LETTURE DI LUNEDÌ
2 dicembre 2013
I Settimana del Tempo di Avvento
BEATO GIOVANNI DI RUYSBROECK
monaco(1293-1381) Un semplice monaco definito da alcuni addirittura illetterato, poiché al latino preferiva il dialetto locale. Lasciava le sue opere senza titolo e amava meditare solo nel bosco scrivendo appunti su tavolette di cera. Parlava dell’operare della Trinità attraverso “ondate di amore eterno”. La storia e un video con brani tratti dalle sue opere su http://biscobreak.altervista.org/2013/12/beato-giovanni-di-ruysbroeck/
APPARIZIONE DI BALASAR
Portogallo – 2 dicembre 1944
Il 2 dicembre 1944 la Vergine apparve per la prima volta alla Beata Alexandrina Maria da Costa (1904-1955), per confermarle le parole del Figlio che il giorno prima l’aveva unita in matrimonio mistico, dicendole: “Accetta il mio santissimo manto… puoi coprire il mondo intero. Basta per tutti. Accetta la mia corona, sei regina”.
PRIMA LETTURA
Is 2, 1-5
Dal libro del profeta Isaìa
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE
Sal.121
RIT: Andiamo con gioia incontro al Signore.
Quale gioia, quando mi dissero: «Andremo alla casa del Signore!». Già sono fermi i nostri piedi alle tue porte, Gerusalemme! RIT
Gerusalemme è costruita come città unita e compatta. È là che salgono le tribù, le tribù del Signore. RIT
Chiedete pace per Gerusalemme: vivano sicuri quelli che ti amano; sia pace nelle tue mura, sicurezza nei tuoi palazzi. RIT
Per i miei fratelli e i miei amici io dirò: «Su di te sia pace!». Per la casa del Signore nostro Dio, chiederò per te il bene. RIT
CANTO AL VANGELO
Alleluia, Alleluia.
Signore, nostro Dio, vieni a liberarci: fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi.
Alleluia.
VANGELO
Mt 8, 5-11
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò».
Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».
Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
COMMENTO
È la risposta di Gesù alle fervente preghiera del Centurione. È la voce supplice di un pagano che implora la guarigione per il suo servo gravemente infermo. Acquista una particolare efficacia la preghiera quando è rivolta al Signore non per noi stessi, ma per un nostro fratello, ancor più se si tratta di un servo a cui poco o nulla era dovuto a quei tempi. È una testimonianza di un amore fraterno che subito apre il cuore del Signore. Viene spontaneo poi pensare che la preghiera di quello straniero possa rappresentare la supplica dell’intera umanità pagana che inconsciamente anela la verità e la salvezza. Anche noi provenienti dal paganesimo come il centurione, anche noi servi come il suo servo, siamo nella terribile sofferenza e paralizzati del peccato e dalle tristi conseguenze che ne derivano. È quanto ci è accaduto sin dal principio. Quel “verrò” è quanto ci è stato promesso sin dall’inizia. È il motivo che, nonostante le peripezie, le infedeltà e i tradimenti è servito a tenere desta la speranza di un intero popolo. Il motivo che anche nelle più grandi sciagure ha fatto proclamare ai profeti incessantemente “verranno giorni” e spunterà un virgulto nuovo, il germoglio del Signore splenderà, finirà la schiavitù… Anche dinanzi al grande disastro nazionale dell’esilio che poteva segnare la fine di un popolo e la morte della fede nell’Unico Signore, mai si è assistito all’abbandono da parte di Dio. Anzi quel “verrò” diventa l’esplicita dichiarazione, oggi proferita da Cristo, che Egli viene con potenza e sempre interviene nel nostro mondo e nel Natale assume nel Figlio la nostra carne. Significa quindi anche l’incessante premura paterna di Dio, che si fa più intensa quando ci vede malati o schiavi o comunque più bisognosi di un suo intervento salvifico nella nostra storia. Non possiamo non leggere la parole di Gesù come un gioioso preannuncio del Natale. Egli verrà e ci guarirà! (Omelia dei Monaci Benedettini Silvestrini su lachiesa.it)
PREGHIERA DELLA SERA
O Signore, Tu conosci il cuore di ogni uomo ed operi per la salvezza di tutti. Certi della Tua misericordia e del Tuo amore, Ti chiediamo con fede di vegliare sui nostri passi. In cambio Ti affidiamo, le gioie e le fatiche, le rinunce e gli atti di carità che siamo riusciti a fare in questo giorno e Ti ringraziamo con tutto il cuore per tutto quello che fai per noi e ci dai ogni giorno. O Padre, accogli benigno le suppliche che Ti presentiamo. La prossima venuta del Tuo Figlio ci trovi vigilanti e pronti, rinnovati giorno dopo giorno dalla speranza di sedere con Te alla mensa del regno dei cieli. Per Cristo nostro Signore. Amen.