SANTUARIO DI SAN GERARDO MAIELLA

SANTUARIO DI SAN GERARDO MAIELLA

6 novembre

SAN GERARDO MAIELLA.4Il 6 novembre è festa parrocchiale nel santuario di San Gerardo Maiella, retto dai Padri Redentoristi della diocesi di Sant’Angelo dei Lombrardi (provincia di Avellino in Campania)

Nel 1749 l’arcivescovo di Conza offrì a Sant’Alfonso Maria de’ Liguori una chiesetta con l’intento di costruirvi un convento per i suoi religiosi, i Redentoristi, che avrebbero custodito il piccolo santuario. Nel 1754 venne a Materdomini Gerardo Maiella (Muro Lucano, 6 aprile 1726 – Materdomini, 16 ottobre 1755), religioso non sacerdote con fama di santità: grazie ai miracoli e alle sue opere di carità rese nota la piccola borgata.

SAN GERARDO MAIELLA.1Figlio di un modesto sarto dopo la prematura morte del padre entrò al servizio del vescovo di Lacedonia, mons. Claudio Albini. Morto questo prelato, Gerardo, che già avvertiva da molto tempo la chiamata del Signore alla vita religiosa, cercò invano di essere ammesso tra i frati cappuccini della sua città natale, a causa della sua salute cagionevole.

Nel 1748 ebbe modo di conoscere un gruppo di sacerdoti redentoristi impegnati in una missione popolare nella sua Muro e, contro il parere della madre, si unì alla nuova famiglia religiosa. Scappato di casa grazie all’aiuto di un lenzuolo usato a mo’ di fune per calarsi dalla finestra e lasciato un biglietto alla madre nel quale aveva scritto “mamma, perdonami, vado a farmi santo“, Gerardo si unì alla compagnia dei missionari redentoristi dai quali, solo dopo molte insistenze, fu accettato.

S.-Gerardo-poveri-Wittem470Lavoratore instancabile, nonostante la sua fragilissima salute che, dapprincipio, aveva reso i superiori restii ad ammetterlo nella Congregazione, Gerardo si contraddistinse sempre per il suo spirito di penitenza e per una giocondità d’animo non comuni. Il 16 luglio 1752, festa del Santissimo Redentore, pronunciò i voti solenni nella Congregazione Redentorista fondata da Sant’Alfonso Maria de’ Liguori nel 1732: nei conventi dove fu destinato si dedicò alle mansioni più umili senza trascurare la preghiera e la penitenza. I fedeli lo ricordano dotato del dono dei miracoli; nella sua breve esistenza i fatti prodigiosi raccontati e legati alla sua persona furono tanti e tali da meritargli in vita la fama di taumaturgo. Si racconta di estasi, bilocazioni, scrutazione dei cuori, moltiplicazione dei viveri e guarigioni.

Fra i tanti miracoli ne citiamo alcuni. Anzitutto il miracolo del mare avvenuto a Napoli: in località Pietra del pesce una folla urlante SAN GERARDO MAIELLA5assisteva agli inutili sforzi di alcuni marinai che, nel mare in tempesta, cercavano inutilmente di salvarsi. Accorso Gerardo sul luogo, subito, fattosi il segno della croce, iniziò a camminare sul mare e, afferrata la barca «con due ditelle», come raccontava ingenuamente lui a Materdomini ai confratelli, come se la cosa fosse normale, la trascinò a riva.

Un altro miracolo degno di nota è quello relativo alla moltiplicazione delle derrate in occasione della carestia del 1754. In quell’inverno a Caposele molti erano coloro che, costretti dalla penuria di alimenti, bussavano alla porta del collegio redentorista. Gerardo, per sfamare tutti, vuotò letteralmente le dispense che, miracolosamente, si riempivano di pane e di ogni ben di Dio.

Amico dei poveri e dei contadini, Gerardo, che negli ultimi anni faceva il questuante, riscosse negli ambienti popolari un’ammirazione straordinaria. Si narra, infatti, che quando passava di paese in paese, ali di folla lo aspettavano sui margini delle strade per avere la sua benedizione o per vedere soltanto questo umile fraticello che, sempre col sorriso, si sforzava di SAN GERARDO MAIELLA3salutare tutti. Ricchi, poveri, nobili, borghesi, umili facevano a gara per poterlo ospitare e godere della sua presenza. Era conosciuto come il padre dei poveri – così lo chiamavano – l’Angelo e l’Apostolo della Valle del Sele, che ancora oggi si gloria di custodire i suoi resti mortali nel Santuario eretto sulla sua tomba in Materdomini. Gerardo conservò sempre la sua encomiabile umiltà e la fede nell’obbedienza alla volontà di Dio manifestata dai suoi superiori.

Il suo animo umile brillò particolarmente nell’episodio della calunnia. Il fatto si verificò nel 1754: accusato ingiustamente da una certa Nerea Caggiano di avere avuto una relazione con lei, Gerardo non replicò e rimase in silenzio per un mese, subendo pazientemente le gravi sanzioni dei suoi superiori; finalmente la Caggiano, pentita, confessò di aver detto il falso, scagionandolo. Lo stesso Sant’Alfonso in quella occasione ne lodò l’ammirevole pazienza mostrata nella triste vicenda. “La fede mi è vita e la vita mi è fede” e “volontà di Dio in cielo, volontà di Dio in terra“, soleva dire e, soprattutto, osservare.

Gerardo Maiella oggi è universalmente invocato come protettore delle donne incinte. La leggenda narra che poco prima di morire aveva fatto finta di dimenticare, a Oliveto Citra, un suo fazzoletto presso la casa di una famiglia che l’ospitava. Una SAN GERARDO MAIELLA2bambina, allora, gli corse dietro per restituirglielo, ma Gerardo le disse di tenerlo perché un giorno le sarebbe servito. Passati alcuni anni – Gerardo era già morto – la bambina, diventata sposa, gridava per le doglie del parto. I medici la davano per spacciata. Giunta quasi in fin di vita, si ricordò del fazzoletto di fratel Gerardo e volle che glielo posassero aperto sulla pancia. Appena ricevutolo, i dolori cessarono e la donna diede alla luce senza alcuna difficoltà il suo primo figlio.

Morì di tisi nel convento redentorista di Materdomini di Caposele all’età di 29 anni, il 16 ottobre 1755, dopo un breve periodo trascorso a letto durante il quale, si dice, non mancarono i fatti prodigiosi. Sempre secondo la leggenda la mattina dopo la morte del Santo, il fratello laico incaricato di suonare la campana a morto per dare l’annuncio funebre, fu preso da una forza misteriosa nelle braccia le quali, sottratte alla sua volontà, suonarono a festa le campane, dando così l’annuncio gioioso della nascita al cielo di Gerardo.

santuario-di-san-gerardo

Sala dei fiocchi per la grazia ricevuta di un bambino

La chiesetta dove il suo corpo venne esposto fu subito presa d’assalto da una moltitudine di gente venuta dalla vicina Caposele e anche da lontano, avvertita quest’ultima della morte del Santo. Il 16 ottobre 1755 e fu procalmato santo l’11 dicembre 1904.

Il piccolo santuario mariano fu ingrandito fra il 1913 e il 1929 ed assunse il titolo di Basilica Minore dedicata a Maria Santissima e a San Gerardo Maiella. I pellegrini aumentarono di anno in anno, fino a diventare un milione, e ciò obbligò i religiosi ad edificare una nuova chiesa, più spaziosa. Essa fu inaugurata il 16 ottobre 1974. Il sisma del 23 novembre fece crollare la basilica vecchia e il convento dei religiosi, oggi in fase di ricostruzione. Nel convento si trova la cappella del transito, la cella dove morì San Gerardo.

982_santuario-1Il 25 aprile si celebra la giornata dei malati; la terza domenica di maggio quella dei giovani; la quarta domenica di maggio quella delle mamme e dei bambini. Il 6 aprile di ogni anno si tiene un concerto a ricordo della nascita di San Gerardo Maiella, inoltre il santuario ospita una Quadriennale di Arte sacra.

Fonti: http://www.donbosco-torino.it/ita/Maria/santuari/2000-2001/Santuari%20Campania-3.htmlhttps://it.wikipedia.org/wiki/Gerardo_Maiella

ARTICOLI COLLEGATI

Sant’Alfonso Maria de’ Liguori