Brani tratti dall’Evangelo Valtorta 16a parte

BRANI TRATTI DALL’EVANGELO 

COME MI è STATO RIVELATO

di MARIA VALTORTA

4° LIBRO (16a parte)

Da pag. 116 alla 208.

Degno di nota è il bellissimo dialogo tra Gesù e Maria SS che mostra una Madre attenta, ubbidiente e silenziosa ma soprattutto sostenitrice, forte di un fascino tutto divino. Insegnante Lei e maestro il Suo Gesù, per catapultarci in una realtà ultraterrena e pur sempre tanto vicina a noi, da risultare spesso incomprensibile alle menti più materialiste.

(Gesù) E’ detto nel primo di Esdra: “ Voi avete peccato sposando donne straniere e aggiunto questo delitto ai molti di Israele”. E una delle cause dell’idolatria di Salomone proprio si deve a questi connubi con donne straniere. Dio l’aveva detto: “Esse, le straniere, pervertiranno i vostri cuori fino a farvi seguire dèi stranieri”. Le conseguenze le sappiamo.  … La caduta dell’uomo al basso ha sempre inizio con una salomoneleggerezza apparentemente innocua. Poi la condiscendenza al male aumenta. Si forma l’abitudine alle transazioni di coscienza e alla trascuranza dei doveri e delle ubbidienze verso Dio, e per gradi si giunge al peccato grande…

L’uomo è dotato di cervello intelligente e lo deve saper usare di suo, a seconda dei bisogni e delle circostanze. Perché, se la lettera della parola è eterna, le circostanze cambiano. Miseri quei maestri che non sanno saper volere la fatica e la soddisfazione di estrarre volta per volta l’insegnamento nuovo, ossia lo spirito che le parole antiche e sapienti contengono sempre. Saranno simili a echi che non possono che ripetere, magari dieci e dieci volte, una sola parola, senza mettervene pur una di loro.

Molti si volgono a colui che è dolce per averlo re. Non tanto per ammirazione della sua dolcezza quanto perché sperano che per essere molto dolce finisca a divenire un re da burla, dal quale si possa ottenere ogni consenso e sul quale permettersi ogni licenza. Ma la dolcezza non è debolezza. E’ bontà. Giusta. Intelligente. Ferma. Non scambiate mai la dolcezza con la debolezza. La prima è virtù, la seconda è difetto. … Il dolce di spirito non ribatterà mai con asprezza le rampogne altrui, non respingerà mai con durezza chi lo reclama. … Io sono qui per consolarti ed aiutarti, ma non posso divenire re, quale tu pensi, perché di un’unica regalità mi curo e preoccupo, per l’anima mia e per l’anima tua: di quella spirituale.Salomone il giudizio del Pomarancio

Un primo compromesso con la propria missione, una prima alzata di spalle alla voce della coscienza, perché le lodi sono dolci, perché l’aria di protettore ricercato piace, e viene il momento che il re non regna, ma regnano gli interessi altrui e lo imprigionano, lo imbavagliano fino a soffocarlo e lo sopprimono se, divenuti più forti di lui, vedono che egli non si affretta a morire. Anche l’uomo comune, sempre un re nello spirito, si perde se accetta regalità minori per superbia, per avidità. E perde la sua serenità spirituale che gli viene dall’unione con Dio. Perché il demonio, il mondo e la carne possono dare un illusorio potere e godere, ma a costo della allegrezza spirituale che viene dall’unione con Dio.

Ecco le regalità che pure il mondo accetta per vere! La prepotenza e la ferocia sono, per l’umanità corrotta, scambiate per vera regalità, mentre la mitezza e la bontà vengono prese per stoltezza e bassi sentimenti. L’uomo non si sottomette al Bene ma si sottomette al Male. Ne è sedotto. E conseguentemente ne è arso.

(Gesù a GiudaNon deve un amore per essere veramente tale, essere mai esclusivista. 

Quando uno sa amare solo un oggetto e non sa amarne nessun altro, anche se amato dall’oggetto che egli ama, dimostra di non essere nel vero amore. L’amore perfetto ama, con le dovute gradazioni, tutto il genere umano, e anche animali e vegetali, stelle e acque, maddalenaperché tutto vede in Dio. Ama Dio come si conviene e ama tutto in Dio. Guarda che l’amore esclusivista è spesso egoismo. Sappi perciò giungere ad amare anche gli altri per amore.

(Maria SS.ma alla Maddalena) Lo spirito nostro ha bisogno di tuffarsi tutto dentro all’oceano della meditazione, per ricostruire ciò che il mondo e le vicende abbattono e per creare nuove forze per sempre più salire … è sempre molto più utile allo spirito l’elevazione mentale a Dio, la meditazione, in cui, contemplando la sua divina perfezione e la nostra miseria, o quella di tante povere anime, non già per criticarle ma per compatirle e capirle, e per avere riconoscenza al Signore che ci ha sorrette per non farci peccare, o ci ha perdonate per non lasciarci cadute, noi giungiamo a pregare realmente, ossia ad amare. Perché l’orazione, per essere realmente tale, deve essere amore. Altrimenti è borbottio di labbra dal quale l’anima è assente. … se anche Gesù non ti avesse ancora perdonata, e tu, in una solitudine ignorata, che tanto può essere materiale come morale, gridassi a Dio: “Io ti amo. Padre, perdona le mie miserie. Perché io di esse mene spiaccio per il dolore che ti danno”, credi pure, o Maria, che il Padre Iddio ti assolverebbe di suo, e caro gli sarebbe il tuo grido di amore. Abbandonati, abbandonati all’amore. Non fare violenza ad esso. …

(Maria SS.ma) io non posso vedere soffrire nessuno, ma ho strazio per una madre Maria ssstraziata. E’ un dolore diverso da ogni altro, perchè a noi si lacerano non solo cuore e cervello per la percossa della morte di un figlio, ma fino le viscere stesse. Noi madri rimaniamo unite col figlio, sempre. Ed è lacerarci tutte il levarcelo.

“… Isacco ci ha detto che non si deve pensare male del prossimo.” (Gesù) “Ma si deve avere coraggio di parlare per salvare un innocente.”

… Persecuzione e morte per fedeltà al nostro dovere sono gloria all’uomo. Il martire è sempre glorioso.

(Gesù e Maria SS) “Madre, Giuda di Keriot  … Mi vuole persuadere ad una maggior prudenza perché Io non sia colpito come nostro parente, il Battista. E mi dice che bisogna aver pietà delle madri, risparmiandosi per esse, perché così vuole il quarto comandamento. Tu che ne dici? Ti cedo la parola, Madre, perché tu ammaestri con dolcezza questo Giuda nostro.” “Io dico che non amerei più mio Figlio come Dio, che giungerei a dubitare di essermi sempre ingannata, di essere sempre stata ingannata sulla sua Natura, se lo vedessi venire meno alla sua perfezione con abbassare il suo pensiero a considerazioni umane, perdendo di vista le considerazioni soprumane: ossia il redimere, il cercare di redimere gli uomini, per amore degli stessi e per gloria di Dio, a costo di crearsi pene e rancori. Lo amerei ancora come un figlio traviato da una forza malvagia, per pietà, perché mi è figlio, perché sarebbe un disgraziato, ma non più con quella pienezza di amore con cui lo amo ora che lo vedo fedele al Signore.”

(Giuda e Maria SS) “Ma se gli accadesse del male non piangeresti?” “Tutte le mie lacrime. Ma lacrime e sangue piangerei se lo vedessi fedifrago a Dio.” “… quelli che lo perseguiteranno … quasi li giustificate.” “Non te lo pensare. Le colpe saranno sempre uguali agli occhi di Dio, sia che noi si giudichi che ciò è inevitabile, come che si Preghiera di Mariagiudichi che nessun uomo di Israele dovrebbe esser in colpa verso il Messia. … per i gentili non ci sarebbe che la colpa verso un loro simile. Israele sa chi è Gesù.” “Molto Israele non lo sa.” “Non lo vuole sapere. E’ incredulo di proposito. …”

Ogni anima è un fuoco sacro messo da Dio nell’altare del cuore, perché serva ad ardere il sacrificio della vita con amore al Creatore della stessa. Ogni vita è olocausto se bene spesa ogni giorno è un sacrificio che va consumato con santità. Ma vengono i predoni, gli oppressori dell’uomo e dell’anima dell’uomo. Il fuoco sprofonda nel pozzo profondo. E non per necessità santa, ma per stoltezza nefasta. E là, sommerso negli scoli di tutte le sentine dei vizi, diviene fango putrido e pesante, finché non scende in quel profondo un sacerdote e riporta alla luce del sole quel fango, posandolo sull’olocausto del suo convertendo. Ci vuole anche quello di colui che converte. Anzi, questo deve precedere quello, perché le anime si salvano con il sacrificio nostro. Perché così si giunge ad ottenere che il fango si muti in fiamma e Dio giudichi perfetto e grato alla sua santità il sacrificio che si consuma. …Nell’ardore del pentimento essi si fondono con Dio, fiamma con fiamma; fiamma che sale, fiamma che scende; fiamma che si offre amando, fiamma che si concede amando; abbraccio di due che si amano, che si ritrovano, che si congiungono, abbraccio6facendo una cosa sola. … perché l’unione dei miei sacerdoti sarà come la parte vitale nel grande corpo della mia Chiesa, di cui Io sarò lo Spirito animatore, e intorno a questa parte vitale si accentreranno tutte le infinite particelle dei credenti a fare un unico corpo che dal mio Nome avrà nome.

(Gesù a Giovanni di EndorGiovanni, non dici al tuo Maestro la ragione per cui soffre il tuo corpo? “Tu lo sai, Signore. Ma non dire: “soffre”. Dì: “si consuma”. E’ più esatto, e Tu lo sai, e sai che si consuma con giubilo. … non rimpiango la vita. Qui potrei ancora peccare, mancare alla missione alla quale ci destini. Già due volte ho mancato nella mia vita. Alla mia missione di maestro, perché in essa dovevo saper trovare di che formare me stesso e non mi sono formato. Alla mia missione di marito, perché non ho saputo formare la moglie. Logicamente. Non avevo saputo formare me, e non potevo saper formare lei. Potrei mancare anche alla missione di discepolo. E mancare a Te non voglio. Sia dunque benedetta la morte se viene a portarmi dove non si può più peccare!…” Giovanni è una sorte che subisci o un’offerta che fai? “Un’offerta che faccio, se Dio non disdegna il fango che si è fatto fuoco.” Giovanni tu fai molte penitenze. “Le fanno i santi, Tu per il primo. E’ giusto le faccia colui che tanto ha da pagare. Ma Tu forse trovi che le mie non sono grate a Dio? Me le vieti?” Io non ostacolo mai le buone aspirazioni dell’anima innamorata. Sono venuto a predicare coi fatti che nella sofferenza è espiazione e nel dolore redenzione. Non mi posso contraddire. …“Io ho cominciato ad uccidere quando, stanco della frivolezza di mia moglie, le ho dato il primo sguardo sprezzante.” … Sii in pace su tutto, come questo mare. Vedi? Per te sarebbe troppo rovente andare nell’ardore del sole, e la vita apostolica è veramente un ardore. Hai tanto lottato nella tua vita. Ora Dio ti chiama a Sé in questo placido raggio di luna che tutto placa e buon samaritano4fa puro. Cammina nella dolcezza di Dio. Io te lo dico: Dio è contento di te. … “Eppure sarebbe stato anche bello dire al mondo: “Vieni a Gesù!”” Lo dirai dal Paradiso.

… un atto di carità non solo sfama il corpo, leva il dolore della morte, ma istruisce l’anima nella sapienza del Signore.

Ogni turbamento nuoce alla Sapienza perché essa è pacifica, venendo da Dio. Il turbamento invece non viene da Dio, perché le sollecitudini, le ansie, i dubbi, sono opere del Maligno per turbare i figli dell’uomo e separarli da Dio.
… tutto si compatisce ad un cuore di madre …

(la Maddalena sta piangendo) Lo Zelote spiega: “ Teme di non saper essere buona senza la tua vicinanza. Teme di …di essere tentata troppo fortemente quando Tu non sia vicino a tenere lontano il demonio. Me ne parlava poco fa. “Non avere questa tema. Io non ritiro mai una grazia che ho concessa. Vuoi tu peccare? No? E allora sta tranquilla. Vigila, questo si, ma non temere.” “Signore… piango anche perché a Cesarea… Cesarea è piena dei miei peccati. Ora li vedo tutti… Avrò molto da maria_maddalena_con_gesu_illustrazione_di_alexander_ivanov_museo_san_pietroburgo_russia_01soffrire nella mia umanità…” “Ne ho piacere. Più soffrirai e meglio sarà. Perché dopo non soffrirai più di queste inutili pene. Maria di Teofilo, ti ricordo che sei figlia di un forte e che sei un’anima forte e che Io ti voglio fare fortissima. Compatisco le debolezze nelle altre perché esse sono sempre state donne miti e timide, tua sorella compresa. In te non lo sopporto. Ti lavorerò col fuoco e sull’incudine. Perché sei tempra che va lavorata così per non guastare il miracolo della tua e della mia volontà. Questo sappilo tu e chi fra i presenti o fra gli assenti può pensare che Io per il tanto che ti ho amata possa divenire debole con te. Ti concedo di piangere per pentimento e per amore. Non per altro. Hai capito?” Gesù è suggestionante e severo.

(Maria SS.maQuello che ti può pesare di dire anche alla più dolce delle sorelle, alla più amorosa delle nutrici, vieni a dirlo a me. Ti comprenderò sempre. Quello che non oseresti dire al mio Gesù perché ancora intriso di una umanità che Egli in te non vuole, vieni a dirlo a me. Ti compatirò sempre.

Senza la speranza non può esservi fede, e senza speranza muore la carità. Fede presuppone speranza sicura. Come credere di giungere a Dio se non si spera nella sua bontà? Come sorreggersi nella vita se non si spera in un’eternità? Come poter persistere nella giustizia se non ci anima la speranza che ogni nostra buona azione è da Dio vista e raccoglimentoper darci di essa premio? Ugualmente, come fare vivere la carità se non c’è speranza in noi? La speranza precede la carità e la prepara. Perché un uomo ha bisogno di sperare per potere amareI disperati non amano più. La scala è questa, fatta di scalini e di ringhiera: La fede i gradini, la speranza la ringhiera, in alto ecco la carità alla quale si sale mediante le altre due. L’uomo spera per credere, crede per amare.

Troppi sono ora in Israele che sono ciechi. Non hanno più speranza perché l’ha uccisa in loro la ribellione alla Legge, che è sempre ribellione, anche se velata da paramenti sacri, se non è accettazione integrale della parola di Dio, dico di Dio, non delle soprastrutture che vi sono state messe dall’uomo … Non hanno più speranza. Ma irrisione delle verità eterne. Non hanno perciò più fede e più carità. Il divino giogo da Dio dato all’uomo perché se ne facesse ubbidienza e merito, la celeste croce che Dio ha dato all’uomo a scongiuro contro i serpenti del Male perché se ne facesse salute, ha perduto il suo braccio traverso, quello che sorreggeva la fiamma candida e la fiamma rossa: la fede e la carità;  e le tenebre sono scese nei cuori. … le tre virtù divine. … dove esse sono vive tutto è facile, anche la sventura. Perché il giogo di Dio è sempre giogo leggero, che preme solo sulla carne ma non abbatte lo spirito.