Beato Nicolò Albergati

BEATO NICOLÒ ALBERGATI

Vescovo (1375-1443) 10 maggio

BEATO NICOLÒ ALBERGATI 1Impresa impossibile quella di Nicolò che dall’età di 18 anni era diventato monaco certosino, presiedere un concilio della Chiesa come legato papale, superando ogni più rosea aspettativa. Divenne Vescovo di Bologna nel 1417.

Nato a Bologna in una famiglia agiata studiò legge nella famosa università della stessa città e all’età di vent’anni si fece monaco certosino.

Una leggenda narra che il giovane laureando Albergati, una notte a causa di un violento temporale fu costretto a ripararsi presso il convento certosino di San Girolamo di Casara, dove trascorse la notte. Nel sentire il suono delle campane che annunciavano il Mattutino, egli incuriosito si recò in chiesa rimanendo estasiato dall’atmosfera emanata dal soave canto dei monaci nel buio della notte, al punto tale che decise di voler intraprendere la vita monastica.

Entrò nell’ordine più austero e solitario della Chiesa, una famiglia religiosa che, con l’enfasi data alla contemplazione e all’austerità, interrogava nel profondo gli uomini del tardo Medio Evo. Dopo alcuni anni fu eletto priore, compito che svolse in varie certose. Nel 1417, grazie ai suoi sforzi, si raggiunse la riunificazione dell’ordine precedente, diviso in due “obbedienze” da un grande scisma.

Visse in tempi difficili per a Chiesa, non solo a causa della corruzione diffusa ma anche perché essa era stata profondamente divisa dal movimento conciliare, per non parlare del lungo scisma d’Oriente. Nicolò diede però prova di essere un autentico riformatore.

BEATO NICOLÒ ALBERGATI2Cominciò dal capitolo della cattedrale, poi continuò con varie congregazioni religiose, operando in modo effettivo nel campo dell’educazione e delle opere sociali. Benché Bologna si fosse ribellata allo Stato Pontificio, papa Martino V scelse Nicolò per importanti missioni diplomatiche in Francia, a Milano, a Firenze e a Venezia, e nel 1426 gli diede la berretta cardinalizia. L’aver mediato nelle dispute aperte in diverse corti straniere e città-stato italiane gli valse l’appellativo di “Angelo di pace”.

Anche papa Eugenio IV lo stimò molto, prima nominandolo suo penitenziere maggiore e poi, incarico ancor più importante, legato pontificio per l’apertura del concilio di Ferrara-Firenze.

Questo concilio segnò la riconciliazione con le Chiese orientali, i cui rappresentanti accettarono la dottrina del primato papale, del purgatorio, dell’eucarestia e anche del filioque (elemento aggiunto alla formulazione del credo niceno). Inoltre la maggior parte dei partecipanti al concilio scismatico di Basilea l’abbandonarono per unirsi a quello di Firenze.

Il pontificato di Eugenio si risolse così in un trionfo del papato sui conciliaristi; l’accordo con i greci fu però respinto in patria dal BEATO NICOLÒ ALBERGATIclero orientale, che non aveva partecipato al concilio: ciò non era però colpa di Nicolò, ma esempio di come i delegati non sempre soddisfino coloro che devono rappresentare.

Un’altra qualità – meno famosa – di Nicolò fu quella di scrittore e protettore di scrittori; se fosse vissuto in tempi meno perigliosi tale aspetto sarebbe stato certamente più conosciuto.

Il cardinale Albergati dopo tanti anni di intensa attività diplomatica, e fiaccato da una lunga malattia, il mal di pietra(calcoli renali) si spense a Siena il 9 maggio del 1443, mentre accompagnava il pontefice Eugenio IV in un viaggio. Si narra che di ritorno da Arras, in Francia, dove il 21 settembre 1435 era stato firmato il trattato che decretava la fine della sanguinosa Guerra dei Cent’anni, Albergati tra i principali artefici di tale accordo lo mostrò al papa. Questi compiaciuto, del risultato ottenuto voleva ricompensare il suo cardinale, che ebbe modo di chiedere umilmente di essere dispensato da ogni dignità terrena e di poter ritornare nella pace e nel silenzio della sua certosa. Purtroppo però questo suo desiderio non si verificò mai.

Alla sua morte, il suo corpo fu trasferito dal pontefice nella sua Bologna, e dopo essersi svolti solenni Beato Nicolò Albergatifunerali a cui prese parte personalmente Eugenio IV, il corpo fu sotterrato successivamente nel cimitero della certosa di Firenze dove egli stesso aveva scelto di essere seppellito. Le spoglie mortali furono poi esumate nel 1633, per ordine del pontefice Urbano VIII, per essere raccolte in una nuova urna, in questa circostanza il cervello del beato certosino che risultò prodigiosamente incorrotto, fu donato alla certosa bolognese.

Poi il 30 settembre del 1678 vi fu nuovamente una sistemazione dei resti del cardinale, con un ulteriore distribuzione alle varie certose di frammenti di reliquie. Poi infine, a seguito della conferma del culto, autorizzato nel 1744 da Benedetto XIV il quale definì Albergati “Cardinalis Pacis”, le reliquie del beato, emananti un soave profumo, vennero definitivamente sistemate in un luogo più consono alla devozione. Nel corso dei secoli numerose guarigioni, e prodigiose apparizioni svilupparono il culto verso questo beato cardinale certosino, che viene commemorato il 9 maggio.

Fonti: Il grande libro dei santi di Alban Butler;  http://www.santiebeati.it/dettaglio/52500

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