San Bernardo

SAN BERNARDO

abate e dottore della Chiesa (1090 -1153) 20 Agosto

Bernardo, «l’ultimo Padre della Chiesa», è una delle maggiori figure della cristianità S. BERNARDOoccidentale. Vero carismatico dal carattere altalenante e dallo spirito Mariano: incita, ammira, ispira, alza la voce e chiede perdono, commuove e convince. Viene scelto da Dante come compagno e protettore nel suo viaggio ultraterreno. Più di tutto apprezzava «un cuore puro e una fede coraggiosa».

E’ uno dei pochi santi, insieme con S. Agostino (28 ago.), che abbia lasciato memorie dettagliate della sua vita e del suo operato, che furono però talmente abbellite e rimaneggiate che risulta difficile separare i fatti dalle invenzioni. Si conoscono, perciò, diversi “Bernardi” e “pseudo-Bernardi”, che rendono la figura del santo confusa e misteriosa. Questi racconti e interpretazioni lasciano trapelare una persona di grande intelligenza, di fede salda, devozione convinta, profonda simpatia umana e, pare, anche particolarmente irascibile. Bernardo poteva dimostrarsi estremamente aggressivo, autoritario e collerico, tanto quanto amorevole e remissivo.

Aveva anche fama di operare guarigioni ed era un personaggio veramente carismatico. Possedeva un talento fuori dal comune nel commuovere le persone e nel convincerle; si esprimeva in una prosa versatile che passava dalla cortesia alla ironia più pungente e dalla spiegazione razionale alla poesia. Bernardo identificò se stesso con la vitalità dell’Ordine cistercense, che sotto la S. BERNARDO1sua influenza si diffuse rapidamente nel XII secolo trasmettendo il suo insegnamento sull’amore e l’abnegazione, sulla predicazione e la preghiera, e sulla oratio ignata, l’invocazione infuocata d’amore.

Più di tutto apprezzava «un cuore puro e una fede coraggiosa che ci porta a volere il bene dei nostri vicini come il nostro [ . . . ] . Solo la carità può distogliere il cuore dall’amore di sé e del mondo e indirizzarlo verso Dio. Né la paura né l’amore di sé, possono volgere l’anima verso Dio; queste cose possono tutt’al più cambiare l’aspetto esteriore o influenzare le azioni di una persona, ma non ne cambieranno mai il cuore».(Lettere, p. 43).

Bernardo nacque da una famiglia aristocratica a Fontaines, un castello vicino a Digione, nel 1090. Il padre di Bernardo, Tescelino Sorrel, era uno degli antichi cavalieri di Chàtillon e signore di alcune proprietà feudali in Burgundia e Champagne. Aletta, la madre, era parente dei duchi di Burgundia. Bernardo fu uno dei sette figli che ella offrì a Dio fin dalla nascita, oltre a lui: il B. Guy il B. Gerardo (13 giu.), la B. Ombelina (21 ago.), Andrea, Bartolomeo e il B. Nivardo. Bernardo studiò presso i canonici secolari a Chàtillon-sur-Seine. La madre morì quando aveva diciassette anni, e a motivo di ciò per un certo periodo Bernardo soffrì di crisi depressive.

Nel 1112 entrò nel monastero di Cìteaux (Cistercium), il primo di quella stretta osservanza benedettina che fu denominata“cistercense“. Gli edifici erano piuttosto poveri e austeri, anche se non così miseri e decadenti come vogliono far credere i biografi di Bernardo. Egli venne accompagnato da trentun giovani nobili della Burgundia, tra cui alcuni suoi fratelli e uno zio. Il convento era stato fondato da Roberto di Molesme allo scopo di seguire rigorosamente la Regola di S. Benedetto (11 lug.).

Nel 1115 l’abate S. Stefano Harding (17 apr.) chiese a Bernardo di trovare un luogo per una nuova comunità. Insieme con altri dodici monaci fondò una casa a Clairvaux, che divenne poi uno dei maggiori centri cistercensi. Guglielmo di Champeaux, vescovo di Chàlons-sur-Marne, nominò Bernardo abate, e ne divenne anche intimo amico. All’inizio Bernardo governò la comunità in maniera estremamente rigida, ma, dal momento che i monaci si demoralizzavano, dovette mitigare la regola, in modo particolare la durissima dieta a base d’orzo crudo e foglie di faggio bollite. Nel 1117 il suo anziano padre e il fratello più giovane, Nivardo, entrarono nel convento.

Molte altre fondazioni furono realizzate e divenne ben presto un personaggio influente del monachesimo e del cristianesimo in tutta l’Europa, non solo a livello S. BERNARDO2dottrinale, disciplinare ed etico, ma anche in campi diversi, come ad esempio l’architettura. Combatté il culto delle immagini, che a quell’epoca erano spesso tetre e astruse. e propugnava la costruzione di chiese austere, senza torri di pietra o cappelle sporgenti. Con l’aumentare della fama divenne consigliere di diversi vescovi ed ecclesiastici, un ruolo che ovviamente svolse con piacere. Compiva sovente dei viaggi, ma era sufficientemente padrone di sé per rifiutare persino inviti da parte del papa, quando li riteneva immotivati.  Scriveva lettere straordinarie e intratteneva una vastissima corrispondenza con persone di diverso genere, tra cui il papa e il re di Francia, ma anche con persone ordinarie. Bernardo è un maestro della metafora. Lo scopo di ogni lettera è sempre chiaro.

Scriveva a suo nipote, che era attirato dalla vita monastica a Cluny: «Se ciò che rende un uomo santo sono le pellicce calde e comode, gli abiti fini e preziosi, i cappucci e le maniche ampie, le trapunte raffinate e le morbide lenzuola di lana, ti seguirei immediatamente» {Lettere, p. 8).

Ricordò al nuovo vescovo di Ginevra: «Il trono di vescovo per il quale tu, mio carissimo amico, alla fine sei stato scelto, richiede molte virtù, nessuna delle quali, mi dispiace dirlo, poteva essere trovata in te, in nessun modo e in nessuna forma, prima della tua consacrazione» (p. 62).

San Bernardo di Chiaravalle

Quando venne a sapere che era stato criticato a Roma, disse al cancelliere della Santa Sede di «avvertire quelle rane rumorose e moleste di restare nelle loro tane e di accontentarsi dei loro stagni» (p. 81).

Consigliò a una suora che voleva lasciare il convento: «Se sei una delle vergini stolte, il convento ti è necessario. Se invece sei una delle sagge, sei tu ad essere necessaria al convento» (p. 180).

Criticò l’ingordigia dei monaci cluniacensi con una lista di piccoli piaceri che dimostra fino a che punto i monaci eccedessero nella preparazione di cibi succulenti: «Chi può dire in quanti modi le uova da sole possono essere preparate e condite, come vengono diligentemente rotte, battute a neve, bollite, sminuzzate. Arrivano in tavola ora fritte, ora arrostite, ora ripiene, ora mescolate ad altri ingredienti, oppure da sole» (P.L., 182, 209).

Bernardo incita, ammira, ispira, chiede perdono. Sostiene di non aver mai lasciato una lettera senza risposta, chiunque gli avesse scritto. Era capace di dettare più lettere contemporaneamente e aveva bisogno di vari segretari per il suo lavoro, come un importante uomo di stato impegnato sulla scena internazionale. Non temeva di San_Bernardo_di_Chiaravalle_Xdenunciare le debolezze, di condannare la stupidità, l’insensatezza e l’ottusità, anche in persone importanti e potenti, cardinali, abati, membri della Curia. Molti accettavano i rimproveri, ma altri si adiravano. Nel 1128 Bernardo fu segretario al sinodo di Troyes sostenendo il riconoscimento della regola (che probabilmente compose egli stesso) dell’Ordine dei Templari, cioè dei Cavalieri crociati della Chiesa, con il compito di proteggere i pellegrini e i malati.

Dopo la morte di papa Onorio II nel 1130, divenne una figura di primo piano anche nelle questioni pubbliche e secolari. Fu coinvolto in diverse dispute all’estero. Percorse tutta l’Europa incoraggiando e minacciando gli uomini potenti la cui fede vacillava in quell’epoca di crisi per la Chiesa.Come accusatore e arbitro, fu presente all’assemblea di Bamberga nel 1135 e poi a Milano. Da solo tenne testa all’imperatore Lotario, che reclamava il diritto di investitura da Innocenzo in cambio del suo aiuto. Bernardo lo criticò pubblicamente di fronte ai suoi vescovi e debellò ogni opposizione.

Ben presto la Chiesa unita si schierò dalla parte del papa che, grato del suo trionfo, accordò all’Ordine cistercense privilegi inusuali. Nel 1145 un allievo di Bernardo, un monaco cistercense, san bernardo di chiaravalledivenne papa con il nome di Eugenio III, e l’influenza di Bernardo crebbe ulteriormente. Egli non governava soltanto la sua comunità, ma ne dirigeva molte altre. Aveva continui problemi di salute, cattiva digestione e soffriva probabilmente di un’ulcera gastrica. L’aiuto di Bernardo era richiesto anche per casi di eresia.

Il giorno di Natale 1144 i turchi conquistarono Edessa, una delle quattro città principali del regno latino di Gerusalemme, che si rivolse all’Europa in cerca di aiuto. Papa Eugenio persuase Bernardo a predicare a favore di una seconda crociata: egli iniziò la predicazione la domenica delle Palme 1146, ottenendo una risposta entusiasta. Scrisse ai governatori dell’Europa centrale e orientale e si recò personalmente in Germania per predicarvi. L’imperatore Corrado III rispose all’appello di Bernardo e partì nel maggio 1147, seguito da Luigi di Francia. L’esercito di Corrado, tuttavia, venne sconfitto in Asia Minore, mentre Luigi si fermò dopo l’assedio di Damasco, in parte per colpa dei crociati stessi. Molti di loro infatti pensavano solo al saccheggio, non avevano leggi, e compivano atti di disordine e distruzione lungo il camminoBernardo fu molto irritato e deluso; la crociata fallì completamente. Non era lui il responsabile, ma i suoi nemici gli attribuirono la colpa dell’insuccesso.

Nel De Diligendo Deo {Sull’amore di Dio1126-1141) si sofferma sulla tesi che Dio deve S. BERNARDO4essere amato semplicemente perché è Dio, tema che ritroviamo accennato in tutte le sue opere: «Vi sono quelli che lodano Dio perché è potente, e questi sono schiavi e temono per loro stessi; vi sono coloro che lo lodano perché è buono verso di loro, e questi sono dei venali che cercano se stessi; e vi sono coloro che lo lodano perché è la divinità stessa, e questi sono i figli che rendono onore al loro padre»(Lettere, p. 43).

Bernardo è divenuto noto anche per la sua devozione a Maria, che egli paragonava a un acquedotto per i fiumi del paradiso che erano arrivati fino a noi. Si definiva “Beatae Mariae capellanus” (cappellano della Beata Maria) ed era conosciuto come “cithartsta Martae”(suonatore di cetra di Maria). Prova dell’importanza di Bernardo (o di uno pseudo-Bernardo) è la scelta operata da Dante di farne la guida finale e il protettore del suo viaggio nel mondo ultraterreno verso l’eternità. La supplica di Bernardo a Maria ottiene a Dante la visione divina con la quale termina il Paradiso e Bernardo viene scelto, come apice di tutti i poeti e i saggi, per pronunciare il paradosso fondamentale e la chiave per la rivelazione della verità ultima: la figlia ha concepito il padre e lo ha fatto nascere come suo figlio «Vergine madre, figlia del tuo figlio». Maria è la completa realizzazione della femminilità: strumento della grazia divina che attenua il giudizio e lo rende accessibile a noi. D’altra parte, Bernardo, come viene spesso detto, non accettò l’Immacolata Concezione (8 dic), anche se celebrava la “verginità materna” di Maria.

L’opera di Bernardo come guaritore è uno degli aspetti più affascinanti della sua vita (o almeno come ci è stata raccontata). Un’analisi critica dei racconti fa emergere un Bernardo dal volto non di un mago, ma di S. BERNARDOun philanthropos, di una persona veramente colma d’amore. Come per altri santi, i miracoli di Bernardo accadevano in viamentre era in viaggio. E’ difficile immaginare quanto fosse popolare. Una volta che la sua reputazione si fu affermata, non poté più sfuggirla: spesso si trovava in grande imbarazzo, che si sforzò di sopportare con pazienza e che alla fine imparò ad accettare.

Per esempio, una volta che stava andando in Germania, nel 1146-1147, i malati e gli storpi affollavano il ciglio della strada lungo il cammino, bloccando le entrate e le uscite di molti centri abitati e chiedendo il suo aiuto. Fuori e dentro le chiese dove celebrava la Messa, le folle lo circondavano prima e dopo la funzione. Nei luoghi dove alloggiava, si dovevano organizzare delle “ore di visita” per far sì che tutti gli ammalati potessero essere ammessi in maniera ordinata.

Quando iniziò la visita in Germania, le folle occuparono diversi campi fuori da Binche. A Schaffhausen dovette interrompere le benedizioni ai malati e fuggire, poiché si era scatenata una rissa. La folla assediò e minacciò di sfondare la porta del palazzo episcopale di Colonia, dove era alloggiato; tutto il traffico fu immobilizzato, e alla fine fu raggiunto un compromesso: Bernardo avrebbe dovuto affacciarsi a una finestra, mentre le persone prescelte potevano salire una scala uno alla volta per ricevere la benedizione.

Preso dalla disperazione, dopo cena uscì per dare una benedizione generale alla folla, ma a stento riuscì a rientrareil miracolo più grande fu, come disse l’arcidiacono Filippo, la sua sopravvivenza. A Maastricht dovette benedire la folla da una collina fuori della città. Tutti accorrevano ad attenderlo ovunque, e si S. BERNARDO6dovettero adottare diverse soluzioni: a volte si appartava con quelli che altri gli raccomandavano, altre sceglieva quelli di cui incontrava lo sguardo e li benediceva individualmente. Altre volte stendeva le mani su di loro.

Se un malato aveva più membra inferme, le benediceva una a unaOccasionalmente ungeva le persone. A Clainaux e altrove la gente gli chiedeva ininterrottamente di benedire foglie e vino portati dagli ammalati o dai loro parenti: questi rimedi, infatti, venivano considerati i migliori per combattere febbri, malattie mentali e altri mali.

Bernardo modellò la sua attività di guaritore su quella di Cristo, insistendo sull’importanza della fede (in questo senso rimproverò il vescovo Anselmo di Havelberg quando gli chiese di guarirgli il mal di gola, nel 1147). Questa caratteristica, come molti biografi ricordano, lo distinse da molti altri santi taumaturghi di quel periodo, che attribuivano le guarigioni alla propria virtù personale. Se dobbiamo credere ai suoi biografi, Bernardo aveva anche la strana abitudine di dichiarare chi avrebbe guarito e chi no.

La malattia che lo avrebbe condotto al decesso si manifestò all’inizio del 1153, ma in primavera le sue condizioni migliorarono san bernardo di chiaravalle.1leggermente. Gli abitanti di Metz erano stati assaliti dal duca di Lorena e stavano cercando l’occasione per vendicarsi; l’arcivescovo di Trier si recò a Clairvaux per implorare Bernardo di andare a Metz e di riconciliare le due parti. Bernardo si recò in Lorena e fece deporre le armi a entrambi, facendo loro accettare un trattato che aveva redatto egli stessoPoi fece ritorno a Clairvaux, dove un altro attacco lo prostrò nuovamente. Vi erano circa quattrocento monasteri cistercensi in Europa e settecento monaci a Clairvaux quando Bernardo vi morì il 20 agosto 1153.

Venne canonizzato nel 1174 e solo nel 1830 fu dichiarato dottore della Chiesa, sebbene fosse già riconosciuto come tale da vari secoli.

È INVOCATO: – come protettore di apicoltori e fabbricanti di cera

Fonte: Il primo grande dizionario dei santi di Alban Butler