Letture di sabato 15 settembre 2018

LETTURE DI SABATO

15 settembre 2018

B. V. M. ADDOLORATA

“… «Ecco tua madre!»...”

Nostra Signora di Peñafrancia

Madonna del Colle

Madonna del Colle

Lenola (Latina – Italia) 15 settembre 1602 – Questa storia ha origini assai lontane, inizia con la predicazione di Pietro Paolo in un luogo dove si rifugiarono i primi cristiani e ivi morirono martiri, ma una cosa non è mai cambiata la presenza di Maria testimoniata da un cipresso, molto, molto speciale… La storia, la video-storia del Santuario e dei cipressi miracolosi.

Beato Don Giuseppe Puglisi

S. CATERINA da GENOVAS. Caterina da Genova

Mistica (1447-1510) 15 settembre – Di famiglia nobile viene costretta al matrimonio a sedici anni. Bella ma molto seria, va in depressione  sentendosi abbandonata dal marito che seguiva una vita piuttosto mondana, e comincia a cercare anch’essa distrazioni nel mondo, ma solo in Dio troverà la sua strada. La storia e due video.

Simeone disse a Maria: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione, e anche a te una spada trafiggerà l’anima».

PREGHIERA DEL MATTINO

O Padre, che accanto al tuo Figlio, innalzato sulla croce, hai voluto presente la sua Madre Addolorata: fà che la santa Chiesa, associata con lei alla passione del Cristo, partecipi alla gloria della risurrezione. Per Cristo nostro Signore. Amen.

PRIMA LETTURA

deserto3 (2)Eb 5, 7-9 – Dalla lettera agli Ebrei.

Cristo, nei giorni della sua vita terrena, offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito.
Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono.

C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.

Salmo Responsoriale

Sal 30

RITSalvami, Signore, per la tua misericordia.

croce 15In te, Signore, mi sono rifugiato, mai sarò deluso; difendimi per la tua giustizia. Tendi a me il tuo orecchio.

Vieni presto a liberarmi. Sii per me una roccia di rifugio, un luogo fortificato che mi salva. Perché mia rupe e mia fortezza tu sei, per il tuo nome guidami e conducimi.

Scioglimi dal laccio che mi hanno teso, perché sei tu la mia difesa. Alle tue mani affido il mio spirito; tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele.

Ma io confido in te, Signore; dico: «Tu sei il mio Dio, i miei giorni sono nelle tue mani». Liberami dalla mano dei miei nemici e dai miei persecutori.

Quanto è grande la tua bontà, Signore! La riservi per coloro che ti temono, la dispensi, davanti ai figli dell’uomo, a chi in te si rifugia.

Sequenza

[Stabat Mater dolorosa iuxta Crucem lacrimosa, dum pendebat Fílius. Cuius animam gementem, contristátam et dolentem, pertransívit gládius. O quam tristis et afflícta fuit illa benedícta Mater Unigeniti! Quae maerebat, et dolebat, Pia Mater, dum videbat Nati poenas íncliti. Quis est homo, qui non fleret, Matrem Christi si videret in tanto supplício? Quis non posset contristári, Christi Matrem contemplári dolentem cum Fílio? Pro peccátis suae gentis vidit Iesum in tormentis, et flagellis súbditum. Vidit suum dulcem natum moriendo desolátum, dum emísit spíritum. Eia Mater, fons amóris, me sentíre vim dolóris fac, ut tecum lúgeam. Fac, ut árdeat cor meum in amándo Christum Deum, ut sibi compláceam. [Sancta Mater, istud agas, crucifíxi fige plagas cordi meo válide. Tui nati vulneráti, Tam dignati pro me pati, poenas mecum dívide. Fac me tecum pie flere, Crucifíxo condolere, donec ego víxero. Iuxta Crucem tecum stare, et me tibi sociáre in planctu desídero. Virgo vírginum præclára, mihi iam non sis amára: fac me tecum plángere. Fac, ut portem Christi mortem, passiónis fac consórtem, et plagas recólere. Fac me plagis vulnerári, fac me Cruce inebriáriet cruóre Fílii. Flammis ne urar succensus, per te, Virgo, sim defensus in die iudícii. Christe, cum sit hinc exíre, da per Matrem me veníre ad palmam victóriæ. Quando corpus morietur, fac ut animæ donetur paradísi glória.

[Addolorata, in pianto la Madre sta presso la Croce da cui pende il Figlio. Immersa in angoscia mortale geme nell’intimo del cuore trafitto da spada. Quanto grande è il dolore della benedetta fra le donne, Madre dell’Unigenito! Piange la Madre pietosa contemplando le piaghe del divino suo Figlio. Chi può trattenersi dal pianto davanti alla Madre di Cristo in tanto tormento? Chi può non provare dolore davanti alla Madre che porta la morte del Figlio? Per i peccati del popolo suo ella vede Gesù nei tormenti del duro supplizio. Per noi ella vede morire il dolce suo Figlio, solo, nell’ultima ora. O Madre, sorgente di amore, fa’ ch’io viva il tuo martirio, fa’ ch’io pianga le tue lacrime. Fa’ che arda il mio cuore nell’amare il Cristo-Dio, per essergli gradito. [Ti prego, Madre santa: siano impresse nel mio cuore le piaghe del tuo Figlio. Uniscimi al tuo dolore per il Figlio tuo divino che per me ha voluto patire. Con te lascia ch’io pianga il Cristo crocifisso finché avrò vita. Restarti sempre vicino piangendo sotto la croce: questo desidero. O Vergine santa tra le vergini, non respingere la mia preghiera, e accogli il mio pianto di figlio. Fammi portare la morte di Cristo, partecipare ai suoi patimenti, adorare le sue piaghe sante. Ferisci il mio cuore con le sue ferite, stringimi alla sua croce, inebriami del suo sangue. Nel suo ritorno glorioso rimani, o Madre, al mio fianco, salvami dall’eterno abbandono. O Cristo, nell’ora del mio passaggio fa’ che, per mano a tua Madre, io giunga alla meta gloriosa. Quando la morte dissolve il mio corpo aprimi, Signore, le porte del cielo, accoglimi nel tuo regno di gloria.

CANTO AL VANGELO

Alleluia, Alleluia.

Beata la Vergine Maria, perché senza morire meritò, sotto la croce del Signore, la palma del martirio.

Alleluia.

VANGELO

Gv 19, 25-27  – Dal Vangelo secondo Giovanni

Croce Santa____In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala.
Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

IN ALTERNATIVA: Lc 2,33-35 – Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

C: Parola del Signore.

A: Lode a Te o Cristo.

COMMENTO

«Donna, ecco il tuo figlio!».

CROCE nostra-Signora-della-Carità-del-Sangue

Gesù è morente sulla croce. Sta vivendo nello strazio del dolore i suoi ultimi momenti di atroce passione. Sta per dire al Padre e proclamare all’intera umanità che «tutto è compiuto». A quel “compiuto” di amore infinito manca un ufficiale e solenne coinvolgimento della Madre sua, che è lì, affranta, ai suoi piedi, a condividere lo stesso dolore, a dare, anche Lei, come aveva dichiarato all’Angelo il pieno compimento alla promessa di adempiere fino alla fine la sua missione di Madre del Verbo: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga in me secondo la tua parola». Gesù la chiama ancora «donna» perché la identifica con la nostra umanità da salvare, ma sta per dirle «Madre» perché con la sua intima e profonda partecipazione alla sua sofferenza si qualifica come la corredentrice del genere umano. E come tale la «donna» diventa «Madre» a pieno titolo: perché è la perfetta discepola, perché sta esprimendo anche Lei in pienezza la sua maternità nel confronti del Figlio, nei confronti dei figli. In quell’ “ecco tuo figlio”, Gesù mostra se stesso alla madre e addìta tutti noi a Lei. Sta offrendo al Padre il prezzo del nostro riscatto che egli per primo ha pagato per noi, ma che racchiude anche il dono della Madre per tutti i suoi figli. Così Maria, la Madre, entra ufficialmente nella «casa». Non è soltanto la casa del discepolo ad accoglierla, ma la Chiesa tutta diventa la casa di Maria. La sua maternità diventa universale e così Lei entra nel nostro mondo e allo stesso tempo assume il suo ruolo, quello di essere la genitrice di tutti i figli che vogliono conformarsi a Cristo. Oggi Egli, guardando ancora con infinito amore la Madre sua, ripete a tutti noi, alla sua Chiesa, a tutti i sofferenti, alle mamme affrante come lei per le diverse perdite dei propri figli: «Ecco la tua madre!». Pare voglia ripetere a tutti: il dolore offerto per amore ormai è soltanto motivo di redenzione e di salvezza perché non conduce più alla morte, ma al riscatto, alla risurrezione, alla vita nuova in Cristo. (Preparato dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire)

ADDOLORATAPREGHIERA DELLA SERA

Per intercessione di Maria che ebbe gli stessi sentimenti di Cristo, Ti chiediamo o Signore di darci un cuore capace di soffrire con chi soffre, e di amare dimenticando noi stessi. In cambio Ti affidiamo, le gioie e le fatiche, le rinunce e gli atti di carità che siamo riusciti a fare in questo giorno e Ti ringraziamo con tutto il cuore per tutto quello che fai per noi e ci dai ogni giorno. Signore, che hai voluto associare alla passione del Tuo Figlio il dolore di Maria, accogli le nostre preghiere, e rendici degni di completare in noi le sofferenze di Cristo a vantaggio di ogni uomo. Egli è Dio e vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.