Beato Giovanni Duns Scoto

BEATO GIOVANNI DUNS SCOTO

Dottore della chiesa (ca. 1265-1308) 8 novembre

Beato_Giovanni_Duns_Scoto[1]Poichè grande sostenitore del dogma dell’Immacolata Concezione di Maria, gli fu dato il titolo aggiuntivo di “doctor marianus. Fu un vero francescano in quanto, attraverso lo studio e le parole, espresse il fondamento teologico dell’amore e della gioia della creazione di S. Francesco 

Il più grande filosofo e teologo di lingua inglese del suo tempo nacque probabilmente alla fine del 1265 o all’inizio del 1266, a Duns, pochi chilometri a ovest di Beerwick-upon-Tweed, in scozia.

Non si hanno molte notizie certe sulla prima parte della vita di Giovanni Duns Scoto; una tradizione locale afferma che fu parzialmente istruito a North Uist, nelle Isole Occidentali, mentre un’altra sostiene che fu educato dallo zio paterno nel convento francescano di Dumfries, dove in seguito entrò a quindici anni, recandosi poi a Oxford per terminare gli studi.

John_Duns_ScotusDopo l’ordinazione, Duns Scoto si recò a studiare per la cattedra di teologia a Parigi, dove rimase fino al 1296, ma sembra che fino a quel momento non l’avesse ancora ottenuta; in ogni caso, nel 1296 tornò a Oxford (e anche Cambridge) dove tenne conferenze sulle Sentenze di Pietro Lombardo per molto tempo, rivendendo il suo lavoro continuamente fino al 1301. Nel 1302 Duns Scoto tornò a Parigi, che però fu costretto a lasciare di nuovo l’anno seguente, quando rifiutò di appoggiare l’appello del re francese, Filippo il Bello (1285-1314), durante un concilio generale contro papa Bonifacio VIII (1294-1303).

Questo faceva parte della disputa tra i due, che era essenzialmente una lotta di potere, riguardo alla relazione tra Chiesa e Stato. Non rimase assente per molto, ad ogni modo, e quando tornò portò con sé una lettera di raccomandazione di Gonsalvo Ispano, suo insegnate a Parigi dal 1293 al 1296, e ora ministro generale dell’ordine in cui descriveva la “vita degna di lode” e “l’acuta genialità” di Giovanni (fu più tardi nominato doctor subtilis).

Scoto-2BASSANel 1305 Giovanni Duns Scoto finalmente ottenne la nomina desiderata di magister regens dall’università di Parigi e trascorse i successivi due anni tenendo converenze all’università: poi, alla fine del 1307, difese pubblicamente la teoria, al tempo controversa, che la redenzione era stata concessa a Maria in anticipo, in quanto madre di Dio (ovvero, la dottrina dell’Immacolata Concezione). Per la sua incolumità Duns Scoto fu trasferito all’università di Colonia, dove difese l’ortodossia contro i begardi e le beghine (membri di gruppi laici che iniziarono a formarsi nel XII secolo, guardati con sospetto dalle autorità ecclesiastiche) fino alla sua morte, avvenuta l’8 novembre 1308. Non si conoscono i motivi della sua morte precoce, all’età di soli quarantatre anni.

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Giovanni Duns Scoto fu seppellito nella chiesa francescana, a Colonia (all’inizio vicino all’altare dei tre re e poi, verso la fine del XVI secolo, nella collocazione attuale, al centro del coro, vicino all’altare maggiore). Fu considerato immediatamente come santo e, come segno del continuo interesse e venerazione, le reliquie furono osannate in numerose occasioni, nei secoli successivi. Un altro segno di interesse per il culto è il gran numero di rappresentazioni artistiche nei secoli, da solo o con altri santi.

Beato GIOVANNI DUNS SCOTO

In un ritratto di Benozzo Gozzoli (1420-1497), nel chistro di un convento francescano a Mönchengladbach, in Germania, Giovanni Duns Scoto guarda verso l’alto, come se ascoltasse attentamente la fonte della sua ispirazione (posizione ripetuta in una statua moderna di Tritschler nel parco giochi di Duns; un dipinto attribuito a Giusto di Gand, oggi a palazzo ducale di Urbino, lo raffigura in un gesto magnificamente eloquente e uno sguardo che esprime la massima concentrazione).

Gerard Manley Hopkins, nel suo sonetto Dun’s Scouts’s Oxford, scrive: “Egli […] che fra tutti gli uomini fa fluttuare il mio spirito nella pace“. La causa della beatificazione di Duns Scoto iniziò a Colonia nel 1706, proseguì a Nola vicino a Napoli, nel 1710, e di nuovo nel 1905-1906; l’8 febbraio 1906 il vescovo di Nola confermò l’esistenza del culto “da tempi immemorabili”, sebbene fino a questo punto fosse stato confermato solo dall’Ordine dei frati minori. Il 20 marzo 1993, tuttavia papa Giovanni Paolo II ha ordinato di commemorarlo con il titolo di beato, non solo ai francescani, ma a tutta la Chiesa universale.

Giovanni Duns Scoto era uno studioso, e la sua vita fu scarsa di avvenimenti; ottenne il massimo risultato nell’insegnamento e nella composizione letteraria, che ebbero così tanta importanza per i suoi successori. All’età di soli dodici anni, alcuni insegnamenti di S. Tommaso D’Aquino (25 gen) furono condannati, insieme a certi aspetti della dottrina di Averroé.

B.-Giovanni-Duns-ScotoConsapevole o meno, Duns Scoto iniziò a scirvere un nuovo compendio su Avicenna, S. Paolo, S. Agostino, il grande francescano Alessandro di Hales e S. Bonaventura. Era dotato di un ingegno acuto e notevole, abbastanza disposto a prendere in considerazione qualsiasi opinione necessaria alla sua obiettiva ricerca della verità. Suo interesse principale era di sostenere l’autonomia della teologia; si basò su Avicenna, per esempio, per quanto riguarda la filosofia, ma solo nel caso in cui le dottrine dei quest’ultimo non contrastassero quelle cristiane.

Il fondamento del pensiero di Giovanni Duns Scoto era considerare l’esistenza come l’oggetto fondamentale dell’intelletto, e l’amore nucleo della sua filosofia (Dio,  l’infinito amore dell’Essere per se stesso, l’amore di Dio espresso negli esseri umani e in tutte le altre creature, e l’Incarnazione come tramite per ricambiare l’amore di Dio). Da ciò deriva tutto il resto, in particolare la sua dottrina su Maria (che gli fece guadagnare il titolo aggiuntivo di doctor marianus). Giovanni fu un vero francescano in quanto, attraverso lo studio e le parole, espresse il fondamento teologico dell’amore e della gioia della creazione che S. Francesco  (4 ott.) mise in pratica e trasmise così spontaneamente ai suoi seguaci.

Fonte: Il primo grande dizionario dei santi di Alban Butler