Beata Alexandrina Maria da Costa

Beata Alexandrina Maria da Costa

Mistica (Balasar – Portogallo) 13 ottobre 1955

Alexandrina_Maria_da_Costa_4Per sfuggire ad un tentativo di stupro rimarrà paralizzata per oltre trent’anni fino alla morte. Verrà poi scelta da Gesù come vittima la con­sacrazione del mondo alla Madonna.

Alexandrina Maria da Costa nasce il 30 marzo 1904 in un paesino agricolo, Balasar, a circa 50 km. da Oporto e vi muore il 13 ottobre. Trascorre l’infanzia e la fanciullezza aiutando nei lavori domestici e agricoli con lo slancio di un temperamento esuberante, ma anche con una sensibilità eccezionale per le bellezze del Creato, che la portano, fino dai primi anni, a contemplare il cielo con forte nostalgia di rag­giungerlo.

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Cresce con un profondo spirito di preghiera e con devozione ai tabernacoli, particolarmente sentita. Il sabato santo del 1918, a 14 anni, salta da una finestra nell’orto (m.3,30) per salvare la sua purezza, sottraendosi a tre uomini penetrati con violenza nella stanza dove sta lavorando di cucito con la sorella ed un’amica. Da qui ha inizio una mielite compressa alla spina dorsale, con conseguente paralisi progressiva che la inchioderà nel letto per oltre 30 anni, Alexandrina Maria da Costafino alla morte. Dopo la prima visita nella quale le comunicano che non guarirà, rimane a letto per 5 mesi consecutivi. A questa sofferenza si unisce la perdita della nonna materna. Il 14 aprile 1925 non si alzerà mai più.

Nel 1928 si reca in pellegrinaggio a Fatima nella speranza di un miracolo. Non avendo ottenuto la grazia della guarigione, comincia a comprendere che la sua missione è di essere vittima per la salvezza delle anime. Inizia a chiedere amore alla sofferenza. Nel 1932 iniziano i primi fenomeni mistici.

È dunque «martire» per la purezza, come Maria Goretti e Pierina Morosini: il martirio di Alexandrina è incruento, ma dolorosissimo per durata e per intensità sempre più crescente. Questo incidente, umanamente, è una tragedia che la rende impotente; ma dal punto di vista divino è invece una chiamata ad una mis­sione di una potenza straordinaria per la salvezza di moltissime anime. Infatti Alexandrina diventerà una delle più potenti anime-vittime che, seguendo il cammino indicato, anzi vissuto, da Cristo, si immolano per amore. Tutto sta nel trarre dal male il bene, con la forza dell’amore. Alexandrina dice di voler essere «figlia del dolore e madre di amore»: vuole e ci riesce in grado sommo! È «anima pura, cuore di fuoco».

La fiamma del suo amore ardente la porta ad una tale generosità nell’offrirsi vittima di espiazione, da consentire a Gesù di farne una grande mistica: ha visioni ed estasi durante le quali viene a contatto con la realtà celeste, avendo anche colloqui con alexandrina_02Gesù e con Maria. Fin da giovanissima profondamente devota alla Madonna, viene scelta da Gesù anche per unirsi a coloro che chiedono al Papa la con­sacrazione del mondo alla Madonna: le sue sofferenze devono contri­buire ad ottenerla. Dal 1938 al 1942 ogni venerdì, in estasi, rivive la Passione soffrendo con una mimica tanto espressiva che chi la vede comprende ogni fase di quella tragedia.

Le viene ipotecata la casa. Comincia a sentire sente da Gesù il ripetuto invito a la­sciarsi crocifiggere, in modo concreto. Scriverà col sangue il suo giuramento d’amore a Gesù. Il demonio comincia a tormentarla.

Dal 1942 sino alla morte continua a rivivere la Passione, senza muoversi dal letto, con un patire tutto intimo, ma ancora più doloroso; inol­tre dal 1947 in poi sente giorno e notte anche i dolori delle stigmate, che per suo desiderio restano però mistiche, occulte. Gesù la fa passa­re attraverso tutte le sofferenze di ogni genere, fisiche, morali, spirituali. Inoltre, dal 1942 sino alla morte, per più di 13 anni, si aggiunge il tormento di un digiuno assoluto con anuria; soffre per nostalgie di cibo, sete ardente e dolorose coliche e crisi di cistite. Gesù la fa vivere miracolosamente col nutrimento della sola Ostia consacrata.

alexandrina stigmata31Con l’aggravarsi delle condizioni fisiche, nel 1945 inizia un malessere agli occhi, che non possono sopportare la luce.  Il 1° ottobre del 1949 le appare la Vergine del Rosario con la corona, con la quale vuole che avvolga il mondo.

L’imitazione di Cristo però non consiste solo nel soffrire, ma so­pratutto nell’amare e in modo tale da trasformare tutto l’essere, co­sicchè gli altri vedono da lei irradiarsi la vita divina: dal suo sguardo, dal suo sorriso, dalle sue parole piene di saggezza, di dolcezza, di at­trattiva verso il Cielo.

«Cristo traspariva da lei come il sole attraverso il cristallo. Tutto questo attira al suo letto folle sempre più numerose di visita­tori e ciascuno di essi esce da quella cameretta diverso da quando è entrato:Stai vivendo la vita pubblica di Gesù sente Gesù dirle in un’estasi del 1953. Gesù si serve di lei come strumento per comunicare agli uomini le sue esortazioni alla preghiera, al pentimento, all’ emenda di vita, i suoi accorati appelli: il suo amore. Nel proseguire lungo la sua ascesa spirituale, Alexandrina realizza sempre di più quella “unione trasformante” che S. Paolo esprime con la famosa frase: «non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me.» (Gal. 2,20). Questo affermò mons. Orazio de Maùjo nella seduta di apertura del Processo Informativo Diocesano.

Infatti in varie estasi sente Gesù affermarle: – E’ Cristo a vivere in te.- Lei stessa Alexandrina-in Ecstasy-01sente la sua identità trasformata in quella di Cristo. Il 15-9-1950 si sente immersa in un rogo di amore immenso, infinito: «quelle fiamme, quel fuoco penetrarono tutto il mio essere: io non ero più io, ero solo Gesù».  L’umile contadina trasmette ai posteri migliaia di pagine che sono «documenti di autentico valore letterario, ascetico e persino teologico di tale interiorità che non è facile eguagliare e sopratutto una fonte di luce abbondante nel rivelarci eloquentemente ciò che è in concreto la vita mistica di una vera anima vittima», scriverà p. Pinho, suo primo direttore spirituale, nella Introduzione alla sua biografia dal titolo «No Calvario de Balasar».

Vivendo sepolta tra quelle quattro mura, senza alcuna istruzione umana di vita spirituale, segue perfettamente le orme di S. Teresa d’Avila e di S. Giovanni della Croce, condotta per diretta ispirazione da Gesù, dal quale si lascia docilmente plasmare. Il padre carmelitano Isidoro Magurilia, professore di ascetica e di mistica a Roma, dopo 4 ore e mezza di colloquio con lei, nel conge­darsi le dice: – Può stare tranquilla: in tutto quanto mi disse non trovai una parola che sia contraria al Vangelo, contraria alla dottrina di S. Te­resa e di S. Giovanni della Croce.

Il 6 maggio 1955 le appare la Madonna promettendole di venire presto a prenderla per il Paradiso. Il 13 ottobre vola al Cielo.

Tratto da “Figlia del dolore madre di amore“, tratteggio di una biografia della serva di Dio Alexandrina Maria da Costa, fatto con brani dei suoi scritti scelti e tradotti dal portoghese dai coniugi Chiaffredo e Eugenia Signorile.

Altre info su: http://www.profeti.net/Carismatici/AlexandrinaMariadaCosta/index.htm

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