera, possano precedere in cielo coloro che gratuitamente si ritengono giusti e santi.(Preparato dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire)
PREGHIERA DELLA SERA
Rendici o Signore, testimoni del vangelo. In cambio Ti affidiamo, le gioie e le fatiche, le rinunce e gli atti di carità che siamo riusciti a fare in questo giorno e Ti ringraziamo con tutto il cuore per tutto quello che fai per noi e ci dai ogni giorno. Dio della salvezza, che ci chiami ad una testimonianza coraggiosa della nostra fede, aiutaci a portare apertamente e fieramente il nostro nome cristiano, perché Gesù Tuo Figlio ci possa un giorno riconoscere davanti a Te che sei Dio e vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.