Letture di domenica 23 giugno 2019

LETTURE DI DOMENICA

23 giugno 2019

CORPUS DOMINI

“… li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla.…”

LA MADONNA DEL SASSO E DEL BUIO

23 giugno 1347 – Si chiama S. Maria del Sasso perché ai piedi di un grande masso, ora racchiuso nella chiesa, il 23 giugno 1347 apparve la Madonna: una bellissima signora biancovestita che, alla piccola veggente, Caterina di 7 anni, donò dei baccelli, trovati poi pieni di sangue: presagio della terribile peste dell’anno successivo, 1348, dal cui contagio furono risparmiati gli abitanti di Bibbiena e dintorni. La storia e la video-storia dell’apparizione e dei miracoli su https://biscobreak.altervista.org/2013/06/la-madonna-del-sasso-e-del-buio/

Beata Maria di Oignies

Fondatrice del movimento delle Beghine (ca. 1175-1213) Obbligata a sposarsi convinse il suo sposo a condividere i suoi ideali e a vivere in castità trasformando la loro casa in un ospizio per lebbrosi. Con l’aiuto di un futuro cardinale formerà il movimento delle Beghine e dei Begardi.

“Il Signore ha nutrito il suo popolo con fior di frumento, lo ha saziato di miele della roccia.”

PREGHIERA DEL MATTINO

Il Signore Gesù Cristo, che nel mirabile sacramento dell’Eucaristia ci hai lasciato il memoriale della Tua Pasqua, fa’ che adoriamo con viva fede il santo mistero del Tuo Corpo e del Tuo Sangue, per sentire sempre in noi i benefici della redenzione. Tu sei Dio e regni nei secoli dei secoli. Amen

melchisedekPRIMA LETTURA

Gn 14, 18-20 – Dal libro della Genesi.

In quei giorni, Melchìsedek, re di Salem, offrì pane e vino: era sacerdote del Dio altissimo e benedisse Abram con queste parole: «Sia benedetto Abram dal Dio altissimo, creatore del cielo e della terra, e benedetto sia il Dio altissimo, che ti ha messo in mano i tuoi nemici». E [Abramo] diede a lui la decima di tutto.
C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.

SALMO RESPONSORIALE

Sal 109

RIT: Tu sei sacerdote per sempre, Cristo Signore.eucarestia2

Oracolo del Signore al mio signore: «Siedi alla mia destra finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi». RIT

Lo scettro del tuo potere stende il Signore da Sion: domina in mezzo ai tuoi nemici! RIT

A te il principato nel giorno della tua potenza tra santi splendori; dal seno dell’aurora, come rugiada, io ti ho generato. RIT

Il Signore ha giurato e non si pente: «Tu sei sacerdote per sempre al modo di Melchìsedek». RIT

SECONDA LETTURA

1 Cor 11, 23-26 – Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi.

Fratelli, io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me». Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga.

SEQUENZA (ad libitum)
Sion, loda il Salvatore, la tua guida, il tuo pastore con inni e cantici. Impegna tutto il tuo fervore: egli supera ogni lode, non vi è canto che sia degno. Pane vivo, che dà eucarestia (8)vita: questo è tema del tuo canto, oggetto della lode. Veramente fu donato agli apostoli riuniti in fraterna e sacra cena. Lode piena e risonante, gioia nobile e serena sgorghi oggi dallo spirito. Questa è la festa solenne nella quale celebriamo la prima sacra cena. È il banchetto del nuovo Re, nuova Pasqua, nuova legge; e l’antico è giunto a termine. Cede al nuovo il rito antico, la realtà disperde l’ombra: luce, non più tenebra. Cristo lascia in sua memoria ciò che ha fatto nella cena: noi lo rinnoviamo. Obbedienti al suo comando, consacriamo il pane e il vino, ostia di salvezza. È certezza a noi cristiani: si trasforma il pane in carne, si fa sangue il vino. Tu non vedi, non comprendi, ma la fede ti conferma, oltre la natura. È un segno ciò che appare: nasconde nel mistero realtà sublimi. Mangi carne, bevi sangue; ma rimane Cristo intero in ciascuna specie. Chi ne mangia non lo spezza, né separa, né divide: intatto lo riceve. Siano uno, siano mille, ugualmente lo ricevono: mai è consumato. Vanno i buoni, vanno gli empi; ma diversa ne è la sorte: vita o morte provoca. Vita ai buoni, morte agli empi: nella stessa comunione ben diverso è l’esito! Quando spezzi il sacramento non temere, ma ricorda: Cristo è tanto in ogni parte, quanto nell’intero. È diviso solo il segno non si tocca la sostanza; nulla è diminuito della sua persona. Ecco il pane degli angeli, pane dei pellegrini, vero pane dei figli: non dev’essere gettato. Con i simboli è annunziato, in Isacco dato a morte, nell’agnello della Pasqua, nella manna data ai padri. Buon pastore, vero pane, o Gesù, pietà di noi: nutrici e difendici, portaci ai beni eterni nella terra dei viventi. Tu che tutto sai e puoi, che ci nutri sulla terra, conduci i tuoi fratelli alla tavola del cielo nella gioia dei tuoi santi.
C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.

CANTO AL VANGELO

Alleluia, Alleluia.

Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore, se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.

Alleluia.

VANGELO

Lc 9, 11-17 – Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono miracolo pani2dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

Lettura e commento di Don Ferdinando Colombo su

http://www.sacrocuore-bologna.it/it/audio.php

(DISPONIBILE DA DOMENICA)

COMMENTO

Io sono il pane vivo disceso dal cielo.

La festa del Corpo e del Sangue del Signore è una appendice, se così si può dire, dell’Ultima Cena celebrata da Gesù con i suoi apostoli prima di andare incontro alla sua passione. In quel giovedì santo la nostra attenzione è subito presa dalle vicende dolorose del Signore per cui quasi ci sfugge la grandezza del dono ricevuto: La sua presenza sotto i segni sacramentali del pane e del vino. Ma d’altra parte lui stesso aveva detto ai suoi discepoli: Non vi lascerò orfani… e nel discorso sul pane di cena (2)vita aveva permesso che alcuni discepoli si ritirassero dalla sua sequela perché aveva detto: Vi darò a mangiare la mia carne, a bere il mio sangue! Dinanzi alle difficoltà a credere, con forza egli ribadisce: Chi non mangia la mia carne e non beve il mio sangue, non avrà la vita eterna. Fu duro questo discorso per alcuni discepoli, ma Gesù non mitigò le sue frasi. Si trattava proprio di carne e sangue, non di similitudini o analogia. La liturgia ci accompagna con la lettura della comparsa del sacerdote Melchìsedech, che offre pane e vino e una larga benedizione per Abramo. A lui lo stesso Abramo offre la decima di tutto. La lettera agli Ebrei, capitolo 7, ne svilupperà l’applicazione al sacerdozio di Cristo. San Paolo, scrivendo ai Corinzi dichiara che quanto ha insegnato circa la Cena del Signore, lo ha ricevuto a sua volta. Potremmo chiederci: Da chi? Da Gesù stesso o dagli apostoli? Per noi la questione non ha importanza. A noi interessa sapere che la Santa Messa è stata celebrata fin dalle origini del cristianesimo in obbedienza al comando ricevuto dal Signore Gesù. San Luca mette in relazione la moltiplicazione dei cinque pani e due pesci al sacrificio eucaristico in cui si consacra il pane per soddisfare la nostra fame spirituale di Gesù. Importante l’imperativo di Gesù: Dategli voi stessi da mangiare! Nella incapacità dell’uomo di procurare il vero cibo spirituale per le anime, interviene Lui stesso, anche oggi, servendosi della persona del sacerdote che in suo nome e in nome del suo sacerdozio eterno, ripete le stesse parole pronunciate da Lui nell’ultima Cena: Prendete e mangiatene tutti: Questo è il mio Corpo offerto in sacrificio per voi… Prendete e bevetene tutti: Questo è il calice del mio Sangue, per la nuova e eterna alleanza,eucarestia6 versato per voi e per tutti in remissione dei peccati. Fate questo in memoria di me: Quando partecipiamo alla celebrazione eucaristica, dovremmo fare uno sforzo di fede e di intelligenza: Vedere nel sacerdote celebrante la persona stessa di Gesù! Non lo vediamo fisicamente, non ne possiamo costatare la presenza, ma proprio per questo lo crediamo lì, vivo ed operante per la salvezza di tutti gli uomini. La partecipazione devota alle varie manifestazioni organizzate in parrocchia in onore di Gesù presente nell’Eucaristia acquisti il significato del nostro “grazie” devoto e riconoscente. (Preparato dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire)

PREGHIERA DELLA SERA

Signore Gesù, che nel sacramento del Tuo Corpo e del Tuo Sangue hai posto la sorgente dello Spirito che dà la vita, fa’ che la Tua Chiesa, spezzando il pane in Tua memoria, diventi il germe dell’umanità rinnovata, a lode di Dio Padre. In cambio Ti affidiamo, le gioie e le fatiche, le rinunce e gli atti di carità che siamo riusciti a fare in questo giorno e Ti ringraziamo con tutto il cuore per tutto quello fai per noi e ci dai ogni giorno.  Donaci, Signore, di godere pienamente della Tua vita divina nel convito eterno, che ci hai fatto pregustare nel sacramento dell’Eucarestia. Per Cristo nostro Signore. Amen.