Beata Anna Rosa Gattorno

Beata Anna Rosa Gattorno

Terziaria francescana (1831 – 1900) 6 maggio

Ana Rosa GattornoMadre di famiglia, rimasta vedova, si consacrò interamente al Signore e al prossimo e istituì le Figlie di Sant’Anna Madre di Maria Immacolata, adoperandosi in tutti i modi per i malati, gli infermi e l’infanzia abbandonata, nel volto dei quali contemplava Cristo povero.

Nata a Genova nel 1831 da famiglia agiata, a 21 anni si sposò e si trasferì a Marsiglia. Una serie di tracolli economici e disgrazie, culminate con la morte del marito, la segnarono profondamente. Così si fece strada una nuova vocazione. Sotto la guida del confessore, don Giuseppe Firpo, emise i voti come terziaria francescana. Si dedicò ai poveri e ai figli delle operaie, mantenendo con sé anche i propri. A Piacenza iniziò una nuova famiglia religiosa, la Figlie di Sant’Anna, che subito (1878) andarono anche in missione. Collaborò con il vescovo Scalabrini nell’assistenza alle sordomute. Morì a Roma nel 1900.(Avvenire)

Nacque a Genova, il 14 ottobre 1831, da una famiglia di agiate condizioni economiche, di buon nome sociale e di profonda BATTESIMOformazione cristiana. Fu battezzata lo stesso giorno, nella parrocchia di S. Donato, con i nomi di Rosa Maria Benedetta. Giovinetta, le fu impartita l’istruzione in casa, come era d’uso nelle famiglie fortunate del tempo.

A 21 anni (5 novembre 1852), sposò il cugino Gerolamo Custo, e si trasferì a Marsiglia. Un imprevisto dissesto finanziario turbò ben presto la felicità della novella famiglia, costretta a far ritorno a Genova nel segno della povertà. Disgrazie ancor più gravi incombevano: la primogenita Carlotta, colpita da un improvviso malore, rimase sordomuta per sempre; il tentativo di Gerolamo di far fortuna all’estero si concluse con un ritorno, aggravato da ferale malattia; la gioia degli altri due figli fu profondamente turbata dalla scomparsa del marito, che la lasciò vedova a meno di sei anni dalle nozze (9 marzo 1858) e, dopo qualche mese, dalla perdita dell’ultimo figlioletto.

L’incalzare di tante tristi vicende segnò, nella sua vita, un cambiamento radicale che lei chiamerà la sua “conversione all’offerta totale di sé al Signore, al suo amore e all’amore del prossimo. Purificata dalle prove, e resa forte nello spirito, comprese il vero senso del dolore, e si radicò nella certezza della sua nuova vocazione.

ana-rosa-gattornoSotto la guida del confessore don Giuseppe Firpo, emise i voti privati perpetui di castità e di obbedienza nella festa dell’Immacolata 1858; in seguito anche di povertà (1861), nello spirito del Poverello di Assisi, quale terziaria francescana. Nel 1862 ricevette il dono delle stimmate occulte, percepito più intensamente nei giorni di venerdì.

Già sposa fedele e madre esemplare, senza nulla sottrarre ai suoi figli – sempre teneramente amati e seguiti – in una maggiore disponibilità imparò a condividire le sofferenze degli altri, prodigandosi in apostolica carità: “mi dedicai con più fervore alle opere pie e a frequentare gli ospedali e i poveri infermi a domicilio, soccorrendoli con sovvenirli quanto potevo e servirli in tutto“.

Le Associazioni cattoliche in Genova se la contesero. Nel timore d’essere costretta ad abbandonare i figli, prega, fa penitenza, chiede consiglio.

Santa Rosa Gattorno 2S. Francesco da Camporosso, cappuccino laico, pur mostrandosi trepidante per le gravi tribolazioni che le si profilano, la sostiene, incoraggiandola; similmente il Confessore e l’Arcivescovo di Genova. Avvertendo però sempre più insistenti i suoi doveri di madre, volle l’autorevole conferma dalla parola stessa di Pio IX, nella segreta speranza di essere sollevata. Il Pontefice, nell’udienza del 3 gennaio 1866, le ingiunse invece di iniziare subito la fondazione. Accettò dunque di compiere la volontà del Signore.

Superate inoltre le resistenze dei parenti e abbandonate le opere di Genova, non senza dispiacere del suo Vescovo, diede inizio a Piacenza, alla nuova famiglia religiosa, che denominò definitivamente “Figlie di Sant’Anna Madre di Maria Immacolata” (8 dicembre 1866). Vestì l’abito religioso il 26 luglio 1867, e l’8 aprile 1870 emise la professione religiosa insieme a 12 Consorelle. Collaborò con mons. Scalabrini ora beato, nell’assistenza alle sordomute.

P. Giovanni Battista Tornatore scrisse le Regole e fu ritenuto Cofondatore dell’Istituto. Nel 1878 andarono anche in missione e collaborò con Mons. Scalabrini ora beato, nell’assistenza alle sordomute.

Serve dei poveri e ministre di misericordia” chiamava le sue figlie; e le esortava ad accogliere come segno di predilezione del Signore il servizio ai fratelli, compiendolo con amore e umiltà: “Siate Beata Anna Rosa Gattorno2umili …, pensate che siete le ultime e le più miserabili di tutte le creature che prestano alla Chiesa il loro servizio …, e hanno la grazia di farne parte“.

Affidata totalmente alla Provvidenza divina racconta il 17 giugno 1890: “Mentre pagavo i conti che erano molti, mi commuovevo, perché il denaro mi aumentava tra le mani; davo sempre e questo si moltiplicava… […] Mi dovetti fare violenza perché le altre non si accorgessero di ciò che provavo”.

Colpita da una grave influenza, peggiorò rapidamente: il suo fisico, messo a dura prova da penitenze, frequenti estenuanti viaggi, fitta corrispondenza epistolare, preoccupazioni e grandi dispiaceri, non resse più. Il 4 maggio ricevette il Sacramento degli infermi, e due giorni dopo, il 6 maggio, alle ore 9, compiuto il suo pellegrinaggio terreno, si spense santamente nella Casa generalizia.

Alla sua morte, aveva fondato 368 Case nelle quali svolgevano la loro missione 3500 Suore.

FONTIhttp://www.santiebeati.it/dettaglio/90016http://biscobreak.altervista.org/2015/06/i-santi-e-la-provvidenza/

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