Beata Lucia di Narni

BEATA LUCIA DI NARNI 

mistica religiosa(1476-1544) 15 novembre

Beata Lucia di Narni

Un carattere forte e deciso, tanto da schiaffeggiare il fidanzato impostole e da farsi lasciare dal marito che per obbedienza alla sua famiglia, aveva sposato. Mistica riconosciuta, esaltata e poi abbandonata.

Lucia era la prima degli undici figli di Bartolomeo Brocadelli, tesoriere del comune di Narni in Umbria. Sin da bambina decise di consacrare la vita a Dio, ma sfortunatamente i suoi tutori (il padre morì mentre lei era piccola) avevano altri progetti su di lei e, all’età di quattordici anni, la costrinsero a fidanzarsi. Pare che in occasione del fidanzamento, Lucia gettò per terra l’anello, schiaffeggiò il pretendente e fuggì via dalla stanza; a ogni modo l’anno successivo, dopo una certa resistenza, ma grazie ai consigli del suo confessore e (secondo lei, della Madonna che le apparve in una visioneacconsentì a sposare un giovane di nome Pietro di Alessio.

Si trattò di un matrimonio solo di nome e dopo tre anni Pietro, senza dubbio perplesso, le disse che era libera di andare e fare ciò che desiderava. Lucia, inizialmente, tornò nella casa materna; poi, dopo aver ricevuto l’abito del Terz’ordine domenicano, entrò nella congregazione di terziarie regolari, prima a Roma e poi a Viterbo, dove rimase per tre anni.

Ricevette le stigmate, condividendo anche fisicamente la passione di Cristo attraverso perdite effettive di sangue che avvenivano regolarmente ogni mercoledì e venerdì, impossibili da Beata Lucia di Narni1nascondere.

L’inquisitore locale, maestro di palazzo, vescovo francescano, e il medico personale di papa Alessandro VI la esaminarono, e, nonostante fossero scettici per natura, si convinsero della veridicità del fenomeno; anche Pietro le fece visita e si convinse della realtà (si narra che sia entrato poi nei frati minori). Perfino più tardi, come nota uno dei biografi, quando i francescani di Maiorca tentarono di distruggere un ritratto in cui era raffigurata con le stigmate, dal momento che papa Sisto IV aveva minacciato di scomunica chi avesse raffigurato un santo (a parte S. Francesco) con le stigmate, la veridicità del fenomeno non fu messa in discussione.

A questo punto, Lucia divenne vittima dell’ambizione benintenzionata, ma non di meno fuorviante, di Ercole I, duca di Ferrara, sinceramente devoto di S. Caterina da Siena (29 Apr.), morta nel 1380 e canonizzata nel 1461, il quale annoverava la beata Colomba di Rieti (20 mag.) e la beata Osanna di Mantova (18 giu.) tra i suoi amici. Quando il duca apprese dell’esistenza di Lucia, non riuscì a resistere all’idea della presenza di una mistica a Ferrara, perciò, con il suo consenso, ottenne il permesso dal Papa di costruire un convento per lei in città. La sua partenza da Viterbo incontrò molti ostacoli, ma alla fine Lucia riuscì a lasciare la città nascondendosi in una cesta sul dorso di un mulo.

Sfortunatamente il progetto fu più o meno compromesso fin dall’inizio: Lucia aveva appena compiuto vent’anni e le mancavano completamente le doti naturali oltre all’esperienza, per svolgere il ruolo di superiora. Ercole d’Este, d’altro canto, era un uomo di larghe vedute, e desiderava che il nuovo convento, Beata Lucia di Narni2che aveva fatto decorare spendendo grosse somme di denaro, ospitasse almeno un centinaio di suore, perciò chiese l’aiuto della nuova moglie di suo figlio Alfonso, Lucrezia Borgia, indubbiamente abile nel reclutare nuovi membri anche se non tutte le monache si dimostrarono adatte a quello stile di vita. Ciò rese il compito di Lucia ancora più duro, tanto che fu presto sollevata da quell’incarico e il suo posto fu occupato da una monaca domenicana, Maria di Parma, che desiderava affiliare l’intera congregazione al cosiddetto secondo ordine.

Alla morte di Ercole d’Este nel 1505, Lucia rimase senza protezionepur avendo fino a quel momento svolto il ruolo di “mistica alla moda” che le era stato imposto, e fu completamente dimenticata , trascorrendo in solitudine i restanti trentanove anni di vita. La nuova priora la trattava con una severità che era piuttosto crudeltà; in questi anni Lucia sopportò tutto, non si lamentò mai di nulla, perfino quando era malata e nessuno l’assisteva, perciò alla fine fu considerata santa.

Il suo isolamento fu tale che alla sua morte, il 15 novembre 1544, il popolo di Ferrara restò attonito pensando che fosse morta da tempo; subito nacque un culto popolare spontaneo e di tale portata che fu necessario trasferire le spoglie dal convento in un luogo più accessibile al pubblico. Sulla sua tomba nella cattedrale sembra siano avvenuti diversi miracoli; il culto fu poi confermato nel 1710.

Per saperne di più su Lucia Broccarelli (di Narni)  http://www.terzieremezule.it/beata.html

Fonte: Il primo grande dizionario dei santi di Alban Butler   

ARTICOLI COLLEGATI

BEATA OSANNA DA MANTOVA