Letture di lunedì 25 novembre 2019

LETTURE DI LUNEDÍ

25 novembre 2019

XXXIV Settimana del Tempo Ordinario (Anno I)

“…questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. …”

icona-della-madre-di-dio-misericordioso2MADRE DI DIO MISERICORDIOSO

Kykko, Nicosia, Cipro – 25 novembre – Un’antica tradizione sostiene che l’Arcangelo Gabriele ha dato a Maria un po’ di legna presa dall’Albero della Vita. Lei poi lo diede a San Luca, che lo utilizzò per dipingere tre immagini di Gesù Bambino. La Santa Vergine stessa, disse davanti a questa icona: “La grazia di Colui Che ho portato in me, vive in essa.

Serva di Dio Odette Vidal de Oliveira

B. Luigi Beltrame Quattrocchi e B. M. Corsini

liugi e maria coniugi quattrocchi(1880-1951) e la consorte (1884-1965) 25 novembre – Per la prima volta nella storia della Chiesa una coppia di sposi, Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi, sono stati proclamati beati non “malgrado” il matrimonio, ma proprio in virtù di esso. L’ORDITO E LA TRAMA Attraverso gli scritti dei coniugi Quattrocchi scopriremo il segreto del loro semplice, ma duraturo matrimonio.

Il Signore parla di pace al suo popolo, e ai suoi fedeli e a quanti ritornano a lui con tutto il cuore. 

PREGHIERA DEL MATTINO

Ridesta, Signore, la volontà dei Tuoi fedeli perché, collaborando con impegno alla Tua opera di salvezza, ottengano in misura sempre più abbondante i doni della tua misericordia. Per Cristo nostro Signore. Amen.

PRIMA LETTURA

Dn 1, 1-6. 8-20 – Dal libro del profeta Daniele

L’anno terzo del regno di Ioiakìm, re di Giuda, Nabucodònosor, re di Babilonia, marciò su Gerusalemme e la cinse d’assedio. Il Signore diede Ioiakìm, re di Giuda, nelle sue mani, insieme con una parte degli arredi del tempio di Dio, ed egli li trasportò nel paese di Sinar, nel tempio del suo dio, e li depositò nel tesoro del tempio del suo dio.
Il re ordinò ad Asfenàz, capo dei suoi funzionari di corte, di condurgli giovani israeliti di stirpe regale o di famiglia nobile, senza difetti, di bell’aspetto, dotati di ogni sapienza, istruiti, intelligenti e tali da poter stare nella reggia, e di insegnare loro la scrittura e la lingua dei Caldèi. Il re assegnò loro una razione giornaliera delle sue vivande e del vino che egli beveva; dovevano essere educati per tre anni, al termine dei quali sarebbero entrati al servizio del re. Fra loro vi erano alcuni Giudei: Daniele, Ananìa, Misaèle e Azarìa.
Ma Daniele decise in cuor suo di non contaminarsi con le vivande del re e con il vino dei suoi banchetti e chiese al capo dei funzionari di non obbligarlo a contaminarsi. Dio fece sì che Daniele incontrasse la benevolenza e la simpatia del capo dei funzionari. Però egli disse a Daniele: «Io temo che il re, mio signore, che ha stabilito quello che dovete mangiare e bere, trovi le vostre facce più magre di quelle degli altri giovani della vostra età e così mi rendereste responsabile davanti al re». Ma Daniele disse al custode, al quale il capo dei funzionari aveva affidato Daniele, Ananìa, Misaèle e Azarìa: «Mettici alla prova per dieci giorni, dandoci da mangiare verdure e da bere acqua, poi si confrontino, alla tua presenza, le nostre facce con quelle dei giovani che mangiano le vivande del re; quindi deciderai di fare con i tuoi servi come avrai constatato».
Egli acconsentì e fece la prova per dieci giorni, al termine dei quali si vide che le loro facce erano più belle e più floride di quelle di tutti gli altri giovani che mangiavano le vivande del re. Da allora in poi il sovrintendente fece togliere l’assegnazione delle vivande e del vino che bevevano, e diede loro soltanto verdure.
Dio concesse a questi quattro giovani di conoscere e comprendere ogni scrittura e ogni sapienza, e rese Daniele interprete di visioni e di sogni.
Terminato il tempo, stabilito dal re, entro il quale i giovani dovevano essergli presentati, il capo dei funzionari li portò a Nabucodònosor. Il re parlò con loro, ma fra tutti non si trovò nessuno pari a Daniele, Ananìa, Misaèle e Azarìa, i quali rimasero al servizio del re; su qualunque argomento in fatto di sapienza e intelligenza il re li interrogasse, li trovava dieci volte superiori a tutti i maghi e indovini che c’erano in tutto il suo regno.
C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.

SALMO RESPONSORIALE

Sal da Dn 3

RIT: A te la lode e la gloria nei secoli.

Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri, benedetto il tuo nome glorioso e santo. RIT

Benedetto sei tu nel tuo tempio santo, glorioso, benedetto sei tu sul trono del tuo regno. RIT

Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi e siedi sui cherubini, benedetto sei tu nel firmamento del cielo. RIT

CANTO AL VANGELO

Alleluia, Alleluia.

Vegliate e tenetevi pronti, perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.

Alleluia.

VANGELO

Lc 21, 1-4 – Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio.
Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

COMMENTO

L’obolo della vedova
Per i ricchi è facile farsi belli e mostrarsi generosi. Anche ai tempi di Gesù facevano risuonare le loro monete gettate in abbondanza nel grande contenitore metallico. Il suono già ne misurava la quantità ed incitava gli astanti a voltarsi per vedere chi fosse il generoso donatore. Anche nelle nostre chiese, al momento della questua alcuni sventolano la loro offerta sperando che qualcuno, il celebrante prima di tutti, veda, ammiri e lodi. Lo sguardo di Cristo penetra nel profondo e non si ferma alle apparenze e sa dove porre le sue compiacenze. Una povera vedova attrae la sua attenzione. Probabilmente ha fatto cadere soltanto pochi spiccioli che non hanno attirato l’attenzione di alcuno. Il Signore la nota e la loda perché fra i tanti proprio lei ha dato più di tutti gli altri perché «nella sua miseria ha dato tutto quanto aveva per vivere». Non ha dato il superfluo, ma ha dato tutto, anche se secondo i nostri calcoli quel tutto è assai poco. Dobbiamo allora concludere la vera generosità la manifestiamo quando abbiamo il coraggio di privarci anche del necessario pur di prestare aiuto agli altri. Ne sono capaci solo coloro che sono animati da una grande fede, da un grande amore e da una illimitata fiducia nella provvidenza e nelle generosità di Dio. (Omelia dei Monaci Benedettini Silvestrini su lachiesa.it)

PREGHIERA DELLA SERA

Consapevoli che Tu o Padre non ha bisogno dei nostri doni, ma chiedi piuttosto l’offerta del nostro cuore, Ti rivolgiamo con fiducia le nostre preghiere. In cambio Ti affidiamo, le gioie e le fatiche, le rinunce e gli atti di carità che siamo riusciti a fare in questo giorno e Ti ringraziamo con tutto il cuore per tutto quello che fai per noi e ci dai ogni giorno. O Dio, Padre di bontà, ogni nostro desiderio è davanti a Te. Rendici trasparenti e puri, perché amando la verità, possiamo vivere con cuore libero da ogni inganno e finzione. Per Cristo nostro Signore. Amen.