NINNI DI LEO

Ninni Di Leo

Adolescente (1957 – 1974) 23 gennaio

ninnidileo1Il sedicenne Ninni Di Leo nonostante la sua breve vita ha lasciato un segno indelebile della presenza di Cristo nella vita di tutti coloro che lo hanno conosciuto.

Ninni Di Leo nasce a Palermo il 4 aprile del 1957; era il maggiore degli altri due fratelli Sergio e Valeria che ancora piccoli persero il loro padre, un vuoto incolmabile, che Ninni cercò di compensare stando più vicino alla mamma e ai piccoli fratelli.

Dodicenne prese a frequentare l’Oratorio Salesiano del Ranchibile a Palermo, dove si formò allo spirito dei Figli di don Bosco; molto portato alla preghiera, preferiva farlo insieme ad altri, spiegandolo con una frase del Vangelo: “Dove due o più persone sono unite nel mio nome, io sono sempre presente in mezzo a loro”.

Il fratello Sergio riferisce della sua puntualità alla Messa domenicale del mattino, della frequente Comunione, non giornaliera perché non voleva diventasse un’abitudine, perdendo così la bellezza dell’incontro con Gesù Eucaristia.

palloneIl pomeriggio della domenica era dedicato all’ascolto delle radiocronache del campionato di calcio, era interessato particolarmente dell’Inter, di cui era tifoso; gli piaceva ascoltare la musica e ballare, con i suoi risparmi aveva comprato uno stereo, per ascoltare con entusiasmo i successi canori degli anni ’60 e inizio anni ’70.

Era inoltre appassionato di calcio-balilla e di pallacanestro (era alto mt. 1,82), leggeva moltissimo, a scuola amava la geografia non tanto l’italiano, altruista per natura, non pensava mai a sé stesso; in una gara scolastica con quiz di cultura generale, dopo varie eliminazioni finì secondo, dopo un compagno di classe; ne fu felicissimo, perché quel ragazzo oltre a studiare lavorava come panettiere aiutando il padre, quindi con poco tempo da dedicare allo studio e Ninni non mancava di sottolinearlo agli altri.

Oratoriano dei più zelanti, leggeva la vita di s. Giovanni Bosco e di s. Domenico Savio, dai quali era particolarmente attratto.

ninnidileoNell’estate del 1973, dopo la chiusura dell’anno scolastico trascorso all’Istituto Tecnico per Geometri, dove fu rimandato a settembre, manco a dirlo in italiano, a luglio ebbe un’improvvisa e spaventosa crisi con mal di testa, vomito e viso cianotico.

Fu necessario un intervento al Pronto Soccorso, nel pomeriggio la crisi passò ma la diagnosi dei sanitari fu terribile, era affetto da leucemia.

La vita di Ninni Di Leo cambiò radicalmente da un giorno all’altro e purtroppo in peggio; periodicamente si recava al Policlinico dov’era in cura, diventando il beniamino del Reparto di Medicina, per tutti, sanitari e malati, aveva un sorriso e una buona parola.

Ben presto ci si rese conto che le cure a Palermo erano insufficienti, allora accompagnato dalla mamma, il giovane si recò a Parigi in un centro specializzato per la cura delle leucemie.

Qui trovò tanti altri ragazzi e giovani sofferenti per lo stesso male e pur esprimendosi goffamente nel suo stentato francese, instaurò con loro un rapporto, fatto di conforto e svago, condito sempre dal suo bel sorriso.

preghiera-rosarioPrese a pregare insieme alla mamma in un ambiente dove molti erano atei; dopo un periodo di cure farmacologiche, si passò ad una terapia più intensa e dolorosa: la camera sterile, dove ciclicamente doveva starci dentro per alcuni giorni, isolato dal mondo.

È stata riferita una sua battuta nata in quel doloroso periodo; un giorno il primario vedendo soffrire quel ragazzo, paragonabile ad un gigante buono, gli disse: “Sfogati, dì le parolacce! Possibile che non ti ribelli mai? Che cosa hai fatto tu a Dio?”. E Ninni pronto: “Ma cosa c’entra Dio? Il Signore non ha forse sofferto tanto per noi? E poi a dire le parolacce non c’è alcun piacere, uscirebbero sterilizzate dalla camera sterile”.

Leggeva anche agli altri degenti, la vita di s. Domenico Savio, che aveva portato da Palermo. Con la certezza dell’inutilità delle cure, Ninni Di Leo e la mamma lasciarono Parigi e ritornarono nella loro Sicilia; a Palermo riprese a studiare, a giocare, a ballare fra lo stupore di tutti, specie in una festa organizzata in suo onore.

Qualcuno pensò ad un miracolo, ma era solo un’illusione, infatti il 23 gennaio 1974 la sua bell’anima volò al cielo, dopo sei mesi di grandi sofferenze e inutili cure. Il ricordo che però aveva lasciato a tutti non era stato affatto inutile.

Fonte: http://www.santiebeati.it/dettaglio/92261