LETTURE DI DOMENICA
17 settembre 2017
XXIV Settimana del Tempo Ordinario (Anno A)
“…quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. …”
Maria SS. degli Afflitti di San Procopio
NOSTRA SIGNORA DEL LAUS
Benedetta Rencurel era nata a Saint-Étienne-le-Laus il 17 settembre 1647; precocemente orfana, amava recitare il rosario quando portava a pascolare il gregge della famiglia Jullien nel Vallone dei Forni (Vallon des Fours), nei dintorni del suo villaggio. Proprio a lei apparirà la Vergine con un bellissimo bambino in braccio. In “articoli vari” La storia delle apparizioni, la video-storia e un video del santuario.
SAN ROBERTO BELLARMINO
Vescovo e dottore della Chiesa (1542-1621) 17 settembre – Roberto Bellarmino, viene descritto da un contemporaneo, il cardinale Valfiero, come il«più grande piccolo uomo sulla terra», fu uno degli studiosi migliori e delle personalità più avvincenti del periodo della Controriforma. Chiamato in causa al processo di Galileo era in grado di distinguere gli individui in base alle loro opinioni. In “briciole di luce” la storia e la video-storia.
“Dà, o Signore, la pace a coloro che sperano in te; i tuoi profeti siano trovati degni di fede; ascolta la preghiera dei tuoi fedeli e del tuo popolo, Israele.”
PREGHIERA DEL MATTINO
O Dio, che hai creato e governi l’universo, fa’ che sperimentiamo la potenza della tua misericordia, per dedicarci con tutte le forze al tuo servizio. Per Cristo nostro Signore. Amen
PRIMA LETTURA
Sir 27,33-28,9 – Dal libro del Siràcide
Rancore e ira sono cose orribili, e il peccatore le porta dentro. Chi si vendica subirà la vendetta del Signore, il quale tiene sempre presenti i suoi peccati. Perdona l’offesa al tuo prossimo e per la tua preghiera ti saranno rimessi i peccati. Un uomo che resta in collera verso un altro uomo, come può chiedere la guarigione al Signore? Lui che non ha misericordia per l’uomo suo simile, come può supplicare per i propri peccati? Se lui, che è soltanto carne, conserva rancore, come può ottenere il perdono di Dio? Chi espierà per i suoi peccati? Ricòrdati della fine e smetti di odiare, della dissoluzione e della morte e resta fedele ai comandamenti. Ricorda i precetti e non odiare il prossimo, l’alleanza dell’Altissimo e dimentica gli errori altrui.
C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.
SALMO RESPONSORIALE
Sal.102
RIT: Il Signore è buono e grande nell’amore.
Benedici il Signore, anima mia, quanto è in me benedica il suo santo nome. Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tutti i suoi benefici. RIT
Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue infermità, salva dalla fossa la tua vita, ti circonda di bontà e misericordia. RIT
Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore. Non ci tratta secondo i nostri peccati e non ci ripaga secondo le nostre colpe. RIT
Quanto dista l’oriente dall’occidente, così egli allontana da noi le nostre colpe. Come è tenero un padre verso i figli, così il Signore è tenero verso quelli che lo temono. RIT
SECONDA LETTURA
Rm 14,7-9 – Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, nessuno di noi vive per se stesso e nessuno muore per se stesso, perché se noi viviamo, viviamo per il Signore, se noi moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore. Per questo infatti Cristo è morto ed è ritornato alla vita: per essere il Signore dei morti e dei vivi.
C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.
CANTO AL VANGELO
Alleluia, Alleluia.
Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore: come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Alleluia.
VANGELO
Mt 18, 21-35 – Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.
Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.
Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.
Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto.
Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
COMMENTO
Perdonare è grandezza d’animo.
L’evangelista Matteo ci ricorda oggi il nostro impegno o missione cristiana che è quella di seguire le orme o i passi del nostro Grande Maestro Gesù Cristo. Gesù incarna in sé il sacramento del perdono. I nostri limiti umani tante volte rendono difficile l’accoglienza dei fratelli e l’esercizio della carità nei loro confronti. Per superare queste situazioni c’è un rimedio evangelico infallibile: il perdono. Il perdono è il “pane quotidiano” di una comunità o chiesa domestica. Infatti, ogni giorno, c’è bisogno di perdono, perché ogni giorno ci possono essere contrasti che creano divisioni. Nella logica del Vangelo perdonare significa dimenticare, non si tratta di memoria, ma di cuore, – e dimenticare significa amare di più il fratello, accogliendolo pienamente e comportandosi con lui come se nulla fosse accaduto, cioè senza lasciarci condizionare dal male ricevuto. Perdonare significa “ricordarsi per dimenticare” come dice il profeta Isaia: “io perdonerò la loro iniquità e non mi ricorderò più del loro peccato“. San Giovanni Paolo II nel messaggio per la giornata mondiale della pace del 1997 scriveva: “offri il perdono, ricevi la pace“, resta vero che non si può rimanere prigionieri del passato: occorre una sorta di purificazione della memoria affinché i mali non tornino a prodursi. Il perdono richiede fede, carità, rinnegamento di sé, lotta contro l’uomo della carne. Essa deve essere totale, nel cuore e nel comportamento. Dal perdono nascono la condivisione, il servizio, la pace, la partecipazione alle gioie e alla sofferenza altrui. Senza perdono c’è il cancro, il pericolo di rendere incurabile il nostro male. Vivendo solo in atteggiamento di perdono possiamo rivolgerci al Signore pregando: “rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”, e potremo accostarci con verità ai sacramenti della riconciliazione e dell’Eucaristia. [Preparato dai giovani monaci del Monastero di San Vincenzo a Bassano Romano (VT)]