Brani tratti dall’Evangelo Valtorta 34a parte

BRANI TRATTI DALL’EVANGELO 

 

COME MI è STATO RIVELATO

di MARIA VALTORTA

7° LIBRO (34a parte)

da pag 44 a pag 85

Gesù è con i discepoli ormai da due anni e lo si nota dai concetti che cerca di spiegare loro, come la Carità-Essenza stessa di Dio. E’ bello soffermarsi anche sulle catechesi che la stessa Sua Madre fa alle donne che seguono i discepoli. In ultimo una confessione di Giuda Iscariota. 

“[…]nella nuova Religione la donna non sarà soltanto forte nella casa… Molte saranno quelle che supereranno Giuditta e Giaele, essendo eroiche in sé, con eroismo da madri di Maccabei… […]”

“[…] l’amore, per essere veramente tale, deve essere unito al sacrificio, perché se una cosa costa ha più valore, […]”

(Maria SS.) “Pensa quanto grande è il mio sacrificio. Vi do un Figlio perché sia immolato per le vostre anime. Del resto, io e te saremo sempre unite, perché le discepole stanno e staranno sempre unite intorno a Cristo, formando una grande famiglia unita dall’amore per Lui”

(Gesù a Tommaso) “L’uomo è sempre imperfetto. Ma quando lo è senza malizia non fa peccato. Sorvegliati. Ma non ti affliggere più. Il tuo Gesù non ha che un bacio per te. […]”

(Maria SS.) “La nostra vita di discepole. Lo hai sentito oggi cosa diceva Gesù: “Così farete in futuro; vedendo in tutte le creature delle anime fraterne sarete ospitali, soprannaturalmente ospitali, sentendovi pellegrine voi che accogliete come pellegrini gli accolti. Darete aiuto, ristoro, consiglio, e poi lascerete che i fratelli vadano ai loro destini senza trattenerli con amori gelosi, sicure che oltre la morte vi ritroverete con essi. Verranno le persecuzioni e molti vi lasceranno per andare al martirio. Non siate vili e non consigliate a viltà. Rimanete oranti nelle case vuote per sostenere il coraggio dei martiri, serene per fortificare i più deboli, ma forti per essere pronte ad imitare gli eroi. Avvezzatevi ai distacchi, agli eroismi, all’apostolato della carità fraterna da ora…”

(Maria SS. risponde a Maria d’Alfeo preoccupata per il figlio Giuseppe che non condivide e comprende Gesù) “[…] Tu sarai per lui sempre “la mamma”. La mamma che compatisce il figlio ostinato, malato, sviato, e lo ammansisce con la bontà, e lo porta a Dio con la preghiera e la pazienza… […]”

“Dove è fede in Me è presente la Provvidenza. Però, così nelle cose dello spirito come in quelle della materia, bisogna agire con continua prudenza.”

“[…] nei cuori […] quando tutto il Bene vi è distrutto, nulla più, fuorchè i rovi per lo strame dei demoni, vi può sorgere. Ricordatelo e vegliate contro le insinuazioni dei miei nemici  che, come scintille infernali, verranno gettate nei vostri cuori. State pronti allora al contro fuoco. E quale è questo contro fuoco? E’ una fede sempre più forte, una volontà incrollabile di essere di Dio. E’ un appartenere al Fuoco santo. Perché il fuoco non mangia il fuoco. Ora, se voi sarete fuoco di amore al Dio vero, il fuoco dell’Odio a Dio non vi potrà nuocere. Il Fuoco dell’amore vince ogni altro fuoco. La mia Dottrina è amore e chi la raccoglie entra nel Fuoco della Carità, e non può più essere torturato dal fuoco del Demonio.”

(Maria SS. a Giuda) “[…] Perché menti, Giuda? Non sai che la menzogna è il primo passo verso il furto e verso l’omicidio?… La povera Ester è giunta a morire uccisa dal dolore per la condotta del figlio. E Samuele, suo figlio, cominciò a divenire la vergogna di Nazaret con delle piccole menzogne, divenute poi sempre più grandi…. Da queste passò a tutto il resto. Lo vuoi imitare, tu, apostolo del Signore? Vuoi far morire di dolore tua madre?”

Vedete dove è avvenuto lo sbaglio in Israele? Di avere, di un unico precetto, fatto in un primo tempo due precetti, e successivamente, col decadere degli spiriti, avere nettamente tagliato il secondo dal primo, come fosse un ramo inutile.[…] Hanno voluto dividere, separare le due parti, così unite da essere veramente una cosa sola, hanno voluto ritoccare ciò che era perfetto. Perché ogni opera di Dio è perfetta, ogni pensiero, ogni parola. Perciò se Dio sul Sinai ha dato il comando di amare Dio santissimo e il prossimo con un unico precetto, è chiaro che non sono due precetti che possono esser praticati indipendentemente l’uno dall’altro, ma sono un solo precetto.

Dio è congiunto alla Carità. Essa è veramente, e più intimamente e veramente ancora di due sposi che si amano intensamente, spirito del suo Spirito. E’ Dio stesso la Carità.

La Carità non è che l’aspetto più manifesto, più illustrativo di Dio. Fra tutti i suoi attributi, essa è l’attributo re e l’attributo origine, perché tutti gli altri attributi di Dio nascono ancora dalla Carità. Che è la Potenza se non carità che opera? Che è la Sapienza se non carità che insegna? Che è la Misericordia se on carità che perdona? Che è la Giustizia se non carità che amministra? E potrei continuare così per tutti gli innumerevoli attributi di Dio. […] La carità che è unica, e abbraccia Creatore e creature, e non si può averne una metà sola, quella data al Creatore, senza avere anche l’altra metà, quella data al prossimo.

santi con trinitàDio è nelle creature. Vi è col suo segno incancellabile, coi suoi diritti di Padre, di Sposo, di Re. L’anima ne è il trono, il corpo e il tempio.

Vi sarà un solo Signore. Non un Signore per Israele, uno per il cattolicesimo, uno per le altre singole religioni. Ora vi rivelo una grande verità. Ricordatevela. Trasmettetela ai vostri successori. Non attendete sempre che lo Spirito Santo rischiari le verità dopo anni o secoli di oscurità. Udite. Voi forse direte: “Ma allora che giustizia c’è ad essere della religione santa, se saremo alla fine del mondo ugualmente trattati, come lo saranno i gentili?”. Vi rispondo: la stessa giustizia che c’è, ed è vera giustizia, per coloro che, pur essendo della religione santa, non saranno beati perché non saranno vissuti da santi. Un pagano virtuoso, soltanto perché visse con virtù eletta, convinto che la sua religione era buona, avrà alla fine il CieloMa quando? Alla fine del mondoquando, delle quattro dimore dei trapassati due sole sussisteranno, ossia il Paradiso e l’Inferno.  […] Hai credenti nel Dio vero che non seppero essere eroicamente santi, il lungo Purgatorio; e per alcuni potrà avere termine alla fine del mondo. Ma, dopo l’espiazione e l’attesa, i buoni, quale che sia la loro provenienza, alla sinistra e poi nell’Inferno orrendo, mentre il Salvatore entrerà con i buoni nel Regno eterno”.

[…] per meritare bisogna compiere, con sforzo, qualcosa di superiore alla nostra natura.

preghiera (2)Non è un merito mangiare, ad esempio. Ma può divenire un merito il saper mangiare parcamente, facendo veri sacrifici per dare ciò che risparmiamo ai poveri. Non è un merito stare zitti. Ma lo diviene quando si sta zitti non ribattendo un’offesa. E così via. Ora tu comprendi che Dio non ha bisogno di sforzare Se stesso che è perfetto, infinito. Ma l’Uomo-Dio (Gesù stesso) può sforzare se stesso umiliando l’infinita natura divina a limitazione umana, vincendo la natura umana, che non è assente o metaforica in Lui  ma è reale, con tutti i suoi sensi e sentimenti, con le sue possibilità di sofferenza e di morte, con la sua volontà libera.

[…]  ogni uomo deve morire. Per ciò dovrebbe guardare la morte con la sessa calma con cui vede finire tutto ciò che ha vita. Ebbene, Io sforzo la mia Umanità ad amare la morte. Non solo. Io ho eletto la vita per potere avere la morte. Per l’Umanità. Perciò Io, nella mia veste di Uomo-Dio, acquisto quei meriti che, rimanendo Dio, non potevo acquistare. […] per tutte le virtù che ho messe nel mio cuore a renderlo accetto a Dio, Padre mio, Io avrò una potenza infinita non solo come Dio, ma come Uomo che si immola per tutti, ossia che raggiunge il limite massimo della carità. E’ il sacrificio quello che dà il merito. Più grande il sacrificio e più grande il merito.

sorriso-povero[…] il sorriso con cui un povero vi saluta come fratelli è più di valore del sacco di monete che uno vi può gettare ai piedi solo per essere notato. Sappiate amare e Dio sarà con voi, sempre”.  “Insegnaci ad amare così, Signore”. “Sono due anni che ve lo insegno. […] Fate ciò che mi vedete fare e sarete nella Carità, e la Carità sarà in voi, e su voi sarà il sigillo, il crisma, la corona che vi farà veramente riconoscere per ministri di Dio-Carità ”.

Le separazioni non ledono la pace del cuore, se il cuore del separato non fa cose che la sua coscienza gli dice tali da addolorare l’amato, se le sapesse.

(Gesù tenta di confessare Giuda Iscariota) “Non hai nulla da dirmi, Giuda?” […] “E’ pesante per un uomo dover ricercare le colpe e i difetti e confessarli ad un altro…”. “Io che ti parlo non sono un altro uomo, ma…” “No. Sei Dio. Lo so. Per questo non è neppure necessario che sia ioquello che parla. Tu sai…” “Io non sono un altro uomo, dicevo, ma sono l’amico tuo più amoroso. Non ti dico il Maestro, il superiore, ma ti dico: l’amico…” “E’ sempre la stessa cosa. Ed è sempre noiosa ricerca quella di ciò che si è fatto in passato e sulla cui confessione Giuda-Iscariotapotrebbero aversi rimproveri. Ma poi, più che per i rimproveri, è di decadere nella stima dell’amico che duole…” […] (il Signore porta ad esempio Pietro e Giuda si offende) “E con questo vuoi dirmi che Pietro è santo ed io no. E’ vero. Non sono un santo. Scacciami, allora…” “Non sei un umile, GiudaLa superbia ti rovina. E non mi conosci ancora…[…] Povero Giuda! Povero, povero Giuda che va cercando altrove, dove non può trovarla, la sua pace e chi lo possa comprendere…”. “Si. E’ vero. Hai ragione, Maestro. La pace è qui… Fra le tue braccia… Sono un disgraziato… Tu solo mi capisci e ami… Tu solo… Lo stolto sono io… Perdonami, Maestro”. “Si, sii buono, sii umile. Se caschi, vieni a Me e ti solleverò. Se sei tentato, corri a Me. Ti difenderò, da te stesso, da chi ti odia, da tutto… “