Letture di martedì 8 gennaio 2013

LA PAROLA DI MARTEDI’SAN LORENZO

08 gennaio 2013

II Settimana del Tempo di Natale

S. LORENZO GIUSTINIANI

vescovo (1381-1455) Fattosi frate arriva a mendicare fin sotto casa, dove la madre, per affrettarne il ritorno in convento, mandava i domestici a riempire di pani la sua bisaccia, per evitare che qualcuno lo riconoscesse. Nella sua ascesa non abbandonerà mai la sua grande carità, un esempio che spingerà molti cuori alla conversione. La storia su http://biscobreak.altervista.org/2013/01/san-lorenzo-giustiniani/

“Benedetto colui che viene nel nome del Signore: il Signore nostro Dio è luce per noi.”

PREGHIERA DEL MATTINO

O Padre, il cui unico Figlio si è manifestato nella nostra carne mortale, concedi a noi, che lo abbiamo conosciuto come vero uomo, di essere interiormente rinnovati a sua immagine. Egli è Dio, e vive e regna con Te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

PRIMA LETTURA

1 Gv 4, 7-10

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo.
cuore4Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.
In questo si è manifestato l’amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui. In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.

C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.

SALMO RESPONSORIALE

Sal 71

RIT: Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.popolo di Dio (2)

O Dio, affida al re il tuo diritto, al figlio di re la tua giustizia; egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia e i tuoi poveri secondo il diritto. RIT

Le montagne portino pace al popolo e le colline giustizia. Ai poveri del popolo renda giustizia, salvi i figli del misero. RIT

Nei suoi giorni fiorisca il giusto e abbondi la pace, finché non si spenga la luna. E dòmini da mare a mare, dal fiume sino ai confini della terra. RIT

CANTO AL VANGELO

Alleluia, Alleluia.
Il Signore mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione.
Alleluia.

VANGELO

Mc 6, 34-44
Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, sceso dalla barca, Gesù vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
miracolo moltiplicazioneEssendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i suoi discepoli dicendo: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congedali, in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare». Ma egli rispose loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Gli dissero: «Dobbiamo andare a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?». Ma egli disse loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Si informarono e dissero: «Cinque, e due pesci».
E ordinò loro di farli sedere tutti, a gruppi, sull’erba verde. E sedettero, a gruppi di cento e di cinquanta. Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero a loro; e divise i due pesci fra tutti.
Tutti mangiarono a sazietà, e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste piene e quanto restava dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

COMMENTO

«Voi stessi date loro da mangiare».La fame è una delle esigenze primordiali dell’uomo e nel linguaggio biblico non significa solo il bisogno urgente del cibo quotidiano, ma di tutto ciò che occorre all’essere umano per vivere dignitosamente. Per questo i nostri progenitori erano stati posti nel giardino dell’Eden, dove trovavano tutto il necessario: la famigliarità con Dio e il cibo per nutrirsi senza fatica. Nel deserto lo stesso Dio interviene miracolosamente con la manna per miracolo dei pani e pescisfamare il suo popolo. Gesù guarda la folla e si commuove per loro perché erano come pecore senza pastore. È significativa questa commozione: quella gente è affamata di verità, vuole e cerca un pastore, una guida sicura. La fame che attanaglia lo spirito è quella che crea maggiore sofferenza quando non è soddisfatta. Per questo il Signore si mise ad insegnare loro molte cose. Egli sa bene che la sazietà dell’anima è più importante di quella del corpo e a questa provvede per primo. Quando poi si tratta di sfamare l’appetito di tutta quella gente Gesù dà un mandato ai suoi: “Voi stessi date loro da mangiare”: egli detta così una qualifica missione per la sua Chiesa. La vuole operosa nella carità, attenta a tutti i bisogni dell’uomo, sempre pronta a soccorrere in tutti i modi possibili. Possiamo dire oggi che tutti coloro che si riconoscono in Cristo, sentono urgente questo mandato e questa missione da compiere. La dottrina sociale della Chiesa è diventata un chiaro punto di riferimento per molti, anche per coloro che spendono le loro energie nel politico. La Chiesa per conto suo non smette di mostrarsi madre e maestra anche nel settore della carità e della giustizia, nella ferma convinzione di vedere sotto le spoglie del povero e dell’indigente la persona stessa del Cristo. C’è poi una sfida aperta per i suoi ministri prediletti, i successori degli apostoli. Gesù, prima di diventare egli stesso pane spezzato, sollecita i suoi a diventarlo. Dice loro: voi, dovete diventare pane per gli affamati. Dovrete dare voi stessi da mangiare!
(Preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire)
volo26

PREGHIERA DELLA SERA

O Padre, vedendo la nostra povertà, hai mandato Gesù perchè ci desse il pane della vita. Lo invochiamo con fiducia chidendogli di saziare la nostra fame. In cambio Ti affidiamo, le gioie e le fatiche, le rinunce e gli atti di carità che siamo riusciti a fare in questo giorno e Ti ringraziamo con tutto il cuore per tutto quello fai per noi e ci dai ogni giorno. Dio, Padre di tutti noi, aiutaci con la forza del Tuo Spirito a compiere la Tua volontà, così che non ci siano più dolore e ingiustizia, ma uguaglianza fondata sull’amore. Per Cristo nostro Signore. Amen.