San Pietro Favre

SAN PIETRO FAVRE

Sacerdote gesuita (1506 – 1547) 1 agosto

pietro favrePrimo dei membri della Compagnia di Gesù, affrontò onerosi compiti in diverse parti d’Europa e morì a Roma mentre partiva per il Concilio di Trento.

Nacque a Villaret, villaggio sulle pendici del Grand Bounard nella Savoia, il 13 aprile 1506; già all’età di dodici anni con il fervore dell’adolescenza, fece voto di castità.

Nel 1525 a 19 anni, si trasferì a Parigi per avviarsi allo studio della filosofia nel collegio di S. Barnaba, qui ebbe come compagno di stanza e di studio s. Francesco Saverio e dal 1529 anche s. Ignazio di Loyola, il quale gli fu di conforto nelle crisi spirituali che l’angustiavano.

Ottenuto il grado di baccelliere (laurea in legge) nel 1530, ritornò in patria, ma nel 1534 fece un mese di esercizi spirituali sotto la direzione di s. Ignazio e dopo la pia pratica si decise a seguirlo.

Pierre_Favre_Il 22 luglio 1534 Pietro celebra la prima Messa, e il 15 agosto successivo è ancora lui a salire l’altare, nella chiesa di Santa Maria a Montmartre, quando sette giovani con alla testa Ignazio pronunciano i voti di povertà, castità e obbedienza, finalizzati al totale impegno missionario. Nasce in quel momento la Compagnia di Gesù, con cinque spagnoli (Ignazio di Loyola, Francesco Saverio, Giovanni Laínez, Alfonso Salmerón e Nicola Bobadilla), più il portoghese Simon Rodriguez de Azevedo, e Pietro Favre della Savoia.

Non essendo possibile l’andata in Terrasanta, i sette vanno a mettersi a disposizione del papa Paolo III Farnese in Roma: pronti per ogni servizio alla Chiesa, a qualsiasi livello. Il Pontefice manda Pietro Favre a insegnare teologia all’Università della Sapienza; qualche anno dopo, con la stessa obbedienza, lo troviamo a “fare catechismonelle campagne parmensi.

Paolo III poi lo richiama, inviandolo in terra tedesca ai “colloqui di religione” tra cattolici e protestanti. La sua opera è così apprezzata che nel 1542 lo chiameranno un’altra volta in Germania. Sempre al servizio del Pontefice egli compie poi missioni in Portogallo e in Spagna (introducendo qui stabilmente la Compagnia di Gesù). Poi riceve l’ordine di tornare a Roma.

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La sua è una vita faticosissima: Pietro Favre non si fa sconti nelle fatiche, nelle penitenze, nella povertà autentica. Paolo III lo chiama per inviarlo al Concilio di Trento che è incominciato nel 1545. Lui parte immediatamente, ma il suo organismo non regge più, sebbene abbia solo quarant’anni. Giunto nell’Urbe a metà luglio del 1546, due settimane dopo è già morto. Papa Francesco lo ha canonizzato il 17 dicembre 2013.

Scrisse in lingua spagnola e latina il suo “Memoriale”, una specie di diario spirituale, questo documento stampato in varie edizioni e le sue lettere, sono la fonte per conoscere il suo carattere mite, la sensibilità, gli angelici costumi; amato e venerato da quanti lo frequentarono, uomo di preghiera secondo l’insegnamento di s. Ignazio.

Il culto di beato fu confermato da Pio IX il 5 settembre 1872. Papa Francesco, primo Pontefice gesuita nella storia della Chiesa, in data 17 dicembre 2013 ha decretato la canonizzazione equipollente di Pierre Favre, estendendone il culto liturgico alla Chiesa universale ed iscrivendolo nell’albo dei Santi. Il 3 gennaio 2014, festa del Santissimo Nome di Gesù, Papa Francesco ha celebrato una Messa di ringraziamento nella Chiesa del Gesù per la canonizzazione del Favre, venerando con l’incenso una sua statua. Le spogie mortali di Pierre Favre trovarono riposo nell’antica Chiesa del Gesù a Roma, ma con la costruzione della nuova chiesa sono andate perdute.

Fonte: http://www.santiebeati.it/dettaglio/90923

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