LA PARATA DEI TURCHI

LA PARATA DEI TURCHI

FESTA DI SAN GERARDO LA PORTA

Potenza 29/30 maggio

Ogni anno, la notte del 29 maggio, Potenza è sempre tornata indietro nel tempo. Come avvolta in un alone magico le strade della città vengono percorse da un antico quanto inquietante esercito, per dare inizio a quella che da tutti è conosciuta come “La Parata dei Turchi”. Quest’anno però possiamo solo ripensare a quei giorni almeno fin tanto che il Governo non ritirerà i divieti. 

Secondo la devozione popolare le radici della festa sono da rintracciare in un’invasione di Potenza da parte dell’esercito turco arrivato in città dopo esser risalito dal fiume Basento. I potentini inermi davanti all’esercito invasore si sarebbero rivolti al vescovo Gerardo La Porta, questo invocando una schiera di angeli guerrieri avrebbe liberato la città compiendo il miracolo.

La presunta invasione non trova però riscontri storici. Un’ipotesi più accredita è che il vescovo Gerardo della nobile famiglia La Porta fu mandato dalla Santa Sede per contrastare la diffusione dell’eresia Catara, il movimento religioso opposto alla chiesa e legato al vescovo Novaziano elettosi antipapa nel 251.

Era loro convinzione che tutto il mondo materiale fosse opera del Male. Da qui, il rifiuto del battesimo d’acqua, dell’eucaristia e del matrimonio, suggellato dall’unione carnale.L’atto sessuale era da evitare in quanto responsabile della nascita di una persona considerata prigione per lo spirito.

Allo stesso modo era proibito ogni alimento originato da un atto sessuale (carni di animali a sangue caldo, latte, uova), ad eccezione del pesce, di cui in epoca medievale non era ancora conosciuta la riproduzione sessuale. La massima vittoria del Bene contro il Male per il càtaro era la morte, che liberava lo spirito dalla materia, e la perfezione era raggiunta quando ci si lasciava morire di fame.

Se il destino di questa città era legato a questi folli esaltati, ben vengano le storie fantastiche che parlano di Angeli. Gerardo potrebbe anche essere capitato a Potenza nel suo peregrinare verso l’Italia Meridionale, forse alla ricerca di solitudine o per essere più vicino ai punti di imbarco dei crociati diretti verso i luoghi santi.

Rimane comunque il fatto che a Potenza, decise di dedicarsi alla vita apostolica e una volta proclamato vescovo nel 1111 ad Acerenza portò avanti la Chiesa per otto anni. Non sono molti, visto che morì nel 1119, ma dopo un solo anno, Papa Callisto II lo proclamò santo.

Questo perchè fu davvero un uomo di cultura e di solida pietà. Apostolo dei giovani. Aprì a tutti gratuitamente i tesori della sua cultura e della sua bontà, attirandosi la simpatia di tutto il popolo.

Impegnava buona parte della giornata ad assistere e aiutare il popolo con opere di provvidenza ispirate dalla più fervente pietà; era umile, benigno e mansueto; pietoso e misericordioso specialmente verso i poveri e i diseredati che presso di lui trovavano continuo ricetto ed umana pietosa assistenza.

Manfredi, suo biografo e poi successore nella cattedra episcopale, così descrive questo periodo della sua vita: “Onorato della gloria pontificale, apparve più umile, più mansueto, più pio, più benigno, più diligente nell’esercizio delle virtù. Era di tanta sobrietà da sembrare un monaco

Le sue reliquie furono seppellite in un luogo nascosto per timore che venissero trafugate, come accadeva non di rado in quei tempi. Dopo una serie di scavi e di sondaggi, furono rinvenute nel 1250, riposte in una pregevole urna e conservate in un sarcofago che per un certo periodo fu l’altare maggiore del Duomo. Il sarcofago è attualmente in esposizione all’interno del palazzo vescovile, sede della Curia.

LA PARATA DEI TURCHI

Durante la “Parata dei Turchi”, che unisce il sacro al profano, vengono ricordati tre periodi di particolare rilevanza storica per la città di Potenza.

Il XIX secolo viene ricordato, in piazza Sedile, con l’accensione della laccara, un fascio di canne e legna che pesa circa una tonnellata. La laccara, simbolo di un’antica tradizione, viene trasportata da una ventina di persone per tutto il percorso della parata e infine viene accesa.

Il XVI secolo viene rivissuto a Porta Salza dove il conte Alfonso de Guevara riceve le chiavi d’argento della città. Infine, il XII secolo si celebra in Largo Duomo con un momento di preghiera per San Gerardo.

Il 30 maggio è il giorno interamente dedicato al patrono, San Gerardo La Porta. La sua effige e la reliquia vengono portate in processione lungo le vie principali del centro storico.

Fonti: https://www.sagreinbasilicata.com/feste/parata-dei-turchi-e-processione-di-san-gerardo-a-potenza.htm; http://www.comune.potenza.it/?page_id=11430; http://www.portatoridelsanto.it/portatori/storia/san-gerardo.html