San Giuliano l’ospitaliere

SAN GIULIANO L’OSPITALIERE

29 gennaio e 31 agosto

Gustave Flubert trasse dalla storia di questo santo un’avvincente romanzo parlando di questo fiammingo patito per la caccia anche violenta, cavaliere infaticabile e carattere vendicativo che non aveva esitato a uccidere il padre e la madre coricati nel suo letto credendoli la moglie e il suo presunto amante.

San Giuliano L’Ospitaliere, patrono dei viaggiatori come degli albergatori è il protettore della città di Macerata. Chiunque visiti questa città lo troverà rappresentato ovunque: sulle porte d’accesso intorno alle mura, nelle opere conservate in pinacoteca, nell’antico sigillo dell’università, nelle medaglie commemorative del comune, nei palazzi signorili, sugli stendardi…

La sua immagine più antica, a cavallo, è del 1326, una scultura in pietra un tempo nella Fonte maggiore e oggi nell’atrio della pinacoteca comunale; la più scenografica nelle chiesa delle Vergini mentre tiene in mano il modellino della città; la più moderna nel ciclo della vota del presbiterio del Duomo dove negli anni 30 è stata affrescata la storia della sua redenzione dopo un tragico, incredibile evento. Gustave Flubert ne aveva già tratto una novella-romanzo, Saint Julien l’Hospitalier, raccontando con tinte fosche la giovinezza di questo fiammingo patito per la caccia anche violenta, cavaliere infaticabile e carattere vendicativoPoi una vita di espiazione e di preghiera dedicata all’accoglienza dei poveri e al traghetto dei pellegrini da una riva all’altra di un periglioso fiume.

La leggenda narra infatti che un mentre cacciava un cervo, questi, invece di scappare si rivolse a lui dicendo: “Come osi inseguirmi tu che ucciderai tuo padre e tua madre?” Ovviamente atterrito lasciò scappare il cervo e per paura che la profezia dell’animale si avverasse scappò dalla città senza avvisare nessuno. Trovò fortuna in un paese lontano dove riuscì addirittura a sposare una nobile che aveva un castello. I suoi genitori intanto non si davano pace per la sua scomparsa e decisero di mettersi in viaggio per cercarlo. Caso volle che un giorno giunsero proprio al castello di Giuliano dove vennero accolti dalla sua sposa, la quale sentendo la storia di questi genitori si rese conto che si trattava proprio degli suoceri. Senza dire nulla al marito e per rispetto, li fece alloggiare nelle sue stanze.

All’alba la giovane si trovava nella cappella a pregare quando il marito rientrò dal suo viaggio. Desideroso di fare una sorpresa alla moglie entrò nella loro camera da letto, quando ancora la luce del giorno non aveva riempito la stanza. Vedendo due persone dormire nel suo letto immaginò che si trattasse di un tradimento e preso dall’ira uccise entrambi i genitori. Si rese conto di quanto aveva fatto, solo quando vide venirgli incontro la moglie che l’informava di aver ospitato i suoi genitori.

Disperato Giuliano comprese che tutti i suoi sforzi non erano bastati a salvarlo da quella terribile profezia e giurò di andarsene pellegrino fino a quando il Signore non gli avesse dato un segno del suo perdono per il male fatto ai genitori. La moglie, che amava profondamente il marito non volle lasciarlo e decise di diventare essa stessa una pellegrina insieme a lui.

Fondarono un ospizio sulle rive del fiume Potenza. Mentre una notte dormiva gli giunse una voce che chiedeva aiuto per attraversare il fiume. Vedendo che l’uomo era intirizzito dal freddo gli propose di entrare in casa e lo mise vicino al fuoco per riscaldarlo, ma ancora l’uomo che sembrava malato di lebbra sembrava stare meglio. Così decise di metterlo nel suo letto e solo allora lo vide trasfigurarsi in un’immagine luminosa che si sollevò dinanzi a lui. Questo angelo del Signore gli annunciò di essere stato mandato da Dio, il quale aveva accettato la sua penitenza e gli comunicava che in pochi giorni lui e la moglie sarebbero morti santamente. E così avvenne.

Dedicata a San Giuliano l’ospitaliere, vi è anche la chiesa gemella di Saint Julien-le Pauvre nel quartiere latino, che raccoglie un certo interesse e avvolta da un alone misterioso, infatti la chiesa parigina, costruita dai benedettini tra il 1170 e il 1240 su una originaria cappella del VI secolo dedicata a Saint Julien-l’Hospitalier, faceva parte della ventina di chiese edificate nei dintorni di Notre -Dame, tutte scomparse tranne quella. Situata nel cuore del centro universitario del XII e XIV secolo, fu luogo d’incontro di studenti e mastri, quando le lezioni si tenevano all’aria aperta, e al suo interno si riuniva l’assemblea per l’elezione del Rector Magnificus.

Pare che Dante vi ascoltò le lezioni di Sigieri e che certamente la frequentarono Alberto Magno, Tommaso d’Aquino e Petrarca e più tardi Villon e Rabelais. Solo quando furono costruiti nelle vicinanze i collegi della Montagne Sainte Geneviève tra i quali si impose quello della Sorbona, la chiesa perdette d’importanza.

Quanto al santo cui è intitolata, la fama popolare ha sempre fatto coincidere il Giuliano storico con l’ospitaliere, tant’è che in veste di traghettatore compare in piedi sulla barca in un bassorilievo medievale incastrato nella facciata numero 42 della rue de Galande, di fianco alla chiesa: nel vicino giardino, che la separa dalla Senna e dalla fiancata destra dell’imponente Notre-Dame, una fontana in bronzo, questa recente, porta scolpiti tutti intorno a cascata i fatti salienti della sua storia. Tutto sembra quindi far pensare che si tratti di San Giuliano l’Ospitaliere eppure l’opuscolo predisposto dalla parrocchia di rito greco-melkita e il prete interpellato propendono per l’identificazione del santo con Giuliano martire di Brioude.

Tutto ciò appare assai strano…Il Giuliano leggendario, al quale la voce popolare ha dato il nome di ospitaliere rendendolo patrono di fatto anche nella chiesa di Parigi, sarebbe perciò usurpatore del titolo e in ogni caso, come ribadisce anche l’attento custode, non sarebbe riconosciuto come santo dall’autorità ecclesiastica. Un bell’impiccio per tutte le chiese francesi, italiane e spagnole che lo hanno scelto come loro protettore.

I dubbi vennero fugati nel momento in cui il 6 gennaio del 1442, quando un nobile maceratese affermò di sapere con certezza il luogo che custodiva la reliquia del braccio del santo in questione. La sua certezza veniva dalla testimonianza di un vecchio del suo paese, ormai defunto. Trattandosi di una persona stimata e conosciuta il vescovo decise di scavare, tra le colonne dell’altare maggiore, luogo indicato dal veggente, dove infatti fu trovato un cofanetto contenente pochi resti di un braccio avvolti da un drappo di seta insieme ad un’antica pergamena che ne avvalorava l’identità.     

L’atto notarile che descrive il ritrovamento è ora depositato nell’archivio priorale mentre le ossa, dopo varie collocazioni, sono conservate in una urna d’argento cesellata dall’orafo Domenico Piani.

Quello che conta è che in nome del patrono, santo reale o possibile, si aggreghino interessi culturali e iniziative utili alla città proprio nel senso e nella direzione dell'”ospitalità”. La pensa così il comitato “Amici di San Giuliano” che si è costituito con spirito attivo e che non si preoccupa tanto dei riconoscimenti ufficiali quanto il promuovere in suo nome in tempi tanto angoscianti il valore dell’accoglienza.

Il 14 gennaio 2001, riprendendo un’antica tradizione, è stata innalzata in cielo una stella luminosa in onore del santo e la sua storia raccontata per le vie, quasi in veste di banditore, dall’attore Giorgio Pietroni mentre risuonavano i canti della Pasquella, continuazione allegra di un evento che sarebbe durato troppo poco se esaurito nel giorno dell’Epifania.

Non è citato nel Martirologio Romano, mentre la Bibliotheca Sanctorum lo pone al 29 gennaio.

E’ patrono della Diocesi e della città di Macerata che lo festeggiano il 31 agosto.

PREGHIERA A SAN GIULIANO L’OSPITALIERE

O glorioso San Giuliano, che hai visto e accolto nei miseri Cristo stesso, proteggi noi tuoi devoti nelle necessità temporali e spirituali, e intercedi per noi, affinché orientando la nostra vita al bene supremo e operando in spirito di carità a vantaggio dei nostri fratelli, possiamo meritare di avere ospite nel nostro cuore il Signore Gesù e di godere un giorno con Te la luce del Paradiso. Amen

Fonti: http://www.santiebeati.it/dettaglio/36750; http://www.figlidellaluce.it/documenti/preghiere/198-preghiere/13846-preghiera-a-s-giuliano-l-ospitaliere