SAN BIAGIO

SAN BIAGIO

vescovo e martire [? 316] 03 febbraio 

SAN BIAGIO1

Uno dei Quattordici Santi Protettori della Germania, molto noto anche in Francia, la quale ne vanta il maggior numero di reliquie. Ma cosa ha portato la tradizione a collegare San Biagio con la benedizione delle gole? E come viene festeggiato in Italia e in Europa?

Di S. Biagio non si conosce nulla con certezza, dal momento che il suo culto pare essersi sviluppato solo cinque secoli dopo la sua morte. Nella riforma del calendario del 1969 egli ha però mantenuto la commemorazione universale, semplicemente ridotta da Memoria a Memoria facoltativa. Ciò è in parte un omaggio all’ininterrotto ricorso al suo patrocinio da parte di chi soffre di patologie della gola, e in parte si deve all’influenza della Francia e soprattutto della Germania, dove egli fu a lungo venerato come uno dei Quattordici Santi Protettori.

LA VIDEO STORIA

Si dice che da medico sia stato nominato vescovo di Sebaste, la sua città, in Armenia, nell’Asia Minore. A causa della sua fede venne imprigionato dai Romani e condannato a morte durante la persecuzione di Diocleziano: nel periodo della sua carcerazione operò diversi miracoli. Durante il processo rifiutò di rinnegare la fede cristiana; per punizione la sua carne venne dilaniata con pettini di ferro da cardatore (per questo è anche patrono dei cardatori della lana) prima della decapitazione. Biagio compare nei leggendari Atti di S. Eustratoin cui il protagonista si dice essere stato messo a morte insieme a un soldato, S. Oreste, e ad altri cristiani.

san biagio

Secondo questo testo Biagio, ricevute le reliquie di Eustrato, eseguì con estrema puntigliosità tutti i termini del suo testamento. Vite leggendarie redatte sia in greco che in latino descrivono Biagio (seguendo un canone tradizionale) come figlio di ricchi genitori e già in giovane età divenuto vescovo.

Per sfuggire alla persecuzione fuggì in una grotta dove i suoi unici compagni erano gli animali selvatici e lì curava quelli feriti o malati. Alcuni cacciatori sulle tracce degli animali trovarono il santo circondato dalle bestie accorse per ricevere la sua benedizione, e nonostante lo stupore prodotto da questa scena, lo trascinarono via perché venisse interrogato dal governatore della Cappadocia e dell’Armenia Minore, Agricola. Cammin facendo incontrarono una povera donna il cui maialino era stato portato via da un lupo; ella si rivolse a Biagio e a un suo comando il lupo restituì il maialino intero e illeso. In seguito, mentre si trovava in prigione, quella stessa donna gli portò del cibo e anche candele per illuminare l’oscurità della cella ed è stato forse questo racconto a dare origine all’uso, tuttora largamente diffuso, di usare candele o stoppini per il rito della benedizione della gola.

La particolare associazione del santo con i mali legati alla gola deriva dalla leggenda (forse attribuita a lui perché il giorno della sua commemorazione cade nel periodo dell’anno in cui, almeno in Europa, tale disturbo raggiunge in genere l’apice) secondo cui, mentre era in prigione, curò un ragazzo che aveva una lisca di pesce conficcata in gola. Questo racconto, insieme a quello del maialino salvato, ha san-biagiodeterminato lo sviluppo del rito di benedizione, in cui si tengono due ceri incrociati sotto la gola dei malati e si pronunciano le parole:

«Per l’intercessione di S. Biagio Dio ti liberi dalle malattie della gola e da ogni altro male».

Tale pratica pare sia sorta nel XVI secolo, momento in cui il culto di Biagio, annoverato tra i Quattordici Santi Protettori, era al suo apice soprattutto in Renania. Gli elenchi di questi guaritori, pur variando, contengono sempre il nome di S. Biagio. Anche se il Concilio di Trento scoraggiò il loro culto, esso tuttavia continuò, con una festa collettiva fissata l’8 agosto e conservatasi finché nel 1969 non fu abolita. Una leggenda sostiene che prima di morire egli abbia promesso che chiunque avesse acceso una candela in sua memoria sarebbe stato libero da infezioni.

Secondo il costume di alcuni luoghi, le candele usate per la benedizione della gola vengono benedette il giorno stesso con un formulario apposito, ma altri, utilizzano quelle benedette il giorno prima durante il rito della Candelora. Un tempo tutti i bambini dovevano essere benedetti a San Biagio. Forse anche gli adulti, in tempi più recenti, non sapevano più il perché, ma era rimasto, conscio o inconscio, il ricordo di una malattia della gola, spesso mortale, che attaccava soprattutto i bambini: la difterite. Fino ai primi dell’Ottocento quando facilmente la si confondeva con altre malattie della gola.

Canterbury pretende di possedere reliquie di Biagio, e ancora nel XVIII secolo si organizzavano alcune processioni in suo onore, come descrive Parson Woodforde nel suo Diary of a Country Parson. S. Baring Gould, che scrive alla fine del XIX secolo, dice:

san biagio2«Era abitudine recente in molte parti dell’Inghilterra accendere falò sulle colline nella notte di S. Biagio».

Alcuni hanno affermato che tale usanza deriva da un assurdo gioco di parole sul nome del santo (in inglese “Biagio” è “Blaise”, da cui “blaze” che significa “fiamma”), ipotesiche pare chiaramente errata, dal momento che tale usanza non è peculiare dell’Inghilterra. In alcune parti della Germania, il giorno di S. Biagio è chiamato la “piccola candelora” a causa del falò che (per motivi ignoti) si è soliti accendere in quella notte. A Bradford, nello Yorkshire, ogni cinque anni si celebra una particolare festa in memoria di S. Biagio. Questa festa è ormai scomparsa dalla memoria, ma il suo legame con il centro dell’industria tessile era presumibilmente dovuta al ruolo di patrono attribuito al santo dai cardatori della lana.

SAN BIAGIO RELIQUIA

Anche la Francia afferma il possesso di un numero considerevole di reliquie (tenendo conto soprattutto che egli visse in Cappadocia) a Gorbie, Faremoutiers, Notre Dame de Longpré e altrove, dove è tuttora venerato come un santo estremamente efficace. A Subiaco si trova una cappella a lui dedicata. Il suo patrocinio a favore dei cardatori della lana ha dato origine al suo emblema iconografico.

Tradizione, non specificamente ambrosiana, ma tipicamente milanese è quella di conservare fino al 3 febbraio un panettone, detto appunto il “panettone di San Biagio” e di consumarlo alla mattina a digiuno, “per benedire la gola”, come popolarmente si dice. E’ un altro chiarissimo esempio di come devozione, senso religioso, tradizioni popolari si intersecano talvolta in modo non facilmente districabile.

In Veneto, nelle chiese dedicate a San Biagio il 3 febbraio viene benedetto il “pane di San Biagio“. I devoti che hanno una malattia della gola, per poterne guarire, rivolgono una preghiera al Santo ed inghiottono un boccone del pane benedetto.

A Fiuggi (Frosinone) il 2 Febbraio, in piazza Trento e Trieste, in onore di San Biagio, viene celebrata la Festa delle Stuzze,  durante la quale vengono dati alle fiamme i cosiddetti “CAPANNOI“, strutture di tronchi e ginestre costruite da alcuni cittadini, per lo più giovani. Il 3 Febbraio, poi, viene celebrata la S. Messa nella Chiesa di S. Biagio con la tradizionale unzione della gola, fatta con batuffoli di ovatta intrisa di olio benedetto; inoltre durante il pomeriggio in piazza Trento e Trieste si svolgono spettacoli musicali con giochi popolari.

E INVOCATO: – come protettore di cardatori, fidanzati, agricoltori, laringoiatri e fabbricanti di materassi – contro singhiozzo, angina pectoris, malattie della gola (difterite, laringite…), torcicollo, tosse e pertosse – come protettore del bestiame – (in Germania) come protettore dei suonatori degli strumenti a fiato e contro i mali della vescica e gli uragani

FontiIl primo grande dizionario dei santi di Alban Butlerhttp://digilander.libero.ithttp://www.cantualeantonianum.com/2009/01/la-benedizione-di-san-biagio.html#ixzz2JfOL5Gmv