Letture di domenica 3 febbraio 2019

LETTURE DI DOMENICA

3 febbraio 2019

IV Domenica del Tempo Ordinario (Anno c)

“… rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità. Ma la più grande di tutte è la carità!

LA VERGINE DEL SEGNO

Dubrovitsy (Russia) – Febbraio 1170 – Il primo segno dato in questo caso dalla Santa Vergine fu di lacrimare e volgere il capo dopo che, mostrata sulle mura della città, fu colpita da una freccia dell’esercito nemico..

Santa Vereburga

SAN BIAGIO

vescovo e martire [? 316] 03 febbraio – Uno dei Quattordici Santi Protettori della Germania, molto noto anche in Francia, la quale ne vanta il maggior numero di reliquie. Ma cosa ha portato la tradizione a collegare San Biagio con la benedizione delle gole? E come viene festeggiato in Italia e in Europa? La storia, la video-storia, le leggende e le usanze durante questa festa, come il rito della benedizione delle gole.

“Salvaci, Signore Dio nostro, e raccoglici da tutti i popoli, perché proclamiamo il tuo santo nome e ci gloriamo della tua lode.”

PREGHIERA DEL MATTINO

Dio grande e misericordioso, concedi a noi Tuoi fedeli di adorarti con tutta l’anima e di amare i nostri fratelli nella carità del Cristo. Egli è Dio e vive e regna con Te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA

Ger 1, 4-5. 17-19 – Dal libro del profeta Geremia.

Nei giorni del re Giosìa, mi fu rivolta questa parola del Signore: «Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto, prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni. Tu, dunque, stringi la veste ai fianchi, àlzati e di’ loro tutto ciò che ti ordinerò; non spaventarti di fronte a loro, altrimenti sarò io a farti paura davanti a loro.
Ed ecco, oggi io faccio di te come una città fortificata, una colonna di ferro e un muro di bronzo contro tutto il paese, contro i re di Giuda e i suoi capi, contro i suoi sacerdoti e il popolo del paese.
Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno, perché io sono con te per salvarti».
C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.

SALMO RESPONSORIALE

Sal 70

RIT: La mia bocca, Signore, racconterà la tua salvezza.

FEDE SPERANZA CARITàIn te, Signore, mi sono rifugiato, mai sarò deluso. Per la tua giustizia, liberami e difendimi, tendi a me il tuo orecchio e salvami. RIT

Sii tu la mia roccia, una dimora sempre accessibile; hai deciso di darmi salvezza: davvero mia rupe e mia fortezza tu sei! Mio Dio, liberami dalle mani del malvagio. RIT

Sei tu, mio Signore, la mia speranza, la mia fiducia, Signore, fin dalla mia giovinezza. Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno, dal seno di mia madre sei tu il mio sostegno. RIT

La mia bocca racconterà la tua giustizia, ogni giorno la tua salvezza. Fin dalla giovinezza, o Dio, mi hai istruito e oggi ancora proclamo le tue meraviglie. RIT

SECONDA LETTURA

1 Cor 12,31 – 13,13 – Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi.

Fratelli, desiderate intensamente i carismi più grandi. E allora, vi mostro la via più sublime.
Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita.
E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla.
E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo, per averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe.
La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno, il dono delle lingue cesserà e la conoscenza svanirà. Infatti, in modo imperfetto noi conosciamo e in modo imperfetto profetizziamo. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Divenuto uomo, ho eliminato ciò che è da bambino.
Adesso noi vediamo in modo confuso, come in uno specchio; allora invece vedremo faccia a faccia. Adesso conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto. Ora dunque rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità. Ma la più grande di tutte è la carità!
C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.

IN ALTERNATIVA (Forma breve) :
1Cor 13, 4-13 – Dalla lettera prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

FEDE SPERANZA CARITà.1jpgFratelli, la carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno, il dono delle lingue cesserà e la conoscenza svanirà. Infatti, in modo imperfetto noi conosciamo e in modo imperfetto profetizziamo. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Divenuto uomo, ho eliminato ciò che è da bambino.
Adesso noi vediamo in modo confuso, come in uno specchio; allora invece vedremo faccia a faccia. Al presente conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto. Ora dunque rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità. Ma la più grande di tutte è la carità!
C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.

CANTO AL VANGELO

Alleluia, Alleluia.
Il Signore mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione.
Alleluia.

VANGELO

Lc 4, 21-30 – Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

Lettura e commento di Don Ferdinando Colombo su http://www.sacrocuore-bologna.it/it/audio.php (DISPONIBILE DA DOMENICA)

COMMENTO

Cristo è pienezza della vita dell’uomo.Nel profeta, che Dio consacra e invia, si trova la forza stessa di Dio. Egli quindi non si deprime neppure dinanzi a gravi difficoltà; ha la certezza che non sarà sopraffatto, dal momento che il Signore lo accompagna. Il cantico dell’amore che ascoltiamo oggi nella seconda lettura, Paolo lo mette al vertice di tutti i carismi, di tutti i doni divini. In crescendo egli ci mostra poi i tre doni prestigiosi, la profezia, la gnosi e la fede, anzi la pienezza della fede, capace di trasportare le montagne. Eppure questi tre doni non costituiscono pienamente il soggetto cristiano che, senza l’amore, resta “uno zero”. La povertà stessa e il dono della propria libertà in un gesto eroico, se non sono accompagnati da una carica d’amore, sono boria e auto-glorificazione. L’uomo resta simile a un fachiro che mette in pericolo il corpo, non è un martire autentico. Quando manca l’amore, tutto quello che si fa non ha nessun valore. L’amore si manifesta come pazienza, gratuità, misericordia, umiltà, mitezza, fiducia, sopportazione. In Gesù di Nàzaret riconosciamo i tratti più precisi e più sicuri del vero profeta. Essi traspaiono, in primo luogo, dalla sua consapevolezza di aver un destino pasquale davanti a sé e di doverlo affrontare con docilità e con coraggio. La povertà della vedova e la malattia di Nàaman e, di riflesso, il ministero di Elìa e di Eliseo, offrono a Gesù l’opportunità di presentarsi come il benefattore dell’uomo in difficoltà. Egli, infatti, è colui che da ricco qual era si è fatto povero per farci ricchi della sua povertà. Egli è il medico celeste che è venuto per guarirci dalla malattia mortale. È proprio per questo che dovrà morire: perché ha preteso di fare, in nome di Dio e con la potenza di Dio, ciò che solo Dio può fare. Ma intanto non è ancora venuta la sua ora.
(Preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire)

PREGHIERA DELLA SERA

La fede ci dice che tutto coopera al bene di coloro che ti amano o Padre. Esprimiamo questa nostra certezza presentandoTi le necessità dell’ora presente. Mostraci, Signore, la Tua misericordia. In cambio Ti affidiamo, le gioie e le fatiche, le rinunce e gli atti di carità che siamo riusciti a fare in questo giorno e Ti ringraziamo con tutto il cuore per tutto quello fai per noi e ci dai ogni giorno. La Tua bontà, Signore, non ha confini; concedi a noi e a tutti gli uomini la gioia di sperimentare quanto la Tua misericordia è più grande del nostro cuore. Per Cristo nostro Signore. Amen.