La discesa della Madonna di San Luca

LA DISCESA DELLA MADONNA DI S. LUCA

A Bologna da sabato 25 maggio a domenica 2 giugno 2019

madonna di san luca1La miracolosa icona della Beata Vergine di San Luca, il cui nome trae origine proprio dall’omonimo evangelista, il quale si ritiene ne sia l’autore, scende in processione dal suo Santuario sabato 25 maggio e rimarrà nella Cattedrale di San Pietro a Bologna, fino a domenica 8 maggio quando verrà riaccompagnata al Colle della Guardia. Concedendo ai suoi fedeli l’indulgenza plenaria.

La venerazione verso la Madonna di San Luca, con il culto del Vescovo S. Petronio, costituisce un dato caratterizzante per la città e diocesi di Bologna. Appena fuori dalla città sorge la celebre Basilica Santuario della Madonna di San Luca, meta di continui pellegrinaggi da parte dei migliaia di fedeli. I Bolognesi hanno una particolare venerazione per la Madonna di San luca, perché li ha sempre miracolosamente protetti in circostanze dolorose, come terremoti, pestilenze, carestie e guerre.

Ogni anno, nel mese di maggio, la sera del sabato che precede la domenica antecedente la Festa dell’Ascensione, la Sacra Immagine è portata solennemente in città, nella Cattedrale di San Pietro, dove rimane per una settimana, per ritornare al suo Santuario nella domenica dell’Ascensione. Questa usanza risale all’anno 1433 sotto l’episcopato del beato Nicolò Albergati. Allora la santa Effige fu condotta a Bologna affinché cessassero le continue piogge che cadevano ormai da tre lunghi mesi e minacciavano di madonna di san lucarovinare i prodotti dei campi. Appena l’Immagine della Madonna fu presso Porta Saragozza, la pioggia cessò d’un tratto e brillò il sole, risparmiando tutta la Comunità dalla calamità della carestia.

Per gratitudine, dal 1476 la visita della B. V. si verifica con cadenza annuale nei giorni delle rogazioni antecedenti l’Ascensione. Ogni evento, triste e lieto, della storia di Bologna, si riflette su questa Immagine dolce e austera che appartiene al modello della Hodigitria; cioè di Colei che indica la via. Maria sembra ripetere ai Bolognesi e a tutti i fedeli che qui convengono le parole pronunciate a Cana: “Fate quello che Egli vi dirà” (Gv 2,5).

PROGRAMMA DELLE CELEBRAZIONI

La Cattedrale rimane aperta dalle 6.30 alle 22.30

Sabato 25 maggio

Alle ore 18.00 l’immagine della Madonna di San Luca è accolta a porta Saragozza e processionalmente accompagnata in Cattedrale ove rimane fino a domenica 8 maggio. Alle ore 19.00 S. Messa solenne con la benedizione per mezzo della Sacra immagine. Ore 21.00 veglia solenne.

Domenica 26 maggio

Madonna_di_San_LucaAlle ore 10.30 S. Messa episcopale. Alle ore 14.45 S. Messa e funzione lourdiana. Presiede S.E. mons. MATTEO ZUPPI, Arcivescovo di Bologna

Ogni giorno

La Cattedrale di S. Pietro è aperta dalle 06.30 alle 22.30. Le sante Messe sono celebrate alle ore: 7.30 – 09.00 – 10.30 – 12.00 – 16.00 – 17.30 – 19.00. (Alle ore 15.00 il S. Rosario) Ogni sera alle ore 21.00 recita del S. Rosario, Litanie e Benedizione Eucaristica. Sacerdoti saranno sempre a disposizione per il sacramento della Confessione.

Mercoledì 29 maggio

Ore 17.15 Processione con la venerata immagine fino alla Basilica di S. Petronio. Alle 18.00 benedizione della città e dell’Arcidiocesi di Bologna dal sagrato della Basilica di S. Petronio. Presenti fanciulli e ragazzi della città di Bologna.

Giovedì 30 maggio – Solennità della B. V. di San Luca

Alle ore 11.15 S. Messa presieduta dall’Arcivescovo e concelebrata dai sacerdoti diocesani e religiosi che festeggiano il Giubileo dell’Ordinazione.

Domenica 2 giugno – Solennità dell’Ascensione del Signore

Alle ore 10.30 S. Messa episcopale. Alle 16.30 Canto dei Secondi Vespri. Processione, alle ore 17.00 per riaccompagnare la Madonna al suo Santuario: benedizione in piazza Malpighi e a porta Saragozza.

Visitando la Cattedrale di San Pietro, celebrando il sacramento della Penitenza con la confessione, partecipando alla S. Messa e accostandosi alla Comunione, pregando secondo le intenzioni del Santo Padre, sarà possibile acquistare l’Indulgenza Plenaria, una sola volta al giorno, per se stessi o in suffragio per i fedeli defunti. La Cattedrale di S. Pietro si apre alle 6.30 e si chiude alle ore 22.30. Molti confessori rimangono a disposizione dei fedeli per tutta la giornata.

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Delphine de Fosseux

fanciulla (1959-1969) 23 aprile

Delphine-de-Fosseux-3Bambina francese, colpita all’età di sette anni da un tumore osseo disse di offrire ogni sofferenza per i sacerdoti. La madre la portò più volte a Lourdes e alla Madonna delle Rose di San Damiano, ma probabilmente questa sua offerta era troppo importante per ottenere il miracolo

Delphine nacque il 5 marzo 1959, figlia di Gérard e Isabelle de Fosseux, preceduta da Valérie e Ludovic (all’epoca l’una di due anni e mezzo, l’altro di uno e mezzo) e seguita dopo undici mesi da Béryl, nel Natale 1965 da Yolaine, e infine da Évrard. Trascorse la sua prima infanzia serenamente, giocando coi fratelli, ma anche incappando in piccoli incidenti domestici, ad esempio quando inghiottì una delle biglie di Ludovic.

Delphine-de-FosseuxAll’età di sette anni, prese a partecipare, insieme a quattro coetanee, a un ritiro mensile in preparazione alla Prima Comunione, presso il convento delle Benedettine a Limon, in Borgogna. Alcune settimane prima di ricevere il Sacramento, Delphine divenne particolarmente intrattabile e disobbediente: la madre imputò questo comportamento all’azione del diavolo, ma forse la bambina era semplicemente nervosa. Il giorno fatidico, nel giugno 1966, era finalmente calma, con una coroncina di rose fresche sul capo, preparata dalle monache.

Alcuni mesi dopo, la bambina prese a stancarsi facilmente. Un giorno, mentre correva a tutta forza, urtò un braccio contro l’angolo del garage di casa e scoppiò a piangere. La madre, infermiera di professione, non riscontrò nulla di rotto, ma il dolore persistette per tre giorni.

Nel mese di agosto i coniugi Fosseux lasciarono i bambini dai parenti di Isabelle, e andarono a fare una gita in barca in Bretagna. Quando tornarono, appresero che Delphine continuava ad avere qualche linea di febbre. Le diedero un antibiotico, ma il braccio continuava a farle male.

Dopo una radiografia, il medico consigliò ai genitori di portarla all’ospedale di Villejuif. Quel nome li fece sussultare: si tratta, infatti, di un centro specializzato nella cura del cancro. Le analisi, in effetti, Delphine de Fosseux (1959-1969)      1/2dimostrarono che la bambina aveva un tumore molto aggressivo, che si poteva tenere sotto controllo mediante la cobaltoterapia. La madre alternava momenti di sconforto ad altri di fiducia, mentre la figlia cercava d’infondere speranza sia a lei, sia agli altri degenti.

Una vecchia signora che aveva abbandonato le pie pratiche religiose dalla sua prima comunione ricomincia a pregare per Delphine. Fa amicizia anche con un bambino ospite dell’ospedale come lei “Didi” che diventerà un sostegno per lei e per sua madre.

Il settembre 1966 vide il tanto atteso ritorno a casa di Delphine. I fratelli, sulle prime, non comprendevano tanto il senso di un trattamento speciale verso di lei, ma la madre cercò di insegnare loro ad aiutarsi reciprocamente. Quando però Valérie le chiese, sconvolta, se era vero che la sorella aveva un cancro, le mentì per il suo bene.

Terminata la cobaltoterapia, venne il momento di un pellegrinaggio a Lourdes. Approfittando dell’attrazione che la piccola aveva verso le candele lourdesaccese di fronte alla grotta delle apparizioni, la madre le disse: «Le fiammelle delle candele a volte si spengono: devi dunque badare a non dire più “no”, perché i tuoi “no” saranno come vento che spegne i tuoi “sì”». Delphine non guarì, ma imparò a dire più spesso “sì” che “no”: prima, a casa, era soprannominata «Mademoiselle “Non”» («Signorina “No”»).

Nel febbraio 1967, insieme a Ludovic, ricevette la Cresima, sempre dalle Benedettine di Limon. Di lì a poco, il primo controllo a Villejuif non riscontrò alcuna anomalia, benché l’omero fosse diventato fragile come cristallo a causa del cobalto. Si cercò, in ogni caso, di far vivere a Delphine una vita normale, tanto che poté frequentare la scuola.

Verso marzo 1968, però, un nuovo controllo mostrò che stava per comparire una metastasi polmonare; la chemioterapia avrebbe distrutto i globuli bianchi e le piastrine. In effetti, andò così: ben presto Delphine ebbe un’emorragia interna e venne nuovamente messa sotto osservazione.

Un mese dopo, ripartì con la madre per Lourdes, dove fece propria una riflessione di santa Bernadette: «Quando il buon Dio permette qualcosa, non ci si lamenta».

suoraDopo una breve vacanza al mare, ricominciò il trattamento. Un giorno, nel vedere la suora che, due volte a settimana, le prestava le sue cure, commentò: «È molto meglio quando è una religiosa a farle, perché porta la croce di Gesù sul suo abito, quindi questo ci fa pensare di offrirgli il nostro male».

Quando apprese che la madre aspettava un altro bambino (l’ultimogenito, Évrard), cercò di evitare ancora di più i lamenti. Spesso il pensiero della morte la prendeva e ne aveva paura: allora la mamma l’incoraggiava ad offrire quell’ultimo sacrificio a Dio.

Nel frattempo, la malattia le produsse una macchia in uno dei polmoni. Grosso modo in quel periodo, la madre venne a sapere delle apparizioni della Madonna delle rose a San Damiano Piacentino, in Italia: ci andò con la bambina nel luglio 1968.

MADONNA DELLE ROSE1Verso la fine delle vacanze, anche l’altro polmone fu colpito; pochi giorni dopo, compirono il terzo e ultimo pellegrinaggio a Lourdes. Delphine, benché non amasse tanto bagnarsi alle piscine, lo fece volentieri, a patto che l’infermiera che l’accompagnava si confessasse.

Non poteva più correre come un tempo: con le sorelle e le amiche, ripiegò su giochi d’immaginazione. Aveva continuamente la tosse e la febbre a quaranta, ma non si trattava di polmonite, come la mamma sperava. Venne quindi operata ai polmoni: aveva una sutura che andava dalla scapola fino allo sterno, con due drenaggi.

Poco tempo dopo, il medico mandò a chiamare i genitori: la massa tumorale era impossibile da estirpare, con metastasi al fegato e ai reni. Con un gesto disperato e senza consultare i medici, venne organizzato, dieci giorni dopo l’operazione, un altro viaggio a San Damiano. A due giorni dall’arrivo, Delphine fu presa da dolori e vomito, ma grazie alle preghiere dei suoi poté tornare a casa in treno.

Durante le vacanze di Pasqua, trascorse in montagna, volle provare Delphine-de-Fosseux-3a sciare, ma vacillava, quindi desistette. Dopo aver saputo che il giovane parroco del luogo non si era unito ai suoi familiari per la Via Crucis delle 15 del Venerdì Santo, esclamò: «Vedete, ho ragione ad offrire tutto per i sacerdoti!».

Dato che la sua respirazione era sempre più corta, fu precipitosamente riportata a casa: aveva un versamento pleurico ed era sotto ossigeno. Non deglutiva più nulla, tranne acqua di Lourdes e di San Damiano. La sua pelle a causa del cobalto era molto fragile quindi acqua e sapone avevano creato lacerazioni, ma grazie all’utilizzo di queste acque salvifiche alcune di queste accidentali ferite si rimarginarono. 

Il 23 aprile 1969, sentendo che la fine era prossima, la madre le chiese se volesse ricevere il Viatico: la bambina si ribellò, salvo ripensarci l’indomani. Il sacerdote che accolse la sua confessione le chiese: «Delphine, offri le tue sofferenze?». «Sì, offro tutto!», rispose.

Mentre la madre scendeva al piano di sotto per riaccompagnare il prete, la piccola disse al padre: «Guarda la signora che mi Delphine-de-Fosseux-2offre da bere!». Sotto il suo sguardo stupito, ella deglutì per tre volte, come se stesse effettivamente bevendo.

Quando la mamma tornò da lei, le toccò la spalla. Delphine aprì gli occhi e le sorrise: «Ah! Tu! Finalmente...». Furono le sue ultime parole. Morì poco dopo aver compiuto dieci anni, il 23 aprile 1969.

Il suo funerale, il 26 aprile, si svolse in un’atmosfera serena e luminosa, quasi a rispecchiare il modo in cui aveva affrontato la sofferenza e la vita. A due anni dalla sua scomparsa, mamma Isabelle stese un memoriale dell’accaduto, pubblicato dalle Éditions Pierre Téqui nel 1971, con il titolo «Que mon “fiat” devinne “magnificat”!».

Fontihttp://www.santiebeati.it/dettaglio/96177http://fmnd.org/In_Altum/2014/06/delphine-de-fosseux-1959-1969/

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Fra Candido

Fra Candido 

Adolescente (1923 – 1940) 13 aprile

Fra Candido (Sergio Poggi)Giovane domenicano innamorato di Gesù Cristo, a neppure 17 anni, si spense, dopo breve agonia, promettendo, come s. Teresina di Gesù Bambino: «Anch’io farò scendere dal cielo una pioggia di rose».

L’immane incendio che avrebbe devastato l’Europa era già cominciato da più di un mese. II 7 ottobre 1939, Madonna del Rosario, era festa umile e grande nel convento domenicano di Chieri (Torino): undici giovani vestivano il bianco abito dei Predicatori.

Tra di loro vi era Sergio Poggi, al quale, come allora si usava, misero nome «fra Candido». Quella sera, assai lieto, scrisse nel suo diario: «Il mio nome sarà il mio ideale. Conserverò il candore per tutta la vita. La mia vita sarà per Gesù Crocifisso e per Maria. Vivrà fedele all’ideale domenicano fino alla morte». Iniziava così, sotto la guida del suo Maestro, il P. Feliciano Gargiulo, il noviziato, che doveva portarlo a vivere in pienezza la sua futura vita di domenicano e di sacerdote.

S. DOMENICO7

San Domenico Guzman

Era nato il 1 luglio 1923 a La Spezia, figlio di una famiglia di lavoratori. Nella sua parrocchia, retta dai Padri Domenicani, Sergio si appassionò di Gesù e di Maria SS.ma, sua madre, diventando piccolo «Rosariante» e chierichetto all’altare. Molto presto, capo dei chierichetti, quasi piccolo cerimoniere, così da stupire il Vescovo diocesano, Mons. Stella, in visita pastorale.

Domenico di Guzman e la vita apostolica dei suoi Frati gli piacevano fin da bambino. A chi gli chiedeva: “Che cosa fari da grande?”, rispondeva convinto: «Farò il Predicatore». Lo disse persino al Papa Pio XI, un giorno che con altri ragazzi andò in udienza da lui in «S. Pietro» a Roma.

Il 19 settembre 1938, Sergio, in oratorio parrocchiale, incontrò il P. Enrico Paravagna (1898 1985), che a soli 30 anni era già stato maestro degli studenti domenicani per volontà del Maestro Generale P. Bonaventura De Paredes (+ 1936). Il P. Enrico si stabiliva a La Spezia e diventava la sua guida spirituale, il suo «Padre». Anima ardente di apostolo, educò Sergio quindicenne a vivere un’intensa vita cristiana. Gli voleva un bene grandissimo, «come a un figlio in Cristo», e proprio per questo non gli perdonava neppure il più piccolo difetto, lo illuminava, lo sosteneva, lo innamorava di Dio. Lo guidava a essere simile a Gesù, a ogni costo, nella vita della Grazia santificante.

Fra Candido (Sergio Poggi)1Da lui, Sergio imparò ad accostarsi ogni giorno alla Comunione eucaristica, ogni settimana alla Confessione e al colloquio con «il Padre». «Tocca a te gli disse P. Enrico scegliere tra l’amore esclusivo, pieno, totale, di Gesù Cristo, e l’amore sia pur santo, ma diviso di una sposa. Le due vie sono buone, ma la vita consacrata è più alta in se stessa. Io ti condurrò sulla via dove il Signore ti vorrà, ma sia che domani ti sposi o ti faccia religioso, Sergio, devi essere santo».

Gesù gli parlava al cuore e lo affascinava ogni giorno di più. Il 24 maggio 1939, festa dell‘Ausiliatrice, Sergio accompagnò «il Padre» a passeggio sul molo del porto della città. In quello scenario splendido, tra cielo e mare, Sergio esclamò come rapito in un’estasi di bellezza e di amore: «Sì, Gesù, io sarò tuo, tuo per sempre. Sarò tuo nella famiglia domenicana fino alla morte».

La sua piccola vita narrata in seguito dal P. Enrico Paravagna («Fra Candido», dall’Azione Cattolica al chiostro, Stringa Editore, Genova 1953), ha incantato, Dio solo sa, quanti ragazzi, ed è uno dei libri più belli che abbiamo letto.

All’alba del 7 settembre 1939, Sergio partì felice per il convento di Chieri. Aveva solo 16 anni quando il 7 ottobre 1939, Madonna del Fra Candido (Sergio Poggi)Rosario, era festa umile e grande nel convento domenicano di Chieri (Torino): undici giovani vestivano il bianco abito dei Predicatori. Tra di loro vi era Sergio Poggi, al quale, come allora si usava, misero nome «fra Candido».

Quella sera, assai lieto, scrisse nel suo diario: «Il mio nome sarà il mio ideale. Conserverò il candore per tutta la vita. La mia vita sarà per Gesù Crocifisso e per Maria. Vivrà fedele all’ideale domenicano fino alla morte». Iniziava così, sotto la guida del suo Maestro, il P. Feliciano Gargiulo, il noviziato, che doveva portarlo a vivere in pienezza la sua futura vita di domenicano e di sacerdote.

Proprio per questo, fra Candido, come esercizio richiestogli di predicazione, nell’unica predica che tenne nel marzo 1940, volle parlare del suo patrono, s. Candido, uno dei 40 giovani martiri di Sebaste, annegati in un lago ghiacciato, sviluppando la sua idea dominante: «L’amore di Gesù forma i martiri e li spinge a dare per Lui la vita». Lo ascoltarono, anche i Padri più anziani, con sconfinata compiacenza, quasi parlasse un piccolo angelo.

E come un angelo che sale al Cielo, a neppure 17 anni, si spense, dopo breve agonia, il 13 aprile 1940, fatti i voti «in articulo mortis» nelle mani del suo Padre Maestro e promettendo, come s. Teresina di Gesù Bambino: «Anch’io farò scendere dal cielo una pioggia di rose».

eucarestia6Nei brevi mesi di noviziato, Fra Candido Poggi era diventato un intimo di Gesù nella preghiera e nell’adorazione a Lui Eucaristico. Quando aprirono le sue note d’anima, il Maestro P. Gargiulo e la sua guida P. Paravagna, e quanti già sperimentati nelle vie di Dio le lessero, provarono un sovrumano incanto, soprattutto là dove aveva scritto:

«Un raggio di sole / in un giorno quieto di primavera, / il chiarore lunare in una notte serena… / Ma più bello il piccolo lume/ che arde nella tua casa, Signore. / Oh, quando la sera, vengo per salutarti / l’ultima volta, mio Dio, prima del sonno, / bramo la sorte del lume… / Sempre con Te, in un abbraccio d’amore, / per Te lentamente ardere / fino all’estremo, fino alla morte! / Tu per me prega. La tua fiammella sempre per me arda! / Piccolo lume, che mandi i tuoi bagliori solo, / solo nella casa del Signore!».

Ardere. Risplendere. Irradiare Gesù. Consumarsi per additare Gesù alle anime: ecco il suo ideale. Che sia l’ideale di molti giovani d’oggi.

Fontehttp://www.carloacutis.net/pages/popups/Sergio%20Poggi/index.html

Anna Maria Rosa Marchisio

Anna Maria Rosa Marchisio

Madre di famiglia (1937 – 1990) 9 aprile

Anna Maria Rosa MarchisioAnna Maria ha il grande pregio di essere un modello imitabile da tutti, certamente con impegno, coraggio e preghiera; ma davvero imitabile, perché la sua vita si è svolta nella condizione “feriale e laica” di moglie e madre di famiglia, senza nulla di eccezionale.

Anna Maria Rosa nasce a Torino il 14 Settembre 1937 in una famiglia di profonda fede cristiana. A Torino compie gli studi e si diploma ragioniera e poi interprete per le lingue inglese e francese.

Impegnata come capo nel movimento scout cattolico dell’AGI e occupata come segretaria di direzione in un’azienda d’importanza internazionale, all’età di 24 anni, il 1° Maggio 1962, si sposa con Paolo Marchisio e, a causa del lavoro del marito, si trasferisce a Milano, lasciando la sua attività professionale per dedicarsi totalmente alla sua nuova famiglia che, dopo qualche anno, si trasferirà a Inverigo (prov. di Como, ma diocesi di Milano).

Tra il 1963 e il 1968 nascono tre figlie. La famiglia è diventata già abbastanza numerosa, ma nel 1971 Anna Maria non esita ad accogliere in casa i suoceri, vecchi e malati. Il nonno morirà l’anno Anna Maria Rosa Marchisio1seguente, ma la nonna guarirà e vivrà felice per nove anni, godendo di un rapporto sinceramente affettuoso con la nuora e con tutti. Negli anni 1976 e 77 la famiglia accoglie in affido altre due bambine di 5 e 7 anni, che verranno legalmente affiliate nel 1981 con decreto del Tribunale dei Minori. Nel 1985 il padre di Anna Maria, rimasto vedovo, entra a far parte del nucleo familiare.

La casa di Anna Maria è sempre aperta per tutti, non importa se parenti, amici o quasi sconosciuti. Ospita, talvolta anche per mesi, diverse persone in difficoltà e bisognose di aiuto e ne diventa punto di riferimento e di appoggio.

La dedizione alla famiglia – stabilmente di otto persone – non impedisce ad Anna Maria di impegnarsi in varie attività:

– in parrocchia, come catechista e come membro del Consiglio pastorale, per 16 anni;

– in decanato, nel Consiglio per la pastorale familiare;

– nell’Associazione Genitori A.Ge;

– nella scuola, in diversi Consigli, anche come presidente;

– nel movimento di spiritualità coniugale delle Equipes Notre-Dame, introducendolo in Brianza nel 1970 e poi contribuendo alla sua diffusione, anche come responsabile di Settore;Anna Maria Rosa Marchisio2

– in vari decanati della diocesi, come relatrice in ben 165 incontri con giovani, fidanzati, sposi, genitori e famiglie.

Anna Maria vive i suoi impegni con gioia, con amore, al servizio del Vangelo, donando tutta se stessa senza risparmio, sempre col sorriso sulle labbra, anche nei momenti di maggiore difficoltà o sofferenza, forte del sostegno della fede, irrobustita dalla preghiera personale, dalla meditazione e dallo studio assiduo dei documenti del Magistero. E non mancano nei suoi impegni quotidiani la preghiera coniugale e familiare e, potendo, la santa Messa. È infatti ben consapevole che il regolare accostamento ai sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia sono fondamentali nella vita di un cristiano. E vive ogni giorno coerentemente a questa sua fede rocciosa.

Anna Maria conclude la sua vita terrena all’età di 52 anni, il 9 aprile 1990, stroncata in 40 ore da un’improvvisa pericardite acuta.

Per maggiori informazioni: Associazione “Amici di Anna Maria” Via Piave 16, Inverigo (CO) amicidiannamaria@libero.it

Fonte: Amici di Anna Maria su http://www.santiebeati.it/dettaglio/94200

 

Preghiera dettata da Gesù a S. Matilde

PREGHIERA DETTATA DA GESÙ A S. MATILDE

Per suffragio delle povere anime (14 marzo)

Santa-Matilde-di-GermaniaIl Signore in questa preghiera dettata a Santa Matilde, spiega il Padre Nostro aggiungendovi suppliche, riparazioni e penitenze.

Padre nostro che sei nei Cieli: Ti chiediamo umilmente, o misericodioso ed eterno Padre, di perdonare le anime che soffrono accolte da te stesso come figli tuoi, che in vita ti respinsero, non ti amarono e non ti onorarono sufficientemente. In riparazione e per penitenza, ti offriamo tutto l’amore e gli atti divini del tuo amatissimo Figlio, Gesù Cristo nostro Signore.

Sia santifico il tuo nome: Ti chiediamo umilmente, o misericordioso ed eterno Padre, di perdonare le anime penanti che non glorificarono il tuo nome, che lo pronunciariono indegnamente od invano. In riparazione e per penitenza, ti offriamo tutti i discorsi con cui il tuo amatissimo Figlio, nostro Signore Gesù Cristo, ti onorò mentre era su questa terra.

santamatilderegina356x6Venga il tuo regno: Ti chiediamo umilmente, o misericordioso ed eterno Padre, di perdonare le anime penanti che non si occuparono del tuo regno con amore vivissimo e desiderio intenso, ma si impegnarono, invece, per procacciarsi ricchezze su questa terra. In riparazione e per penitenza, ti offriamo la grande Offerta che fece il tuo amatissimo Figlio, nostro Signore Gesù Cristo, perché tutte queste anime possano essere accolte nel tuo regno.

Sia fatta la tua volontà, come in Cielo così in terra: Ti chiediamo umilmente, o misericordioso ed eterno Padre, di perdonare le anime penanti che non fecero la tua volontà, ma assecondarono la propria. In riparazione e per penitenza, ti offriamo il Sacro Cuore di tuo Figlio, nostro Signore Gesù Cristo e la sua totale adesione alla tua volontà.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione: Ti chiediamo umilmente, o misericordioso ed eterno Padre, di perdonare le anime penanti che non opposero alcuna resistenza alle grosse tentazioni, cadendo vittime del male e della distruzione. In riparazione e per penitenza, ti offriamo ragazza che prega con gesùl’ubbidienza, l’agire instancabile, le indicibili sofferenze e la morte del tuo amatissimo Figlio, nostro Signore Gesù Cristo.

Ma liberaci dal male: Ti chiediamo umilmente, o misericordioso ed eterno Padre, di perdonare le anime penanti e di condurle insieme alle nostre anime, per i meriti del tuo amatissimo Figlio, nostro Signore Gesù Cristo, nel regno della tua Santità, regno tuo, o Santo dei Santi. Amen.

FONTE: pregate pregate pregate

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SANTA MATILDE 

VIA CRUCIS PER I SACERDOTI

VIA CRUCIS PER I SACERDOTI

SANTA TERESINA2O Gesù, sommo ed eterno sacerdote, custodisci il tuo sacerdote dentro il Tuo Sacro Cuore. Conserva immacolate le sue mani unte che toccano ogni giorno il Tuo Sacro Corpo. Custodisci pure le sue labbra arrossate dal Tuo Prezioso Sangue. Mantieni puro e celeste il suo cuore segnato dal Tuo sublime carattere sacerdotale. Fa’ che cresca nella fedeltà e nell’amore per Te e preservalo dal contagio del mondo. Col potere di trasformare il pane e il vino donagli anche quello di trasformare i cuori. Benedici e rendi fruttuose le sue fatiche e dagli un giorno la corona della vita eterna. (Santa Teresa di Gesù Bambino)

PREGHIERA DI S. FAUSTINA KOWALSKA PER I SACERDOTI

sacerdotiO Gesù mio, ti prego per la Chiesa intera: concedile l’amore e la luce dei tuo Spirito, rendi efficaci le parole dei sacerdoti, affinché spezzino anche i cuori più induriti e li facciano ritornare a te, o Signore. Signore, dacci sacerdoti santi, e tu stesso conservali nella serenità. Fa’ che la potenza della tua Misericordia li accompagni dovunque e li custodisca contro le insidie che il demonio non cessa di tendere all’anima di ogni sacerdote. La potenza della tua Misericordia, o Signore, distrugga tutto ciò che potrebbe offuscare la santità dei sacerdoti, perché tu sei onnipotente. Ti chiedo, Gesù, di benedire con una luce speciale i sacerdoti dai quali mi confesserò nella mia vita. Amen. (Fonte:http://www.leggoerifletto.it/

INIZIO VIA CRUCIS PER I SACERDOTI

( Con la Confessione e Comunione Eucaristica – possibilmente nell’arco di quindici giorni – e le preghiere secondo le intenzioni del Sommo Pontefice, si può lucrare lIndulgenza Plenaria)

 Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.    

(Tutti) Amen.

Il Signore sia con voi (noi). E con il tuo spirito.

Prima di cominciare la meditazione della sofferenza patita dal Signore Gesù per noi, purifichiamo il nostro cuore da ogni amarezza, da ogni rancore, da ogni affetto sregolato, e domandiamo perdono di ogni nostra colpa (pausa di silenzio).perdono

Contro di te abbiamo peccato, Signore: chiediamo un perdono che non meritiamo. Tendi la mano a noi che siamo caduti, tu che al ladrone pentito apristi il paradiso. La nostra vita sospira nell’angoscia, ma non si corregge il nostro agire. Se aspetti, non ci pentiamo, se punisci, non resistiamo. Tendi la mano a noi, che siamo caduti, tu che al ladrone pentito apristi il paradiso.

Preghiamo.

O Dio che hai redento l’uomo col sangue prezioso del tuo Figlio unigenito, concedi a tutti quelli che per corrono con cuore attento e affettuoso il cammino della croce, la liberazione dal peccato e la vita che dalla croce ci è scaturita. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Chiusa in un dolore atroce, eri là sotto la croce, dolce Madre di Gesù.

Santa Madre, deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

Prima stazione

Gesù è condannato a morte

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. 

Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

pilato_tiberio_550[Pilato] sapeva infatti che i capi dei sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia. Ma i capi dei sacerdoti incitarono la folla perché, piuttosto, egli rimettesse in libertà per loro Barabba. Pilato disse loro di nuovo: «Che cosa volete dunque che io faccia di quello che voi chiamate il re dei Giudei?». Ed essi di nuovo gridarono: «Crocifiggilo!». Pilato diceva loro: «Che male ha fatto?». Ma essi gridarono più forte: «Crocifiggilo!». Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso. Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la truppa. Lo vestirono di porpora, intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo. Poi presero a salutarlo: «Salve, re dei Giudei!». E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano davanti a lui (Mc 15,10-19).

Preghiamo per tutti i sacerdoti disprezzati, calunniati, perseguitati, soprattutto per quelli il cui ministero incontra tanti ostacoli. Ti preghiamo, o Gesù, affinché il loro zelo non si affievolisca, ma, attraverso la sofferenza, si accenda sempre di più.

Il tuo cuore desolato, fu in quell’ora trapassato, dallo strazio più crudel.

Santa Madre, deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

Seconda stazione

Gesù è caricato della Croce

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. 

Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Pilato governatore romanoDa quel momento Pilato cercava di metterlo in libertà. Ma i Giudei gridarono: «Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque si fa re si mette contro Cesare». Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette in tribunale, nel luogo chiamato Litostroto, in ebraico Gabbatà. Era la Parasceve della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!». Ma quelli gridarono: «Via! Via! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro re?». Risposero i capi dei sacerdoti: «Non abbiamo altro re che Cesare». Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso (Gv 19,12-16).

Preghiamo. Pensiamo alle molte croci dei sacerdoti: dall’assillo quotidiano per le anime, all’incomprensione, all’incorrispondenza e all’ingratitudine di molti; dai pericoli morali, alla solitudine in terra di missione o in piccole parrocchie sperdute; dalla povertà e alla malattia. Penso soprattutto a chi porta la croce delle supreme responsabilità della Chiesa, al Papa e ai Vescovi: a tutti concedi, o Signore, di portare la loro croce insieme con Te.

Quanto triste, quanto affranta, ti sentivi, o Madre santa, del divino salvator.

Santa Madre, deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

Terza stazione

Gesù cade per la prima volta

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. 

Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

passione -Cristo-deriso-da-un-soldato-1880Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori; e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti. Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca. Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo (Is 53,4-8).

Preghiamo. Pensiamo soprattutto ai sacerdoti novelli: che le prime difficoltà del ministero non li facciano cadere nello scoraggiamento e nel pessimismo. Fa’, o Signore, che essi, dopo ogni prova, riprendano il cammino più fiduciosi in Te e contando meno sulle proprie forze.

Con che spasimo piangevi, mentre trepida vedevi, il tuo Figlio nel dolor.

Santa Madre, deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

Quarta stazione

 Gesù incontra sua Madre

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. 

Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

IV Stazione - Gesù incontra sua madre.sSimeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore (Lc 2,34-35.51).

Preghiamo. Per quel doloroso incontro concedi, o Gesù, alle madri dei sacerdoti di sapere incoraggiare e sostenere i loro figli nel proseguire la loro missione e di cooperare ad essa, come Maria, con le loro preghiere e le loro sofferenze.

Se ti fossi stato accanto, forse che non avrei pianto, o Madonna, anch’io con te?

Santa Madre, deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

Quinta stazione

Gesù aiutato da Simone il Cireneo a portare la croce

cireneo-01Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. 

Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Costrinsero a portare la sua croce un tale che passava, un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e di Rufo. Condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che significa «Luogo del cranio» (Mc 15,21-22).

Preghiamo. II sacerdote è il Cireneo che Tu, o Signore, hai dato alle anime. Fa’ che egli sappia consumarsi per esse senza risparmiarsi, trovando nell’esercizio del ministero la via per la propria santificazione. Ti preghiamo specialmente per i direttori spirituali.

Dopo averti contemplata, col tuo figlio addolorata, quanta pena sento in cuor!

Santa Madre, deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

Sesta stazione

La Veronica asciuga il volto di Gesù

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. 

Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Veronica_asciuga_il_volto_di_GesuNon ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per poterci piacere. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia. (Is 53,2-3).

Preghiamo. Ti preghiamo, o Gesù, che nessuna delle donne che il sacerdote incontra sul suo cammino gli sia pietra d’inciampo: che sappiano andare incontro al sacerdote con coraggio e prudenza, con rettitudine d’intenzione, per essere le collaboratrici del suo ministero.

Santa Vergine, hai contato, tutti i colpi del peccato, nelle piaghe di Gesù.

Santa Madre, deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

Settima stazione

Gesù cade per la seconda volta

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. 

Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

gesu_cade_per_la_terza_voltaIo sono l’uomo che ha provato la miseria sotto la sferza della sua ira. Egli mi ha guidato, mi ha fatto camminare nelle tenebre e non nella luce. Ha sbarrato le mie vie con blocchi di pietra, ha ostruito i miei sentieri. Ha spezzato i miei denti con la ghiaia, mi ha steso nella polvere (Lam 3,1-2.9.16).

Preghiamo. Per i sacerdoti vittime dell’imprudenza e della propria debolezza o delle insidie del mondo: ti preghiamo, rendili pronti ad accorgersi dei rischi che corrono, determinati a fuggire ciò che non è necessario per propria santificazione, costanti nel dono di se stessi.

E vedesti il tuo Figliolo, così afflitto, così solo, dare l’ultimo respir.

Santa Madre, deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

Ottava stazione

Gesù incontra le donne di Gerusalemme

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. 

Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Gesù incontra le pie donneMa Gesù, voltandosi verso di loro, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: “Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno allattato”. Allora cominceranno a dire ai monti: “Cadete su di noi!”, e alle colline: “Copriteci!”. Perché, se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?» (Lc 21,28-31).

Preghiamo. Dalle pie donne Gesù esige la contrizione più perfetta, quale condizione per poter comprendere e piangere la sua Passione e cosi unirsi al Suo sacrificio. A maggior ragione richiede tutto dai Suoi sacerdoti, che celebrano ogni giorno l’Eucaristia. Ti preghiamo, o Signore, perché Tu dia ai sacerdoti lo spirito di umiltà, il cuore contrito e il fervore necessario per una devota celebrazione della santa Messa.

Dolce Madre dell’amore, fa’ che il grande tuo dolore, io lo senta pure in me.

Santa Madre, deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

Nona stazione

Gesù cade per la terza volta

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. 

Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

gesu_cade_sotto_croceÈ bene per l’uomo portare un giogo nella sua giovinezza. Sieda costui solitario e resti in silenzio, poiché egli glielo impone. Ponga nella polvere la bocca, forse c’è ancora speranza. Porga a chi lo percuote la sua guancia, si sazi di umiliazioni. Poiché il Signore non respinge per sempre. Ma, se affligge, avrà anche pietà secondo il suo grande amore (Lam 3,27-32).

Preghiamo. Signore, ti preghiamo intensamente per i sacerdoti che sono nel peccato, invano richiamati dalla sollecitudine materna della Chiesa, che rischiano di perdersi. Rialzali subito e sana le loro ferite. Ti preghiamo ancora per i sacerdoti agonizzanti: che nessuno muoia separato da Te, senza il conforto dei Sacramenti.

Fa che il tuo materno affetto, per tuo Figlio benedetto, mi commuova e infiammi il cuor.

Santa Madre, deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

Decima stazione

Gesù è spogliato delle vesti

passione 10 stazione le vestiTi adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. 

Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

[I soldati] si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse ciò che ognuno aveva preso. (Mc 15,24).

Preghiamo. Ti preghiamo, o Gesù, che ogni sacerdote sappia spogliarsi dell’uomo vecchio e rivestirsi dell’uomo nuovo nella giustizia e nella santità vera e sia così degno di indossare i sacri paramenti. II calice amaro delle umiliazioni li renda sempre più disponibili a fare la Tua santissima volontà.

Le ferite che il peccato, sul tuo corpo ha provocato, siano impresse, O Madre, in me.

Santa Madre, deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

Undicesima stazione

Gesù è inchiodato sulla croce

croci1Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. 

Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. La scritta con il motivo della sua condanna diceva: «Il re dei Giudei». Con lui crocifissero anche due ladroni, uno a destra e uno alla sua sinistra (Mc 15,25-27).

Preghiamo. Ti preghiamo, o Gesù, che il sacerdote, unito alla croce della Tua volontà, accetti il martirio silenzioso del dovere quotidiano fatto di opere buone, con grande amore e carità. Unendosi a Te, che sulla croce preghi il Padre, trovi nell’Ufficio divino la gioia e la forza per il dono totale di sé.

Del Figliolo tuo trafitto, per scontare il mio delitto, condivido ogni dolor.

Santa Madre, deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

Dodicesima stazione

Gesù muore in croce

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. 

Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

centurioneQuando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Alle tre, Gesù gridò a gran voce: «Eloì, Eloì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Ma Gesù, dando un forte grido, spirò (Qui ci si genuflette e si fa una breve pausa). Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!» (Mc 15,33-34.37.39).

Preghiamo. Ti preghiamo, Gesù, che il sacerdote sia come te “sacerdote e vittima”, anche quando ciò significa dolorosa e intima crocifissione. Ti preghiamo soprattutto per i sacerdoti dei paesi in cui c’è la persecuzione: dà a essi la forza e la gioia del martirio.

Di dolori quale abisso, presso, o Madre, al crocifisso, voglio piangere con te.

Santa Madre, deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

Tredicesima stazione

Gesù e deposto dalla croce

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. 

Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

deposizione1Venuta ormai la sera, poiché era la Parasceve, cioè la vigilia del sabato, Giuseppe d’Arimatea, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anch’egli il regno di Dio, con coraggio andò da Pilato e chiese il corpo di Gesù. Egli allora, comprato un lenzuolo, lo depose dalla croce, lo avvolse con il lenzuolo (Mc 15,42-43.46).

Preghiamo. Ti preghiamo, o Gesù, che tutti i sacerdoti vivano e muoiano tra le braccia materne della Chiesa. Nel momento della prova non cerchino sostegno e conforto dagli uomini ma trovino nel grembo di Maria, una vera e filiale devozione e dedizione a lei, spogli di ogni loro volontà e in spirito di perfetta obbedienza.

Con amore di figlio, voglio fare mio il tuo cordoglio, rimanere accanto a te.

Santa Madre, deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

 

Quattordicesima stazione

Gesù è posto nel sepolcro

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. 

Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Lattanzio, Deposizione di Cristo nel sepolcro[Giuseppe d’Arimatea] avvolse [Gesù] con il lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare una pietra all’entrata del sepolcro. Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano a osservare dove veniva posto (Mc 15,46-47).

Preghiamo. Che tutti i sacerdoti, vivano ogni giorno lo spirito del diaconato e del sacerdozio, in atteggiamento di umiltà, di raccoglimento e di preghiera. Così custodiranno gelosamente l’amicizia di Cristo, affinché insieme ai fratelli, siano partecipi di una nuova umanità, come ci ha insegnato il Cristo.

O Madonna, o Gesù buono, vi chiediamo il grande dono dell’eterna gloria in ciel.

Santa Madre, deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

Conclusione

(della Via Crucis)

ANDATE E PORTATE MOLTO FRUTTOPoniamo termine alla nostra preghiera comune, ravvivando in noi la speranza e custodendo sempre nella nostra mente e nel nostro cuore il pensiero della morte e della risurrezione del Signore Gesù. Amen.

Non chiudere la tua porta, o Signore, a chi si è attardato ma è venuto a bussare. Non respingere le preghiere di chi ti ha cercato. Donaci la gioia del tuo convito e il pane del tuo Regno.

Preghiamo. Compiuto questo santo cammino, o Signore, Ti chiediamo che duri in noi sempre l’efficacia della passione. Scenda la tua benedizione su noi che hai riscattato con la morte del tuo Figlio; venga il perdono e la consolazione, si accresca la fede, si rafforzi la certezza della redenzione eterna. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Benedizione finale.

Il Signore sia con voi (noi).  E con il tuo spirito.

Vi (Ci) benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio X e Spirito Santo. Amen.

Glorificate il Signore con la vostra vita. Andate in pace. Rendiamo grazie a Dio.

Andiamo in pace. Rendiamo grazie a Dio.

Preghiera di un sacerdote pentito

Signore, sono un tuo povero ed indegno sacerdote. Perdonami per ogni volta che inconsciamente ho pensato di essere migliore degli altri. Mi sento spesso come gli ipocriti che tu biasimavi o coloro che amavano i primi posti nelle sinagoghe o nelle assemblee. Perdonami se ho detto sacerdote che pregamolte cose che io non metto in pratica.

Dovrei predicare più con i fatti che con le parole. Il mio cuore dovrebbe condividere tutto con gli altri, invece non ne sono capace. Con quale tracotanza ho predicato virtù che io ho osservato troppo poco! Le liturgie che ho presieduto come erano irriverenti, false, tiepide e come le vivevo da esaltato…

Guarda quante volte, Signore, ti ho condannato con la mia ipocrisia! Spesso ho parlato dell’amore di Dio-Padre per ogni sua creatura nelle mie omelie, dall’alto del pulpito, mentre io non sento quasi nulla per nessuno, nemmeno per me stesso. Perdonami davvero…

Signore, con quanta aridità vivo i rapporti umani e quante volte mi sono sentito superiore agli ignoranti, per quel po’ di filosofia o teologia che ho leggiucchiato, pur covando molti dubbi… Io non amo seriamente e non amo nessuno. Tu, Signore, lo sai bene. Ho taciuto molte palesi ingiustizie personali e sociali per 89020_sacerdoteconvenienza. Ho obbedito ai superiori solo per non avere fastidi, disagi o trasferimenti in parrocchie più povere e problematiche.

Perdonami se non ho realmente preso sul serio le mie omelie. Io non sono andato a cercare le pecorelle smarrite, perché non mi hanno mai interessato. Se uno è anticlericale lo evito, e basta. Non lo affronto perché so che in molte cose ha ragione. Perdonami se molta gente non viene in chiesa a lodarti: in qualche modo ho contribuito anch’io ad allontanarla con la mia indifferenza o con il mio modo di fare eccessivamente interessato.

Gesù, ti ho tradito, perché non vivo come vivi Tu, non affronto la crocefissione come l’hai affrontata Tu. Sono più preoccupato per le offerte dei fedeli, per le messe pagate che per la mia testimonianza cristiana. Plasma il mio cuore indurito dalle troppe attività. Perdona davvero se mi sono soffermato troppo poco ad adorarti, se mi sono tuffato nell’attivismo più sfrenato senza ricercare l’essenziale.

Sacerdote-che-prega-Perdonami se non ho sufficientemente dedicato il mio tempo ai poveri, ai peccatori, se sono stato poco disponibile alla salvezza delle anime, ai colloqui personali, alle sante confessioni. Insegnami a capire, Signore, quale grande responsabilità mi sono sobbarcato nelle mie promesse sacerdotali e negli incarichi che mi sono stati dati. Che io non trascuri nessuna anima che mi hai affidato.

Fa’ che non tralasci alcun momento di preghiera, riflessione, meditazione e adorazione che tu mi concedi nelle varie occasioni. Insegnami che a Te, mio Signore, non devo dare solo alcuni ritagli della mia vita, ma la mia intera esistenza nella gioia, ma ho bisogno del tuo aiuto, perché senza di Te non posso fare nulla. Fonte:http://www.leggoerifletto.it/

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addolorata14Sotto la tua protezione troviamo rifugio, santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta.

Ricordati, o piissima Vergine Maria, che non si è mai inteso al mondo che qualcuno abbia fatto ricorso a te per implorare il tuo aiuto, e sia stato abbandonato. Anch’io, animato da tale confidenza, a te ricorro, Vergine madre purissima, e vengo a mettermi davanti a te, peccatore avvilito ed affranto. Tu che sei la Madre del Verbo, non respingere la mia povera voce, ma ascoltala benevola, ed esaudiscimi. Amen (San Bernardo)

La corona del Rosario dell’Addolorata è lo stesso che si utilizza per il Rosario dei 7 dolori della Vergine.  

Il Rosario dell’Addolorata inizia con la preghiera del Credo:

Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente: di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei Santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.

Poi si ripete per tre volte:

A me peccatore e a tutti i peccatori, concedi il pentimento sincero per i nostri peccati.

20100127-simeonePrima supplica:

O Regina dei Martiri, quale dolore provasti quando il vecchio Simeone profetizzò che Gesù sarebbe stato segno di contraddizione e che la tua stessa anima sarebbe stata trafitta da una spada. Per questa previsione, che stese sulla tua Maternità divina l’ombra della Croce, fammi conoscere con chiarezza i miei peccati e aiutami a detestarli con tutto il cuore.

(7 Ave Maria)

 

fuga-in-egittoSeconda supplica:

O Regina dei Martiri, la persecuzione di Erode ti costrinse a fuggire precipitosamente in Egitto con il Bimbo e il tuo sposo Giuseppe e ad affrontare i disagi dell’esilio. Per questa sofferenza prolungata e penosa, liberami dalle seduzioni di satana e del mondo intero.

(7 Ave Maria)

 

ritrovamento di Gesù nel tempio3Terza supplica:

O Regina dei Martiri, quale angoscia provasti con Giuseppe nei giorni in cui Gesù rimase a vostra insaputa nel tempio di Gerusalemme. Per questo dolore non permettere che io perda l’amicizia di Gesù a causa del peccato e della tiepidezza spirituale.

(7 Ave Maria)

 

FARISEI1Quarta supplica:

O Regina dei Martiri, quali oscure apprensioni soffristi nel vedere Gesù incompreso da molti, rifiutato, perseguitato dai capi d’Israele. Per questo dolore, ottienimi la grazia di seguire decisamente Gesù, affrontando con coraggio ogni incomprensione e avversità.

(7 Ave Maria)

 

addolorata sotto la croceQuinta supplica:

O Regina dei Martiri, quale fitta al cuore provasti nel vedere Gesù condotto nei tribunali, umiliato, flagellato, coronato di spine, confrontato a Barabba e trascinato esausto per i sentieri di Gerusalemme sotto il peso della Croce. Per questi spasimi indicibili ottienimi la forza di darmi a Dio senza riserve.

(7 Ave Maria)

 

BEATA VERGINE MARIA ADDOLORATASesta supplica:

O Regina dei Martiri, quale tortura dovette subirei l tuo cuore di Madre, nel vedere il Frutto del tuo grembo Immacolato spirare sulla Croce e trafiggere il suo Cuore dalla lancia del soldato. Per il tuo cuore materno trafitto ottienimi la grazia di vivere e morire nell’amore a Cristo crocifisso.

(7 Ave Maria)

 

BEATA VERGINE MARIA ADDOLORATA3Settima supplica:

O Regina dei Martiri, quale doloroso sussulto provasti nel ricevere tra le braccia il corpo esanime del tuo Figlio, straziato dalle torture della Passione. Per questa estrema lacerazione del tuo cuore materno, ottienimi la grazia di staccarmi da ogni vanità terrena e di aspirare unicamente all’unione con Gesù, Figlio di Dio fatto Uomo nel tuo grembo Immacolato.

(7 Ave Maria)

LITANIE DELL’ADDOLORATA

Signore, pietà Signore, pietà

Cristo, pietà Cristo, pietà

Signore, pietà Signore, pietà

Cristo, ascoltaci Cristo, ascoltaci

Cristo, esaudiscici Cristo, esaudiscici

Padre del cielo, che sei Dio abbi pietà di noi

Figlio, Redentore del mondo, che sei Dio abbi pietà di noi

Spirito Santo Paraclito, che sei Dio abbi pietà di noi

Santa Trinità, unico Dio abbi pietà di noi

Santa Maria prega per noimadonna_delle_lacrime_statua

Madre addolorata prega per noi

Madre ai piedi della Croce prega per noi

Madre priva del tuo Figlio prega per noi

Madre trafitta dalla spada del dolore prega per noi

Madre crocifissa nel Cuore prega per noi

Madre testimone della risurrezione prega per noi

Vergine obbediente prega per noi

Vergine penitente prega per noi

Vergine fedele prega per noi

Vergine del silenzio prega per noi

Vergine del perdono prega per noi

Vergine dell’attesa prega per noi

Donna esule “Donna pazienteprega per noi

Donna coraggiosa prega per noi

Donna del dolore prega per noi

Donna della Nuova Alleanza prega per noiADDOLORATA

Donna della speranza prega per noi

Novella Eva prega per noi

Strumento di redenzione prega per noi

Serva della riconciliazione prega per noi

Difesa degli innocenti prega per noi

Coraggio dei perseguitati prega per noi

Fortezza degli oppressi prega per noi

Speranza dei peccatori prega per noi

Consolazione degli afflitti prega per noi

Rifugio dei miseri prega per noi

Conforto degli esuli prega per noi

Sostegno dei deboli prega per noi

Sollievo degli infermi prega per noi

Regina dei martiri prega per noi

addolorata 2Gloria della Chiesa prega per noi

Vergine della Pasqua prega per noi

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo. Perdonaci, Signore.

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo. Ascoltaci, Signore.

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo. Abbi pietà di noi.

Prega per noi, Santa Vergine Addolorata. E saremo degni delle promesse di Cristo.

Preghiamo:

O Dio, Tu che hai voluto che la vita della Vergine fosse segnata dal mistero del dolore; concedici, ti preghiamo, di camminare con Lei sulla via della fede e di unire le nostre sofferenze alla Passione di Cristo perché diventino occasione di grazia e strumento di salvezza. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Fonte: “Pregate, pregate, pregate” ed. Shalom

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Madonna dei sette doloriLa Madonna disse a Marie Claire, una delle veggenti di Kibeho prescelta per propagandare la diffusione di questa coroncina: “ Ciò che vi chiedo è il pentimento. Se reciterete questa coroncina meditando, allora avrete al forza di pentirvi. …”

La Madonna disse a Marie Claire, una delle veggenti di Kibeho prescelta per propagandare la diffusione di questa coroncina:

Ciò che vi chiedo è il pentimento. Se reciterete questa coroncina meditando, allora avrete al forza di pentirvi. Oggigiorno molti non sanno più chiedere perdono. Essi mettono di nuovo il Figlio di Dio sulla croce. Per questo ho voluto venire a ricordarvelo, soprattutto qui in Ruanda, perché qui ci sono ancora persone umili che non sono attaccate alla ricchezza e ai soldi”. (31.5.1982)

Ti chiedo di insegnarla al mondo intero…, pur restando qui, perché la mia grazia è onnipotente”. 15.8.1982)

Il 9 Agosto 1982, la Madonna piange ed i veggenti piangono con Lei, perché manifestava loro inquietanti immagini del futuro: terribili battaglie, fiumi di sangue,  cadaveri abbandonati, un abisso spalancato. Queste Apparizioni sono state ufficialmente riconosciute dalla Chiesa il 29.6.2001.

ROSARIO DEI 7 DOLORI DELLA VERGINE

KibehoNel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre…

Mio Dio, ti offro questa Coroncina dei dolori per la Tua maggior gloria, in onore della Tua Santa Madre. Mediterò e condividerò la Sua sofferenza. O Maria, Ti supplico, per le lacrime che hai versato in quei momenti, ottieni a me e a tutti i peccatori il pentimento delle nostre colpe. Recitiamo la Coroncina pregandoti per tutto il bene che ci hai fatto donandoci il Redentore, che noi, purtroppo, continuiamo a crocifiggere ogni giorno. Sappiamo che se qualcuno è stato ingrato verso un altro che gli ha fatto del bene e lo vuole ringraziare, la prima cosa che fa è riconciliarsi con lui; per questo recitiamo la Coroncina pensando alla morte di Gesù per i nostri peccati e chiedendogli perdono. CREDO

Sui primi tre grani:

A me peccatore e a tutti i peccatori concedi la contrizione perfetta dei nostri peccati  ( 3 volte)

PRIMO DOLORE

tempio simeone prezentazione6Il vecchio Simeone annuncia a Maria che una spada di dolore le trapasserà l’anima.

Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose  che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: “Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima”.    (Lc 2,33-35)

Padre nostro – 7 Ave Maria

Madre piena di misericordia ricorda al nostro cuore, le sofferenze di Gesù durante la sua Passione.

Preghiamo:

O Maria, umile figlia di Sion, che udendo la voce profetica di Simeone, hai ricevuto nel profondo del cuore, come spada tagliente la rivelazione della via dolorosa del tuo Figlio e hai provato l’immensa pena a motivo del rifiuto di molti, ti preghiamo: ottienici il dono di capire il sacrificio di Cristo, di seguire, come discepoli, il suo esempio, di accogliere la sua salvezza. Amen.

SECONDO DOLORE

fuga-in-egittoMaria fugge in Egitto con Gesù e Giuseppe.

I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: “Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finchè non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo”. Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre, e nella notte fuggì in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: “Dall’Egitto ho chiamato il mio figlio.   (Mt 2,13-15)

Padre nostro – 7 Ave Maria

Madre piena di misericordia ricorda al nostro cuore, le sofferenze di Gesù durante la sua Passione.

Preghiamo:

O Maria, giovane vergine d’Israele che hai portato la fatica di tutte le madri nella difesa della vita da ogni insidia, concedi a tutti coloro che come te, sono attenti e solleciti alla nascita e alla crescita delle future generazioni, il dono della speranza e della fortezza, quali custodi del disegno di Dio sul futuro del mondo.

TERZO DOLORE

ritrovamento di Gesù nel tempioLo smarrimento di Gesù.

Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: “Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo”. (Lc 2,48)

Padre nostro – 7 Ave Maria

Madre piena di misericordia ricorda al nostro cuore, le sofferenze di Gesù durante la sua Passione.

Preghiamo:

O Maria, donna fedele, che hai gioito per la presenza intenza del Figlio tuo, alla preghiera pasquale del tuo popolo e hai sofferto per la sua improvvisa “distanza”, concedi il dono di una costante ricerca del Figlio tuo nella fede a quanti sono nell’inquietudine del dubbio, e a noi, la gioia di essere ritrovati nei nostri smarrimenti. Amen.

QUARTO DOLORE

Maria incontra suo Figlio carico della Croce.

croce - incontra sua madreLo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. (Lc 23,27)

Padre nostro – 7 Ave Maria

Madre piena di misericordia ricorda al nostro cuore, le sofferenze di Gesù durante la sua Passione.

Preghiamo:

O Maria, umile ancella del Signore, che ti sei lasciata afferrare dalla beatitudine promessa dal Figlio tuo a quanti compiono la volontà del Padre, aiutaci ad essere docili al volere di Dio su di noi e ad accogliere sulla nostra strada la croce on lo stesso amore con cui l’hai accolta e portata. Amen

QUINTO DOLORE

Maria sta presso la Croce del Figlio

Maria-ai-piedi-croceStavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Cleofa e Maria di Magdala. Gesù, allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna ecco il tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco la tua madre!”. E dal quel momento il discepolo la prese nella sua casa. (Gv 19,25-27)

Padre nostro – 7 Ave Maria

Madre piena di misericordia ricorda al nostro cuore, le sofferenze di Gesù durante la sua Passione.

Preghiamo:

O Maria, addolorata Madre del Signore, che ci hai dato un tale esempio di amore e di fortezza presso la croce, insegnaci la carità di una presenza generosa presso la croce, insegnaci la carità di una presenza generosa presso tutti i nostri fratelli sofferenti e fa che ti accogliamo nella nostra casa come Madre, affinché, per mezzo tuo, apprendiamo un nuovo modo di accettare l’immancabile dolore della vita. Amen

SESTO DOLORE

Maria riceve il corpo inanimato di suo Figlio.

maria riceve il corpo di gesùGiuseppe di Arimatea, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodemo, quello che in precedenza era andato da lui di notte, e portò una mistura di mirra e di aloe di circa cento libbre. Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero in bende insieme con oli aromatici, com’è usanza di seppellire per i Giudei. (Gv 19,38-40)

Padre nostro – 7 Ave Maria

Madre piena di misericordia ricorda al nostro cuore, le sofferenze di Gesù durante la sua Passione.

Preghiamo:

O Maria, donna dell’invincibile speranza, che hai creduto nell’annuncio della gloriosa immortalità, fatto dal Figlio tuo al mondo, guidaci nell’ora della nostra morte sulla strada che conduce alla certezza e alla gioia della vita senza fine. Amen

SETTIMO DOLORE

gesù è deposto nel sepolcroMaria alla tomba di Gesù.

Ora, nel luogo dov’era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora deposto. Là dunque deposero Gesù, a motivo della Parasceve dei Giudei, poiché quel sepolcro era vicino. ( Gv 19,41-42)

Breve meditazione personale

Padre nostro – 7 Ave Maria

Madre piena di misericordia ricorda al nostro cuore, le sofferenze di Gesù durante la sua Passione.

Preghiamo:

O Maria, testimone fedele della risurrezione, anche tu sei andata al sepolcro fra le lacrime, portando un seme eterno di fecondità, e “alla prima luce del giorno dopo il Sabato” hai appreso il gioioso annuncio del risorto, fa che anche noi camminiamo sempre con te portando lietamente i frutti di una vita buona. Amen.

Canto

Per finire ripetere tre volte le seguenti preghiere:

Ave Maria – Padre Nostro

Madre piena di misericordia. Tieni vivo nel nostro cuore i tuo dolore.

oppure:

Madre piena di misericordia. Ricordaci ogni giorno la Passione di Gesù.

Ave Maria dell’Addolorata.

LITANIE DELL’ADDOLORATA

Signore, pietà Signore, pietà

Cristo, pietà Cristo, pietà

Signore, pietà Signore, pietà

Cristo, ascoltaci Cristo, ascoltaci

Cristo, esaudiscici Cristo, esaudiscici

Padre del cielo, che sei Dio abbi pietà di noi

Figlio, Redentore del mondo, che sei Dio abbi pietà di noi

Spirito Santo Paraclito, che sei Dio abbi pietà di noi

Santa Trinità, unico Dio abbi pietà di noi

Santa Maria prega per noimadonna_delle_lacrime_statua

Madre addolorata prega per noi

Madre ai piedi della Croce prega per noi

Madre priva del tuo Figlio prega per noi

Madre trafitta dalla spada del dolore prega per noi

Madre crocifissa nel Cuore prega per noi

Madre testimone della risurrezione prega per noi

Vergine obbediente prega per noi

Vergine penitente prega per noi

Vergine fedele prega per noi

Vergine del silenzio prega per noi

Vergine del perdono prega per noi

Vergine dell’attesa prega per noi

Donna esule “Donna pazienteprega per noi

Donna coraggiosa prega per noi

Donna del dolore prega per noi

Donna della Nuova Alleanza prega per noiADDOLORATA

Donna della speranza prega per noi

Novella Eva prega per noi

Strumento di redenzione prega per noi

Serva della riconciliazione prega per noi

Difesa degli innocenti prega per noi

Coraggio dei perseguitati prega per noi

Fortezza degli oppressi prega per noi

Speranza dei peccatori prega per noi

Consolazione degli afflitti prega per noi

Rifugio dei miseri prega per noi

Conforto degli esuli prega per noi

Sostegno dei deboli prega per noi

Sollievo degli infermi prega per noi

Regina dei martiri prega per noi

addolorata 2Gloria della Chiesa prega per noi

Vergine della Pasqua prega per noi

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo.

Perdonaci, Signore.

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo.

Ascoltaci, Signore.

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo.

Abbi pietà di noi.

Prega per noi, Santa Vergine Addolorata.

E saremo degni delle promesse di Cristo.

Preghiamo:

O Dio, Tu che hai voluto che la vita della Vergine fosse segnata dal mistero del dolore; concedici, ti preghiamo, di camminare con Lei sulla via della fede e di unire le nostre sofferenze alla Passione di Cristo perché diventino occasione di grazia e strumento di salvezza. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Fonte: “Pregate Pregate Pregate” ed. Shalom

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VIA CRUCIS DELLA MISERICORDIA  

ViaCrucisSignore Gesù, noi tutti eravamo dispersi, ognuno di noi seguiva la sua strada. Ti sei caricato delle nostre sofferenze, ti sei addossato i nostri dolori, maltrattato, ti sei lasciato umiliare, non hai aperto bocca; come agnello sei stato condotto al macello. Con la violenza e un’ingiusta sentenza sei stato tolto di mezzo, schiacciato dalle nostre iniquità. (Is 53,4-8)

INTRODUZIONE E PREGHIERA INIZIALE

Nel nome del Padre, e del Figlio, e dello Spirito Santo.

Amen.

In questo Anno Santo, Giubileo della Misericordia, percorriamo la Via Crucis come pellegrini e mendicanti di misericordia. Tenendo fisso lo sguardo sul Gesù, passeremo da una stazione all’altra come attraverso altrettante Porte Sante e ci recheremo spiritualmente nelle più sperdute e desolate periferie esistenziali dell’umanità, dove Cristo ancora soffre, è lasciato morire di fame e di freddo, è rifiutato e respinto, è incarcerato e privato della logo misericordiasua umano-divina dignità, è perseguitato e ucciso… Per vivere autenticamente la nostra Via Crucis sulle orme di Gesù, occorre tuttavia avere innanzitutto l’umiltà e il coraggio di scendere nelle zone più nascoste del nostro cuore, quelle ancora da evangelizzare. È là che Gesù ci attende per donarci il suo perdono e cominciare con noi, dall’abisso della nostra povertà, la salita al Calvario, alla vetta del più grande amore. Egli, infatti, nella sua bontà misericordiosa, vuole non solo salvarci, ma anche unirci a Sé nell’opera di salvezza universale.

Padre, fontale Amore, che hai tanto amato il mondo da dare il tuo dilettissimo Figlio per la nostra salvezza, visita con il tuo Santo Spirito le profondità del nostro cuore, perché, percorrendo la Via della Croce, ci lasciamo trasformare interiormente, e diventiamo per i nostri fratelli segni vivi della tua misericordia. E tu, Madre della divina Misericordia, accompagnaci lungo il cammino, negli intricati sentieri della storia, negli anonimi agglomerati urbani, nei desolati deserti del non-senso, dove ogni giorno l’uomo è immerso nelle tenebre del Venerdì Santo e attende una parola e un gesto di umana-divina misericordia per risorgere a vita nuova.

PRIMA STAZIONE

Gesù è condannato a morte

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo,

perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.

LETTURA BIBLICA Mt 26,11-12.24.26

Al mattino, Gesù comparve davanti al governatore [Pilato]. E mentre i capi dei sacerdoti e gli anziani lo accusavano, non rispose nulla…, tanto che il governatore rimase assai stupito. Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto Gesù condannato a morteaumentava, prese dell’acqua e si lavò le mani davanti alla folla, e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.

BREVE MEDITAZIONE

Il Giusto, accusato, tace. È il silenzio consapevole di chi sa che è giunta la “sua ora”. Tra le urla degli accusatori Gesù ascolta la voce del Padre che nel suo grande amore per gli uomini lo consegna a loro salvezza. È un silenzio pieno di amore di chi alla difesa preferisce il perdono, alla vita per sé l’offerta per gli altri. È un silenzio che stupisce, perché è nuovo. E chiama ad una vita nuova, ad una nuova mentalità. Quale contrasto con il gesto di lavarsi le mani compiuto da Pilato! Gesto d’indifferenza e di egoismo che si ripete ancora oggi, quando, chiudendo il nostro cuore all’accoglienza, noi decretiamo la condanna a morte di tanti poveri senza voce, inghiottiti nei mari burrascosi della storia.

SECONDA STAZIONE

Gesù è caricato della croce

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo,

perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.

LETTURA BIBLICA Mc 15,16-20, passim

Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo. Poi presero a salutarlo: «Salve, re dei Giudei!». E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano davanti a lui. Dopo essersi fatti beffe di lui, lo condussero fuori per Gesù caricato della crocecrocifiggerlo.

BREVE MEDITAZIONE

La condanna, inappellabile, è appena pronunziata e subito il mistero dell’iniquità si manifesta in tutta la sua cattiveria. Per i soldati, che lo ricevono in consegna, Gesù è oggetto di scherno, di gratuita violenza e di disprezzo. Incoronato di spine, diventa per loro un re da burla. Quale tragica rivelazione del cuore umano! Quale perverso gusto di far soffrire e di veder soffrire!… Ogni senso di pietà è scomparso. E Gesù ancora tace. Nella sua mitezza si lascia condurre, spogliare e rivestire, bendare e incoronare di spine…, come un personaggio di teatro tragicomico. Silenzio di mansuetudine di chi, Signore dell’universo, si consegna inerme, per vincere non con la forza, ma con la debolezza. Mistero insondabile dell’umiltà di Dio, cui non si riconosce neppur più la dignità di Uomo. E questo ancora tragicamente accade nei tanti lager, gulag e foibe della storia, per non dire nelle carceri sovraffollate del terzo millennio cristiano, dove di nuovo e sempre Cristo è vilipeso, e proprio da chi dovrebbe mettersi al servizio dell’uomo, fermamente credendo nell’altissima dignità conferita da Dio all’umana persona. È da questo punto di estremo, inumano abbassamento che Gesù comincia il suo cammino verso la vetta del più grande amore.

TERZA STAZIONE

Gesù cade la prima volta sotto la Croce

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo,

 perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.

LETTURA BIBLICA Is 53,4-5

Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori; e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre caduta2iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui.

BREVE MEDITAZIONE

Fin dai primi passi sulla via verso il Calvario Gesù crolla sotto il peso di una croce troppo pesante da portare anche per Lui, che non è venuto a salvare con la potenza, ma facendosi debole con i deboli. Cadono oggi migliaia e migliaia di bambini sotto croci che superano le loro forze, ma cadono anche i giovani e gli adulti; cadono gli anziani e interi popoli sotto insostenibili prove. Sempre troppo pesante è ogni croce quando si è soli a portarla. Soltanto insieme si può sostenerne il peso e scoprirne la grazia, poiché nella solidarietà della compassione essa viene trasfigurata. Allora, infatti, si rivela la presenza del Padre sempre pronto ad accogliere nelle sue mani l’uomo fatto di fragile argilla, per riplasmarlo e infondergli lo Spirito di fortezza, affinché possa riprendere il cammino della vita verso la vetta del più grande amore.

QUARTA STAZIONE

Gesù incontra la sua SS. Madre

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo,

perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.

LETTURA BIBLICA Mt 5,4.7; Lc 1, 42; Gdt 15,10

Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia… Benedetta tu fra le donne! Sii per sempre benedetta dal Signore onnipotente.Incontro di Maria con Gesù (4)

BREVE MEDITAZIONE

Sempre una madre si affretta là dove il figlio è in pericolo, dove lo vede soffrire. Appena all’inizio del cammino verso il Calvario, Gesù cade sotto il peso della Croce, ed ecco subito accorrere la Madre che vorrebbe sollevarlo, vorrebbe mettersi sotto di Lui come una strada non accidentata; vorrebbe togliergli il peso che lo schianta. Vorrebbe ancora portarlo in braccio! Così Maria si fa presente anche a noi tutti, poiché a Lei Gesù ci ha affidati come figli. Con Lei accanto, il cammino della nostra vita si fa meno aspro, con Lei la paura di soccombere scompare. Ancor prima che la invochiamo, viene in nostro aiuto; ci avvolge di tenerezza con il suo sguardo, ci dà pace e fortezza con il suo abbraccio; in comunione d’amore porta con noi la Croce, come fece con Gesù, il nostro Fratello maggiore.

QUINTA STAZIONE

Gesù è aiutato da Simone di Cirene a portare la croce

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo,

perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.

LETTURA BIBLICA Lc 23,26

Mentre conducevano via Gesù, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare Gesù+Cireneo_dietro a Gesù.

BREVE MEDITAZIONE

Le guardie che conducevano Gesù verso il patibolo avevano permesso che la Madre gli si avvicinasse. Ora, vedendo il condannato stremato di forze e tutto martoriato, gli cercano un aiuto, perché non soccomba prima di arrivare al colle del patibolo. E così Simone di Cirene – un uomo qualunque, potrebbe essere ognuno di noi – si trova all’improvviso caricato di un peso detestabile e condotto su una via diversa da quella che stava percorrendo. L’hanno costretto a dare un simile aiuto, ma in realtà egli è scelto dal Padre, per una missione unica di solidarietà. In silenzio, Simone prende la croce; mite, segue il Mite, formando una cosa sola con Lui. Era un “uomo qualunque”; mettendo in pratica il comandamento dell’amore che consiste nel portare i pesi gli uni degli altri, egli diventa un discepolo di Gesù.

SESTA STAZIONE

Gesù è asciugato in volto da Veronica

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo,

perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.

LETTURA BIBLICA Is 53,2-3; Sal 63,2; 27,7

Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per poterci piacere. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia. O Dio, Tu sei il mio Dio, dall’aurora io ti cerco, ha sete di te l’anima mia. Il tuo volto, Signore, io cerco. Non Gesù e Veronicanascondermi il tuo volto.

BREVE MEDITAZIONE

Maria, la Vergine Madre… Simone di Cirene… E ora un’altra donna si avvicina a Gesù: è la pia Veronica. Non solo non parla, ma di lei nessuna traccia è rimasta nei Vangeli. Eppure ognuno di noi vorrebbe proprio essere quella donna dal cuore grande e compassionevole che asciugando il volto sofferente di Gesù lo riceve impresso nel suo lino e soprattutto nel suo cuore. La Vera Icona di Cristo è infatti quella impressa nei nostri cuori, se partecipiamo con amore alla sua Passione, che continua nella passione di ogni sofferente, abbandonato, umiliato, «davanti al quale ci si copre la faccia» e si voltano le spalle. Volto di dolore che splenderà di indicibile bellezza nella risurrezione.

SETTIMA STAZIONE

Gesù cade la seconda volta

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo,

perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.

LETTURA BIBLICA 1 Cor 1,25.27-30

Ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini. Quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti; quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti; quello che è ignobile e disprezzato per il mondo, quello che è nulla, Dio lo ha scelto. Grazie a lui voi siete in Cristo Gesù, il quale per noi è diventato sapienza per opera di Dio, giustizia, santificazione e caduta1redenzione.

BREVE MEDITAZIONE

Tutta la missione redentrice di Gesù è stata un continuo discendere, un continuo abbassamento. Dal cielo, dal seno del Padre, venne sulla terra a cercare la pecorella smarrita, per caricarsela sulle sue sacre spalle e riportarla ai pascoli dei cieli. Davanti agli apostoli si abbassò a lavare loro i piedi… Davanti alla donna adultera, si chinò in silenzio a scrivere per terra. Anche le sue cadute lungo la salita del Calvario nascondono un mistero di misericordiosa compassione. Lui, il Re e Giudice divino, non giudica né condanna l’uomo che cade e torna a cadere, non discute le nostre debolezze, ma si fa debole con chi è debole. E così si trova là, accanto ai peccatori recidivi di cui nessuno ha pietà. È là perché l’uomo non disperi; è là per dirci che in loro Egli è presente e può trarre tanto bene anche da situazioni di male, poiché, con l’intervento della sua grazia, chi oggi è caduto, domani potrà rialzarsi e diventare un grande santo, come ci dimostra la storia. È là, perché l’Amore è umile, ha viscere di misericordia.

 OTTAVA STAZIONE

Gesù incontra le donne di Gerusalemme

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo,

 perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.

LETTURA BIBLICA Lc 23,27-28

Una grande moltitudine di popolo e di donne seguiva Gesù battendosi il petto e facendo lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli».Gesù incontra le donne

BREVE MEDITAZIONE

Dopo la Madre e dopo la pia Veronica, ecco avvicinarsi a Gesù, spinte dalla compassione, un gruppo di donne piangenti. Per la prima volta durante la sua salita al Calvario, Gesù esce dal suo silenzio. Egli ha qualcosa di importante da dire loro: ha una missione da affidare, proprio in quando donne e madri. Esse sono venute per consolarlo, sono venute per esprimergli tutto il loro affetto e il loro dissenso circa l’ingiusta condanna da cui lo vedono colpito e davanti alla quale null’altro possono fare, se non piangere. Gesù, però, allontana l’attenzione da sé. Egli è l’Uomo per gli altri. Non di Lui si devono preoccupare le donne di Gerusalemme, ma dei loro “figli” in pericolo di soccombere nell’ora più tragica della storia: l’ora dello scontro frontale tra la Luce e le tenebre, tra la Vita e la morte, tra Dio e il maligno. Questo mistero tenebroso è ancora in atto e lo sarà fino alla fine: e la donna, per sua natura orientata all’amore oblativo e al servizio alla vita, è chiamata, con il sacrificio di se stessa, a proteggere il mondo dalla barbarie, ad esserne vigile custode e ispiratrice di scelte di vita contro la tentazione di scelte di morte.

NONA STAZIONE

Gesù cade la terza volta

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo,

perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.

LETTURA BIBLICA Eb 4,15-16

Non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da cadutaessere aiutati al momento opportuno.

BREVE MEDITAZIONE

Gesù ancora cade. La salita al Calvario è come scandita da tre cadute che tanto fanno pensare alle tre tentazioni nel deserto. Mentre il Figlio dell’Uomo sta per portare a compimento la sua missione redentrice, satana di nuovo lo assale, lo getta a terra e tenta di sbarrargli la via. Ma Gesù ogni volta si rialza e riprende il cammino umilmente, con perseveranza, senza indietreggiare né scoraggiarsi. Un grande insegnamento è racchiuso per noi in queste tre cadute. Così è la vita dell’uomo nella sua quotidianità: un continuo cadere e rialzarsi. Il segreto sta nell’intrecciare i fili della debolezza con i fili della misericordia: allora lungo il cammino della vita si va tessendo la veste candida per il banchetto delle nozze eterne.

 DECIMA STAZIONE

Gesù è spogliato delle sue vesti

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo,

perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.

LETTURA BIBLICA Mt 27,33-34; Gv 19,23-24

Giunti al luogo detto Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», gli diedero da bere vino mescolato con fiele. Egli lo assaggiò, ma non ne volle bere. I soldati presero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato – e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca».gesù spogliato

BREVE MEDITAZIONE

Gesù è arrivato al termine della sua faticosa salita, è giunto sulla vetta del Calvario, nome che significa “luogo del cranio”, perché è un’altura rocciosa, spoglia. Qui il più bello dei figli dell’Uomo, l’Innocente, il Dio umile che, incarnandosi, ha nascosto la sua gloria divina sotto il velo del fragile corpo umano, viene spogliato delle sue vesti, viene denudato ed esposto allo sguardo di tutti. Quale irriverente umiliazione! Quale dissacrazione! Ma, nuovo Adamo, nella sua immacolata nudità, Gesù sta sotto lo sguardo del Padre che lo avvolge con il suo amore. Là è presente anche la Madre: mentre le vesti vengono divise e la tunica sorteggiata, una spada – sempre quella spada profetizzata da Simeone quando il Bambino era stato presentato al tempio – trafigge la sua anima. E oggi trafigge la Madre Chiesa ferita nell’intimo per la divisione dei suoi figli. Ma anche in quest’ora è all’opera lo Spirito Santo che, attraverso la totale spogliazione del Figlio di Dio, va preparando la bianca veste dell’immortalità per ogni uomo che, sepolto con Cristo nella sua morte, nascerà nuovo dalle acque battesimali.

 UNDICESIMA STAZIONE

Gesù è inchiodato alla croce

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo,

perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.

LETTURA BIBLICA Lc 23,33-34.39.42-43

Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno». Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava. L’altro invece disse: «Gesù, ricòrdati di Gesù inchiodato alla croceme quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

BREVE MEDITAZIONE

Tre Croci sul Calvario sorreggono tre uomini condannati alla morte più umiliante e atroce. Al centro Gesù, l’Innocente, ai lati due malfattori. Gesù non grida, non deplora la sua ingiusta condanna, anzi, si fa avvocato dei suoi crocifissori e per loro implora dal Padre il perdono, perché… non sono cattivi, soltanto non sanno quello che fanno. Bisogna, dunque, averne pietà. Toccato nell’intimo, uno dei due malfattori tenta il suo ultimo furto, prima di morire: «Gesù, ricordati di me…» (Lc 23,42). Lo chiama proprio per nome, come un amico che parla ad un amico, lo dichiara re, lo supplica come Signore. Immediata la risposta: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso» (Lc 23,43). All’Amore basta un fremito di desiderio, un gemito di nostalgia del bene, per rispondere a chi lo invoca togliendo ogni ostacolo alla salvezza. Ecco come anche un malfattore può, rivolgendosi al Cristo Crocifisso, diventare santo in extremis. La salvezza sperata per un tempo futuro gli viene garantita già per l’oggi, un oggi che riguarda tutta l’estensione del tempo. In esso viene riscattato il passato con il perdono, è ricolmato il presente con la grazia divina ed è aperto il futuro con la speranza di «una vita veramente viva» per sempre con Lui in Paradiso.

 DODICESIMA STAZIONE

Gesù muore sulla croce

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo,

perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.

LETTURA BIBLICA Gv 19,30.34

lancia00Dopo questo, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito. Uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.

BREVE MEDITAZIONE

L’esistenza terrena di Gesù iniziata a Betlemme si compie sul Calvario; là è nato nell’estrema povertà e umiltà, qui muore nell’estrema spogliazione e umiliazione. È la scelta di Dio, la scelta dell’amore. Innalzato sulla croce come sul trono della mansuetudine e della misericordia, Gesù regna, scortato da due malfattori, rappresentanti di tutta l’umanità con Lui crocifissa: Egli innocente, noi colpevoli; Egli Misericordioso, noi miseri. Chinato il capo, Gesù spira in dolce, filiale abbandono. È un morire nella bellezza stupenda dell’amore, nella pace dell’adesione alla volontà del Padre per la salvezza dei fratelli. E ai piedi della Croce sta Maria, la Madre, crocifissa nell’anima, in silenziosa supplica. Alle nozze di Cana ella aveva detto al Figlio: «Non hanno più vino», ora sembra dire a Dio Padre: «Non hanno più vita…». E dal Cuore trafitto del Figlio scaturisce una sorgente della grazia. Nasce così la Chiesa, Madre dal cui grembo riceviamo la vita nuova, la vita in Cristo. Per questo dono di sovrabbondante amore, noi oggi possiamo sentire, pur nell’indicibile dolore, la dolcezza della Passione; la più immane tragedia diventa la realtà più dolce che l’uomo possa sperimentare, nel segreto del cuore.

TREDICESIMA STAZIONE

Gesù è deposto dalla croce

V/ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo,

R/ perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.

LETTURA BIBLICA Gv 19,38-40

Giuseppe di Arimatea chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò… Vi andò anche Nicodèmo. Essi presero il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, per gesù deposto dalla crocepreparare la sepoltura.

BREVE MEDITAZIONE

Con gesto brutale, mani empie hanno spogliato Gesù delle sue vesti e lo hanno inchiodato al legno della Croce. Con gesto delicato, mani pie staccano ora il corpo di Gesù dalla Croce, lo cospargono di aromi, lo avvolgono in un candido lenzuolo e lo consegnano alla Madre. Ella è là ai piedi della Croce pronta ad accogliere il corpo esanime del Figlio con lo stesso amore con cui lo aveva accolto in grembo e stretto tra le braccia Bambino. Accanto a Gesù, dalla nascita fino alla morte in croce, l’umile, silenzioso servizio di Maria alla vita umana del Figlio di Dio è tutto un mistero di pietà che raggiunge il suo culmine sul Calvario, dove la sua materna com-passione diventa pianto silenzioso – più prezioso del puro nardo – che lava le ferite e profuma d’amore quel Corpo martoriato, offerto a Dio come sacrificio santo di valore infinito. Mistero di pietà che avvolge nella pace quella tragica ora. Mentre in commosso silenzio adoriamo la maestà della morte in un corpo pronto al risveglio, davanti allo sguardo del nostro cuore passano altre immagini di morti strazianti, altri volti di madri disperate; altri corpi di morti da nessuno pianti, gettati là in quelle fosse comuni che sono il simbolo della nostra disumanità. E Maria è oggi, come Madre Chiesa, presso ogni Calvario. E piange su suoi figli morti, piange su tutta l’umanità…

QUATTORDICESIMA STAZIONE

Gesù è deposto nel sepolcro

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo,

perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.

LETTURA BIBLICA Gv 19, 41-42; Lc 23,56

Nel luogo dove Gesù era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto. Là dunque, poiché era il giorno della Parasceve dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù. Le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea osservarono la tomba, poi tornarono gesù è deposto nel sepolcroindietro e prepararono aromi e oli profumati.

BREVE MEDITAZIONE

Un giardino, un sepolcro nuovo… Là viene deposto il Corpo di Gesù. Tutto sembra preludere alla Pasqua. Una grossa pietra, però, viene rotolata davanti all’ingresso e vengono posti i sigilli, quasi a dire che la morte ha detto l’ultima parola, l’evento si è concluso. Su questo scenario inquietante scende, benefico, il grande silenzio della sera che prosegue per tutta la notte e il giorno successivo, il grande sabato. Silenzio, grembo materno, dove si placano gli animi e si ritrova l’essenziale. Nei cuori riecheggiano le ultime parole di Gesù: «Nelle tue mani, Padre, affido il mio spirito», parole di pace che generano speranza. Eppure l’evidenza della morte si impone. Mentre Gesù, disceso nelle profondità degli inferi, sta combattendo l’estremo duello con la morte per strappargli la preda, nei cuori delle pie donne e dei discepoli la desolazione e la speranza si combattono. Come vivere quest’attesa? «Nulla è impossibile a Dio», aveva detto l’Angelo a Maria nel momento dell’Annunciazione. Questa Parola risuona ora per noi che, celebrando il Mistero pasquale, vegliamo presso il sepolcro di Gesù; e risuona in tutte le desolate situazioni umane, dove sembra che vi sia solo una morte senza speranza. Ma ostinatamente davanti a ogni sepolcro aspettiamo il miracolo, l’incredibile, l’umanamente impossibile; aspettiamo, con incrollabile speranza, quello che davvero si compie: la risurrezione. Immenso dolore, Padre, ci pesa sul cuore: «È morto nel mondo l’Amore?». Non si vedono le stelle in questa notte di pianto… È tramontata la luna… E ancora non viene l’aurora. Perché, mio Signore, s’è fatto così buio? Risplendi, o mia Luce, agli occhi del mio cuore! Oh! Risorga l’Amore!

PREGHIERA CONCLUSIVA 

Signore Gesù, abbiamo camminato con Te passo dopo passo lungo la Via della Croce, lungo la Via della tua grande misericordia, fino al tuo ultimo respiro. Ora il tuo Corpo riposa e noi vogliamo indugiare accanto al tuo sepolcro, saldi nella speranza che, con un impeto irrefrenabile, la Vita risorgerà, esploderà la luce nuova, incomincerà l’ottavo giorno, il giorno della vita risorta, perché più forte della morte è l’Amore.

XV° STAZIONE
Gesù è risorto

risortoL’angelo disse alle donne: “Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù crocifisso. Non è qui. E’ risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: “E’ risuscitato dai morti, e ora vi attende in Galilea; là lo vedrete. Ecco io ve l’ho detto”.L’annuncio pasquale degli angeli alle donne e agli apostoli: “Gesù, il crocifisso, è risorto!”, è proclamato attraverso i secoli, a tutti gli uomini, dalla chiesa.
Questa è la nostra fede.

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PREGHIERE DI GUARIGIONE

PREGHIERE DI GUARIGIONE

abbraccio10 (2)Sappiamo dalla Bibbia che, dal peccato di Adamo, è nato il peccato originale (Gn 3,1-24), la cui macchia viene lavata solo con il battesimo. Nasce da questa verità universale una realtà generazionale in base alla quale, a seconda del ceppo di origine, alcune generazioni diventano maledette e altre benedette…

Non ti prostrerai davanti a quelle cose e non le servirai. Perché io il Signore tuo Dio sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione per quanti mi odiano, ma usa misericordia fino a mille generazioni verso coloro che mi amano e osservano i miei comandamenti(Dt 5,9-10)

SamueleUngeReDavideDio stesso ha scelto per il proprio Figlio Gesù la discendenza di Davide (Mt 1,1-25) la cui generazione, più di ogni altra, aveva accolto la sua parola, mentre Baruc per la propria generazione lamenta i peccati commessi contro Dio, perché: “Essi non hanno ascoltato la voce del Signore loro Dio e a noi si sono attaccati questi mali” (Bar 3,4).

Noi dunque, portiamo i segni del male o del bene ricevuto in eredità dai nostri antenati. Molte condizioni sia psicologiche che fisiche, intrattabili e inspiegabili a livello medico, sono spesso riconducibili ai peccati commessi dai nostri avi per i quali potrebbe non esserci stato pentimento o non essere ancora stata scontata la colpa. Perchè ricordiamoci sempre che se siamo realmente pentiti Dio ci perdona sempre, ma le conseguenze del peccato purtroppo rimangono e queste pesano sulle nostre coscienze come un tempo pesavano su quelle dei nostri avi.

A volte situazioni stagnanti nelle famiglie e tra i coniugi possono esprimere una mancanza di rispetto per il sacramento del matrimonio da parte dei nostri avi. Problemi con i figli possono essere il frutto di aborti, abbandono o sequestro di minori. Se nei nostri cuori vi è sete di vendetta, ira e malvagità, può significare lacrime-donneche i nostri antenati hanno commesso corruzioni, violenze, sfruttamento e criminalità. Senza contare le conseguenze di eventuali partecipazioni dei nostri avi a sedute spiritiche, stregoneria o peggio…

Anche molte malattie fisiche: del cuore, del sangue, dei polmoni, dell’intestino, delle ossa, della vista e dell’udito, della sterilità e dell’impotenza, possono essere arrivate a noi attraverso la generazione, come pure quelle mentali: la paranoia, la schizofrenia, la depressione altre, nonché le malattie psichiatriche: ansie, affanni, paure, tristezze, pensieri di suicidio, squilibri e quant’altro.

Ma come fare per guarire da queste ferite spirituali che abbiamo ereditato dai nostri antenati e che sono causa anche dei nostri mali fisici? Per guarire dalle malattie ereditarie, sia fisiche che spirituali, occorre purificare l’albero genealogico sia di discendenza materna che paterna attraverso una Santa Messa, in virtù del sangue versato da Gesù sulla croce in espiazione dei peccati dell’umanità.

Anche le preghiere possono essere un valido aiuto, ma ovviamente il requisito essenziale è la riconciliazione con Dio, quindi una bella eucarestia14Confessione per chiedere a Gesù, nell’Eucarestia, al momento della comunione, di spezzare le catene generazionali, chiedendo perdono per i peccati commessi dai propri antenati quando erano in vita, purificando e guarendo in tal modo la nostra generazione, affinché le nostre radici diventino sane e svincolate dal male.

Preghiera di Baruc da recitare durante l’Eucarestia

Signore onnipotente, Dio  d’Israele, un’anima angosciata, uno spirito tormentato grida verso di te. Ascolta, Signore, abbi pietà, perché abbiamo peccato contro di te. Tu domini sempre, noi continuamente speriamo. Signore onnipotente, Dio d’Israele, ascolta dunque la supplica dei morti d’Israele, dei figli di coloro che hanno peccato contro di te: essi non hanno ascoltato la voce del Signore loro Dio e a noi si sono attaccati questi mali. Non ricordare l’iniquità dei nostri padri, ma ricordati ora della tua potenza e del tuo nome, poichè tu sei il Signore nostro Dio e noi ti loderemo, Signore. Per questo tu hai riempito i nostri cuori del tuo timore perché invocassimo il tuo nome. Noi ti lodiamo ora nell’esilio, poiché abbiamo allontanato dal cuore tutta l’iniquità dei nostri padri, i quali hanno peccato contro di te. Ecco, siamo ancor oggi esiliati e dispersi, oggetto di obbrobrio, di maledizione e di condanna per tutte le iniquità dei nostri padri, che si sono ribellati al Signore nostro Dio” (Bar 3,1-8)

  1. GESU’, PERDONA I NOSTRI ANTENATI

Sangue Preziosissimo.2Gesù, sei venuto a salvare tutta l’umanità passata, presente e futura. Tu sei l’Eterno. Ogni generazione è da te contemporanea. Ora preghiamo per le nostre generazioni passate e presenti, sia di ramo paterno che di ramo materno: ti preghiamo di guarire il nostro albero genealogico, di cui noi siamo un frutto. Per il loro bene e il nostro bene, tronca ogni influenza negativa che ci hanno trasmesso attraverso le generazioni. Il tuo Sangue prezioso scenda a purificare, risanare, liberare, perché oggi la nostra generazione sia sana e santa, unita e felice così che possa trasmettere solo cose positive, essere canale soltanto di salute e di santità.

Gesù, guarisci il nostro albero di famiglia.

  1. GUARIGIONE DELLE MALATTIE EREDITARIE: FISICHE, MENTALI E PSICHICHE

Gesù, guariscici da tutte le malattie che sono giunte a noi attraverso la generazione. Guariscici dalle malattie fisiche: del preghiera (2)cuore, del sangue, dei polmoni, dell’intestino, delle ossa, della vista e dell’udito, dai tumori e da ogni malattia strana, dalla frigidità e dalla sterilità, dall’impotenza e dalle malattie veneree. Guariscici da tutti i casi di malattie mentali che ci sono stati nella nostra storia famigliare: forme di paranoia, schizofrenia, comportamenti depressivi e autodistruttivi. Guariscici da tutte le malattie psichiche: ansie, affanni depressioni, insicurezze, paure, complessi tristezze, pensieri di suicidio, tedio della vita, squilibri.l Interrompi la trasmissione di tutte queste malattie. Togli queste tare ereditarie. Fa che nella nostra generazione ci siano sempre salute fisica, integrità mentale, equilibrio emozionale, sane relazioni, bontà e amore per trasmettere questi tuoi doni alle generazioni successive.

Gesù, guariscici da tutte le malattie ereditarie.

  1. LIBERAZIONE DAI MALI CAUSATI DAL MALIGNO

Gesù, liberaci da tutti i mali causati in noi dagli antenati che partecipavano all’occultismo, allo spiritismo, alla stregoneria, a sette sataniche. Tronca il potere del maligno che, per colpa loro, santa maria dei sette arcangeliancora pesa sulle nostre generazioni. Spezza la catena di maledizioni, malefici, opere sataniche che gravano sulla nostra famiglia. Liberaci  da patti satanici e legami mentali con i seguaci di satana. Tienici sempre lontano da riunioni spiritiche e da ogni attività con cui satana può continuare ad avere dominio su di noi. Prendi sotto il tuo potere qualsiasi area che sia stata consegnata a satana dai nostri antenati. Allontana per sempre lo spirito cattivo, ripara ogni suo danno, salvaci da ogni sua nuova insidia. Solo da te possiamo avere tutti la vita, la libertà, la pace.

Gesù liberaci da tutti i mali causati dal maligno.

  1. GUARIGIONE DEI MALI CHE COLPISCONO MATRIMONI E FAMIGLIE

Gesù, i nostri antenati hanno disonorato in vari modi il sacramento del matrimonio, dando origine a tendenze negative che continuano nei nostri matrimoni: mancanza d’amore, sentimenti di odio, durezza di cuore, tensione, infedeltà, separazione, divorzio, abbandono e fuga da casa. Interrompi tutte queste tendenze che impediscono relazioni famiglia5durature e creano infelicità. Fa che d’ora in poi nelle nostre famiglie ci siano matrimoni ben armonizzati, pieni di amore, lealtà, fedeltà, sanità.

Gesù, benedici le nostre famiglie.

  1. GUARIGIONE DEI MALI CHE COLPISCONO I BAMBINI

Gesù, i nostri antenati col loro comportamento hanno dato origine a tendenze negative nei confronti dei bambini: aborti, gravidanze interrotte o indesiderate, bambini non accolti, nascite concepite fuori del matrimonio, abbandono e sequestro dei bambini. Arresta la continuità di queste abitudini e azioni . Da a noi la forza di respingerle. Fa che amiamo sempre i bambini e li educhiamo in modo umano e cristiano.

Gesù, benedici i nostri bambini.

  1. GUARIGIONE DEI MALI CHE COLPISCONO ALCUNI MORTI

Gesù, i nostri antenati forse hanno mancato di amare, sempre e tutti, i loro morti. Ora noi ti preghiamo per le persone della nostra storia familiare che morirono in età precoce, che morirono dopo lunga agonia, che subirono una morte violenta, uccisi da criminali o in azione di defuntiguerra; che morirono in un modo misterioso, inspiegabile, in un incidente o che si suicidarono. Affidiamo a te tutti questi morti. Fa che cessi la tendenza verso una morte innaturale e orribile e che d’ora in avanti nelle nostre generazioni si abbia solo una morte serena e cristiana: che tutti possano addormentarsi nella morte circondati dall’amore dei famigliari. Vogliamo tener presenti tutti i nostri defunti nel ricordo e nella preghiera, perché siano accolti nella pace della vita eterna. Avvolgi tutto il nostro albero genealogico con il tuo amore che perdona e dona ogni grazia.

Gesù, benedici i nostri morti.

  1. LIBERAZIONE DA TENDENZE CATTIVE CHE PROVENGONO DAI NOSTRI ANTENATI

Gesù, liberaci da tutte le tendenze, abitudini cattive presenti nel nostro albero genealogico: le tendenze al gioco, allo sperperare, al bere, alla droga, alla grettezza, al furto. Dacci autorità a porre fine ad ogni incorreggibile cattiva abitudine.

Liberaci Signore.

san michele arcangelo1Liberaci da tutte le devianze sessuali presenti nel nostro albero genealogico: violenza sessuale, incesti, omosessualità, pedofilia, prostituzione. Dacci forza per infrangere queste catene di vincoli maligni.

Liberaci Signore.

Liberaci da tutti gli idoli che hanno adorato le nostre generazioni precedenti: il denaro, il potere, il piacere, la casa, i terreni, i gioielli, i titoli. Taglia i vincoli che ci legano a questi casi di idolatria. Noi scegliamo di servire solo te, vero Dio, e di vivere secondo la tua parola.

Liberaci, o Signore.

Liberaci da tutta la corruzione e la violenza dei nostri antenati che sono stati truffatori, sfruttatori, torturatori, ricattatori, criminali. Rompi in noi i legami di vendetta, di comportamento violento, di ira e di malignità.

Liberaci, o Signore.

Liberaci da tutto il male compiuto dai nostri antenati spinti dall’odio: odio verso gli altri, verso se stessi, verso Dio, odio razziale, anime del purgatorio3fanatismo religioso. Poni fine in noi a tutte le radici dell’odio. Rendi ora il nostro albero genealogico pieno di uomini e donne ricolmi di amore, datori di vita e salute, di amore e bontà.

Liberaci, o Signore.

Gesù, abbiamo pregato per l’albero genealogico affinché noi, i vivi, siamo separati dalle influenze negative dei nostri antenati e loro, i defunti, abbiano il perdono e le grazie necessarie per entrare nella felicità della vita eterna. Tu hai ascoltato la nostra preghiera: ci guarirai tutti, vivi e defunti, ci renderai sani e santi. Grazie, della tua presenza in mezzo a noi. Grazie, per la tua misericordia verso di noi e i nostri antenati. Ora non pensiamo più alla nostra cattiveria e ai peccati dei nostri antenati, ma pensiamo al tuo amore e alla tua bontà. Tu ci ami e ci liberi da ogni negatività e da ogni sofferenza. Ci dai ogni aiuto perché vuoi che tutti noi, vivi e defunti, siamo sempre con te nella luce, nella pace, nella gioia eterna.

PREGHIERE DI GUARIGIONE DELL’ALBERO GENEALOGICO

(dal libro di preghiere di padre Beppino Cò, Ti prego, ascoltami – Edizioni Villadiseriane)

Premessa

Quando incontro delle persone che soffrono di malattie strane, depressioni che durano tutta la vita, paure indefinibili e mi raccontano i sintomi di quello che provano, con molta sorpresa, qualche volta ho l’impressione che queste persone ripetano dei modelli di vita, dei comportamenti di qualcuno vissuto prima di loro. Questo anime purgatorio-duomobolzano“qualcuno vissuto prima” non sappiamo se sia un antenato che appartiene all’albero genealogico del paziente o un altro defunto non ben definito, perduto, solo, che forse, attraverso il paziente, si lamenta dei ricordi dolorosi vissuti prima di morire. Come saperlo? Forse questo defunto, questo appartenente allo stesso albero genealogico, non ha parole con cui chiedere aiuto o la preghiera di cui ha bisogno e in un certo qual senso “disturba” un’altra persona, talvolta infliggendo le stesse miserie, paure, malattie, traumi… La preghiera di guarigione dell’albero genealogico è un tentativo, fatto nella fede, affinché cessino certi disturbi o oppressioni dall’esterno.

  1. Signore Gesù, con questa preghiera voglio eliminare dal mio cuore tutta l’amarezza che sento verso di te, rimproverandoti il modo con cui Tu hai condotto la mia vita, attraverso l’influsso diretto o indiretto di qualcuno dei miei antenati, che appartiene al mio albero genealogico o l’influsso di qualche persona estranea al mio albero genealogico che mi disturba, forse in ricerca di una preghiera particolare.

(PAUSA DI RIFLESSIONE)

  1. abbraccio gesùSignore Gesù, Tu lo sai che qualche volta mi sento ferito, disturbato e pauroso, forse a causa di qualche mio antenato che non conosco. Scopro di portare il peso di qualche tara, vizio e malattia che appartenevano a qualche mio antenato che appartiene al mio albero genealogico.

(PAUSA DI RIFLESSIONE)

  1. Signore Gesù, con questa preghiera di guarigione del mio albero genealogico, con fede, ti chiedo di sanare completamente tutte le ferite che troppo spesso mi rendono infelice, insofferente, timido, pauroso, senza conoscere la causa.

(PAUSA DI RIFLESSIONE)

  1. Signore Gesù, Tu lo sai che io sognavo un lavoro diverso, un’attività interessante ed ora vedo che forse, anche a causa di qualcuno che appartiene al mio albero genealogico o a causa di parenti prossimi o lontani gelosi, tutto è andato a monte e non ho mai avuto il lavoro e l’attività che sognavo. Liberami, Signore, dall’amarezza e dall’umiliazione. Ridammi, Ti supplico, quel lavoro e quell’attività.

(PAUSA DI RIFLESSIONE)

  1. abbraccio6Signore Gesù, Tu lo sai che ho sempre amato molto i miei figli ed ho fatto tanti sacrifici per loro. Adesso mi sento tradito, abbandonato, umiliato proprio dai miei figli, forse anche a causa dell’influsso negativo di qualcuno che appartiene al mio albero genealogico che ha sofferto le stesse cose. Liberami, Signore, da questa angoscia che mi spinge allo scoraggiamento, alla depressione, all’angoscia.

LIBERAMI A LODE E GLORIA DEL TUO NOME  

(PAUSA DI RIFLESSIONE)

  1. Signore Gesù, Tu lo sai che nella mia vita mi sento ferito a causa di tanti avvenimenti negativi: sono ferito nella mia dignità, nel mio amore, nel mio orgoglio. Forse la causa di tutto questo è l’influsso negativo di qualche antenato che appartiene al mio albero genealogico che ha vissuto gli stessi problemi. Voglio perdonare ma non ci riesco. Voglio dimenticare ma non ci riesco. Aiutami, Signore e liberami, guariscimi dal senso di vuoto e di inutilità che sento nella mia vita.

(PAUSA DI RIFLESSIONE)

  1. Adesso, Signore, fammi scoprire attraverso la tua paternità, tutto l’amore che non ho ricevuto nella mia vita, nella mia famiglia. Liberami da ogni influsso negativo di parenti defunti o di antenati appartenenti al mio albero genealogico. Amen!

(PAUSA DI RIFLESSIONE)

Tratto da “Preghiere di guarigione dell’albero genealogico” ed. Villadiseriane

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Beato José Sanchez Del Rio

Beato José Sanchez Del Rio

Martire (1913 – 1928) 10 febbraio

Beato José Sanchez Del RioIl quattordicenne messicano José Sanchez Del Rio, visitando la tomba del beato martire Anacleto González Flores, chiese a Dio di poter morire in difesa della fede. Fu ucciso il 10 febbraio 1928, gridando: “Viva Cristo Re! Viva la Vergine di Guadalupe!”.

Il martirio di questa vittima della persecuzione religiosa provocata dalla nuova costituzione messicana del 1917, fu riconosciuto il 22 giugno 2004 da Giovanni Paolo II ed è stato beatificato il 20 novembre 2005, sotto il pontificato di Benedetto XVI.

Il coraggio non è da tutti, ma chi non ce l’ha può anche chiederlo, come grazia particolare, a chi di coraggio ne ha avuto da vendere. Coraggioso, nonostante sia poco più che un bambino, José Luis Sanchez Del Rio lo è sempre stato, ma a 14 anni, visitando la tomba di Anacleto Gonzalez Flores, ucciso per la sua ferma professione di fede ed ora proclamato beato, gli chiede il suo stesso coraggio per testimoniare Gesù anche fino alla morte.

L’occasione non gli manca di certo, perché quelli sono gli anni della “guerra cristera”, combattuta dai cattolici messicani come reazione alle leggi antireligiose instaurate dal governo che dapprima umiliano e poi perseguitano apertamente la Chiesa.

Josè, nato il 28 marzo 1913, a poco più di dieci anni già svolge un apostolato spicciolo in mezzo ai suoi compagni, insegnando loro a pregare e accompagnandoli in chiesa per adorare l’Eucaristia. Allo scoppio della “guerra cristera” nel 1926 i suoi due fratelli maggiori si arruolano in quella sorta di esercito popolare che jlsanchezcerca di ridonare al Messico la sua libertà religiosa: lui no, perché con i suoi 13 anni è poco più di un bambino. Tanto fa e tanto dice, però, che l’anno dopo riesce a farsi arruolare come aiutante da campo e, poco dopo, come portabandiera e clarinettista del generale Luis Guizar Morfin.

Proprio a quest’ultimo, nel corso della cruenta battaglia del 6 febbraio 1928 durante la quale il cavallo del graduato viene ucciso, il piccolo Josè cede la propria cavalcatura per consentirgli di mettersi in salvo, perché, dice, “la vostra vita è più utile della mia”. Non solo: con il suo fucile copre le spalle al generale fino a che gli restano colpi in canna. Scontato che, poco dopo, sul quel ragazzino, disarmato e appiedato, le truppe federali riescano facilmente a mettere le mani.

Per colmo dello scherno lo rinchiudono nel battistero della sua chiesa, ormai ridotta a stalla ed a carcere dei “cristeros”. Dall’esterno lo sentono cantare e pregare ad alta voce, anche quando lo percuotono, lo seviziano e lo insultano.

Non gli fanno alcun processo, perché sarebbe imbarazzante per i suoi carcerieri processare un ragazzo; tentano piuttosto di fargli rinnegare la fede promettendogli, oltre alla libertà, denaro a profusione, una brillante carriera militare, addirittura l’espatrio negli Stati Uniti: tutte offerte respinte con sdegno al grido di “Viva Cristo Re, viva la Madonna di Guadalupe”.

Sua madre era straziata dalla pena e dall’angoscia, ma sosteneva suo figlio. Il 10 febbraio, dopo che il piccolo Josè è riuscito a convincere i genitori a non pagare il riscatto chiesto loro dal governo e dopo essere riuscito a ricevere di nascosto la comunione come viatico dalle mani della zia Magdalena, i soldati sfogano su di lui tutta la loro ferocia, spellandogli lentamente le piante dei piedi, Beato José Sanchez Del Rio1facendolo camminare sul sale e trascinandolo senza scarpe su una strada selciata fino al cimitero, mentre il piccolo Josè, spintonato come Gesù sulla strada del calvario e ormai ridotto ad una maschera di sangue, continua a gridare la sua fede.

Di tanto in tanto si fermavano e gli dicevano: “Se gridi, ‘muoia Cristo Re’ ti salviamo la vita. Dì ‘muoia Cristo Re’ “. Ma lui rispondeva: “Viva Cristo Re”. Giunti al cimitero, prima di sparargli, gli chiesero un’ultima volta se voleva rinnegare la sua fede. Al suo ennesimo rifiuto, lo uccisero all’istante. Morì gridando, come molti altri martiri messicani: “Viva Cristo Re!”. Al tragico evento assistettero due bambini, rispettivamente di sette e nove anni, che in futuro avrebbero fondato delle congregazioni religiose.

La memoria del “bambino cristiano” è rimasta inalterata in Messico in questi 80 anni e la Chiesa lo ha proclamato beato insieme ad altri 12 compagni di fede il 20 novembre 2005. I resti mortali di José Sanchez Del Rio riposano ancora oggi nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù nel suo paese natale, divenuta meta di pellegrinaggi.

Beato José Sanchez Del Rio PREGHIERA

FONTE: http://www.santiebeati.it/dettaglio/92608

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ANTONIETTA CAFARO

ANTONIETTA CAFARO

(1885 – 1992) 3 febbraio

antonietta cafaroAntonietta Cafaro volata al cielo a 107 anni, fu una testimone della fede dei nostri giorni con il suo impegno all’interno dell’Azione Cattolica, non si fece fermare da un diploma conseguito per corrispondenza, bensì dette lustro al movimento con la sua gioia e il suo entusiasmo.

Antonietta Cafaro (nata ad Andria il 30 ottobre 1885 e morta il 3 febbraio 1992) è stata un testimone entusiasta dell’AC, (Azione Cattolica) a cui ha dedicato tutta la vita, sempre con amore e gioia. Apparteneva ad una famiglia della borghesia: Antonietta era l’ultima di cinque figli, suo padre Francesco era maestro elementare, sua madre Francesca Leonetti casalinga. È stata una grande organizzatrice ed animatrice dell’Azione Cattolica e dell’Università Cattolica, in diocesi ed in tutta la Puglia.

logo azione cattolicaÈ stata una donna di grande intelligenza, di grande cuore, ma soprattutto di grande fede, una fede semplice, concreta, tipicamente francescana. Aveva appreso la lezione della vera scolarità da Padre Gemelli ed Armida Barelli. Era una donna dai giudizi critici ed acuti, aperta al nuovo, profondamente capace di compassione.

La sua ricca umanità si rivelava in quei lunghi sonori sorrisi sfociati in risate che le illuminavano gli occhi. Era posata, parlava chiaro, piano. Diceva fatti, ma c’era in lei un gran cuore, una grande saggezza, un’anima illuminata, che si dava con semplicità, senza misura, senza calcolo. Si sentiva che amava Cristo e che mentre lo donava lo riconfermava dentro di sé.

È stata un esempio di fedeltà, ma anche di giovinezza interiore, che viveva pienamente l’oggi, ma che traeva dal passato la forza per guardare con lucidità al futuro. Fu nominata segretaria di propaganda con il mandato affidatole dal Vescovo di far sorgere in tutte le parrocchie di Andria la Gioventù Femminile.

gioventù femminile azione cattolicaNel 1925 fu nominata dirigente diocesana della Gioventù Femminile, incarico che mantenne fino al 1935. Conobbe la Sorella Maggiore, Armida Barelli, che la volle come dirigente regionale e con essa ebbe un bellissimo rapporto di amicizia. Fu dirigente regionale dal 1935 al 1965.

Ha detto dell’Azione Cattolica: “È stato il mio più alto ideale insieme all’Università Cattolica e ad essa ho donato la mia esistenza. Avrei voluto essere migliore, avere più cultura, perché ho frequentato fino alla quinta elementare, anche se in seguito ho conseguito il Diploma di Maestra Giardiniera (insegnante di scuola materna) per corrispondenza, per essere più vicina possibile a quelle più colte di me, ma il Signore ha voluto così ed io, alla fine della mia vita Lo ringrazio per la Sorella Maggiore che ci ha dato, per la Gioventù Femminile e per la mia vita. A voi giovani voglio dire: amate l’Azione Cattolica, non quella di venti o trenta anni fa, fate che abbia l’entusiasmo, la penetrazione, il valore che ha avuto alle sue origini, ma con una struttura moderna. Create la nuova AC, quella del Duemila, completamente radicata nel Concilio!”.

Fonti: www.azionecattolica.it http://www.santiebeati.it/dettaglio/95188

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NOVENA A SAN GIOVANNI BOSCO

NOVENA A SAN GIOVANNI BOSCO

INIZIO IL 22 GENNAIO

Don_BoscoIISan Giovanni Bosco, fondatore dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice è stato un grande educatore, ricco di carismi e di virtù che hanno donato alla Chiesa numerosi altri santi soprattutto giovani. Preghiamolo per i nostri figli e nipoti, ma soprattutto preghiamolo per i giovani di tutto il mondo.

I° giorno – 22 gennaio

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

O Dio vieni a salvarmi. – Signore vieni presto in mio aiuto. 

Gloria.. al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo. Com’era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

07-EucarestiaSUPPLICA: O Gloriosissimo San Giovanni Bosco, per l’amore che portaste a Gesù nel Santissimo Sacramento e per lo zelo con cui ne propagasti il culto soprattutto con la partecipazione alla Santa Messa, con la Comunione frequente e con la visita quotidiana, otteneteci di crescere sempre più nell’amore, nella pratica di queste sante devozioni, e di terminare i nostri giorni rinvigoriti e confortati dal cibo celeste della Santa Eucaristia.

Gloria.. al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo. Com’era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Pregate per noi, o San Giovanni Bosco.
Perchè siamo fatti degni delle promesse di Cristo.

II° giorno – 23 gennaio

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. AmenDon_Bosco

O Dio vieni a salvarmi. – Signore vieni presto in mio aiuto. 

Gloria..

SUPPLICA: O Gloriosissimo San Giovanni Bosco, per l’amore tenerissimo che portasti alla Vergine Ausiliatrice che fu sempre tua Madre e Maestra, ottienici una vera e costante devozione alla nostra dolcissima Mamma, affinchè possiamo meritare la sua potentissima protezione durante la nostra vita e specialmente nell’ora della morte. Gloria..

Pregate per noi, o San Giovanni Bosco.
Perchè siamo fatti degni delle promesse di Cristo.

III° giorno – 24 gennaio

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

57-Sogno-Due-Colonne-Don-BoscoO Dio vieni a salvarmi. – Signore vieni presto in mio aiuto. 

Gloria..

SUPPLICA: O Gloriosissimo San Giovanni Bosco, per l’amore filiale che portasti alla Chiesa e al Papa, di cui prendesti costantemente le difese, ottienici di essere sempre degni figli della Chiesa cattolica e di amare e venerare nel Sommo Pontefice l’infallibile vicario di nostro Signore Gesù Cristo. Gloria..

Pregate per noi, o San Giovanni Bosco.
Perchè siamo fatti degni delle promesse di Cristo.

IV° giorno – 25 gennaio

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

don-bosco1-300x293O Dio vieni a salvarmi. – Signore vieni presto in mio aiuto. 

Gloria..

SUPPLICA: O Gloriosissimo San Giovanni Bosco, per il grande amore con cui amasti a gioventù, della quale fosti padre e maestro, e per gli eroici sacrifici che sostenesti per la sa salvezza, fa che anche noi amiamo con amore santo e generoso questa parte eletta del Cuore di Gesù e che in ogni giovane sappiamo vedere la persona adorabile del nostro Salvatore Divino. Gloria..

Pregate per noi, o San Giovanni Bosco.
Perchè siamo fatti degni delle promesse di Cristo.

V° giorno – 26 gennaio

2don boscoNel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

O Dio vieni a salvarmi. – Signore vieni presto in mio aiuto. 

Gloria..

SUPPLICA: O Gloriosissimo San Giovanni Bosco, che per continuare ad estendere sempre più il tuo santo apostolato fondasti la Società Salesiana e l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, ottieni che i membri delle due Famiglie Religiose siano sempre pieni del tuo spirito e fedeli imitatori delle tue eroiche virtù. Gloria..

Pregate per noi, o San Giovanni Bosco.
Perchè siamo fatti degni delle promesse di Cristo.

VI° giorno – 27 gennaio

san_giovanni_bosco2_2208642_677026Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

O Dio vieni a salvarmi. – Signore vieni presto in mio aiuto. 

Gloria..

SUPPLICA: O Gloriosissimo San Giovanni Bosco, che per ottenere nel mondo più abbondanti frutti di fede operosa e di tenerissima carità istituisti l’Unione dei Cooperatori Salesiani, ottieni che questi siano sempre modelli di virtù cristiane e sostenitori provvidenziali delle tue Opere. Gloria..

Pregate per noi, o San Giovanni Bosco.
Perchè siamo fatti degni delle promesse di Cristo.

VII° giorno – 28 gennaio

04-S_Giovanni_Bosco-3Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

O Dio vieni a salvarmi. – Signore vieni presto in mio aiuto. 

Gloria..

SUPPLICA: O Gloriosissimo San Giovanni Bosco, che amasti con amore ineffabile tutte le anime e per salvarle mandasti i tuoi figli fino agli estremi confini della terra, fa che anche noi pensiamo continuamente alla salvezza della nostra anima e cooperiamo per la salvezza di tanti nostri poveri fratelli. Gloria..

Pregate per noi, o San Giovanni Bosco.
Perchè siamo fatti degni delle promesse di Cristo.

VIII° giorno – 29 gennaio

San Giovanni Bosco e San Domenico SavioNel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

O Dio vieni a salvarmi. – Signore vieni presto in mio aiuto. 

Gloria..

SUPPLICA: O Gloriosissimo San Giovanni Bosco, che prediligesti con amore particolare la bella virtù della purezza e la inculcasti con l’esempio, la parola e gli scritti, fa che anche noi, innamorati di così indispensabile virtù, la pratichiamo costantemente e la diffondiamo con tutte le nostre forze. Gloria..

Pregate per noi, o San Giovanni Bosco.
Perchè siamo fatti degni delle promesse di Cristo.

IX° giorno – 30 gennaio

Bosco_Joannes_01Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

O Dio vieni a salvarmi. – Signore vieni presto in mio aiuto. 

Gloria..

SUPPLICA: O Gloriosissimo San Giovanni Bosco, che fosti sempre tanto compassionevole verso le sventure umane, guarda a noi tanto bisognosi del tuo aiuto. Fa scendere su di noi e sulle nostre famiglie le materne benedizioni di Maria Ausiliatrice,; ottienici tutte le grazie spirituali e temporali che ci sono necessarie; intercedi per noi durante la nostra vita e nell’ora della morte, affinchè possiamo giungere tutti in Paradiso e inneggiare in eterno alla Misericordia divina. Gloria..

Pregate per noi, o San Giovanni Bosco.
Perchè siamo fatti degni delle promesse di Cristo.

Fonte: Il libro delle novene ed. Ancilla

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RIVELAZIONI DI SANTA GELTRUDE

1 gertrude la grande

Gesù, apparendo un giorno a S. Geltrude, disse: “Tutte le volte che liberi una anima dal Purgatorio fai un atto a Me sì gradito, che più non lo sarebbe se riscattassi Me stesso dalla sofferenza. A tempo debito, ricompenserò i miei liberatori, secondo l’abbondanza delle mie ricchezze.

S. Geltrude è l’unica donna nella storia tedesca ad essere chiamata “die Grosse” cioè “la Grande” o “Teresa di Germania” perché sotto molti aspetti richiama la grande Teresa di Avila e, secondo, di “Teologa del Sacro Cuore perché con la sua particolare devozione al Cuore divino del Cristo preannunciava e preparava santa Margherita Maria Alacoque che ne sarà la grande apostola.

misericordia3Geltrude nelle sue rivelazioni racconta che una pia religiosa, morta nel fior dell’età e nel bacio del Signore dopo una vita passata in continua adorazione verso il SS. Sacramento, le apparve appena morta tutta sfolgorante di luce celeste, inginocchiata davanti al divino Maestro, che faceva partire dalle sue piaghe gloriose cinque raggi infiammati, che andavano a toccar dolcemente i cinque sensi della pia suora. Ciononostante, sembrando la fronte di questa come offuscata da una nube di tristezza profonda, S. Geltrude, piena di meraviglia, domandò al Signore come mai, mentre egli favoriva la sua serva in modo tanto speciale, questa sembrava che non godesse di una gioia perfetta.

Fino ad ora, rispose Gesù, quest’anima fu giudicata degna di contemplar solamente la mia Umanità glorificata e le mie cinque piaghe in considerazione della sua devozione verso il Mistero Eucaristico, ma non può essere ammessa alla visione beatifica a cagione di alcune macchie leggerissime da lei contratte nella pratica della regola. –

anime del purgatorio3E poichè la Santa intercedeva per lei, nostro Signore le fece conoscere che senza numerosi suffragi quell’anima non avrebbe potuto così presto terminar la sua pena, esigendo così la giustizia divina; il che era tanto ben compreso dalla defunta, che fece segno a Geltrude di non voler essere liberata prima di aver soddisfatto interamente al suo debito; per la qual cosa il Signore, in segno di particolare benevolenza, le stese la mano sul capo e la benedisse.

***

Una volta, mentre Geltrude pregava per la Abbadessa malata, desiderando conoscere il suo stato, il Signore le disse: « Ho atteso questo tempo con gaudio ineffabile, per condurre la mia Sposa nella solitudine e parlarle cuore a cuore. Il mio desiderio si attua, perchè ella entra in tutte le mie vie e compie in ogni cosa la mia Volontà ».

Tali parole significavano che la malattia è quella solitudine ove Gesù parla al cuore della sua diletta, più che alle sue orecchie; le sue parole non colpiscono l’orecchio del corpo, perchè le parole che si rivolgono al cuore sono più sentite che ascoltate. Le parole del signore alla sua eletta sono le tribolazioni e le angosce ch’ella prova pensando che la malattia la rende inutile, ch’ella perde il tempo, che le consorelle affaticandosi intorno a lei, lo perdono esse pure, giacchè non le sarà dato di poter guarire. Ma ella risponde a tali tentazioni nel modo da Dio desiderato, cioè, custodendo la pazienza e non bramando che una sola cosa, cioè che in essa si compia la divina Volontà. […]

anime-trinitàDisse ancora il Signore: «La mia eletta compie i miei più cari desideri, accettando i dolori della malattia, lungi d’imitare la regina Vasthi che disprezzò gli ordini d’Assuero, quando quel re le ordinò di entrare col diadema in testa, perchè i grandi della corte potessero, contemplare la sua bellezza. Io pure voglio far risplendere la magnificenza della mia Sposa davanti all’adorabile Trinità ed a tutta la Corte celeste, perciò la tormento con gli spasimi della malattia. Ma ella compie i desideri del mio Cuore, accettando con tranquillità, pazienza e discrezione í ristori che il suo stato reclama: ciò le varrà grandi gradi di gloria, perchè deve superare se stessa per agire in tal modo. Ella però deve farsi coraggio pensando che, grazie alla mia bontà infinita « diligentibus omnia eooperantur in bonum – Tutto coopera al bene di coloro che amano » (Rom. VIII, 28).

Un’altra volta, mentre Geltrude pregava per la malata, Gesù le disse:

« Talvolta mi compiaccio di mirare, la mia eletta che sta preparandomi doni graditi, e allora le procuro perle e fiori d’oro. Ecco ciò che queste parole significano; Le perle sono i suoi sensi, i fiori sono le ore disponibili che le permettono di prepararmi,
ornamenti belli, graditi, preziosi;
giacchè, appena può e riprende le forze, si occupa subito della sua carica, per quanto le riesce possibile. Con sollecitudine prende diverse misure per conservare ed accrescere la Religione perché, dopo la sua morte, le suorasue parole ed i suoi esempi siano come colonna saldissima che, per la mia eterna gloria, sostenga la stato religioso. 
Se però s’accorge che il lavoro nuoce alla sua salute, lo lascia tosto e mi abbandona ogni cosa con grande fiducia. Questa fedeltà a riprendere il lavoro, o a lasciarlo quando le forze declinano, commuove profondamente il mio Cuore».

***

Altra volta ella si turbò, temendo che vi fosse negligenza da parte sua nell’omettere la S. Comunione, l’orazione ed altre pratiche di Regola. Le sembrava anche di comunicarsi con poco rispetto, poiché la sua grave infermità le impediva di prepararsi accuratamente. Il Signorà volle istruirla e consolarla per tramite di Geltrude: « Sappi che quando, per giusto senso di discrezione, tralascia di comunicarsi; o di compiere altra pratica, la mia infinita bontà si affretta ad attribuirle un bene che supplisce a quello che non ha potuto acquistare, perchè tutti i tesori della Chiesa sono miei, ed Io posso disporre dei medesimi ».

***

messa defuntiGeltrude chiese all’anima di una religiosa defunta: « Dalle tue parole mi pare di poter concludere che è più vantaggioso celebrare delle Messe per i defunti, piuttosto che per altre intenzioni». La giovane Religiosa rispose: « In vista della carità con la quale si aiutano, le anime purganti, la S. Messa produce maggiori frutti che se fosse celebrata soltanto per dovere sacerdotale. Ma se un moto intimo del cuore getta íl sacerdote in Dio, e lo fa celebrare sotto tale impulso, allora il S. Sacrificio è ancora più fruttuoso ».

Geltrude aggiunse: « Dove hai tu appreso tante cose, mentre avevi in terra un’intelligenza così limitata? ». Ella replicò: « Ho appreso ogni cosa da Colui di cui S. Agostino disse: « avere visto Dio una sola volta, significa avere tutto appreso ».

***

Un altro giorno Geltrude vide una defunta raggiante di gloria, adorna di abiti scarlatti: ne chiese la ragiono al Signore, il quale rispose: « Come gliene avevo fatto promessa, per tuo tramite, volto santo di madre pierinacosì l’ho rivestita della mia Passione; perchè nonostante la grande debolezza della sua salute, non si è mai astenuta dai lavori comuni imposti dalla Regola e quantunque si spendesse al di là delle sue forze, pure non lasciò sfuggire nè un lamento, nè una impazienza». Il Signore aggiunse: « Le ho poi dato parecchi nobili principi della mia corte, affinchè le rendano onori particolari per compensare gli spasimi sopportati durante la malattia. Un braccio le cagionò particolari sofferenze, perciò ella mi tiene abbracciato nella gloria con tale beatitudine che vorrebbe avere sofferto cento volte di più ».

Fonti: http://purgatorio.altervista.org/doc/santi/5.html,  http://www.donbosco-torino.it/ita/Kairos/Santo_del_mese/10-Novembre/S.%20Gertrude%20la%20Grande.html

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SANTUARIO DI SAN GERARDO MAIELLA

SANTUARIO DI SAN GERARDO MAIELLA

6 novembre

SAN GERARDO MAIELLA.4Il 6 novembre è festa parrocchiale nel santuario di San Gerardo Maiella, retto dai Padri Redentoristi della diocesi di Sant’Angelo dei Lombrardi (provincia di Avellino in Campania)

Nel 1749 l’arcivescovo di Conza offrì a Sant’Alfonso Maria de’ Liguori una chiesetta con l’intento di costruirvi un convento per i suoi religiosi, i Redentoristi, che avrebbero custodito il piccolo santuario. Nel 1754 venne a Materdomini Gerardo Maiella (Muro Lucano, 6 aprile 1726 – Materdomini, 16 ottobre 1755), religioso non sacerdote con fama di santità: grazie ai miracoli e alle sue opere di carità rese nota la piccola borgata.

SAN GERARDO MAIELLA.1Figlio di un modesto sarto dopo la prematura morte del padre entrò al servizio del vescovo di Lacedonia, mons. Claudio Albini. Morto questo prelato, Gerardo, che già avvertiva da molto tempo la chiamata del Signore alla vita religiosa, cercò invano di essere ammesso tra i frati cappuccini della sua città natale, a causa della sua salute cagionevole.

Nel 1748 ebbe modo di conoscere un gruppo di sacerdoti redentoristi impegnati in una missione popolare nella sua Muro e, contro il parere della madre, si unì alla nuova famiglia religiosa. Scappato di casa grazie all’aiuto di un lenzuolo usato a mo’ di fune per calarsi dalla finestra e lasciato un biglietto alla madre nel quale aveva scritto “mamma, perdonami, vado a farmi santo“, Gerardo si unì alla compagnia dei missionari redentoristi dai quali, solo dopo molte insistenze, fu accettato.

S.-Gerardo-poveri-Wittem470Lavoratore instancabile, nonostante la sua fragilissima salute che, dapprincipio, aveva reso i superiori restii ad ammetterlo nella Congregazione, Gerardo si contraddistinse sempre per il suo spirito di penitenza e per una giocondità d’animo non comuni. Il 16 luglio 1752, festa del Santissimo Redentore, pronunciò i voti solenni nella Congregazione Redentorista fondata da Sant’Alfonso Maria de’ Liguori nel 1732: nei conventi dove fu destinato si dedicò alle mansioni più umili senza trascurare la preghiera e la penitenza. I fedeli lo ricordano dotato del dono dei miracoli; nella sua breve esistenza i fatti prodigiosi raccontati e legati alla sua persona furono tanti e tali da meritargli in vita la fama di taumaturgo. Si racconta di estasi, bilocazioni, scrutazione dei cuori, moltiplicazione dei viveri e guarigioni.

Fra i tanti miracoli ne citiamo alcuni. Anzitutto il miracolo del mare avvenuto a Napoli: in località Pietra del pesce una folla urlante SAN GERARDO MAIELLA5assisteva agli inutili sforzi di alcuni marinai che, nel mare in tempesta, cercavano inutilmente di salvarsi. Accorso Gerardo sul luogo, subito, fattosi il segno della croce, iniziò a camminare sul mare e, afferrata la barca «con due ditelle», come raccontava ingenuamente lui a Materdomini ai confratelli, come se la cosa fosse normale, la trascinò a riva.

Un altro miracolo degno di nota è quello relativo alla moltiplicazione delle derrate in occasione della carestia del 1754. In quell’inverno a Caposele molti erano coloro che, costretti dalla penuria di alimenti, bussavano alla porta del collegio redentorista. Gerardo, per sfamare tutti, vuotò letteralmente le dispense che, miracolosamente, si riempivano di pane e di ogni ben di Dio.

Amico dei poveri e dei contadini, Gerardo, che negli ultimi anni faceva il questuante, riscosse negli ambienti popolari un’ammirazione straordinaria. Si narra, infatti, che quando passava di paese in paese, ali di folla lo aspettavano sui margini delle strade per avere la sua benedizione o per vedere soltanto questo umile fraticello che, sempre col sorriso, si sforzava di SAN GERARDO MAIELLA3salutare tutti. Ricchi, poveri, nobili, borghesi, umili facevano a gara per poterlo ospitare e godere della sua presenza. Era conosciuto come il padre dei poveri – così lo chiamavano – l’Angelo e l’Apostolo della Valle del Sele, che ancora oggi si gloria di custodire i suoi resti mortali nel Santuario eretto sulla sua tomba in Materdomini. Gerardo conservò sempre la sua encomiabile umiltà e la fede nell’obbedienza alla volontà di Dio manifestata dai suoi superiori.

Il suo animo umile brillò particolarmente nell’episodio della calunnia. Il fatto si verificò nel 1754: accusato ingiustamente da una certa Nerea Caggiano di avere avuto una relazione con lei, Gerardo non replicò e rimase in silenzio per un mese, subendo pazientemente le gravi sanzioni dei suoi superiori; finalmente la Caggiano, pentita, confessò di aver detto il falso, scagionandolo. Lo stesso Sant’Alfonso in quella occasione ne lodò l’ammirevole pazienza mostrata nella triste vicenda. “La fede mi è vita e la vita mi è fede” e “volontà di Dio in cielo, volontà di Dio in terra“, soleva dire e, soprattutto, osservare.

Gerardo Maiella oggi è universalmente invocato come protettore delle donne incinte. La leggenda narra che poco prima di morire aveva fatto finta di dimenticare, a Oliveto Citra, un suo fazzoletto presso la casa di una famiglia che l’ospitava. Una SAN GERARDO MAIELLA2bambina, allora, gli corse dietro per restituirglielo, ma Gerardo le disse di tenerlo perché un giorno le sarebbe servito. Passati alcuni anni – Gerardo era già morto – la bambina, diventata sposa, gridava per le doglie del parto. I medici la davano per spacciata. Giunta quasi in fin di vita, si ricordò del fazzoletto di fratel Gerardo e volle che glielo posassero aperto sulla pancia. Appena ricevutolo, i dolori cessarono e la donna diede alla luce senza alcuna difficoltà il suo primo figlio.

Morì di tisi nel convento redentorista di Materdomini di Caposele all’età di 29 anni, il 16 ottobre 1755, dopo un breve periodo trascorso a letto durante il quale, si dice, non mancarono i fatti prodigiosi. Sempre secondo la leggenda la mattina dopo la morte del Santo, il fratello laico incaricato di suonare la campana a morto per dare l’annuncio funebre, fu preso da una forza misteriosa nelle braccia le quali, sottratte alla sua volontà, suonarono a festa le campane, dando così l’annuncio gioioso della nascita al cielo di Gerardo.

santuario-di-san-gerardo

Sala dei fiocchi per la grazia ricevuta di un bambino

La chiesetta dove il suo corpo venne esposto fu subito presa d’assalto da una moltitudine di gente venuta dalla vicina Caposele e anche da lontano, avvertita quest’ultima della morte del Santo. Il 16 ottobre 1755 e fu procalmato santo l’11 dicembre 1904.

Il piccolo santuario mariano fu ingrandito fra il 1913 e il 1929 ed assunse il titolo di Basilica Minore dedicata a Maria Santissima e a San Gerardo Maiella. I pellegrini aumentarono di anno in anno, fino a diventare un milione, e ciò obbligò i religiosi ad edificare una nuova chiesa, più spaziosa. Essa fu inaugurata il 16 ottobre 1974. Il sisma del 23 novembre fece crollare la basilica vecchia e il convento dei religiosi, oggi in fase di ricostruzione. Nel convento si trova la cappella del transito, la cella dove morì San Gerardo.

982_santuario-1Il 25 aprile si celebra la giornata dei malati; la terza domenica di maggio quella dei giovani; la quarta domenica di maggio quella delle mamme e dei bambini. Il 6 aprile di ogni anno si tiene un concerto a ricordo della nascita di San Gerardo Maiella, inoltre il santuario ospita una Quadriennale di Arte sacra.

Fonti: http://www.donbosco-torino.it/ita/Maria/santuari/2000-2001/Santuari%20Campania-3.htmlhttps://it.wikipedia.org/wiki/Gerardo_Maiella

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NOVENA PER LE ANIME DEL PURGATORIO

NOVENA PER LE ANIME DEL PURGATORIO

carracci_lodovico_anime del purgatorioSan Giovanni, nell’Apocalisse, domanda all’Angelo che gli fa da guida: “Questi, che sono vestiti di bianco, chi sono e da dove vengono?” (Ap 7,13). E l’Angelo rispose: “Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione“. (Ap 7,13)

San Giovanni, nell’Apocalisse, domanda all’Angelo che gli fa da guida: “Questi, che sono vestiti di bianco, chi sono e da dove vengono?” (Ap 7,13). E l’Angelo rispose: “Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione“. (Ap 7,13) Che significa “vengono dalla terra e sono saliti quassù in Cielo, ma hanno dovuto passare prima attraverso la grande tribolazione delle sofferenze della vita”

E che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel Sangue dell’Agnello” (Ap. 7,14). Cioè hanno lavato la loro veste dell’anima da ogni macchia di peccato e l’hanno resa bianchissima mediante il Sangue di Gesù: mediante la Confessione (dolce esperienza di perdono e di gioia) e la Comunione (stupenda esperienza di Cielo).

INIZIO NOVENA 24 OTTOBRE

Da ripetere tutta per nove giorni consecutivamente 

Purgatorioa-2O Gesù Redentore, per il sacrificio che hai fatto di Te stesso sulla croce e che rinnovi quotidianamente sui nostri altari, per tutte le Sante Messe che si sono celebrate e che si celebreranno in tutto il mondo, esaudisci la nostra preghiera in questa novena, e dona alle anime dei nostri morti l’eterno riposo , facendo risplendere su di loro un raggio della tua divina bellezza!

L’eterno riposo dona a loro, o Signore, risplenda ad essi la luce perpetua. Riposino in pace. Amen

O Gesù Redentore, per i grandi meriti degli Apostoli, dei martiri, dei confessori, delle vergini e di tutti i Santi del Paradiso, sciogli dalle loro pene le anime dei nostri defunti che gemono nel Purgatorio, come sciogliesti la Maddalena ed il ladro pentito. Perdona i loro falli e schiudi ad esse le porte della tua celeste Reggia che tanto desiderano.

L’eterno riposo…

O Gesù Redentore, per i grandi meriti di San Giuseppe e per quelli di Maria, Madre dei sofferenti e degli afflitti, fa’ scendere la tua infinita misericordia sulle povere anime abbandonate dei liberare-le-anime-del-purgatorioPurgatorio. Sono anch’esse prezzo dei tuo Sangue e opera delle tue mani. Dona loro un completo perdono e conducile nelle amenità della tua gloria che da tanto sospirano.

L’eterno riposo…

O Gesù Redentore, per i molteplici dolori della tua agonia, passione e morte, abbi pietà di tutti i nostri poveri morti che piangono e gemono nel Purgatorio. Applica loro il frutto di tante tue pene e conducili al possesso di quella gloria che in Cielo hai loro preparata.

L’eterno riposo…

INVOCAZIONE ALLA MADONNA

O Maria, Madre nostra e Vergine pietosissima, Tu che sei la gioia della Chiesa trionfante e l’aiuto della Chiesa militante, diventa anche il conforto della Chiesa purgante. Stendi dunque la tua destra pietosa verso tante anime che soffrono nel fuoco del Purgatorio e liberale, facendo sì animeche presto siano ammesse alla visione beatifica dei Cielo.

Ricordati, o Santa Vergine, di soccorrere specialmente le anime dei miei parenti e quelle che sono più abbandonate e bisognose di suffragi. O pietosissima Signora, versa su tutte loro la grazia purificante che esse hanno ottenuto per i meriti dei Sangue prezioso di Gesù Cristo affinché possano essere refrigerate nella gioia eterna.

E voi, anime benedette, che tanto potete presso Dio con le vostre preghiere, intercedete per noi e liberateci da tutti i pericoli dell’anima e dei corpo e proteggete le nostre famiglie, affinché a noi tutti sia concesso di essere ammessi all’eterna beatitudine. Così sia

INVOCAZIONI ALLE ANIME DEL PURGATORIO

anime_del_purgatorioEterno Iddio, Padre, Figlio e Spirito Santo, abbi pietà delle Anime purganti

RIT. Te ne supplichiamo, ascoltaci

Gesù mio, redentore amatissimo, abbi pietà delle Anime purganti. RIT

Te ne supplichiamo, ascoltaci RIT

Gesù mio, per la tua potenza, assolvi quelle Anime RIT

Te ne supplichiamo, ascoltaci RIT

Gesù mio, per la tua clemenza, salva le Anime dei Purgatorio RIT

Te ne supplichiamo, ascoltaci RIT

Gesù mio, per la tua bontà, libera le Anime dei Purgatorio RIT

Te ne supplichiamo, ascoltaci RIT

Gesù mio, per la tua innocenza, purifica le Anime dei Purgatorio RIT

Te ne supplichiamo, ascoltaci RIT

Gesù mio, per la tua umiltà, innalza a Te le Anime dei Purgatorio RIT

Te ne supplichiamo, ascoltaci RIT

Gesù mio , per la tua ubbidienza, solleva le Anime del Purgatorio RIT

anime purgatorio-3Te ne supplichiamo, ascoltaci RIT

Gesù mio, per la tua carità, infiamma le Anime dei Purgatorio RIT

Te ne supplichiamo, ascoltaci RIT

 

Gesù mio, per la tua umanità, non abbandonare le Anime dei Purgatorio

RIT. Te ne supplichiamo, ascoltaci 

Gesù mio, per le tue lacrime, consola le Anime dei Purgatorio RIT

Gesù mio, per le tue piaghe, sana le Anime dei Purgatorio RIT 

Gesù mio, per il tuo Sangue prezioso, lava le Anime dei Purgatorio RIT

Gesù mio, per il mistero della tua vita laboriosa, dona il riposo alle Anime dei Purgatorio RIT

Gesù mio, per il mistero della tua passione e morte perdona alla Anime dei Purgatorio RIT

Gesù mio, per il mistero del tuo Cuore divino, aiuta le Anime del Purgatorio RITanime1

Gesù mio, per la verginità di Maria Santissima, libera le Anime dei Purgatorio RIT

Gesù mio, per la divina Maternità di Maria, libera le Anime dei Purgatorio RIT

Gesù mio, per gli stenti e la povertà di Maria, libera le Anime dei Purgatorio RIT

Gesù mio, per l’amore che Ti portò Maria Santissima, libera le Anime dei Purgatorio RIT

Gesù mio, per le preghiere di tutti i Santi, libera le Anime dei Purgatorio RIT

Gesù mio, per tutte le opere buone che sono state fatte e si faranno nel mondo, libera le Anime dei Purgatorio RIT

Gesù mio, per il mistero della tua incarnazione, abbi compassione delle Anime dei Purgatorio RIT

Fonte: Il libro delle novene ed. Ancilla

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BLAISE PASCAL E IL CRISTIANESIMO

BLAISE PASCAL E IL CRISTIANESIMO

matematico, fisico, filosofo e teologo francese – 19 agosto 1662

blaise-pascalPiù conosciuto come matematico per il suo teorema e come precursore dell’informatica per i suoi calcolatori meccanici, aveva in mente di scrivere un’immensa opera in cui riversare tutto il suo genio, un’ Apologia del Cristianesimo (in difesa della fede) di cui, a suo dire, chiunque l’avesse letta per intero avrebbe dovuto infine confessare la sua fede o ammettere la sua completa follia.

« Ci fu un uomo che a 12 anni, con aste e cerchi, creò la matematica; che a 16 compose il più dotto trattato sulle coniche dall’antichità in poi; che a 19 condensò in una macchina una scienza che è dell’intelletto; che a 23 dimostrò i fenomeni del peso dell’aria ed eliminò uno dei grandi errori della fisica antica; che nell’età in cui gli altri cominciano appena a vivere, avendo già percorso tutto l’itinerario delle scienze umane, si accorge della loro vanità e volge la mente alla religione; […] che, infine, […] risolse quasi distrattamente uno dei maggiori problemi della geometria e scrisse dei pensieri che hanno sia del divino che dell’umano. Il nome di questo genio è Blaise Pascal. » (François-René de Chateaubriand, Il genio del Cristianesimo)

Blaise Pascal (Clermont-Ferrand, 19 giugno 1623 – Parigi, 19 agosto 1662) matematico, fisico, filosofo e teologo francese. La madre morì quando Pascal aveva appena tre anni, poco dopo la nascita della seconda sorella. Bambino precoce, fu istruito dal padre(magistrato e matematico), dimostrando un’attitudine e una predilezione per le scienze naturali e applicate, tanto che fu ammesso alle riunioni scientifiche e teneva una stretta corrispondenza con i più grandi ricercatori del tempo, tra cui Girard Desargues, Galileo Galilei, Pierre de Fermat, René Descartes ed Evangelista Torricelli.blaise_pascal_400x

Contribuì in modo significativo alla costruzione di calcolatori meccanici e allo studio dei fluidi. Egli ha chiarito i concetti di pressione e di vuoto per ampliare il lavoro di Torricelli. Pascal scrisse importanti testi sul metodo scientifico. A sedici anni scrisse un trattato di geometria proiettiva.

Nel 1646, il padre, ferito in una caduta, fu curato da due gianseniti, che in breve convinsero sia lui che i figli ad abbracciare le loro idee religiose. E’ l’inizio di un periodo da definirsi piuttosto mondano, fino al 1650, anno in cui a causa della sua salute cagionevole, Pascal lasciò temporaneamente lo studio della matematica, fino al 1654, quando dopo un’esperienza mistica in seguito ad un incidente nel quale i suoi cavalli finirono oltre il parapetto, mentre lui nella carrozzina si salvò miracolosamente, decide di abbandonarla definitivamente per dedicarsi alla filosofia e alla teologia.

Da quel momento, Pascal entrò a far parte dei “solitari”, dell’abbazia di Port-Royal, laici dediti alla meditazione e allo studio, fra i quali vi era già sua sorella, e qui diventò prima di convertirsi al cristianesimo, membro della setta dei giansenisti.(movimento religioso che vedeva l’uomo in se per se corrotto quindi giustificato nel peccato, salvarsi solo se era nei piani di Dio, quindi per alcuni era destino salvarsi per altri no, ma la colpa non era così dell’uomo, bensì di Dio)

Blaise Pascal (1623-1662) on engraving from the 1800s. French mathematician, physicist and religious philosopher. Engraved by H.Meyer and published in London by Charles Knight, Pall Mall East.

Blaise Pascal (1623-1662) on engraving from the 1800s.
French mathematician, physicist and religious philosopher. Engraved by H.Meyer and published in London by Charles Knight, Pall Mall East.

Una teoria che si avvicinava molto al “buonismo dei gesuiti casisti” Pascal, infatti nelle sue Lettres provinciales (Lettere provinciali), denunciò l’atteggiamento moderato dei gesuiti che tendevano a considerare il peccato come insito nell’uomo e quindi meno colpevole, come un mero utilizzo di ragionamenti vuoti e complessi per giustificare il lassismo morale dell’epoca e ridurre così la responsabilità etica dell’uomo di fronte a se stesso e di fronte a Dio. Lo stesso Papa Alessandro VII, spinto anche dalle Lettere provinciali di Pascal, condannò diverse proposizioni e tesi dei gesuiti casisti.

Secondo alcuni studiosi, Pascal aveva in mente di scrivere un’immensa opera in cui riversare tutto il suo genio, un’Apologia del Cristianesimo (l’apologetica è una delle scienze sacre, e si propone la difesa, cioè l’apologia del Cristianesimo contro gli attacchi degli avversari) di cui, a suo dire, chiunque l’avesse letta per intero avrebbe dovuto infine confessare la sua fede o ammettere la sua completa follia.

Di questo ambizioso progetto, incompleto a causa della sua morte prematura a soli trentanove anni, restano in realtà dei frammenti sparsi, intitolati Pensieri (in francese, Les pensées), pubblicati postumi, nel 1670. Alcuni di essi furono scritti (dai suoi familiari ed amici fidati) sotto sua dettatura, perché alla fine non era più nemmeno in grado di scrivere.

12-blaise-pascal-french-polymath-science-sourcePer Pascal l’uomo è un intreccio di “angelo” e di “bestia. Arriva alla consapevolezza che l’uomo è alla spasmodica ricerca di un diversivo (divertimento ad ogni costo) pur di sottrasi all’infelicità causatagli da una misera vita, mentre la consapevdella propria misera vita intesa come: l’ignoranza, il pensiero della morte, la propria pochezza ecc.

Egli scrive infatti:

« […] ho scoperto che tutta l’infelicità degli uomini proviene da una cosa sola: dal non saper restare tranquilli in una camera. […] ho voluto scoprirne la ragione, ho scoperto che ce n’è una effettiva, che consiste nella infelicità naturale della nostra condizione, debole, mortale e così miserabile che nulla ci può consolare quando la consideriamo seriamente. » (Blaise Pascal, Pensieri, 139)

L’uomo è sempre in movimento, ma, se si ferma, sente il nulla, quindi, per la vita di un cristiano, dice Pascal, solo nella meditazione l’uomo può, riconoscendo la propria miseria, accostarsi a Dio, Gesù, attraverso la preghiera ed il pensiero. In altri suoi pensieri, poi, dice:

« Gli uomini, non avendo potuto guarire la morte, la miseria, l’ignoranza, hanno deciso di non pensarci per rendersi felici. 325b8-devedeuxlouisblaisepascal» (Blaise Pascal, Pensieri, 168) « L’unica cosa che ci consola dalle nostre miserie è il divertimento, e intanto questa è la maggiore tra le nostre miserie. » (Blaise Pascal, Pensieri, 171)

Dunque, la miseria dell’uomo, secondo Pascal, è di essere senza Dio; la sua natura è decaduta dalla natura immortale e divina in cui era nato, a causa del peccato originale:

« Dio ha creato l’uomo con due amori, l’uno per Dio, l’altro per se stesso; […] venuto il peccato, l’uomo perdette il primo di questi due amori, ed essendo rimasto solo l’amore di sé in quella grande anima capace d’un amore infinito, l’amor proprio si è esteso e diffuso nel vuoto che l’amore di Dio ha lasciato; e così ha amato solo se stesso, e tutte le cose per se stesso, cioè infinitamente. Ecco l’origine dell’amor proprio, il quale era naturale in Adamo, e giusto nella sua innocenza; ma è diventato colpevole e smodato, in seguito al peccato. » (Blaise Pascal, lettera inviata alla sorella in occasione della morte del padre, 17 ottobre 1651)

Solo l’infinita pienezza del divino può riempire l’infinito vuoto dell’umano, e, tra le tante, solo la religione cristiana, secondo Pascal, ci conduce a tale idea di duplicità e di contraddizione, che è alla base delle radici dell’uomo. L’unico modo per sciogliere tale, inestricabile “nodo” è umiliarsi, rinnegando la propria natura e ponendosi di fronte a Dio passivamente, liberi dalla propria volontà per accogliere la Sua. Dunque, le dimostrazioni razionaliPASCAL1 dell’esistenza di Dio, per Pascal, sono insensate, poiché:

« […] Il Dio dei Cristiani non è un Dio semplicemente autore delle verità geometriche e dell’ordine degli elementi, come la pensavano i pagani e gli Epicurei. […] il Dio dei Cristiani è un Dio di amore e di consolazione, è un Dio che riempie l’anima e il cuore di cui Egli s’è impossessato, è un Dio che fa internamente sentire ad ognuno la propria miseria e la Sua misericordia infinita, che si unisce con l’intimo della loro anima, che la inonda di umiltà, di gioia, di confidenza, di amore, che li rende incapaci d’avere altro fine che Lui stesso. […] » (Blaise Pascal, Pensieri, 556)

Pascal afferma che bisogna, dopotutto, “scommettere” sull’esistenza di Dio. Bisogna, cioè, decidere di vivere come se Dio ci fosse o come se Dio non ci fosse; non si può non scegliere, poiché il non scegliere è già una scelta. In realtà, come dice il commentatore pascaliano Jacques Chevalier, la scommessa è meno banale e superficiale di quanto sembri: infatti, egli dice: « […] Valutiamo questi due casi: se vincete, vincete tutto, se perdete non perdete nulla. Scommettete, dunque, che Dio esiste, senza esitare.[…] » (Blaise Pascal, Pensieri, 233)

Pascal-oldOvvero, “scommettendo” che Dio non esiste, non si vince nulla, ma si perde tutto (cioè il bene finito); al contrario, “scommettendo” che Dio esiste si vince tutto (cioè la beatitudine eterna ed infinita) e non si perde nulla; ed il fatto che la scommessa a favore di Dio è totalmente ed infinitamente propizia e vantaggiosa a coloro che la compiono, ciò significa che è fondata, e diventa dunque la scommessa stessa una “prova” di tale esistenza divina, e dunque la “vittoria” della scommessa è nella scommessa stessa, che in tal modo non è più scommessa, ma è già vittoria certa.

Inoltre, per coloro che mancassero totalmente di fede, dice che, essendo gli uomini, oltre che spiriti, anche automi, possono trovare ogni forza che manca nell’abitudine, compresa la fede. Dunque, afferma che coloro che non hannofede dovrebbero comportarsi come se l’avessero, praticando riti e frequentando i Sacramenti per un certo tempo, finché alla fine, sottomessi ai dettami della fede, la fede stessa nascerà nei cuori, non perché essa sia frutto dell’abitudine, ma perché l’abitudine e l’umiltà preparano il cuore a riceverla, che è dono di Dio. Questo concetto apologetico della religione cristiana è spiegato ancor meglio in un suo altro pensiero, dove dice:

« Le altre religioni, come ad esempio le pagane, sono più popolari, perché si fondano sull’esteriore; ma non sono fatte per le persone intelligenti. Una religione puramente intellettuale sarebbe più adatta per gli intellettuali, ma non servirebbe al popolo. Soltanto la religione cristiana è proporzionata a tutti, perché fatta di pascalesteriore e di interiore. Essa eleva il popolo all’interiorità ed abbassa i superbi all’esteriorità, e non è perfetta senza questi due aspetti, perché il popolo deve sentire lo spirito della lettera e le persone intelligenti devono sottomettere il loro intelletto alla lettera. » (Blaise Pascal, Pensieri, 251)

« È il cuore che sente Dio, e non la ragione. Ed ecco che cos’è la fede: Dio sensibile al cuore, e non alla ragione. » (Blaise Pascal, Pensieri, 278) « Quanta distanza c’è tra la nostra conoscenza di Dio e l’amarlo! » (Blaise Pascal, Pensieri, 280)

Morì due mesi dopo il suo 39º compleanno, nel 1662, dopo la lunga malattia che lo affliggeva fin dalla fanciullezza.

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Giansenismo; http://www.treccani.it/enciclopedia/blaise-pascal/

 

 

PREGHIERA DI LIBERAZIONE

PREGHIERE DI LIBERAZIONE

liberazioneChe differenza c’è tra un esorcismo e una preghiera di liberazione? Possiamo tutti fare queste preghiere e quella di Leone XIII? Quando farle e come?

Quando la Chiesa domanda pubblicamente e con autorità, in nome di Gesù Cristo, che una persona o un oggetto sia protetto contro l’influenza del Maligno e sottratto al suo dominio, si parla di esorcismo. Gesù l’ha praticato ed è da Lui che la Chiesa ha ricevuto il potere e il compito di esorcizzare. In una forma semplice, l’esorcismo è praticato durante la celebrazione del Battesimo.

L’esorcismo solenne, chiamato “grande esorcismo”, può essere praticato solo da un presbitero con il permesso del vescovo. In ciò bisogna procedere con prudenza, osservando rigorosamente le norme stabile dalla Chiesa. L’esorcismo mira a scacciare i demoni o a liberare dall’influenza demoniaca, e ciò mediante l’autorità spirituale che Gesù ha affidato alla sua Chiesapreghiera in famigliaIn oriente spesso questo ministero è affidato ai monaci, anche se non sono preti.

In famiglia o in seno a gruppi di preghiera, anche un laico battezzato può dire una preghiera di liberazionema non fare esorcismi né interrogare il demonio. Deve poi evitare di imporre le mani ad alcuno. Se nelle preghiere succedono fatti strani, è necessario avvisare il sacerdote responsabile e, se è il caso, anche il Vescovo, perché sia consultato un esorcista.

Altra cosa è la preghiera d’intercessione per le persone oppresse, che è sempre utile e può ben affiancare l’opera di un esorcista. 

L’ESORCISMO DI LEONE XIII CONTRO SATANA E GLI ANGELI RIBELLI

Per quanto riguarda i fedeli laici, l’allora Card. Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, in una circolare Inde ab aliquot annis, del 29 settembre 1985 al n° 2 scrisse:

leoneXIII

Papa Leone XIII

Ai fedeli cristiani non è lecito neppure fare uso di forme d’esorcismo contro Satana e gli angeli ribelli ricavate da quella ufficiale pubblicata per ordine del Sommo Pontefice Leone XIII e molto meno devono far uso del testo integrale di questo esorcismo. I Vescovi, se necessario, ammoniscano i fedeli su questo punto“.

Dunque, contro questo uso c’è un Decreto preciso e chiaro del Vaticano, che impone ai fededi di astenersi dal recitarla. Per questo motivo non la pubblichiamo. Tuttavia la lettera precisa che questo richiamo non deve affatto allontanare i fedeli dal  pregare per ottenere la liberazione propria o altrui, anzi è particolarmente consigliabile quando si percepisce che l’azione del demonio si fa più intensa in noi (tentazioni molto forti), nelle famiglie (discordie); quando sono calpestati i diritti di Dio e dell’uomo; nelle relazioni fra Stati; nelle persecuzioni contro la Chiesa. E’ bene farlo anche nelle malattie.

PREGHIERE DI LIBERAZIONE DALLO SPIRITO DEL MALE
AL SIGNORE GESÙ

gesu_crocifisso_2O Gesù Salvatore, Signore mio e Dio mio, mio Dio e mio tutto, che con il sacrificio della croce ci hai redenti e hai sconfitto il potere di Satana, ti prego di liberarmi da ogni presenza malefica e da ogni influenza del maligno.

Te lo chiedo nel tuo nome, te lo chiedo per le tue Piaghe, te lo chiedo per il tuo Sangue, te lo chiedo per la tua croce, te lo chiedo per l’intercessione di Maria, Immacolata e Addolorata.

Il Sangue e l’Acqua che scaturiscono dal tuo costato scendano su di me per purificarmi, liberarmi, guarirmi. Amen

A MARIA

Maria Regian degli AngeliO augusta Regina del cielo e sovrana degli angeli, a te che hai ricevuto da Dio il potere e la missione di schiacciare la testa di Satana, noi chiediamo umilmente di mandarci legioni celesti, perché al tuo comando inseguano i demoni, li combattano dappertutto, reprimano la loro audacia e li respingano nell’abisso. Amen

A SAN MICHELE

 arcangelo micheleSan michele Arcangelo, difendici nella battaglia contro le malvagità e le inside del Diavolo: sii nostro aiuto, ti preghiamo, supplici. Che il Signore lo comandi. E tu Principe delle Milizie Celesti, con la potenza che ti viene da Dio, ricaccia nell’inferno Satana e gli altri spiriti maligni che si aggirano per il mondo alla perdizione delle anime. Amen

(Si possono aggiungere le litanie in onore al Preziosissimo Sangue)

PREGHIERA PER BENEDIRE I LUOGHI DI VITA E DI LAVORO

1. Visita, o Padre, la nostra casa (negozio, ufficio…) e tieni lontano le insidie del nemico; vengano i santi angeli a custodirci nella pace e la casatua benedizione rimanga sempre con noi. Per Cristo, nostro Signore. Amen

2. Signore Gesù Cristo, che hai comandato ai tuoi Apostoli di invocare la pace su quanti abitano le case in cui fossero entrati, santifica, ti preghiamo, questa casa per mezzo della nostra fiduciosa preghiera. Effondi sopra di essa le tue benedizioni e l’abbondanza della pace. Giunga in essa la salvezza come giunse alla casa di Zaccheo, quando tu vi sei entrato. Incarica i tuoi angeli di custodirla e di cacciare via da essa ogni potere del maligno. Concedi a tutti coloro che vi abitano di piacere a te per le loro opere virtuose, così da meritare, quando sarà tempo, di venire accolti nella tua dimora celeste. Amen.

PREGHIERA CONTRO IL MALEFICIO

Signore Dio nostro, o sovrano dei secoli, onnipotente e onnipossente, tu che hai fatto tutto e che tutto trasformi con la tua sola volontà; tu che a Babilonia hai trasformato in rugiada la fiamma della fornace, gesù misericordiososette volte più ardente e che hai protetto e salvato i tuoi santi tre fanciulli; tu che sei dottore e medico delle nostre anime; tu che sei la salvezza di coloro che a te si rivolgono, ti chiediamo e ti invochiamo, vanifica, scaccia e metti in fuga ogni potenza diabolica, ogni presenza e macchinazione satanica e ogni influenza maligna e ogni maleficio o malocchio di persone malefiche e malvagie operati sul tuo servo. Fa che in cambio dell’invidia e del maleficio ne consegua abbondanza di beni, forza, successo e carità.

Tu Signore, che ami gli uomini, stendi le tue mani possenti e le tue braccia altissime e potenti e vieni a soccorrere e visita questa immagine tua, mandando su di essa l’angelo della pace, forte e protettore dell’anima e del corpo, che terrà lontano e scaccerà qualunque forza malvagia, ogni maleficio e seduzione di persone corruttrici e invidiose, così che il tuo supplice protetto con gratitudine canti: “Il Signore è il mio soccorritore, non avrò timore di ciò che potrà farmi l’uomo”.

Sì, Signore Dio nostro, abbi compassione della tua immagine e salva il tuo servo (nome) per l’intercessione della Madre di Dio e sempre Vergine Maria, dei risplendenti arcangeli e di tutti i tuoi santi. Amen

PREGHIERA DI LIBERAZIONE

SALMO 90

Beato chi si pone sotto la protezione dell’Altissimo

Tu che abiti al riparo dell’Altissimo e dimori all’ombra dell’Onnipotente, dì al Signore: “Mio rifugio e mia fortezza, mio Dio, in cui confido”. Egli ti libererà dal laccio del cacciatore, dalla peste che distrugge.

Ti coprirà con le sue penne sotto le sue ali troverai rifugio. La sua fedeltà ti sarà scudo e corazza; non temerai i terrori della notte nè la freccia che vola di giorno, la peste che vaga nelle tenebre, lo sterminio che devasta a mezzogiorno.catena-parola

Mille cadranno al tuo fianco e diecimila alla tua destra; ma nulla ti potrà colpire. Solo che tu guardi, con i tuoi occhi vedrai il castigo degli empi. Poiché tuo rifugio è il Signore e hai fatto dell’Altissimo la tua dimora, non ti potrà colpire la sventura, nessun colpo cadrà sulla tua tenda.

Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi. Sulle loro mani ti porteranno perché non inciampi nella pietra il tuo piede. Camminerai su aspidi e vipere, schiaccerai leoni e draghi.

Lo salverò, perché a me si è affidato; lo esalterò, perché ha conosciuto il mio nome. Mi invocherà e gli darò risposta; presso di lui sarò nella sventura, lo salverò e lo renderò glorioso. Lo sazierò di lunghi giorni e gli mostrerò la mia salvezza.

Fonte: “Pregate pregate, pregate” ed. Shalom

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I COMANDAMENTI

I COMANDAMENTI

mosè tavolePiù o meno bene tutti conosciamo i 10 comandamenti ma erano proprio dieci? E cosa sappiamo delle tavole che li contenevano? Gli ebrei conservano tante informazioni su questo argomento che forse molti cristiani non conoscono, come pure le diverse interpretazioni delle tre grandi religioni monoteiste.

I dieci comandamenti, detti anche Decalogo, sono i comandamenti scritti sulle tavole della legge, date da Dio a Mosè sul monte Sinai. L’espressione dèka lògous (dieci parole), da qui il termine Decalogo o Dieci Parole. Sono un punto fondamentale nell’Antico Testamento e nell’ebraismo; quest’ultimo ricorda e festeggia l’evento in cui gli sono state consegnate le tavole con i 10 comandamenti in occasione della festa di Shavuot.

I primi due comandamenti furono ascoltati dal popolo ebraico direttamente dalla “bocca” di Dio mentre gli altri vennero poi mosè1trasmessi da Mosè: infatti mentre nei primi due il comando è indirizzato utilizzando la seconda persona nei successivi invece ci si riferisce a Dio utilizzando la terza persona proprio ad indicare la trasmissione degli stessi tramite Mosè.

I Dieci Comandamenti sono la sintesi e l’essenza di 613 precetti ebraici. Sia le seconde tavole che le prime, rotte da Mosè quando sceso dalla montagna trovò il popolo che adorava un vitello d’oro, sono contenute nell’Arca dell’alleanza. Le seconde tavole riportano 17 parole in più delle prime tavole.

I Dieci Comandamenti erano incisi sulle Tavole da una parte all’altra cosicché si potessero leggere sia davanti sia sul retro: miracolosamente si leggevano allo stesso modo su entrambi i lati. A proposito di ciò si manifestò un altro miracolo: alcune lettere dell’alfabeto ebraico presentano un vuoto al loro interno ma la pietra all’interno delimitata dall’incisione in tutto il proprio mosè e i 10 comandamentiperimetro restava sospesa miracolosamente.

La pietra delle Tavole della Legge era di zaffiro. Le prime tavole vennero forgiate da Dio mentre Mosè intagliò le seconde. Importante l’affermazione rabbinica secondo la quale tutti gli Ebrei assistettero all’evento terribile del monte Sinai, anche le anime degli Ebrei che dovevano ancora nascere. Alla proclamazione di ogni comandamento l’anima degli Ebrei viventi presenti ai piedi del monte Sinai li abbandonava per la grandezza della rivelazione di Dio e della Torah, in seguito essa tornava rianimandoli: ciò successe appunto per ogni Comandamento.

Sebbene l’originale ebraico sia alla base dei Comandamenti per le tre grandi religioni monoteiste, ogni religione li ha diversamente interpretati, con differenze anche all’interno di ciascuna religione. C’è una differenza tra le varie tradizioni religiose riguardo alla suddivisione dei vari comandamenti: concretamente la differenza sta nella suddivisione tra primo e secondo, e, conseguentemente, tra nono e decimo comandamento.i-dieci-comandamenti

Notare che il testo biblico non riporta la numerazione dei comandamenti, né, nell’originale ebraico, conosce punteggiatura, né, in tale lingua, è diviso in capoversi o versetti, ma è stata formulata nel secondo millennio cristiano per facilitare il lavoro di individuare le citazioni bibliche. Suddivisione secondo la tradizione cattolica (seguendo il testo del Deuteronomio):

  1. Io sono il Signore, tuo Dio… Non avere altri dèi di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine… Non ti prostrerai davanti a quelle cose…
  2. Non pronunciare invano il nome del Signore tuo Dio
  3. Osserva il giorno di sabato per santificarlo…
  4. Onora tuo padre e tua madre
  5. Non uccidere.
  6. Non commettere adulterio (poi trasformato in “non commettere atti impuri”).
  7. Non rubare.
  8. Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo.
  9. Non desiderare la moglie del tuo prossimo.
  10. Non desiderare la casa del tuo prossimo… né alcuna delle cose che sono del tuo prossimo

Diversamente dall’intera legge mosaica, che non è osservata in ambito cristiano, i dieci comandamenti sono stati ritenuti fondamentali anche nel Cristianesimo per il loro valore morale, ma spesso interpretati in modo diverso. Ad esempio non viene rispettato il sabato, ma la domenica e anche sulla proibizione delle immagini sorsero ben presto dibattiti nella Chiesa, come nel caso della controversia iconoclasta, cioè se fosse o no lecito introdurre le immagini nelle chiese e la loro venerazione. La disputa venne risolta affermativamente dalla Chiesa nell’VIII secolo (con diverse sfumature fra Oriente e Occidente), per risorgere poi nel XVI secolo con la Riforma protestante.

Quindi, sebbene l’originale ebraico compaia nelle Bibbie cristiane, è stata creata una versione ridotta, il cui scopo è quello di facilitarne la memorizzazione e la comprensione:

Ascolta Israele! Io sono il Signore Dio tuo:

  1. Non avrai altro Dio fuori di me.
  2. Non nominare il nome di Dio invano.
  3. Ricordati di santificare le feste.
  4. Onora il padre e la madre.
  5. Non uccidere.
  6. Non commettere atti impuri.
  7. Non rubare.
  8. Non dire falsa testimonianza.
  9. Non desiderare la donna d’altri.
  10. Non desiderare la roba d’altri.

messa a MedjugorjeIn ogni caso, secondo la dottrina cattolica, i dieci comandamenti sono vincolanti semper et pro semper, sempre e in ogni occasione. Pertanto la persona che con piena avvertenza e deliberato consenso violi uno di questi comandamenti, commette peccato – veniale o mortale – e perde la grazia di Dio. La Regina della Pace ha detto a Medjugorje che “… ogni peccato è offesa a Dio…” indipendentemente da quello che noi possiamo pensare in quanto alla maggiore o minore gravità.

I dieci comandamenti vengo riassunti nel Vangelo in altri due, l’amore verso Dio e verso il prossimo. Al giovane che gli chiedeva che cosa dovesse fare per ottenere la vita eterna Gesù rispose: «Se vuoi entrare nella vita eterna osserva i Comandamenti» (Mt 19,16-17).SEGUIRE GESU'

1) Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le forze;

2) Amerai il prossimo tuo come te stesso.

Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le forze.

L’Islam non ha il testo dei comandamenti della Bibbia ebraica, ma è possibile ritrovare nel Corano alcune affinità con alcune ingiunzioni morali del Decalogo mosaico.

A Maria Valtorta Gesù mostra la catechesi di Gesù ai discepoli sui comandamenti:

 Io sono il Signore Dio tuo. Satana non muore. E’ eterno. Ed è il dominatore che vi ha messo in ceppi per trascinarvi dove vuole. insegnaIl peccato è in voi. E il Peccato è la catena con cui Satana vi tiene. Io vengo a spezzare la catena. … ricordate che il mio amore è molto, ma ci vuole anche la vostra buona volontà. Un passo più avanti nella vostra vita di miei discepoli lo farete da domani. Ma pensate che ogni passo in avanti è un onore e un obbligo. …

Non ti farai degli dèi nel mio cospetto.quando Dio dice: “Basta”, l’uomo non può più male agire e Satana non può più tentare. … perchè vi è un limite ad esso, oltre il quale Dio non permette si vada. Egli vi apre le braccia se col cuore contrito e col volto lavato dal pianto voi dite:”Padre, io ho peccato. Lo so. Me ne umilio e a te mi confesso. Perdonami. …” …  Abbattete ogni idolo, fate posto al Dio vero. Egli scenderà con la sua gloria a consacrare il vostro cuore quando si vedrà Lui solo in voi. …

VOLTO_1

Non proferire invano il mio Nome. … In Israele vi è anche una tendenza: quella di trovare tanti peccati nelle cose esteriori, e a non volerli trovare, là dove realmente sono, nelle cose interiori. … abitudine: quella di giudicare bestemmia il Nome del nostro Dio su labbra pagane, e si giunge a proibire ai gentili di accostarsi al Dio vero perché si giudica ciò sacrilegio. … Il Dio d’Israele è lo stesso Dio che ha creato tutti gli uomini. … Io vedo il volto sdegnato di Dio che si volge con disgusto altrove quando un ipocrita lo chiama, quando lo nomina un impenitente! …  Chiamare il Potente per essere perdonati e per essere guariti. Invocarlo per mettere in fuga il Seduttore. … Se Eva avesse invocato Iddio, Satana sarebbe fuggito. Abbiate sempre nel cuore questo pensiero. E con sincerità chiamate il Signore Quel Nome è salvezza. … quel Nome: Dio. Ditelo per non essere soli. Ditelo per essere sostenuti. Ditelo per essere perdonati.

 in ogni malattia spirituale o fisica è l’unghia di Satana, il quale crea le malattie fisiche per portare alla ribellione e alla disperazione attraverso la sofferenza della carne, e quelle morali o spirituali per portare alla dannazione. … Per lui malattia e morte sono entrate nel mondo. E delitto e corruzione… Quando vedete uno tormentato da qualche sventura, pensate pure che egli soffre per Satana. Quando vedete che uno è causa di sventura, pensate anche che egli è strumento di Satana. … L’uomo ha ereditato da Adamo ed Eva… la carne sempre più viziosa e perciò debole e malata, il morale sempre più superbo e perciò corrotto, lo spirito sempre più incredulo ossia sempre più idolatra. Perciò occorre … insegnare il Nome che fuga Satana scolpirlo nella mente e nel cuore, metterlo sull’io come un sigillo di proprietà. … bisogna imparare sin dalla prima età il rispetto verso la famiglia. … non dura una famiglia se non c’è ubbidienza, rispetto, economia, buona volontà, operosità, amore.

Onora il padre e la madre. …  Il martirio di un genitore calpestato avrà premio dal Signore. Ma l’atto del figlio suppliziatore di un genitore neppure sarà dimenticato, anche se il padre e la madre supplicano, nel loro dolente amore, pietà di Dio per il figlio colpevole. … e nell’aldilà si avrà premio o castigo a seconda di come vivemmosacra famiglia 2Chi manca ad un genitore manca a Dio, perché Dio ha dato per il genitore comando d’amore, e chi non ama pecca. …

Non fornicate. … Matrimonio vuole dire procreazione, e l’atto vuol dire e deve essere fecondazione. Senza ciò è immoralità. … E tale diventa se si sporca di libidine e non si consacra con delle maternità. … Rifiutarsi a far la spiga e sperdere la forza in vizio è colpa. … disubbidienza al comando che dice: “Siate una sola carne e moltiplicatevi nei figli”.  … Giustificati presso Iddio non peccando più contro la tua anima. Fatti un nome nuovo presso Dio. E’ quello che vale. Sei il vizio. Diventa l’onestà. Diventa il sacrificio. Diventa la martire del tuo pentimento. Sapesti bene martirizzare il tuo cuore per far godere la carne. Ora sappi martirizzare la carne per dare un’eterna pace al tuo cuore. …

Lavora di un onesto lavoro e il settimo dì dedicalo al Signore e allo spirito tuo. … Il corpo affaticato ha bisogno di riposo così come lo ha quello di ogni creato essere. … ricordarsi di dare almeno un giorno su sette al nostro buono e santo Padre, che ci ha dato la vita e ce la mantiene. chiesa internoSe riusciste ad avere fede nel Padre, tutto vi riuscirebbe. Una fede, fate attenzione, come quella di un pargolo. Il pargolo crede tutto possibile. Non si chiede se e come può avvenire un fatto. Non misura la profondità di esso. Crede in chi gli ispira fiducia e fa ciò che costui gli dice. … ugualmente ama le anime che si fanno semplici, buone, pure come è il bambino. … voi che cadete in peccato e vi ferite. Abbiate fede nell’amore di Dio.

Non ammazzare. … chiunque colpisce a morte un suo simile pecca. E non solo verso l’uomo, ma anche contro Dio. … Sono con Dio quelli che creano e operano cose buone. Sono contro Dio quelli che creano cose malvagie di danno al prossimo. Dio fa le vendette dei figli suoi torturati dal mal genio umano. … (Pietro) “Ma non poteresti allora dire al Padre tuo di fare morire tutti quelli che ti odiano?(Gesù)Taci! Tu non sai di che spirito sei! Io sono Misericordia e non Vendetta. 

… 1.13Non desiderare la donna d’altri. L’uomo è troppo debole per poter desiderare senza poi giungere a consumare il desiderio. … nel male si desidera e poi si compie. Nel bene si desidera e poi ci si ferma, se pure non si retrocede. … E’ la tentazione un male? Non lo è . E’ l’opera del Maligno. Ma si muta in gloria per il vittorioso su essa. Il marito che va ad altri amori è un assassino della sposa, dei figli, di se stesso. Colui che entra nell’altrui dimora per fare adulterio è un ladro, e dei più vili. … Colui che carpisce la buona fede dell’amico è un falsario…

Non dirai falsa testimonianza. … parlo del bugiardo in cose gravi, è crudele. Egli uccide una stima con la sua lingua.  … è più di un assassino. Costui uccide solo un corpo. Il bugiardo uccide anche il buon nome. … Perché lo fa? O per odio senza ragione. O per avidità di avere ciò che l’altro ha. Oppure per paura. Odio. Ha l’odio solo chi è amico di Satana. Sei cose odia il Signore e la settima l’ha in esecrazione: gli occhi superbi, la lingua bugiarda, le mani che spargono sangue innocente, il cuore che medita iniqui disegni, i piedi che corrono frettolosi al male, il falso testimonio che proferisce menzogne, e colui che semina discordie fra i fratelli…

… Potrei unire il comando del “non rubare” a quello del “non desiderare ciò che è d’altri”. Perché infatti il desiderio eccessivo spinge al furto. … il primo che desiderò la roba d’altri fu Lucifero … Invidiò Dio e volle essere lui Dio e divenne il demonio. Il primo demonio. … Adamo ed Eva … Invidiarono a Dio la conoscenza del bene e del male e furono cacciati dall’Eden … I primi peccatori. …a chi più si pente più sarà perdonato. … più uno ama e più è amato. Chi ama totalmente ha tutto perdonato.

PER APPROFONDIRE LE CATECHESI DI GESÙ A MARIA VALTORTA SUI COMANDAMENTI:

1 PRIMI QUATTROGLI ULTIMI 6

TUTTE LE CATECHESI RIASSUNTE ALLA PAGINA PAN DI STELLE

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Dieci_comandamenti;  http://www.preghiereagesuemaria.it/libri/i%2010%20comandamenti.htmhttp://biscobreak.altervista.org/2013/07/brani-tratti-dallevangelo-valtorta-7a-parte/http://biscobreak.altervista.org/2013/07/brani-tratti-dallevangelo-valtorta-8a-parte/

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DISCORSO MISSIONARIO DI GESÙ

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spada1«Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada.[…]» La dichiarazione posta all’interno del cosiddetto “Discorso missionario” di Gesù, il secondo dei cinque grandi discorsi incastonati nel Vangelo di Matteo, suscita ancora oggi nei fedeli tante perplessità, vediamo dunque di fare chiarezza.  

È una spada la presenza del Signore, una lama che ti squarcia l’anima, che ti inquieta, che ti impedisce di stare tranquillo. Nel Vangelo di Matteo leggiamo:

insegna1«Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa.

Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me.

Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.

insegna discepoliChi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».(Mt 10,34-42)

Queste dichiarazioni di Gesù sembrano in contraddizione con il suo insegnamento e il suo impegno per la pace e la riconciliazione. Gesù sembra voler rovesciare il criterio della giustizia. In realtà, infatti,  è una spada la presenza del Signore, una lama che ti squarcia l’anima, che ti inquieta, che ti impedisce di stare tranquillo. È una spada, non un calmante, non una tisana alla camomilla, non un inutile soprammobile. Cosa ne abbiamo fatto della nostra fede? Cosa è diventata l’abitudine di essere cristiani? Vediamo ogni giorno la contraddizione di una fede che langue, che ancora frequenta le chiese abbraccioma che non contagia la vita, che cerca Dio ma adattandolo alle proprie piccine visioni. È una spada, perciò richiede una battaglia continua contro il nostro uomo vecchio. È una spada perché Gesù pretende di essere più della più grande gioia che possiamo vedere, di poter colmare il cuore come quando ci innamoriamo o prendiamo fra le braccia i nostri figli. Perché è lui la sorgente di ogni amore e di ogni paternità. È fuoco l’incontro con Dio, che divora e illumina, che consuma e spaventa, che riscalda e distrugge le nostre resistenze.

Ascoltatemi, o isole, udite attentamente, nazioni lontane; il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome. Ha reso la mia bocca come spada affilata, mi ha nascosto all’ombra della sua mano, mi ha reso freccia appuntita, mi ha riposto nella sua faretra.(Is 49,1-2)

La parola di Cristo Gesù separa luce e tenebre, bontà e malvagità, fede ed empietà, vera religione e falsa. Chi accoglie Gesù cammina su una strada, gli altri che rifiutano di credere in lui, percorreranno altri sentieri e altre vie. È l’uomo che si separa. Gesù è il primo martire della sua Parola. Lui fu separato dal suo popolo a causa della verità che usciva dalla sua bocca per illuminare la verità del Padre suo. (Movimento Apostolico Rito Romano)

leggere la parola - libroInfatti la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore. Non vi è creatura che possa nascondersi davanti a Dio, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi di colui al quale noi dobbiamo rendere conto (Eb 4,12-13).

Nel nuovo regno i nemici dell’uomo saranno i suoi familiari e il discepolo deve essere pronto a preferire il Signore Gesù ai propri genitori, ai figli o parenti. Una scelta che non ammette eccezioni… Chi si comporta diversamente, “non è degno di me“. La persona del discepolo diventa sacra come quella del Maestro. E’ il caso di ripetere con i Padri della Chiesa: Considera, o cristiano, la tua vocazione!

Prendete dunque l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno cattivo e restare saldi dopo aver superato tutte le prove. State saldi, dunque: attorno ai fianchi, la verità; indosso, la corazza della giustizia; i piedi, calzati e pronti a propagare il vangelo della pace. Afferrate sempre lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutte le frecce infuocate del Maligno; prendete anche gruppo di preghiera2l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio. In ogni occasione, pregate con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, e a questo scopo vegliate con ogni perseveranza e supplica per tutti i santi. E pregate anche per me, affinché, quando apro la bocca, mi sia data la parola, per far conoscere con franchezza il mistero del Vangelo, per il quale sono ambasciatore in catene, e affinché io possa annunciarlo con quel coraggio con il quale devo parlare (Ef 6,13-20). (Omelia Monaci Benedettini Silvestrini)

Spesso noi cristiani veniamo visti dall’esterno come coloro che dovrebbero essere buoni, mansueti, tranquilli come pecore condotte al macello. Oggi dalla bocca di Gesù sentiamo tutt’altro che pace e mansuetudine… Fuoco, guerra, spada, divisione… Sì, i cristiani devono essere pronti anche ad essere come le pecorelle, senza aprire la bocca, ma proprio per questo devono essere inamovibili preghiera-al-solenell’ascoltare ed eseguire l’insegnamento di Cristo. Con il loro comportamento devono essere la divisione tra il peccato e il bene, devono bruciare, scottare con il loro esempio di vita, tagliare come la spada con il peccato, con coloro che non vogliono tornare alla retta via.[…] Sei tu il suo testimone? (Omelia Monaci Benedettini Silvestrini)

Fonti: Sito ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana; http://www.lachiesa.it/calendario/omelie/pages/Detailed/34232.html;