La voce di Clelia

LA VOCE DI CLELIA

santa clelia barbieriSanta Clelia Barbieri secondo la promessa fatta alle sue sorelle: «Non vi abbandonerò, ma sarò sempre con voi» inizia esattamente un anno dopo la sua morte a far sentire la sua voce durante l’orazione. Migliaia le testimonianze…

 

A un anno di distanza dalla morte, la sera del 13 luglio, Clelia è nel cuore delle sorelle. Nella casa del maestro si rivivono i giorni e le ore del suo congedo, in un clima di fraternità e di preghiera. Ed ecco, la voce.

«Raccontano le prime compagne»:

«Volemmo santifi­care in modo speciale quella data memoranda e stabi­limmo di fare il giorno di ritiro nella stessa camera ove Clelia era spirata; camera che era già stata eretta a cappella, ove si celebrava, senza però potervi tenere il Santissimo.

Ad ogni ora andavamo a pregare; e più che in ogni altro giorno ci sentimmo unite allo spirito di lei, che sempre ricordavamo con venerazione. Ad un punto della nostra preghiera una voce alta, armoniosa, cele­stiale accompagnò il nostro coro, volteggiando a destra e a sinistra, innalzandosi e sfiorando le orec­chie.

santa clelia barbieri2Il giubilo che apportava questa voce riempiva gli animi nostri di una gioia impossibile a descriversi. Quella non era cosa terrena. Noi vivemmo in quel giorno ore di paradiso. A quando a quando era neces­sario uscire… L’emozione che si provava era sì forte che toglieva il respiro, e con impeto si doveva gridare: – Basta, Signore, basta!».

Orsola non ebbe dubbi: è Clelia! Quando il gruppo delle sorelle si portò in cappella, per l’ultima preghiera prima del riposo, la voce si fece sentire più intensa e perentoria. Vegliarono tutta la notte davanti al tabernacolo della chiesa parrocchiale, pensando non ci fosse luogo più adatto per questo imprevedibile colloquio. E la voce pregò con loro fino all’alba.

Da quel giorno non le ha più lasciate. Si fa sentire, a intermittenza, negli ambienti e nei contesti più disparati; e in modo che tende a condensare nel tono, a volte dolente e supplicante, più spesso incoraggiante e sereno, il servizio che Clelia da viva aveva reso costantemente alla comunità.

La voce si fa messaggio, rivolto a persone di ogni ceto, ma soprattuto alle Minime dell’Addolorata che ne sono destinatarie previlegiate. In questo segno le sorelle videro attuata la promessa di Clelia morente: «Non vi abbandonerò, ma sarò sempre con voi». Dell’argomento, oltre il Gusmini – che tolse la consegna del silenzio data dai suoi predecessori – si occupò in modo particolare il p. Nicola Monaco, gesuita, il quale raccolse ben 150 testimonianze dal 1871 in poi. Significativa fra le tante quella di mons. Cesare Sarti, che nel 1916 udì la voce accompagnare il rosario dei soldati nella cappella dell’ospedale mili­tare allestita nel Seminario Regionale di Bologna. E anche i soldati l’avvertirono sia a Bologna che a Mestre, dove le Minime prestavano servizio infermie­ristico. È avvenuto anche nel 1943 durante la seconda guerra mondiale, tra i soldati dell’ospedale da campo presso l’asilo di S. Giovanni in Persiceto.

Si rinnovano i prodigi

santa clelia barbieriMadre Clelia oggi è conosciuta, amata e invocata in tante parti della terra. Si rinnovano i prodigi. È il caso di Liana Stefanutto, che nel giugno 1982 si trovava all’unità coronarica del S. Orsola, sotto «monitor», già dichiarata irrecuperabile per un «lupus eritematoso sistemico», complicato da una gravissima sindrome cardio-respiratoria. Morire a 22 anni: è la sentenza inesorabile. Le risorse mediche sembravano urtare contro un muro. Qualcuno allora suggerii di pregare la Clelia, applicando sul cuore la reliquia. Fu il vescovo ausi­liare Benito Cocchi. Liana, ridotta a 30 chili, si riprese nel giro di 24 ore. Ricominciò a mangiare; a sorridere. Tre anni dopo, il 4 maggio 1985, si sposerà con Carlo Zilli nella sua chiesa di Flambruzzo di Rivignano (Udine).

Mentre Liana si riconcilia con la vita, a Wadakan­chery si è appena aperta la prima casa del Kerala in diocesi di Trichur. Suor Maria Rosa e le compagne indiane hanno portato con sè una reliquia ex ossibus della fondatrice, e un po’ di terra delle Budrie per deporla nelle fondamenta con la prima pietra. Manca il cemento, manca l’acqua, manca la luce… La Provvidenza interviene. Si invoca l’intercessione di S. Clelia e di S. Francesco da Paola, in ginocchio, sulla terra arida. Zampilla l’acqua da cui si ricaverà il pozzo artesiano. Ne parla la stampa locale. E’ una vena lim­pida e gustosa, inesauribile, a cui attinge anche la gente dei dintorni.

Fonte: http://rosarioonline.altervista.org/libri/GiovaniSanti/index.php?santo=SantaCleliaBarbieri

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