Can. Giuseppe Cagno

CAN. GIUSEPPE CAGNO

Canonico (1876-1963) 23 marzo

eucarestia_sacerdoteGuardava a Gesù con uno sguardo carico di fede e di amore. Gli si vedeva negli occhi il desiderio di vederlo faccia a faccia così come Egli è, ma di fatto, egli già “lo vedeva”.

Giuseppe Cagno era nato ad Asti il 24 luglio 1876. Una fanciullezza cristiana. Dodicenne entra in Seminario. Qui, Gesù diventa tutto per lui e, per sempre, sarà il suo tutto, fino all’ultimo giorno.

Il 27 maggio 1899, è ordinato sacerdote all’età di 23 anni. Comincia il suo ministero, insegnando in Seminario: lo farà con passione per circa 50 anni – studiando e approfondendo anche lui per primo – italiano e latino, storia e geografia, e anche francese. L’insegnamento del francese lo renderà assai popolare per la sua originalità.

Si affeziona ai suoi alunni del ginnasio, contraccambiato per la sua bontà di cuore e la sua pazienza, per il suo buon umore. Il latino e il francese sono “il suo forte”I seminaristi erano “obbligati” a cogliere il suo amore a Gesù, in continua crescita, una vera passione, sempre più ardente, seminario 1900travolgente per il divino Redentore. Diceva: “Io sono immensamente felice di essere stato amato da Gesù di un amore di predilezione: Lui mi ha chiamato e mi ha voluto suo sacerdote. Io sono povero e fragile, ma sono un’”alter Christus”, un altro–Gesù. Aiutatemi tutti a esserlo davvero, sempre di più“. Si commuove fino alle lacrime, ogni volta che pensa a Gesù – lo pensa in continuazione – e gli ripete mille volte al giorno: “Io ti amo“; e riflette che lui è sacerdote. Davvero la sua più grande gioia. “Oh, Gesù, mio amore!

Vuole che i seminaristi amino Gesù, che siano ardenti di amore a Gesù. Vuole che tutti amino Gesù e non si dà pace perché c’è gente che non lo ama, anzi lo odia e lo combatte. Affinché tutti amino Gesù, don Cagno prega e prega senza fine: la S. Messa, al centro di ogni sua giornata, celebrata come un serafino all’altare; il Breviario recitato davanti al Tabernacolo, piano, dolcemente, assaporando ogni parola; il Rosario alla Madonna, intero tutti i giorni, contemplato e vissuto: “Cristo nei suoi misteri“.

confessione1Confessa e predica in duomo, nelle chiese di Asti e nelle parrocchie della diocesi, dove i parroci lo chiamano nelle occasioni più solenni: confessore e direttore spirituale che conduce le anime a Gesù. Spiega: “Gesù è tutto e di più, molto di più di quanto tu cerchi: è il maestro, l’amico, il fratello, lo sposo. Gesù è il medico, la medicina, Gesù è il Salvatore. Gesù è la risposta a ogni tua domanda. È il senso della vita. È l’unica Via al Cielo. È impossibile vivere senza di Lui. Non c’è salvezza senza di Lui. Lo comprendi questo? Se lo comprendi, inizia il paradiso sulla terra“.

A tutti e a ciascuno rivolge l’invito che è un comando: “Ti devi convertire per Gesù, per suo amore. Devi farti santo per suo amore. Gesù ti vuole orante, forte, puro, ardente della sua preghiera, della sua fortezza, della sua purezza, della sua carità. Gesù deve vivere in te. Tu devi manifestare Gesù al mondo. Dobbiamo giungere, portati da Lui, in Paradiso“.

libroIl bene che compie, solo Dio lo sa. Per crescere nell’amore a Gesù, che giustamente ritiene l’essenza della vita cristiana e sacerdotale, legge i testi più belli che parlano di Lui: studia e fruga a fondo le pagine di Vangeli, delle Lettere di S. Paolo e di S. Giovanni, le pagine più luminose di S. Ambrogio e di S. Agostino e di S. Tommaso d’Aquino, gli scritti di S. Bernardo e di S. Alfonso de’ Liguori, quindi autori come Adam, Fillion, Ricciotti. Non è mai sazio di sapere di Gesù. Le sue preghiere predilette sono gli stupendi inni a Gesù, delle feste del Nome di Gesù e di Cristo Re: “Ma pensa che bello, solo Gesù è il nostro amore, perché non è anche il tuo amore?“.

Di domenica, ha l’incarico dal Vescovo di portare la S. Messa nella chiesetta di Valmanera, un borgo di Asti, che don Cagno, abitando nel centro città, raggiunge a piedi. La sua chiesetta lui la vuole splendida e la chiama “ma petite basilique“. Fa caldo che si soffoca d’estate! Nevica d’inverno e fa freddo! Nessuno lo ferma: don Cagno non manca mai all’appuntamento festivo con la sua comunità. Una mattina d’inverno, tutti pensano che non verrà a celebrare, ma lui arriva, puntuale, tutto innevato, dopo aver pestato e “squarciato” chilometri di neve.

canonicoIn lui – si ricorda ancora oggi – tutti ammiravano il cuore, la fantasia e la capacità di meravigliarsi sempre e ancora, proprie di un fanciullo; la trasparenza cristallina che si origina da una coscienza mai appannata da cattiveria e malizia: soprattutto ancora la gioia di essere prete“.

Quando gli arriva la nomina a canonico del duomo, deve prepararsi la cappa per partecipare alla recita comunitaria dell’Ufficio divino e presenziare alle celebrazioni del Vescovo.

Fin dalla giovinezza, il Can. Cagno ha una facile vena poetica, in uno stile aulico e solenne. Nelle occasioni importanti del seminario e della diocesi, è sempre atteso con una poesia che lui legge e, se può pubblica su Gazzetta d’Asti. Allora si presenta in modo distinto e nobile, con i polsini bianchi e i “gemelli” d’oro che al gesto solenne della declamazione appassionata aggingono un tocco di eleganza chiericale e accademica.

volto21 (3)Davvero nel volto del buon Canonico Giuseppe Cagno, anche consumato dagli anni, si vedeva il volto di Gesù. Era diventato un tutt’uno con Lui e a Lui, suo Paradiso, dopo aver stabilito il dono delle cornee a due non vedenti, spiccò il volo il 23 marzo 1963, a 87 anni. Una mirabil vita come inno a Cristo. Tutto cristocentrico, come tutti siamo chiamati a essere.

Fonte: http://www.santiebeati.it/dettaglio/95080