LA MISTERIOSA NOTTE DI SAN LORENZO

LA MISTERIOSA NOTTE

DI SAN LORENZO – 10 agosto

C’è chi le chiama lacrime di San Lorenzo, chi fuochi, chi bagni, notte di san lorenzoe c’è chi come il grande poeta Giovanni Pascoli ci ha persino dedicato una poesia. Ovunque coppie di innamorati e non, si metteranno con il naso in su. Vediamo un po’ il perchè!

Le lacrime di San Lorenzo

di Justine Bellavita

La notte del 10 agosto, ogni anno, gli occhi degli italiani nel mondo si rivolgono speranzosi al cielo, per cogliere al volo una stella cadente. Se scientificamente la caduta delle stelle è da imputarsi al passaggio, all’interno dell’orbita visiva terrestre, degli asteroidi della costellazione Perseo (detti appunto Perseidi), culturalmente la pioggia di stelle è stata elaborata in modo più poetico.

Questa notte è infatti, da tempi immemori, dedicata al martirio di San Lorenzo, dal III secolo sepolto nell’omonima basilica a Roma, e le stelle cadenti sono le lacrime versate dal santo durante il suo supplizioche vagano eternamente nei cieli, e scendono sulla terra solo il giorno in cui Lorenzo morì, creando un’atmosfera magica e carica di speranza.

notte di san lorenzoIn questa notte, infatti, si crede si possano avverare i desideri di tutti coloro che si soffermino a ricordare il dolore di San Lorenzo, e ad ogni stella cadente si pronuncia la filastrocca “Stella, mia, bella stella, desidero che…”, e si aspetta l’evento desiderato durante l’anno.

Nella tradizione popolare, le stelle del 10 agosto sono anche chiamate fuochi di San Lorenzo, poiché ricordano le scintille provenienti dalla graticola infuocata su cui fu ucciso il martire, poi volate in cielo. Anche se in realtà San Lorenzo non morì bruciato, ma decapitato, nell’immaginario popolare l’idea dei lapilli volati in cielo ha preso piede, tanto che ancora oggi in Veneto un proverbio recita “San Lorenzo dei martiri innocenti, casca dal ciel carboni ardenti”. 

I sette bagni di San Lorenzo

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In Romagna, il giorno di San Lorenzo ci si deve immergere sette volte in mare,per purificarsi e per attirare a sé fortuna e felicità. Per questo motivo, fin dall’antichità in questa giornata vi era sulla riviera romagnola un grande afflusso di bagnati, provenienti dalla campagna, speranzosi di veder le loro malattie portate via dal mare, e di propiziarsi un anno migliore e più fortunato. La stessa legenda, in chiave cristiana giustifica l’usanza con un’apparizione di San Lorenzo, avvenuta a Cervia, quando la cittadina fu colpita dalla febbre malarica. Si narra infatti che il Santo del 10 agosto apparve in sogno ad una ragazza malata, indicandole la via della guarigione nelle acque salmastre, che avrebbero donato ai bagnanti i sette doni dello Spirito Santo: Sapienza, Intelletto, Consiglio, Fortezza, Scienza, Pietà e Timore di Dio. Così per estensione, e per paura di future epidemie, ogni anno tutti i paesani della Romagna iniziarono a bagnarsi sette volte in mare il giorno di San Lorenzo.

Questa tradizione è così radicata ed evocativa che anche il grande poeta Giovanni Pascoli vi dedicò un canto, chiamato X agosto, in cui rievocò la morte del padre ucciso in un’imboscata proprio quel giorno.

X AGOSTO

di Giovanni Pascoli

San Lorenzo, io lo so perché tanto di stelle per l’aria tranquilla arde e cade, perché si gran pianto nel concavo cielo sfavilla. Ritornava una rondine al tetto: l’uccisero: cadde tra i spini; ella aveva nel becco un insetto: la cena dei suoi rondinini. 

notte di san lorenzo.4Ora è là, come in croce, che tende quel verme a quel cielo lontano; e il suo nido è nell’ombra, che attende, che pigola sempre più piano.

Anche un uomo tornava al suo nido: l’uccisero: disse: Perdono; e restò negli aperti occhi un grido: portava due bambole in dono.

Ora là, nella casa romita, lo aspettano, aspettano in vano: egli immobile, attonito, addita le bambole al cielo lontano.

E tu, Cielo, dall’alto dei mondi sereni, infinito, immortale, oh! d’un pianto di stelle lo non di quest’atomo opaco del Male!

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Fonte:  http://www.nottedisanlorenzo.it/storia.htm