Filosofo si, ma convertito

FILOSOFO SI, MA CONVERTITO

 

mani13Chi l’avrebbe detto che un filosofo, uno studioso, un razionalista per eccellenza, può riconoscere non solo l’esistenza di Dio, ma anche della SS. Trinità. A dimostrarlo non una, ma diverse incredibili testimonianze.

Tratto da http://www.uccronline.it

Il filosofo Williams: la conversione dal buddhismo al cattolicesimo

Tra i massimi studiosi europei delle religioni orientali vi è Paul Williams , professore emerito di “Filosofia indiana e tibetana” presso il Dipartimento di Teologia e Studi religiosi dell’Università di Bristol, per oltre 30 anni è stato uno delle maggiori autorità Paul Williamsaccademiche sul buddismo. Tuttavia nel 1999 si è convertito con grande sorpresa al cattolicesimo, dopo aver seriamente riflettuto sul karma e l’aldilà.

Lui stesso era un convinto buddista, intellettuale e professionista fino alla conversione che, come dicevamo ha sorpreso i suoi allievi, colleghi e familiari. La rivista buddhista inglese, Dharmalife, la prese davvero male scrivendo:

«Williams è uno dei principali studiosi inglesi del buddismo e un praticante buddista da molti anni. Come stupefacentemente è stato udito, ha deciso di diventare cattolico. Cattolicesimo!».

Nel 2002 ha pubblicato un libro con la sua testimonianza di conversione e riflessioni dove racconta come sia stato educato da anglicano, ma dopo la laurea in filosofia buddhista ha abbandonato. Scrive: «Nel 1973 ero tranquillo: avevo studiato il 5Paul-Williamsbuddismo e sembrava coerente, Dio non era necessario ed ero considerato come un buddista». In qualità di professore ha creato la sua cerchia di buddisti. «Ho praticato la meditazione buddhista tenendo conferenze nelle riunioni, nei talk show e partecipando a dibattiti pubblici con il cattolico dissidente Hans Küng. Non credevo in Dio…o meglio, non sembrava esserci ragione di credere in Dio e l’esistenza del male era per noi un argomento positivo in questo senso. Nel buddismo si ha un sistema di moralità, spiritualità e filosofia immensamente sofisticato (ed esotico), non hai bisogno di Dio per nulla».

Nel cosiddetto buddhismo occidentale, spiega il docente in un articolo recente su Religion en Libertad ,  alcuni leader buddhisti promuovono la “bestemmia terapeutica” per facilitare il distacco dal background cristiano, le cose offensive sono considerate sacre nella loro cultura. Anche altre cose sono sempre rimaste poco ragionevoli per Williams: l’infinita reincarnazione, anche in forme di animali e per sfuggire a tutto questo -che anche loro considerano terribile- il buddismo insegna che è possibile raggiungere l’illuminazione, il nirvana, la perfezione assoluta in questa vita e il distacco, cosa però rarissima e suprema. L’inesistenza di una spiegazione al dolore innocente è poi la cosa che lascia davvero spaesati: «non può essere visto come soddisfacente. Il buddhismo non aveva speranza per me. I cristiani hanno invece speranza, così ho voluto tornare ad essere cristiano. Mi sono reso conto che è razionale credere in Dio, molto di più del non credere».

Dopo aver esaminato la chiave del messaggio cristiano, la resurrezione di Gesù, «sono rimasto sorpreso di scoprire che la risurrezione letterale di Cristo dai morti dopo la sua crocifissione è la spiegazione più razionale di quello che è successo. Questo ha reso il cristianesimo l’opzione più razionale delle religioni teistiche, e come cristiano ho sentito che la priorità dovrebbe essere data alla Chiesa Cattolica. Il cristianesimo è la religione del valore infinito di ogni persona. Ogni persona è una creazione individuale di Dio. Qui sta tutta la morale cristiana dal valore di altruismo della famiglia e del sacrificio dei santi». Oggi Paul Williams è un domenicano laico e un grande ammiratore di San Tommaso d’Aquino, anche se continua ad essere professore e specialista di Buddismo.

Il filosofo Richard Sherlock si è convertito al cattolicesimo

Con queste parole il prof. Richard Sherlock ha cominciato il suo articolo su Catholic Onlinein cui annuncia pubblicamente la sua conversione: «non ho lasciato la religione o il cristianesimo. Ma ho lasciato il mormonismo. Sono diventato più profondo, più 5Sherlock-Richardintellettuale, più spirituale e più veramente cristiano di quanto non lo sia mai stato, letteralmente. Mi sto convertendo alla Chiesa Cattolica Romana. Tutte le strade vere portano a Roma».

L’articolo, intitolato “Perché sono cattolico“, è molto lungo e descrive il viaggio compiuto da Sherlock, docente di filosofia presso la Utah State University, ricercatore ad Harvard e membro della Society for Philosophy and Technology e della American Philosophical Association. Cresciuto in una famiglia di mormoni, da quando ha preso la sua decisione di convertirsi nell’ottobre 2010, si è accorto in realtà di aver sempre ragionato come un cattolico. 

John Finnis, il filosofo di Oxford, racconta la sua conversione al cattolicesimo

Uno dei maggiori riformulatori del giusnaturalismo è unanimemente considerato John Finnis. Docente nelle prestigiose Università di Oxford e Notre Dame, ateo negli anni della giovinezza, è quindi passato a una visione teistica, arrivando a convertirsi al cattolicesimo dopo il primo anno di permanenza a Oxford. Descrive così questi passaggi in un’intervista su Avvenire:

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«Avevo due amici all’Università di Adelaide che fecero un viaggio simile al mio e nei medesimi anni, tuttavia seguendo autori e riferimenti diversi. Arrivammo alla consapevolezza, attraverso lo studio e la riflessione, che Dio esisteva, che era intervenuto nella storia e che la fede cattolica era la sola, seria possibile espressione di tale divina rivelazione. E la Chiesa cattolica era l’unica seria candidata a essere la comunità fondata per trasmettere tale rivelazione e la grazia di Dio fino alla fine dei tempi». 

Continua il filosofo: «A me furono di grande aiuto per superare David Hume e Bertrand Russell alcuni libri sull’empirismo inglese scritti da un sacerdote e filosofo inglese scomparso prematuramente durante il Concilio, D.J.B. Hawkins.Ma importanti furono anche le letture di Newman, specialmente l’Apologia pro vita sua, e la critica dell’empirismo fatta del gesuita Bernard Lonergan».

Il filosofo ateo Pietro Barcellona si è finalmente convertito

Il filosofo ateo Pietro Barcellona si è finalmente convertito Segnaliamo il memorabile articolo di Pietro Barcellona. Docente di Filosofia del Diritto presso la Facoltà di 5pietro barcellonaGiurisprudenza dell’Università di Catania, ex membro del Consiglio Superiore della Magistratura e già deputato PCI, ha raccontato la sua conversione su Avvenire. Da tempo si è avvicinato al cattolicesimo, senza però mai annunciarlo pubblicamente come questa volta.

Crollo e fallimento dell’ateismo comunista.
«Dopo il crollo del muro di Berlino, nel 1989, una depressione devastante si impadronì dei miei pensieri, costringendomi per quasi due anni ad una sorta di assenza vegetativa. Incontrai il mostro contro il quale avevo per tanti anni combattuto inutilmente: il nichilismo. Le alternative razionalizzanti non davano nessuna risposta, come non la davano i nuovi saperi emergenti, che attraverso lo studio della mente ripropongono l’evoluzionismo come unica spiegazione possibile delle metamorfosi della vita».

Ribellione dal materialismo.
Il filosofo si addentra così nella dimostrazione di come l’esistenza stessa si ribelli all’evoluzionismo materialista. «Ci sono molte cose convincenti nell’evoluzionismo, ma c’è un’obiezione dell’esistenza che si ribella alla doppia contingenza del nascere per caso e del vivere per funzionare come parti di un processo che, però, può fare anche a meno di te. Evoluzionismo, casualità e funzionalismo non consentono di attribuire alcun valore in sé a nessun evento della nostra esistenza quotidiana; tutto ciò che facciamo e siamo finisce per essere il mero risultato di una sequenza di fatti casuali e funzionali, senza alcuna dignità. Il venire al mondo di un essere umano non ha nessun significato nella sequenza dell’evoluzione».

Approdo a Dio.5Pietro Barcellona
Nichilismo, evoluzionismo e relativismo conducono tutti allo stesso risultato: la vita non vale niente, è un puro funzionale equivalente a qualsiasi altro fattore che si inserisca nella catena evolutiva ai fini della riproduzione della vita materiale. Così Barcellona è introdotto a Dio, al rapporto «fra l’umano e il divino, poiché solo la presenza del divino nell’umano potrebbe gettare un ponte tra la nostra dolorosa finitezza e la gioiosa giostra delle galassie e delle stelle. L’ineludibile questione di Dio si è presentata, così, alla mia mente sotto l’aspetto apparentemente innocuo dei preti che ho incontrato e di uno in particolare che mi ha chiesto di cercare insieme, senza dare nulla per scontato» (vedi Ultimissima 15/6/10).

Religione è rifugio psicologico? Vero, tranne che per il cristianesimo.
Da sempre gli esseri umani hanno immaginato di essere salvati dal pericolo della morte da un dio che, dall’alto del proprio trono, ogni tanto volgesse lo sguardo a ciò che accadeva sulla terra. E questa non può che apparire come -sottolinea giustamente il filosofo-, «una pura proiezione psicologica». Solo il cristianesimo è la grande eccezione. Per questo -continua Barcellona- «sono stato affettivamente colpito dal Vangelo di Gesù Cristo. La nascita di Cristo è, infatti, una rottura epocale rispetto al tradizionale modo di vedere il rapporto fra Dio e mondo, fra divino e umano, una discontinuità assoluta rispetto a tutte le ipotesi di configurazione del Dio delle religioni. Il abbraccio15Verbo incarnato, l’essere Figlio dell’uomo e figlio di Dio, che assume i connotati di una persona fisica, in un tempo determinato, in un luogo preciso e assolutamente fuori anche dalla stessa attesa messianica delle scritture bibliche, è una rottura totale della continuità del tempo storico. La nascita di Cristo, come evento impensabile e impensato nelle sue caratteristiche concrete, ci immerge in una temporalità che non è il flusso ordinato degli avvenimenti, ma una dimensione di contestualità di presenza e pienezza che, non a caso, dà origine a un nuovo calcolo dei giorni e degli anni. Cristo è come il punto zero che a lungo i matematici hanno cercato di rintracciare e che non può essere ricondotto allo schema dell’inizio e della fine. Eppure, questa trascendenza incarnata appare profondamente mischiata alla carne e al sangue dell’uomo».

Altro che proiezione psicologia, altro che religione come rifugio psicologico. Il cristianesimo è un fatto storico e un fatto attuale, che sconquassa e divarica la storia tra un “prima” e un “dopo”. Barcellona conclude: «Quando mi capita di assistere alla proiezione dello straordinario film di Pasolini “Il Vangelo secondo Matteo”, ho la sensazione che quella figura biancovestita pronunci frasi e parole che vanno oltre la filosofia greca e la sapienza orientale, per arrivare fin dentro al cuore delle persone, e non ci si può stupire più che quell’uomo sia Dio e che Dio sia un uomo».

Fonte: http://www.uccronline.it/2011/12/12/il-filosofo-williams-la-conversione-dal-buddhismo-al-cattolicesimo/ ; http://www.uccronline.it