San Giovanni da Capestrano

San Giovanni da Capestrano

Francescano [1386-1456] 23 ottobre

In prigione ebbe una visione di San Francesco che gli cambiò la vita. In accordo S. GIOVANNI da CAPESTRANOcon la moglie ottenne una dispensa dal matrimonio per indossare l’abito francescano. Famosa la sua entrata in città per giungere al convento indossando un foglio che elencava tutti i suoi peggiori peccati.

Nato a Capestrano, in provincia dell’Aquila nel 1386, Giovanni si trasferì a Perugia per intraprendere la facoltà di diritto, ottenendo un così grande successo che fu eletto governatore della città nel 1412 e sposò la figlia di una delle più importanti famiglie locali.

Durante una sommossa popolare fu imprigionato per un certo periodo, ma, in seguito a una visione di S. Francesco (4 ott.), avvenne in lui una conversione spirituale che lo spinse, al momento del rilascio, a ottenere la dispensa dall’impedimento del matrimonio e indossare l’abito francescano; non è chiaro che cosa sia accaduto alla moglie, ma si ritiene che la decisione di Giovanni di entrare in convento sia stata presa di mutuo accordoPrima di entrare in comunità, egli sfilò per le vie della città sul dorso di un somaro, indossando un foglio che elencava tutti i suoi peggiori peccati; fu colpito dai bambini con immondizia e, sudicio e sporco, si presentò ai frati minori chiedendo di essere ammesso al noviziato; era l’anno 1416.

S. GIOVANNI da CAPESTRANO1Ordinato quattro anni più tardi, Giovanni condusse una vita in estrema austerità: indossava un cilicio, camminava sempre scalzo e si concedeva pochissime ore di sonno. Fu iniziato agli studi di teologia da S. Bernardino da Siena (20 mag.), sviluppando una notevole capacità oratoria e prendendo a modello il santo maestro nella condotta di vita e nella predicazione. Operò insieme a Bernardino nella riforma dei frati francescani dell’Osservanza e a S. Coletta (6 mar.) per riformare le suore dell’ordine.

L’estrema povertà a cui Giovanni e gli osservanti si sottoponevano,  fu guardata con sospetto per un certo periodo e nel 1429 vennero anche accusati di predicazione eretica sulla povertà del Cristo, ma fortunatamente tutte le accuse contro di loro caddero. Fu  nominato vicario generale del suo ordine in diverse occasioni; scrisse anche un trattato, Speadum clericorum, nel quale attaccava il clero che conduceva una vita immorale perché al contrario:

«la vita santa degli ecclesiastici giusti e onesti illumina e rasserena coloro che li vedono fedeli al loro ideale di santità. Per questo, chi è innalzato al governo degli altri, deve mostrare in se stesso in che modo gli altri si debbano comportare nella casa del Signore ».

Nel 1451 fu nominato da papa Niccolò V commissario e inquisitore generale in Ungheria e in Boemia, per portare hussiti e altri gruppi eretici a conversione e sottomissione, e in quest’opera fu assistito da dodici confratelli. Il modo con cui trattò gli eretici è stato duramente criticato perché, come sostiene anche Batler, «il suo zelo sfregiava e distruggeva, sebbene fosse misericordioso con coloro che erano docili e pentiti»; rispetto ai suoi tempi, tuttavia, abbiamo tracce di un’atteggiamentoS. GIOVANNI da CAPESTRANO2 più umano nel valutare i casi di presunta stregoneria e nell’uso della tortura, e comunque i suoi contemporanei lo salutarono con grande entusiasmo, sostenendo anche che compiva miracoli. Essi descrivono il suo aspetto fisico come esile ed emaciato ma i suoi modi come volitivi ed energici.

La conquista turca di Costantinopoli nel 1453 pose termine alla sua campagna ungherese e gli fu chiesto di predicare una crociata per incoraggiare i capi cristiani a organizzarsi contro la minaccia dell’islam; malgrado l’estenuante opera di predicazione, in Baviera e in Austria ottenne solo un minimo consenso, mentre riscosse maggior successo in Ungheria, dove guidò personalmente alcune truppe alla difesa di Belgrado, assediata dai turchi.

Le preghiere ed esortazioni di Giovanni, unite alle grandi capacità del generale ungherese Hunyadi, portarono alla disfatta degli ottomani e il blocco della loro marcia vittoriosa alla conquista dell’Europa. Purtroppo, le migliaia di corpi che dopo la guerra non furono subito seppelliti causarono lo scoppio di un’epidemia e Giovanni, ammalatosi (come anche Hunyadi), morì a Villaco il 23 ottobre 1456. Fu canonizzato nel 1724; la sua festa, estesa a tutta la chiesa nel 1890, era precedentemente celebrata il 28 marzo.

PATRONO DEI CAPPELLANI MILITARI

Fonte: Il primo grande dizionario dei santi di Alban Butler