Brani tratti dall’Evangelo Valtorta 13a parte

BRANI TRATTI DALL’EVANGELO 

COME MI è STATO RIVELATO

di MARIA VALTORTA

3° LIBRO (13a parte)

Siamo ormai verso la fine del terzo volume e qui i due pezzi più belli risultano essere il dialogo privato tra la madre di Giuda e Maria SS e un miracolo di Gesù, avvenuto in un paese dove si stava per celebrare un rito pagano. Interessanti anche le catechesi di Cristo sul rancore nato a causa dei dispiaceri.

(Gesù ad un ragazzoQuesto è il più grande delitto di Doras: portare un innocente ad odiare… … In cielo non entra chi odia. Non puoi pregare, per ora, per Doras? Ebbene non pregare, ma non odiare. Sai cosa devi fare? Non devi mai voltarti indietro a pensare il passato… … Se anche tu uccidessi Doras, che faresti? Perderesti l’amore di bambino2Dio, il Cielo, l’unione col padre e la madre e non leveresti dalle pene il vecchio che ami. Tu sei troppo piccino per poterlo fare. Ma Dio lo può. Dillo a Lui. Digli: “Tu lo sai come amo il vecchio padre (nonno) e come amo tutti quelli che sono infelici. Pensaci Tu che puoi tutto.” … Come puoi dire ad un altro: “Non odiare. Perdona”, se tu per primo non sai amare e perdonare? Lascia, lascia fare al buon Dio, e vedrai quanto bene Egli predispone.

Santamente prega per i tuoi morti, perché i loro peccati siano annullati prima della mia venuta a loro. Allora, senza un attimo di attesa, verranno con Me in Cielo.

Ho visto come l’uomo può essere torturato dall’uomo e come può essere travolto dalla morte in desolazioni, sulle quali lavora Satana per aumentare il dolore e per creare rovine. Mi sono detto allora: “Non devono i figli di Dio soffrire di questa tortura nelle torture. Diamo la conoscenza di Dio a chi la ignora, ricordiamola a chi l’ha dimenticata sotto bufere di dolore”. Ma anche ho visto che da Me solo non basto più agli infiniti bisogni dei fratelli. E ho deciso di chiamare molti, in numero sempre più grande, perché tutti coloro che hanno bisogno del conforto della conoscenza di Dio lo possano avere. … venite a Me, voi che siete addolorati, disgustati, col cuore ferito, stanchi, ed Io condividerò il vostro dolore e vi darò la pace. Venite, attraverso ai miei apostoli, attraverso ai miei discepoli e discepole che ogni giorno si aumentano di nuovi volonterosi. … l’amore solleva dal dolore e rende gioia.

croce (9)Il dolore è croce, ma è anche ala. Il lutto spoglia ma per rivestire.

Sorgete, voi che piangete! Aprite gli occhi, uscite dagli incubi, dalle tenebre, dagli egoismi! Guardate… Il mondo è la landa dove si piange e muore. E grida:”aiuto!” il mondo, per le bocche degli orfani, dei malati, dei soli, dei dubbiosi, per le bocche di quelli che un tradimento, che una crudeltà fanno prigionieri del rancore. Andate a questi che gridano. Dimenticatevi fra i dimenticati! Guardate fra i malati! Sperate fra i disperati! Il mondo è aperto alle buone volontà di servire Dio nel prossimo e di conquistarsi il Cielo: l’unione con Dio e la riunione con coloro che piangono. Qui è la palestra. Là è il trionfo. Venite. Imitate Rut presso tutti i dolori. Dite voi pure:”Io sarò con voi fino alla morte”. E se anche vi risponderanno queste sventure che si credono insanabili:” Non chiamatemi più Noemi, ma chiamatemi Mara perché Dio mi ha colmata d’amarezze”, persistete. Ed Io in verità vi dico che un giorno, per il vostro persistere, queste sventure esclameranno:” Sia benedetto il Signore che mi ha levata dall’amarezza, dalla desolazione, dalla solitudine, per opera di una creatura che ha saputo far fruttificare il suo dolore in bene. Dio la benedica in eterno perché ella è la mia salvatrice.”

rut e noemiL’atto buono di Rut presso Noemi, pensatelo, dette al mondo il Messia, … Ogni atto buono è origine a grandi cose. Quali voi non vi pensate. E lo sforzo di uno sul proprio egoismo può provocare un’onda tale d’amore che è capace di salire, salire, tenendo fra la sua limpidezza colui che l’ha provocata, sino a portarlo ai piedi dell’altare, al cuore di Dio.

…non è lecito condannare senza udire l’accusato, né è lecito uccidere in momento d’ira. Può dirsi anche per i delitti e le accuse morali questa cosa. Non è lecito accusare se non si conosce, né giudicare se non si è udito l’accusato.

Dio si allontana dall’uomo che non ama, e perciò questa prima sorgente cessa; e si allontana l’uomo dall’uomo malvagio, e cessa anche la seconda sorgente. Tutto è levato dalla Carità all’uomo senza amore. Si lasciano comperare con prezzo maledetto e si lasciano portare dove l’utile e il potere vuole. … caino uccide abele

Per certi delitti, amici, non c’e nitro né borit che valgano a levarne il segno. Neppure il fuoco dell’Inferno corrode questo segno. E’ indelebile. … finché uno è con Dio, anche se povero come Giobbe, anche se solo, anche se nudo, non è mai solo, non è mai povero, non è mai spoglio, non è mai un deserto; ma essi hanno levato Dio dal loro cuore e perciò sono in un arido deserto. … fiutano nel vento … potere, denaro, oltre che lussuria vera e propria, e quell’odore seguono, fino al delitto.

Ora quasi ognuno degli uomini ha il proprio vitello d’oro. La Terra è una selva di idoli, perché ogni cuore è un altare, e difficilmente vi è sopra Iddio. Chi non ha una passione maligna ne ha un’altra, chi non ha una concupiscenza ne ha una di altro nome. Chi non è tutto per l’oro è tutto per la posizione, chi non è tutto per la carne è tutto per l’egoismo. Quanti io ridotti a vitello d’oro non sono adorati nei cuori! Verrà perciò il giorno che, percossi, chiameranno il Signore e si sentiranno rispondere: “Volgiti ai tuoi déi. Io non ti conosco”.

Dio può parlare ovunque, da Solo a solo con lo spirito dell’uomo, e crescerlo nella sua dottrina.

Non avere la mano pesante, Giuda. Te ne prego. Abbi sempre presente che ottiene di più la dolcezza che l’intransigenza e che sei uomo tu pure. Perciò esaminati e rifletti come è facile anche a te cascare e come ti irriti per rimproveri troppo aperti

elisabetta6(la madre di Giuda a Maria SS) … Dimmi il vero. Che pensi tu di mio figlio? Siamo due madri, l’una di fronte all’altra; fra noi è Dio. E parliamo dei nostri figli. Tu non puoi che trovare facile parlare del tuo. Io… io devo far forza a me stessa per parlarne. … ti giuro che delle volte ho pensato e penso, guardando il mio Giuda bello, sano, intelligente, ma non buono, non virtuoso, non dritto di animo, non sano di sentimenti, che preferirei piangerlo morto piuttosto che saperlo… che saperlo molto inviso a Dio. … più di una fanciulla che qui e altrove egli innamorò di sé e poi mai prese per sposa. Non sai che ci sono luoghi dove egli non va più perché potrebbe incontrare un giusto castigo? … Quando è morta Joanna … io ho dovuto piangere molto, molto per i rimproveri della madre della fanciulla morta, come se io fossi complice del figlio mio. (risponde Maria)Povera madre!… che penso? Si, tuo figlio non è l’anima limpida di Giovanni, né il mite Andrea, né il fermo Matteo che si è voluto cambiare ed è cambiato. E’… instabile, sì, è così. Ma pregheremo tanto per lui, io e te. Non piangere. Forse nel tuo amore di madre, che vorrebbe potersi gloriare del figlio, tu lo vedi più deforme di quanto non sia… (risponde la madre di Giuda)  No! No! Io vedo giusto e ho tanta paura. … Se non mi vuole amare, se non sa essere riconoscente a me, che l’ho partorito e allevato, non è nulla. Ma che sappia amare, realmente, Gesù; che sappia servirlo con fedeltà e riconoscenza. Se ciò non deve elisabetta3essere, allora… allora Dio gli levi la vita. Preferisco averlo nel sepolcro,… lo avrei finalmente, perché da quando ebbe la ragione ben poco fu mio. Morto, anziché cattivo apostolo. Posso pregare così? Che dici tu? (Maria SS.Prega il Signore che faccia per il meglio. Non piangere più. Ho visto meretrici e gentili ai piedi del Figlio mio, e con essi pubblicani e peccatori. Divenuti tutti agnelli per la sua Grazia. Spera, Maria, spera. Le pene delle madri salvano i figli, non lo sai? 

(Gesù) … quando uno è convinto persuade sempre.

(Un oste a Filippo) ”…Che dice il tuo Maestro? Che il demonio può prendere anche un innocente?” Filippo risponde sicuro: “Sì, per tormentare i parenti e portarli in disperazione.”

miracolo-3(Gesù) “… Quando uno giunge a credere che Io possa guarire un male senza rimedio, è già avanti nella fede. … Conducimi da tua figlia.”  “E’ in una stalla, Signore. L’afa fa di lei una ancor più malata. E non vuole uscire.”  “Non importa. Andrò Io da lei. Non è l’afa. E’ che il demonio mi sente venire.”

(Lo Zelote si rivolge a Gesù) “…Non direi questo a nessuno. Non ai compagni. Non agli amici. Ma a Te sì. Io non riesco ad amarlo Giuda. Me ne confesso. E’ lui che respinge il mio desiderio di amarlo. Non  che mi usi spregio, no, ché anzi è fin cortigianesco col vecchio Zelote che egli indovina più esperto degli altri nel conoscere gli uomini. Ma è il suo modo di fare. Ti pare sincero? Dimmelo.” “Così è. La libellula ha le sue robuste mascelle per nutrirsi delle erbe e le sue robuste ali per abbattere i moscerini, e il ranocchio ha l’ampia gola per inghiottire le libellule. Ognuno ha il suo, e il suo usa. Andiamo, Simone. Gli altri si svegliano.” “Non mi hai risposto, Signore. Non l’hai voluto fare.” “Ma ti ho risposto! Mio vecchio sapiente, medita e troverai…”

No. Non errare nel comprendere. Il mio è il Regno del vero Dio. Dio è in Cielo. Perciò è il Regno del Cielo. Ogni uomo è un’anima vestita di corpo, e l’anima non può vivere che nei Cieli. Io vi voglio curare l’anima, levarne gli errori e gli asti, condurla a Dio attraverso la bontà e l’amore. […] Il tuo figlio non è morto e non la moglie. Sopravvive il loro spirito. Morta è la carne. La morte non deve spaurire. E’ vita la morte a chi spera in Dio e vive da giusto. Pensaci

carità- s.elisabettad'ungheriaChi ama il prossimo, e nella famiglia e nei dipendenti esercita la carità e la estende sui miseri, ha già in sé la Religione.

La scortesia è sempre anticarità. … Siate cortesi, dolci, pazienti. Se anche vi deridono sopportatelo in pace, come ieri faceva Matteo, e Dio vi aiuterà.

(Un miracolo di Gesù)La sposa di Fara, il grande di Magdalgad, muore di parto. Una che l’odia ha gettato il maleficio. Le viscere si sono annodate e il figlio non può nascere. Cerchiamo la maga per ucciderla. Solo così la sposa di Fara sarà salva, e se non troveremo la maga sacrificheremo il caprone per impetrare somma misericordia dalla dea Matrice” … (GesùFermatevi. Io sono capace di guarire la donna e salvare il maschio. Ditelo al sacerdote” … “Sei medico?” “Più ancora.  …. Andiamo. Non urlate più, non bruciate resine. Lo comando. … La salverò e con essa il tuo maschio, perché maschio è, e floridissimo, con due dolci occhi colore dell’uliva che matura e la testa ricoperta di capelli neri come questo vello. … In tutto Io vedo e penetro. Tutto conosco e posso. Sono Dio.” Avesse mandato un fulmine avrebbe fatto meno effetto. Tutti si gettano al suolo come morti. “Alzatevi. Udite. Io sono il Dio potente e non sopporto altri déi avanti a Me. Accendete un volto11 (2)fuoco e gettatevi quella statua.” La folla si ribella. Comincia a dubitare del “dio” misterioso che ordina l’arsione della dea. I più accesi sono i sacerdoti. Ma Fara e la madre della sposa, ai quali preme la vita della donna, si oppongono alla folla ostile e,  poiché Fara è il grande del paese, la folla frena i suoi sdegni. L’uomo però interroga: “Come posso credere che Tu sei un dio? Dammene un segno e io comanderò sia fatto ciò che Tu vuoi.” “Guarda. Vedi le ferite di questo caprone? Sono aperte, vero? Sanguinanti, vero? La bestia è quasi morente, vero? Ebbene, Io voglio che ciò non sia… Ecco. Guarda.” … “Chi sei?” “Io sono Colui che sono, in Cielo, in Terra. Ogni forza mi è soggetta, ogni pensiero noto. Gli abitanti dei Cieli mi adorano, gli abitanti dell’Inferno mi temono. E coloro che credono in Me vedranno compiersi ogni prodigio.” “Io credo! Io credo… Il tuo Nome!” “Gesù Cristo, l’incarnato Signore. Quell’idolo alle fiamme! Non sopporto dèi al mio cospetto. Quei turiboli spenti. Non vi è che il mio Fuoco che possa e voglia. Ubbidite, o Io vi incenerirò l’idolo vano e me ne andrò senza salvare.” … Gesù si volge a Fara: “Puoi dunque credere realmente nel mio potere?” “Credo, credo. Tu sei Dio. Sei il dio Gesù.” “No. Io sono il Verbo del Padre, di Jeovè di Israele, venuto in Carne, Sangue, Anima e Divinità a redimere il mondo e a dargli la fede nel Dio vero, uno, trino, che è nei Cieli altissimi. Vengo a dare aiuto e misericordia agli uomini perché lascino l’Errore e vengano alla Verità, che è l’unico Dio di Mosè e dei Profeti. Puoi credere ancora?” “Credo, credo!” “Io sono venuto per miracolo dire agli uomini che essi, se credono nel Dio vero, avranno la vita eterna in Cielo, presso l’Altissimo che è il Creatore di ogni uomo, animale, pianta e pianeta. Puoi credere ancora?” “Credo, credo!” … “Esci alla luce per conoscere la Luce divina e per ordine della Luce che è Dio! … Tuo figlio piange salutando la Terra. Va da lui e digli, ora e poi, che non è la Terra la patria, ma lo è il Cielo. Crescilo, e tu cresci con lui, per il Cielo. Questa è la Verità che ti parla. Quelle (e indica le padelle di rame accartocciate come foglie secche, inutili ad ogni uso, giacenti al suolo, e la cenere che segna il posto della barella dell’idolo) sono la Menzogna che non aiuta e non salva. Addio. … Il miracolo non si paga altro che con la fedeltà a Dio che l’ha concesso.”

Gli apostoli sono stupiti, addolorati, sfiduciati. Stupiti dei miracoli, addolorati di non esserci stati, sfiduciati della loro incapacità, mentre Gesù può tutto. Ma Lui, invece, è così contento!… E riesce a persuaderli che “nulla è inutile. Neppure la disfatta. Perché serve a formarvi all’umiltà, mentre il parlare serve a far risuonare un nome, il mio, e a lasciare un ricordo nei cuori.” Ed è così convincente e luminoso di gioia che essi pure si rasserenano. […] In voi è la prevenzione contro il resto del mondo, e credete essere facile più l’evangelizzare in paese di fedeli che di idolatri e gentili. Mentre è proprio il contrario. … Queste gemme, quante perle il mio occhio vede dove voi vedete solo terra e mare! insegna… I tesori sono dappertutto. Ma vanno cercati. … No, miei cari. Ci vuole fatica, lavoro, ardimento. E soprattutto non ci vogliono prevenzioni.

Padre nostro … vuol dire … per tutti gli uomini … voi dovete pregare universalmente, unendo le vostre voci e i vostri cuori di apostoli e discepoli della Chiesa di Gesù a quelle e a quelli degli appartenenti ad altre Chiese che saranno cristiane ma non apostoliche. E insistere, perché siete fratelli – voi nella casa del Padre, essi fuori della casa del Padre comune con la loro fame e la loro nostalgia – finché venga dato ad essi come a voi il “pane” vero che è il Cristo del Signore, amministrato sulle tavole apostoliche, non su altre su cui è mescolato con alimenti impuri.

Non dite: “Ebbene, morto che io sia, tutto è finito”. No. Tutto incomincia.

L’altra vita non è l’abisso senza pensiero e senza ricordo per il passato vissuto e senza aspirazione a Dio che voi credete sarà la sosta in attesa della liberazione del ANDATE E PORTATE MOLTO FRUTTORedentore. L’altra vita è attesa beata per i giusti, attesa paziente per i penanti, attesa orrenda per i dannati. Per i primi nel Limbo, per i secondi nel Purgatorio, per gli ultimi nell’Inferno. E mentre ai primi l’attesa cesserà con l’entrata nei Cieli dietro al Redentore, nei secondi dopo quell’ora si farà più confortata di speranza, mentre per i terzi incupirà la sua tremenda certezza di maledizione eterna. Pensateci, voi che peccate. Non è mai tardi per ravvedersi. Mutate il verdetto, che si sta scrivendo nei Cieli per voi, con un vero pentimento.

(nota in calce) la dottrina cattolica… afferma che Gesù, prima di risorgere da morte, discese agli inferi proprio per liberare quei “giusti” del popolo eletto che lo avevano preceduto come potenziali cristiani, cioè credendo e sperando nel Cristo che doveva venire. In più l’opera afferma che per tutti gli altri “giusti” (i non cristiani di buona volontà, o almeno privi di mala volontà) l’attesa nel limbo durerà fino alla fine del mondo, quando anche questi “giusti” conseguiranno la beatitudine eterna, poiché … delle quattro dimore dei trapassati (limbo, purgatorio, inferno, paradiso) due sole sussisteranno, ossia il Paradiso e l’Inferno.   

 l’amore disarma i violenti e sazia gli avidi. Sia benedetto l’Amore, forza vera del mondo. Forza sconosciuta e potente. Forza che è Dio.